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Racconti 69Racconti Erotici Lesbo

La donna in nero

By 1 Marzo 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

Premessa: il racconto si svolge negli anni 60 quando la morale era più rigida e alcune ragazze arrivavano alla maggiore età con una conoscenza del sesso inferiore a quella attuale.

Io e Luisa siamo amiche dalle elementari.
Abitiamo nello stesso condominio a Bologna in periferia. Ci siamo iscritte all’università alla stessa facoltà e ci troviamo a studiare insieme. Ora siamo sotto esame e tutti i pomeriggi, dopo avere sudato sui testi, ascoltiamo la radio o sparliamo dei nostri vicini.
Purtroppo non ci sono ragazzi appetibili nel nostro palazzo e quindi l’argomento delle nostre conversazioni sono le persone un poco strane che abitano negli altri appartamenti.
Una in particolare attira la nostra attenzione: è una signora di circa quaranta anni, alta, robusta, con un petto enorme e un sedere abbondante, sempre vestita di nero, che gira a testa bassa senza salutare nessuno.
E’ avvolta da un alone di mistero che ci eccita moltissimo e siamo curiose di imparare il più possibile su di lei.
I nostri genitori non amano parlarle e quando il discorso cade sulla donna in nero cominciano a guardarsi imbarazzati e cercano in qualsiasi modo di sviare il discorso.
 Questo ci incuriosisce ancora di più e così cerchiamo di raccogliere notizie dalle signore cosiddette “portinaie” che sanno tutto di tutti e che sono sempre dietro le finestre a spiare.
Poi ci ritroviamo a confrontare le nostre ricerche e cerchiamo di metterle nero su bianco per capire il più possibile della nostra misteriosa condomina.
Da velate confidenze abbiamo imparato che è stata un’insegnante di matematica, messa a riposo non si sa per cosa e che vive sola.
Alcune, le più maliziose, ipotizzano anche tendenze un poco lesbo ma niente di sicuro. Di certo la signora non dà adito a nessun pettegolezzo perché la sua condotta è semplicemente perfetta.
Esce alla mattina alle nove e ritorna a casa la sera verso le sette, salvo il sabato e la domenica che se ne sta tappata in casa col suo inseparabile micio. Le poche volte che ha scambiato qualche parola con gli altri è stato per il gatto. Una volta per chiedere dove fosse un veterinario nelle vicinanze e una volta che era uscito dall’appartamento e si era infilato giù per le scale.
Una signora lo aveva afferrato e glielo aveva restituito. La donna in nero aveva sorriso e l’aveva ringraziata calorosamente – Non sembrava più lei -raccontava la signora- di solito non parla con nessuno, sempre seria, vederla stringere il suo micio al petto e baciarlo come un figlio. Roba da non credere! –
Poi un bel giorno, anzi un brutto giorno il condominio fu teatro di una specie di crisi esistenziale.
Gli inquilini del terzo piano, dove viveva la donna in nero sentivano provenire dal suo appartamento delle grida e dei lamenti, e preoccupati andarono a suonare alla porta.
Era venuta ad aprire pallida e scarmigliata, con gli occhi arrossati e in preda a tremiti convulsi. Con parole rotte dal pianto raccontò che il suo gatto, il suo adorato Pussy era sparito!
Per quanto facessero per consolarla non ci fu verso di calmarla e alla fine la lasciarono sola non sapendo che pesci prendere.
Tutta la notte, i vicini la sentirono girare per casa in preda ad un dolore incontenibile. Anche noi partecipammo alla ricerca del micio che risultò introvabile.
Passarono così due giorni durante i quali, la donna in nero esplorò tutte le cantine e i garage nella disperata ricerca del suo animaletto. Contrariamente alla sua indole fermava tutti quelli che incontrava ma senza risultato.
Luisa che era più fantasiosa di me, mentre studiavamo lasciò cadere la penna e urlò
– Ci sono! Vuoi vedere che si è infilato nel pozzo abbandonato! –
Vicino al nostro condominio c’era un cascinale in rovina con un pozzo ormai secco chiuso con alcune assi sconnesse.
– Dai, andiamo a vedere! – disse entusiasta dell’idea – mi sono stancata di studiare.
Ci recammo sul posto e scostammo le assi guardando all’interno.
– Eccolo! – gridò Luisa felice – ma come avrà fatto a cadere dentro? –
– Ce l’avrà buttato qualche ragazzo – risposi – E adesso cosa facciamo? –
– Lo andiamo a prendere – esclamò Luisa e prima che potessi ribattere scese per una scala di gradini di ferro, raccolse il micio e lo riportò all’aperto. L’animale era molto docile e nonostante la brutta avventura subita cominciò a fare le fusa e ad affondare le unghie nel golfino di Luisa.
Lei mi guardò con uno sguardo malizioso e mormorò
– Adesso andiamo a trovare la strega –
– Luisa, lo sai che i nostri genitori non hanno piacere! –
– Se non vuoi resta, io vado – Ci pensai poi la seguii.
Per la strada non ci incontrò nessuno e così raggiungemmo l’appartamento della donna in nero. Suonammo e la signora ci venne ad aprire.
Quando vide il gatto quasi svenne. Lo prese fra le braccia e lo abbracciò e baciò come una forsennata, poi ci invitò ad entrare.
Ci accompagnò in salotto e ci fece sedere.
– Adesso vado a prendervi dei biscotti – disse.
Luisa era molto maliziosa e l’intrigava il discorso delle tendenze sessuali della donna.
Così mi disse
– Stai a vedere –
Quando la signora rientrò con i biscotti Luisa, si sollevò la gonna fino alle cosce e si guardò le gambe.
Vidi che la signora ebbe quasi un sobbalzo a vedere le gambe nude di Luisa e mi sembrò che un guizzo attraversasse i suoi occhi.
Depose i biscotti sul tavolo.
– Cos’hai? – chiese.
La mia amica la guardò con un finto sguardo innocente.
– Nello scendere nel pozzo mi devo essere graffiata con un ferro –
– Fa vedere – disse la donna in nero –
Si avvicinò e con le mani tremanti le toccò la gamba.
– Non vedo niente –
– Eppure mi fa male qui – continuò Luisa scostando leggermente le mutandine e facendo balenare un piccolo ciuffo di peli.
La donna in nero ebbe un fremito e con la mano toccò il punto indicato da Luisa. Io guardavo col fiato sospeso.
Luisa le prese la mano e mormorò
– La prego, mi accarezzi. ho tanto bisogno di sentirmi toccare –
La donna rimase di sasso. Guardò Luisa per vedere se diceva la verità ma la mia amica era insuperabile.
In quel momento pensai anch’io che non facesse la commedia.
La donna in nero si rialzò imbarazzata.
– Non credo che….-
Luisa le prese di nuovo la mano e la portò sulle sue mutandine, mentre il suo viso esprimeva un desiderio irresistibile.
– La prego, mi accarezzi. Lei è bellissima, è da quando l’ho vista che sogno questo momento, non mi dica di no! non le piaccio? mi dica la verità, non le piaccio? –
La donna in nero era combattuta. Passarono alcuni secondi di silenzio, poi Luisa, accarezzando la mano si abbassò leggermente le mutandine mostrando la sua passerina rosa e lentamente portò la mano della donna verso la fessura, chiudendo gli occhi-
– La prego – mormorò ancora.
La donna in nero presa da un impulso incontrollabile toccò la passerina di Luisa che si inarcò sospirando. L’accarezzò alcune volte poi Luisa riaprì gli occhi e guardò la donna in nero con gli occhi velati dal desiderio.
– Aspetti –
Si alzò, si tolse le mutandine, si sollevò la gonna e si sdraiò sul divano aprendo le gambe e mostrando in tutto il suo splendore la sua passerina.
– Mi faccia provare piacere – sussurrò attirando la donna.
Questa si voltò verso di me.
Luisa allora disse
– Anche lei è come me! Solo un poco più timida. Cominci con me, poi potrà avere anche lei –
Io sussultai! Non mi sarei mai aspettata una frase simile. E’ vero che Luisa, mi toccava spesso ma per scherzo, almeno così pensavo.
Ed ora cosa dovevo fare? Andarmene o restare? La scena mi eccitava moltissimo e sentivo crescere in me il desiderio di essere frugata anch’io da quella donna.
Così la vidi inginocchiarsi davanti a Luisa tremando.
Le mise le mani sulle ginocchia e allargò le gambe beandosi alla vista della passerina. Si chinò fra le gambe e cominciò a baciare e leccarle le grandi labbra. Luisa emise un sospiro di piacere.
– Aspetti ho un’idea. Vieni –
Mi chiamò. Io ero sbalordita.
– Vieni, vicino a me, dai, vedrai come è bello! –
Visto che stavo ferma si alzò, si tolse la gonna, rimanendo nuda dalla cintola in giù, si avvicinò a me, mi sbottonò la gonna e mi tolse le mutande: io ero in trance e non reagivo.
– Vieni – continuò e mi fece sedere accanto a lei.
Poi guardò la donna in nero.
– Mi piacerebbe tanto vedere anche la sua… –
La donna in nero sussultò ma non si mosse.
Luisa allora si alzò, si avvicinò alla donna e le mise una mano sul seno straripante.
La donna in nero ebbe un brivido.
– Vieni ad aiutarmi –
Mi alzai e le andai vicino. Luisa cominciò a sbottonare la camicia e in breve i globi enormi dei seni apparvero in tutto il loro strapotere. Non avevo mai visto delle tette così grandi.
Mi venne un desiderio tremendo di toccarle e stringerle, ma Luisa non si fermò. Le tolse la camicia e le slacciò il reggiseno.
I globi scesero per effetto della loro pesantezza ma erano ugualmente enormi. Luisa sedette.
– Continui –
La donna in nero chinò di nuovo la bocca sulla passerina di Luisa mentre con una mano cominciò ad accarezzare anche la mia. Sentii le sue dita inserirsi nella mia fessura e trovare il pisellino che cominciò a stimolare.
Luisa intanto con le mani le aveva preso un seno e poi prese una mia mano e la portò sull’altro seno. Io cominciai a palpare il petto cercando il capezzolo, mentre sentivo il dito che mi dava sensazioni sconvolgenti.
Poi sentii Luisa rantolare e piegarsi su se stessa: aveva avuto il suo orgasmo. Subito la donna in nero si gettò sulla mia passerina e cominciò a leccarmi con foga, facendomi godere quasi subito.
Mentre ero ferma e riprendevo a respirare Luisa aveva fatto alzare la donna e le stava togliendo la sottana. Apparvero le grandi mutande che contenevano la grossa passerona della donna.
Luisa le abbassò le mutande e guardò il cespuglio che copriva il grande taglio fra le grosse cosce. La donna era immobile ad occhi chiusi.
Luisa la fece sedere sul divano, poi si chinò fra le sue possenti gambe e sprofondò nella fessura della donna in nero.
Trovato il grande clitoride lo prese in bocca e cominciò a succhiarlo mentre con le dita della mano si infilava nella fessura, prima due, poi tre, poi quasi tutta la mano muovendo avanti e indietro con vigore.
La donna in nero si muoveva sul divano a occhi chiusi mugolando. Prese la testa di Luisa e la premette fra le gambe mentre con le mani cercava il mio corpo.
Ora mi aveva preso di fianco e mi fece togliere la maglietta. Rimasi così nuda. Allora la signora in nero, mentre Luisa la leccava, mi prese le mie tettine, le strinse e le succhiò mentre metteva le mie mani sui suoi seni enormi. Provai un grande piacere a sentirmi leccare e desiderai che qualcuno mi facesse provare nuovamente piacere.
Quasi intuisse il mio pensiero abbassò le mani sulla mia passerina e con una mano mi titillò davanti mentre con l’altra cercò il buchetto del sedere, mettendomi un dito dentro.
– Leccami le tette, ti prego – mormorò in estasi.
Non me lo feci ripetere. Afferrai le sue grandi tette e cominciai a succhiare i capezzoli con vigore, mentre lei mi faceva godere, stimolandomi la passera. Poi cominciò a muoversi mugolando e sospirando.
Luisa, intanto aveva la mano quasi tutta dentro la sua vagina e la muoveva velocemente. Finalmente, con un grido strozzato, la donna in nero venne, bagnando la mano e la camicia di Luisa.
Ci fermammo ansanti guardandoci negli occhi. Luisa si avvicinò alla donna in nero e la baciò sulla bocca.
La donna la abbracciò e mormorò qualcosa a Luisa. Lei fece cenno di avere capito e si avvicinò ad un cassetto ed estrasse un tubo di plastica.
Lo dette alla donna in nero che se lo mise in bocca e lo salivò a lungo, poi si girò e mostrò a Luisa il suo grande sedere.
Luisa, con gli occhi spiritati mi fece sdraiare sul divano, la donna in nero si mise a cavallo del mio corpo, con la sua fessura divaricata davanti alla mia bocca, e offrendo il sedere a Luisa
– Succhiala – disse Luisa – mentre io le metto questo dietro. Me l’ha chiesto lei – Vedevo la grande passera sul mio naso e ne avvertivo l’odore acre. La cosa mi eccitava terribilmente e cominciai ad affondare la bocca nell’apertura alla ricerca del grosso pisello della donna.
Lo trovai e cominciai a succhiarlo mentre Luisa inseriva il pene di plastica nell’ano della donna. Cominciò a muoverlo avanti e indietro, mentre io la succhiavo davanti.
Una volta avviata, Luisa pensò bene di mettere la bocca nella mia passerina e cominciare a leccarmi a modo, mentre continuava a stantuffare la donna in nero nel sedere.
Continuammo così per un certo periodo, poi, la donna in nero, penetrata davanti e dietro con un gemito si accasciò sul divano, mentre Luisa, presa dal delirio dei sensi si accovacciò su di me in un fantastico sessantanove, mettendomi la sua passerina in faccia e obbligandomi a succhiarla e leccarla fino allo sfinimento di tutte due.
La donna in nero ci guardò e sussurrò
– Quando vorrete, la mia porta sarà sempre aperta… –

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