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La mia cagnolina

By 4 Marzo 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

 Sono nuda, in ginocchio. Nuda , in ginocchio, col culo in fiamme. Lo sento bruciare per i 20 colpi con la spazzola che mi sono dati da sola. Lui brucia e tutto il mio corpo vibra. 

Lo sento fremere in questa posizione così scomoda: in ginocchio , gambe larghe , braccia dietro la testa ; in un’angolino della mia stanza a fissare il muro. Una posizione che aumenta le mie sensazioni ed amplifica la mia vergogna. Quella morsa nera che chiude lo stomaco e si irradia sia verso l’alto con i miei occhi che diventano , di minuto in minuto , sempre più lucidi; sia verso il basso , bagnando la mia fica rosa e glabra di qualcosa che non appartiene al mondo delle lacrime. Qualcosa di diverso , che mi travolge e mi strascina nel suo piacere , nella sua eccitazione totalizzante. Non è la prima volta che l’ho sentita , ma è sicuramente una delle prime volte che la sto vivendo. Prima apparteneva al mondo dei sogni, al mondo dei desideri inconfessabili che come flash improvvisi irrompevano nella mia quotidianeità ; lasciandomi sbigottita , impaurita ed eccitata. Adesso la sento. La sto vivendo.

 La prima vera volta è stata mentre mi masturbavo con i calzini sporchi in bocca. Ero davanti allo specchio ,nuda a gambe larghe, con la mia pelle diafana che brillava dall’eccitazione vedendo quest’immagine ridicola, che fremeva nell’orgasmo che avevo dovuto chiedere. Avevo dovuto chiedere a Lui di poter godere. Di poter godere in questo modo che trovavo così umiliante. E l’orgasmo mi ha attraversata come una scarica elettrica dal cervello alle dita dei piedi , irrompendo in mugolii soffocati dai miei stessi calzini. Il Suo Brava , ha spazzato via come nuvole tutte le sensazioni negative facendomi sentire al sicuro, cullata nel mio piacere. Così mi sono affidata. é Lui la luce nel buio della mia fantasia, della mia anima nera ; che mi accompagna in questo cammino che sto iniziando. Mi guida, mi protegge dai miei eccessi facendomi sentire libera e al sicuro di potermi vivere appieno.

Regole. Le sue regole mi seguono. Posso toccarmi solo dopo avergli chiesto il permesso e l’orgasmo solo Meritandolo. Prima mi masturbavo almeno 3 volte a settimana, adesso invece i miei orgasmo sono a sua discrezione. Come la mia depilazione intima. Anche questa semplice, banale sciocchezza è una sua concessione. Mi lega e mi eccita. 

La seconda volta che ho sentito appieno questo nero è stata nella mia doccia. Mi ha sempre eccitata comportarmi ed essere trattata alla stregua di un cagnolino. Le mie amiche dicono che sembro un volpino…Loro non lo sanno, ma quando mi chiamano così mi eccito e vorrei abbaiare per aumentare questa sensazione. E così ho fatto pipì come una cagnolina. Nuda a 4 zampe , sentivo il freddo della doccia sotto mani e ginocchia e cercavo la concentrazione di farla. Di farla in questa posa innaturale , contraendo la vescica e cercando di non deludere ne Lui , ne me , e pisciarmi addosso. Ci sono riuscita. Sentivo il calore della mia pipì scendere e colpirmi le cosce , allargarsi e creare una pozza tra le mie gambe e le mie mani. Sentivo lo schifo , il ribrezzo , la vergogna e l’ Eccitazione. Ero lì  a sentirla mentre eseguivo quest’ordine e mi umiliava ancora di più , mentre ricacciavo indietro le lacrime. L’orgasmo che ho  provato una volta lavato via tutto non aveva paragoni con quelli precendenti.

E ora fisso il muro in quest’angolino. Nel mio angolino . Mi sono colpita in piedi con il dorso della spazzola contando ad alta voce ogni colpo. E chiedendo scusa per aver disobbedito dopo aver scandito ogni numero. 10 per lato.

 Mi sono colpita forte ; sentivo l’impatto prima che le orecchie e poi con il culo. Contavo e mi scusavo. E la mano , come per una sua volontà , colpiva sempre più forte. Nella mia mente si accendevano immagini diverse che aumentavano la mia eccitazione fino al piacere…ricevuto senza nemmeno sfiorarmi la fica.

Mi vedevo stesa sulle sue gambe a farmi sculacciare. O così in piedi , ma la spazzola tenuta da una delle mie migliori amiche. L’ho vista lì in piedi, a sculacciarmi mentre mi rideva in faccia e mi ascoltava contare e scusarmi. E quest’immagine  di essere punita, nuda, umiliata e derisa da lei, mi ha dato un piacere ed un eccitazione che ancora adesso mi pervadono. 

Sto capendo molto di me in questi 10 minuti di meditazione. Qui col culo in fiamme , come una bambina, a meditare. Tante domande a cui voglio cercare una risposta e per ora solo un 

GRAZIE.

 

Parte II “Immagini”

 

 Bianco. Vedo solo il bianco e sento l’eco della mia voce.  Risuona all’interno della ceramica, ne sento l’odore di pulito, ne vedo l’acqua sul fondo così vicina. Sono nel posto perfetto per toccarmi; per ripetere il mio mantra. In ginocchio , nuda, con le dita dentro intrise dei miei umore e la testa nel cesso. Nel cesso e non nel water o nel wc. Nel cesso, perché quello è il posto adatto alla frase che stò ripentendo. Che si insinua dentro di me , e fà aumentare la velocità delle mie dita e la fuoriuscita dei miei umori. Sono una Merda. È questa la frase che continuo a ripetere, Sono una merda. Parole proibite , esecrabili , che mi escono sempre più naturali dalla bocca e rimbombando sulle pareti tornano indietro per penetrarmi dalle orecchie fino al cervello. Fino alla fica. Bagno l’indice dell’altra mano dentro i mei umori e me lo ficco nel culo masturbandomi sia avanti che indietro contemporaneamente. Sono una merda. Le parole si inseguono come un treno e mi accetto sempre di più. Mi ci sento , lo sono , e le immagini di questi giorni si accavallano dandomi sempre più piacere.

Risento le sensazione della prima volta scesa senza slip sotto il vestito. Mi è venuto a prendere , il mio Padrone , per andare ad una mostra. Sentivo l’aria da sotto il vestito infilarsi e carezzarmi ad ogni curva della moto. E allo stesso modo sentivo ogni buca e il contraccolpo della sella. Davanti ai quadri ,sentivo gli occhi di tutti addosso..sentivo che sapevano , che vedevano da sotto il vestito la mia fica glabra e lucida di eccitazione. Ma forse stavano solo guardando i dipinti alle mie spalle… Ero lì avvolta nel mio vestito, bionda , un metro e 60 scarso , esile , con il seno piccolo ed il culo che lui chiama perfetto ,slanciato dai tacchi. Occhi azzurri cangianti sul verde , a fissare i quadri e sentire le sue dita accarezzarmi la schiena e scendere fino al culo. Bagnarmi tra la gente.  E una volta seduti davanti al filmato che terminava la mostra , mordermi le labbra per non gemere mentre le sue dita mi carezzavano la fica, torcevano la clitoride, alle spalle degli spettatori ignari. Ripulirle ovviamente prima di uscire.

Sono una merda,

Mi rivedo davanti allo specchio a toccarmi per sfiorare l’orgasmo. Sono in piedi e guardo l’immagine riflessa. È ridicola. Una molletta per capezzolo, una per ognuna delle grandi labbra. Fanno male , ma mi eccitano, anche se il problema non sono loro. È quella sulla punta della lingua. La tira fuori e la tiene puntata verso il basso. Con la saliva che cola , in un flusso continuo che mi sbava il mento , la pancia ,la fica e scivola verso il pavimento. Sono 10 minuti ed è il terzo orgasmo che sfioro fermandomi all’ultimo , ormai sono coperta di sputo e tra qualche attimo il mio tempo per toccarmi sarà finito. Senza che io abbia goduto. Un messaggio… “potrai toccarti altri 5 minuti , se tolte le mollette pulirai la pozza di saliva ai tuoi piedi con la lingua e la faccia”..Una scelta che dopo 3 orgasmi sfiorati sa quasi di presa in giro… Non c’è nemmeno da domandarlo.. stò già strusciando la faccia a terra , nella mia stessa saliva, per  5 miseri minuti in più.Lecco ,ci inzuppo i miei ricci biondissimi, sento lo sciacquettio  delle mie dita nella fica..e mi viene solo da ringraziare per l’eccitazione che sento.

Sono una merda,

Il modo in cui ho chiesto di venire… Mandando una foto ad un’amica del mio Padrone. Nuda di schiena, con i lividi dei colpi di spazzola ancora evidenti, ed una scritta con il rossetto in bella mostra sul culo. Non una scritta.. Una richiesta, una supplica.. “posso venire? “. La foto presa dal basso allarga ancora di più il mio culo, la prospettiva lo rende più grande sotto il mio corpo da giunco. Ed in testa per non farmi riconoscere, il cestino della spazzatura. Ero con la testa nel cestino , a supplicare col mio culo nudo e segnato un’altra donna per venire. L’eccitazione era alle stelle. Così come la paura , il senso di insicurezza e quell’ombra nera che lui rappresenta alle mie spalle che mi permette di lanciarmi nel vuoto sicura . Sicura di me. Umiliarmi davanti ad un’altra donna mi ha eccitata in una maniera che nonostante le fantasie ricorrenti continua a sorprendermi.. Peccato che non abbia ricevuto il permesso.

Sono una merda, e così dopo 15 giorni di astinenza posso finalmente venire. Lo sento montare dalle dita dei piedi. Sento le mie dita avanti che a tratti carezzano la clitoride ed a tratti mi penetrano , sfiorandosi con il dito nel culo. Posizione goffa, quasi da contorsionista, ma non me ne frega nulla. Sento solo il mio piacere e la mia voce scandire queste parole. La mia mente si libera mentre si ascolta, si impregna e si alleggerisce. Stà arrivando l’apice, finalmente senza togliere le dita. Lo sento , si mescola alle parole , all’umiliazione , mi sento viva , mi sento come una cascata, stò godendo, sono una merda, stò godendoo!

Ho goduto, sono leggera come una piuma. Ed è ora di tirare lo scarico. Grazie.

 

 

 

 

Parte III “Domande”


Domande..non posso non farmene. Alla luce dei passi fin ‘ora compiuti ,delle prove superate e delle sensazioni che ho provato. Questo cammino verso il basso, questa discesa nell’umiliazione..Perchè? Spesso sento di perdermi e di smarrirmi dentro la mia mente. Il piacere torbido oscura tutto ed è come se mi togliesse la ragione.La sua voce mi guida, è il filo d’Arianna per ritornare indietro. E quando torno alla realtà l’Eccitazione continua ad essere presente, mi pervade insinuandosi sotto la pelle. La sento , è lei che mi muove in quei momenti , è lei che mi fà non solo accettare quello che faccio ma addirittura cercane di più.  E quando torno nel mondo reale ,mi spinge, mi muove non solo verso un senso dell’eros che permea le cose che mi circondano ma dandomi un senso di forza.


Con ogni nuovo passo accetto. Accetto parti di me che pian piano stò iniziando a scoprire e capire. Pulisco il bagno , nuda con la spazzola infilata profondamente in culo. Lo faccio ormai come routine , in ginocchio a pulire le ceramiche buttando ogni tanto l’occhio nello specchio per ammirare questa insolita codina, per guardarmi bene . E mi piaccio. Si alterna nella mia normalità e quando finisco ,e mi rivesto per ritornare a lavorare, sento come una nuova energia nell’affrontare quello che devo.

Spesso cammino di notte nel corridoio a 4 zampe nuda, toccandomi davanti alle porte delle mie coinquiline. Questo è il modo che per ora il mio Padrone ha scelto per farmi sfiorare. Sono lì bagnatissima a terra con la faccia verso l’alto e la bocca dischiusa in un gemito muto..nella segreta speranza che mi sputino in faccia mescolato al terrore che quella porta si apra davvero.Torno nel mio letto con il cuore a mille, la fica fradicia..le domande mi assalgono sopratutto mentre tolgo le mani senza raggiungere l’orgasmo. Ma un senso di coraggio e forza mi abbraccia, e anche senza il piacere che svuota, riesco ad addormentarmi con un sorriso ed un grazie tra le labbra.


Grazie …perchè questo grazie?..Sembra così un ossimoro ringraziare per non aver avuto l’orgasmo…ma più me lo chiedo più capisco che ringrazio per diverse cose..


Grazie per quest’eccitazione, per queste emozioni che credevo appartenessero solamente a fantasie. 


Grazie per aver tolto il “peccato” e lo “sporco” da queste fantasie. Per averle rese così..a tratti belle ,a tratti difficili, ma reali e realizzabili. Cose da inseguire e non di cui vergognarsi.


Grazie per farmi da guida mentre scendo dentro di me , per essere al mio fianco mentre mi scopro.


Giù dove l’essere giudicati si spegne nell’eccitazione, mescolandosi al suo interno. Una sensazione che mi ha sempre atterrito adesso stà iniziando ad avere un altra prospettiva. Meno spaventosa, e addirittura divertente.

 Ho mandato una foto,buffa ,innocente ad un’ amica , che mi ritraeva in ginocchio con la lingua da fuori e le mani tenute come due zampine sotto il viso.Ero vestita, era solo per farci due risate , niente di perverso. Ma le sue risate hanno avuto su di me un’ altro effetto. Mi hanno eccitata. E sempre nella stessa posa questa volta nuda e con gli slip umidi indossati in faccia , mi sono toccata rileggendo quelle risate..e avrei voluto che mi vedesse..che mi desse il permesso di godere,dopo averglielo chiesto per favore.. L’essere derisa mi ha eccitato… Una situazione che mi ha sempre impaurito (e a chi no , in fondo ) mi ha dato piacere..

Temo sempre meno il giudizio del prossimo.


 Stò cambiando, meritando, diversi aggettivi. Sto imparando a farli miei ed indossarli come maschere. Cagna, cagnolina erano già miei.. merda invece è stato uno shock. Sentirmi chiamata così, chiamarmi così, è stato intenso.Lo voglio quasi..che mi si veda così ,che mi si chiami così.Mi ci sento mentre qui in piedi al centro della stanza mi piscio addosso. Sono vestita, mi sono trattenuta per tutta la giornata, per strada ho quasi rischiato di esplodere. Ed ora sento il calore che si spande, l’imbarazzo per essermi dovuta forzare nonostante la vescica piena, gli slip che si bagnano, i jeans che si impregnano e le gocce filtrate dal tessuto tintillare sul pavimento.Bagnata sotto con la pipì che cola attraverso le gambe e sopra per le lacrime.La punizione di una bambina stupida, che non beve mai..Sono una stupida..un altra parola che prima mi dava fastidio, ora stà diventando un mio tesoro.Grazie.


E finalmente posso venire, il mio Padrone , la mia guida, contemporaneamente il diavolo e l’angelo che stanno sulle mie spalle , e che le spalle mi guarda sempre con fare protettivo, me lo ha concesso. Posso venire così come sono , sporca ,bagnata, stupida mentre piango per l’umiliazione e il piacere. Godo di me stessa, in pieno , senza barriere o maschere.

Grazie.

 

 

Passettini, è questo il modo con cui chiamo questa mia mise così ridicola. Non nuda ne vestita, ma spogliata in un modo che risulti ancora più umiliante in sè. Vestita come lo sarei normalmente dentro casa.. almeno sopra…il sotto invece, mutandine e pantaloni , tutto abbassato alle caviglie..in modo da costringere il mio incedere letteralmente a passettini, senza poter superare l’elasticità dei vestiti che mi imprigionano le caviglie. È umiliante non solo il contrasto del mio culo e della mia fica esposti rispetto al sopra o alle ciabatte , ma i momenti in cui sono così. Sono così dentro casa…tra le mie coinquiline, in cucina a fare i piatti con l’orecchio teso per sentire l’eventuale aprirsi di una porta…la paura di essere scoperta senza avere alibi ne giustificazioni…e l’eccitazione e la voglia che mi vedano.. così svestita servo.

 

 Servo il caffè alla più piccola di noi. Glielo preparo mentre studia e passettino alla volta attenta a non farne spillare nemmeno una goccia glielo porto fuori la porta della stanza. Lì mi rivesto in un lampo , per poi educatamente bussare e servilmente posarlo sulla scrivania. Per poi uscire tra i suoi “Grazie non dovevi..” Sì invece…dovevo…lo testimonia l’eccitazione che dal basso ventre scende fin tra le gambe…questa ormai familiare e ricercata sensazione di nero che mi chiude la gola e fa scendere le mani. Sono dietro la porta con l’orecchio teso a sentire che posi la tazzina , rapida a riabbassare tutto e toccarmi così…ridicola dietro la sua porta…dovevo…perchè servire la più piccola tra noi…umiliarmi a due passi da lei mi eccita e mi fa sentire al mio posto. Che dovrebbe essere in ginocchio. Nuda a servirla…immaginarla ridere di me , di punirmi, non fa che accelerare le mie dita.. e la mia bocca chiede una mano sopra per non far sentire qualche gemito involontario. È stato così anche quando con carta e penna in mano per 10 volte ho scritto di quanto fosse bella. Ed ogni volta che finivo una frase la sentivo più vera, immaginando di prepararlo per lei…per mostrarle il foglietto nuda a 4 zampe…foglietto rigorosamente in bocca ed essere  sculacciata  li dalle sue mani per qualche errore di scrittura. Qualche inezia solo per potermi punire, per poter riaffermare la sua superiorità nei miei confronti. Ha posato la tazzina, rialzo tutto in fretta , busso ovviamente chiedendo permesso, e rientro. Altri “grazie, ma veramente non dovevi “, un sorriso nascosto e uscire per poi riabbassare tutto. Per rifare la passeggiata al contrario, per lavarla, e fare ogni passo non solo con l’umido tra le cosce ma nella speranza sempre più forte che apra quella maledetta porta e mi veda. Con il mio culo perfetto nudo, a servirla così goffamente.

 

Sempre gentile…nella speranza che noti qualcosa nel mio atteggiamento. Come quando è entrata in camera a fare due chiacchiere ed io stavo stesa sul letto. Embè ? direte voi.. Il problema è che avevo il plug conficcato nella fica da un ora e passa. Indossavo slip e shorts per tenerlo ben fermo al suo posto mentre mettevo la stanza in ordine, sentendomi piena , sentendo di come mi allargava ad ogni movimento e premeva contro le pareti. Mi ero appena stesa per giocare un pò con la mia clitoride mentre le sensazioni continuavano ad assorbirmi quand’ecco spalancarsi la porta…Chi sà se ha notato il mio rossore, la mia difficoltà di seguire la conversazione ed i miei movimenti lenti mentre la mia fica massaggiava il plug. È rimasta in camera 10 minuti buoni. E io ho rischiato di venire mentre mi raccontava di qualche cazzata.

 

Mi eccita e ormai l’ho capito, questa voglia di essere sottomessa da un altra donna. L’ho accettato , fatto mio. Niente più stupidi tabù  o vergogne. Quando l’amica cara, oggetto di mille fantasie , mi ha negato per gioco l’orgasmo , facendomi perdere il bonus settimanale concesso dal mio Padrone, sono stata assalita da sensazioni contrastanti. Fastidio , un “che stronza ahhahahaha”, odio puro per le dita che si sono fermate ad un passo dall’apice.. e sopratutto piacere.. la voglia di supplicarla , di accettare un pegno scelto da lei pur di venire ha reso più penoso il mio fermarmi. Dandomi la chiara consapevolezza di quello che mi piace..

 

I miei difetti mi piacciono. Adesso mi sento a mio agio con le treccine . E mi piace l’immagine che vedo riflessa. Quella di una Troia, sopratutto mentre provo i miei perizomi uno più striminzito dell’altro. Mi fanno il culo pieno, sporgente ,mentre cammino giocando con le treccine. Sono sinuosa, mentre li cambio, mentre mi piego davanti allo specchio , gambe larghe per offrire il mio culo a chiunque sia..Infatti mentre li provo e mi gusto il mio riflesso , non ho chiuso le ante della finestra. E non ho intenzione di farlo.. Il mio lato esibizionista gode dell’essere vista così, con il filo del perizoma che mi apre il culo contrastando con il colore della mia carnagione diafana. Le mie tettine appena accennate con i capezzoli irti vogliono i miei polpastrelli ..vogliono essere stretti per farmi aprire la bocca e come una brava cagnolina cacciare la linguetta fuori. Voglio essere sputata in bocca, colpita sulla fica mentre mi struscio su un ginocchio. Voglio tutto. Voglio me in tutta me stessa. Non me ne frega più nulla dei giudizi. Io cerco quello che mi piace , e ne sono orgogliosa. Come è orgoglioso il mio Padrone del mio coraggio. Voglio servire, essere derisa, umiliata, godere e poi ritornare alla realtà ogni volta con la testa alta e lo sguardo alle stelle. Punto a quelle. Non importa che ora stò godendo strusciandomi sul cuscino e sbavando dal piacere con i buchi sfondati dal plug. Sono anche questa, e ne stò godendo.

 

 

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