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Racconti Erotici Lesbo

AMICHE DEL CUORE

By 29 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

AMICHE DEL CUORE

Il mattino dopo mi svegliai con un dolore lancinante fra le gambe. La violenta scopata con lo sconosciuto ragazzo dello sportello di sostegno agli studenti si stava facendo sentire: avevo la vagina in fiamme, e per di più, ero ancora senza dispense di matematica. E mancavano solo due settimane all’esame!
Floriana. Solo lei poteva aiutarmi. La mia amica del cuore, la mia confidente. E, cosa che al momento era fondamentale, mia compagna di facoltà. Presi il telefono e le spiegai che non stavo bene: poteva, per favore, portarmi le sue dispense a casa, così potevamo darci un’occhiata insieme? Mi disse subito di sì.
Un’ora dopo, era da me. ‘Cos’hai, Vera, l’influenza?’, chiese subito, entrando in camera e trovandomi a letto. ‘No, che influenza’, le risposi. E poi, ben conoscendo la sua tolleranza in fatto di sesso ‘ Floriana aveva scopato per la prima volta a 15 anni con il suo boy friend dell’epoca e da allora non aveva mai smesso, pur avendone cambiati una ventina, di boy friend ‘ le raccontai della violenta scopata del pomeriggio prima.
‘Mamma mia, Vera – commentò ridendo -, &egrave passata una settimana da che hai lasciato Mimmo, e già ti dai da fare! Sei proprio una zoccolona!’, e giù risate.
Provai a ridere anche io, ma avevo dolori davvero violenti al sesso, e la mia risata divenne una smorfia di dolore.
Floriana mi fu subito vicina. ‘Vera, devi farmi vedere cos’hai: non vorrei che ti avesse lacerata, quell’imbecille’.
Esitai. Va bene essere amiche del cuore, va bene pure confidarsi le avventure sessuali’ma farle vedere il mio sesso, quello proprio no!
Ma Flo aveva già afferrato la coperta e l’aveva ammucchiata in fondo al letto. ‘Fammi vedere, su’, disse dolcemente, sedendosi sul materasso. La sua voce gentile e il suo sguardo amichevole mi convinsero. ‘E va bene’, sospirai, rassegnata.
Mi sollevai la camicia da notte scoprendomi il sesso: non portavo mutandine, sotto, la pelle era così irritata da non tollerare il contatto con la stoffa.
Alla vista della mia fichetta, Flo fischiò. ‘Quant’&egrave bella ‘ disse, franca -. Non la immaginavo così. E’ perfetta’.
‘Non fare la deficiente ‘ risposi, seccata -: &egrave una fica come le altre’.
‘Falso ‘ ribatt&egrave lei -, &egrave molto meglio delle altre, innanzitutto hai’tutti questi peli, neri, ricci, foltissimi. E da sotto, spuntano queste labbra carnose, morbidissime. E’ tutta da mangiare. E’ la più bella fica che io abbia mai visto’.
Arrossii ma non resistetti alla tentazione di chiederle: ‘E quante ne avrai viste mai?’
‘Più di quante tu immagini’, mi rispose, sorridendo.
Poi si chinò su di me e disse: ‘Vabb&egrave apri ‘ste gambe, fammi vedere che c’hai’.
Aprii. Floriana mi mise le mani sulle ginocchia, le divaricò e si piazzò di faccia davanti alla mia vulva. Passarono diversi secondi, lei taceva e io anche. Poi, sentii che mi soffiava con leggerezza sulle labbra. ‘E’ per scostare i peli ‘ sussurrò ‘ sono così folti che non riesco a vedere se hai ferite’.
Mentre parlava, sentivo il calore del suo fiato sulle grandi labbra. Avvertii una strana smania impadronirsi di me. Un calore familiare, che mi scendeva lungo la spina dorsale. Sentii che potevo bagnarmi, e cercai di trattenermi: non volevo assolutamente che la mia amica se ne accorgesse. Lei sembrava meno emozionata. Con grande naturalezza disse: ‘Mò rilassati, Vera: te l’apro un po’, per vedere se c’hai qualche feritina dentro’.
Mi mise due dita sulle grandi labbra e le aprì, a petalo. Io rabbrividii e rimasi immobile, a occhi chiusi, già sapendo che l’umidore che mi si stava formando mi avrebbe tradita. Flo mi guardò il sesso, poi la sentii rassicurarmi: ‘Ferite nada, sei contenta? Ce l’hai solo molto irritata’ e subito dopo: ‘Ma stai tutta umidiccia, Verò, tutta schiumetta bianca e lucidissima’.oh, ma che te stai a eccità?’.
Ecco, mi aveva beccata. Ora, lasciatemi dire una cosa: di scandalizzarsi, Floriana, non era tipo. Prima di tutto, era proprio una mezza ninfomane, lei; e poi sapevo che, nella sua smania sessuale, aveva avuto più di una esperienza lesbo. Ugualmente però mi seccava che mi avesse sgamata così: eravamo amiche da anni, e non volevo che questo mio turbamento potesse rovinare tutto.
‘Ma che eccitarmi? Ma va’studiamo, dai’. Lei si sollevò e io mi alzai dal letto, sempre un po’ dolente. Sedemmo alla scrivania, con le dispense davanti, e cominciammo a studiare. Ma fra noi c’era una strana atmosfera, una sorta di tensione sessuale causata dalla consapevolezza che le sue dita mi avevano fatta bagnare, e che ora, mentre studiavamo, io ero senza mutandine. Come ad indovinare i miei pensieri, Flo mi poggiò la mano sul ginocchio. ‘Come va, Vera? Ti fa tanto male?’, mi chiese con la sua voce morbida.
Mi sentii sciogliere. ‘Insomma’, mormorai a mezza voce. ‘E’ che i maschi sono così violenti, a volte ‘ mormorò lei, accarezzandomi il ginocchio con grande delicatezza ‘ e invece noi donne abbiamo bisogno di tenerezza. Vuoi che ti faccia un massaggio leggero, magari con un unguento che ho con me?’.
‘Un unguento? Di che si tratta?’, chiesi.
‘Sai che vano scopazzando qua e là ‘ rispose -: e di tipi impetuosi come il tuo occhialuto di ieri ce ne sono un mare, in giro. Perciò, la mia ginecologa mi ha dato quest’olio lenitivo. a base di mandorle, ma con una goccia di mentolo rinfrescante. Un balsamo delizioso, giuro; dai, te ne metto un po”.
‘Va bene’, risposi, dirigendomi sul letto.
Mi stesi e Flo venne verso di me con una piccola boccetta rosata e l’aprì, spargendomi un po’ di olio sulla vulva. ‘Ora tranquilla’, sussurrò, e cominciò a massaggiarmi l’olio sul sesso, da fuori. Sentii immediato sollievo: una sensazione di freschezza unica.
Flo prese a mettermi l’olio anche dentro la fica. Dolcemente, con calma, portando sollievo e freschezza laddove prima c’era dolore e bruciore. ‘Va meglio vero?’, mi domandò. Annuii, lasciandomi coccolare dalle sue dita leggere, che mi accarezzavano la vulva da dentro e da fuori, prendendosene cura. Il balsamo mi penetrava nella mucosa irritata e mi dava conforto. Mi rilassai, un po’ perché le cure dolci di Flo stavano alleviando il mio fastidio, un po’ perché avevo voglia di godere della bella sensazione delle sue carezze.
La mia amica massaggiava, ancora delicatamente, le mie grandi labbra e la vagina dall’interno. ‘E’ molto bella la tua fica ‘ sussurrò ‘, te l’ho già detto. E’ di un bel fucsia carico, che fa un contrasto delizioso con la montagna di peli neri che c’hai su. E poi &egrave’.grandissima, e soffice. E si apre facilmente’, continuò, mettendomi due dita ad allargare le labbra per mettere a nudo l’interno.
Deglutii. Iniziavo a sentirmi eccitatissima: le sue carezze si facevano via via più insistenti, e più mi bagnavo ‘ e sapevo che quella volpona di Flo se n’era più che accorta ‘ e meno dolore sentivo.
‘Solo che non riesco a vedere il clitoride’, mormorò la mia amica. La sua voce era diversa, adesso, arrochita dall’eccitazione.
‘No?’, chiesi, come incuriosita, cominciando un gioco erotico che immaginavo delizioso.
‘No no, proprio non si vede’, rispose Flo, prendendo al balzo la mia provocazione.
‘Cercalo’, le dissi, invitante.
Non se lo fece ripetere: mi infilò un dito nella fica, e disse: ‘Io cerco. Tu però se ti fai male dillo’. E cominciò a muoverlo dentro di me. Era un delizioso solletico, delicato e insieme insistente, non mi lasciava scampo.
‘Trovato?’, domandai?
‘No- , mi disse -, devo proseguire la mia ricerca. Abbi pazienza, so che &egrave fastidioso, ma devo farlo’.
‘E va bene, &egrave un sacrificio cui mi tocca sottopormi’, continuai.
Flo invece l’aveva trovato eccome, e me lo strofinava morbidamente, con il suo piccolo dito sottile, guardandomi il sesso. Ogni tanto sollevava il viso verso di me e mi trovava incantata, a fissarla mentre mi frugava tra le gambe. Il gioco si faceva sempre più intrigante e sexy, così quando mi prese il clitoride tra pollice ed indice, saltellai quasi sul letto, facendole capire con un gridolino le mie sensazioni.
‘Ehilà ‘ scherzò lei ‘ mi sa che l’abbiamo trovato, eh?’.
‘Già’..- mormorai più eccitata che mai – ora che succede?’.
‘Ora ‘ mi rispose Flo ‘ devo curarlo. Povero piccolo, tutto indolenzito e sofferente, per colpa di quel brutto cazzo grosso di quel maschio fetente’Piccolo, come stai? Lo vuoi un bacino? Che dici Vera, posso baciarlo?’.
Non riuscii a rispondere: la voglia era troppa, adesso. E così mi limitai ad annuire, spingendole la testa fra le mie gambe.
Floriana mi penetrò con la lingua e cominciò a scoparmi. Davvero: non mi leccava, mi scopava, proprio. Sapeva usare la linguetta in modo stupendo, entrava ed usciva rapidissima, sbattendola dappertutto, ogni tanto mi succhiava il clitoride, poi quando si accorgeva che stavo per venire, si interrompeva e riprendeva a scoparmi. Era delizioso, una tortura meravigliosa, divina. Poi smise di scoparmi e cominciò a leccarmi. A lingua distesa, mi leccava avidamente tutta la fica, che ora era aperta e bagnatissima.
Mi sentivo bollente, era come se tutto il piacere del mondo fosse concentrato lì, nei miei lombi desiderosi di muoversi ed andare incontro all’orgasmo.
Lei sembrò intuire i miei desideri. ‘Quando non ce la fai più ‘ mi disse ‘ dimmelo che ti faccio venire’.
Avrei voluto godere subito, ma era troppo bello star lì, a cosce aperte a farsi leccare la fica dalla mia migliore amica. Così bello, che era un piacere che avrei voluto prolungare per sempre. Ma quando Flo mi prese il clitoride tra le labbra e lo strinse leggermente, sentii il fuoco che mi invadeva il ventre e gridai: ‘Oddio Flo, godo!’
Lei mi prese per i glutei e si avvicinò di più alla mia vulva. Spingeva la lingua dentro, un attimo, e poi stuzzicava il clitoride con la lingua, e poi di nuovo una spintarella, e di nuovo una strizzatina al clito, e le venni in bocca, gridando, contorcendomi, impazzita di piacere.
Rimasi immobile e sudata sul letto per un paio di minuti, poi vidi Flo che si era infilata le dita sotto la gonna e si toccava la passera. Capii che era mio dovere, adesso, farla godere.
Esitai solo un attimo: non avevo mai pensato al sesso con una donna!
Ma non mi feci fermare da alcun dubbio. Spogliai rapida Floriana e la feci sedere a cosce aperte sul bordo del mio letto. La sua vulva era diversa dalla mia: completamente depilata, era piccola e, sembrava, stretta. Ma quando la toccai, vidi che le piccole dimensioni erano solo esterne. Dentro, la fica di Flo era enorme, una caverna rosa pallido dilatata e bagnatissima. La penetrai con un dito, poi due, e la massaggiai con decisione. Lei spalancò di più le cosce. ‘Mi piacerebbe che mi leccassi ‘ disse con franchezza ‘ma mi rendo conto che come tua ‘prima volta’ con una donna, &egrave fin troppo questo. Avremo altre occasioni’, e così dicendo rise scoprendo la sua bella chiostra di denti candidi e scuotendo i lunghi capelli biondi. Mi sentii eccitatissima, e le ficcai di più le dita nella passera, avida, curiosa. Era strano masturbare un’altra donna: io conoscevo solo il mio corpo, quando Mimmo, adorante, mi chiedeva di toccarmi da sola, per il suo piacere.
Entrare con le dita in una fica era’.stupendo. Il calore si irradiava ad onde sui miei polpastrelli bagnati, i muscoli vaginali mi stringevano intorno alle dita, e nell’aria si sentiva un profumo di sesso assolutamente afrodisiaco.
Le presi il clitoride tra le dita e lo titillai, facendola gemere. Mi spinsi fino al punto G e la feci saltare sul materasso, ma scoprii anche che lei lo conosceva già. Le tirai la pelle cedevole delle grandi labbra, esplorai, spinsi, frugai. Ero in estasi, e lo era anche Flo, che ad un certo punto mi chiese di farla godere.
‘Ora chiavami, Vera’. Ubbidii. Le spinsi due dita nel fondo della passera aperta e andai dentro e fuori, sempre più veloce, finch&egrave la vidi strabuzzare gli occhi e percepii nettamente un liquido più caldo che mi bagnava le dita, mentre lei chiudeva gli occhi e si piegava in avanti e rantolava.
Il ‘dopo’ fu bello, piacevole e leggero come un qualsiasi pomeriggio tra amiche del cuore. Studiammo, mangiammo qualche biscotto, lei mi confidò di un tipo con cui se la faceva in quel periodo. Io risi molto, le raccontai il mio dispiacere per la fine della storia con Mimmo, ma anche la assoluta inevitabilità della fine di questa storia.
Al tramonto, quando Flo se ne andò per tornare a casa, eravamo tornate le ragazze giocose e chiacchierone di sempre.

Gioialuna

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