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Racconti Erotici Lesbo

La seduzione di Luisa

By 24 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019One Comment

Tra poco avrei compiuto cinquanta anni e nel riflettere sulla mia vita passata mi resi conto che non avevo provato molte emozioni.
Mi ero sposata con un professionista e non abbiamo avuto figli. Lui con me è sempre stato molto attento e affettuoso e non mi ha mai fatto mancare niente facendomi sentire una principessa.
Nonostante tutto con il passare degli anni tra me e lui il dialogo si è smorzato fino a spegnersi.
La nostra vita sessuale non usciva dalla semplice e noiosa routine del nostro ménage ed alla fine tra noi non c’erano rapporti e ne accoppiamenti. Forse anche per questo sentivo molti stimoli sessuali ma con lui proprio niente. Il solo pensiero mi faceva passare ogni voglia.
Per noia ed insoddisfazione per sfogare le mie voglie che erano arrivate a livelli notevoli volli perfezionare l’autoerotismo; inizialmente era un semplice piacere di tipo “voyeuristico” ma in seguito trovai altre soluzioni che mi davano grandi soddisfazioni e piaceri.
Mi piaceva specchiarmi nuda guardando la curva della mia silhouette che formava una clessidra con la base nei fianchi abbondanti e sodi si stringeva nella vita per allargarsi di nuovo nel petto dove le mie mammelle di pura femmina, non certo più tanto sode non molto grosse e né abbondanti da cui emergevano in avanti i capezzoli lunghi, aguzzi, lunghi e scuri che mi davano il sottile piacere di essere narcisista.
Era piacevole la rada peluria scura che contrastava bene con la mia pelle chiara del pube ed anche il seno che era stato oggetto di invidia e di alcune carezze delle miei amiche;
Nei miei momenti d’intimità iniziavo da loro a toccare il mio corpo, li stringevo, tiravo i capezzoli eccitandomi col passare del tempo sempre di più.
Facevo scendere la mia mano sul mio sesso con una decisione ed una sicurezza che non avevo mai avuto cercando i miei punti erogeni che mio marito non aveva mai individuato.
Aprivo le grandi labbra di quella bella boccuccia che sta tra le gambe mentre il clitoride cresceva tra le mie dita ed allora il fuoco della voglia e della libidine si accendeva incendiandomi.
Mi sondavo intimamente sempre di più per scoprire fino a che punto potessi resistere e poiché ero indecisa se continuare o fermarmi con la mia mano, l’attesa mi dava un grandissimo piacere.
I reggiseni e le mutandine di pizzo, la lingerie velata e trasparente attiravano la mia attenzione e fantasia di situazioni erotiche. Non indossavo quasi mai lingerie di quel genere con mio marito ma, appena lui usciva di casa per andare al lavoro, li indossavo durante il giorno in casa e amavo rimirarmi allo specchio in pose ormai sempre più nella pornografiche.
Proprio questo fu il passo successivo che percorsi sulla strada della mia perversione. Ormai non mi bastavano le sensazioni che il mio corpo mi dava, volevo qualcosa che mi eccitasse maggiormente. Iniziai ad acquistare pubblicazioni pornografiche in edicole lontane da dove abitavo facendo in modo che nessuno mi potesse riconoscere.
La prima volta fu un mercoledì mattina.
Dopo essermi guardata intorno attentamente per vedere se qualcuno potesse riconoscermi mi decisi ad acquistare una rivista e corsi subito a casa emozionatissima. Mentre ero in auto cresceva in me una strana arrapante curiosità per quelle pagine. Finalmente giunta a casa, chiusi le finestre della mia camera, mi spogliai e tutta nuda con la figa già molto umida, seduta su una poltrona ho aperto l’oggetto della mia curiosità e desiderio.
Quelle immagini di donne scopate da uomini molto dotati che mi facevano sentire ancora ragazzina, fecero nascere in me una grande eccitazione che mi portò a masturbarmi per alcune ore.
Sfogliavo e risfogliavo la rivista come colui che vuol conoscere un mondo che per troppo tempo sconosciuto.
Alla fine esausta, nascosi la rivista nel posto che mi sembrava essere adatto ad occultare questo mio segreto. Riempii la vasca in bagno e, adagiatami dentro l’acqua tiepida, ripensavo a quelle pagine e tornai con le dita a giocare nel mio dolce nido di piacere.
Lo ricordo ancora, come se fosse ieri, quel meraviglioso giorno.
Da allora molto è cambiato in me e mio marito certamente non sospetta che la sua mogliettina, che lui crede così morigerata e virtuosa abbia una sessualità molto avanzata.
Con questo tipo di giornali mi ero acculturata sul mondo dell’porno e, per soddisfare continuamente la mia fame di curiosità, acquistai anche libri porno.
Comprai anche una telecamera amatoriale e così realizzai dei filmati in cui io ero la protagonista. Mi riprendevo mentre facevo giochini particolari: soprattutto clisteri, che divennero la mia passione sfrenata, arrivando a farne anche tre al giorno e quando mio marito era a casa la mia era una astinenza forzata; i clisteri mi mancavano molto.
La mia vita divenne una continua masturbazione alla ricerca di un piacere sempre più inteso e soddisfacente.
Arrivò il momento in cui il piacere che mi procuravo da sola, nonostante tutto, non era sufficiente ma capivo che, se volevo godere maggiormente, l’unica soluzione sarebbe stata quella di trovare un partner per le mie giornate all’insegna della lussuria.
Pensai chi scegliere.
Non avevo avuto, fino a quando mi dedicai al sesso solitario, una vita che mi permettesse di intrecciare relazioni amorose.
Da quando vedevo riviste e film porno i miei pensieri erano solo per quel mondo virtuale ma per me soddisfacente e di conseguenza non sentivo la necessità di un’altra persona che si dedicasse a fare sesso con me.
Una mattina, mentre mi stavo preparando un bel clistere da gustare dopo un delizioso filmetto lesbo, la fortuna bussò alla mia porta con una ragazza e sfruttai l’occasione per sedurla.
Avevo il sesso fradicio di umori.
Di fronte a quelle immagini di donne che godevano tra di loro come pazze, la mia mano si era scatenata procurandomi un fantastico piacere e mi preparavo a gustarmi un orgasmo.
Il campanello aveva interrotto quella che si preannunciava come una mattina di grande godimento.
In quel momento maledissi il campanello aveva interrotto le mie pratiche intime e avrei voluto non rispondere facendo finta di non essere in casa.
Spensi la TV e diedi una rapida parvenza di ordine alla stanza.
“Un attimo. Arrivo!” gridai andando a prendere una vestaglia per nascondere il mio corpo nudo.
Dallo spioncino vidi che era Luisa, la figlia di una famiglia che abitava nello stesso palazzo dove abitavo anche io. La conoscevo ma con lei non avevo mai avuto un dialogo; ci scambiavamo dei saluti quando si trovava sulle scale ma niente di più.
“Buongiorno signora. Scusi se la disturbo, Le ho portato alcuni documenti che ha lasciato l’amministratore ieri sera. Mio padre avrebbe voluto consegnarle a suo marito ma l’ho anticipato io, così, beh! le do ora a lei”
L’effetto del film porno non si era sopito e questa bella ragazza ventenne mi eccitava veramente.
“Ti ringrazio mia cara. Sei stata proprio gentile. Dai entra! ti offro un caffè!”
Lì sul divano dove poco prima avevo dato sfogo alle mie più libidinose voglie e desideri eravamo sedute e sembravamo due vecchie amiche nel gustare un caffè. Facemmo lunghi e superficiali discorsi che con facilità feci scivolare sul sesso.
Quando capì che la mia giovane ospite poteva essere arrapata al punto giusto le proposi di farsi fare un clistere.
“E’ da tanto che non lo faccio” rispose “Da piccola lo facevo spesso. Signora, ora che me lo ha ricordato me ne ha fatto proprio voglia.
“E allora!” sussurrai sfiorando le sue labbra con le mie “che aspetti?”
Quella volta fu stupendo.
Sentire quei sospiri, toccare il suo caldo corpo percorso ad ogni carezza da scariche di piacere mi dava un fremito, furono delle emozioni che mai avevo provato.
Al termine  mi salutò con “Ciao ci vediamo presto.”.
Pensavo che sarebbe ritornata e che sarebbe diventata la mia compagna di tanti fantastici giochi erotici, ma il tempo passò e lei non si vide più.
Pensavo spesso a lei e cercavo di addolcire quella delusione.
Dopo circa un mese mentre rincasavo, con in mano il mio consueto fascio settimanale di riviste e giornaletti porno, vedo Luisa seduta sulle scale, vicino alla portineria,
“Ecco la signora bella” mi canzona “Cos’ha un sotto braccio un regalo per suo marito?”
Al sentire quelle parole in me stava per succedere ciò che non era successo prima:
“No non è un regalo per mio marito, ma se vieni su ti faccio vedere cos’è”
Quella situazione era resa ancora più eccitante dalla sensazione di stare a giocare sugli sguardi e sui toni della voce.
La ragazza accetta l’invito ed andiamo in ascensore nel mio appartamento.
Entrate in casa andiamo subito in salotto dove le porgo delle riviste porno.
Ne prende una e senza dire niente inizia a sfogliarla con evidente curiosità.
Ero eccitatissima e mi sentivo grondare la figa; avevo voglia di lesbicare con quel bocconcino prelibato nello stesso modo che avevo visto nei film e nelle foto.
Luisa è veramente una gran bella ragazza; è’ alta 165 cm, mora, capelli non tanto lunghi, terza di seno ed un bellissimo sedere.
In quel giorno d’estate indossava un vestito leggero verde chiaro molto aperto dietro fino alla schiena tanto che si intravedeva l’inizio della riga del culo e si vedeva che non portava reggiseno. Il vestito era lungo fino mezza coscia, la parte davanti era tenuta dalle spalline e si poteva facilmente intuire il solco fra le mammelle. Le braccia e le spalle erano completamente nude. Non portando reggiseno le tette si potevano intravvedere dal tessuto che le avvolgeva. I capelli erano raccolti all’indietro. Era truccata in modo non marcato dandole un’aria di finta ingenua. La cosa che mi piaceva erano le sue labbra colorate con un rossetto che le evidenziavano e le davano di ragazza già matura per fare sesso orale.
La carnagione è molto chiara con due grandi occhi azzurri che splendono sul viso.
Come dicevo Luisa ha un seno da terza misura e i fianchi proporzionati al petto, le cosce sono larghe e morbide e al tempo stesso sode e vellutate; ciò le rende piacevoli e invitano a baciarle dove le natiche finiscono e iniziano le parti sessuali.
”Guardi signora questo qui cosa fa alla donna!”
Esclamò stupita, evidenziando una finta ingenuità.
Questa esclamazione ha richiamato la mia attenzione su una foto in cui un uomo veramente super dotato prendeva una donna con il suo grosso cazzo.
“Stai calma Luisa! Lo sai che su questi giornaletti c’è di tutto, perchè in fondo ci sono diversi modi di godere. Vero?” dissi parlando con tono malizioso e sedendomi ancora più vicino a lei.
Un sorrisetto comparve sulle sue labbra.
“Ha ragione. Vede cosa fanno queste due qui? Guardi queste due donne come si fanno il clistere?”
Aveva trovato un articolo in cui una storia saffica era corredata da una serie di foto a colori esplicite.
Capivo che le cose si stavano mettendo sempre più nella piega che volevo e del resto morivo dal desiderio di saltarle addosso.
“Già! il clistere è una pratica molto eccitante, poi tra donne si gode veramente tanto e bene. In fondo tu lo sai no? Che ne dici perciò di provare a farlo anche noi come fanno loro?”
“Mi hai tolto le parole di bocca” rispose Luisa prontamente come se la domanda fosse stata preannunciata.
La baciai e le poggiai la mano sul seno gustandone nuovamente la morbidezza e la bellezza.
In in attimo le avevo sfilato i jeans e quelle mutandine candide da ingenua scolaretta che contrastavano con quel corpo lussurioso.
Nel frattempo avevo cominciato a farle molto lentamente un ditalino facendole crescere il clitoride proprio come quello della donna del giornale al punto da sembrare un cazzetto.
Quel cazzetto che volutamente sfioravo di tanto in tanto con un dito distrattamente ma che era sempre il mio obiettivo da stuzzicare.
La feci voltare in modo da poterla baciare sulle natiche, senza però smettere di toccarle la fighetta che già si bagnava. Il profumo che emetteva mi eccitava e mi faceva venire sempre più voglia di farla venire urlando in un orgasmo profondo.
Quando capii che stava per venire, rallentando il ritmo delle carezze le chiesi “Luisa, amore! Vuoi che ti faccia il clistere?”
“Si fammi il clistere che non ne posso più! Ne ho una voglia matta”
La preparai prendendola per mano e andando insieme in bagno. La feci mettere in ginocchio con i glutei verso l’alto e allargandole le gambe era bello vedere il suo buchino posteriore ed esplorarlo per la prima volta con la mia lingua.
Appena posai la lingua lei si inarcò e spinse all’indietro per offrirsi meglio.
Con il medio ne provai la consistenza.
La ragazza stava per esplodere; voleva venire e non poteva resistere ancora a lungo.
Il clistere che avrei voluto farmi da sola ora era per la mia gioia.
Appoggiai la cannula nel suo sfintere e lei mi pregò di inserirla piano.
Feci come lei desiderava.
Io colavo dalla figa come se stessi venendo per una masturbazione violenta.
Iniziai a immetter dentro il suo intestino l’acqua e lei aveva cominciato a muovere avanti e indietro i suoi deliziosi fianchi proprio come se la stessi inculando.
Sentendo le sue parole e i suoi lamenti di la mia figa diventò più bagnata che mai e volevo farmi un ditalino; avrei voluto che fosse stata la mia giovane amante a farmelo. Non sapevo che fare perché l’arrapamento era tale che capivo poco; volevo sesoo e solo sesso.
“Godi Luisa, godi amore! Sei bella, sei bellissima, che bella fighetta, che bel culo!”
La incitavo, mentre lei, reggendosi con le mani sul bordo della vasca chiudeva sempre più i suoi bei glutei tenendo l’acqua del clistere dentro di se.
Quando il liquido fu tutto dentro l’aiutai a sollevarsi e le carezzai il ventre che sentivo gonfio.
“questo è il primo di tanti altri che faremo altre volte. La tua pancia mi piace e così ti sentirai quando sarai incinta. Ti piaci vero?”
Mi rispose con un cenno affermativo della testa. In quella situazione avrei voluto farle una foto.
La feci sedere sul water, le aprii con la mano la figa ormai colante e le titillai il clitoride portandola finalmente all’orgasmo.
Le chiesi di trattenere il liquido ancora dentro.
Quando stava per venire si rilassò ed allora scaricò il contenuto del suo intestino e nello stesso tempo ebbe un orgasmo potentissimo.
La mia eccitazione era al massimo. Ormai stavo per avere un orgasmo anche io; era sufficiente toccarmi leggermente per esplodere.
Mi inebriavo respirando con ampi respiri i suoi profumi forti e aspri che entravano dalle mie narici entravano in me .
Iniziai a masturbarmi intensamente seduta a cavallo della ragazza tenendomi leggermente distaccata da lei per farle vedere come io facessi.
Mossi la mano sul mio sesso fino a che esausta non mi abbandonai sopra la mia giovane amante.
Il resto di quella mattina la passammo a scambiarci dolci carezze nel mio letto, dove abilmente utilizzai tutta la mia abilità retorica per convincerla che non doveva avere paura di quella relazione e che una cosa così tanto piacevole come il sesso non poteva essere contraria alla vita ed all’età.
“Amore! Gioia mia! E’ stato bello quello che abbiamo fatto insieme. Ti è piaciuto?”
“Si – Rispose titubante”
“Allora tesoro perché dovremmo rinunciare ad avere altri momenti felici?”
Mentre le parlavo la baciavo e la carezzavo dolcemente tenendola stretta a me rendendo più romantica l’atmosfera ed il rapporto tra noi due.
Ero sicura che avremmo rifatto l’amore.
La sentivo ormai mia, ritenevo di averla completamente sedotta e fatta entrare nel mondo lesbico.
L’indomani di pomeriggio, Luisa suonò alla porta; non ci furono parole ma un bacio, lungo e profondo con le nostre lingue incrociate con cui lei dimostrò essere abbastanza esperta.
In pochi minuti fummo nude.
Le baciai le sue magnifiche tette; leccavo e mordevo quelle dolcissime protuberanze dei capezzoli. Mi piaceva tenerli in bocca e sentivo Luisa che godeva molto al titillarli. Quando si denudò vidi che erano belli duri, proprio come due ciliegie. La mia idea assillante era che la mia amichetta mi leccasse leccarmi la figa.
In una delle mie scorribande con la lingua tornai a baciarla sul collo facendo scorrere le mani sui suoi fianchi.
“Ti piace amore? Ti piace come ti lecco le tette? Che belle!” sussurravo per eccitarla ancora di più.
“Si. Mi piace, mi fa impazzire. Fammi un clistere così godo. Dai! Vorrei godere come l’altra volta”
“Si. Il clistere lo facciamo dopo. Ora leccami la figa. Mi devi far venire, poi ti faccio un magnifico clistere e ti mando in paradiso”
Aveva capito molto bene.
Con la testa si era calata sulla figa e aveva iniziato a leccarmi. Con la sua lingua raccoglieva i sapori dentro e fuori dalle labbra del mio sesso. Sentivo la sua lingua entrare in me ed il piacere aumentava di pari passo. La voglia irrefrenabile di venire nella bocca della ragazzina cresceva dentro e mi prendeva tutta.
Ormai ansimavo e guaivo come presa da un fuoco interno piacevolissimo.
Mi toccavo i capezzoli che divennero turgidissimi.
La mia giovane amante trascurava il mio clitoride forse per inesperienza.
Rimediai scendendo con la mano a toccarmi il magico grilletto davanti ai suoi occhi.
Luisa capì che cosa desideravo prendendo il clitoride tra le labbra mordicchiandolo.
Sentivo salire in me l’orgasmo.
Guidai un suo ditino nel mio sfintere indicandole così il modo migliore di farmi godere.
Poi mosse le sue dita, che erano diventate due, dentro il mio buco posteriore mentre la sua bocca divorava il mio sesso.
“Si, sii così. Leccami, leccami tutta che sono la tua troia, sono la tua puttana. Dai dai che godo, godooo. Ahh siii.”
Al culmine dei sensi, presi la sua testa tra le mani e la spinsi contro la mia figa.
L’orgasmo arrivò con una straordinaria forza ed intensità. Mi lasciai cadere lì esausta sul pavimento.
Poco dopo sentì il suo corpo caldo adagiarsi su di me e la sua bocca che tornava a baciare la mia.
“Sono stata brava?” mi chiese.
“Bravissima. Amore mio. Continuando così sarai un’amante eccezionale. Ma non darmi più del lei, chiamami Stefania”
Nel baciarci ci scambiammo il sapore dei miei umori che lei da brava ragazza aveva raccolto con la lingua e con cui si aveva impiastricciato il mento..
“uff! che caldo! Che ne dici di farci una doccia per rinfrescarci? Io sono tutta sudata”
“Detto bene Stefania! Con questo caldo una doccia è proprio quello che ci vuole. Mi daresti anche il premio che mi avevi promesso prima della leccata?”
La ragazza con un tono di voce da troietta ormai senza remore chiedeva il clistere che le avevo promesso in cambio per leccata di figa.
“Non dimentichi niente, carina! Ora avrai ciò che ti spetta. Seguimi”
La presi per mano e andammo in bagno
“Et voilà! guarda cosa ho comprato ieri: una nuova peretta più grande con cui godrai tanto tanto! Adesso noi due ci mettiamo sotto l’acqua, così ti lavo per bene, poi ti faccio un bel clistere. Voglio vederti un po’ gonfia di pancia e sentirti dire che ti senti proprio piena. Vedrai che facendone tanti qui con me godrai tanto e ti abituerai a essere gonfiata sempre di più. Godrai anche tanto perché resisterai nel tenere l’acqua dentro per più tempo. Ti farò diventare un’esperta in clisteri”
Sotto la doccia era un continuo sfregare dei corpi una sull’altra. Ci piaceva sentire la pelle ed il contatto dei nostri corpi e mi gustavo la morbidezza del suo seno che premeva sul mio.
“Luisa, quando mi ha leccato così bene il sesso ho detto che sei stata brava ed era vero. Dimmi la verità: hai avuto altre esperienze lesbiche, vero? Non aver paura non è un peccato. E’ un vanto averne avuto!”
Rispose quasi con vergogna e timidamente
-Si. Al liceo. In classe con me c’era una ragazza che era più grande di me. Diventammo amiche e passavamo molto tempo insieme al pomeriggio. Una volta eravamo a casa sua dopo aver parlato di sesso e di ragazzi, lei si è spogliata dicendo di guardarla nuda e poi mi ha detto che desiderava moltissimo fare l’amore con me.
Ricordo che mi disse “Mi piaci tanto Luisa, mi fai morire, certi giorni a scuola vorrei spogliarti davanti al professore e baciarti tutta”
Ti dirò che rimasi di stucco molto imbarazzata e non sapevo che fare. Lei prese l’iniziativa e il problema non si pose perché fece tutto lei avvicinandosi a me, che ero imbarazzatissima per la situazione, e baciandomi.
Era la prima volta che vivevo un’esperienza di quel tipo ma dopo un po’ le sue labbra mi avevano sciolto abbastanza, così cominciai a rispondere alla sua lingua con la mia.
Non appena arrivai con la bocca sul suo sesso avvertii che emanava un l’odore molto forte e piacevole, molto particolare. Sul momento ebbi come un moto di repulsione ma ben presto la cosa cominciò a piacermi e ad eccitarmi tremendamente tanto che alla fine le procurai un fantastico orgasmo.
Quel pomeriggio lo passammo a baciarci e ad accarezzarci nel suo letto.
Da allora, quasi ogni giorno nel bagno della scuola ci facevamo lunghe pomiciate e poi almeno una volta la settimana, con la scusa dello studio, passavamo un pomeriggio intero a…”
” A fare le porcelline?” Le suggerii ridendo”
“Si. Lei aveva i tuoi stessi gusti: anche a lei piacevano tanto le mie tette” disse Luisa con un sorrisetto.
“Amore mio, ma a chi non piacerebbero due tette come le tue. Dimmi, mia cara adesso ti vedi più con questo tua amica?
“No, purtroppo no. Finita la scuola quell’anno lei si è dovuta trasferire e da allora non l’ho più vista”
Se stare sotto la doccia con quella stupenda ragazza, accarezzandone ogni minuto le morbide curve era fantastico, sentire le sue parole era come stare in paradiso.
Il racconto di quel rapporto lesbico era meglio di un film porno e il tono malizioso di finta vergogna con cui Luisa me lo raccontava mi faceva sentire di nuovo in calore.
“Con la tua amichetta hai mai fatto dei clisteri?” chiesi, con un tono perverso e lascivo, facendole scorrere il medio nel solco tra le sue calde natiche, mentre la mia lingua giocava con la sua.
“Certo! A Lei piaceva tanto farselo fare, ma sapeva farlo anche molto bene e a me piaceva un mondo sentirmi spruzzare dentro quell’acqua tiepida, sentirla gorgogliare dentro e gonfiarmi un po’. Mi piaceva tanto tenere l’acqua dentro e godere della voglia di espellerla. Dopo avere evacuato la prima volta mi facevo riempire anche altre volte finché l’acqua non usciva pulita. Così poteva mettere le dita dentro e anche la lingua”
Nel ricordare quell’esperienza si stava eccitando; i capezzoli si erano inturgiditi e anche per effetto dell’acqua erano diventati durissimi , i suoi occhi languidi sembravano implorarmi di farle ripetere l’orgasmo avuto nel nostro primo incontro.
Non resistetti e ripresi a baciarla stringendola a me.
Avvinghiate lottavamo con i baci ma io già sapevo dove andare a farla godere.
Rapidamente scesi lungo il suo collo fino al suo seno e le mammelle che non desideravano altro che essere toccate ed arrivai, passando dal suo ombelico, fino al triangolo vellutato.
Mi chinai davanti alla sua meravigliosa fighetta.
“Eccomi!. Sono pronta a farti toccare il massimo del piacere”
Dalle sue cosce arrivai al dolce nido leccandole le grandi labbra per tutta la loro ampiezza, poi con la lingua le davo una toccatina al clitoride girandoci intorno e vedevo che spuntava per attirare la mia attenzione.
Il suo sesso, così pieno di umori e della mia saliva mi ricordava un frutto maturo e succoso che mi preparavo a gustare con la mia bocca e lei che ad ogni mio bacio, ad ogni mio morso lanciava un grido che si spegneva in respiro sempre più affannoso.
Sotto la doccia le feci il clistere che tanto desiderava e poi l’ho fatta venire con suo grande godimento.
Quel fantastico pomeriggio proseguì nel migliore dei modi e rappresentò l’inizio del nostro rapporto.

Ora sono passati due anni da quel giorno e Luisa, ormai donna fatta, è diventata la mia amante a tempo pieno. E che amante!
Quasi ogni giorno trova il tempo di venirmi a trovare e molte mattine le passa nel mio letto, così le ho potuto insegnare ogni genere di trucchi e giochi amorosi che lei ha imparato senza problemi.
Ora la mia piccola cerbiattina è diventata una vera e propria porca.
I nostri rendez-vous sono diventati l’occasione per sperimentare ogni nostra fantasia e perversione erotica.
Ci vestiamo in maniera che io definisco elegantemente pornografica: cioè con indumenti intimi che svestono anziché vestire.
Ci fotografiamo in pose da giornaletti porno oppure giriamo dei piccanti filmini che poi naturalmente rivediamo durante le nostre effusioni.
Credetemi i risultati nostri accoppiamenti lesbici sono fantastici!
Stiamo pensando di estenderli con discrezione ad altre nostre amiche.

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