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Cartomanzia – 19a parte – Imprevisti sviluppi

By 15 Aprile 2022No Comments

Centellinando un whisky invecchiato 30 anni, rifletteva sogghignando: la bottana ormai si era assuefatta alla minchia e voleva interrogarla su questo aspetto, la prossima volta che l’avrebbe ipnotizzata: probabilmente aveva superato tutti gli stupidi pregiudizi da brava mogliettina fedele e quindi, tra l’altro, si sarebbe anche sentita in debito con lui! Fece una grassa risata solitaria.
Poi Vito, che aveva agganciato un’altra e faceva il misterioso… Quel chiappesecche gli aveva detto al telefono che aveva una ripresa che sarebbe piaciuta molto ai loro “amici”: di una legata ad una ringhiera fottuta da chiunque passi…
“Bah… vedremo! -pensò- Metti che trovi davvero una che vada bene, magari la mettiamo in batteria con la bottana giovane.. e con la vecchia, l’avvocato, vah!”
E anche quella lesbicaccia di Martina: è davvero brava a preparare i film, a installare le telecamere ed a gestirle da remoto per avere i migliori dettagli; era in fondo contento di averla trovata!
Si strinse un capezzolo tra le dita, guardando lo schermo: Vito aveva fatto un bel lavoro, finalmente aveva seguito i suoi consigli!, e le riprese erano buone, abbastanza nitide e ben mirate e le situazioni eccitanti; la nuova «amica» di Vito aveva una bella figura ed anche una vaga rassomiglianza con la loro troia ipnotizzata; considerò per un attimo l’idea di spacciarla per Paola, ma la figura di questa era più piena più.. femminile nonostante le tette più piccole, anche se… fermò il video, poi lo fece scorrere lentamente all’indietro per un poco ed alla fine lo fermò, ingrandendo l’inquadratura.
Studiò per un pochino l’immagine, poi si alzò e da un altro computer caricò un altro filmato, facendo scorrere rapidamente fino al punto che voleva; alla fine fermò il clip e si concentrò anche su quella immagine, confrontandola con quella congelata dell’altro schermo.
Come il sole che si fa strada nel buio della notte fino ad allargarsi ad illuminare il mondo, il suo sorriso si allargò fino a farla ridere ad alta voce.
Il russare lo aveva svegliato e la sua mente vagava, dopo aver scosso la moglie per farla quantomeno russare in modo meno fragoroso, in attesa che il sonno lo abbracciasse di nuovo.
Come un dito che sfiorasse il dorso di sottili fascicoli e si fermasse casualmente su uno, la sua mente gli riportò alla memoria quando erano appena tornati dal viaggio ed avevano incontrato le figlie ed il nipote per andare al mare tutti insieme.
Paole’, che era sempre stata una ragazza timida, tranquilla, senza grilli per la testa, anche se sposata con quel minchiamolla di Giulio, era… cambiata; sì, decisamente cambiata! Era diventata una femmina sfacciata, che ti provocava con lo sguardo, la maniera di muoversi, le cose che diceva, come vestiva…
Che panciata di minchia dura! Una voglia di saltarle addosso e fargliene di ogni tipo, davvero!!! Aveva fatto fatica a calmarsi, a ricordarsi che era sua figlia, sangue del suo sangue… Come Laure’…. Che effetto vederle insieme, una accanto all’altra!
Laura, che sembrava la più smaliziata, la più sfacciata, adesso sembrava quasi una suora ed il suo bikini, al confronto di… di quei fili fluorescenti che aveva addosso Paole’, sembrava un vestito da suora…
Belle fimmine aveva fatto comunque, con la sua Clelia!
Se soltanto non fossero le sue figlie…. uhhmmmm…. quanto gli piacerebbe trovarsele nel letto!!! Magari insieme, perché no? Ma no! Cosa andava a pensare???
Si agitava nervosamente nel letto, ascoltando il lieve russare dell’uomo che nel sonno le teneva la mano sul fianco: doveva trovare una soluzione al suo problema!
Le cose stavano -finalmente!- andando nella direzione giusta, ma troppo lentamente, per i suoi gusti: decise che sarebbe dovuta tornare da quella specie di santone per accelerare le cose!
Doveva distruggere, far sparire quella donna!
Si pulì la mano nello scottex che teneva a portata di mano e sorrise: grandiosa sega, ripensando a quella vacca di zia Paola che gli lasciava fare qualunque cosa… e che figurone, con gli amici al compleanno e poi in quella specie di piccola, ristretta compagnia!
Lo eccitava così tanto che stava perfino tralasciando la mamma…. Sarà meglio che continui a dedicarsi un po’ anche a lei… “hai visto mai che ci resti male e diventi gelosa?” Fece una risatina sciocca per la spiritosaggine che aveva appena pensato!
Che poi… sì ecco… la mamma doveva aver trovato un corteggiatore… lo intuiva da tante piccole cose…. il tono di voce cambiato -a volte più autoritario ma a volte che sembra insicuro- il modo di muoversi, di restare imbambolata a pensare a qualcosa con un sorrisino sulle labbra e poi, il suo amico cesto-della-biancheria-sporca, che non mente e racconta della mamma che quando esce la sera («con le amiche!» Seh, come no???) poi mette nel cestone capi particolarmente sexy e, a volte!, camicette e gonne e calze con strane macchie secche… Strane un accidente: la sborra è sborra e basta!
E poi, lo aveva notato!, un paio di volte che nel mucchio della roba messa a lavare, mancano le mutande… Aveva controllato, ma niente, non c’erano!
E conoscendo sua madre, sapeva che non era il tipo da tenersele non fresche di bucato!
Quindi, delle due l’una: o le indossava quando usciva, ma poi il tipo che la vedeva le tratteneva come trofeo, oppure usciva da casa già senza del tutto, per risparmiare tempo!!!
Lo intrigava scoprire questo lato da vacca della sua mamma: in fondo, non aveva ancora rinunciato all’idea di fotterla, soprattutto adesso che aveva capito il ribollire di voglie che si celava nella famiglia… e magari anche di incularla come aveva fatto a zia Paola!
Uhhmmm.. la sua mano tornò da sola a sfiorare la cappella, di nuovo intostata a questi pensieri…
Era stata una giornata piena: prima Martina che lo fa andare nella sua saletta di montaggio video e gli mostra una cosa che aveva casualmente notato.
Quando era arrivato Vito, lo avevano aggiornato sulla scoperta e poi discusso della cosa e, sopratutto delle sue implicazioni per sviluppare i loro progetti.
Poi era arrivata quell’altezzosa vacca di Barbara ed avevano cominciato a sbatterla ben bene, lui e Vito, prima di concederle di illustrargli cosa cazzo volesse da loro: il definitivo sputtanamento di Paola agli occhi del marito.
Avevano organizzato una sorta di… consiglio di guerra e lui era profondamente divertito di aver intuito come Martina avesse manovrato la bella Barbara: avendo capito che l’altra donna volesse assolutamente un piano d’azione, per sconfiggere definitivamente la sua rivale, le aveva detto: «Ho avuto un’idea splendida, che ti entusiasmerà! Però te la devi guadagnare»
La donna l’aveva guardata interdetta: non capiva.
«Semplice, bella: siccome io preferisco indubbiamente il tocco ed i baci di una donna, all’ingombrante presenza di maschi… datti da fare!» e si fece scendere i jeans.
Barbara li aveva guardati tutti, incredula, sperando di sentirsi dire che era uno scherzo, ma niente: quello era il prezzo che doveva pagare per conoscere quella «entusiasmante» idea e quindi si abbassò ad accarezzare ed a lambire il sesso di Martina.
Così lui e Vito poterono godersi lo spettacolo dell’altezzosa donna impegnata a far godere la loro sodale.
Anzi: mentre la donna era impegnata a leccare il sesso di Martina, lui e Vito l’avevano rapidamente denudata ed approfittavano dei suoi buchi per rapidi e brutali affondi, affondi che comunque non sembravano dispiacere poi troppo alla donna.
Dopo un bel pò, Martina si era dichiarata soddisfatta ed aveva, alla fine, esposto la sua -estremamente perversa!- idea che aveva subito entusiasmato Barbara ed abbastanza divertito anche loro due.
Si trattava solo di metterla in essere!
Il tizio era simpatico.
Buffo: non lo aveva mai notato prima, ma adesso lo incontrava praticamente ogni giorno.
Prima avevano scambiato innocenti banalità, ma col passare dei giorni la confidenza era cresciuta e da una sua rapida battuta sulle donne, erano arrivati a parlare, pur con una certa sua ritrosia, di sesso.
Stavano quasi diventando amici e il giovane raccontava delle tante donne che si scopava.
Antonio ascoltava avido questi racconti, chiedendo sempre maggiori e circostanziati dettagli e vivendo, in pratica, nel riverbero della vita sessuale del nuovo amico.
L’uomo, un giorno, buttò lì una frase che poteva sembrare una spacconata, ma che turbò profondamente Antonio: «Se ti va, potrei trovare il modo di farti andare con una mia amica’?’
Lì per lì si schernì, imbarazzato e pensando anche «cosa cavolo vorrà in cambio?», ma poi, nei giorni seguenti, la frase aleggiava su di loro che un falco in pattugliamento e ogni tanto si rimaterializzava nelle loro conversazioni.
Antonio ci mise qualche giorno, prima di farsi convincere ad ammettere di essere tentato dall’idea, ma quando lo fece, l’altro rise, contento: «Ahaha! Sapevo che il mio amico Antonio non è un vecchio segaiolo, ma solo una persona di età che non si arrende!»
Lui si adombrò al pensiero che l’altro potesse averlo -sia pure per un istante!- inserito nell’ampia schiera dei segaioli e quindi ribadì la propria determinazione ad approfittare dell’offerta dell’amico.
«Sì, però…» L’amico sollevò interrogativamente un sopracciglio «Però?»
Esitò un poco, imbarazzato dalla precisazione che si sentiva di dover dare, ma poi: «Sì ecco, insomma… cioè… è che io non sono mai andato con donne a pagam…» «Fermo lì, lo stoppò il suo giovane amico. Guarda che la ia amica non è una professionista… non lo fa per soldi! Solo, siccome ama farsi scopare, a volte si concede, ma solo per il puro piacere di fare sesso, non per altro!»
L’espressione sollevata dell’anziano, fece sorridere l’altro, che fece una risatina complice: «Lasciami solo organizzare le cose e vedrai, non te ne pentirai assolutamente!”
Alla fine il suo amico gli disse che, se era sempre disposto, avrebbe potuto organizzare nel pomeriggio del giorno dopo; però avrebbe dovuto seguire scrupolosamente delle regole…
«Che regole?»
L’uomo più giovane aveva ridacchiato: «Le mie amiche sono due signore abbastanza conosciute in città ed amano troppo il cazzo, ma contemporaneamente hanno paura di essere riconosciute»
Sulla fronte di Antonio era apparsa una profonda ruga di perplessità: «E quindi’?»
«E quindi sarete tutti mascherati… sai, quelle maschere di carnevale a cappuccio di gomma, con le facce dei personaggi famosi… e col più assoluto divieto di parlare per evitare che, magari, attraverso le voci vi possiate riconoscere»
«Intendi dire: io e le due femmine?’
«In realtà ci sarà anche un altro, un giovane, per fottere le due signore ed anche lui ha più assoluta consegna del silenzio»
Antonio mostrava tutta la sua perplessità.
«Tranquillo, amico mio: sai come sono i ragazzi, con tutti quegli ormoni -strizzò l’occhio, complice- lui vuole solo fottere le due troie e non vi darete alcun fastidio»
«Ma una cosa non capisco,,, Posso capire che io possa riconoscere loro dalla voce, se sono signore così note come dici… ma perché loro non devono sentire la mia voce?» La faccenda non era chiara ad Antonio e voleva capire!
«Semplicemente perché le due femmine han chiesto di fare così; forse hanno paura che, se un domani dovessero riconoscerti -che so?- al bar, si vergognerebbero troppo… Sai come sono le femmine, no?» Chiese, strizzando l’occhio.
«Eccomenò? Complicatissime!!!»Concordò, divertito.
A quel punto, che dire all’amico se non almeno un: «Grazie, sei un vero amico, Vito!’?
Aveva obbedito all’ordine tassativo di non sentire in alcun modo la zia Paola, perché quel ‘grande’, al telefono, gli aveva detto che non se ne sarebbe pentito e lui, ormai, aveva imparato a fidarsi di quell’uomo.
Ovviamente, godeva dell’ammirazione dei suoi amici e anche delle due vacchette che avevano partecipato alla festa di compleanno.
Però non poteva negare di sentirsi ribollire dalla voglia di fottersi di nuovo la zia… E anche i peri della mamma, ormai, gli davano soltanto una blanda soddisfazione.
Ma aspettava, con malcelata impazienza: non aveva mai avuto da lamentarsi dei «consigli» che gli arrivavano sul cellulare!
Era stata quasi una tortura: fare l’amore così intensamente e, ogni volta che c’era quasi, lui faceva in modo che lei non raggiungesse il piacere, che non sentisse quella dolce esplosione dentro di sé e la cosa la stava frustrando…
Assetata, accettò con piacere la bibita fresca che il suo amante le porse.
Poi lui le aveva proposto un gioco…
«Un gioco? Che gioco?» si chiese, perplessa.
Di entrare in una stanza quasi buia, nuda ma con una maschera che la renda irriconoscibile e lì giocare con le persone che trova…
«Che persone?» chiese, con la curiosità che era appena venata di una sottile preoccupazione.
«Dovrebbero esserci almeno altri due uomini e un’altra donna» ma può darsi che si aggiungano altre persone»precisò lui, con un tono divertito nella voce.
«Ma chi saranno??? Non voglio che… «Che ti riconoscano? -la interruppe lui- Tranquilla, non esiste il rischio! Indosserete tutti una maschera, di quelle a cappuccio e vi è proibito parlare, proprio perché non possiate, nel caso, riconoscervi… o ricordare una voce da accoppiare, un domani, ad una certa persona che magari incontrate»
Non era sicura che fosse quella, la perplessità che aveva, ma la precisazione dell’uomo le aveva fatto perdere il filo del ragionamento e non aveva voglia di impuntarsi: si sentiva languida e voleva solo far esplodere il piacere che si era accumulato dentro di lei.

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