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Racconti Erotici Lesbo

Grande Cina

By 26 Ottobre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Eravamo a Pechino per lavoro, io e il mio capo. Per me era la prima volta fuori dall’Europa. Eravamo aggregati ad altri due che dicevano di saperla lunga sull’estremo Oriente. Così una sera dopo cena, avendo finito presto di mangiare provammo a farci fare un massaggio con sauna tradizionale. Il contrasto tra la modernità, il lusso, il potere e la tradizione, la miseria e la sottomissione è in Cina, come in buona parte dei Paesi in via di sviluppo, incredibile se non lo si sperimenta. Eravamo in uno dei moltissimi lussuosi alberghi della città, di quelli a 60 piani, in buona parte però frequentato da clientela cinese: uomini d’affari e ricche coppie in vacanza. Perciò offriva una serie di massaggi e trattamenti benessere particolarmente tipici offerti da personale cinese su un piano appositamente dedicato. Inoltre, come nella stragrande maggioranza degli alberghi d’affari, esistevano due piani interamente dedicati al night club, dove pullulavano signorine cinesi eleganti che con un drink ed una manciata di banconote ti potevano rallegrare la serata, sul posto o in camera tua.
Partimmo quindi tutti e quattro alla volta del piano “benessere”. All’ingresso le signorine in divisa bianca finto medica mi squadrarono da capo a piedi dandosi di gomito, in modo terribilmente poco discreto: già, non avevano tutti i torti, ero l’unica donna. Sempre praticamente ridendomi in faccia ci accompagnarono ad un corridoio fitto di porte ai due lati, dove fecero scomparire prima i nostri compagni, poi il mio capo, quindi me.
Iniziarono a farmi spogliare e qui capii che nessuna di loro tragicamente parlava inglese: dovevamo intenderci a gesti. Mi infilarono nella sauna, mi tirarono fuori, mi lavarono nella vasca ad idromassaggio, mi stesero su un letto bassissimo e mi frizionarono tutto il corpo con una salvietta; mi fecero manicure e pedicure, mi pulirono persino le orecchie!! Quando fui tutta pulita entrò la massaggiatrice vera e propria e rimasi a bocca aperta: era uno scricciolo! Era alta un metro e trenta sì e no. Cacciò fuori quasi a calci le altre due e iniziò a massaggiarmi. Dopo un momento, a gesti mi chiese se volevo “vedere qualcosa”. Incuriosita feci cenno di sì. Si alzò e aprì la tendina della finestrella che dava sulla camera accanto, dove stava il mio capo. Rimasi di sasso a vedere il mio capo (cinquantenne e terribilmente sexy detto fra noi) che, sdraiato su un letto uguale al mio veniva massaggiato sui pettorali da una procace signorina. Sotto il lenzuolo che lo copriva dalla vita in giù andava delineandosi una inconfondibile e maestosa erezione. La cinesina fece finta di non accorgersene e con fare professionale iniziò a dedicarsi alle sue cosce. Ogni tanto però la manina gli sfiorava, in modo sempre più intenzionale, lo scroto, sino a che, tolto il lenzuolo, si dedicò a massaggiargli con cura il pene eretto. Faceva scorrere le dita in su ed in giù lungo l’asta, ritraendogli contemporaneamente la pelle dal glande, fino a tendergliela allo spasimo. Lui spingeva il bacino verso l’alto. Era chiaro che era eccitatissimo. La cinesina continuò ancora un po’ le manovre con le mani, ma poco dopo, presa alla sprovvista, venne costretta ad imboccare il membro del mio capo. Anche se doveva essere abituata a quel genere di lavoro, probabilmente rimase stupita dalle dimensioni e dalla violenza con la quale la stava praticamente scopando in bocca. Aveva la faccia già stravolta quando il mio capo si inarcò e iniziò a fremere: stava godendo moltissimo, e le spinse sicuramente l’uccello in gola, riempiendogliela di sborra bollente: da dove stavo potevo vedere i suoi testicoli contrarsi. Lei venne colta dai conati, ma lui la costrinse a bere tutto quanto, finchè, data l’ultima spinta, le lasciò andare la testa e si sdraiò soddisfatto.
Inutile dire che alla vista dello spettacolo mi ero eccitata terribilmente e mi stavo menando il clitoride, tirandolo e strizzandolo selvaggiamente. Ogni tanto mi infilavo due o tre dita in figa per cercare di godere, ma non ci riuscivo. La mia massaggiatrice, vista la situazione, decise di darmi una mano: mi face sdraiare sul letto e dolcemente mi succhiò, leccò, baciò, strofinò finchè non mi fece sprofondare nell’orgasmo più lungo ed appagante della mia vita, durante il quale, senza volerlo, anch’io, come il mio capo la costrinsi ad affondare il viso nel mio sesso, dal quale lei bevve avidamente e con gusto. Diedi un’altra occhiata nella stanza accanto, e vidi il mio capo che stava penetrando da dietro la sua cinesina, in una posizione che doveva probabilmente procurarle delle fitte lancinanti, dato che tutte le volte che le affondava dentro con la sua verga lei trasaliva e gemeva. Feci giusto in tempo a vedere che estraeva il pene e le riversava sulla schiena a getti potenti una colata incredibilmente abbondante di sperma lattiginoso, poi decisi di far continuare il trattamento alla mia massaggiatrice, che mi fece godere a ripetizione almeno altre sei volte

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