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Racconti Erotici Lesbo

Fantasie II

By 11 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Ora facciamo un bel gioco..’le mani le scivolavano dai fianchi verso le spalle sù dritte ai polsi. Le prese le mani avvicinandosi e sfiorando il suo corpo. Con una mano si sciolse il fiocco fatto ai capelli. Le ciocche le si liberarono sulle spalle, fluenti le circondavano il viso. Il loro colore nero corvino le mettevano in risalto il rosso fuoco del rossetto. Prese il nastro bianco di seta e le legò i polsi alla spalliera di ferro del letto. Sedeva su di lei’bellissima! Indossava un corpetto di raso nero con alcuni nastrini rossi e bianchi che le strizzava la vita e le alzava i seni. I fianchi era stretti da un paio di mutandine nere. Ma la cosa che trovava più eccitante erano le sue gambe con quelle autoreggenti velate che le arrivavano a metà coscia.
Maestosa sopra di lei le cominciò a sbottonare la camicietta, accarezzandola, le sfiorava la pelle con le unghie dipinte di rosso facendola rabbrividire dal piacere. Le cominciò a baciare i seni stringendo delicatamente i capezzoli tra i denti. Li succhiava, si scostava e le soffiava leggermente sopra, poi ricominciava.
Elena si sentiva braccata, senza scampo. La sensazione la eccitava. Era diventata vulnerabile e quella donna dal volto sconosciuto poteva fare di lei qualunque cosa. Decise quindi di abbandonarsi a quel piacere che tanto aveva cercato e di donarle il suo corpo.
Le sue labbra scesero pian piano verso la pancia. Con un tocco delle dita le sbottonò i pantaloni e li sfilò via. Da lontano la osservava. Con le gambe aperte e vogliosa non attendeva altro che il meritato premio. Non l’aveva mai vista eppure la cercava instancabilmente. Cercava le sue mani, la sua lingua, ma non poteva muoversi e allora la guardava, la implorava.
Le sfiorò l’interno delle cosce’erano bollenti! Le sue mutandine erano fradice di voglia.
Il solo tocco la fece bagnare all’istante. Inarcò la schiena e poi alzò il bacino sperando che si fosse avvicinata che l’avrebbe fatta godere.
La sconosciuta si alzò in piedi di fronte al letto, si tolse gli slip e carponi si mosse sul letto. La guardò. Si alzò sulle ginocchia e le mise la sua figa in bocca.
Elena era vogliosa di assaporare quel sapore e cominciò subito a leccarla. Le succhiava il clitoride, la penetrava con la lingua, si nutriva del suo frutto, la sentiva muoversi, la sentiva godere. La sua donna si muoveva intensamente. Elena sentiva che stava per venire. Mosse la lingua velocemente facendola passare dal suo buco al suo clitoride. La teneva rigida per penetrarla in profondità e morbida per far vibrare il suo clitoride. Lei da sopra la guardava darsi da fare tra le sue gambe mentre teneva salde le braccia alla spalliera. Un tocco e venne.
All’istante si staccò dalla sua bocca. ‘Ti sei meritata un premio’ le sussurrò.
Con foga le tirò via le mutandine, le allargò le gambe e le avvicinò le dita. La sfiorò. Elena era terribilmente eccitata. Sentiva sciogliersi. La voleva dentro di se. Cercava invano di farsi scopare perché la sconosciuta sadicamente la sfiorava e poi si allontanava lasciandola fremente e ansimante.
‘Così mi uccidi’ le disse Elena. Lei sorrise.
Col polpastrello le massaggiò. Il suo clitoride era durissimo. Era così bagnata che quando le infilò il primo dito dentro non ebbe neppure bisogno di lubrificarlo. Quando la penetrò Elena urlò dal piacere. Non poteva far altro data la sua posizione. Godeva allargando le gambe, alzando i fianchi, torturando le sue labbra tra i denti. Era un piacere estasiante!
Cominciò a muovere il dito. Ma a Elena non bastava. Voleva farsi scopare come mai prima era accaduto e Lei lo sapeva. Le infilò un altro dito, poi ancora un altro. L’indice, il medio e l’anulare erano dentro di lei e con premura la scopavano. Il pollice le stuzzicava il clitoride. Lei sentiva le sue pareti stringere, bloccare le sue dita dentro. Ma non voleva che i gioco finisse così.
Tolse le sue dita dalla sua figa. Le alzò le gambe e lì in bella mostra c’era il suo sedere. Non resistette.
Elena non era mai stata penetrata in quel modo. Era la sua fantasia ma aveva avuto sempre il timore di esporla.
Lei l’aveva capita fino in fondo nonostante fosse la prima volta che si vedessero. Si leccò un dito e le massaggiò il buchino dolcemente. Elena sentiva scorrere la sua eccitazione. Era talmente bagnata che le scorreva fino al culo.
Piano le infilò il ditino laccato di rosso dentro. Elena urlò. Venne.
Lei continuò a spingere più dentro, fino quando non le infilò l’intero dito in quel buchino così stretto e caldo. A Elena stava piacendo da matti. Si contorceva dal piacere. Lei voleva farla godere al massimo e allora, mentre con uno le scopava il culo, l’altro lo infilò nella sua figa. Li muoveva in simbiosi. Li agitava dentro. Li spingeva forte e poi li toglieva.
Elena si sentiva il piacere scorrere nelle vene. Il nastro le stringeva i polsi quasi segandoli. Ma il piacere era troppo intenso per accorgersene.
Lei lo sentiva il suo piacere. ‘Vuoi godere di più?’ le chiese. ‘Si, ti prego’.
Lei avvicinò la sua bocca e mentre la scopava con le dita cominciò a leccarle il clitoride.
Fu un istante.
Elena venne quasi immediatamente. La visione di quella donna tra le sue cosce l’aveva fatta esplodere di piacere.
Lei, ancora sporca del suo piacere, la baciò e le sorrise, slegando il nastro e liberandola.
Si alzò si vestì e andò via.
Elena si fece una doccia, si mise al letto e si svegliò solo la mattina seguente.

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