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Racconti di Dominazione

Venerdì sera

By 27 Luglio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi piace essere sottomessa, dominata.
E allora? Cosa c’ è di male?
Mi piace essere dominata dal mio uomo, alla sua completa mercè, per fare di me tutto quello che lui desidera.
Mi piace essere sottomessa, fisicamente e mentalmente, pronta ad espletare ogni suo più remoto desiderio.
E ancora una volta, cosa c’ è di male?
Chissà quanti di voi, cari amici, mi avranno vista di giorno, nel mio completo da donna in carriera, sexy e serio allo stesso tempo,correre da un ufficio all’ altro nella banca in cui lavoro.
Chissà quanti di voi hanno desiderato il mio corpo snello, sodo, giovanile nei sui 35 anni, passati a sudare in palestre e piscine.
chissà quanti di voi hanno pensato : “questa è tutto lavoro e basta, provabilmente è pure frigida.”
E invece… e invece….
Dopo il lavoro sono una schiava sessuale perfetta, diligente, sottomessa, pronta a tutto per soddisfare le esigenze del mio patner e, come nel caso che sto per narrarvi, dei suoi amici.
Questa io sono, prendere o lasciare.
Vi scandalizza? Allora non leggete quanto segue: cazzi vostri, come disse la gatta hai micini che si lamentavano perchè il latte era tiepido, cazzi vostri.
Ma se sono riuscita ad accaparrarmi la vostra attenzione, come spero, seguitemi in questa vicenda. Venite con me, lasciatevi andare al suono delle mie parole, e se la vostra mano dovesse sfiorare alcune parti intime del vostro corpo, non preoccupatevi, è quello che sto facendo anche io mentre vi narro questa mia vicenda.
Era un agognato venerdì sera, fine della settimana lavorativa, io, ritornata dalla palestra mi stavo concedendo una doccia prima di una serata che si prospettava molto
libidinosa.
Non sono molto alta, solo un metro e sessantacinque, ma con una bella terza di seno
e la molta palestra che faccio il mio corpo è sempre in forma. Mi spoglio nuda ed entro nella doccia, il sudore del dopo palestra scende abbondante dal mio corpo ancora umido. Il pensiero della serata che mi attende mi eccita e le mie mani vogliose non riescono a stare ferme ed esplorano il mio corpo bagnato. Mi tocco i capezzoli, che subito diventano duri ed eretti, poi, incapace di resistere, sposto il getto della doccia sulla mia vagina ben depilata. Ah, che piacere, che goduria, il clitoride si ingrossa subito ed inizio ad accarezzarmelo, finendo per penetrarmi prima con due dita e poi
provando ad infilare il manico della doccia dentro alla mia figa bagnata. E’ bello grosso, fatica ad entrare, lo ruoto, lo spingo, inarco il corpo x penetrarmi meglio ed eccolo che entra! il dolore si mischia al piacere, l ‘orgasmo arriva subito, potente, mi freme il corpo, mi appoggio alla parete e con l’ altra mano mi tocco il clitoride, lo sfrego, lo schiaccio, lo tiro, lo pizzico, lo accarezzo, sempre con il manico infilato nella figa, fino ad avere un altro mega orgasmo che mi sconquassa tutto il corpo.
Opto per una doccia schiuma alla mela verde, molto rilassante, soprattutto dopo un orgasmo di questa portata, e con le mani raccolgo la schiuma e mi penetro bene il sedere e la vagina, voglio essere profumata x la serata.
Subito mi si riaccende il desiderio sessuale, che tengo a stento a freno, esco dalla doccia e mi asciugo in fretta.
Per la serata scelgo scarpe nere a tacco basso, pratiche ed eleganti, un abitino nero, molto succinto, con sotto un perizoma bianco senza reggiseno. raccolgo i capelli, nero corvino, come i miei occhi, in una coda lunga fino a metà schiena e sono pronta per la serata. Che ne dite ?
Mio marito, come spesso accade il venerdì sera ha invitato quattro amici a cena, perfetti sconosciuti per me, e io devo essere pronta a servirli in quello che più li aggrada.
Sono arrivati, impazienti come sempre, sento la loro eccitazione pervadere la stanza, anche se io sono in un’ altra camera.
Mi infilo svelta una mano negli slip, c’ è giusto il tempo per un veloce ditalino prima di essere chiamata a servirli. Sono già tutta bagnata, con la figa bella larga. Allora invece delle solite dita decido di penetrarmi con “dino”, il mio cazzo di gomma preferito. E’ un regalo di mio marito per il nostro anniversario. Un cazzo di gomma di trenta centimetri, grossissimo e bello largo, tanto che in culo le prime volte non riuscivo ad infilarmelo. Mi siedo sulla lavastoviglie, mi alzo la gonna, mi calo il perizoma e mentre con la mano mi sditalino ancora un po, con la bocca inizio a succhiare questo enorme cazzo di gomma per bagnarlo per bene. Poi me lo infilo lentamente e come sempre devo fare attenzione perchè è tanto grosso che anche in figa fatica ad entrare. Lo spingo dentro tutto fino a sentire dolore, con i denti mi sto mordendo i capezzoli.
Do un paio di colpi secchi al vibratore che sbatte contro la mia figa allargata come quella di una puttana. Sento dolore, ma continuo e più spingo più mi mordo i capezzoli. L’ orgasmo arriva quasi subito, doppio, mi fa cedere le braccia, mi fa venire un capogiro. E mentre sfilo il cazzo di gomma vedo del sangue uscire dalla mia figa, me la sono sfondata da sola fino a farmela sanguinare. Lecco ancora quel cazzo finto pieno dei miei umori e del mio sangue e subito mi viene voglia di un altro orgasmo, ma
“Dov è tua moglie?” questo è uno degli amici di mio marito. Comincia la serata.
“Adesso la chiamo, voi accomodatevi che faccio servire gli aperitivi”
Poi mio marito suona un campanello che è il segnale per portare gli aperitivi.
Io entro con in mano un vassoio e cinque bicchieri.
“Buona sera signori, lieta di vedervi, spero gradiate un buon aperitivo.”
Mio marito molto severo: “questo devono dirlo i miei amici, puttana, mettiti in ginocchio prima di servire i miei amici”
Mi inginocchio, il mio abito si alza, mettendo in bella mostra il mio reggicalze blu,
e comincio a servire i bicchieri.
Vedo l’ eccitazione crescere nei pantaloni degli amici di mio marito, un paio mi sembrano veramente notevoli, ci sasrà da divertirsi stasera.
Sento che il mio perizoma inizia a bagnarsi ancora, ma è troppo presto per godere di nuovo.
“Penso che oggi non ci serva un tavolino, vero schiava?” dice mio marito
“Giusto padrone”
Detto questo mio marito mi prende x la coda e mi trascina in mezzo alla sala a quattro zampe, e mi ordina di stare ferma come un tavolino x appoggiargi sopra i bicchieri vuoti.
“adesso te ne vai in cucina schiava, sempre a quattro zampe, con su i bicchieri e guai a te se li fai cadere, poi torni con la cena”
Fortunatamente riesco a rientrare in cucina senza fare danni.
Mi sento sempre piu umiliata e di pari passo cresce l’ eccitazione, il desiderio di essere loro senza limiti.
La cena è solo un pretesto x umiliarmi ancora di piu.
Mentre sto servendo il dessert ad un amico di mio marito, mi sembra Giorgio, gli faccio cadere il cucchiaino e questi:
“Non sei neanche capace di servire un cazzo di dessert adesso ci penso io a te, sgualdrina”
Capisco che sta iniziando adesso la vera serata, mi preparo a tutto, eccitata ed umiliata, ma soprattutto con la figa bagnata.
Giorgio si alza, mi da un violento schiaffo che mi fa cadere per terra, poi mi afferra x i capelli e mi trascina in mezzo alla sala, mentre con la coda dell’ occhio vedo luca, mio marito, ed i suoi amici che si accomodano sulle poltrone x godersi meglio la scena.
“sei solo una cagna, vediamo se ora riuscirai ad imparare qualcosa”
Dal nulla spunta una corda, lei mie mani vengono serrate e legate alla base del tavolo, lo stesso viene fatto con i miei piedi, divaricati e lagati ad un armadio.
Sono x terra, a pancia in giu, senza poter muovermi e senza poter vedere nulla.
“cagna, vediamo se questo lo capisci”
Improvvisamente quanto violentemente sento una frusta che mi colpisce sulla schiena.
Una volta, due volte, tre volte. Mi colpisce sia la schiena che il culo.
Subito il dolore mischiato al piacere si espande in tutto il mio corpo, la mia vagina freme, vuole ancora questi colpi dolorosi, ma che la fanno godere. Imploro pietà, ben sapendo che ottengo solo di essere colpita ancora.
I miei vestiti sono tutti sbrindellati e sento colare un rivolo di sangue dietro la mia schiena.
Vengo slegata, a fatica mi alzo, le gambe non mi reggono e mi sto x afflosciare x terra fino a quando sento le mani di giorgio che mi afferrano e mi tengono in piedi.
Mi strappa di dosso i vestiti, mi lascia solo con un misero perizoma, spostato x traverso pure, che mette in mostra la mia figa depilata, umida con le labbra gonfie di piacere.
“sei proprio un gran vacca!” dice luca “godere mentre vieni frustata! Adesso sarai dei miei amici, ognuno di loro ti scoperà come vorrà e tu dovrai solo dire di si. capito,cagna?”
“Si, padrone”
Questa è la mia storia, questa sono io, Vi scandalizza? Cazzi vostri….
Vi piace? Ok, allora fatemelo sapere e vedrò di raccontarvi come andrà a finire questo bel venerdì sera appena iniziato.
Mio marito, molto tranquillo, prepara un treppiedi con sopra la nostra telecamera, mentre si sbottona i jeans e se lo tira fuori per iniziare a menarselo un po’.
I suoi amici mi sono subito addosso.
Vengo sollevata di peso e sbattuta come un oggetto sopra il tavolo.
Sento otto mani che mi esplorano tutto il corpo.
Mani sulle tette, nella figa, mi schiacciano il clitoride, mi tirano i capelli.
Sento qualcosa che mi penetra il culo, non è un dito, è qualcosa di freddo e molto duro, forse un accendino. Il dolore è immediato, forte.
Mi intimano di stare ferma, di non muovermi, ma non ci riesco, mi fa troppo male il culo, cerco di espellere quello che mi è stato introdotto con la forza, ma non riesco.
E come provo a muovermi mi sento afferrare le spalle, tenuta a forza. grosse mani si abbattono aperte contro le mie guance. Sonori ceffoni uniti ad insulti di vario genere a me e a mia madre si uniscono un mix perverso ed eccitante.
“Vediamo come se la cava la puttana” dice uno di loro.
MI aprono le gambe in maniera esagerata, quasi innaturale, con delle corde vengono legate e fissate ai due lati opposti della stanza.
Mario si china su di me, tira fuori la lingua e da un paio di leccate alla mia figa. Io riverso su di lui una marea di umori vaginali.
“La troia gode” dice Mario. “vediamo se gode anche così” Così dicendo tira fuori un paio di grosse mollette di ferro, mi apre le labbra della vagina, schiaccia il clitoride per farlo uscire tutto e sopra ci piazza le mollette.
Il dolore è immediato e insopportabile. io mi agitano ma i suoi compagni mi immobilizzano. Non riesco a sopportarlo, inizio a gridare. Dico loro di smetterla, che sto soffrendo, che non ne posso più, ma questo, se possibile, sembra ecciatarli ancora di più. E poi ancora botte ed insulti. Il tutto mentre mio marito, con il cazzo semi duro, ride e filma la scena in video. ” So io di cosa hai bisogno, troia.” questo è Giorgio. “Hai bisogno di tanto cazzo per il tuo e il mio piacere” Io continuo ad urlare, invasata dal dolore, ma le mie urla si perdono nel vuoto quando Giorgio con violenza mi ficca in bocca il suo cazzo da succhiare.
La mia bocca si chiude subito su quel bel cazzo ed inizia a lavorarselo con cura. Mi concentro sul pene per non pensare al dolore. Da quasi molle che era con un paio di leccate e succhiate diventa subito bello duro. Inizio a prendere un bel ritmo, succhio veloce, il cazzo è bello teso, sento Giorgio che ansime e sbuffa. Con le mani mi afferra la testa e me la spinge contro il suo cazzo. Vuole vedermi prenderlo tutto in bocca. Io lo accontento volentieri, anche se per farlo, devo girare la testa di lato e la posizione è piuttosto scomoda. sono tutta presa da questo super pompino, cerco di aumentare al massimo la velocità, voglio farmelo venire in bocca, quando sento che Mario, che prima mi stava guardando con il cazzo in mano intento a menarselo, si è portato davanti alle mie gambe aperte e con il suo arnese, ormai bello duro, vibra un colpo alla molletta.
Il dolore mai sopito si riacuisce ed è enorme. D’ istinto serro i denti sul membro di Giorgio, il quale prima impreca contro di me e poi contro l’ amico, reo di avermi fatto scattare i nervi.
“Sei una testa di cazzo! A momenti questa puttana me lo stacca a morsi!” me lo sfila di bocca e mi molla una sberla in segno di disubbidienza.
“Sei uno smidollato, stavi già per sborrarle in bocca. guarda come si chiava e impara.”
Mi afferra per i fianchi infila il suo pene, duro, molto duro, per tutta la sua lunghezza dentro di me. Doppia sensazione. La penetrazione provoca molto piacere, ma fa muovere la molletta sul mio clitoride e questo provoca dolore. Piacere e dolore, il massimo per me. Il suo pene arriva fino in fondo, sento che spinge ancora, poi risale lentamente fino ad uscire con la cappella ed ancora dentro. Ora aumenta il ritmo, inizia a piacergli anche a lui. Si è dimenticato tutto, le botte, la molletta, gli insulti, la dominazione. Vuolo solo scoparmi, e cazzo se lo sta facendo. Mi chiava alla grande, il dolore se ne va lentamente, arrivano gli orgasmi, non ho mai goduto così tanto in sequenza. Il suo cazzo è delizioso, mescola colpi dolci a colpi forti, lenti e veloci.
Adesso si che sto godendo, dimentica della molletta che mi stringe il clitoride.
Poi di colpo si ferma. Gli altri due amici reclamano il loro momento di gloria.
“Adesso è il nostro turno con la donna.” A dirlo è un omone di due metri che è stato in silenzio tutta la sera. Non sono neanche riuscita a capire come si chiama.
“Il mio amico Sergio, vuole solo vedere e farselo succhiare, io gradirei qualcos’ altro.”
Fa spostare a malincuore Mario, che lo guarda un po’ incazzato, ma incapace di prendersela per davvero con uno che pesarà venti chili di muscoli più di lui.
Hulk, così lo chiamerò io, mi slega e mi toglie la molletta. Inevitabile , da parte mia un sospiro di sollievo.
“Aspetta puttana prima di sospiarare” è la prima volta che si rivolge a me. “Vedi mia piccola sgualdrina, la figa e la bocca ormai mi hanno detto tutto, vediamo se il tuo bel culo sa dirmi qualcosa di nuovo” Così dicendo sfodera il cazzo piu grosso che io abbia mai visto. Più grosso anche del mio vibratore. L’ eccitazione si mischia alla paura. La voglia di possedere quel cazzo enorme si mischia alla paura del dolore.
“Girate la donna e tenetela ben ferma”
Mi prendono e mi girano. Io fingo resistenza per solleticargli l’ eccitazione.
Sono a novanta, il mega cazzo con il suo propietario sono spariti dalla mia vista.
Luca riprende sempre, ora si è pure acceso un sigaro per godersi meglio la serata, Giorgio e Mario, con i loro cazzi ancora duri, anche se adesso mi sembrano piccoli in confronto a quello di Hulk, mi tengono per i polsi, impedendomi qualsiasi movimento. Hulk è dietro pronto a fare quello che deve fare, mentre Sergio, l’ altro silenzioso del gruppo, si è finalmente tolto i pantaloni rivelando un bel cazzo lungo e sottile, già durissimo. “Adesso, donna, ciuccerai il cazzo al mio amico, mentre io ti scoperò il culo. Continuerai a succhiarlo fino a suo completo desiderio. Non ti fermerai mai e soprattutto non lo morderai mai. Non come prima, capito donna?”
Non ho fatto tempo a rispondere. Sergio mi aveva gia infilato il cazzo in bocca pompandomi con foga. Bella forza penso io, se va avanti così, l’ amico non dura molto.
Presa dal pompino di turno, faccio ancora l’ errore di dimenticarmi che dietro di me
c’ è una persona vogliosa. Me ne ricordo solo quando il mio sedere viene schiaffeggiato violentemente dalle manone di hulk. Incurante delle sue parole serro ancora una volta i denti sul sottile cazzo di Sergio, il quale, cosa molto evidente, non aspettava altro per darmi altri ceffoni, mentre i suoi compgani mi immobilizzano. Riesco a rilassarmi e continuare a succhiare, mentre gli schiaffi di Hulk si fanno sempre più violenti e dolorosi. Sicuramente avrò il culo arrossato e domani non potrò sedermi.
I colpi continuano, io inizio a sudare, fanno davvero male, cerco di concentrarmi sul cazzo da succhiare, ma il mio corpo inizia a tremare violentemente. Hulk, capendo il mio stato smette di colpo di picchiarmi. Sento soddisfazione nella sua voce. “Bene donna, sei stata brava, una delle puttane più sfiziose che abbia mai assaggiato. vediamo ora come te la cavi” Io non posso rispondere, continuo a succhiare il cazzo di Sergio, ma immagino che Hulk se lo stia menando per prepararsi con il cazzo a mille per l’ inculata. “Vado a prendere un po di vaselina” fa Giorgio. “No” E’ la laconica risposta di Hulk “Faremo senza” “Ma sei matto? Non riesci a penetrarla senza vaselina con un cazzo così grosso, asciutto per di più” Insiste Giorgio.
“Qui sta il bello! Vedere se si può o meno scoparla in culo senza niente per lubrificare. Ci vuole una bella spinta per fare entrare un cazzo come il mio qua dentro, ma io sono molto forte. voi dovete solo tenerla ben ferma.”
“Rilassati donna e perparati a ricevermi” continua Hulk. Io sono un po’ spaventata. Certo, non vedo l’ ora di prenderlo, ma non vorrei sentire troppo male. Cerco di rilassare tutti i miei muscoli, mentre continuo a succhiare il cazzo.
I miei due carcerieri mentre mi tengono si sporgono al massimo per vedere la scena. Anche Luca si sta eccitando al massimo, mentre il buon Sergio, non ha perso il suo ritmo indiavolato nel fottermi la bocca.
Sento qualcosa che spinge nel culo, fatica molto ad entrare. E’ la sua cappella, la ruota e spinge ancora. penso di non aver mai preso niente di così grosso nel culo. ruota e spinge, ruota e spinge, senza sosta. Il mio buco inizia ad allargarsi, ma non so se basti a contenere una cappella di quelle dimensioni. Poi con un rumore sordo entra. Dalla spinta di Hulk vengo quasi sbattuta per terra, i miei carcerieri si erano distratti a vedere la scena e mi stavano lasciando andare. In compenso il cazzo di Sergio mi ha quasi sfondato la gola.
“Cazzo, ho detto di tenere ferma la donna!” urla Hulk, mentre la sua cappella è perfettamente dentro al mio culo, penso che manchino solo circa altri 28/29 cm di cazzo enorme!
I due riprendono saldamente il loro posto, e poi senza preavviso, con un colpo secco, Hulk mi sfonda il culo. I suoi trenta centimetri arrivano fino in fondo. Violano al massimo il mio ano.
Il dolore è immenso, nulla in confronto della molletta, sputo il cazzo di sergio ed inizio ad urlere, cerco di divincolarmi dalla presa di Giorgio e Mario, ma loro sono svelti a riprendermi ed immobilizzarmi. Sudo come un maiala al macello. Il cazzo di Hulk continua ad impalarmi, mi tiene per i fianchi, risale lentamente quasi fino a far uscire la cappella e poi spinge con tutta la forza che ha, emettendo dei suoni da animale primitivo.
Io urlo, qui il piacere non c’ entra, è solo dolore. Mi sta spaccando letteralmente il culo. Sento rivoli di sangue che scendono nelle cosce. Io urlo, altro non riesco a fare. Hulk aumenta i colpi e Sergio mi infila ancora il suo cazzo in bocca. Il tutto per cinque minuti che sembrano ore. Il cazzo di Hulk sembra ingrossarsi ad ogni colpo che vibra. il dolore mi penetra nel cervello come una lama affilata e rovente, poi di colpo smette. Come smette lui smette anche Sergio, forse vivono in simbiosi e avevano progettato insieme questo giochetto. “I miei complimenti donna” mi fa Hulk. “Il tuo culo ha soddisfatto le mie esigenze” “Lieta di averla servita, padrone.” E’ la mia risposta di prassi. Poi svengo sul tavolo, annientata dal dolore.
Quando mi risveglio sono per terra, un dolore lancinante parte dal sedere ed arriva fin sulla schiena. I cinque uomini, compreso mio marito, sono davanti a me, tutti con il cazzo bello duro, oramai sono quasi due ore che ce l’ hanno tutti in tiro senza mai essere venuti. “Bene signori” fa mio marito “E’ venuto il momento di fare quello per cui siete venuti. L’ apice del nostro piacere, il momento sublime. Vi invito a farlo ora, mentre la nostra schiava è vigile e coscente, dopo potrebbe non esserlo più!”
Li sento, li sento, li sento. Le loro parole, la loro eccitazione, i loro cazzi tesi e vogliosi. Sono miei! Non sono io ad essere loro, ma sono loro ad essere di mia proprietà. Proprio ora, proprio adesso, sono io che li sto facendo eccitare, io con il mio corpo, io con le mie offerte, io con i miei richiami sessuali, io, che mi concedo a loro, come loro vogliono e come nessuna delle loro donne farebbe mai. Sono miei, in questo momento farebbero di tutto pur di andare avanti questo gioco con me. Io lo so, l’ ho sempre saputo. Da questo traggo forza, da questo traggo energia e potere. Sono in mio possesso. E quello che mi eccita di più è che loro non lo sanno e non lo sapranno mai. Neanche quando torneranno nelle loro case dal giardino ben curato, neanche quando diranno alle loro perfette mogliettine, chiavate regolarmente una volta sola alla settimana e niente ingoio mi raccomando, che sono stati da un amico a fare un giro di poker, neanche allora sapranno che sono loro gli schiavi, non io.
A quel punto mio marito disse:
Volete sapere il seguito? Fatemi sapere se questo secondo capitolo vi è piaciuto e non mancherò di farvi partecipare alla mia serata!
Fu a quel punto che mio marito disse:
“Signori, cari amici miei, è venuto il momento del massimo piacere, quello che tutti noi uomini vogliamo, ma prima, vi prego di pazientare ancora pochi minuti e di guardarmi mentre mi diverto con questa signora, che altri non è che mia moglie, una cagna ammalata di cazzo.”
Così dicendo, si toglie il sigaro, fumato a metà e con violenza me lo mette tutto dentro alla figa. Sento il calore espandersi sulle mie labbra, il grosso sigaro è dentro per qualche centimetro nella mia figa, ed esce solo per la parte accesa. Ma si sta consumando velocemente e più si consuma, più avverto il calore, che da piacevole sta diventando fastidioso. Gli amici di mio marito, le quattro bestie che mi hanno violentata e sodomizzata, si sistemano comodi su quattro poltrone, tutti nudi, con il cazzo che mantengono vivo dandosi delle vigorose manate, sigaro o sigarette in bocca, guardano me, accasciata per terra, davanti a loro, con le gambe ben aperte, dove dalla figa spunta un sigaro acceso. Noto che questa cosa li eccita molto, allora io mi piazzo in bella vista davanti a loro, afferro il sigaro, me lo porto alla bocca, do un paio di tirate e con molta naturalezza me lo rimetto nella figa ed inizio a masturbarmi lentamente.
“Brutta puttana” mi fa Luca “tu devi solo fare quello che vogliamo noi, senza prendere iniziative”
Mi afferra per i capelli e mi sbatte la testa sul pavimento. Un milione di stelle mi brillano davanti agli occhi. Mi molla uno schiaffo violento sul naso facendomelo sanguinare.
“Volevi il sigaro? Eh, cagna schifosa? Ok, se volevi scoparti un sigaro posso accontentarti io, zoccola da bordello.”
Mi sfila il sigaro dalla figa, con un gesto rapido lo gira dalla parte accesa e me lo spinge contro le pareti della vagina. Io urlo impazzita di dolore, mentre sento il sigaro che mi brucia i tessuti e lentamente, troppo lentamente, si spegne bagnato dai miei umori vaginali.
Dolore tremendo, è la prima volta che mio marito mi fa una cosa del genere. Le grandi labbra mi bruciano ustionate, gridano anche loro per il dolore. I suoi amici sono eccitati, pronti a scoppiare tutto il loro sperma.
“Vedi, puttana, cosa succede alle persone disobbidienti? Rispondi zoccola” E stavolta mi da un pugno in volto che mi fa accasciare per terra. Non ho mai visto mio marito in questo stato e un po’ mi fa paura, spero che si possa quietare mentre mi scopa.
“Si padrone, chiedo scusa per la mia disubbedienza. Sono solo una cagna che merita di essere punita. Chiedo la giusta punizione che merito. Mio padrone”
“Hai ragione. Sei una cagna e verrai punita come una cagna”
Mi lega con una corda le mani tra di loro e i piedi tra di loro. Mi solleva e con un altra corda lega mani e piedi insieme. Ora sembro un maiale morto pronto per il macello.
Fa passare una corda su una trave del soffitto e con un gancio mi afferra per il nodo che tiene uniti mani e piedi e mi solleva come un sacco su una carrucola. Ora mi trovo sospesa per aria. Mi tirano mani e piedi, ma il dolore è misero se paragonato al bruciore che arriva dalla figa. Sono sospesa in aria, un cappuccio mi serra la testa oscurando la mia vista.
“Prego amici miei” fa mio marito “se volete potete partecipare pure voi al divertimento” Sento delle mani che mi afferrano per i capelli ed iniziano a farmi girare in tondo, sospesa nel vuoto, legata ad una corda. Sembro il classico salame appesso a maturare. Prima sento solo le mani di mio marito, ma presto arrivano i suoi amici.
Le mani si confondono, inizio a girare sempre piu velocemente, mi gira la testa, ho la nausea, sto per vomitare, ma cerco di trattenermi. Mani mi spingono a roteare sempre piu velocemente, fino al punto che la corda, tutta attorciliata si ferma nel suo punto di massima torsione. Mio marito mi tiene ferma per la gola, stringendomi. “Vedete, miei cari colleghi di questa bella serata, la corda è pronta per girare al contrario e riportare la zoccola nella posizione iniziale. Noi dovremo solo guardarla mentre vortica e colpirla come meglio ci aggrada mentre ci passa davanti. Una specie di tiro al bersaglio in movimento.” Quella è la parte piu brutta della serata. La mia gola viene lasciata e per movimento della corda che si sta disattorcigliando io inizio a ruotare prendendo sempre piu velocità. I continui giri su me stessa mi portano ad essere colpita da mio marito e dai suoi amici, sento sberle, pugni, mi sembra di sentire anche un piatto e dei bicchieri che vengono infranti sul mio corpo, fino a quando svengo dal dolore e l’ oblio del sonno forzato cancella i miei dolori. Quando rinvengo sono ancora appesa come un salame con mio marito e i suoi degni compari che mi guardano allupati.
“Bene zoccola, amore mio” dice mio marito “per fortuna sei svenuta per pochi secondi, mi sarebbe dispiaciuto scoparmi un’ addormentata” Con un coltello taglia la corda e io cado violentemente per terra. Il mio corpo è un disastro, dolori dappertutto, nel culo, dopo il cazzo di Hulk, nella figa dopo il sigaro che mi è stato spento, sanguino da più parti, dal naso, dal seno, ho un occhio chiuso. Per settimane non potrò uscire di casa senza essere vittima di sguardi preoccupati, ma la dolcezza con cui mi scopa mio marito mi ripaga di tutto. Le umiliazioni, i dolori, le botte, la sodomizzazione, tutto passa quando, con la testa china tra le mie gambe inizia a leccarmela dolcemente facendomi subito orgasmare. E’ questo il suo strano modo per dimostrarmi amore. Anche il suo sguardo è cambiato, gentile, dolce, appassionato.
“Si, amore mio, questo è tutto per te. Visto come sono stati bravi i miei amici? So che ti è piaciuto. Ora, con il mio cazzo, puoi godere anche tu come vuoi. Sbrigati a venire, poi toccherà ai miei amici”
Il suo cazzo dentro di me è una cosa meravigliosa. Meglio di tutti i medicinali del mondo. Mi tiene il sedere sollevato leggermente con le mani e affonda il suo cazzo lentamente dentro di me, tutto, fino in fondo. Aumenta il ritmo in maniera regolare, fino a farmi venire e poi rallenta, lascia sfogare il mio orgasmo e poi ricomincia, sento il suo cazzo riempirmi tutta quando viene. Un esplosione di piacere siderale mi avvolge la mente, sento gli ultimi suoi colpi, il cazzo che si ingrossa al massimo, un mio orgasmo, e poi un altro, di seguito, inarco il corpo per riceverlo dentro di me e contemporaneamente mio marito viene. Urlando come una bestia, riversa tutto il suo sperma dentro di me, lo sento svuotarsi, sembra che non abbia mai fine. Continua a scoparmi mentre gli ultimi getti di sperma fuoriescono copiosi. Rifarei queste cose un milione di volte per poi avere come premio finale una scopata come questa, con tutto il suo amore per me. Lo sento sfinito, con il cazzo che non accenna a scendere dalla sua poderosa ereszione, mentre lo sfila dalla mia vagina. Sette od otto orgasmi, ho perso il conto, mi hanno curato come pozioni magiche. Lo sperma mi cola dalla vagina, mio marito ci infila due dita dentro, lo raccoglie per me e me lo mette in bocca. io succhio avida quella sostanza vitale, voglio la sua vita. sono golosa di sperma, non mi bastano le sue dita e allora, vorace mi metto io a raccoglierlo. Mio marito si fa da parte, con il suo pene che lentamente torna in uno stato di quiete, riprende la telecamera per filmarmi mentre lecco il suo sperma che si è depositato sul pavimento. Lecco il pavimento avida di piacere mentre la mia mano non riesce a darsi pace e si toccca il clitoride alla ricerca di altro piacere, di altro amore.
Poi mi siedo a gambe incrociate, la figa scoperta con una mano che gioca con il clitoride, davanti alla telecamera, davanti ai suoi amici pazzi per l’ eccitazione e li sfido con lo sguardo.
“Padroni miei” dico a loro “mi avete regalato una serata indimenticabile. Vedo dai vostri bellissmi peni che non desiderate altro che scaricare il vostro nobile sperma. Io se volete, padroni miei, sono qui pronta per riceverlo dove voi volete darmelo”
E’ la fine della serata, il momento massimo. Ogni amico di mio marito prende dal portafogli una banconota da cinquecento euro, questo è il prezzo della serata, me li mettono in bocca, lasciandone spuntare fuori circa metà. Poi mi accerchiano con i loro cazzi che mi puntano il viso in maniera quasi minacciosa, come delle dita accusatrici. Io sono per terra, seduta, con in bocca duemila euro, loro in piedi davanti a me, con il loro cazzo duro in mano. La relazione è molto semplice. Bastano pochi colpi sapienti di mano e mi riversano addosso tutto il loro prodotto.
E alla fine è sempre questo. Ogni cosa ha un prezzo. Ogni persona ha un prezzo. Anche le cose belle. Soprattutto le cose belle.
E allora è un mare di sperma su di me. Getti caldi di sborra mi colpiscono il viso, la bocca, le banconote, i capelli, il seno. Sembra che non abbia mai fine. Sembra che debba annegare nella loro sborra.
Sperma dappertutto, mi sono venuti in faccia e sul corpo vogliosi, con foga hanno scaricato su di me anni di repressioni ed istinti sessuali sopite dalle loro pudiche e caste mogliettine. Hanno finito, l’ ondata di sperma è finita in contemporanea al mio ennesimo ditalino. Non mi resta che il piacere dell’ ingoio. Lecco lo sperma dalle banconote, poi, inginocchiata pulisco bene quei quattro fantastici cazzi, infine mio marito mi mette un collare e un guinzaglio e come una cagnolina mi fa leccare tutta la sborra in giro sul pavimento.
Io non resisto e decido di regalargli un ultima cosa. Come presa da un raptus mi fermo vicino al tavolo mi accuccio e faccio pipì sul tappeto, proprio come una cagnolina, davanti agli sguardi attoniti degli amici dì mio marito.
“Brutta puttana! Quante volte ti ho detto di non fare pipi sul tappeto?” dice mio marito con finto tono arrabbiato, sa che è una specie di bonus per i suoi amici. “adesso che hai sporcato subirai lo stesso trattamento”
Sono le parole che aspettavano. i quattro mi si parano davanti, con i loro cazzi tornati normali e come saluto finale mi fanno una bella pisciata addosso.
Come dicevo prima, ogni cosa ha un prezzo, ogni persona ha un prezzo. Solo l’ amore non ne ha. A questo pensavo mentre trascinata per il guinzaglio da mio marito abbandonavo la stanza guardando i suoi amici che si rivestivano un po’ frastornati da tutto quel sesso e da tanta perversione per loro così insolita.
Ora mi domando: qual è il vostro prezzo? Cosa paghereste voi uomini per una serata come questa? Per soddisfare tutte le vostre perversioni sopite? E cosa vorreste voi donne per una umiliazione come questa, per soddisfare come veramente vorrebbero degli sconosciuti?
Ma soprattutto, vi è piaciuta la mia serata? Ne volete altre? Come sempre fatemelo sapere!

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