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Racconti Erotici Lesbo

Il ritorno di mia zia

By 11 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Una mattina dei primi di settembre, mentre facevo colazione, mia madre mi disse:
– Lo sai, la zia torna domani da Monterosso.
Ho avuto un balzo al cuore a sentire la tanto agognata notizia, tanto che mia madre se ne &egrave accorta.
– Che cosa ti succede? Non sei contenta che la zia torni?
– Certo mamma, sono felice! Lo sai, con zia ho passato giorni bellissimi.
– Non te la sei mica presa perché ho chiesto alla zia di farti il clistere?
– No no, mamma, ti giuro di no, risposi diventando tutta rossa.
– Allora forse eri un pochino imbarazzata, eh?
– Si, &egrave naturale, però’
– Però cosa?
– B&egrave ecco, non prendertela, ma la zia &egrave un po’ piu dolce di te nel farmeli, tu lo sai te l’ho detto mille volte che mi fai un po’ male; ecco, volevo chiederti se posso continuare a farmeli fare dalla zia quando ne ho bisogno.
Mi ero fatta coraggio e ce l’avevo fatta a chiederle la cosa che piu mi premeva!
– Come vuoi tesoro, se la zia se la sente..glielo chiedo io, va bene? Ma tu intanto come stai?
– B&egrave mamma ho sempre qualche disturbo..
– Ma ti sei scaricata ultimamente?
– No mamma, sono tre giorni ormai’
Mentivo, ma il desiderio di tornare sotto le amorevoli cura della zia era troppo forte.
– Allora domani quando torna se ti va glielo chiedo.
– Si mamma, grazie!
Mi si chiuse lo stomaco per l’eccitazione dell’attesa, ma anche avevo dentro di me moltissimi dubbi e paure; e se la zia si fosse pentita di quello che era successo? E se non avesse piu voluto continuare con me quella storia così assurda ma nello stesso tempo così intrigante, così avvolgente? Una storia col gusto del proibito, del rapporto con una nipote’!
Passai quella giornata nervosamente, senza sapere cosa fare, guardando distrattamente la televisione, leggendo le pagine di qualche libro senza capirne una parola, mangiando agitatamente quello che mi trovavo tra le mani..unghie comprese.
Quella sera andai a letto presto, divorata tra l’ansia del ritorno della zia e la paura di ricevere una brutta notizia il giorno dopo..era troppo bello quello che mi era successo e avevo il timore di svegliarmi dal bel sogno e di tornare alla realtà dei mesi passati, di tornare ad essere la solita cara nipotina cui fare regali, cui dare di nascosto quei 50 euro per passare il fine settimana con gli amici e niente altro.
Ma d’altra parte mi rassicuravo da sola e pensavo che quelle quattro settimane non potevano non significare qualcosa per la zia; non si era trattato di un caso isolato, ma di tante coccole, addirittura avevamo rinunciato ad andare al mare qualche pomeriggio per starcene nel giardino e sul letto.
Dopo un sonno nervoso, mi alzai verso le 9 e mi feci una doccia; andai quindi in cucina per la colazione e mia madre mi disse che mia zia aveva già preso l’autostrada per tornare.
– Le hai detto quella cosa? Le chiesi con ansia.
– Ma no! Ma che fretta hai? Stasera quando ci sentiamo, dai.
Rimasi scocciata, delusa da questo atteggiamento di mia madre; ma come, una cosa così importante per me viene rimandata fino a sera?
Ma dovevo fare buon viso a cattivo gioco; cercai di simulare il mio disappunto dimostrandomi allegra e contenta per il ritorno della zia e proposi alla mamma di invitarla a cena da noi; dopo il viaggio sicuramente non avrà avuto voglia di prepararsi la cena.
– Hai ragione, buona idea, glielo chiedo.
Qualche minuto dopo mi comunica che la zia ha accettato volentieri.
– Sai, mi ha chiesto anche di te, di come ti senti.
Un lampo di gioia mi ha invasa; la zia chiede di me! Allora si ricorda, ma cosa vorrà dire questa domanda?
Mille dubbi affiorarono di nuovo nella mia mente; che significato aveva quella domanda? Forse voleva sapere se era trapelato qualcosa di quanto successo? O forse voleva assicurarsi che io fossi rimasta in silenzio? Oppure era un avviso indiretto a me, come per dirmi: preparati che arrivo oppure per dirmi, &egrave meglio che ci dimentichiamo di tutto?
Erano troppe le ansie per me, troppi i dubbi e i timori, tanto che decisi di telefonare ad una mia amica per uscircene assieme.
Così per tutta la giornata io e la mia amica Francesca siamo state in giro per la città e poi a casa sua a parlare del piu e del meno; il tempo mi &egrave volato e non ho piu pensato alla sera.
Verso le 18 tornai a casa; salendo le scale che portano al terzo piano del mio palazzo, il cuore ha cominciato a battermi forte, non per le scale ma per quel desiderio che mi era rimasto sopito tutto il giorno: rivedere mia zia e capire soprattutto, capire le sue intenzioni dai suoi sguardi, dalle sue parole, dai suoi gesti.
Arrivata davanti alla porta di casa, presi la chiave, feci per infilarla nella toppa quando improvvisamente la porta si aprì ed ecco’ sorridenti tutte e due, mamma e zia!
Rimasi un momento senza fiato, come imbambolata, con gli occhi spalancati per la sorpresa, quasi senza fiato.
– E allora? Mi disse mia madre, che fai lì ferma? Non entri?
– E non mi saluti? Continuò mia zia.
Sorridendo forzatamente e nervosamente, entrai e diedi un bacio sulla guancia a mia zia.
– Ciao zia! Come stai?
L’unica frase banale che mi riuscì di dire in quel momento fu questa.
– Cara, bene, bene! Mi rispose con un sorriso smagliante.
– Hai visto com’&egrave in forma la zia!
Le sorrisi, cercando già di capire qualcosa, di carpire qualche suo messaggio ; la guardavo negli occhi, ma poi abbassavo la testa per la vergogna, volgevo lo sguardo altrove; una vergogna strana, quella era mia zia, che diamine! Ma la sensazione di quanto passato assieme mi faceva sentire diversa nei suoi confronti.
Andai in camera mia a cambiarmi; mi misi una gonna corta e una maglietta, classico abbigliamento da casa d’estate; in realtà anche se c’&egrave mia mamma spesso sto solamente con gli slip, ma ora che c’era mia zia dovevo essere un po piu decente.
Ci sedemmo a tavola poco dopo, noi tre; io in mezzo fra mia madre e mia zia ; non avevo molto appetito, la situazione stava diventando assurda per me, sentivo di non riuscire a gestirla. Mi sentivo veramente a disagio, non ne capivo il motivo. O meglio, lo sapevo ma mi stava sfuggendo di mano.
Ma la svolta avvenne ben presto.
Si parlava delle vacanze, delle persone conosciute, del lavoro che da lì a poco sarebbe ripreso; terminata la pietanza, mia madre portò via i piatti; mentre era di ritorno per portare la frutta, suonò il telefono; posato velocemente il vassoio con le pesche sul tavolo, corse a rispondere; era Angela, la sua migliore amica, una chiacchierona incredibile!
La conosceva bene anche mia zia.
– Chissà ora quando torna! Disse mia zia sorridendo.
Io sorrisi appena, senza dire nulla.
– Cos’hai?
– Niente zia’ risposi tutta rossa.
– Dai, mi disse sottovoce, e mi fece una carezza sul volto.
Un battito improvviso al cuore, il sudore, la consapevolezza che da lì a poco avrei avuto il responso a tutti quei dubbi che mi hanno affollata la mente in questi due giorni mi fecero rimanere come ipnotizzata sulla sedia, lo sguardo rivolto verso la tovaglia ma con le pupille che , col loro velocissimo movimento, si rivolgevano ora verso mia zia, ora verso l’altra stanza dove, con la porta chiusa, mia madre stava parlando al telefono.
Con le mani meccanicamente stavo martoriando i resti del panino, mentre una sete nervosa mi stava seccando la gola.
Mia zia si mise di traverso sulla sedia e Improvvisamente la sua mano sinistra si posò sulla mia gamba nuda.
Rimasi senza fiato, come se in quel momento il tempo si fosse fermato; qualsiasi cosa fosse successa non me ne sarei accorta.
Voltai lentamente il collo verso di lei, la guardai un momento, un leggero sorriso mi si stampò sul viso, quasi come una preghiera rivolta a lei.
La sua mano si fece più audace; ne sentivo il calore farsi strada lungo la mia gamba, scomparire sotto la mia gonna e arrivare ai miei slip; meccanicamente, senza pensare, allargai un poco le gambe.
Cinse il mio collo con l’altra mano attirandomi verso di lei; mi diede un bacio sui capelli; ma nello stesso tempo, sapientemente, il suo dito avevo già scostato il lembo del mio slip e stava già riscoprendo il piacere di incontrare nuovamente le mie labbra vaginali.
Tenevo gli occhi chiusi, con la testa sul suo seno come una bimba al seno della madre, col fiato che mi si faceva sempre piu forte e ansimante.
Una lacrima scese sul mio volto; forse il desiderio di riprovare queste emozioni fortissime, forse la gioia di aver scoperto che nulla era mutato in mia zia verso di me, mi fecero commuovere intensamente.
Mentre mi stava masturbando silenziosamente per non far destare alcun sospetto in mia madre, si accorse che stavo piangendo.
Smise subito e mi chiese preoccupata cosa mi stava succedendo.
– Oh zia, non sai quanto ti ho aspettata!
– Ma hai paura, non vuoi ?
– No zia, al contrario! Ero io a temere che tu ti fossi pentita di tutto, che non volessi piu coccolarmi come abbiamo fatto da te!
– Tesoro mio! Mi abbracciò teneramente, come mai aveva fatto.
– Ti voglio tanto bene tesoro mio e questo &egrave un modo per dimostrartelo!
– Anche io ti voglio tanto bene zia!
Poi presi coraggio e le chiesi:
– ma allora zia, posso venire da te per il clistere e qualche coccola?
– Tutte le volte che vorrai!
Un sorriso luminosissimo, una grande felicità, come quando mi regalarono la mia prima Barbie, resero quella serata stupenda!

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