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Racconti Erotici Lesbo

Janet e Lorena di David

By 24 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

A Janet, non sembrava vero! Vincere 10.000 ‘ al gratta e vinci, e non avere nessuno con cui festeggiare.
D’amici, non n’aveva tanti, e quei pochi che aveva sentito, con una scusa od un’altra, si negarono. Forse perch&egrave erano vicini al Natale, ed erano impegnati, o forse a causa del suo carattere non troppo espansivo, che la portava, il più delle volte litigare.
Pensando su come e con chi festeggiare, le venne una strana idea.
Si ricordò, che un giorno, beccò il suo ex, mentre guardava i televideo delle tv private locali, dove pubblicizzavano le attività escort.
Si ricordò, anche della litigata furibonda, che la fece rompere con lui. Litigata della quale poi si pentì amaramente. Come sempre!
Fece un po’ di zapping alla tv, e trovò un’inserzione che diceva accompagnatrici ed accompagnatori, per tutti i gusti tel. 039……
Ci pensò su un po’ e disse tra se e se. ‘Tanto uno vale l’altro’, non voglio festeggiare da sola, e se poi capita anche una bella scopata, tanto meglio!’.
Chiamò. La segretaria dall’altra parte del telefono, le fece un vero e proprio interrogatorio.
Le domandò che tipo d’accompagnatore cercava, e come lo desiderava dal punto di vista fisico.
‘Non troppo alto! Sa sono alta un metro e 68. ‘ e ridendo aggiunse – Castano e occhi chiari se possibile !’
Finito il terzo grado, la signorina, le diede la tariffa, le istruzioni per il pagamento e le diede un ‘consiglio’.
‘Si ricordi, che se vuole qualcosa d’extra, la deve vedere concordare con direttamente l’accompagnatore’.
‘Ok!’ rispose Janet, non convinta del tutto.
Si misero d’accordo sul giorno e orario e poi si lasciarono.
Janet, era pensierosa. ‘Che cazzo ho fatto ?’ penso tra se e se, poi, decise di andare a farsi bella. Prenotò il parrucchiere e l’estetista. Non voleva mica sfigurare.

Arrivò il giorno. Janet, aveva anche comprato un intimo niente male. Reggiseno a balconcino per la sua terza di seno abbondante, un perizoma, con un sottilissimo filo interdentale, che le solleticava il buchetto, con una copertura anteriore minima, visto che si era depilata del tutto. Il tutto in tinta con le autoreggenti che le erano costate una fortuna.
Il vestito non era da meno, un mini-abito, che esaltava le sue forme e creava un vedo- non vedo..
‘Stasera quello me lo scopo gratis!’ pensò tra se e se.
Improvvisamente, suonò il cellulare, era l’agenzia. Aveva il cuore in gola. ‘Janet’, disse una voce dall’altra parte del telefono.
‘Si ?’ rispose.
‘C’&egrave un problema! …….Ascolti l’accompagnatore ha avuto un incidente, purtroppo non possiamo sostituirlo, ma avrei una proposta da farle!’
Janet, si sentì mancare! Aveva speso un sacco di soldi e non aveva ottenuto nulla!
‘Mi dica’, balbettò Janet con la voce tremante dalla rabbia.
‘Guardi visto che deve andare ad una cena, le manderemmo una nostra accompagnatrice. Questo per non farla andare da sola ! Le faremo un forte sconto extra ! Sono mortificata. Accetti questo rimpiazzo. La prego !’
Janet era incazzatissima, gliene grido quattro, ma alla fine disse:
‘Ascolti, visto che ho bisogno di un passaggio e di uno che mi accompagni, la faccia venire con la sua macchina e le dica di non bere, perch&egrave stasera mi voglio sbronzare. Stronzi ! Inoltre, voglio anche la cena pagata !’
‘Si, si, non si preoccupi. Ci scusi ancora, vedrà che sapremo sdebitarci con Lei e non si pentirà del disguido.’

Passò un’ora ed il citofono suonò, ‘Salve ! ‘ disse ‘ Sono Lorena l’accompagnatrice, mi fa salire ?’
‘Si vieni, abito al quarto piano.’

Passarono due minuti e sentì il campanello suonare. Janet ancora incazzatissima.
Aprì, e davanti a Lei si presentò una ragazza stupenda. Alta 1,75, taglia 40, seno giusto, vestito da cerimonia, capelli sciolti e lunghi, con una permanente leggera. Insomma sprizzava sesso da tutti i pori.
Janet, rimase senza fiato. Non aveva mai avuto attrazione per le donne, ma, la vista di Lorena, la inebetì.
‘Posso entrare ?’ chiese l’accompagnatrice.
‘C..c..certo !’ disse balbettando Janet.
‘Non sentirti a disagio – ruppe il ghiaccio Lorena – Sai, io sono abituata ad accompagnare donne sole. Se ti fidi ti porterò in un posto discreto che ti piacerà, e dove se vorrai passeremo insieme tutta la serata.’ e facendo una piccola pausa aggiunse ‘E se vorrai anche la notte !’
Janet era sempre più frastornata, non riusciva a capire cosa le stesse succedendo. Era un subbuglio. Nessuna donna ci aveva mai provato con Lei, e la cosa le sembrava, da un lato strana, ma dall’altro intrigante. Un po’ come se sulle sue spalle, si fossero materializzati, l’angioletto ed il diavoletto dei cartoni animati, quelli che ti dicono di peccare o non farlo.
Janet, voleva festeggiare lo stesso la vincita, ed accettò di uscire con Lorena.
‘Ok, Lorena, sai che mi devi accompagnare tu ? I patti sono che mi devo ubriacare e tu mi devi riportare a casa.’
‘Certo ! ‘ confermò Lorena – ma uno tu non ti ubriacherai. Tu dovrai divertirti e basta, senza pensare al casino che &egrave successo. Ci penserò io a farti passare una bella serata.’
‘A me sta bene” disse Janet.
“Perfetto – confermò Lorena – Ora però voglio chiederti una cosa.’
Janet s’irrigidì e farfugliò ‘Che cosa dovesti chiedermi ?’
‘Che cosa preferisci mangiare – domandò Lorena – Carne o pesce ?’
A quella domanda Janet, rispose con una risata liberatoria.
‘Basta che il posto che hai scelto sia bello e si mangi bene. A me non importa. Lascio a te la scelta!’
‘Perch&egrave ridi ?’
‘Rido perch&egrave pensavo volessi chiedermi qualcosa di, di , diciamo Hot!
‘Non ti preoccupare – replicò Lorena – Non &egrave ancora il momento, anche se secondo me, indossi un intimo da favola.’
Con sfida Janet le domandò ‘Io scommetto che lo &egrave anche il tuo !’
‘Scommessa persa, io l’intimo quando devo uscire con delle belle donne, non lo metto mai ! Ora andiamo, ci stanno aspettando.’
‘Chi ci sta aspettando ?’ domandò Janet.
‘Il ristorante !Che domande !’ rispose maliziosa Lorena.
Scesero, la macchina di Lorena era un cabriolet rosso fiammante. Lorena le aprì la porta e la fece salire.
Appena salita Lorena chiese a Janet ‘Ti va se ti faccio una sorpresa?’
‘Di che, tipo?’ domandò Janet.
‘Sei terribile, Janet. Non puoi rispondere si o no ?’
Janet non sapeva cosa pensare e disse ‘SI !’
‘Allora apri il cruscotto, c’&egrave un foulard. Mettitelo sugli occhi’, ordinò Lorena a Janet, la quale rimase stupita dall’ordine di Lorena, ma eseguì. E così partirono.
Non guidarono per più di venti minuti. Le due donne, si scambiarono poche parole, anche perch&egrave Janet era molto angosciata.

Una volta arrivate, Lorena tolse il foulard dagli occhi di Janet, il posto che si presentò ai suoi occhi era un’antica villa veramente lussuosa adibita a Hotel e ristorante,.
Un uomo decisamente muscoloso aprì la porta della vettura a Janet, e salutò Lorena, confermandole che il tavolo che era stato preparato.
Il locale aveva delle luci soffuse, si vedeva che era molto intimo, c’erano delle coppie che cenavano tutte a lume di candela. Il cameriere, si diresse verso le donne e fece loro strada. Le portò in un luogo appartato, una specie di caverna, dove si sedettero, e cominciarono a parlare.
‘Allora Janet. – disse Lorena – Raccontami un po’ di te.’
‘Cosa ti devo dire … – rispose Janet – Ho trenta’anni anni, vissuti, non troppo spericolatamente, alla ricerca di un compagno, per non rimanere zitella a vita. Ma a causa del mio carattere, appena ne trovo uno, ci litigo, e mando tutto a puttane, e così eccomi qui. E te ? Come mai fai la escort per donne ?’
‘Vedi, primo a me le donne piacciono, secondo, si rischia meno, terzo i pochi uomini che ho avuto, sono stata una delusione pazzesca. E tu non hai mai pensato di … provare con un donna ?’
La domanda non era scontata, Lorena ci sapeva fare, e Janet, non fu colta alla sprovvista.
‘No, non ci avevo mai pensato, fino a, quando non ti ho vista !’
Così dicendo, Janet, pensava di aver preso il sopravvento, ma non aveva fatto i conti con Lorena.
‘Bene ! – esclamò Lorena – Vedi quella scatola sopra la mensola ?’
Janet allungò la vista, e la notò per la prima volta. ‘Si, cosa dovrei fare ?’
‘Prendila e aprila .’ rispose Lorena.
Janet si alzò e prese la scatola sopra la mensola, così facendo il mini abito salì un poco, e Lorena notò le autoreggenti finemente ricamate.
‘Perfetto !’
‘Perfetto cosa ?’ chiese Janet.
‘Per usare l’oggetto, che c’&egrave in quella scatola, non dovremmo andare in bagno, ma faremo tutto qui !’
Il tono perentorio di Lorena stupì Janet, che aperta la scatola, vi trovò dentro due palline vaginali in acciaio. Lei ne aveva sentito parlare, ma non le aveva mai viste dal vero prima d’ora. Rimase quindi stupita, e questo senso di stupore faceva crescere il suo intrigo verso Lorena.
‘Dammele e porta la tua sedia accanto alla mia.’ ordinò Lorena.
Janet ancora inebetita nel vedere le palline, prese la sedia e si accostò a Lorena.
‘Ora rilassati ed allarga le gambe.’ disse Lorena.
Janet ubbidì, ma più per riflesso che per volontà prima di chiedere ‘Che cosa vuoi farmi ?’
‘Iniziarti al piacere !’
Così facendo, Lorena, cominciò ad accarezzare una gamba di Janet, la quale, non sapeva cosa fare, o meglio cosa stava facendo fare a Lorena.
Visto che non allargava le gambe, la escort si fece largo con un po’ di forza, e contemporaneamente, succhiò il lobo dell’orecchio di Janet, alternando la sua bocca con la lingua.
Janet era pietrificata, ma non riusciva ad opporre resistenza, anzi, la lasciava fare, sperando che facesse di lei tutto ciò che desiderava.
Non ci volle molto, Lorena, riuscì ad arrivare al perizoma di Janet. Era leggermente bagnato, e quindi dopo averlo accarezzato, spostò il lembo di stoffa, e toccò il monte di Venere di Janet, la quale ebbe un primo sussulto che le fece allargare le gambe, come ad invitarla ad entrare.
Lorena però si fermò, prese le palline che fece leccare a Janet e dopo, essersele passate sulla sua figa umida, le diresse verso quella della sua compagna, e con un colpo secco gliele inserì. L’impatto fu improvviso e devastante, ma molto eccitante. Era la prima volta che Janet era penetrata da una donna.
Lorena, una volta finita l’operazione, ripose il triangolo di stoffa del perizoma di Janet al suo posto, e si leccò le dita pregne degli umori della novizia. La baciò e la invitò a ricomporsi un attimo, visto che non avevano ancora finito di mangiare.
Janet, non sapeva quale fosse la tortura alla quale andava incontro. Lorena le disse che per fare effetto, avrebbe dovuto muoversi. Lei tentò, ma ad ogni movimento, sentiva un effetto strano, e non voleva andare oltre. Finirono di mangiare e quando si alzarono Janet, ebbe un mancamento.
‘Cosa m’&egrave successo ?’ disse Janet
‘Le palline stanno facendo effetto !’, disse Lorena sorridendo.
‘Sei proprio una porca … – ribatté Janet – Perch&egrave mi fai questo ?’
‘Io ti sto solo facendo godere ! – disse Lorena – D’altronde non eri alla ricerca di un’avventura ? Questa &egrave un po’ diversa, e vedrai, siamo solo all’inizio, ora andremo in camera e vedrai !’
‘Si, ma non riesco a camminare, come faccio ?’ disse Janet supplicando.
‘Aspetta e vedrai.’
Lorena chiamò un cameriere e si fece aiutare. Janet era imbarazzatissima, anche perch&egrave, il cameriere e Lorena, palpavano Janet in maniera oscena. Janet pensava che anche il cameriere fosse parte del gioco, e la cosa la eccitava, ma una volta arrivata in camera e sistemata l’ospite sul letto, se n’andò.
‘Ma non rimane ?’ Chiese Janet fingendosi ingenua.
‘No ! – fu la risposta perentoria di Lorena -Voglio farti mia da sola, se poi vorrai e non ti avrò fatto godere abbastanza, te lo potrai scopare. Ma ne dubito.’
Janet, era sdraiata, si sentiva la figa pulsare, e l’eccitazione aumentare, anche perch&egrave nel frattempo Lorena, s’era tirata via il vestito, ed il suo corpo nudo fasciato solo con le autoreggenti era degno di una modella.
Lorena, si mise sopra Janet e cominciò a levargli pian piano, il vestito. Fino a quando Janet rimase solo con il suo intimo. Non faceva freddo nella stanza, anche perch&egrave un caminetto emanava un caldo tepore, che rendeva l’ambiente più intimo e provocante.
Janet chiese a Lorena ‘Cosa vuoi farmi ?’
‘Prima ti tolgo questo inutile intimo, poi le palline dalla figa, e poi vedrai, ma soprattutto sentirai …’
Lorena le tolse l’intimo delicatamente vedendo di farlo strofinare il più possibile sul corpo per eccitarla al massimo, sfiorandola con i polpastrelli. Poi le tolse le palline, masturbandogli il clitoride, Janet raggiunse un orgasmo devastante, gridò, ma il suo urlo, fu soffocato da un bacio intensissimo che Lorena diede le diede, infilandogli tutta la lingua in bocca, fino quasi a farla soffocare. Lei ricambiò, con altrettanta foga e passione, l’essersi liberata delle palline ed aver raggiunto l’orgasmo, l’aveva fatta rinascere.
Ultimamente, infatti, non aveva avuto rapporti sessuali, solo il suo dito le procurava un po’ di sollievo, e quindi l’essere riuscito ad appagare la sua voglia con un’altra persona, indipendentemente se fosse maschio o femmina, la fece stare notevolmente meglio.
A quel punto prese Lorena e la mise sotto di se e cominciò a baciarla cercando d’imitare la escort. Cominciò dai lobi dell’orecchio, scese sotto la sua ascella, dove un profumo intensissimo, la inebrio, arrivò sul seno. Era un po’ impacciata, ma Lorena la guidò tenendole in mano la testa, così cominciò a leccarle i capezzoli, dandole dei piccoli morsetti, poi scese, scese, scese ed arrivo sulla sua figa.
Non si fermò, ma proseguì scendendo ancora più in basso. Le tolse le autoreggenti e cominciò a leccarle le lunghe gambe, prima una poi l’altra, ed infine giunse ai piedi, le leccò i talloni, poi con la lingua ben fuori, si diresse verso le dita. Prese l’alluce, e cominciò a leccarglielo, come se facesse un pompino. Passò la lingua in mezzo alle altre dita, schiacciandogliele una ad una.
Cominciò poi a risalire le gambe, baciandogliele, fino a quando arrivò sulla figa completamente depilata e bagnata di Lorena.
L’odore intenso la fermò, facendole avere un attimo d’esitazione, ma si ricordò, quando una volta si leccò le dita dopo un ditalino. Cominciò a baciargliela. Lorena si sciolse ed aprì le gambe in maniera oscena, ma Janet continuava ad esitare nell’affondare il viso.
‘Mettimi la lingua dentro ! Ti prego !’ la pregò alla fine Lorena,
Janet pose la lingua sulle grandi labbra di Lorena, e cominciò a solleticargli il clitoride con un dito.
Lorena inarcò la schiena, e la novella lesbica ne approfittò per toccarle il buchino con l’altra mano. La escort non se lo aspettava, ma la lasciò fare per ritrovarsi un dito nel culo e finalmente la una lingua dentro la figa.
Il modo con cui la donna le leccava la figa, era perfetto per Lorena.
Janet, che aveva sempre detestato i rapporti orali, sembrava aver perso ogni inibizione e l’orgasmo dell’amante le inondò non solo la bocca, ma tutto il viso. Succhiò tutto avidamente per poi portare la sua bocca su quella di Lorena e baciarla appassionatamente. Le loro lingue, s’intrecciavano furiosamente nella bocca ora dell’una, ora dell’altra, sino a quando Lorena le disse ‘Benvenuta tra noi !’
Janet, ancora piena d’adrenalina nel corpo, dovuta a quest’esperienza nuova, la guardò in volto ed esclamò ‘Girati che non ho finito !’
Lorena, la guardò con aria stupita, ma non osò replicare e si girò alzando il culo verso la faccia della donna che la lasciò per un attimo per poterla ammirare girandole intorno
Poi si diresse verso il bagno, e le disse ‘Vieni con me.’
Lorena la seguì e, una volta dentro, fu invitata a sedersi sul bid&egrave. Janet fece scendere l’acqua, facendo attenzione che non fosse troppo calda, e con il sapone liquido, incominciò a lavarle la figa. Le dita passavano dalla figa al culo, in maniera sempre più rapida, facendo eccitare ancora di più Lorena, la quale ad un tratto fermò il polso di Janet, e guardandola appassionatamente negli occhi, le prese un dito della mano che fece passare tra le grandi labbra per lubrificarlo, per farlo finire nel suo culo.
‘Ma non ti basta mai ?’ esclamò Janet.
‘Sei tu che non avevi finito. Quindi adesso devi farmi il culo per bene e fino in fondo! Perch&egrave dopo toccherà a me … – le rispose Lorena carica di malizia – Adesso, guarda nel cassetto sotto il lavandino e prendi il vibratore che c’&egrave dentro e datti da fare !’
L’affermazione di Lorena fece andare in estasi Janet, la quale aprì il cassetto e prese un vibratore di notevoli dimensioni, e, dopo averlo lubrificato con i propri umori, riportò Lorena sul letto per sodomizzarla dolcemente dopo aver acceso il giocattolo erotico.
Lorena, si toccava furiosamente il clitoride per raggiungere il prima possibile l’orgasmo che tanto agoniava, sotto il colpi sempre delicati di Janet, per averlo di li a breve.
Appena si riprese guardò intensamente Janet negli occhi per poi dirle ‘Ora tocca a me. Sdraiati a pancia in giù col culo ben in vista.’
Janet si mise a carponi e appena fu prona Lorena cominciò a leccargli furiosamente il buchetto, penetrandolo con la lingua. Poi prese il vibratore, se lo introdusse nella sua figa ancora bagnata dai suoi umori per lubrificarlo, e lo indrodusse nell’ano della cliente.
‘Si …si …si.’ gemeva Janet, e al ritmo di quelle sillabe, Lorena cominciò a muovere avanti e indietro il vibratore acceso alla massima velocità..
‘Ora ti farò il culo, e poi, ancora la figa ! – disse Lorena ‘ Voglio solo che dogi.’
Janet non si fece pregare, cominciò a masturbarsi, per raggiungere l’orgasmo, non capiva più niente, tra il vibratore nel culo e le sue dita che entravano e uscivano velocemente, non riusciva a comprendere, cosa la eccitasse di più. Anche se a dire il vero, la cosa non la interessava più di tanto, l’importante era godere.
Janet, stava raggiungendo l’orgasmo, ma Lorena si fermò. Nonostante avesse il vibratore ancora nel culo, e le dita nella figa, era inebetita, ma Lorena non le diede il tempo di riflettere e le sussurrò nell’orecchio ‘Te l’ho già detto. Tu sei mia! Solo io posso farti venire !’
Così dicendo si mise ere con laccia sulla figa di Janet e leccandogliela spasmodicamente, le fece raggiungere un orgasmo incredibile.
Solo quando Janet si calmò l’altra donna le tolse il vibratore dal culo ed insieme lo leccarono avidamente.

Rimasero distese sul letto abbracciate tutta la notte, di tanto in tanto, si stuzzicavano, ma stanche com’erano, non riuscivano ad andare oltre.

Arrivò l’alba e le due donne si guardarono negli occhi. L’espressione era quella di due persone, che forse avevano capito, che era giunto il momento di dare una svolta alla loro vita.
Janet, aveva capito che, volendo, si poteva essere meno acide, ed amare era qualcosa di favoloso. Mentre Lorena, non sapeva più distinguere la professione, dai sentimenti.
Janet, tirò fuori i soldi pattuiti con l’agenzia e li diede a Lorena, poi con le lacrime agli occhi le chiese ‘Dimmi quanto ti devo per l’extra.’
Lorena la guardò, le asciugò le lacrime e le disse ‘Niente ! Mi hai già dato tutto quello che volevo !’
Si diresse verso lo scrittoio, prese una penna ed un pezzo di carta e le scrisse numero di telefono ed indirizzo di casa
‘Stasera ho capito cos’&egrave l’amore ! Sono una professionista del sesso, ma tu non sei stata una cliente come le altre. Tu ci hai messo una passione incredibile. Pensa che ogni volta che finisco, le altre s’alzano, mi pagano e se ne vanno. Tu invece no, ti sei fermata e hai aspettato l’alba. E’ stato magnifico ! So che mi ci vorrà del tempo per trovare qualcosa di diverso da fare, ma se mi aspetterai non ti deluderò !’
Janet, dal nodo alla gola, passo alle lacrime, e abbracciando Lorena appassionatamente, le disse ‘Stasera festeggeremo da me !’

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