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Racconti Erotici Lesbo

5 – Francesca ed Erica

By 17 Novembre 2021No Comments

Vecchio racconto riveduto e corretto

Tornata a casa ho trovato Mirta in compagnia di una commessa del suo negozio.
Le sue commesse dovevano esere tutte bellissime ed erano selezionatissime, indossano come divisa una gonna color viola, per la precisione color Burgundi, appena sopra il ginocchio ed una camicetta di seta bianca molto chiara. Poiché la camicetta lascia trasparire l’intimo, questo deve essere di alta qualità e le ragazze devono mostrarlo con estrema discrezione, quasi fosse una casualità. Le scarpe dello stesso colore della gonna hanno un’altezza a mezzo tacco. Le calze d’estate non sono obbligatorie e la depilazione delle gambe e di ogni altra parte del corpo deve essere perfetta e continua.
I capelli devono apparire sempre ben ordinati e con taglio alla moda ma non esagerato o stravagante.
Gioielli pochi ma ben visibili in modo che rendano l’aspetto signorile e sensuale allo stesso tempo. Niente cavigliere o braccialetti brasiliani; solo bracciali di perle oppure in argento o oro. Così anche le colane e gli orecchini.
Entrata nel nel negozio sono andata nell’ufficio di Mirta ed ho trovato una delle commesse, Erica, che non aveva la gonna e neanche la camicetta ma indossava un microscopico perizoma (string) bianco e reggiseno a coppa ricamato finemente anch’esso bianco.
Mirta era seduta su una sedia davanti al tavolo ma più scostata del solito dal bordo e le sue scarpe poggaite su di esso.
La ragazza era inginocchiata davanti e leccava la figa di Mirta che godeva per il trattamento che Erica le stava facendo.
Mi sono ritrovata a non essere gelosa ma capace di capire la felicità di chi subiva il trattamento con la lingua e la felicità di chi leccava.
Mi sono spogliata anche io guardando Erica e Mirta ed ho baciato Mirta profondamente in bocca con la lingua che entrava ed usciva e ne sono stata ricambiata.
Ho accarezzato ed ho toccato anche la ragazza che leccava ed ho scoperto essere bagnatissima, il perizoma era un inutile accessorio e l’ho sfilato. Avevo così a disposizione anche la figa ed il culetto della commessa.
Mentre la accarezzavo e le toccavo i capezzoli ho iniziato a raccontare, in presenza della commessa, tutto ciò ché era accaduto a casa di Bianca.
Il racconto ha molto eccitato Mirta che è venuta tre volte agitandosi sulla sedia e la ragazza è venuta anche lei a causa delle sollecitazioni delle mie dita che toccavano sia il clito che il suo buchetto posteriore.
Mirta alla fine mi ha concesso alla commessa che ho condotto per mano nella camera da letto e le ho levato il reggiseno, ultimo indumento indossato.
Eroca era molto bella e fascinosa grazie anche alle gambe molto lunghe e molto curate. Mi ha detto che aveva un fidanzato che la scopava tutti i giorni ma anche che sognava di avere un rapporto sereno e felice con una donna senza che lui lo sapesse.
Erica ha anche sussurrato ad un orechio con voce roca per l’eccitazione “Fammi sentire quanto sei eccitata, non penserai mica che io sono fatta di legno? È da molti giorni che, guardando i tuoi occhi ciò che fai con Mirta, sento crescere tra le mie gambe il desiderio della tua lingua ed ho voglia di succhiare ogni goccia del tuo piacere”
Queste parole mi hanno letteralmente sciolto tanto che non solo ho allargato le gambe, ma le ho facilitato il compito di leccarmi il clito sollevando la pelle che lo nasconde aiutata dal piecing Prince Albert.
La sua mano si è intrufolata in un attimo nella figa ed appena ho sentito le dita sfiorarmi il clito, ho premuto il ventre contro la sua mano iniziando a muovermi e rantolare.
No potevo fare a meno di avere unorgasmo e stavo per godere, lo sentivo. Anche lei se nìè accorta immediatamente dai miei movimenti e dalle mie contrazioni oltre che dal mio respiro che era diventato un lamento di piacere.
Le sue dita sono scivolate alla ricerca delle mie labbra gonfie e vogliose ma non ha fatto in tempo a trovarle perché, per la troppa eccitazione e per i movimenti, sono esplosa in un orgasmo incredibilmente potente che mi ha fatto mordere il braccio sinistro e respirare affannosamente.
Erica per un attimo ha avuto paura di avermi fatto male ma appena ha sentito il mio respiro placarsi ed ha visto le mie labbra sorridere in una smorfia di piacere, ha proseguito ad accarezzarmi fin quando l’orgasmo non è stato completo.
La sua evoluzione mi ha lasciato sfinita ma felice ed appagata.
Ho sollevato la mano e lei si è fatta vedere a succhiare le dita piene dei miei umori e del mio sapore.
La cosa mi ha fatto ancora una volta rabbrividire di piacere ed ho notato nei suoi occhi tanta voglia di continuare quel gioco. Ora ero io che la guardavo e lei non aveva paura del mio sguardo. Il luccicare dei suoi umori sulle labbra della figa mi ha fatto ancora una volta eccitare.
Lei era seduta con i gomiti puntati sul letto in attesa e posizione guardinga, allora mi l’ho spinta e lei si è lasciata docilmente andare sulle lenzuola accasciandomi su di lei quasi avventandomi a baciarle il collo mentre con una mano le carezzavo le gambe e risalivo lungo le sue cosce fino al loro punto di incontro, l’altra mano l’ho appoggiata alla sua guancia per rassicurarla ed allo stesso tempo sedurla.
La mano che era sulle gambe l’ho portata in un attimo sulla sua figa e con due dita le ho accarezzato quelle labbra gonfie e quel clitoride che sentivo pulsare sotto I miei polpastrelli. Ero ancora eccitatissima e più lasciavo scivolare le mie dita, più sentivo la voglia di avere le sue dita dentro di me a masturbarmi ancora.
Le ho poi chiesto di mettersi carponi ed io mi sono infilata sotto di lei per fare un 69. Erica si è mossa senza bater ciglio ed anche rapidamente. Per mettermi nella posizione più adatta mi sono alzata dal letto cercando e mi sono accucciata sotto di lei riprendendo ad accarezzarle il suo clitoride sentendolo gonfiarsi ancora di più.
Ho voltato la mia schiena verso la sua testa quasi per invitarla ad accarezzarmi nello stesso momento in cui io accarezzavo lei ma sembrava non capire le mie intenzioni. A quel punto io stessa mi sono avvicinata ancora di più quasi a strusciare il mio sesso sul suo viso.
Ho iniziato a baciarle le gambe, a muovere la mia lingua sulle sue cosce interne aspettando di vedere le sue gambe divaricarsi completamente come da lì a poco ha fatto poggiando i piedi sulla testata del letto.
Adesso la mia lingua era impazzazzita per lei e sentivo che anche lei stava impazzendo sotto i miei colpi.
Ho fatto sì che la lingua a scivolasse su l suo pube e sulle sue labbra ormai aperte. Sentendo il suo respiro sempre più frequente ed i suoi suoi muscoli contrarsi sempre di più, ho capito che era prossima all’orgasmo.
Ho dovuto sollevarmi un po’ ed è stato sorprendente il piacere che ho iniziato a sentire tra le cosce e, mentre la mia lingua stuzzicava senza freni il suo clitoride, le mie labbra lo succhiavano senza limiti.
Ho infine appoggiaato il mio bacino sulle dita di Erica che si facevano strada dentro di me masturbandomi piano e profondamente tanto da farmi impazzire.
Sentivo le sue grida di piacere ad ogni colpo della mia lingua e sentendo le sue dita riempirmi tutta, e ruotare dentro di me, non potevo fare a meno di ansimare anche io mandando il mio alito caldo su quella fighetta che meravigliosamente aperta mi offriva il suo profumato nettare ricco di ormoni.
Era meraviglioso poter succhiare ogni goccia e lasciar scorrere la lingua avanti e indietro sul ventre piatto di Erica e su quel clitoride prorompente che sentivo quasi scoppiare ad ogni colpo di lingua, inoltre era altrettanto meraviglioso sentire un altro orgasmo montarmi lentamente per farmi andare in estasi e farmi fremere dalla voglia di goderle sulle dita.
Abbiamo proseguito così per minuti interminabili durante i quali sentivo sciogliermi sulle sue dita e sentivo il suo nettare riempirmi sempre più la bocca.
Ero in balia di un qualcosa di sconvolgente che mi stava facendo impazzire dal piacere.
Le dita di Erica ruotavano e si muovevano alternativamente ed inoltre le sue gambe spalancate mi stavano ubriacando i pensieri.
Stavo vivendo un qualcosa di meraviglioso e la voglia di esplodere e godere ancora la sentivo crescere dentro di me in maniera impetuosa e sconvolgente.
Allo stesso tempo vedevo il suo ventre contrarsi ed il suo pube alzarsi ed abbassarsi cercando la mia lingua, che mai paga e sazia, continuava a tormentare il suo clito e ad entrare ed uscire da lei.
Ero al limite del parossismo.
Vedere Erica e sentirla gemere di piacere era uno spettacolo entusiasmante e forte dal punto di vista erotico e spingendomi più veloce sulle sue dita sono arrivata all’orgasmo emettendo un grido talmente forte che ha scosso pure Erica che mi ha guardata preoccupata per un attimo.
Lei nel sentirsi con le dita bagnate del mio piacere non ha tardato ad urlare il suo orgasmo ed a venirmi in bocca riempiendo la mia lingua del suo sapore.
Siamo rimaste in questa posizione alcuni minuti, il tempo necessario per recuperare un pò di ossigeno e stringerci in un abbraccio dandoci un bacio sulle labbra quasi per ringraziarci di ciò che ci eravamo regalate.
Mirta ripresasi ci aveva sorpreso mentre lesbicavamo ed è rimasta in piedi sulla soglia della porta assistendo silenziosa alla nostra performance. Lei mostrava le sue belle gambe su paio di scarpe alte, le tette era squassato dall’azione delle mani che tiravano i capezzoli e stringevano ora una ora l’altra mammella.
Le dita entravano velocemente nella figa e ne uscivano per violentare il grosso clito che chiedeva solo di essere sollecitato.
La abbiamo vista finire di strizzarsi le mammelle e contorcersi in un orgasmo che le ha piegato le gambe e l’ha fatta quasi cadere per terra con il fiato grosso.
Siamo andate a baciarla e lei ha gradito molto ricambiando il bacio per ognuna di noi infilando la lingua nelle nostre bocche.
Nel rivestirci lentamente prima di salutarci ci siamo confessate che ci sarebbe piaciuto provare ancora, magari con qualche oggetto a farci compagnia ma che ne avremmo riparlato cercando il modo di ripetere ed amplificare questa esperienza.
Quel giorno ho vissuto una esperienza talmente eccitante e piacevole che la sera non sono riuscita a prendere sonno se non dopo essermi sgrillettata ancora per almeno un’altra ora pensando alla speranza di avere al più presto le stesse sensazioni.

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