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Racconti di Dominazione

Vergogna

By 18 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Ancora una volta stavano facendo colazione insieme lei Rosanna e il suo amato marito Alberto ma sarebbe durato ancora poco questo briciolo di normalità, lui affermato manager sempre in giro per il mondo stava per partire per l’ennesimo viaggio e lei al solito sarebbe rimasta i soliti due o tre giorni sola a vagare per le vie del centro riempendosi la casa di profumi e vestiti.

Lei Rosanna 47, una laurea in Ingegneria e lui Alberto 48 anni laureato in Economia stavano insieme dai tempi del liceo e non si erano mai minimamente lasciati, il loro era un Amore davvero con la A maiuscola, avevano due figlie che oramai erano trasferite all’estero, una a Londra e l’altra negli Usa.

Rosanna alcune volte aveva seguito il marito nelle sue trasferte ma era troppo intelligente per non capire che in quei frangenti era un impedimento per Alberto, lui dedito al lavoro totalmente si trovava molto limitato nel doversi occupare giustamente della moglie e pur senza mostrarle questo disagio lei avvertiva in alcuni frangenti di essere di troppo e soprattutto si annoiava molto, passando giornate intere in Hotel non potendo frequentare città che non conosceva, decise dunque un giorno che non avrebbe più seguito il marito nei suoi viaggi all’estero.
Partirono insieme per l’aeroporto e Alberto era già al telefono con la segretaria raccogliendo informazioni sulla sede che avrebbe di lì a poco visitato e contemporaneamente leggeva i dati economici che scorrevano sul suo portatile, Rosanna guidava oramai calata nei panni della tassista che accompagnava un indaffarato manager all’aereo, un fugace bacio alla soglia del check in faceva scattare il cronometro della sua solitudine, per tre giorni sarebbe stata sola, decise di passare ritornando a casa in un nuovo centro commerciale appena aperto per comprare l’ultimo profumo uscito del suo stilista preferito.

Stava guardando interessata le vetrine appena allestite con tutte le novità della nuova stagione quando una voce da dietro la chiamava per nome, era Rosaria una sua cara amica dai tempi delle superiori delle figlie, si erano alcuni anni addietro frequentate per qualche serata a teatro o per giri di shopping in città ma poi lentamente si erano perse di vista, ad Alberto non era mai stata comunque simpatica, fino a perdersi completamente da ogni tipo di contatto, Rosanna rimase molto colpito dal cambiamento di Rosaria che dal look della perfetta signora riservata sembrava ora più una cubista da discoteca e le sembrava anche che qualche chirurgo avesse fatto capolino sul suo viso e sul suo seno che sembrava molto più prosperoso dall’ultima volta che si erano viste.

Sedute al tavolo di u bar si stavano scambiando notizie sugli ultimi anni passati e sempre più Rosanna si rendeva conto di quanto la sua amica fosse esuberante cominciando a confidarle particolari su una rinnovata vita sessuale, le disse di avere un amante da un paio di anni che l’aveva completamente trasformata facendole vivere sensazioni oramai perdute, Rosanna non aveva mai tradito il marito e dunque non concepiva nemmeno una delle attenuanti che Rosaria apponeva a giustificazione dei suoi tradimenti, si lamentava del marito che era completamente assorto a fare soldi immerso 24 ore al giorno nel lavoro, senza quasi degnarla di uno sguardo, fu comunque una chiacchierata interessante e decisero di rimanere in contatto e visto che Rosaria aveva due biglietti per una rappresentazione teatrale alla sera sarebbero uscite insieme.

Davanti allo specchio mentre si truccava lievemente come da abitudine ripensava ancora al cambiamento della sua amica e si domandava se fosse stata una scelta giusta quella di accettare l’invito ma oramai non poteva tirarsi indietro e finì di prepararsi appena in tempo, Rosaria stava suonando al citofono e in 5 minuti raggiunsero il centralissimo Teatro, la rappresentazione di Bertold Brecht in chiave moderna interpretata da una compagnia locale piacque molto a Rosanna e un po’ meno a Rosaria visibilmente annoiata, finito lo spettacolo l’amica invitò Rosanna ad un giro in centro dove avrebbero bevuto qualcosa prima di ritornare a casa.

Presero posto in un tavolo all’esterno di un bel locale del centro frequentato da bella gente, giovane ma abbastanza a modo, Rosaria si trovava molto più a suo agio qui rispetto al teatro e da come tutti la salutavano doveva essere di casa, Rosanna rimase colpita da come un ragazzo molto più giovane si avvicinò all’ amica sussurrandole ‘Ciao Troia come stai?’, ma rimase ancor di più sconvolta vedendo l’amico di questi, si chiamava Ludovico ed era il figlio del giardiniere che si occupava di casa loro, un bel ragazzo, alto, muscoloso ma maleducatissimo, aveva avuto un alterco con Alberto ed erano quasi arrivati alle mani, solo un intervento a mo’ di supplica del padre aveva scongiurato il desiderio di cacciarlo da casa nostra, comunque mio marito gli disse chiaramente che quando lui fosse stato a casa non avrebbe voluto vedere Ludovico al lavoro a casa sua, ora Rosanna se lo trovava davanti in quella scomoda situazione e soprattutto con quella inusuale amica.

Accettando l’invito di Rosaria si sedettero al nostro tavolo e la sua amica glieli presentò, li salutò entrambi ignorando il giardiniere come se mai l’avesse conosciuto, rimasero un’ora a parlare di cose futili e insignificanti e quando Rosaria capì che si stava annoiando decisero di andare, lungo il tragitto Rosaria le raccontò della storia di sesso aperta con quell’amico di cui non ricordava nemmeno il nome e le fece segno indicando lo specchietto che le stavano seguendo e che una volta accompagnata lei a casa sarebbe andata con lui, ero disgustata da quanto era sgualdrina questa amica non potendo concepire certi atteggiamenti, sulla soglia di casa si salutarono promettendosi una chiamata all’indomani, anche Ludovico era sulla macchina e Rosanna si arrabbiò molto quando lui le sorrise e si passò la lingua sulle labbra, lo avrebbe alla prima occasione ripreso spiegandogli chiaramente lei non aveva nulla da spartire con l’amica.
Trascorsero un paio di giorni e Rosanna si accorse guardando dalla finestra che il giardiniere era al lavoro nel giardino, avendo le chiavi di casa aveva la possibilità di entrare dal cancello e aprire la zona sottostante dove erano costuditi alcune attrezzature, subito si fiondò in giardino e avvicinandosi a Ludovico gli con un tono fermo e autoritario che non si sarebbe dovuto permettere mai più di mancarle di rispetto con gesti insolenti, la risposta del ragazzo fu uno sbuffo e un ‘Va bene Signora’ bisbigliato svogliatamente, si rese conto che il giardiniere era davvero insolente ma avendolo potuto ammirare da vicino a petto nudo era rimasta impressionata dal suo fisico e pur senza darlo a vedere era rimasta scombussolata.
Salì in casa e dopo una decina di minuti scese in garage per prendere l’auto, mentre stava per salire a bordo sentì un fruscio alle sue spalle e si accorse che Ludovico era alle sue spalle, le disse ‘dove stai andando troia, dalla tua amica?’, partì al volo per schiaffeggiarlo ma lui le bloccò il braccio e torcendoglielo dietro la schiena la fece ruotare sbattendola al muro, ‘Cosa volevi farmi troia?’ le gridò con un espressione spiritata, spingendola con quella strana presa la spinse verso una pila di sedie di solito usate all’esterno in serate tra amici, la fece sedere al contrario con la spalliera contro il suo seno e e con una corda che già teneva in tasca la legò alla sedia in maniera che non potesse muoversi, dopo di che la immobilizzò con le caviglie ai piedi posteriori della sedia e le legò i polsi con dei lacci alle caviglie, avrebbe voluto gridare ma con il fazzoletto che le aveva premuto in bocca non vi riusciva, era piena di rabbia, sentirsi così indifesa e umiliata la faceva trasalire, ma era completamente alla mercè di questo giovane giardiniere.

Temeva il peggio ma non si sarebbe aspettata tanto, Ludovico si avvicinò a lei con una grossa forbice e non capiva quali fossero le sue intenzioni con questo attrezzo, ma capì subito che alle sue spalle le stava tagliando completamente i vestiti denudandola completamente in pochi istanti e alle prime avvisaglie di lacrime che segnavano il volto della padrona di casa le mollò un ceffone dicendole che avrebbe finito di potare la siepe
e che dopo si sarebbe occupato di lei, le mise qualcosa simile ad un sacco sulla testa e se ne andò a terminare il suo lavoro, nella testa di Rosanna si mischiavano tutti i più rabbiosi istinti, lo avrebbe denunciato e una volta a conoscenza di suo marito questa vicenda avrebbe preso una brutta piega per Ludovico, Alberto era una persona piena di principi e gliela avrebbe fatta pagare a caro prezzo, mentre tutti questi pensieri si avvicendavano senti una fitta sulla schiena simile ad una frustata e poi una seconda ed una terza, il dolore era lancinante ma non le riusciva di gridare impedita dall’indumento infilato nella bocca, il giardiniere le tolse il sacco dalla testa e disse che le stava per togliere il fazzoletto dalla bocca e che se avesse solamente detto una parola le avrebbe assestato altri 10 colpi con quello che poteva vedere essere una robusto ramo, non si sognò nemmeno di fiatare e non lo fece nemmeno quando da dietro cominciò a leccarle il collo e a palparle i seni, le stava stringendo con violenza i capezzoli ma non si lamentava per paura di una violenta reazione, una strana sensazione si faceva largo nel suo corpo il dolore lancinante dovuto alla dolorosa stretta delle mani di Ludovico si erano accompagnati a dei brividi che le salivano lungo la schiena e questo particolare non sfuggì al giovane che infilò una mano tra le gambe di Rosanna constatando che una evidente eccitazione si stava facendo largo, ‘ma vedi la troia com’è bagnata, allora ti piace essere trattata come una puttana?’, l’afferrò violentemente per i capelli ruotandole su un fianco la testa e muso duro le disse di non avere sentito bene la risposta e dopo un perdurante silenzio le mollò un altro ceffone, ‘allora ti piace essere umiliata, troia?’ e la risposta affermativa uscì dalla bocca di Rosanna, la sciolse da tutte le corde e oramai, pur avendo paura, si aspettava che la prendesse ma il sadismo di Ludovico era davvero infinito, ‘Adesso puoi andare, vai a rivestirti, io tornerò domani, decidi tu cosa vuoi fare, puoi dimenticare quello che è successo , denunciarmi o se vuoi andare oltre domani mattina ti farai trovare su questa sedia nella stessa posizione e completamente nuda, queste sono le condizioni’, le mise una mano tra le gambe e le diede un bacio mordendole un labbro e la fissò passandosi la lingua sulle labbra come la sera che si erano visti in centro.

Non riuscì più a connettere la mente per tutta la serata, era sconvolta, dolorante e divisa sul da farsi, lo voleva denunciare per il come l’aveva trattata da sgualdrina, aveva la tentazione di chiamare il marito ma qualcosa la frenava, decise dunque di dormirci sopra ma non riusciva proprio a chiudere occhio, il pensiero di quel giovane la stava adesso eccitando e lei stessa poteva toccare con mano tutto questo stato, non riuscì ad evitare di masturbarsi e se pur abituata di tanto in tanto a questa pratica visto le lunghe assenze del marito si rese conto di non avere comunque mai in precedenza provato un così violento orgasmo.

Alle 9 di mattina Rosanna aveva già messo in atto la sua scelta, si trovava seduta su una sedia all’interno del suo garage completamente nuda in attesa di un giovane giardiniere che dopo averle posseduto la mente si sarebbe preso anche il corpo, sentì dei rumori provenire dal cancello e capì che Ludovico era arrivato e già si stava vergognando per essere in quello stato ma si rendeva altresì conto che era già eccitata, lui entrò nel garage e le si avvicinò , girò attorno alla sedia e prendendola ancora per i capelli quasi volesse essere sicuro di essere compreso meglio le esclamò a muso duro, ‘lo sapevo che eri una troia e mi sono trovato quello che aspettavo’, sempre tirandola per i capelli le ordinò di alzarsi e di inginocchiarsi davanti a lui, mentre la teneva per i capelli con una mano si calò la zip dei pantaloni ordinandole di tirargli fuori il membro e dopo averle letto tutto lo stupore alla sua vista nei suoi occhi le ordinò di metterselo in bocca, lo fece voracemente, ora mai nella sua mente vi era solo quel giovane e lo voleva a tutti i costi, pur non essendo mai stata un amante del sesso orale il gusto di quell’organo la stava letteralmente facendo impazzire e si stava dando da fare con le labbra, con la bocca e con la lingua e dall’espressione persa di Ludovico comprendeva di farlo davvero bene, il giovane accompagnava il ritmo di Rosanna con una mano sora appoggiata alla sua nuca, l’organo pulsava sempre di più e le parole di Ludovico le confermarono in maniera cruda del suo imminente orgasmo, ‘troia ti sto venendo in bocca, non fare uscire una sola goccia di sborra altrimenti ti rovino la schiena con il ramo’, al solo pensiero di essere frustata ancora ricevette nella sua bocca i fiotti di sperma chiudendo ermeticamente la bocca attorno al membro e deglutendo tutto il liquido, ‘sei una troia nata per fare pompini’ furono le parole di Ludovico mentre si puliva il membro con i capelli di Rosanna, ‘troia, adesso ti masturbi sino a godere e poi saliremo in casa e comincerò a scoparti, cerca di fare alla svelta perché non ho molto tempo’, la mano di Rosanna non si fece ripetere l’ordine e velocemente cominciò un abile gioco con le dita che la portò in pochissimi minuti a singhiozzare di piacere, stavo ancora una volta godendo come non mai le era successo prima.
Prese uno delle corde che aveva usato per legarla alla sedia gliela passò intorno al collo e tenendola ad una sorta di guinzaglio gli disse di fargli strada verso la parte superiore della casa, Ludovico non vi era mai entrato in quanto i contatti con il marito di Rosanna li intratteneva suo padre e anzi cercava di girare al largo dal marito con il quale aveva avuto un furibondo alterco in passato, ma oggi era contento perché voleva possedergli la moglie nella maniera più degradante, umiliandola e segnandola nel corpo e nella mente.

Nell’ampio salone vi era una rastrelliera contenente dei fucili da caccia e Ludovico pensò bene di legarci Rosanna per la vita e cominciare a fotografarla completamente nuda, sporca, con il viso segnato dal trucco sparso sulle guance dovuto alle lacrime e alle prime rimostranze della signora a riguardo delle foto le mollò due ceffoni, prese una banana da un cesto di frutta che si intravedeva sul tavolo della cucina gliela ficcò in bocca minacciando di riempirla di botte se avesse tentato di sputare il frutto e provato a proferire na parola, questa volta Rosanna si sentiva davvero in pericolo, il giovane giardiniere la intimoriva con quel suo sadico sguardo, aveva uno occhi spiritati che non promettevano nulla di buono.

Dopo avere scattato una ventina d fotografie da varie angolazioni, ordinandole di toccarsi mentre lo faceva, posò il telefonino sul tavolo le si avvicinò e cominciò a baciarla sulla bocca e completamente corrisposto si rese conto di quanto si stava annullando quella donna, la toccò e si rese conto di quanto era eccitata, le sciolse la corda che la teneva fissata al porta fucili e sempre al guinzaglio gli chiese di dirigersi verso la camera da letto, rimase sorpresa dall’arredamento antico di quel locale, vi era un letto di quelli a baldacchino che aveva visto solo nei film, vide in un angolo un vecchio lavabo in ferro battuto con un catino in ceramica e al fianco degli asciugamani, ne prese uno e lo usò come bavaglio su Rosanna, un altro lo usò per legarle le mani, la girò e lo sbatte sul letto tenendola piegata sul bordo, le si avvicinò all’orecchio e le chiese se non lo avesse mai preso dietro, alla risposta terrorizzata di Rosanna che non potendo parlare muoveva la testa sgranando gli occhi come a voler rispondere in maniera negativa, gli sussurrò ‘adesso ti inculo’ e partì con la lingua dalla parte posteriore del collo e scendendo lentamente lungo la schiena arrivò al solco delle natiche e si accorse di come Rosanna che fino ad allora aveva accompagnato la sua lingua contorcendosi di colpo era diventata immobile come una statua, le divaricò lentamente le natiche e riprese il suo lento lavoro di lingua in mezzo a quelle belle chiappe, il suo obbiettivo era ora scioglierla lavorandosi quel buchino che sembrava davvero essere inviolato, finalmente si accorse dell’ondeggiare di fianchi della signora, dopo essersi messo in bocca il dito medio cominciò a giocherellare con l’ano di Rosanna e guadagnando pochi millimetri per volta glielo introdusse, Rosanna passava da momenti di terrore a momenti di partecipazione ma quando Ludovico usò l’altra mano con il clitoride la passività della padrona di casa si annullò, era completamente fradicia e stimolandola sarebbe arrivata all’orgasmo in pochi secondi, oramai il dito medio era ampiamente inserito nel culetto di Rosanna e il giovane decise che era arrivato il momento di sostituire il dito con qualcosa di ben più sostanzioso, appoggiò il proprio arnese tra le natiche della signora che sentendosi puntata si era di nuovo irrigidita, ‘se rimani così rigida sarò costretto a farti male, se ti lasci andare sentirai meno dolore’, disse queste parole non molto convinto ma la cosa che gli interessava era solamente sverginare quel buco e aiutandosi con le mani che allargavano le chiappe cominciò una dura operazione di penetrazione, Rosanna si sentiva chiaramente stava soffrendo, piangeva e singhiozzava ma a Ludovico non interessava nulla di questo, in pochi minuti l’aveva penetrata completamente e si muoveva lentamente dentro di lei, era totalmente sdraiato su di lei, le torceva i duri capezzoli e si rese conto che pur manifestando dolore Rosanna lentamente seguiva con il bacino il suo ritmo, le disse che le stava sciogliendo la corda che le teneva le mani e le ordinò di masturbarsi, cominciò a farlo furiosamente e mentre lo facevo spingeva sempre più il suo corpo verso quello del suo giovane amante, il giardiniere aumentò il ritmo dell’amplesso assestandole dei colpi più decisi, ora entrava e usciva a suo piacimento da quel buco profanato, lei stava godendo masturbandosi, era un amplesso selvaggio, le strappò la salvietta dalla bocca chiedendole se voleva che smettesse e non ricevendo nessuna risposta, uscì da lei e si fermò ripetendole la domanda ‘Troia, vuoi che smetta’, Rosanna continuando a martoriarsi con le sue dita gridò che voleva che continuasse, le diede una sculacciata violenta e dopo averle detto chiaramente che se lo aspettava continuò il suo lavoro, ora il membro non faceva più nessuna fatica ad entrare nell’ano di Rosanna, entrava ed usciva completamente soffermandosi a guardare quello che pochi minuti prima era un buchino vergine si era trasformato in una voragine, le assestò ancora una serie interminabile di colpi sempre più violenti fino a quando l’afferrò per i capelli, tirò la sua nuca a se e le gridò nell’orecchio ‘Troia, ti sto riempendo il culo’ e lei in questo miscuglio di eccitazione e degrado lo accompagnò con quello che sarebbe stato il suo primo orgasmo anale.

Rimasero alcuni istanti accasciati uno all’altro dopo questa massacrante operazione ma squillò il telefono e Rosanna si spinse fino al comodino per rispondere, era il marito che puntualmente la chiamava, le chiedeva come andava, notizie sul tempo e mentre lei cercava di rispondere nella maniera più normale Ludovico le infilò un dito nella grondante vagina e cercando di metterla in difficoltà iniziò una lenta e sapiente masturbazione, Rosanna al telefono balbettava, ero in totale disagio, il dito, lo sperma che le colava dal sedere, il marito che accortosi che qualcosa non andava faceva domande a cui Rosanna dava delle improbabili risposte, le uscì un grido dalla bocca ‘Vengo’, disse trafelata la marito che le suonavano alla porta e che lo avrebbe chiamato di lì a poco, chiuse la conversazione e si accasciò sul cuscino, Ludovico le si avvicinò e le disse che se ne stava andando ma che presto si sarebbe fatto presente chiamandola e che le avrebbe spiegato telefonicamente come farsi trovare, le diede un bacio mortificandola ancora ‘Ciao Troia’.

Dopo essersi calmata Rosanna chiamò Alberto per rassicuralo che tutto andava bene e per dirgli che il giardiniere aveva suonato in quanto l’acqua non funzionava e il marito le chiese ‘ma chi è il padre o il figlio’, Rosanna le disse che si trattava di Ludovico il figlio e Alberto aggiunse ‘non lo posso vedere quell’imbecille, se non fosse stato per suo padre che lavora con noi da anni lo avrei già licenziato’, Rosanna non sapeva se questo sarebbe stato un bene o un male, era tutta dolente ma quello che aveva provato era stato unico anche se adesso a mente sgombra cominciava a preoccuparsi delle foto scattate che la ritraevano nuda e con una banana in bocca, cosa ne avrebbe fatto Ludovico?

Passarono un paio di settimane senza nessuna notizia da parte di Ludovico, Rosanna passò alcuni giorni con il marito in una casa che avevano in montagna, Alberto fu molto felice di questi giorni passati con la moglie e addirittura un giorno seduti in un centralissimo bar di questa ridente località davanti ad un aperitivo Alberto le confessò che la trovava piacevolmente cambiata e che sessualmente sembrava avere superato parecchie inibizioni che aveva accompagnato tutta la loro vita coniugale, le confermò con un tenero bacio tutto il suo amore.

Passata la vacanza Alberto era pronto per un’altra trasferta, sarebbe durata una decina di giorni e come al solito a Rosanna toccava il compito di accompagnarlo all’aeroporto, lasciato il marito davanti alla zona imbarco nel ritorno all’auto ricevette una chiamata, era Ludovico ‘Ciao troia, ascoltami, in garage troverai un pacchetto con degli indumenti, alle 21 in punto verrò a trovarti e ti voglio trovare vestita con quelle cose, ah dimenticavo, verrò con degli amici’ e riattaccò, le si gelò il sangue nelle vene, chi sarebbe venuto con lui, perché faceva questo, avrebbe discusso con Ludovico di questo fatto, il gioco si stava spingendo troppo in là, non voleva certo essere la puttana di un gruppo di sconosciuti, arrivò alla casa e scendendo in garage vide su una sedia il pacchetto che il giardiniere in possesso delle chiavi del cancello e del garage vi aveva posizionato, curiosamente lo aprì e oltre a degli indumenti sicuramente comprati in un sexy shop trovò un biglietto che le indicava di attenderli all’orario stabilito perfettamente abbigliata con quei capi e di truccarsi nella maniera più volgare possibile, i capi consistevano in un bodystocking nero trasparente e nulla più, era troppo volgare per una donna del suo rango ed era decisa a terminare questo diabolico gioco Tutto il giorno trascorse con questo tarlo che le rodeva la testa e che le suggeriva di fermare tutto, il gioco si stava spingendo oltre soglie davvero pericolose, oltre a Ludovico sarebbero entrate nella sua vita altre persone, vi erano delle fotografie di lei nuda e legate e questa situazione avrebbe potuto gravemente nuocerle ed intaccare l’onorabilità del marito, una persona molto conosciuta nella loro città.

Mancava un’ora all’appuntamento e Rosanna si stava studiando mentalmente le parole che avrebbe detto al giovane giardiniere per interrompere quell’escalation di degrado e sottomissione ma i suoi pensieri vennero brutalmente interrotti da un trillo di telefono, era Ludovico ‘Troia, sei pronta, tra un’ora arriviamo’, non rispose terrorizzata come era ma dovette farlo incalzata dal giovane ‘Allora troia ti sei truccata come ti ho ordinato?’, una lacrima le scese dagli occhi e rispose ‘Sì, sono pronta’, il suo fisico aveva scelto prevaricando la mente, aveva fatto la sua scelta, ora era nelle loro mani, guardò l’orologio e si rese conto come mancasse poco tempo, doveva truccarsi pesantemente ed indossare quanto Ludovico le aveva fatto trovare in garage, si stava avviando verso il bagno ma il telefono suonò ancora, era ancora Ludovico ‘Troia scendi in garage, troverai anche delle scarpe e un pacco, porta tutto in casa ma non permetterti di aprirlo, fatti trovare vestita con quello che ti ho preparato e con queste comode scarpette’, le chiamo comode, erano dei plateau con zeppa con 17 cm. di tacco, praticamente scarpe da ballerina di night club, appoggiò sul tavolo in cucina il pacco che avrebbe voluto aprire, non si immaginava cosa contenesse e nemmeno agitandolo lievemente riusciva a capirlo.

Decise di truccarsi ma non sarebbe stata ai loro ordini, avrebbe interrotto tutto non appena fossero arrivati, la mano affondava pesantemente sul viso marcando un trucco che mai avrebbe pensato di regalarsi, si diede rapidamente una sistema ai perfetti capelli biondi e terminò con una spruzzata del suo profumo preferito che quasi sembrava non ne volesse sapere di deliziare con la sua fragranza questa donna che più si guardava allo specchio e più si sentiva sporca, era vestita con una tuta nera trasparente dal tessuto consistente come un collant, infilò le scarpe di un’altezza spropositata, traballavo sui quei trampoli ma non ebbe il tempo per abituarsi che il citofono già suonava, si infilò sulle spalle un golfino e avvicinatasi alla porta aprì vedendo dal cancello del giardino avvicinarsi all’entrata di casa 4 persone, li sentiva ridere ad alta voce, era impaurita dal fatto che qualcuno del vicinato se ne sarebbe accorto, arrivarono alla porta e i primi tre entrarono guardandola con sufficienza, Ludovico era l’ultimo le leccò la guancia, aveva questo strano modo di salutarla ma subito la serata si incanalò sul binario che avrebbe indirizzato la serata, le mollò un violento ceffone, ‘ Troia, che cazzo è questo golfino, toglilo che i miei amici ti vogliono vedere, dai vai a dare loro il benvenuto e presentati’, mentre Rosanna si girò per recarsi in salone dove gli amici di Ludovico avevano preso posto il giardiniere le mollò un calcio nel sedere facendola traballare dagli altissimi trampoli, si presentò ai tre che adesso la stavano ammirando come un cacciatore farebbe con una lepre a tiro di fucile.

Ludovico si muoveva come fosse il padrone di casa e all’angolo bar stava preparando dei drink per tutti invitò Rosanna e i suoi amici a raggiungerlo, la signora faticava con il suo passo incerto, brindarono alla loro preda, i bicchieri cozzarono tra loro, ‘Alla nostra troia, cin cin’ e cominciarono a sorseggiare il cocktail a base di whisky che Ludovico aveva preparato, Rosanna in mezzo a loro stava già subendo i primi attacchi, aveva mani sulle natiche, sul seno, Ludovico le si avvicinò e prendendole in mano, quasi volesse soppesarlo, il seno esclamò rivolgendosi agli amici ‘avete visto la mia troia che tette che ha?’, Rosanna avrebbe voluto avventarsi su quel rozzo e maleducato giardiniere che la stava completamente umiliando di fronte a degli sconosciuti ma non lo faceva solo perché si stava sempre più rendendo conto di quanto si stesse eccitando in quella situazione, ma non era l’unica ad accorgersene, da dietro Walter le toccava i capezzoli e sorpreso disse agli altri ‘Ragazzi, questa è eccitata, ha i capezzoli durissimi’, Fabio confermò visto che la mano che aveva infilato in mezzo alle gambe trovò il leggerissimo tessuto completamente inzuppato di umori vaginali, solo uno che si chiamava Marco rimaneva in disparte apparentemente disinteressato.

Ludovico fermò tutto quasi fosse una sorta di animatore invitando i suoi amici a schierarsi con i pantaloni calati come un plotone militare, Marco compreso, Rosanna venne comandata di inginocchiarsi, il giovane giardiniere prese il pacco che la signora aveva prelevato in garage, lo scartò estraendo dalla scatola delle manette, una ball gag, un zepplin gonfiabile e un frustino da cavallerizzo e un collare con catena, subito provò il frustino sulle natiche di Rosanna che sussultò, Ludovico disse a Fabio di infilarle il collare, bloccarle le mani dietro la schiena , non appena fu terminata questa operazione Ludovico assestò due violente frustate sulla schiena della depravata signora che lanciò un urlo disumano e a quel punto Walter seguendo il cenno fattogli da dal giardiniere bloccò la bocca di Rosanna con la ball gag, quest’oggetto era una palla collegata ad un cinturino, la palla doveva essere introdotta nella bocca e il cinturino legato dietro la nuca, in questo modo sarebbe stato impossibile per Rosanna gridare e che tutto funzionasse bene se ne ebbe riprova quando le affibbiò altre due frustate, questa volta sul seno lasciandole evidenti segni ma sentendo solo un leggero lamento soffocato provenire dalla bocca bloccata di Rosanna, era sicuro che non avrebbe potuto lamentarsi in nessun modo, delle lacrime scendendole dagli occhi cominciavano ad accompagnare il pesante trucco sulle guance marcando ancora di più quanto fosse degradante la situazione per questa signora bene.

Prendendola per il collare Ludovico la fece gattonare fino al calorifero dove la legò con la catena collegata al collare come un cane al guinzaglio, da dietro cominciò a leccarla tra le natiche con l’intento di alleviarle un poco la tensione, tutto sommato non era poi così abituata al dolore e alle percosse e dunque non poteva nemmeno esagerare, si soffermò sul suo buchino, aveva una forma perfetta e non sembrava nemmeno violato, ma lui lo sapevo che non era vergine, era stato il primo, chiamò Walter e gli disse quasi ordinandoglielo di penetrarla, ‘Walter, scopa questa cagna, falla godere che non ne vede l’ora’, la penetrò e cominciò a sbatterla con un ritmo deciso, Ludovico nel mentre le aveva tolto la palla dalla bocca avvisandola che se avesse solo fiatato l’avrebbe frustata, arrivò per Rosanna il primo orgasmo ma avendo paura di percosse annullò il suo godimento agitando la testa per il piacere con la bocca soffocata contro il tappeto, Walter aveva intensificato i colpi, la stava martellando incessantemente e Ludovico lo bloccò con sorpresa di Rosanna che si trovò completamente sorpresa, ‘Inculala adesso’, stava già irrigidendosi ma il solo tocco delicato del frustino che le accarezzava la schiena la fece decidere subito a collaborare, spinse le natiche contro Walter con uno sforzo quasi disumano ma facilitando la penetrazione, non sentì il dolore della prima volta, forse per una acquisita elasticità dell’ano e forse anche per le diverse dimensioni del membro del ragazzo che sembravano inferiori di quelle di Ludovico, Walter la prese con le mani per i fianchi e la tirava a se e la spingeva fino a quando restando completamente fermo si accorse di come Rosanna stesse facendo tutto da sola, la donna aumentò il ritmo sentendo i primi sintomi di orgasmo ma di qualche secondo il ragazzo l’anticipò venendole nel sedere e inondandole di sperma l’intestino, mentre la donna stava con gli ultimi colpi godendo Ludovico la trascinò a se prendendola per il collare e glielo mise in bocca, Rosanna non stava capendo più niente, era spossata, indolenzita e stralunata ma il gruppo non le lasciava un attimo di respiro, stava subendo l’assalto orale del giovane giardiniere e già la sua fessura era stata riempita da Fabio, la posizione assunta era scomodissima in quanto continuava aa essere legata al calorifero e quando Ludovico la sciolse da quella animalesca presa lo ringraziò, ma il disegno che il giovane aveva in mente sarebbe stato di lì a poco devastante, lui si sdraiò per terra su uno dei tanti tappetti che ornavano la casa, tirò sopra di sé la donna invitandola ad infilarsi da sola sul membro di Ludovico, la prese per il collo tirandola a se lasciando a disposizione di Fabio le natiche per quella che sarebbe stata la prima doppia penetrazione della sua vita, Rosanna si accorse delle loro intenzioni quando ora mai era troppo tardi, Ludovico la teneva praticamente immobile fino a quando Fabio non la sodomizzò.

Pur sapendo di essere sotto assedio Rosanna con la coda dell’occhio seguivo il quarto degli amici, Marco, in disparte e quasi estraniato da quella inusuale situazione, ma non se ne curò poi più di tanto, l’essere tra l’incudine e il martello le stava cominciando a piacere, il sentirsi dilaniata da due uomini nello stesso momento la stava alienando, si sentiva come una polveriera con la miccia accesa pronta ad esplodere, l’eccitazione le aumentava anche perché Ludovico continuava a tenerla stretta a se, agevolava il lavoro che Fabio le stava facendo nella parte posteriore, Rosanna stava impazzendo ‘Godo, godo, squartatemi, sono la vostra troia’ stava di nuovo senza accorgersene gridando e Ludovico la prese violentemente per i capelli ordinandole di rimanere in silenzio, Fabio cominciò a goderle nello sfintere assestandole delle paurose bordate, Ludovico avvisò la signora che era prossimo all’orgasmo e che l’avrebbe riempita completamente e Rosanna non riuscì ad essere da me godendo con un violento orgasmo vaginale che spruzzò un getto di umori su Ludovico che di scatto si alzò dalla sua posizione cominciando ad inveire contro la donna, la trascino violentemente vicino al calorifero e agganciò la catena al collare prese il frustino cominciando a urlare e contemporaneamente colpire la donna, ‘Troia di avevo detto di non urlare e lo hai fatto e poi guarda qui mi hai completamente lavato’, le assestò 4 violente frustate sulla schiena e quando pensava di passare sulle natiche con delle altre si senti afferrare il braccio, era Marco sino a quel momento in disparte che a muso duro gli disse ‘Adesso la lasci o io ti uccido’, l’atmosfera cambiò, Ludovico che molto probabilmente temeva la reazione del suo amico cambiò stato d’animo invitandolo a calmarsi, ‘Non vorrai mica litigare per questa troia, se la vuoi io te la regalo, mi ha già rotto il cazzo sinceramente, lasciamela salutare e me ne vado’, certo la maniera di Ludovico di salutare Rosanna fu alquanto grottesca, le urinò sui capelli come a volerla ulteriormente mortificare, invitò gli altri due che l’avevano posseduta a fare altrettanto, Rosanna stava ora piangendo più che per le ferite sulla schiena conseguenza delle frustate per l’umiliazione finale ricevuta, era completamente ricoperta di urina, Ludovico l’afferrò per i capelli salutandola alla sua maniera con una leccata sulla guancia, ‘Addio troia’ e insieme a Fabio e Walter tolse il disturbo da quella casa, Marco si avvicinò a Rosanna con un accappatoio preso in bagno l’aiutò ad alzarsi e la invitò ad andare a lavarsi, la donna era contenta di essere stata difesa dalla violenza del giardiniere e i sentiva sicura in compagnia di questo sconosciuto giovane.
Sotto la doccia lo scorrere dell’acqua le dava l’impressione si stesse lavando dallo sporco sia esternamente che internamente, era rimasta negativamente colpita dalla violenza gratuita di Ludovico ma adesso si sentiva sicura con Marco che l’aveva praticamente salvata dalle percosse del giardiniere, si sentiva completamente in debito nei confronti di questo giovane paladino ma non appena uscita dal bagno Marco l’aspettava scrutandola appoggiato ad una parete restando con le braccia conserte, lei si avvicinò e gli disse ‘Ti ringrazio per prima’.’ Ma non finì di dire quanto aveva in mente che le arrivò un violento ceffone, ‘Quando ti rivolgi a me devi chiamarmi Padrone, ti ho avuta in regalo ma se le mie regole non sono di tuo gradimento sarò costretto a respingerti e a ritornarti a Ludovico come si fa per una cosa difettosa’, solo l’idea di ritornare nelle mani di quel pazzo la spaventava e si inchinò ai suoi piedi esclamando ‘No Padrone, farò ogni cosa tu voglia’, Marco le ordinò di alzarsi e le girò in torno come a volere controllare la mercanzia, la fece mettere contro il muro con le mani sulla testa e le spiegò parlandole a pochi centimetri quelle che sarebbero state le poche regole che avrebbe dovuto seguire per andare d’accordo con lui, pretendeva lei lo chiamasse Padrone, che portasse sempre un collare, non gli interessava la grandezza o la foggia ma sempre lo doveva avere al collo, ‘Mi scusi Padrone, ma io sono sposata, come farò con mio marito?’, le rispose che non gli interessava questo problema, avrebbe dovuto risolverlo lei ma senza togliersi mai il simbolo della sua sottomissione dal collo.

Era Elena adesso che dalla sua statuaria posizione scrutava Marco, le piaceva quel giovane sicuramente più giovane di lei di almeno 20 anni, la impressionava il suo fisico possente e la intimoriva il suo sguardo di ghiaccio, fu interrotta nella sua ammirazione dal giovane ‘Adesso vado ci vediamo domattina, alle 11’, le diede un bacio sulla fronte e si diresse verso l’uscita senza darle nemmeno la possibilità di salutarlo.

Rosanna andò a letto molto turbata, la vicenda stava prendendo una piega che nemmeno lei sapeva dove l’avrebbe portata ma in cuor suo aveva fiducia di quel ragazzo, si strinse forte al petto un cuscino e chiudendo gli occhi immaginò di essere abbracciata a Marco.

Fu svegliata alle 10 dal telefono, il marito scherzosamente si lusingava con lei per trovarla ancora a letto, ‘Amore non avrai fatto le ore piccole per dormire ancora a quest’ora’ ma lei subito replicò dicendogli di non essere stata bene la sera precedente e dunque di non avere dormito molto, ‘Se non stai bene vai dal medico’ le disse e Rosanna gli rispose che ci avrebbe pensato, si salutarono e la signora si fiondò a prepararsi, sarebbe arrivato il suo nuovo padrone e non voleva farsi trovare impreparata, aprì le finestre per areare ancora la casa dove ancora aleggiava un acre odore di urina e vedere Ludovico che armeggiava in giardino le diede la sensazione di un pugno allo stomaco, lui la vide e si girò senza degnarla di ulteriori sguardi, velocemente Rosanna si vestì e decise a mò di sfida di uscire in giardino per ammirare il suo roseto e comprese che il giardiniere la scansava, si sentì in quel momento libera da quel pazzo che le aveva iniziata ad un mondo nuovo ma che l’avrebbe trattata solo come un oggetto su cui scaricare la sua furia, mentre ammirava le sue bellissime rose Ludovico ricevette una breve chiamata e chiusa la conversazione raccolse le sue cose e si avviò rapidamente verso il suo furgone andandosene, non passarono più di 2 minuti e il campanello del citofono suonava, era marco e Rosanna corse verso di lui per riceverlo rivolgendosi ossequiosa a lui, ‘Buongiorno Padrone’, le diede un bacio sulla bocca e la strinse a se invitandola ad entrare in casa, si sedettero su un divano e Marco si fece spiegare ogni dettaglio della sua vita, voleva sapere ogni cosa su come aveva conosciuto Lodovico, ogni notizia riguardante suo marito e tutto di lei, parlarono quasi un ora e venuto a conoscenza che il giardiniere l’aveva fotografata le assicurò che lo avrebbe obbligato a cancellarle, ora che sapeva che il marito si assentava per periodi di 10/15 giorni dall’Italia le disse che si sarebbe stabilito a casa sua durante le assenze del consorte, ‘Ora andiamo al lago, oggi passeremo una giornata di relax’, era contentissima, sarebbe stata con lui tutto il giorno e avrebbe cominciato a conoscerlo ma questo iniziò a farlo subito, Marco estrasse un astuccio dal tasca e porse a Rosanna un oggetto di metallo che subito riconobbe e le disse ‘Questo lo infili nel culo e lo terrai tutto il giorno, aiutati con quello che vuoi quando sarai pronta usciremo’ e la baciò ancora sorridendo, Rosanna rimase sorpresa ma era eccitata dal pensiero di passare la giornata con quell’oggetto piantato in mezzo alle chiappe, si precipitò in cucina cosparse di olio l’oggetto e pur non senza fatica se lo infilò nell’ano, si sentiva fiera di sottostare ai suoi ordini e quell’oggetto pur facendole sentire delle dolorose fitte le regalava anche dei brividi di piacere, salirono in auto e si indirizzarono verso l’autostrada, era una bellissima giornata e l’aria proveniente dal finestrino abbassato accarezzava i biondi capelli di Rosanna, ogni vibrazione proveniente dall’irregolarità del manto stradale si trasmetteva al plug che Rosanna aveva tra le natiche, era eccitatissima e le parole di Marco le arrivarono come una liberazione, ‘Masturbati, ma godere, fermati non appena sentirai arrivare l’orgasmo’, lo fece in tutta fretta infilandosi una mano tra le gambe ma estraendola dopo pochi secondi, stava già iniziando a godere e non voleva trasgredire all’ordine del suo giovane Padrone, lo guardò mentre guidava orgogliosa di rispettare il suo volere, Marco accorgendosi di una segnaletica speciale si portò con la parte destra dell’auto sulla riga che demarcava la corsia di emergenza, si trattava di una marcatura in rilievo che aiutava le auto in caso di nebbia ad accorgersi del limite della carreggiata e l’auto cominciava a vibrare come se le ruote incontrassero un terreno irregolare, ma questo deciso sussultare dell’auto martoriava l’ano di Rosanna che oramai non riusciva più a trattenersi, il giovane poi prolungava la tortura alternando un centinaio di metri sulla careggiata e un centinaio sulla irregolare riga, ‘Padrone ti prego, fammi godere’, si girò rivolgendole un ghigno, ‘Ancora 3 km’, era la distanza che li separava da un area di servizio, vi arrivarono e Marco si portò nei pressi della zona dove parcheggiavano i tir, si accostò e scoprendole il seno lo offrì alla vista di un gruppo sorpreso di camionisti, le ordinò di masturbarsi guardandoli in faccia e di godere a voce alta, ‘Sono una troia e sto venendo’ fu il grido che le uscì dalla bocca dell’estasiata signora, Marco mise in moto e lasciò di sasso gli stupiti autisti dileguandosi, accarezzò la guancia di Rosanna dicendole che era un schiava perfetta ma che la prossima volta l’avrebbe data in pasto ai camionisti, le si gelò il sangue al solo pensiero ma sentiva l’eccitazione ricominciare a salire, ma arrivati a questo punto anche l’eccitazione di marco era oramai alle stelle e a poche decine di metri dall’uscita dell’area di servizio si accostò sulla destra, si slacciò i pantaloni e estrasse un rigidissimo membro ordinandole di succhiarlo, era la prima volta che Rosanna avevo un rapporto con il suo nuovo Padrone e non si fece ripetere la cosa, lo imboccò tastandone un odore magnifico, una durezza incredibile e una invidiabile misura, non ci volle molto per farlo godere, Marco aveva pazientemente aspettato ma si apprestava a godere nella bocca di Rosanna che ebbe un insolito orgasmo non appena il primo fiotto di sperma si riversò nella sua gola, cercò di non perderne neanche una goccia, ingoiando sapientemente il succo del godimento del giovane amante, lo amava, ne era sicura e non avrebbe voluto perderlo per nulla al mondo.

Fecero una lunga camminata sul lungolago mano nella mano come una insolita coppia di fidanzati solo per l’evidente differenza di età, Rosanna camminava con un passo incerto in quanto il plug nel sedere la impediva non poco nella camminata, Marco si dimostrava molto dolce e lei quasi non comprendeva come potesse essere abile ad alternare la sua personalità dominante con un comportamento amorevole e rassicurante.

Si sedettero al tavolo di un ristorante semi vuoto in riva al lago e decisero di ordinare degli antipasti di pesce, il cameriere pur mantenendo tutta la sua forma non disdegnava di osservare Rosanna che aveva una strana luce negli occhi, era fiera di trovarsi con Marco in quel luogo e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui e subito ebbe davanti la possibilità di accorgersene, ‘Togliti le mutande e appoggiale sulla borsa in maniera che siano visibili’, non capiva come mai dovesse farlo ma si limitò a rispondergli semplicemente ‘Sì Padrone’ e dopo essersi fugacemente l’indumento intimo ner da sotto la gonna lo appoggiò sulla sua borsa bianca, il risalto delle mutandine di pizzo era netto e arrivando con la bottiglia di vino quasi il cameriere non credeva ai suoi occhi, aveva già capito che il capo sulla borsa apparteneva a Rosanna e cominciava a sudare, dopo avere stappato la bottiglia e allontanatosi il secondo ordine, ‘Togliti il reggiseno e mettilo insieme alle mutande’, si slacciò il capo e si accucciò per togliersi le spalline una alla volta e ricomporsi senza essere vista, alla fine posizionò il reggiseno insieme alle mutande sulla borsa, il cameriere già da distanza non toglieva lo sguardo dalla borsa e quando fu con gli antipasti nei pressi del tavolo era rosso come un peperone e sembrava uscito da un bagno turco talmente era sudato, Marco osservava come la sua schiava mangiava con uno sguardo fiero che forse non aveva mai avuto nella vita, ‘Adesso vai in bagno, arriverà il cameriere voglio che tu gli faccia un pompino e ti faccia sborrare in faccia’, rimase sorpresa da questa richiesta ma non pensò nemmeno per un secondo di contraddirlo e si alzò per recarsi alla toilette, Marco fece un cenno al cameriere, gli porse le mutande pregandolo di portarle a Rosanna in quanto se le era dimenticate, il titubante non sapeva cosa fare, se lo stessero prendendo in giro ma decise di afferrare il capo e di dirigersi verso i bagni, ci vollero circa dieci minuti e Rosanna arrivò con la camminata ondeggiante che oramai aveva imparato grazie al plug, si sedette con la faccia trafelata ricoperta abbondantemente da seme maschile del giovane cameriere, Marco prese un grissino e intingendolo nello sperma lo porse in bocca a Rosanna consumando quasi due grissini per farle ingoiare tutto il pinzimonio di spermatozoi, alla richiesta del conto il cameriere comunicò a Marco che tutto era offerto dalla casa e Marco rivolgendosi a Rosanna le ordinò ‘Ringrazia il Signore’, abbassando lo sguardo si rivolse al cameriere con un tono sommesso ‘Grazie Signore’, Marco si alzò e facendosi sentire dal giovane cameriere oramai sconvolto ordinò a Rosanna ‘Alzati schiava che andiamo’.

La donna umiliata davanti ad una sconosciuto era comunque contenta, il suo Padrone la considerava un oggetto di godimento per lui e altri ma lei sapeva anche che Lui la rispettava e questo la eccitava, si sentiva in buone mani ed era contenta di esserlo.

Ancora una volta Rosanna stava accompagnando il marito verso l’aeroporto, sarebbe volato in alcuni paesi dell’Est Europa e si sarebbe assentato per ben tre settimane, con Marco la loro storia funzionava davvero bene e essendo Rosanna benestante stavano valutando di aprire un locale insieme, Marco aveva adocchiato un centralissimo Bar in una nota località lacustre che era stato posto in vendita ma informatosi sul prezzo di acquisto dovette desistere in quanto non aveva i trecentocinquantamila euro richiesti, era certo che quell’attività sarebbe stata una miniera d’oro ma non aveva nessuna possibilità di trovare tutto quel denaro.

Rosanna stava tornando verso casa ed era già eccitata di vedere Marco, suo marito si era fermato una settimana e rispettando gli accordi presi con il suo giovane Padrone, lei doveva dedicarsi totalmente al suo consorte e Marco in quei frangenti spariva, mentre sfrecciava con la sua Porsche ricevette una chiamata del giovane amante che sapendo dove si trovava le ordinò di uscire alla prima uscita autostradale e portarsi verso la piazza principale dove avrebbe bevuto qualcosa insieme, era una splendida giornata e il lago che dimostrava tutto il suo splendore accarezzato dal sole che vi rifletteva sarebbe stato uno splendido contorno per l’incontro con il suo nuovo Amore.

Arrivò nel parcheggio della piazza e Marco, imperioso la stava aspettando, lei era già eccitata solo a vederlo, lui le diede un bacio sulla guancia e lei con lo sguardo basso lo salutò ‘Ciao mio Padrone’, si incamminarono verso un bellissimo locale sedendosi in uno degli innumerevoli tavoli all’esterno e completamente baciati dal sole ordinarono un aperitivo iniziando una conversazione sul mondo del lavoro, marco le raccontò che pur avendo una Laurea in Lingue non aveva ancora trovato un lavoro che lo soddisfacesse appieno e che stava sempre più esaminando l’ipotesi di traferirsi all’estero visto che oramai non credeva sarebbe riuscito a fare nulla in Italia, ‘vedi questo Bar dove siamo seduti, questo locale in questo momento sta rendendo la metà della sua potenzialità, lo dirigono due persone che non sono all’altezza, lo hanno comperato due anni fa e oggi lo hanno posto in vendita alla metà del prezzo pagato’, Rosanna era interessata al discorso di Marco e lo invitò a continuare, ‘stanno cercando di venderlo a trecentocinquanta mila euro e io se li avessi lo compererei subito e saprei come farlo funzionare e riuscirei a fare soldi a palate ‘ guardando negli occhi si rivolse alla donna ‘ metterei te alla cassa ben scollata, vestita da perfetta troia e sono sicuro che si accalcherebbero per venire a vederti e magari per dare una sferzata al locale si potrebbe sorteggiare un pompino fatto da te al fortunato estratto ‘ la donna adesso, pur cercando di rimanere calma, si sentiva bagnare, l’immaginarsi alla cassa del Bar e inserita in una sorta di Riffa la stava turbando e rivolgendosi al suo giovane amante gli disse ‘ e se i soldi li mettessi io?’, Marco rimase di sasso, sapeva di avere davanti a lui una persona benestante ma non credeva così tanto e già da subito avanzò delle riserve su come avrebbe giustificato una spesa del genere al marito ma Rosanna rispose che quello non era un problema, lei aveva un suo patrimonio personale ereditato dalla famiglia e tutto era amministrato da un suo commercialista di fiducia e gli avrebbe parlato di questo progetto il giorno dopo.

Si alzarono dal tavolo del bar e si incamminarono verso il viale centrale della località affacciata sul lago di Garda, erano abbracciati e Rosanna si sarebbe fatta portare in capo al mondo, a metà viale trovarono dei cartelli che indicavano un Sexy Shop e si incamminarono seguendoli, si trovava in una piccola via completamente nascosta e arrivati davanti alla vetrina suonarono per entrare e venne a riceverli una bellissima ragazza in abiti succinti, un trucco pesantissimo che con molta gentilezza li fece entrare, Rosanna si vergognava di trovarsi in quel posto mentre Marco si trovava a suo completo agio, chiese alla commessa se poteva aiutarli, ‘vorrei degli abiti per la mia schiava’, ora la donna era tremante, lui stava umiliando davanti ad una ragazza molto più giovane di lei che compreso il ruolo di Rosanna nel loro gioco aveva già deciso che l’avrebbe anche lei considerata come un essere inferiore e infatti non la considerava nemmeno quasi non esistesse e ogni informazione la chiedeva a Marco, ‘aveva in mente qualcosa di specifico oppure vuole dare un occhiata ai nostri articoli?’ gli chiese, il ragazzo se le chiese informazioni su dei vibratori comandati a distanza, la ragazza gli indicò un nuovo prodotto appena arrivato che non aveva ancora provato e che se lui avesse gradito si sarebbe potuto sperimentare su Rosanna, ‘si tratta di un ovulo da inserire nella vagina dotato di un innovativo minuscolo telecomando che può essere azionato ad una distanza di 5 metri e che emula le medesime vibrazioni dell’ ovulo, dunque chi lo impugna sente le stesso effetto generato dall’aggeggio nella vagina ‘ Marco aprì la confezione, inserì le batteria e lo diede a Rosanna che inequivocabilmente capì cosa doveva fare, lo inserì nella sua oramai grondante vagina e aspettò i comandi di Marco ‘ adesso ti appoggi a quel pilastro con le braccia dietro la schiena che io compro qualcosa per noi’, la stava sempre più umiliando davanti a quella sconosciuta che adesso la guardava altezzosa, eseguì l’ordine di marco che sparì dietro uno scaffale con la commessa sghignazzando con lei ma dall’ovulo non sentiva pervenire nessuna vibrazione pensò fosse sicuramente difettoso, era appoggiata ad un pilastro con le braccia dietro la schiena con la camicia completamente aperta, Marco le aveva messo le tette ben in vista e tirato giù le mutande fino al ginocchio, sembrava davvero una troia in esposizione, suonò il campanello del negozio e sentì la commessa scusarsi con Marco dicendogli che sarebbe tornata subito, dalla sua posizione Rosanna poteva vedere l’entrata e notò la coppia che stava entrando, erano due tipi normali di quelli che forse entravano per la prima volta in un Sexy Shop, era spaventata di cosa avrebbero pensato di lei vedendola mezza nuda immobile appoggiata al muro, una prima vibrazione le partì dal basso ventre proprio mentre la coppia si avvicinava nella sua direzione, l’aggeggio funzionava perfettamente e non riusciva a rimanere ferma con le ginocchia cercando di rintuzzare ogni vibrazione sempre diversa creata dall’ovulo, stava cercando con lo sguardo il suo giovane amante ma non lo vedeva, lui adesso si stava divertendo con il telecomando, la commessa chiamò ad alta voce Marco con una confidenza che la stava facendo arrabbiare, ‘Marco scusami potresti farmi vedere come funziona l’ovulo, i signori vorrebbero comperarne uno’, il ragazzo si diresse verso di loro con il comando in mano e si aggiunse al trio a un metro da Rosanna, ‘vede sul telecomando vi sono tre livelli di vibrazione e con una rotellina può modificare la sequenza degli impulsi ‘ la commessa spiegava al marito della coppia il funzionamento e indicando Rosanna gli spiegò che poteva provarne il funzionamento direttamente sulla donna appoggiata al muro ‘ tenga e provi sul nostro manichino umano’, era degradante quanto Marco le stavo facendo e soprattutto quanto permetteva a quella stronza di commessa di umiliarla, l’uomo con in mano il telecomando la stava facendo morire, i suoi umori le stavano scendendo sulle cosce e i suoi capezzoli erano lunghissimi e durissimi, cercava di restare in posizione ma era molto difficile, il telecomando adesso lo aveva la moglie che da come azionava l’apparecchio doveva essere una fanatica di video giochi, Rosanna non poteva resistere ancora a lungo, Marco le si avvicinò sussurrandole ‘ma non godi?’, un devastante orgasmo la sorprese, cercava di non gridare per darsi un barlume di contegno, lei donna in vista, moglie di un famoso professionista, ritenuta da tutti una donna integerrima stava godendo in un sexy shop con un vibratore inserito nel corpo e azionato da una sconosciuta.

Marco si era appoggiato la testa della sua ‘schiava’ sulla spalla e le stava dicendo di quanto fosse fiero di lei, la coppia presente nel Sexy Shop era stata veramente contenta della presentazione ed erano due i vibratori comperati dopo averne provate le prestazioni dal vivo su Rosanna, Marco aveva messo sul banco tutto quello che desiderava comperare, un paio di manette, delle corde, delle candele, delle bende scure e altri oggetti fallici, la donna pensava che si sarebbero divertiti insieme, la commessa rivolgendosi a Marco aggiunse delle mollette da capezzoli come regalo per la dimostrazione effettuata e si permise di stringere un capezzolo di Rosanna schernendola ‘con queste mollette potrai divertirti con la tua schiava, quando sarai stufo di lei potresti sempre vendercela, ci farebbe molto comodo come manichino umano’, Marco rispose che la proposta l’avrebbe tenuta valida se si fosse stufata.

Si avviarono alla macchina, Marco si mise alla guida e si diressero verso la casa della donna, Rosanna pur avendo provato un orgasmo non vedeva l’ora di potere stare tra le braccia di Marco, non appena arrivarono in garage e la porta si chiuse automaticamente dietro di loro Marco le diede l’ovulo indicandole di inserirlo e lo fece vibrare subito, Rosanna si buttò tra le braccia del giovane cominciando a baciarlo e lui aumentò la vibrazione facendola venire ancora, scesero dall’auto e non appena nel salone, sempre con quell’aggeggio acceso che la torturava Marco le ordinò di spogliarsi completamente e la fece appoggiare con il petto sul tavolo agganciandole le manette ai polsi infilati nella spalliera di una sedia di fronte a lei, ora era prigioniera della sedia, messa a novanta gradi sul tavolo e con le caviglie che le stavano per essere legate ai pedi della stessa sedia che le teneva le mani, l’aveva completamente immobilizzata, adesso lei era una preda nelle sue mani, la bendò e le accarezzò la schiena, si divertiva con l’ovulo vibrante, Rosanna avrebbe voluto dimenarsi ma non si poteva spostare di un centimetro, sentì un rumore di accendino e le sembrò strano, il giovane non fumava, ma si rese subito conto di cosa stesse facendo Marco, le prime gocce di cera calda le arrivarono sulla schiena provocandole un dolore intenso ma sopportabile, il giovane teneva la candela molto alta per permettere alla cera di raffreddarsi lungo la caduta prima di stamparsi sul corpo della immobile donna, Marco combinava l’impatto della cera con la manopola del vibratore e Rosanna godeva, il miscuglio di piacere e dolore la stava facendo impazzire, il suo giovane amante ora le era davanti alla faccia e si stava calando i pantaloni appoggiando il suo membro sul tavolo a pochi centimetri dalla bocca della donna che lo volevo, bramava di riceverlo dentro di lei ma Marco abilmente si spingeva fino a toccare la lingua estesa fuori dalla bocca ritraendosi subito, un’altra tortura mescolata alla cera bollente e all’ovulo vibrante, il membro continuava a sfiorarle la lingua e niente più, Rosanna essendo completamente bendata non capiva cosa il giovane stesse facendo e soprattutto che intenzioni avesse, lo sentì adesso alle sue spalle, aveva la sua lingua tra le sue natiche, non avendo nessuna intenzione di toglierle l’ovulo stava preparandola all’unica maniera possibile di prenderla, sodomizzarla, la leccò accuratamente, la donna stava impazzendo, non riusciva a muoversi di un centimetro e aveva perso il conto degli orgasmi, capiva dove sarebbe andato a parare Marco e non ne vedeva l’ora, senza nessun lubrificante particolare il giovane le puntò il membro sull’orifizio anale e lo violò senza grosse difficoltà, si stava muovendo nelle viscere della immobile donna, le mani le aveva occupate dalla candela e dal telecomando, tutta la schiena di Rosanna era cosparsa di cera e Marco aveva ridotto la distanza della caduta della cera, si era posto adesso a pochi centimetri dalla pelle e la cera non avendo molta possibilità di raffreddamento le arrivava sulla schiena molto bollente, era una vera tortura ma a lei piaceva essere prigioniera del suo Amore e si scatenò usando un linguaggio a lei completamente sconosciuto ‘Padrone, aprimi in due, fai di me quello che vuoi, sono la tua schiava, la tua puttana, la tua troia fai di me quello che vuoi’, Marco adesso era sicuro di averne il pieno potere, le rovesciò da una discreta distanza tutta la cera contenuta nella parte superiore della candela, aumentò tutta la vibrazione dell’ovulo apprestandosi a godere all’interno dell’intestino della sua ‘schiava’, la donna venne investita da una doccia bollente, si sentì l’ovulo tremare come fosse impazzito e il suo Uomo la stava letteralmente invadendo con il suo liquido seminale, erano davvero una bellissima coppia e Rosanna pensava a quanto era stata fortunata ad incontrarlo.

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