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La commessa ed il camerino

By 25 Aprile 2024No Comments

Il racconto è frutto della mia immaginazione, storie e persone non fanno riferimento a fatti realmente accaduti.

Con la tenda socchiusa del camerino riesco ad intravedere lo sguardo della commessa, con la coda dell’occhio non voleva perdermi di vista. I suoi occhi sul mio corpo mi lusingavano, decisi di provocarla chiamandola per chiederle un consiglio femminile su come mi stava l’intimo, lo slip trasparente lasciava in vista la mia fica perfettamente rasata ed il reggiseno, anch’esso trasparente, metteva in mostra il seno rotondo dove facevano capolino i turgidi capezzoli.

La commessa fa degli apprezzamenti su come mi sta addosso l’intimo e mi suggerisce di provarne anche un altro appena arrivato che secondo lei sarebbe stato perfetto per il mio fisico. Me lo porta direttamente nel camerino, sta per chiudere la tenda le dico che non ci sarebbe stato alcun problema, poteva rimanere aperta e lei presente, mi sfilai senza indugiare l’intimo che avevo addosso rimanendo totalmente nuda davanti ai suoi occhi. La commessa non si trattiene nel commentare il mio corpo, con finto imbarazzo ringrazio, mi sento eccitata dalle sue attenzioni, voglio osare di più e mi chino a novanta gradi per mettermi il nuovo perizoma e dallo specchio alle mie spalle le mostro nel pieno del suo splendore il mio culo.

Rialzandomi le mostro un sorrisetto malizioso e le chiedo il reggiseno che aveva in mano, lo indosso, la commessa con la scusa di sistemarlo al meglio e far risaltare il seno, prende l’iniziativa, sento le sue mani che mi sfiorano, toccano e palpano. I nostri visi sono così vicini, sento il suo profumo, il mio sguardo è sulla sua bocca, mi avvicino sempre di più fino a sfiorarla, sento le sue labbra sulle mie, sono morbide e carnose, la sua lingua si insinua nella mia bocca, non mi faccio pregare ed assecondo il suo invito, la passione è scattata, i rossetti si mischiano sulle nostre labbra lucide non riusciamo a staccarci

Le mani sono desiderose della nostra pelle, la commessa mi palpa il culo con decisione mentre senza tregua continua ad intrecciare la sua lingua alla mia, chiude velocemente la tenda del camerino, mi mette con le spalle contro lo specchio, si sfila le mutandine e le porta davanti al mio viso facendomi sentire il suo profumo di donna, le afferro con denti, lecco la parte umida a contatto con la sua figa bagnata, mi scosta il perizoma e con le dita gioca con la clitoride gonfia e bagnata dai miei umori, sento le voci delle persone che passano fuori dai camerini, l’eccitazione di essere scoperti infiamma la nostra fantasia ed i nostri corpi.

A stento riusciamo a trattenere i gemiti di piacere, la musica diffusa aiuta a coprirli, con le mie mani cerco di alzarle la sua gonna per poter afferrare i sui glutei ma lei mi ferma e nell’orecchio mi sussurra la voglia di scoparmi, con la lingua gioca con il mio lobo, mi bacia il collo.
Mi invita a rivestirmiti per andare nel retro del negozio, la commessa si sistema alla bene meglio ed esce dal camerino aspettandomi fuori, io cerco di ricompormi come riesco, rimettendomi i vestiti tralasciando l’intimo, apro la tenda e la trovo che mi aspetta, sottovoce mi dice di seguirla, dopo aver attraversato il negozio arriviamo davanti ad una porta, la apre e mi fa entrare per prima, è tutto buio, sento la porta che si chiude a chiave e le sue mani nuovamente sul mio corpo, è decisa, sa cosa vuole e come ottenerlo, sento che si sta liberando dei suoi vestiti, io dei miei, mi prende una mano e mi fa sedere su una sedia, assecondo ogni sua decisione come se fossi in trance, le sue mani mi aprono le gambe, sento il suo respiro vicino alla mia figa, sempre più vicino, la punta della lingua è già sopra che ci gioca, apre il mio sesso a colpi di lingua, si sofferma sulla clitoride. Sono vergognosamente bagnata ed eccitata finalmente non devo più trattenere i gemiti di piacere, voglio che si sentano, voglio che senta quanto mi sta facendo godere…

La sento ansimare, probabilmente si sta masturbando, è tutto completamente buio, non riesco a vedere, però sento il suono delle dita che giocano con la figa bagnata. La sua bocca mi sta divorando, adesso una sua mano è sul mio seno, le dite mi strizzano con decisione i capezzoli, sussulto dal piacere, le sue dita bagnate che prima hanno giocato con la sua figa le sento entrare nella mia, scivolano fino in fondo senza opporre la benché minima resistenza, mi sento grondare di piacere, lei con un ritmo serrato entra ed esce senza tregua non riesco a resistere, vorrei ma non riesco, mi sento esplodere, ho un forte stimolo, mi sta toccando divinamente, alterna la lingua con le dita, finchè non riesco più a trattenere quello stimolo così vicino a dover far pipì, è dirompente, incontenibile, mi fa schizzare come poche altre volte mi era capitato prima, le stavo squirtato addosso, sul suo viso ed il suo abbondante seno, continuava a torturarmi e sentivo che un altro violento orgasmo stava per travolgermi, stavo godendo come una troia al servizio di quella ragazza che avevo totalmente inondato con i miei caldi ed abbondanti schizzi, ero stremata.

Sentivo che continuava a toccarsi, si stava donando piacere con le sue stesse dita, avevo voglia del suo sapore, mi avvicinai a lei con la bocca mentre con le sua dita continuava a penetrarsi senza sosta, con la lingua andai sul suo sfintere, lo bacia e glielo leccai tutto fino a penetrarlo con la punta, mi bagnai il dito medio e lo portai davanti al suo ano appoggiandolo con delicatezza, lo setii aprirsi facendolo scivolare tutto dentro, fino in fondo, sentivo il suo sapore più intenso, la sentivo godere senza ritegno, avevo il suo orgasmo in bocca che mi nutriva, i suoi movimenti erano senza controllo le sue gambe mi tenevano la testa serrata sul suo sesso.
La commessa si alza, mi bacia sussurrando a fil di labbra che è stato incredibile, mi passa qualcosa per asciugarmi, forse una maglietta, il pavimento è completamente bagnato, si scivola, accende una piccola luce si vede a malapena qualcosa, dev’essere un magazzino, mi chiede di rivestirmi dobbiamo fare veloce, non ho idea di quanto tempo sia passato, mi fa uscire da una porta sul retro, mi bacia sulle labbra e mi saluta, sento il suo profumo addosso, l’eccitazione non riesce a smorzarsi, rimango qualche istante fuori da quella porta che si è chiusa alle mie spalle, passo la lingua sulle mie labbra raccogliendo il suo sapore, mi invade la bocca.

Con la testa sono ancora dentro al quel magazzino, nella fretta di rivestirmi non ho messo l’intimo ed i pantajazz che indosso sento che mi segnano il taglio della fica mostrandone la forma, c’è qualche persona che passeggia, chissà che aspetto devo avere, i capezzoli liberi dal reggiseno segnano la maglietta, mi sento come se fossi nuda davanti agli occhi dei passanti, sento i loro occhi desiderosi addosso che mi scrutano. Ho una voglia tremenda, sento l’eccitazione crescere tra le mie gambe, mi incammino velocemente verso la macchina, appena l’ho raggiunta apro la portiera e ci salgo al volo, di fianco ci sono altre macchine parcheggiate, divarico le gambe ed con due dita le passo sulla figa sopra i pantajazz, li sento bagnati, molto bagnati i miei umori li hanno impregnati. Ho voglia di masturbarmi lì in quel momento in quel posto, il pensiero che qualcuno potesse vedermi mi faceva totalmente uscire di testa, con la mano vado sotta alla maglietta afferro un seno palpandolo con delicatezza, con le unghie stuzzico il capezzolo è turgido sotto ai miei tocchi, lo stringo tra l’indice ed il pollice, lo torturo con decisione fino a procurarmi un brivido di dolore che non trattengo con un gemito, mi piace, mi piace, cazzo se mi piace, lo stringo con più forza. Con l’altra mano mi faccio strada sotto ai pantajazz, due dita passano in mezzo alla fica vergognosamente bagnata, faccio appena in tempo ad arrivare sul clitoride, lo sento gonfio, il tocco delle mie dita mi danno una scossa che non riesco a governare, mi penetro sentendomi dilatata come una troia che si è appena fatta scopare da un cazzo enorme, quattro dita sono dentro di me!
Sento esplodere un devastante orgasmo che a fatica riesco a trattenere dall’urlare, continuo a mastrubarmi il clitoride con foga, sento degli schizzi caldi bagnare la mia mano, vorrei urlare, tolgo la mano dal seno e mi chiudo la bocca mordendola. Con l’intensità di un fiume in piena che rompe gli argini si sfoga questo orgasmo che non ne vuole sapere di placarsi, ansimo, i gemiti escono con forza dalla mia bocca, guardo la mano che poco prima mi chiedeva la bocca, vedo l’impronta dei denti su di lei, le dita sono ancora dentro alla mia fica, ogni piccolo movimento mi provoca un sussulto. Sento delle voci avvicinarsi, una coppia sta salendo sulla macchina di fianco alla mia, cerco di ricompormi velocemente ed aspetto che si allontanino, lascio andare la testa sul poggiatesta del sedile, chiudo per qualche istante gli occhi, con il cuore in gola mi sento sfinita ed al contempo appagata, abbasso il finestrino ed accendo l’auto ho bisogno di un pò di aria fresca sul mio viso.

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Mr.His

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