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Racconti Erotici Lesbo

Incontro tra scrittrici : Monica ed Eva

By 11 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

ci eravamo conosciute perch&egrave le avevo scritto per farle i complimenti: avevo letto un suo racconto e mi era piaciuto e le avevo scritto. mi aveva risposto. le avevo riscritto per farle sapere che anch’io avevo scritto qualcosa e le avevo detto che scrivevo in un blog, mio personale, anche se avevo rallentato per diversi motivi. ma mi aveva incoraggiato. le volevo far leggere le mie ultime fatiche, anche perch&egrave le volevo mandare a un editore. così fissammo un appuntamento da lei, che abitava nel centro Italia, mentre io stavo più a sud. Eva , questo &egrave il suo nome mi aspettava alla stazione di Orte. non sapevo dove abitasse in realtà, se avremo o meno visto l’Adriatico o il Tirreno. per l’occasione avevo indossato il mio solito vestito da lavoro, quindi un tailleur blu e una camicia colore panna. sotto un reggiseno dello stesso colore che sosteneva il mio già abbondante seno. le trasparenze lasciavano,volutamente intravedere i capezzoli con le grandi areole. un braccialetto e l’orologio , un anello, occhiali da sole. le avevo detto che mi avrebbe riconosciuta dai vestiti e dai capelli rossi. non ci eravamo scambiate il cellulare. per privacy . lei, Eva sarebbe stata più sportiva, così mi disse: la donna che vidi indossava un jeans e una tshirt bianca, senza reggiseno, e una giacca sul verde chiaro.per riconoscerla mi disse: “quando vedi una con la giacca verde chiaro e una fotocamera in mano, ecco quella sono io. non puoi sbagliarti Monica.”
e così, scesi che erano le 9 e 30 e mi guardai intorno. eccola era lei, ci riconoscemmo nello stesso istante. Eva era un po’ più alta di me, di certo più in linea. al confronto ero goffa con il tailleur e le ballerine. ma non sopporto le scarpe con i tacchi alti, per via dei miei piedi. ti slancerebbero, mi dirà poi Eva. io : ” Eva?” e lei : ” Iset/Monica?” io : ” fai solo Monica…” ci abbracciammo e ,nel farlo le posi una mano sulla schiena,che mi confermò che non portava reggiseno. beata pensai, se potessi anch’io lo farei, ma con tutto il mio davanzale morbido. Eva : ” hai fatto colazione? prendiamo qualcosa? ti va un caff&egrave?” io : “perch&egrave no? andiamo! quì in stazione?” Eva: ” no andiamo ho l’auto quì vicino, ci fermiamo lungo strada”
Eva: ” oggi sei mia ospite, almeno per buona parte della giornata: ora andiamo a casa mia a XXXXXX. un’ora di auto ma ora prendiamo il caff&egrave.”
entrammo e consumammo il nostro caff&egrave e riprendemmo subito il cammino. Eva: ” non vedo l’ora di leggere i racconti che hai in borsa. Sai che sei graziosa? mi aspettavo una balena o comunque una donna pienotta e cicciotta, invece mi sembri normale …oh scusa ” e nel dirlo mi appoggiò una mano sulla coscia. ” volevo dire non grassa grassa” io risi e anche lei con me. io :” non preoccuparti, anche tu sei graziosa sai? voglio dire che sei spigliata e sorridente. mi piaci” e nel dirlo le posai una mano sulla sua che era sopra la leva del cambio. Eva : ” dimmi Monica, com’&egrave che hai iniziato a scrivere?” io : “così per caso. tu sai che faccio un altro lavoro vero? l’ho pure scritto nei racconti. in verità sono sposata ,anche se non proprio felice felice, ma alcune delle cose scritte sono vere e accadute a me e anche ad amiche. così le ho riportate per fare delle storie verosimili. un giorno ho detto che avrei scritto e l’ho fatto. &egrave anche vero che ho trovato degli stronzi e stronze che mi hanno insultato…” Eva : ” oh lasciali perdere Monica, &egrave successo anche a me. scrivi e lasciali perdere. siamo quasi arrivate. abito quì vicino poco fuori XXXXXX. ” dopo Eva mi disse come mai aveva cominciato e perch&egrave le piacesse scrivere. ma non terminò del tutto perch&egrave eravamo arrivate.
Eva: “ecco casa mia” io .” &egrave bella , una bella casetta” Eva: “prego seguimi” entrate ci accomodammo nel divano, lei sulla chaiselongue e io di lato. le passai i fogli e lei cominciò a leggere e annuiva con la testa. ogni tanto mi guardava,con la coda dell’occhio e sorrideva. Eva: ” &egrave tutto quì?” io: ” no c’&egrave una storia che non ho scritto ma devo scrivere, stasera ” Eva: ” hai già in testa la trama?” io: ” sì certo: &egrave la storia di oggi , del nostro incontro” e nel farlo ci avvicinammo e ci abbracciamo …baciandoci sulla bocca.
Eva trovò poi subito , attraverso la gonna, la strada del mio nido d’amore: l’unico ostacolo era il collant. stranamente lei si alzò e mi venne davanti. capii e mi tolsi le scarpe che, nella foga, volarono via da una parte; mi abbassai il collant ed Eva completò l’opera mentre scendevo la lampo della gonna. ora ero libera e , finalmente, Eva poteva vedere ciò che avevo scritto nei racconti. solo il ciuffetto superiore di peli copriva, dall’alto, la micetta come la chiama lei nei suoi racconti. Eva mi fece sdraiare sulla chaiselongue e ,allargando le mie cosce vide la micetta che aspettava solo la sua lingua.
io: ” ti prego Eva leccami…&egrave da tanto che aspettavo questo momento!”
lei : ” lo so cara…anch’io desideravo vederti così…aperta per me: sei venuta per me vero? quello dei racconti da farmi vedere &egrave una scusa vero?”
non resistevo e iniziai a toccarmi con il medio, alla ricerca di un piacere che avrei voluto da lei ma che, conoscendomi attraverso le mie storie, sapeva che avrei cercato anche da sola. il mio masochismo, il mio lasciare fare o non fare al partner,lei lo conosceva: sapeva che poteva avermi in ogni caso e quando fu pronta mi disse: ” Monica spogliami!” io non aspettavo altro e cominciai dall’alto,dove sapevo che il suo seno lo avrei trovato libero da reggiseni o canotte. avrei voluto vederla con la canotta nera e trasparente ma…vidi il suo seno,con i capezzoli diritti che puntavano sulla mia camicetta che, dato il desiderio, a stento conteneva il mio seno desideroso di toccare il suo. tutto questo lei lo sapeva. dai miei racconti lei aveva appreso molte cose e segreti.
quando Eva rimase a torso nudo, mi adoperai per baciarla e terminato il bacio, proseguii con la lingua sul collo, mordicchiandolo pian piano, finch&egrave giunsi al suo seno che non &egrave abbondante come il mio ma piacevole da tenere nelle mani.
Eva emise un gemito ma poi disse, continua a spogliarmi…
eseguii con piacere il compito e le abbassai il jeans e poi infilai le mani nel tanga e passai l’indice sul suo sesso depilato: un ah forte venne dalle sue labbra. le tolsi anche quell’unico indumento e restai ferma ad ammirarla.
lei si sdraiò sul divano a gambe aperte e mi disse di succhiarle la micetta. Eva.” so che ti piace il succo della micetta” era vero glielo avevo scritto io, lei me lo chiese una volta e quindi sapeva. leccavo tutto di lei ,la micetta e le sue gambe snelle. stavo così in estasi che non mi accorsi che era entrata una persona, era una donna che esclamò: “che fate quì ? Eva ma che succede? e chi questa culona che ti lecca la micetta?”
Eva si lamentava, o meglio sospirava di piacere, mentre io continuavo a leccare con più foga il suo nido.
Eva disse: ” lei &egrave Monica: ti ricordi? Iset , i raccontiiii ah ah ”
la donna mi toccò e si presentò:”sono Chiara. l’amica di Eva.” forse ero presa dal desiderio, forse l’eccitazione di essere stata scoperta dall’amica di Eva, sta di fatto che lei mi toccò tra i grossi glutei, alla ricerca della mia micetta, e disse: ” ma questa &egrave tutta un lago!”
Eva: “prendi il regalo che ti ho fatto…ti ricordi? &egrave di là in un cassetto”. il regalo cui alludeva Eva &egrave un grosso vibratore.
Chiara tornò già nuda e con il grosso fallo legato alla vita.
lo strofinò un poco all’ingresso della micetta e spinse di colpo entrandolo quasi del tutto.
io: ” ahah ah ah ora ricordo il racconto in cui parlavi del regalo ”
nel frattempo Eva aveva già goduto nella mia bocca, le mie labbra avevano conosciuto il buon sapore della micetta e avevo già bevuto il suo succo. ora avrei voluto quello di Chiara che continuava ad armeggiare alle mie spalle.
ma Eva mi conosceva e sapeva che cosa mi sarei aspettatae così fu: sfilò il grosso fallo dalla mia micetta fradicia e se lo passò tra le labbra per assaggiarne il sapore, e fece andare Chiara al suo posto perch&egrave succhiassi la micetta della sua compagna. Chiara voleva vedermi nuda: in piedi mostrai il mio fodo schiena sporgente e il mio seno prosperoso fu poi liberato dalle mani della mia nuova amante.
Chiara si sdraiò e mi fece chinare per completare l’opera: tastai la micetta, bella e bagnata, diversa da quella di Eva, aveva un sapore differente, ma volevo gustarla: il mio grosso didietro mostrava le due aperture, una già violata dalle loro dita e dal grosso fallo,l’altra, ancora misteriosa e chiusa.
Eva sapeva che ero abituata a quel tipo di penetrazione e volle provare a violarne l’aperura: mi preparò con la sua lingua che saettava ora piano ora forte per saggiarne la reazione: il mio ah ah soffocato dalla micetta di Chiara, le fece apire che gradivo.
poi Eva disse a all’amica: “allargale le natiche così la penetro”
lei eseguì con attenzione e ,nel farlo, mi schiacciava ancora di più la micetta contro il viso”
un suo ahahah liberatorio avvenne quasi in contemporarena con la mia sodomizzazione: tutto il fallo penetrò nel mio didietro e ,con mio immenso piacere, potei assaggiare anche il nettare di Chiara.
quel giorno avevo conosciuto due nuove amiche. e anche loro avevano sperimentato con me e su di me qualcosa di nuovo.
prima che mi riaccompagnassero al treno anche Chiara volle provare a sodomizzarmi: mi chiese se faceva male e le dissi che dipende, ma che come sapeva anche Eva, a me piace in fondo soffrire un po’. Eva: ” ma allora &egrave vera quella storia delle adepte e delle pinze?”
io: ” quella sì, ma &egrave una storia che vorrei dimenticare come il bancario che mi ha sciolto la cera sui capezzoli”
Eva mi si avvicinò e mi abbracciò e anch’io risposi alle sue carezze baciandola e accarezzandola,mentre con l’altro braccio richiamai a me Chiara: vi voglio bene.
e salii sul treno. chissà che non ritorni a trovarle un giorno.

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