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Racconti Erotici Lesbo

A casa di mia zia

By 2 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Tre giorni dopo quella serata così indimenticabile, la mattina, appena alzata dal letto accesi il cellulare. Un istante dopo la musichetta del messaggio mi fa voltare di scatto; leggo l’sms..&egrave mia zia..mi chiede se sto bene e mi invita ad andare a casa sua quel pomeriggio per le quattro per vedere le fotografie delle vacanze.
Non ci ho pensato nemmeno un attimo e col cuore in gola le ho risposto che sarei andata molto volentieri; sapevo, o almeno speravo ardentemente che quel pomeriggio si sarebbe svolto in maniera del tutto differente.
Ma pochi minuti dopo ecco un altro sms; &egrave di Manuela, l’altra mia cara amica di sempre, che mi ‘rimprovera’ di non esserci ancora viste dopo il mio ritorno e mi ‘intima’ di fissare un appuntamento con lei in modo da raccontarci tutto, amori compresi, anzi soprattutto quello!
Manuela &egrave stata sempre l’amica alla quale mi sono affidata nei momenti di difficoltà, quando ero sola, senza amici; ma anche &egrave stata l’amica che mi ha spinta a superare la mia timidezza di ragazzina appena adolescente; Manuela infatti &egrave stata sempre piu spregiudicata di me, piu vivace, piu incasinata; &egrave stata lei a farmi comprare la mia prima minigonna, a 15 anni, ed &egrave stata lei a farmi conoscere il mio primo ragazzo; &egrave stata lei, al mare, a farmi mettere in topless, ma &egrave stata anche lei, per gioco, a darmi qualche bacio sulle labbra e ad insegnarmi a baciare.
Le ho risposto che mi sarebbe piaciuto vederci il mattino dopo a casa sua; immediatamente un sms di risposta in cui lei mi aspettava molto volentieri per le dieci ed era perfetto perché così non c’erano i suoi genitori a rompere.
Passai la mattina a farmi bella, una doccia rilassante, un po di depilazione, la scelta della biancheria intima, il vestito da mettermi, un po di musica’. Senza nemmeno accorgermene arrivò l’ora di pranzo; non avevo appetito , l’appuntamento con la zia aveva cancellato qualsiasi altro mio senso, compresa la fame; guardavo l’orologio con insistenza, spingendo il tempo a passare piu in fretta..cercavo di occupare le ore che rimanevano fingendo di leggere qualcosa, quando finalmente ecco..le 15,45.
Un ultimo tocco di trucco ed eccomi pronta; perizoma col pizzo, reggiseno a balconcino, minigonna bianca, maglietta celeste con gli strass, scarpe basse comode; i capelli sciolti, un po di ciuffetto sulla fronte, mascara appena accennato, un poco di fondotinta, rossetto rosa..perfetta!
Neanche cinque minuti e suono il campanello, il cuore che mi batte velocissimo; sudo, ma non tanto per il caldo estivo che ancora picchia forte in pianura padana, ma per l’idea di essere da sola con mia zia.
– Ciao tesoro!
– Ciao zia! La abbraccio e le do un bacio sulla guancia.
– Vieni tesoro, accomodati!
Mia zia, bella come sempre, aveva un vestito color prugna, con una generosa scollatura che metteva in mostra il suo seno ancora prospero e ben sodo.
Ci accomodiamo nella sala, accogliente come sempre; mia zia &egrave sempre stata piuttosto maniaca dell’ordine e della precisione, e la sala rispecchiava la sua personalità: un grande divano color crema, ad angolo, con dei cuscini marrone scuro a fare da contrasto, a fianco una piantana moderna e sopra il divano un arazzo indiano che rappresenta i fedeli mentre portano i doni a qualche dio; piu a lato, accanto alla finestra, un grande ficus, mentre nel mezzo della sala un tavolo per otto persone, con in mezzo un centrino e un vaso di fiori; ai lati quattro sedie antiche rendono l’atmosfera un po pesante anche se il contrasto fra il moderno e l’antico &egrave azzeccato.
Dall’altro lato della sala il tavolino con la televisione e una piccola libreria con i libri messi in perfetto ordine, senza un granello di polvere.
Mi siedo sul divano, con un sorriso un po forzato, con la tensione che mi sale sempre di piu, ma cerco di mascherare il tutto forzandomi di essere a mio completo agio. Era la prima volta che, a casa di mia zia, non mi sentivo al mio posto; a dire il vero, tutto era uguale ma tutto era diverso, l’atmosfera era diversa, le sensazioni diverse; mi sentivo come quando ci si sveglia nel proprio letto improvvisamente interrompendo un sogno molto profondo e realistico e ci si chiede in un attimo dove ci troviamo, che giorno &egrave, che ora &egrave’
– Allora, tesoro, inizia mia zia interrompendo il ghiaccio, come andiamo? Ti vedo tesa, come mai?
– Ma no, zia, va tutto bene.
– Ho capito, dai’e mi da un bacio sulla guancia appoggiando la sua mano sulla mia gamba nuda.
Un tremore mi pervade.
– Vieni qui, mi dice con voce calda e amorevole, abbracciami.
Abbraccio mia zia, le do un bacio sulla guancia e, nello spostarmi verso di lei, la sua mano che si era posata sulla mia gamba, la sento lentamente scivolare lungo le mie cosce e arrivare ben presto alle mie mutandine; con la consueta abilità, un suo dito scosta il lembo del tessuto e incrocia le mie labbra già infuocate; il dito con molta calma ed abilità inizia a muoversi languidamente fra le mie labbra che si dischiudono lasciando via libera ai miei umori che invadono sempre di piu la mia vagina sempre piu calda ed eccitata; il dito giunge a premere sul clitoride ormai turgido e prepotentemente eretto mentre il mio respiro si stava facendo affannoso e voglioso, ormai senza piu freni inibitori. Accorgendosi del mio orgasmo quasi imminente, mia zia toglie il dito dalle mie intimità e, senza dire una parola ma con un sorriso che valeva piu di mille discorsi, mi tolse la maglietta e la minigonna, mi fece sdraiare sul divano; con un’abilità che compete solamente ad una donna, mi slacciò il reggiseno e mi sfilò le mutandine.
Ecco, ora sono nuda, ansimante, tremante, eccitatissima, pronta a tutto.
Mia zia &egrave seduta dall’altro capo del divano, davanti a me; prende il mio piede destro, lo porta alla sua bocca e inizia a succhiarlo avidamente, un dito dopo l’altro; oddio, una sensazione unica, incredibile che non fa che accelerare i battiti del mio cuore e aumentare la mia eccitazione in modo esponenziale rispetto alle leccate sulle mie dita; appoggia il mio piede alla sua spalla, solleva l’altro mio piede e riprende a succhiarlo, leccarlo, baciarlo; io tengo gli occhi chiusi, non voglio perdermi un solo momento di quegli istanti così meravigliosi che non so se mai si ripeteranno.
Ora entrambi i miei piedi sono sulle sue spalle, le gambe allargate quasi come se fossi seduta sul lettino ginecologico; mia zia abbassa lentamente la testa fra le mie gambe, inizia a leccarmi le caviglie, i polpacci, le coscia; mi piega le gambe in modo che le ginocchia siano quasi a contatto col mio seno, ma con le gambe oscenamente aperte, con le labbra completamente aperte e gocciolanti di umori, con l’orgasmo appeso ad un filo. In maniera automatica mi metto le mani attorno alle ginocchia per mantenere ben salda quella posizione, mentre sento l’alito di mia zia soffiarmi nella vagina e improvvisa e lacerante la sua lingua che si introduce nel mio sesso e lo tormenta mentre col pollice riprende a stuzzicare il clitoride ormai saturo e eretto che piu di cosi &egrave impossibile; i miei gemiti penetrano l’atmosfera della stanza, finch&egrave un mio grido piu forte annuncia il mio orgasmo, il mio fiume che ha inondato la lingua di mia zia, le sue labbra che si sono avidamente abbeverate del succo della nipotina.

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