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Racconti Erotici Lesbo

Coppia di Regine

By 27 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

(Barbydoll)

Io: Ma non puoi mandarci un altra? Chiunque? Sono già incasinatissima così!
Capo: No! Ci vai tu e resti per tutta la manifestazione!
Io: Ma che ci faccio 3 giorni laggiù?
Capo: Qualche distrazione la troverai, mi stupirei del contrario. Non ci sono squadre di Rugby da quelle parti?
Odio quella battuta, la fa tutte le volte che ne ha l’opportunità, odio che si sia saputo di quella mia stronzata… Odio esserci andata a letto qualche anno fa… Che ci faccio laggiù tre giorni? E poi, anche se fosse, certe cose non le faccio più, sto con Alessio adesso.
Io: Sei uno stronzo. E piantala con questa storia, non sei più spiritoso da un secolo.
Capo: Basta che ci vai e non mi rompi il cazzo.
Io: Come se avessi scelta.
Ma che ci faccio io laggiù… Non conosco anima viva… Non conosco una pizzeria… Tre gio… Un momento, lì c’è una persona che conosco! Virtualmente per lo meno.
Apro le mail di Barbydoll e scrivo: Sei a casa l’otto il nove e il dieci? Mi mandano proprio giù da te, ci prendiamo un caffè? Mi porti a spasso?
Dopo un paio d’ore m’arriva la sua risposta: Ma dai? Davvero? Sono a casa, non vedo l’ora!
E di colpo la trasferta diventa un regalo invece che una punizione.
In aereo, appoggiata al finestrino, guardo nel vuoto mentre mi aggrediscono la mente, non so se richiesti o meno, flashback dell’effetto che mi fece leggere quel racconto…
una maglia bianca e una gonna nera…. riesco a vedere i suoi occhioni azzurri spalancarsi in un espressione metà sorpresa e metà sollevata
La sorpresa di riuscire a visualizzare tutta la scena.
la destra scivola sotto la gonna nera e comincia un lento movimento stimolatorio, proprio all’altezza della sua fica.
La mia, di mano destra, giù a fare esattamente la stessa cosa.
Resto li, in piedi, completamente nuda, sentendo quasi fisicamente i suoi
occhi che mi squadrano, da capo a piedi.

Ed io, scossa da un orgasmo devastante, come mai m’era capitato prima, leggendo qualunque cosa.
Un volo bizzarro, passato in un lampo, che mi ha lasciato scossa e accaldata.
Ripensandoci adesso non saprei nemmeno dire di che cosa trattasse la manifestazione che avrei dovuto seguire…
C’erano passerelle, una sfilata forse, c’erano fotografi e gente che parlava…
Mi gira, verso la vetrata, e come una marionetta mi lascio
posizionare come più lo aggrada.

Appena i primi colleghi cominciano ad andarsene dalle rispettive postazioni, ritengo che sia possibile per me andarmene, mi ha detto di fare uno squillo sul suo cellulare e di aspettare al bar di fronte al teatro e così faccio, mi siedo al tavolino più isolato che c’è e ordino un Gin Lemon, ho bisogno di un po d’alcool per sciogliermi.
Aspetto…
Il mio cazzo è ancora dentro di lei e di sicuro le si sta agitando nelle viscere perché lei ansima preda di stimolazioni intensa.
Aspetto…
“Se continua così per due giorni, avrò bisogno di una settimana per
riprendere le forze”.. penso, sorridendo compiaciuta.

Che mi prende… non riesco a non pensarci…
Una voce leggera e dalla deliziosa cadenza meridionale: Barbara!
Alzo gli occhi ed eccola qui di fronte a me, se fossi una cantante sarebbe come incontrare Laura Pausini… Eccola, Chiara018, Chiara.
Alta almeno quanto me, forse di più, abbronzatissima, pantaloncini corti da cui partono due cosce che sembrano non dover finire mai, una maglietta leggera, un seno lì sotto che mi provoca un immediato moto d’invidia feroce. Un sorriso luminoso e due occhi…
Mi perdo in quegli incredibili occhi azzurri, non c’era poesia in quelle descrizioni fantastiche, due pezzi di cielo… E quello sguardo… E’ impossibile, conosco quello sguardo, ma… lei… perché mi guarda così?
Stingo le cosce, mi sento accaldata, strana… conosco la sensazione…
Mi guarda ancora così, si siede, mi sorride.
Sudo freddo.
Chiara: Barbara… non sapevo se potevo osare, ma quando t’ho vista ho capito che dovevo chiedertelo.
Io: Che… cosa?
Chiara: Me lo faresti un favore gigantesco?
Quegli occhi… quello sguardo…
Io: Se posso…
Chiara: Avvicinati, non lo posso dire ad alta voce.
Mi avvicino, giro il viso, lei mi sussurra nell’orecchio quello che vuole che faccia per lei.
Di colpo divento un blocco di granito, non ragiono più.
Mi volto, quasi grido: Scherzi?
Lei ha ancora quello sguardo, mi afferra per la nuca e mi bacia.
Il tocco caldo della sua lingua mi stordisce… perdonami Alessio… Tra le gambe c’è un subbuglio devastante, qualcosa di terribilmente simile all’orgasmo.
Un bacio terribilmente passionale, lunghissimo.
Quando mi lascia andare una cameriere esterrefatta ma sorridente poggia il mio Lamon sul tavolo.
Lo bevo d’un fiato, guardando lei.
Io: Solo se mi prometti di venire su da me e fare lo stesso.
Si alza e mi tende la mano.
Chiara: Andiamo a fare qualche compera?

(Chiara018)

Adesso è seminuda, di fronte a me. Addosso ha solamente il completino intimo in
pizzo rosso che le ho chiesto di provare. Risulta estremamente attraente, e son
certa che non sarò solamente io a pensarla così.
Se non fossimo in un negozio mi abbandonerei volentieri ad accarezzare quel
corpo così ben fatto, a giocare con i piccoli seni, e tuffarmi di nuovo sulle
sue labbra, ad intrufolarmi con la mano dentro quegli slip semitrasparenti che
poco lasciano all’immaginazione.
“Ti stà benissimo!” commento.
“Dici?” risponde, abbassando lo sguardo, visibimente imbarazzata.
Vederla così riservata, arrossire ad un complimento, mi manda fuori di
testa.
Approfitto della mometanea assenza della commessa per avvicinarmi e lei e
baciarla, nuovamente. Stavolta risponde con meno timidezza al mio bacio, si fa
audace, afferrandomi la nuca ed attirandomi a lei, mentre le mie mani scorrono
sul suo corpo, afferrano le natiche e spingono il suo bacino a contatto col
mio. Rapidamente la mia mano si insinua tra i nostri corpi, oltrepassa
l’elastico degli slip e carezza il liscio monte di venere, prima di proseguire
verso più calde ed umide rotte.
Mugola, quando col polpastrello carezzo l’entrata della sua micia,
impiastricciandomi le dita dei suoi umori.
“Continua, continua ti prego” sussurra staccandosi un attimo dalle mie
labbra.
“Non possiamo qui” le sorrido “vestiti che andiamo via”
Dieci minuti dopo siamo nella mia macchina, diretti al mio appartamento.
“Hai prenotato un hotel per questi tre giorni?” le chiedo.
“Si, certo. Il Capitol, vicino l’aeroporto”
“Ma non è lontano da dove devi lavorare? Abito più vicina io. Disdici, verrai
a stare da me!” le sorrido.
“Non vorrei disturbare. Ma non ti nascondo che mi piacerebbe molto”
“Affatto mia cara, non disturbi affatto!”replico, facendole l’occhiolino.
Arriviamo in fretta a casa, giusto il tempo di mostrarle la camera degli
ospiti, che finiamo avvinghiate sul letto.
Adesso riconosco la Barbara dei racconti, porca, sensuale, tremendamente
eccitante, ma stranamente molto dolce. Dolce come solo una donna sa essere, una
dolcezza sexy, per nulla melensa, in grado di mandare fuori di senno qualsiasi
uomo, e donna.
Mi spoglia, indumento dopo indumento, con estrema lentezza.
“Non muoverti” mi dice, fissandomi negli occhi, ed io, dal canto mio, non
posso non accontentarla.
Una volta nuda, le sue mani scorrono lungo tutto il mio corpo, risalgono,
dalle caviglie fino al collo, quindi, la lingua, compie il percorso inverso,
fermandosi in prossimità dei miei slip.
Sospiro, allargando naturalmente le gambe, in fremente attesa.
Le sue labbra baciano il mio sesso da sopra il tessuto, sento il calore della
sua bocca, il tocco leggero delle sue dita passare sull’elastico delle
mutandine ed iniziare, con sadica lentezza, a sfilarle.
La guardo, adesso regge fiera il mio sguardo, i suoi occhi sono accesi di una
luce perversa. Quelle pupille non si schiodano dalle mie nemmeno quando,
abbassando il viso, e tirando fuori la lungua, appoggia le labbra sul mio
clitoride.
Sono io ora a non riuscire a tenere gli occhi sui suoi. Mugolo, chiudo le
palpebre e reclino indietro la testa, godendomi la sua bocca sulla mia passera,
iniziare il più dolce e stimolante cunnilingus che mi sia mai stato fatto.
Sorrido, pensando concretamente all’ipotesi di diventar lesbica. Con una mano
sul suo capo, ne seguo i movimenti, carezzo i suoi capelli, mentre con rapidi
guizzi di lingua, lei carezza il mio clitoride.
Non resisto che un paio di minuti, vengo come non sono mai venuta, percorsa da
una strana e violenta scossa, insolitamente lunga.
Ansimo, recuperando le forze perdute, la guardo, di nuovo.
“Non avevo mai goduto così, Barbara”
Mi sorride, evidentemente soddisfatta del risultato ottenuto, e mi bacia,
lasciandomi assaporare il mio stesso sapore.
La porta di casa si apre, sento la voce del mio ragazzo “Chiara, amore, sei a
casa?”
Guardo Barbara. “Sei convinta?” le chiedo un ultima volta.
Mi sorride, complice “Convintissima tesoro, sarà l’esperienza più eccitante
della sua vita”.
“Non ne dubito” sussurro alla mia nuova partner. “Amore, sono in soggiorno, ed
abbiamo ospiti!” urlo alla mia dolce metà all’ingresso.

(Barbydoll)
Di fretta e furia entrambe ci infiliamo quantomeno l’intimo, dall’ingresso arrivano chiari i rumori del suo uomo che appoggia la sua roba qua e là.
Mi infilo anche le scarpe e maledico il fatto di non avere le autoreggenti.
Quando siamo finite sul letto tutte le stupide soggezioni che mi inibivano sono sparite ed ora conta solo il desiderio, la voglia, di fare quello che lei mi ha chiesto.
Chiara piazza una sedia nell’angolo più lontano dal letto e corre a chiudere del tutto la persiana, facendo piombare la stanza nella quasi totale oscurità, poi accende l’abat-jour sul comodino e ci butta sopra la mia camicetta, il risultato è una sofficissima luce azzurrognola, mentre dalla casa arrivano i richiami del suo lui.
Lui: Ma dove sei?
Chiara, a me: Sul letto, svelta!
A lui: Nella stanza degli ospiti amore!
Io mi accuccio sul letto, lei invece si siede sul bordo.
Appena compare sulla soglia della stanza degli ospiti il suo uomo diventa una colonna di ghiaccio. I suoi occhi spalancati vagano da lei a me e di nuovo a lei.
Lui: Che diavolo…?
Chiara: Ti ricordi quella cosa che ti sarebbe piaciuto guardare? Sorpresa!
Lui, con gli occhi incollati al mio corpo: Lei… chi è?
Chiara: Un amica! Ora seduto e ricorda, lei è guardare ma non toccare ed anche io, fino a nuovo ordine.
Lui si siede, è praticamente in ombra, non sarà difficile dimenticarsi che sta lì seduto, sopratutto perché lei s’è voltata immediatamente e, nonostante la semioscurità, i suoi occhi brillano di luce perversa.
Chiara: Adesso tocca a me.
Gattona fino a me, mostrando il culo, ancora adornato dal perizomino, al suo uomo che, dal canto suo, ha cominciato da subito a liberarsi dei vestiti superflui e si massaggia il cazzo ancora imprigionato nei boxer.
Le nostre lingue si intrecciano ancora una volta e lei passa le unghie lungo le mie cosce, risale sul fianco poi infila le dita sotto al reggiseno e afferra tra pollice ed indice un capezzolo.
Cominciamo di nuovo a scaldarci ed in un paio di secondi siamo entrambe senza reggiseno.
Sento le sue tette schiacciarsi contro le mie e vorrei mangiargliele, ma per nulla al mondo abbandonerei questo infinito bacio delicato.
Le sua bocca sembra volermi divorare, mi bacia, mi morde le labbra ed un attimo dopo mi offre le sue, per restituirle il piacere.
Il suono più forte nella stanza è quello del respiro eccitato del suo uomo.
Le sue dita adesso sono sulla mia mutandina, sfregano con decisione, applicando la giusta pressione affinché la stoffa mi solletichi deliziosamente la fica, mi sciolgo e le afferro la nuca, trasformando la delicatezza di quel bacio in foga, un attimo dopo lei scosta il tessuto ormai zuppo ed affonda con le dita dentro di me.
Sono costretta a chiudere un attimo gli occhi, a tirare indietro la testa e sospirare, Chiara allora piega la testa ed affonda dolcemente i denti nella pelle delicata del collo, contemporaneamente spinge in avanti ed io finisco sdraiata, completamente nelle sue mani.
Si diverte a mordicchiarmi tutta mentre scende lungo il mio corpo, sollevo il bacino per facilitarle il compito di togliermi le mutandine, sollevo le ginocchia e spalanco le cosce quando lei, con le mani, mi invita a farlo.
Se ne sta accucciata, sculettando come a tempo di musica, mentre porta la testa tra le mie gambe.
Una mano tra le sue cosce, intanto, sposta il perizoma per mostrare a lui il lavoro delle dita dentro la figa, allo stesso tempo la sua bocca entra in contatto col mio clitoride e le braccia mi cedono, finisco giù, sui gomiti, tremante.
Affondo le dita nei suoi morbidi capelli mentre non riesco a non guardare lui.
Nella semioscurità vedo il bianco dei suoi occhi spalancati a godersi lo spettacolo, la sua mano si muove lentamente su e giù sul cazzo. Mi guarda ogni tanto, sono certa di avere un espressione molto evocativa, la lingua di Chiara mi manda in estasi, non riesco a non mordermi le labbra, a non gemere, a non socchiudere gli occhi.
La fermo, prima che possa farmi venire, la fermo perché c’era già vicinissima.
La faccio sollevare e, entrambe in ginocchio sul letto, riprendiamo a baciarci. Dopo un momento le piazzo entrambe le mani sulle tette, sono così morbide, così belle. Le stingo un attimo e poi la spingo giù e lei finisce sdraiata, con la testa dal lato del suo uomo, la piega indietro e lo guarda, io incrocio le cosce con le sue, lei capisce e si sistema su un fianco, io mi sdraio e i bacini si schiacciano l’uno contro l’altro.
Calore, eccitazione, umido.
Cominciamo a sfregarci, io mi muovo dall’alto al basso, lei da destra a sinistra. Mi sento morire, ansimo.
Chiara allunga una mano in un tacito invito al suo uomo, che non si lascia certo pregare, si alza e le porge il cazzo, Chiara gli avvolge tra le dita lo scroto e lo guida alle labbra. In un attimo lui le scopa la bocca mentre io la figa. Io e lui gemiamo senza ritegno, Chiara mugola a bocca piena.
Lui non sa dove guardare, il suo sguardo parte dalla bocca di Chiara, dal cazzo che ci sparisce dentro, percorre il corpo della sua amata, si sofferma sulle due fighe che si strusciano continuamente e poi indugiano sul mio corpo, sul corpo di questa sconosciuta che Chiara ha portato nel loro letto.
Io gli sorrido, infilo l’indice e il medio tra il mio corpo e quello di Chiara, inzuppandoli letteralmente, poi li porto rapidamente alla bocca e li succhio voluttuosa, guardandolo. E’ troppo, lo vedo chiudere gli occhi e spalancare la bocca in un urlo soffocato. Chiara si immobilizza un attimo, la immagino ingoiare, gustarsi il sapore del proprio maschio.
Vorrei Alessio qui nel letto con noi, un regalo ad entrambi i maschietti, sarebbe bellissimo….
Comincio a tremare, un calore bruciante si spande dall’inguine per tutto il corpo, godo, godo tantissimo, accelero spasmodicamente i movimenti e Chiara prende a mugolare forte, con ancora il cazzo del suo uomo in bocca, finché non se lo lascia sgusciare fuori dalla labbra.
Chiara, voltandosi per incollare i suoi occhi azzurri nei miei, sussurrando senza fiato: Vengooooo!
Io, sussurrando come lei: Sììììììììììì.
Crollo distrutta sul letto, lei scioglie il nostro intreccio e mi raggiunge, mi bacia. Un bacio dal delizioso sapore di sesso. Mi bacia a lungo, accarezzandomi i capelli, poi si solleva e bacia lui.
Quando si staccano lei lo guarda sorridendo.
Chiara: Piaciuta la sorpresa?
Lui la bacia rapido, getta un occhiata a me e poi le risponde: Moltissimo.
Lei: Andresti a cucinare qualcosa cucciolo? Io e Barbara ci rilassiamo un po’, poi facciamo due chiacchiere tra signorine.
Lui, prima di voltarsi e raccogliere i vestiti: Agli ordini.
Chiara si lascia andare accanto a me, poi, al suo lui che si allontana: Amore…. non c’è fretta!
Mi guarda. I suoi occhi brillano.

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