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Racconti Erotici Lesbo

Alice – 3° – prima parte

By 5 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La mattina ritrovai il vestito del giorno prima e l’indossai senza farmi dei problemi per la mancanza dell’intimo. Salì su e,dopo essermi lavata,andai in cucina dove trovai Tamara.
Quella mattina era ancora più bella e sexy,anche se avevo fatto l’abitudine ai suoi miniabiti,non potei non notare quanto era eccitante vestita così. A pensarci bene un po’ il fatto mi turbò,non avevo mai vista nessuna donna sotto quest’ottica,quasi da maschio voglioso di sesso.
Avevo sempre considerata l’omosessualità,sia maschile che femminile,una depravazione o peggio una malattia incurabile,ma lei stava demolendo coi suoi sguardi queste mie convinzioni.
Mentre facevamo colazione non smettemmo mai di fissarci a vicenda,non riuscivo proprio a toglierle gli occhi di dosso e lei non fece niente per non stuzzicarmi.
Quando si alzò si mosse sinuosa,quasi sculettando,ma senza essere volgare,per poi sedersi su un divano accavallando le gambe per mostrarmele ancora meglio.
“Vieni a sederti qui vicina a me che facciamo due chiacchiere.”
La presi come se fosse una sfida ai miei principi,così cercai d’imitarla nel modo di camminare e la raggiunsi sedendomi molto vicino a lei.
Come se non bastasse cominciò a parlare di lingerie,di come la faccia star bene il raso sulla pelle e come sia stimolante sentire la parte bassa del perizoma fra le labbra della fica le rare volte che l’indossava. Mi parlò anche della sua scelta di escludere gli uomini dalla sua vita sessuale,avendoli trovati noiosi e troppo simili tra loro nelle prestazioni,e di come invece le donne siano molto più aperte nel provare nuove emozioni.
Io che ero abituata a parlare di ben altro con le mie amiche andai presto in crisi,iniziai a darle sempre ragione solo per sentirla parlare ancora fino a che non mi colpì con qualcosa di peggio di un pugno allo stomaco.
“Alice l’hai mai fatto con una donna ?”
Me lo chiese come si può chiedere l’ora ad uno sconosciuto,con una naturalezza sconvolgente.
“No,no.” Le risposi quasi vergognandomi.
“E non sei curiosa di sapere com’&egrave ?”
Ne avevo una voglia matta,ma avevo appena conosciuto quello che credevo fosse l’uomo della mia vita e non me la sentivo di tradirlo.
“Tamara sai che sto con Romeo e quindi..”
Non finii la frase che lei mi baciò con passione e ben presto aprì la bocca.
Le lingue s’incontrarono fra le nostre labbra,si sfiorarono fino ad intrecciarsi e mi scoprì eccitata da quella situazione. Tutti i miei tabù si sciolsero come neve al sole e mi sembrò la cosa più naturale del mondo stare seduta con una donna bellissima che vuole solo farmi godere.
Ci alzammo insieme,Tamara sfilò prima il mio vestito e subito dopo il suo,mostrandosi in tutta la sua bellezza.
Mi abbracciò stringendosi quasi con forza,sentì il suo sesso premere contro il mio scoprendo che siamo entrambe già umide.
“Alice sei bellissima.” mi sussurrò all’orecchio
“Tu di più e io ti voglio.”
Mi prese per mano e mi portò di sotto,il letto &egrave ancora sfatto,ma nessuna ci fece caso.
Ci trovammo abbracciate più di prima,le nostre gambe s’incrociarono mentre ci baciavamo con passione. Tenevamo le bocche premute l’una contro l’altra rotolando su quell’immenso letto,stando ora di fianco,ora una sopra l’altra.
In realtà non sapevo che fare non avendo mai avuto esperienze lesbo,così mi lasciai guidare da Tamara che di certo ne sapeva più di me.
Sentì la sua mano scendere sul mio seno,palparlo con cura per poi finire a stringermi i capezzoli fra le dita. Io feci le stesse cose,certo ero più impacciata,ma lei sembrò gradire lo stesso. Quando la sua mano scivolò in mezzo alle mie gambe mi uscì un lungo gemito di piacere,cercai di muovere la mia,ma mi trovai paralizzata dal piacere. Un suo dito s’impossessò dello spacco ormai aperto e bagnato,mentre altre due strinsero le grandi labbra contro il primo.
“Tamara sto impazzendo,sei fantastica.”
”Voglio solo vederti godere fra le mie braccia.”
“Mm si continua,fammi quello che vuoi.”
Tamara non aveva certo bisogno del mio incoraggiamento,continuò a masturbarmi in quello strano modo che non conoscevo,ma che dava un piacere unico finch&egrave non decise di dedicarsi al clito. Lo stinse con due due che muoveva come se volesse segarlo al pari di un membro maschile,in effetti era duro e dritto proprio come un piccolissimo cazzo,e quei movimenti mi mandarono in estasi.
Quando poi la sua bocca lasciò la mia per dedicarmi la mio sesso mi si annebbiò la vista,tanto era il piacere che provo.
Usava la lingua come se fosse un dito,mi entrava nella passera,vogliosa e ormai ridotta ad un lago, mettendola tutta dentro e succhiando quello che si trova nelle vicinanze mentre sentivo l’orgasmo sempre più vicino. Poi non resistei più,le schiacciai la testa contro la fica e urlai il mio piacere,lavandole il viso coi miei umori che ormai non avevano più freni. Tamara si fermò ma non si mosse finch&egrave non sentì che il mio respiro torna a livelli più normali,e solo allora so spostò per baciarmi.
La sua bocca aveva un gusto diverso,alla sua dolce salive si aggiunse il sapore del mio piacere,in un mix che volevo non finisse mai,il cui gusto mi riempì non solo il palato,ma anche la mente..
Solo dopo aver gustato quel nettare decisi che dovevo essere io a farla godere,così mi spostai fino a trovarmi con la sua fica davanti alla faccia e qualche idea confusa in testa,ma lei capì il mio imbarazzo da perfetta imbranata.
“Alice non puoi farmi male,fai quello che vuoi,quello che io ho fatto a te o che vorresti facessero a te,ma soprattutto lasciati andare.”
Così m’avvicinai ancora di più a quel paradiso nero,allungai la lingua e la feci passare dal buchino fino all’inizio delle grandi labbra.
La sentì gemere e di certo non stava fingendo,anche perché non ce ne sarebbe il motivo,così la leccai di nuovo in quel modo,e poi ancora e ancora.
Era come se fosse diventata mia,una donna da far urlare di piacere,in barba ad ogni mio vecchio principio dettato dalla morale.
Tamara stentava a stare ferma,mi stringeva la testa fra le sue gambe che muoveva in continuazione.
“Si Alice,vedi che sei brava,mi stai facendo godere.”
Io cercai d’aiutarmi con le mani per tenerle le gambe aperte,ma non fu certo facile,alla fine le feci scivolare due dita dentro e presi a sditalinarla con forza. Lei mi strinse la testa in mezzo ai seni finch&egrave non venne schizzandomi sulla mano il suo orgasmo. Non avevo mai vista nessuna venire in quella maniera,sembrava davvero un uomo per come i suoi getti erano lunghi e sostanziosi,e appena potei,me li portai in bocca per assaporarne il gusto.
Restammo a lungo in silenzio sul letto fino a che non venne l’ora di pranzo,io pensavo a quello che era appena successo e se o come dirlo a Romeo,ma anche ad immaginare la sua reazione.

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