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Racconti Erotici Lesbo

“Anche tu quando hanno distribuito le tette eri assente?”

By 24 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa sera un uscita a quattro, non mi entusiasma la cosa ma Matteo vuole farmi conoscere la sorella, accetto a malincuore, io per questa sera avrei avuto altri programmi.
Io e Matteo stiamo assieme da qualche mese, la passione tra di noi è ancora alle stelle, vorrei passare ogni attimo della giornata con lui, non certo a chiacchierare con sua sorella.
Cerco qualcosa di sobrio nell’armadio, pantalone lungo nero e maglietta a fiori, le decoltè mi danno quel tocco di eleganza in più.
Aspetto Matteo all’angolo battendo il tacco sul marciapiede, mi sto annoiando.
Arriva con il BMW del padre che trovo estremamente eccitante, salgo in macchina.
Lo bacio subito, sento che la sua guida è nervosa, io ho voglia di lui, ma è così lontano da me, cerco di distrarlo, avvicino le labbra al suo collo, lo bacio. ‘Smettila dai dobbiamo andare a cena, non ti ricordi?’ mi interrompe, ‘Si lo so… una sveltina prima?’ ci provo, non risponde continua a guidare, non è un NO, con le dita comincio ad accarezzare la sua gamba, mi prende la mano e la toglie ‘Vuoi stare ferma, Emma!’. Ok capito il messaggio, me ne sto zitta e buona.

Arriviamo in pizzeria, Matteo mi presenta sua sorella Mara e il suo compagno Marco, rimango senza parole, lei è bellissima, capelli neri lunghi ricci, due occhioni scuri e profondi, ma il mio sguardo va al suo seno, non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
Lei si siede difronte a me, Matteo alla mia sinistra, ad ogni boccone, quando abbasso la testa i miei occhi cadono costanti sulle sue tette.
Parliamo tutta la sera, anche se lei ha dodici anni più di me (io 18, lei 30), siamo così affini.
Quel seno non mi sembra naturale, non credo sia il caso di chiederle se è vero o meno, e comunque è troppo bello.
Solo verso la fine della serata, mi conferma che madre natura non è stata generosa con lei, mi lascio scappare la mia solita frase ‘Anche tu quando hanno distribuito le tette eri assente?’ lei sorride, mi racconta dell’intervento che l’ha portata da una seconda ad una quarta abbondante.
‘Sono così belle. Le vorrei anche io’ Le dico, Matteo mi fulmina con lo sguardo, lei ride.
‘Vuoi toccarle?’ mi chiede, ‘Si!!’ rispondo senza pensarci, arrossisco e abbasso lo sguardo.
Finita la cena, Marco e Matteo si allontanano per fumare, a lei da fastidio il fumo e io preferisco di gran lunga la sua compagnia ad una sigaretta.
‘Ti va di passare da me domani per un caffè? Così se vuoi le puoi toccare.’ mi chiede facendomi l’occhiolino, ‘Certo.’ rispondo entusiasta.
Ci salutiamo è ora di andare, baciarle le guance mi fa uno strano effetto, così piacevole.
Sono così euforica che in macchina non parlo d’altro, noto lo sguardo teso di Matteo, gli prometto che domani mi farò perdonare, ma ora è tardi, devo andare a casa.

Aspetto con ansia il momento di incontrarla.
Passa a prendermi a casa ha una tuta da ginnastica, senza trucco, io la trovo comunque incantevole.
Sono nervosa, non so cosa fare, lei lo capisce e parliamo un po’ di tutto, soprattutto di uomini.
Entriamo in casa, mi viene spontaneo chiedere ‘Ma Marco non c’è?’ ‘No, possiamo essere più libere senza di lui, no?’ Mi guarda con aria maliziosa, le sorrido e annuisco.
Sono immensamente imbarazzata, mi offre un caffè, parliamo tanto è quasi passata un ora, quando lei mi chiede ‘Ma non volevi toccare le gemelle?’ abbasso lo sguardo, arrossisco ‘Si.’
Lei capisce il mio imbarazzo, si alza prende una bottiglia di vino e due bicchieri.
‘Vieni con me sul divano, staremo sicuramente più comode.’ mi sorride, la seguo.
Ci sediamo sul divano, con le gambe incrociate, siamo una difronte all’altra, è così bello guardarla, i suoi occhi, il suo sorriso, sorseggio nervosamente il vino, ho la bocca asciutta il cuore in fibrillazione, non capisco perché so solo che vorrei baciarla.
Mi scosta i capelli dal viso, mi sento morire quando sento le sue mani sulla mia pelle, scende con la mano sul mio braccio, la seguo con lo sguardo, sento che il mio respiro cambia, sento che quello che provo è sconosciuto e assolutamente piacevole.
Mi inumidisco le labbra, quando la sua mano, accarezza la mia coscia, non riesco ad ascoltarla, non so nemmeno cosa stia dicendo, annuisco, mi inumidisco le labbra di nuovo, lei si avvicina, le sue labbra socchiuse, io mi avvicino a lei, le sue labbra si appoggiano alle mie, la sua lingua che gioca con la mia, il vuoto totale, potrebbe crollare il mondo e io non me ne accorgerei.
E’ una sensazione così diversa, così devastante.
Un attimo di lucidità e mi sposto indietro, lei mi guarda ride ‘Sei sconvolta?’ mi chiede, non so cosa rispondere, abbasso lo sguardo. ‘Vuoi che ti porti da Matteo?’ ‘No.’ è l’unica cosa che riesco a dire, mi avvicino a lei con le labbra socchiuse, un po’ titubante, sembra attenderle, le sue labbra sono cosi morbide, così eccitanti.
Sento le sue mani che si insinuano sotto la mia maglia, mentre mi accarezza il seno, la sua mano è ferma e decisa, ma nello stesso tempo estremamente dolce.
Non so come, non so perché, la butto sul divano, mi metto sopra di lei e continuo a baciarla cercando la zip della felpa, la abbasso, ed ora posso guardare quello che fino ad ora avevo solo immaginato, il suo seno, resto li immobile a guardarlo, rotondo perfetto, mi ricorda la gelatina.
Sono sconcertata e stupita, innamorata di quel seno, non riesco a non ammirarne la perfezione, l’accurato lavoro chirurgico, oggi sono qui per questo no?
Avvicino le labbra, comincio a baciarlo soffermandomi sui capezzoli, leccandoli, succhiandoli, cercando il suo sguardo si approvazione.
Ascoltare il suo respiro e sentirla gemere, è così travolgente, la mia mano scende lungo il suo addome, mi infilo nei suoi pantaloni. Mi fermo la guardo titubante, i suoi occhi sono dolci, rassicuranti, appoggia la mano sulla mia, mi fa capire che posso…..devo continuare.
La mia mano si muove sotto la sua, io la assecondo, è una sensazione così strana, le sfioro il clitoride, ‘Mettile dentro.’ mi sussurra, trattengo il respiro prima di far entrare in lei due dita.
E’ calda, bagnata, comincio a muovere le dita come piace a me, farle entrare e uscire piano, veloce, piano, farle roteare, piegarle e stenderle dentro di lei. Le bacio il seno, quel seno il motivo per cuoi sono qui ora. Lei geme, ansima, io mi sento al settimo cielo.
Ora sono curiosa, curiosa di sapere che sapore ha, adoro leccarmi le dita, adoro il mio sapore.
Tolgo la mano e porto le dita alle labbra, quel movimento che conosco bene, quello che fa impazzire gli uomini quando quelle stesse dita sono state dentro di me, le succhio una ad una guardandola negli occhi, mi stupisco quel gusto non è poi così diverso dal mio.
Appoggio le mani sui suoi fianchi le sfilo il pantaloni, lei alza il bacino per facilitarmi, le bacio i seni ancora, mi spiace abbandonarli, le bacio l’addome, mi metto tra le sue cosce, rimango ad ammirarla, così luccicante, così bella.
Avvicino la lingua la passo lungo tutta la fessura, per poi infilarla dov’erano state le mie dita, assaporarla, ennesimo vortice di sensazioni, una fitta all’addome, una sensazione di calore strana.
‘Vieni qui, baciami!’ La sua voce mi riporta nel mondo reale, non me lo faccio ripetere due volte.
Un altro interminabile bacio, le sue mani vanno sui miei jeans li apre, li sfilo e tolgo anche il perizoma, li appoggio per terra, mi sfila la maglia, ho un paura, lei se ne accorge, ritorna a baciarmi, e mi spinge piano sul divano.
Le sue labbra scivolano sul mio collo, poi sul seno, la sua lingua gioca con i capezzoli eretti e gonfi, li morde, li succhia come nessun altro ha mai fatto prima.
Sento le sue dita muoversi dentro di me, le sue dita sicure.
Alza lo sguardo, guarda l’ora ‘Tra poco arriva Matteo.’, annuisco, non mi interessa.
Appoggia le mani sulle mie ginocchia, le apre, sento la sua lingua sull’interno coscia salire piano, sento mentre sfiora il clitoride, quando soffia, la sento dentro di me.
Quei movimenti lenti che mi turbano, quando ritorna a dare dei piccoli colpi sul clito, le sue dita di nuovo dentro di me, gemo, ansimo, un breve tremore, una scossa lungo la schiena, la trattengo tra le mie gambe.
I suoi movimenti ora sono lenti, così delicati, la mie gambe scivolano giù, mi bacia l’addome, mi guarda con aria soddisfatta.
Sono immobile su quel divano, a contemplare i suoi occhi, si avvicina, mi bacia la fronte.
‘Vado a fare la spesa, tu aspetta Matteo.’ mi dice rivestendosi.
Continuo ad ammirarla, mentre si riveste, si avvia verso la porta.

Quando esce i miei pensieri tornano a lei, a quello che ho provato, ci penso, ripenso e ripenso.
Suona il campanello, vado ad aprire, sono ancora completamente nuda.
E’ Matteo lo tiro a me prendendolo per la maglia, lo bacio.
‘Mi devo far perdonare per ieri sera. Vero?’

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