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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Lesbo

Che noia le interrogazioni!

By 24 Luglio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi rivolgo a tutte le ragazze che sanno perfettamente cosa vuol dire reprimere le voglie di divertirsi con il sesso mentre la prof. sta spiegando o sta interrogando; è una vera tortura!
Sono bisessuale, mi piace lesbicare ed anche scopare. Tengo a precisare che non sono una ragazza che la da a tutti ma solo a chi mi piace
Ora sono all’università e ma quando frequentavo l’ultimo delle superiori ero già maggiorenne da un anno. Avrei voluto rendermi indipendente ma ero indietro di un anno con gli studi ed aspettavo solo di poter andare all’università lontano da casa. Non sono mai stata una studentessa studiosa che passava il suo tempo solo ed esclusivamente sui libri. La mia indole era di essere molto esibizionista e preferivo curare moltissimo il mio look per far si che i ragazzi, e non solo loro, mi guardassero e che attirassi la loro attenzione sapendo che avrei fatto venire in loro la voglia di fare sesso con me.
A quell’età la mente vaga velocemente su tante cose e lo stare attenta alle lezioni mi era difficile. Gli ormoni non mi davano pace. I miei interessi erano al tempo i ragazzi e soprattutto il sesso che avevo scoperto da poco e che mi dava sempre nuove e meravigliose sensazioni. La masturbazione era il modo mio preferito per sfogare le mie voglie e sognare le situazioni più varie anche con accoppiamenti acrobatici con i ragazzi più belli e le ragazze più glamour. Mi sgrillettavo anche guardando le riviste per donne con preferenza le pubblicità dell’intimo immaginando di immedesimarmi con loro per poter esibire il mio corpo ed anche le mie presunte capacità amatorie.
Un giorno mi trovavo in aula ed ascoltavo senza interesse l’ interrogazione del prof. di arte faceva ad una compagna di classe.
Ero seduta al banco e mi venne sonno. Mi accadeva spesso che il mio sguardo era quello di una ragazza deficiente mentre nella mente si creavano situazioni bellissime e dolci pensieri; ero una ragazza che difficilmente riusciva a stare attenta a scuola perché durante le noiose interrogazioni la mia mente vagava altrove in continuazione distratta dai miei sogni più o meno puritani e conturbanti.
Come al solito sopra il banco c’era lo zaino con i quaderni ed i libri necessari ma anche il mio prezioso smartphone. Per non farmi vedere che lo stessi usando, e che era il mio passatempo prediletto, lo nascondevo subito dopo l’imboccatura dello zaino così i prof non mi vedevano e neanche le mie compagne che da pettegole volevano sapere tutto del mio lui e avrebbero volentieri sfogliato la rubrica delle foto per godersi il mio maschio preferito. Nonostante i divieti, avevo appena finito di scambiare messaggi su What’s up con Claudio, il mio bellissimo lui, più grande di me di un anno e che già frequentava l’università. Mi aveva appena detto che avrebbe voluto essere con me in quel momento, a casa sua di fronte a lui con indosso solo il perizoma e autoreggenti; questa idea mi aveva eccitato. Sicura del fatto che l’interrogazione della mia compagna di classe Antonella sarebbe durata ancora più di mezz’ora decisi di navigare su internet per divagarmi.
Sfogliai la cronologia per andare su un sito di racconti erotici scritti da ragazze dove avevo già letto molti articoli.
Sfogliando tra le storie ne avevo letto una che mi era rimasto impresso intitolato “Sono studentessa e mi fare sesso”. Il racconto mi era piaciuto e che mi aveva eccitato tantissimo. Nel leggere la storia di rapporti orali ed anali con i compagni idi scuola di quella ragazza mi fece avvertire un formicolio nella zona del clitoride che da qualche anno era diventato familiare tra le mie gambe e ben riconoscibile quando la voglia di sesso arrivava prepotente.
Era un racconto porno davvero eccitante e mi era venuta una gran voglia di masturbarmi perciò dall’inizio delle lezioni di quell’anno come abbigliamento scolastico, ma non solo, indossavo gonne ampie e comode in modo che potessi arrivare a toccarmi tra le gambe con maggiore facilità e rapidità. Tutto aveva uno scopo e quella mattina sarebbe stato tutto molto semplice perché mi sedetti in un angolo dell’aula ed in ultima fila aprendo le gambe per rinfrescarmi e per arrivare in un secondo con le mani almeno sopra il perizoma. Nell’altro banco accanto al mio c’era Sasha, una studentessa che era venuta nella nostra scuola per un gemellaggio e che avevo scoperto essere ormai abituata a far sesso anche solitario. Con lei ne avevo parlato e non si era affatto scandalizzata ed eravamo diventate complici una dell’altra, quindi non si sarebbe scandalizzata nel caso in cui avesse visto quello che stavo facendo.
Già da alcuni anni mi depilavo completamente la fighetta per renderla più sensibile e piacevole al tatto. Le mie compagne ed amiche l’avevano come me sapendo che il piacere che se ne ricava è di gran lunga maggiore di quello con la fighetta pelosa, inoltre, secondo le mie amiche più emancipate, il pelo dava fastidio e molte di loro avevano interrotto più amplessi proprio per quel motivo. A Claudio piaceva tanto così liscia e glabra.
Inumidii generosamente il dito medio della mia mano destra con la mia lingua per poi portarlo tra le mie cosce, con l’aiuto delle altre dita scostai leggermente il triangolino del perizoma che indossavo ed iniziai a titillare il mio clitoride già inumidito mentre leggevo il racconto erotico immaginando di vivere la storia con Claudio.
Ero eccitatissima ed anche il perizoma si bagnò assorbendo i succhi che colavano. Nessuno si accorse che il mio respiro si stava facendo sempre più profondo e neanche della mia mano che si muoveva sotto il banco tra le gambe. Forse solo una delle mie compagne di classe notò qualcosa di strano perché mi guardò in modo particolare; so che lei lo faceva mettendosi nella mia stessa posizione in aula ed indossando anche lei per l’occasione le gonne. Senza che me ne rendessi conto avevo socchiuso la bocca mentre passavo la lingua sulle labbra e le mordevo delicatamente come una ninfetta in calore che non vede l’ora di farsi scopare e di tenere un bel cazzo in bocca.
Sentii che i miei capezzoli si indurirono sempre di più sotto il mio reggiseno trasparente bianco e premevano sulla camicetta così era più che evidente il mio stato di eccitazione.
Il mio dito era come in preda alla frenesia.
Capii che il momento si stava avvicinando quando iniziai a tremare dall’eccitazione.
La voce della prof era attutita dal battito cardiaco sempre più violento e veloce del mio cuore. Per un attimo ebbi paura che le mie tette potessero quasi esplodere perché mi rilassai portando all’indietro il mio busto e di conseguenza evidenziando ulteriormente la punta dei capezzoli sulla camicetta e mostrando il solco del seno in modo esagerato. Poi abbassai la testa tra le braccia raccolte sul banco ed emisi un flebilissimo gemito mentre l’orgasmo invadeva e mi faceva tremare le gambe che irrigidivo per non farmi notare.
Il mio perizoma era fradicio e forse anche la sedia su cui ero seduta.
Ripresi fiato e sfilai la mano da sotto il banco portandola alle labbra per leccare un po’ di quel delizioso nettare. Nonostante tutto la prof non sembrava si fosse accorta di niente e le ore di lezione ora sembravano essere meno noiose.
La storia che leggevo in rete raccontava di due ragazze Maria Laura e Serena che di sera tarsi facevano il solito giro di locali in centro città. Incontrarono amici che le fermavano, parlavano della festa della domenica precedente ed avevano bevuto un cocktail ed erano arrivate fino alle tre di notte ora di andare a casa visto che non avevano programmato di andare in discoteca.
Si preparavano ad andare via quando incontrano Piero, un caro amico a cui tempo fa Maria Laura chiese un favore per la riuscita di una festa.
Piero si ferma a chiacchierare e, dispiaciuto di averla potuta aiutare, si giustifica delle scuse e per farsi perdonare offre una sigaretta. Le due ragazze stavano per accenderle per passare il tempo nel chiacchierare con lui che però le saluta e scappa via. Non avendo voglia di fumare quella sigaretta Maria Laura la mette nel pacchetto visto che non aveva voglia di fumare e lo stesso fa Serena. Entrambe insieme vanno in auto e si allontanano per andare nella piazza del loro paese, scendono e si fumano la sigaretta regalata da Piero ed appena accesa si accorgono che è speciale.
Dopo pochi minuti Maria Laura e Serena si trovano a ridere come delle sceme in una piazza deserta: erano drogate o sarebbe meglio dire sballate dal fumo.
Ci rendemmo conto che avevano fame ma era tardi per trovare qualche locale aperto. Decisero di andare a casa di Serena a pochi passi dalla piazza per rimpinzarsi di schifezze, maionese, brioches, patatine ecc.
Dopo di che Maria Laura disse che quella sera le mancava solo scopare per essere pienamente soddisfatta. Tra di loro c’era stato qualche rapporto senza impegno che era servito giusto per fare le prime esperienze lesbo, ma sempre restando amiche, senza avere una storia. Erano i primi esperimenti sessuali e tutte e due volevamo provare qualcosa di intimo, segreto e speciale.
Serena evidentemente era dello stesso avviso e quasi scherzando per provocare si avvicino all’amica con le labbra a quelle dell’amica le sfiorò con la lingua stuzzicandole all’inverosimile. Maria Laura non ci stava e volle provocarla abbassandosi i jeans e le fece vedere i peli radi e ben curati del monte di venere a forma di V con il vertice basso che finiva proprio sull’entrata della figa.
Decisero che a casa sarebbero state meglio.
La partita era cominciata. Per effetto del fumo erano estasiate ed indolenti alle provocazioni che si facevamo, gli sguardi era languidi ma giocosi strisciando il tessuto dei vestiti e aderendo ai rispettivi corpi sii toccavano, avvicinandoci sempre più. Il tempo non esisteva, c’era la volontà di assaggiarci e di ridere. In ogni caso si spogliarono e ci avvinghiammo l’una all’altra con le lingue che si scioglievano assieme le mani che andavano a toccare ogni parte del corpo. Le tette si urtavano, si sfregavano; quelle di Serena erano grosse e a punta, quelle di Maria Laura grosse a pera. Per raggiungere il piacere avevano incrociato le gambe in modo che le vagine si toccassero e con il movimento del bacino i clitoridi si baciassero sempre più forte e si bagnassero sempre di più fino all’orgasmo che le fece sussultare per dare quel piacere immenso che due ragazze giovani e vogliose possono avere.
Si ritrovammo sul letto con Serena in reggicalze nero con pizzo e mutandine nere aperte sulla vulva, busto nero che faceva risaltare le tette. Maria Laura si sedette sulla sedia vicino al letto e da un cassetto estrasse un frustino.
“Vieni strisciando!” disse all’amica che la guardò perplessa e dubbiosa per un istante dandole il tempo di scendere dal letto e strisciare sul pavimento fino ai suoi piedi.
“Lecca troia!” disse Maria Laura porgendo i piedi inguainati e Serena cominciò a leccare. Con il frustino intanto la sfiorava ovunque sul collo, sul seno per farle sbordare le mammelle dal balconcino del busto, la vagina che coperta con le sue particolari mutandine poteva aprire, poi qualche frustata sul sedere che la facevano vibrare ed infine tornava alla lingua che dolcemente passava sui piedi.
La feci salire lentamente con la lingua mentre con la frusta andavo sulla sua vagina incandescente dandole piccoli colpi sul clitoride che la eccitavano molto.
Maria Laura le fece togliere il corpetto che liberò le tette di Serena, prese dell’olio che versò sulla sua schiena rendendo il corpo dell’amica lucido e scivoloso ma dando alla pelle una sensazione di velluto; lo versò sui capezzoli e poi fino a che non arrivò scivolare giù fino al suo culo depilato.
Solo allora con un vibratore con la coda sodomizzò Serena con delicatezza dandole delle sensazioni uniche creando in lei uno stato di sottomissione che le piaceva tanto.
S sedette sulla schiena ben oleata e si feci portare in giro per la stanza come se fosse un cavallo.
Con la mano manipolò le sue mammelle di Serena e le piacquero; erano abbondanti ma ciò che le piaceva di più erano i capezzoli che danzavano superbi e turgidi.
Le mise una mano sulla sua bocca perché Serena era desiderosa di succhiare.
La fece stendere supina e ai attaccò come una patella alla vulva che prontamente reagì provocandole un po’ di eccitazione, poi Maria Laura si sedette in modo che Serena con le mani poté andare a divaricare il buchetto e con la lingua massaggiarlo
Tempo prima Maria Laura aveva comprato una pompa a vuoto per rendere la sua figa più gonfia e dare spessore alle grandi labbra vaginali, a dire il vero spesso si trastullava a smanettare il clito che aumentava moltissimo di volume e lunghezza spuntando decisamente dalle sua grandi labbra e ciò dava sensazioni uniche non procurabili normalmente. Voleva che anche Serena condividesse la sua perversione, quindi le venne in mente di applicare quella pompa alla figa della sua amica. Serena la guardò stranamente ma la lasciò fare. Dopo aver pompato un po’ lasciò che si evidenziasse l’effetto facendo ingrossare la vulva ed anche il grilletto.
Intanto Maria Laura si divertiva con le mammelle di Serena ai cui capezzoli attaccò due mollette, poi la penetrò prima con la lingua poi con le dita per farla godere.
Tolta la pompa iniziò a succhiare la figa bella gonfia, unta e bagnata e si misero a fare un eccitante 69. La lingua di Maria Laura e le sue dita entrarono in Serena davanti e dietro in modo sinuoso per darle il massimo del piacere.
Serena venne con un grande urlo di piacere mentre Maria Laura si godeva i suoi umori.
La fece alzare e le mise uno strap on.
Poiché anche Serena era solita ad amplessi lesbici, Maria Laura vide una certa familiarità nell’uso di quello strumento, infatti quando strinse le cinghie si accorse subito che sapeva usarlo molto bene. Maria Laura lo succhiò e mettendosi sopra si feci inculare e non appena si chinò sulle tette Serena sollevò il bacino e cominciò a ritmare le penetrazioni.
Maria Laura era in estasi e si aggrappava ai suoi capezzoli che tirava. Ebbe un orgasmo intenso grandioso.
Maria Laura prese un altro dildo, stavolta vibrante e lungo ed invitò Serena ad incrociare le gambe a forbice per inserire le due estremità nelle vagine. Il vibrare rilassava entrambe e le portava nuovamente al piacere. Maria Laura sfregava i capezzoli contro le tette di Serena mentre le labbra erano incollate per lasciar giocare le lingue.
Il vibratore era inghiottito nei sessi delle due ragazze e anche i clitoridi si baciavano con un ritmo sempre più frenetico ed inarrestabile che culminò in un suo squirting di cui Serena si godette la vista avendo già goduto più di una volta stretta in quella morsa lussuriosa.
Serena vide l’amica inarcare la schiena e premere energicamente il suo sesso contro quello della sua amante. In pochi istanti gli schizzi uscirono sotto i suoi occhi dalla sua vagina nonostante fossero ostacolati dal doppio dildo ancora ben piantato nelle vagine.
Respirò profondamente emettendo un suono rauco scuotendosi, arcuandosi, tendendosi. Era venuta con un orgasmo incredibile mentre si guardavano e lei che non si faceva remore affinché fosse vista.
Nonostante gli spasmi si staccò da me.
Maria Laura provò a passare un dito nel suo intimo e vidi che era sensibilissima . Serena mi bloccò con le mani e si vedeva che aveva difficoltà a respirare. Non aveva mai visto una cosa del genere. Rimase stupita e affascinata, il che fece crescere la voglia a dismisura.
Si stesero sul letto per riprendersi, ma la serata non era finita; ora volevano godere ancora come aveva fatto lei e Serena si preparò a farlo.

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