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L’ultimo anno di superiori

By 29 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il giorno dopo, sabato, lo passammo tutto il tempo a letto in tre. Era stato fenomenale fino a quel momento: giochi, amplessi focosi, carezze e divertimento. Mi stiracchia nuda fra di loro, ricoperti da un leggero velo di sudore, sdraiati supini e con il fiato corto.
– Sei insaziabile. ‘ mi mormorò Charlie, allungandomi una pacca sul culo.
– E voi ne siete tremendamente dispiaciuti, vero? ‘ li presi in giro io alzandomi.
– Ora dove te ne vai? ‘ Tom si alzò su un gomito per seguire i miei movimenti.
Presi la videocamera in mano e la agitai con aria furba. Charlie si mise a sedere e scosse la testa.
– Non credo di farcela. ‘ si lagnò ‘ Mi hai letteralmente spolpato.
– Non mi sembra che tu ti sia lamentato così tanto quando mi hai sfondato il culo. ‘ gli ricordai tornando a sdraiarmi con la telecamera in mano ‘ Voglio guardare i filmati.
– Sei proprio porca, sai? ‘ Tom tornò a sdraiarsi e cominciò ad accarezzarmi il sedere.
– Voi potete riposarvi, mentre io traggo ispirazione, no? ‘ risposi con tono da bambina innocente ‘ Sarà divertente.
– Come ti pare. ‘ accondiscese Charlie, tornando ad occupare il posto accanto a me.
– Ma sullo schermo piccolo non si vede niente. ‘ mi lamentai.
– Lì c’è il televisore, sai usare una presa di connessione?
Mi alzai facendo loro la linguaccia e mi misi di impegno per agganciare i cavi. Accesi il televisore e premetti il tasto ‘play’ facendo partire la prima scopata a tre della mia vita. Sentendo le voce che provenivano dagli altoparlanti, i due ‘esausti’ angioletti schizzarono a sedere guardando il monitor esterrefatti.
– Ehi, io non avevo azionato la videocamera! ‘ si stupì Charlie.
– No, infatti. L’ho azionata io. ‘ mi voltai verso di lui e gli feci l’occhiolino.
Mentre il filmato scorreva, mi girai e salii di nuovo sul letto, camminando a quattro zampe fino a lui per poi baciarlo.
– Volevo un souvenir del ‘consolidamento’ della nostra nuova amicizia. ‘ mi giustificai prima di girarmi a baciare Tom ‘ Un ricordo dei miei due stalloni al lavoro.
Charlie si girò e poggiò la testa sulle mie chiappe sospirando.
– Sei proprio una puttana, tesoro. ‘ mi mordicchio una natica.
– Ti correggo subito, amico, è la ‘mia’ puttana. ‘ Tom mi circondò le spalle con un braccio e io gli poggiai il viso sul torace.
– Tutto quello che volete, tesori miei. ‘ miagolai io ‘ Però che barba questo film, so già come va a finire.
– Davvero? ‘ mi provocò Tom.
– Io finisco a fare il ripieno del sandwich. ‘ annunciai trionfante ‘ Vediamo cos’altro c’è in programma.
Avevo preso il telecomando della videocamera e feci partire il primo filmato in memoria, quello dove non ero io la protagonista assoluta.
– Che combini? ‘ mi chiese Charlie allarmato.
– Confronto la mia performance con quella della vostra amichetta. ‘ mi sollevai in ginocchio non appena riconobbi la bionda misteriosa ‘ Lisa? Voi vi scopate Lisa?
Lisa era una bella ragazza che frequentava l’ultimo anno come noi, ma non faceva parte del giro delle cheerleader o dei giocatori di football. Era una cosina graziosa dal viso innocente che girava per la scuola senza appartenere a nessun gruppo specifico.
– E’ così innamorata di me. ‘ sospirò Tom ‘ Potevo deluderla?
– Certo che no, amore. ‘ miagolai io facendogli una carezza sul torace. ‘ Ma come hai convinto sua santissima vergine a fare una cosa del genere.
– Gli ha detto che tu non gliela davi e che lui era così triste ed infelice. ‘ rise Charlie alle mie spalle, infilandomi una mano fra le cosce.
– Vi raccontate proprio tutto voi due. ‘ risi a mia volta, mentre ammiravo la bionda verginella che spompinava il mio ragazzo.
– L’ho convinta che non potevo lasciarti, che tu eri un tipo vendicativo, ma non ti amo e volevo stare con lei. ‘ Tom rideva dell’ingenuità di Lisa ‘ Me la sono fatta e poi’ è stato facile convincerla a fare quella cosa con Charlie.
– Facile? Se ha pianto per tutto il tempo! ‘ protestò Charlie, guardando il video dove effettivamente Lisa piangeva mentre glielo prendeva in bocca ‘ Mi ha bagnato tutte le palle.
Il filmato giunse alla fine, con i miei ‘ragazzi’ che le sborravano abbondantemente sui piccoli seni appuntiti.
– Lacrime di coccodrillo. Se non le è piaciuto, mi spieghi perché continua a mandarmi messaggi?. ‘ Tom assestò un pugno scherzoso sul possente braccio di Charlie.
Io quasi non seguivo i loro discorsi, presa ad ammirare il corpo minuto della bionda ragazzina. Le gambe lunghe e ben tornite erano sormontate da dei fianchi morbidi, mentre le tettine piccole e appuntite svettavano fiere con i capezzoli rosei.
– La voglio. ‘ dissi trasognata.
– Come, scusa? ‘ Tom si girò a guardarmi shoccato.
– La voglio. ‘ ripetei sentendo la passera che cominciava a pulsare per il desiderio.
– Ti piacciono le donne, eh? Non l’avrei mai detto. ‘ rise forte Charlie, il più ‘scafato’ fra i due.
– Come pensi di riuscirci? Non ha più voluto vedere Charlie e dubito che ci starebbe a fare una cosa tutti insieme. ‘ cercò di persuadermi Tom.
– La ricatteremo con questo video e non ho parlato di voi. ‘ mi sporsi in avanti premendo la pausa per ammirare ancora quel corpo ‘ La voglio.
– Quello che Jess vuole, Jess avrà. ‘ Charlie mi infilò un dito nella vagina già lubrificata dal mio improvviso desiderio.
Mi girai vorace verso di lui e lo baciai spingendo il mio bacino contro il suo. Ero eccitatissima all’idea di farlo con una ragazza e avevo già in mente un ricco programma per lei.
– Ho bisogno della casa. ‘ gli mormorai a fior di labbra mentre Tom, ancora disteso, mi carezzava le cosce intanto che io rimanevo in ginocchio sul letto avvinghiata all’altro.
– I miei vanno fuori quasi tutti i fine settimana ultimamente, abbiamo una casa sul lago. ‘ Charlie mi sorrise ‘ Settimana prossima ripartono, devono fare non so che lavori.
– Perfetto. Per la prossima settimana organizzo tutto. ‘ gli passai una mano sull’uccello ‘ Faremo come al solito, azionerò la telecamera e poi potrete godervi lo spettacolo.
– Cosa ne avrò, in cambio? Qualche pippetta solitaria? ‘ mi sfidò il muscoloso amico del mio ragazzo.
– Saprò ricompensarti bene. ‘ gli dissi ‘ Ora spero che abbiate recuperato le forze.
Tom si mise in ginocchio dietro di me e ricominciarono a trastullarsi con il mio corpo. Io, ormai, ero distante con la mente: riuscivo solo a pensare a quello che avrei fatto e avrei fatto fare a Lisa.

Avevo passato tutta la settimana a prepararmi per quel momento. Mi ero depilata, lavata e vestita con più cura del solito. Avevo dato appuntamento a Lisa dietro la palestra, perché dovevo ‘parlarle’ e speravo che si sbrigasse. C’erano gli allenamenti di football e Tommy era impegnato.
La vidi arrivare con lo sguardo perso di un uccellino spaventato e cercai di assumere l’aria arrabbiata e contrariata giusta per la recita che stavo per mettere in scena. Appena mi fu vicina, l’afferrai per una spalla e la sbattei contro il muro, per poi avvicinare il mio viso al suo. Feci uno sforzo per non baciarla lì, dove chiunque ci avrebbe potuto vederci.
– Senti un po’, puttanella. ‘ l’apostrofai con tono bellicoso ‘ Tom è il mio ragazzo.
– Jessie, non so cosa’ – provò lei spaventatissima.
– Non provare a menarmi per il naso. ‘ la spintonai e poi tirai fuori il cellulare ‘ Vuoi negare che questa sei tu?
Feci partire il filmato di lei, Tom e Charlie senza sonoro. La vidi sbiancare e portarsi le mani alla bocca, gli occhi lucidi come se stesse per piangere.
– Cosa? Come? ‘ balbettò confusa e angosciata ‘ Non farlo vedere a nessuno.
– Oh, prima fai la puttana con il mio ragazzo e poi mi dai anche ordini? ‘ la vidi scuotere la testa, mentre una lacrima le scendeva sulla guancia ‘ Se non vuoi che lo faccia vedere in giro, ora tu vieni con me e fai quello che ti dico, chiaro?
Singhiozzò e tirò su con il naso, mentre annuiva distrutta dalla scoperta di essere stata ripresa e che ora quel filmato era un’arma di ricatto in mano ad una ‘ragazza gelosa’. Mi incamminai dandole le spalle, perché non potesse vedere il sorriso di trionfo che mi aleggiava sulle labbra.
Arrivate nella stanza di Charlie, chiusi la porta e mi ci poggiai contro incrociando le braccia. Lei se ne stava dritta e in silenzio, continuando a tirare giù la maniche del giacchetto fuori moda. Aveva gli occhi rossi ed era scarmigliata. Aprii la porta dal bagno interno.
– Vatti a lavare la faccia e poi torna qui.
Mi ubbidì senza fiatare e al ritorno si fermò proprio davanti a me, che ora avevo guadagnato il centro della stanza.
– Sai che vergogna se quel video girasse per la scuola? ‘ vidi il suo labbro inferiore cominciare a tremare ‘ Non osare piagnucolare, altrimenti lo mando per posta elettronica a tutti i nostri compagni.
Lei ingoiò e annuì. Le carezzai i capelli.
– Brava, così. Tu non vuoi che io mostri quel video ad altri, giusto? ‘ diniego da parte sua ‘ Ok. Sai disposta a fare quello che ti dirò?
Tentennò un momento, ma come vide che riprendevo in mano il cellulare si affrettò a fare un cenno di assenso.
– Non ho sentito.
– Sì.
– Sì, cosa?
– Sì, sono disposta a fare quello che mi dirai. ‘ rispose lei distogliendo lo sguardo.
– Padrona. ‘ aggiunsi io.
– Casa?
– Sì, sono disposta a fare quello che mi dirai, padrona. ‘ le feci cenno di ripetere.
Ingoiò di nuovo e si portò una ciocca di capelli biondi, che le era sfuggita dalla coda di cavallo, dietro l’orecchio. Poi prese fiato.
– Sì, sono disposta a fare quello che mi dirai, padrona. ‘ era sul punto di scoppiare a piangere di nuovo.
– Punto primo, non piangere mai in mia presenza. ‘ enunciai camminando verso il letto ‘ Punto secondo, non fare domande: ubbidisci e basta.
– Sì’ padrona. ‘ disse lei, tornai sui miei passi per farle una carezza sulla guancia.
– Brava, impari in fretta. ‘ le mormorai io vicino al viso ‘ Ora baciami.
Si raggelò, rimanendo lì a fissarmi con gli occhi spalancati.
– Allora? ‘ usai un tono aggressivo e la vidi sobbalzare.
– Sì, padrona.
Si sporse verso di me e poggiò le sue labbra alle mie. Erano morbide e arrendevoli, non dure e ‘pretenziose’ come quelle dei ragazzi. Gliele stuzzicai con la lingua, ma lei rimase lì impalata. Sospirai allontanando un poco dal suo viso. Sarebbe stata dura ammaestrarla.
– Voglio un bacio vero, non da bambini dell’asilo. ‘ l’ammonii afferrandola per un braccio ‘ Baciami come baciavi Tom. Immagina che io sia lui.
Lei annuì, gli occhi sempre lucidi, ma intenzionata a non trasgredire i miei comandi. Avvicinò il suo viso al mio e poi lo prese fra le mani. Il bacio, all’inizio, fu timido ed esitante. La sua lingua stuzzicava le mie labbra e quando io le schiusi, si avventurò timorosa nella mia bocca. L’afferrai per i fianchi e me la tirai contro mentre, vorace, approfondivo quel bacio esplorandole tutta la bocca e mugolando di piacere.
Mi staccai e un filo di bava le si posò sulle labbra. Era eccitantissimo vederla lì così, con lo sguardo vacuo e la bocca semiaperta, mentre le labbra erano lucide e invitanti. Mi staccai da lei di malavoglia e mi andai a sedere sul letto.
– Spogliati!
– Come?
– Hai già dimenticato la seconda regola? Niente domande, esegui solo gli ordini, altrimenti’ – la guardai minacciosa e lei tornò ad ingoiare.
– Sì, padrona. ‘ cominciò a sfilarsi di corsa il giacchino.
– No, non così. ‘ scossi la testa con aria esasperata e alzando gli occhi al cielo ‘ Non sai ancora niente? Eppure Tom ti ha ripassato per bene. Vero, troia?
Lei rimase con il giacchetto sollevato all’altezza del seno e chiuse gli occhi: era umiliata dal modo in cui le parlavo e la cosa mi piaceva.
– Ti ho fatto una domanda! Tom ti si è ripassato per bene, vero, troia?
– Sì, padrona. ‘ aveva il pianto nella voce.
– Ora spogliati lentamente.
Slacciò la giacca, leggera ma dalla foggia antiquata, lentamente e la fece cadere ai suoi piedi. Esaminai il suo abbigliamento pensando che non le donava per niente: una camicia abbottonata fino a sotto il mento, una gonna dritta che finiva sotto il ginocchio e un paio di mocassini. Fortunatamente non si era messa le calze: chi poteva pensare di indossarle con il caldo che faceva?
– Avvicinati. ‘ appena fu arrivata a pochi centimetri da me, le intimai l’alt ‘ Continua a spogliarti.
La vidi slacciare la gonna e farla cadere a terra, per poi cominciare a sbottonarsi la camicia partendo da sotto il collo. Rimase in intimo: portava un paio di panty bianchi e un reggiseno non certo fatto per sedurre. Eppure, ai miei occhi, quell’innocenza era più afrodisiaca di un completino di Victoria Secrets.
Si fermò, con le mani incrociate davanti al pube come per nascondersi alla mia vista. Sorrisi, non aveva eseguito il mio ordine fino in fondo, ma c’era tempo per addestrarla bene. E poi mi intrigava l’idea di essere io a finire di spogliarla.
Mi alzai e catturai di nuovo le sue labbra, facendo scorrere le mani su quel corpo molto più minuto del mio. I fianchi morbidi non erano pronunciati come i miei, ma erano ugualmente belli e morbidi. Decisi di saggiare altre differenze fra noi e le afferrai le natiche facendola sobbalzare: aveva un bel culetto sodo e invitante.
Le sue labbra, ora, erano arrendevoli e c’era più partecipazione da parte sua in quel bacio. Sorrisi, mentre le mordicchiavo un labbro e le mie mani arrivavano ad esplorare il suo piccolo seno. Attraverso la stoffa del reggiseno, sentivo i capezzoli turgidi ed invitanti. Quelle adorabili tettine erano una vera provocazione per i miei impulsi.
A malincuore mi separai ancora da lei e la guardai negli occhi. Il suo sguardo aveva cominciato ad essere offuscato dal piacere di quelle carezze e lei sembrava imbambolata, come incapace di connettere, troppo stravolta dalla novità che anche baciare una ragazza poteva essere bello. Sorrisi e le passai un dito sulle labbra rosse e invitanti.
– Spogliami. ‘ le dissi con un sorriso ‘ Avanti.
Si avvicinò esitante e le sue piccole mani tremanti afferrarono il bordo del mio top. Cominciò a farlo salire e io mi arresi al pensiero che avrei dovuto fare tutto da sola. La mia piccola bambola nuova mi stupì: le sue mani si poggiarono sulla mia pelle e l’accarezzarono verso l’alto, portandosi dietro la stoffa del top. Le sorrise e allungai le mani per tastarle ancora il seno.
Alzai le braccia per permetterle di togliermi l’indumento e la sua carezza continuò anche su di esse. Il tocco era esitante, ma mi eccitava l’idea di trasformare quella piccola e dolce verginella in una vera puttana. Ci avrei dovuto lavorare parecchio ma alla fine lei sarebbe stata mia.
Riabbassai le braccia e lei rimase un attimo con il mio top stretto fra le dita, poi lo lasciò cadere a terra e tornò ad avvicinare le sue mani al mio corpo. Cominciò delicatamente a slacciarmi la cintura della minigonna jeans e io pensai che era in quello la differenza fra i miei ragazzi e lei: loro erano famelici e senza grazia o pazienza; Lisa prendeva le cose con più calma e si godeva ogni più piccolo gesto.
Tornai a concentrarmi su di lei quando aprì la zip della gonna e con le mani l’ha aiutò a superare i miei fianchi. La gonna raggiunse il pavimento, le sue mani rimasero su di me. Le sorrisi e le scansai una ciocca di capelli dal viso, poi, come ripensandoci, allungai le mani dietro la sua testa e glieli sciolsi.
Era incantevolmente innocente in quel momento: gli occhi azzurri sgranati, i capelli biondi lunghi scarmigliati che le arrivavano fino al seno, le labbra socchiuse e umide. Le infilai le mani in quel groviglio color del grano e la baciai con più trasporto di prima. Dentro di me sentii un moto di trionfo quando lei, di sua spontanea iniziativa, cominciò ad accarezzarmi e stringersi a me.
– Brava la mia bambolina. ‘ la apostrofai con tono soddisfatto.
Le slacciai il reggiseno di cui, viste le dimensioni delle sue tette, avrebbe potuto benissimo fare a meno e cominciai a passarle un dito sull’aureola. Lo muovevo in cerchi concentrici, fino a che non arrivai al capezzolo turgido. Glielo tirai e lei emise un singulto. La piccola porca cominciava a provare piacere da quell’incontro estorto con il ricatto. Giocai con una ciocca di capelli che finiva in un ricciolo e mi venne un’idea: glielo avvolsi intorno al capezzolo duro, come una cornice.
Le presi il mento fra le dita e le aprii leggermente la bocca. Mi fermai ad ammirare il mio lavoro: era malleabile come una bambola di plastica e faceva tutto quello che le dicevo. Comincia a sentire la mia passera bagnata che pulsava.
La guardai fissa e lei parve capire le mie intenzioni. Allungò le braccia, sciolse il reggiseno e libero le mie tette, più grandi delle sue ma ugualmente sode e invitanti. Ripeté i gesti che avevo compiuto su di lei e mi abbandonai al piacere che la mia nuova e inesperta amante cercava di darmi.
Si bloccò all’improvviso, come se non sapesse come continuare. Sorrisi della sua ingenuità, la caratteristica di lei che me la faceva desiderare ancora di più. La baciai e la costrinsi a girare su se stessa, poi la spinsi con il mio corpo sul letto di Charlie e rimanemmo lì avvinghiate a scambiarci baci e carezze.

Stavamo sdraiate sul letto a scambiarci dolci effusioni: era diverso dal fare sesso con un ragazzo, dove c’era fretta e voracità. Le cose progredivano lentamente e ci beavamo di ogni singolo sfregamento dei nostri corpi. Lisa era splendida ai miei occhi: scarmigliata e con le gote leggermente arrossate dal piacere, il viso poggiato di lato sul cuscino e le labbra leggermente socchiuse. La volevo mia, sentivo di amarla come mai avrei potuto amare Tom o Charlie.
Mi sollevai in ginocchio in mezzo alle sue gambe e la guardai soffermandomi su ogni più piccolo dettaglio del suo corpo. Poggia un bacio su ogni cosa che catturava la mia attenzione: il piccolo neo alla base sinistra del collo; le clavicole che sporgevano dalla pelle diafana; le tette piccole e provocanti; le aureole tonde e rosee, che finivano in splendidi capezzoli turgidi e frementi; una piccola voglia vicino all’ombelico; per finire con il bordo dei panty bianchi che indossava.
Ogni cosa di lei accendeva il mio desiderio di possederla, non solo sessualmente, e di farne la mia piccola schiava. Le carezzai piano una guancia e mi soffermai sulla deliziosa conchiglietta delle orecchie, di cui percorsi i tratti con la lingua.
La sentii sospirare piano sotto quelle carezze che si facevano via via più audaci e pressanti, mano a mano che acquistavo sicurezza. Non lo avevo mai fatto con una ragazza, né la cosa aveva mai solleticato la mia fantasia, ma Lisa accendeva in me desideri nascosti che non credevo di avere.
Infilai gli indici sotto l’elastico della biancheria intima, ultimo ostacolo fra me e la fonte del mio e del suo desiderio. La vidi trattenere il fiato per poi fissarmi attentamente. Anche senza parlare ci trasmettevamo a vicenda le sensazioni che quell’esperienza, nuova per entrambe, ci procurava. La vidi assentire piano, mentre si mordeva il dito indice come cercando di trattenere un gemito.
Quel piccolo e ingenuo gesto mi fece impazzire. Le tolsi le mutandine senza ulteriori indugi. Lei chiuse le gambe istintivamente e mi guardò piena di apprensione.
– Non temere, sarò gentile. ‘ dissi posandole una carezza sulla guancia incandescente, poi avvicinai la mia bocca al suo orecchio perché il microfono della telecamera non percepisse quello che le dicevo ‘ Non potrei mai farti del male, amore mio.
Mi scostai dal suo viso e la vidi sgranare gli occhi, per poi abbracciarmi stretta.
– Jessie’ – lo sussurrò come una preghiera al mio orecchio e io, di riflesso, la strinsi a me.
– Vedrai che ti piacerà. ‘ la rassicurai, muovendo il mio corpo sopra il suo.
Mi ritrassi per mettermi di nuovo in ginocchio, davanti alle sue gambe chiuse. Cominciai a massaggiarle le cosce con movimenti lenti e circolari, spingendo leggermente per convincerla a permettermi l’accesso al suo segreto. Fui ricompensata quando finalmente dischiuse le gambe per me.
Rimasi estasiata alla vista di quel boschetto biondo cenere, i peli delicati e fini imperlati dai suoi umori e le grandi labbra che celavano ancora la parte di lei che più desideravo. Respirai a fondo, cercando di recuperare il controllo di me stessa: non volevo certo spaventare il mio piccolo cucciolo. Mi chinai su di lei delicatamente e misi una mano fra di noi.
Comincia a stuzzicare piano il suo clitoride con movimenti lente e sensuali. La sentii tremare sotto il mio tocco, mentre buttava la testa indietro e inarcava la schiena, segno evidente che le piaceva quello che avevo in serbo per lei.
– Jessie. ‘ chiamò ancora, piano, quasi inudibile.
– Ti piace? ‘ le chiesi con il fiato corto.
– Sìììììììììì. ‘ miagolò lei, poggiando una mano sulla mia, che continuava a sgrillettarla con ritmo un po’ più sostenuto.
– Vuoi che mi fermi? ‘ la provocai strusciando i miei seni contro i suoi.
– No, ti prego’ padrona. ‘ biascicò mentre le infilavo un dito nella vagina ormai grondante.
– La mia piccola puttana. ‘ usai un tono dolce e la bacia con trasporto.
La sua mano si spostò dalla mia per strattonare le miei mutandine. Il mio nuovo animaletto voleva partecipare al gioco in modo più attivo. La lascia andare e mi sdraiai accanto a lei, sorridendole piena di lussuria.
– Fallo tu a me. ‘ le ordinai strizzandole un capezzolo.
– Sì, padrona. ‘ accondiscese subito lei, mettendosi in ginocchio di fianco a me.
Come avevo fatto io con lei, inserì i due indici sotto l’elastico del mio tanga nero e cominciò lentamente a sfilarlo. La guardavo, fiera che la cagnetta avesse già imparato quel nuovo gioco. A differenza di Lisa, io spalancai subito le gambe e lei rimase come imbambolata a guardare la piccola striscia dei peli scuri che si erano salvati dalla depilazione accurata a cui mi ero sottoposta.
Mentre il suo era un boschetto selvatico di alberi dorati, il mio era una piccola siepe nera curata. Mi passò un dito sull’inguine, saggiando la mia pelle liscia e vellutata. Non si sdraio su di me come avevo fatto io con lei. Rimanendo in ginocchio, si spostò all’interno delle mie gambe divaricate e passò un dito in senso discendente, prima incontrò il grilletto che solleticò appena e poi l’apertura della mia vagina, ormai dilatata dal desiderio.
La vidi ingoiare e rimanere incerta per un momento. Cercò il mio sguardo e io annuii piano, sdraiata e rilassata come una gattina al sole.
Passò di nuovo il dito sul mio grilletto, ma stavolta non si fermò sulle piccole labbra e inserì il dito nella mia vagina. Stupita mi lascia strappare un gemito di piacere per quell’intrusione imprevista.
– Vado bene? ‘ chiese lei titubante.
– Hai un talento innato. ‘ la rassicurai, carezzandole il braccio ‘ Ora vieni qui.
Le mie braccia si spalancarono e lei raccolse l’invito. Ci rotolammo fino a cambiare di nuovo posizione: io sopra e lei sotto. Le nostre mane si intrufolarono quasi in contemporanea sul dolce segreto dell’altra e cominciammo a sditalinarci a vicenda, mentre la stanza si riempiva del nostro odore e dei nostri sospiri.
Come capii che lei era vicina, le allontanai la mano e assunsi una posizione quasi eretta. Vidi lo stupore sul suo volto, ma da brava cagnolina che obbedisce agli ordini non fece domande. Ricomincia a sgrilletarla, inserendo due dita della mano libera nella sua passerina e la portai all’orgasmo senza mai staccare gli occhi dal suo viso, godendo nel sentire le pareti della sua vagina contrarsi e imprigionarmi le dita.
– Oh, amore, sìììììì. ‘ la sentii ansimare sotto il mio tocco.
La vidi inarcarsi e rimasi estasiata dalla vista dei suoi capezzoli che svettavano fieri verso il soffitto. Sospirai e mi distesi sopra di lei per baciarla. Era bellissima così scarmigliata e scomposta dopo l’orgasmo: esiste qualcosa di più bello di una donna che ha appena goduto?
– Direi che può bastare così. ‘ sentenzia alzandomi dal letto per spegnere la videocamera.
Capendo che anche quella sua performance era stata ripresa, la mia piccola Lisa si mise a sedere e incrociò le braccia sul seno, come per nasconderlo da ulteriori sguardi, mentre ripiegava i ginocchi sotto le gambe per nascondere il suo dolce segreto.
– Sei come Tom, mi hai ingannata. ‘ cominciò a piagnucolare.
Mi girai verso di lei e la raggiunsi sul letto mettendomi al suo fianco, con le gambe nella medesima posizione.
– No, amore mio. ‘ la rassicurai cominciando a carezzarle le gambe ‘ Nessun inganno. Ti giuro che quei filmati non andranno in giro.
– Allora perché? ‘ mi chiese con gli occhi lucidi.
– Lo vedranno Tom e Charlie una volta sola e poi farò in modo di far sparire la memory card. ‘ la bacia all’angolo della bocca ‘ Per avere la casa ho dovuto prometterlo, ma tu sei solo mia.
La baciai e lei cominciò a rilassarsi, mentre le spostavo le braccia per avere libero accesso a quel piccolo seno che aveva invaso i miei pensieri per tutta la settimana. La feci sdraiare e mi misi a cavalcioni su di lei, stuzzicandole i capezzoli fino a farla gemere.
– Da ora in poi siamo solo noi due. ‘ la rassicurai ‘ Ora dimmi cosa hai fatto con Tom.
Lei sbarrò gli occhi e mi guardò come un animale in trappola. Sospirai rassegnata: la cucciola aveva ancora bisogno di essere istruita. Mi spostai per consentirle di mettersi a sedere, mentre gli occhi di quella piccola bambolina innocente tornavano a farsi lucidi.
– Lui diceva di amarmi. ‘ tirò su con il naso e si schiarì la voce ‘ Diceva che tu non gli permettevi di sfogarsi ma che eri gelosa e possessiva, non gli avresti mai permesso di lasciarti e avresti escogitato il modo di vendicarti.
– Tom è un bugiardo patentato. ‘ sospirai facendole un carezza sul viso dolce e innocente ‘ Continua, amore.
– Cominciammo ad uscire di nascosto e lui diceva che cercava il modo di allentare i rapporti con te, perché la rottura non fosse troppo brusca. ‘ poggiò la sua testolina bionda sull’incavo del mio collo e mi abbracciò la vita ‘ Quella sera che lo facemmo la prima volta mi giurò che stava per lasciarti.
– Ha preso la tua verginità?
Lei si scostò e mi guardò in modo strano, come se la domanda l’avesse ferita.
– Certo, io ero vergine prima che lui cominciasse a ronzarmi attorno. ‘ mise il broncio e io la trovai adorabile.
– Rilassati, ora ti consolerò io.
La feci sdraiare e cominciai di nuovo a stuzzicarla lentamente, con carezze prima superficiale e poi via via più insistenti. Lisa chiuse gli occhi e sospirò, gratificata da quelle dolce effusioni. Le aprii lentamente le gambe e mi ci posizionai in mezzo, passando un dito sopra la sua fessurina così appetitosa.
– Ti ha preso anche qui? ‘ chiesi puntando il dito esploratore sul suo buchino stretto.
– No! E’ contro natura. ‘ si scandalizzò lei mettendosi a sedere.
– Sciocchezze. ‘ le sorrisi dolcemente ‘ In teoria anche quello che abbiamo fatto noi è contro natura: non ti è piaciuto, forse? Prima mi hai chiamata ‘amore’, mentivi?
– No, io’ non so’ – era confusa e distolse lo sguardo, come meditando su quello che era successo fra di noi, prese un respiro e continuò ‘ Sì, mi è piaciuto e no, non mentivo. Io’ so che è assurdo, che non ci conosciamo, però’ nessuno era mai stato così premuroso con me.
Bacia quel piccolo boccio di rosa che aveva per bocca e mi beai della sensazione delle nostre lingue che si cercavano, si accarezzavano, si volevano. La afferrai per le spalle e la inchiodai sul materasso, guardandola avida di lei.
– Tu sei mia, capito? ‘ la vidi annuire e socchiudere gli occhi, eccitata e lusingata dalla mia possessività ‘ La verginità del tuo culo è sacra e la darai solo a me, capito?
– Ma tu’ insomma, tu non puoi’ non hai’ – balbettò stupita di quel mio ordine.
– Non ti deve interessare per il momento, devi solo ricordare che il tuo culo è mio e di nessun altro. Chiaro? ‘ la guardai severa.
– Sì, padrona. ‘ sospirò agitando il suo bacino sotto di me.
– Brava la mia bambolina. ‘ tornai a sorriderle ‘ Ora devi prestare attenzione alle mie parole.
Radunai le idee per farle un discorso che non la spaventasse di nuovo.
– Anche se dovessi ordinarti di fare sesso con un uomo’ – la sentii divincolarsi, ma la mia presa sulle sue spalle era salda ‘ Dicevo: se dovessi ordinarti di fare sesso con un uomo, voglio che tu tenga sempre bene a mente che io ti amo. Non permetterò mai a nessuno di farti del male o di fare qualcosa di diverso da quello che io permetto.
– Sei come Tom. ‘ piagnucolò lei.
– No, perché io ti amo veramente. ‘ le lascia andare le spalle e le presi il mento fra le dita perché mi guardasse dritta negli occhi ‘ E’ solo sesso, non ha niente a che vedere con quello che sento per te. Tu sei il mio piccolo amore e neanche un milione di scopate potrai mai cambiare questo.
– Vuoi che io faccia sesso con degli uomini. ‘ mi fissò mentre una lacrima ribelle le sfuggiva dalle ciglia.
– Solo con me presente e solo come e quando deciderò io. ‘ le asciugai la lacrima con il pollice ‘ Ti fidi di me?
La vidi combattere contro la ragione che le diceva di scappare lontano da me, poi ingoiò e annuì.
– Sì, padrona. ‘ rispose infine, poggiando le sue mani sui mie fianchi.
– Mi ami? ‘ mi chinai e le imprigionai un capezzolo fra i denti, tirando leggermente fino a che non la sentii gemere piano.
– Sì, padrona. ‘ mugolò strusciando il suo corpo contro il mio.
– Vederti posseduta dagli uomini che sceglierò mi porterà piacere. ‘ le passai una mano sulla figa e sospirai contro il suo collo ‘ Io ti amo e voglio vederti godere. Tu non vuoi vedermi godere?
– Sì, padrona. ‘ si fermò un attimo prima di aggiungere ‘ Ti amo e voglio solo farti piacere.
– Allora meriti una ricompensa. ‘ dissi vittoriosa.
Riportai la mia testa all’altezza della sua e la vidi aprire la bocca: istintivamente le caccia la mia lingua fra le labbra con impeto. Anche se a malincuore, abbandonai quei petali rossi e morbidi e comincia tracciare una scia di baci lungo il mento per poi scendere sul collo.
Arrivata all’altezza del seno, comincia ad alternare baci delicati a colpi di lingua. Prestai particolare attenzione ai suoi capezzoli, mordendoli piano e tirandoli leggermente. La sentivo fremere sotto la mia bocca, ma non la toccai. Volevo che la cosa durasse, inoltre era la prima volta che lo facevo con una ragazza. Bene o male, i ditalini sono qualcosa che ogni ragazza conosce: tutte ci tocchiamo in cerca del piacere. Avevo fatto un sacco di pompini a Tom e qualcuno a Charlie, ma ora stavo per fare qualcosa che esulava da qualsiasi mia conoscenza.
Mi soffermai sulla coppa del suo ombelico. La leccai tutta intorno, poi irrigidii la lingua lo stuzzicai. Cercai di ricordare come aveva fatto Charlie a darmi quegli orgasmi sconquassanti e mi spostai sul suo interno coscia. La mordicchia, la leccai, la accarezzai ottenendo come ricompensa i suoi sospiri e i suoi gridolini.
Passai un dito sull’inguine e la vidi sobbalzare: anche in lei quel punto era particolarmente sensibile. Sorrisi e le soffiai piano sulla dolce peluria bionda, mentre lei si muoveva come incitandomi a continuare. Con le mani le allargai le grandi labbra, trovandomi faccia a faccia per la prima volta in vita mia con l’essenza di una donna.
Rimasi ammirata dalla bellezza che racchiudevamo fra le gambe e, in preda alla tenerezza, le posai un bacio delicato sul clitoride gonfio e sporgente. Godevo nel sentire i sui gemiti, era una sensazione di potere assoluto, come quando prendevo in bocca un cazzo ed avevo la certezza di essere io a condurre il gioco. Era inebriante poter decidere chi godeva e chi no e, mentre passavo un dito sulla sua fessurina dilatata, già pregustavo i giochi in cui avrei coinvolto i miei amici e il mio animaletto domestico.
Era arrivato il momento di fare sul serio e la curiosità mi spingeva a essere audace. Presi il suo bottoncino fra le labbra per saggiarne la consistenza e il gusto: rimasi inebriata dall’odore di donna che mi arrivava alla narici. Mi scostai leggermente per poter ammirare la sua passera di nuovo in tutta la sua gloriosa bellezza.
Il sapore che avvertivo in bocca mi piaceva e mi spinse a leccarmi le labbra, mentre mi tuffavo in avanti per immergermi in lei. La mia lingua esplorava la sua vagina grondante di umori e li raccoglieva per farmeli assaporare. Passai di nuovo a sollazzare il suo clitoride e mi resi conto che era la cosa che apprezzava di più.
Vi soffiai leggermente sopra, mentre due dita birichine si introducevano in lei. Mi alzai leggermente, per godermi lo spettacolo di lei in preda al piacere. Era bellissima e mi dispiaceva che la telecamera non fosse in funzione per riprendere il suo viso stravolto. Mi consolai pensando che ci sarebbero state altre occasioni di immortalare Lisa mentre io la portavo sulle vette del piacere.
– Mi ami? ‘ chiesi di nuovo.
– Sì, padrona. ‘ ripeté lei agitando il bacino.
Mi precipitai a prenderle di nuovo il bottoncino fra le labbra e cominciai a succhiare, mentre le gemeva e si contorceva e io allungavo una mano per dare sollievo al mio sesso congestionato dal desiderio. Sentii il suo orgasmo esplodere, ma non lasciai la mia postazione: estrassi le mie dita e me le infilai in bocca per poi tornare a leccare quel dolce nettare dalla sua fonte, mentre anch’io raggiungevo la soddisfazione grazie alla mia mano esperta.
– Ti amo, Lisa. ‘ dissi a voce alta mente esplodevo anch’io.
Lei scattò a sedere e mi afferrò il viso fra le mani. Rimasi sorpresa di quell’iniziativa. Gli occhi erano ancora offuscati dal piacere e la lingua spuntava dalle labbra.
– Voglio sentire il mio sapore. ‘ mi confesso, avventandosi ad esplorare con la lingua la mia bocca piena di lei.
Ci eravamo rivestite e avevo accompagnato Lisa fino alla porta. Prima di lasciarla andare l’avevo fatta girare per baciarla di nuovo con passione. Presa dalla foga le avevo preso la gamba sinistra all’altezza del ginocchio e l’avevo sollevata, come se fossi un uomo pronto a fottere la sua donna. Le nostre labbra si staccarono appena e la mia mano birbante risalì la coscia della mia schiava fino ad afferrarle una natica.
– Lo so, padrona ‘ mi bisbigliò lei all’orecchio ‘ Il mio culo è solo tuo.
La sua mano si avventurò sotto la mia maglietta e mi carezzò un seno, per poi stuzzicarmi il capezzolo. La piccolina non era poi così innocente: una volta iniziata ai piaceri del sesso sarebbe stata una bestiolina insaziabile come me. Infilai due dita sotto le mutandine di lei e saggiai la sua passera, già bagnata.
– Sei una vera troia. ‘ le dissi con un sorriso ‘ Ma, ficcatelo bene in testa, sei la MIA troia.
– Sì, padrona. ‘ assentì lei, prima di cercare di nuovo la mia bocca.
Avrei voluto scoparmela ancora e ancora, senza trovare sollievo dal mio desiderio per il suo corpo. Era assurdo, io che non avevo mai neanche fantasticato di fare sesso con un’altra ragazza, ora mi ritrovavo perdutamente vogliosa di quella mocciosetta alle prime armi. Era così magra e fragile, il corpo sembrava ancora acerbo nelle forme e quei grandi occhi azzurri erano ancora innocenti e pieni di devozione per me.
– Mi amerai anche quando concederò a degli uomini di averti? ‘ la provocai mentre l’altra mano sbottonava la camicia e le afferrava il capezzolo già turgido.
– Sì. ‘ confermò baciandomi il collo ‘ Tu sarai sempre con me?
– Non ti lascerò mai sola. ‘ le promisi prima di inginocchiarmi e alzarle la gonna.
– Quando succederà? ‘ chiese fremente, mentre la mia lingua la saggiava da sopra la stoffa dei panty.
– Presto, amore mio. – glieli sfilai e le allargai per bene le gambe, prima di penetrarla con due dita ‘ Sarà fantastico, vedrai. Farò in modo che tu possa godere come non mai.
La sentii sospirare, mentre la mia bocca si impossessava di nuovo della sua passera per tormentarla. Mi misi una sua gamba sulla spalla per poterla leccare meglio. Con la coda dell’occhio vidi la nostra immagine riflessa nello specchio dell’ingresso e ne rimasi affascinata: lei in piedi appoggiata alla porta, mentre io la facevo godere, inginocchiata sotto di lei.
Non mi bastava ancora, volevo provare sensazioni nuove. Volevo tutto e mi ripromisi di ottenere tutto dai miei tre ‘animaletti’.

Tommy era seduto sul letto con le gambe larghe per facilitare il pompino che gli stavo facendo, mentre alle mie spalle Charlie mi chiavava con foga. I loro occhi non erano su di me ma sulla televisione, mentre il video di me e Lisa accendeva i loro istinti.
– Dio, non posso crederci. ‘ Tom mi prese la testa con le mani per farmi ingoiare totalmente il suo uccello ‘ Ma tutte io le trovo le false verginelle?
– Guarda come si baciano le porche! ‘ Charlie mi afferrò per i fianchi per imprimere ancora maggior vigore alla sua cavalcata ‘ Mi sarebbe piaciuto vederlo dal vivo.
– Ti immagini? Che sogno scoparsele insieme. ‘ ghignò il suo compare poco prima di riempirmi la bocca con il suo sperma caldo.
– Come mi piacerebbe scoparmi quella piccola santarellina. ‘ Charlie estrasse il suo cazzo per passarmelo sul solco delle chiappe.
– Arriverà il momento, tesori miei, non temete. ‘ miagolai io mentre agitavo il deretano verso Charlie.
– Abbiamo finito la vasellina. ‘ mi disse leccandosi le labbra ‘ Ma secondo me ormai ti sei abituata.
– Proviamo. ‘ lo provocai prima di riprendere in bocca il cazzo di Tom per pulirlo.
Charlie mi sputò sul culo e cominciò a penetrarmi con le dita. La sua saliva non era certo un lubrificante adeguato, visto l’arnese che si ritrovava in mezzo alle gambe. Rimase dietro di me per un po’, cercando di penetrarmi con scarsi risultati: ero ancora troppo stretta.
– E ora? ‘ chiese lui.
Io scesi dal letto e gli feci cenno di sedersi. Avrei soddisfatto lui come avevo già soddisfatto l’altro ragazzo.
– Dei tuoi bocchini non sono mai sazio. ‘ ghignò mentre glielo prendevo in bocca ‘ Cazzo, ma finisce così? Neanche una bella slinguazzata?
– Era la prima volta che si faceva una ragazza, che ti aspettavi? ‘ Tom spense l’apparecchio e cominciò a rivestirsi ‘ Non vorrai mica correre troppo con il rischio che Lisa si spaventi?
– Non riusciremo mai a fottercela, te lo dico io. ‘ grugnì Charlie prima di venire.
– A quello penso io. ‘ dissi pulendomi la bocca con il dorso della mano ‘ Ci vorrà tempo, ma vedrete che prima o poi parteciperà ai nostri giochi.
I due ragazzi mi guardarono con aria dubbiosa, poi fecero spallucce e cercarono di ricomporsi.
– Io ho fame. ‘ annunciò Tom ‘ Oggi l’allenatore ci ha fatto a pezzi.
– Ordiniamo una pizza. ‘ propose Charlie finendo di rivestirsi ‘ Tu ne vuoi, Jessie?
– No, grazie. I miei mi aspettano per cena. ‘ guardai l’orologio da polso e mi voltai per cercare i miei tanga ‘ Guardate cosa avete combinato!
Mostrai loro il pizzo delle miei mutandine letteralmente fatto a brandelli nella foga di spogliarmi.
– Animali! ‘ glieli gettai contro e mi misi a cercare il reggiseno ‘ Voi andate pure a farvi fottere, io mi faccio una doccia e torno a casa.
I due fecero spallucce e andarono al piano di sotto, per ordinare la pizza e vedere una stupida partita. Mi lavai con cura e mi rivestii, senza mettere le mutandine sotto la gonna. Avevo la passera al vento, ma era anche questa una sensazione eccitante. Presi la memory card e la nascosi nella mia borsa, poi uscii e tornai a casa.

– Che fine ha fatto la scheda? ‘ chiese Charlie furioso, al telefono.
– Non preoccuparti, è in ottime mani. Quei filmati non li vedrà mai più nessuno. ‘ un sorriso mi arricciò gli angoli delle labbra.
– Senti, stronza, io’
– Non temere, questo non cambia niente. ‘ ero sdraiata sul mio letto con solo la camicia da notte ‘ La nostra amicizia non ne risentirà, ma basta giochi con la videocamera. Chiaro?
– Stai dettando delle regole? E se io dicessi in giro che tu’
– Cosa? Cosa vorresti dire? ‘ risi io ‘ Nessuno ti crederebbe mai senza le prove e Tom non è così scemo da andare a dire in giro che la sua ragazza lo cornifica con te. Quando tutti ti rideranno in faccia, cosa dirai? Che mi avevi drogata? Bravo, mettiti nei guai con le tue mani. Ascoltami bene, decerebrato, qui sono io la padrona.
Ci fu un silenzio prolungato, riuscivo a percepire la sua rabbia attraverso il telefono.
– Decido io chi gode e chi no, quindi prima imparerai il rispetto prima tornerai a scopare. ‘ lo informai ‘ Non ti venga in mente di avvicinarti a Lisa, lei è mia. Deciderò io come, quando e dove potrete toccarla. Sempre se decidessi di dividere il mio animale domestico con voi.
– Tom sa di questa cosa? ‘ domandò, cercando di trattenere le furia.
– Non me ne frega un cazzo di quello che Tom pensa di questa situazione: prima di darti il permesso di fare quello che mi hai fatto, doveva pensarci che ci sarebbero state conseguenze. Per me siete allo stesso livello ora.
– Quindi ora il gioco lo conduci tu? ‘ ironizzò lui.
– L’ho sempre condotto io. Vedi, grandissimo stupido, io ho il video in cui voi due ‘costringete’ Lisa a fare sesso orale. ‘ mi gustai il senso di potere che i ricatti mi davano ‘ La sua testimonianza e il video in cui piange mentre vi spompina basterebbero a farvi finire in carcere per stupro.
– Di che vai blaterando? ‘ sembrava allarmato.
– Vai su internet e cerca in rete. Se tu costringi una persona ad atti sessuali contro la sua volontà commetti un reato e questo reato si chiama’ – imitai il rullo di tamburi ‘ Stupro.
– E io parlerò degli altri video. I poliziotti vorranno vederli ‘ mi minacciò Charlie.
– Quale? Quello in cui tu ammetti di avermi drogato? I filmati si possono tagliare. ‘ giocai il tutto per tutto ‘ E poi quel video neanche esiste più, la tua scheda di memoria è pulita. Ho cancellato tutto quello che mi riguarda. Devi solo ricordare, da oggi in poi, che io conduco il gioco e tu sei solo un gregario e andrà tutto bene.
Il silenzio calò di nuovo, ma questa volta fu spezzato dalla sua risata.
– La piccola, dolce, innocente Jessie. ‘ mi apostrofò ‘ Tutto quello che Jessie vuole, Jessie ottiene. Devo chiamarti padrona, adesso?
– Non sarà necessario, basterà che ricordi chi conduce il gioco. ‘ riattaccai senza aggiungere altro.

In quella settimana, la mia ‘amicizia’ con Lisa si rafforzò. A scuola camminavamo fianco a fianco, chiacchierando allegramente del più e del meno; pranzavamo insieme e non era strano vederci andare a casa con la mia macchina. Già il mercoledì non la portai subito a casa. Lei aveva raccontato al padre che andavamo a fare shopping: i suoi erano felici che avesse finalmente trovato un’amica che l’aiutava ad uscire dal guscio.
Mi fermai in un posto appartato e spensi il motore. Senza dire una parola, le poggiai una mano sul ginocchio e poi risalii lentamente la coscia fino all’inguine: come le avevo ordinato non portava biancheria intima. Sorrisi e mi sporsi verso di lei per baciarla.
– Fatti vedere. ‘ le ordinai indicando la camicia.
Lisa la sbottonò lentamente, come sapeva piacermi. Fu idilliaco vedere le sue tettine spuntare dalla camicia candita e mi chinai subito per mordicchiarle i capezzoli turgidi.
– Mi farai impazzire. ‘ la sgridai scherzosamente, mentre la spingevo con la schiena contro lo sportello.
L’afferrai per i ginocchi e lei, come leggendomi nel pensiero, si sollevò la gonna. Stavolta non l’avrei soddisfatta: era meglio non abituarla troppo bene, i cuccioli fanno presto a prendere brutte abitudini. Mi limitai a guardarla, cercando di soffocare il mio desiderio di leccarla, ancora e ancora. La feci risistemare e ci spostammo sul sedile posteriore.
– Ora tocca a te. ‘ le dissi mettendo una gamba sul sedile.
– Sì, padrona. ‘ rispose senza troppo entusiasmo.
Comunque non protestò e cominciò a tirarmi su la gonna, anch’io sotto non portavo niente. La sentii leccarmi e baciarmi, cercando di farmi tutto quello che le avevo fatto io il sabato precedente. Quando avvertii la sua lingua esplorarmi, le afferrai la testa con entrambe le mani e me la spinsi contro. Nonostante fosse la sua prima volta con una donna era anche più brava di Charlie a leccarmela.
– Usa anche le dita. ‘ le ordinai, mentre in preda al piacere mi afferravo le tette e me le palpavo da sola.
Subito Lisa cominciò a penetrarmi con un dito, mentre le sue labbra si spostavano sul mio clitoride. Avrei voluto essere completamente nuda e stesa comodamente su un letto, ma non potevo aspettare fino a venerdì sera: dovevo levarmi la voglia seduta stante.
La piccola si dimostro più intraprendente del previsto. Dopo aver unito un secondo dito al primo, con la mano libera mi strizzò un capezzolo attraverso i top. In quel momento avrei voluto avere un cazzo solo per spingerla via, strapparle la gonna e fotterla fino a farla urlare di piacere. Mi sorpresi di quei pensieri e di quelle fantasie: erano cose a cui non avevo mai pensato, che non mi erano passate mai per la mente.
Da quando Charlie mi aveva scopato, ero diventata un’altra persona. Ero una troia vogliosa che non si faceva remore di inseguire il piacere puro, dovunque esso fosse e in qualunque situazione mi conducesse. La allontanai e mi misi a quattro zampe, tirando su tutta la gonna e mostrandole il mio culo.
– Forza, tesoro, mostrami di cosa sei capace. ‘ le dissi allargandomi le chiappe.
Lei ingoiò un paio di volte, ma alla fine decise di esplorare il mio bucino con la lingua. Sospirai di piacere, allorché due dita ricominciarono a penetrarmi la passera e il mio culo veniva così gentilmente sollecitato. Ebbi un orgasmo fantastico e mi ricomposi.
Rimanemmo sul sedile di dietro della macchina per qualche tempo. Le nostre lingue che si cercavano e le mani che ogni tanto si avventuravano sotto le gonne dove la carne tenera e pulsante aspettava solo di essere accarezzata. Mi staccai da lei di mala voglia, ma dovevamo parlare.
– Sarà venerdì sera. ‘ le annunciai prendendola per mano.
– Chi? ‘ chiese Lisa con gli occhi lucidi.
– Ha importanza?
Lei scosse la testa ma evitava di guardarmi dritta negli occhi. Le presi il mento fra le dita e le sollevai il viso. Era adorabile mentre sfuggiva il mio sguardo, con quell’aria innocente che la contraddistingueva. Le sorrisi e le passai il dito sulle labbra gonfie per i baci che ci eravamo scambiate fino a poco prima.
– Hai paura? Eppure l’hai già fatto, con Tom. ‘ le ricordai io.
– Charlie’
– Cosa? Non mi dire che lo hai fatto anche con Charlie. ‘ il mio sguardo si fece di ghiaccio. Dov’era la sua purezza?
– No’ cioè’ hai visto il filmato. ‘ ingoiò e tacque.
– Ti fa paura Charlie?
– E’ così’ così’
– Grosso? ‘ provai io per lei.
Annuì con vigore e io risi anche di sollievo: era ancora innocente e io avrei avuto il gusto di corromperla fino a trascinarla nelle situazioni più abbiette.
– Andiamo, non temere. ‘ la rassicurai io ‘ Dovresti essere contenta. Un cazzo grosso ti fa godere di più.
– Tu’ lui’ – mi guardò scuotendo la testa ‘ Dimmi che non è vero.
– Perché dovrei mentirti? ‘ le accarezzai piano il viso, ma lei scansò la mia mano con rabbia.
– Non posso sopportare l’idea che tu e lui’
– Amore, io adoro essere scopata dagli uomini. ‘ le misi una mano sulla coscia tornita ‘ E’ bellissimo, anche se tu mi fai godere di più.
– Allora lasciamo stare gli uomini. ‘ mi implorò.
– Sei gelosa?
Il suo distogliere lo sguardo mi confermò che era quella la soluzione al mistero di quella scenata.
– Sai che loro sono solo sesso, no? ‘ le baciai il collo e la mia mano salì fino alla sua passerina ‘ Io amo solo te.
– Giuri?
– Giuro, piccolina. ‘ la sentii fremere quando la penetrai con due dita ‘ Anzi, per dimostratelo farò con te qualcosa che non ho mai fatto con Tom o Charlie.
– Cioè?
– Rimandiamo tutto a sabato. ‘ finalmente i miei occhi incontrarono i suoi ‘ I miei saranno fuori per il week-end e io ho giurato che non ci sarebbero stati ragazzi. Ma i miei non avranno certo da ridire se invito un’amica a dormire da me per farmi compagnia.
– Non capisco.
– Una volta ho letto che la vera intimità e dormire con qualcuno, non farci sesso. Io con loro non ho mai dormito, ma venerdì dormirò con te.
Vidi il suo volto risplendere per la contentezza e Lisa mi si gettò fra le braccia gridando di gioia. Era ancora così ingenua e sciocca: io non amavo nessuno, lei era solo un oggetto di mia proprietà e io ero una persona piuttosto possessiva con le sue cose.

Giovedì, dopo averla riportata a casa andai veramente a fare shopping. Avevo in serbo per lei una notte indimenticabile.
I miei avevano accolto quasi con sollievo la notizia che un’amica mi avrebbe tenuto compagnia per il week-end. Quando videro la mia innocente schiavetta andarono in brodo di giuggiole: Lisa ispirava subito simpatia e fiducia nei genitori, con quell’abbigliamento un po’ demodé e quei grandi occhi innocenti. Lei era sembrata veramente felice di passare del tempo con me, avevamo mangiato una pizza guardando la televisione e chiacchierando di stupidaggini.
Era stata una bella serata tranquilla e, come le avevo promesso, senza ragazzi. Il non far venire Tom a casa mia non era stato un grosso problema: dopo la novità che gli aveva comunicato Charlie, c’era stata una lite. Meglio dire che lui urlava ed io sghignazzavo. Tutte quelle menate su ‘sei la mia ragazza’, ‘cosa vorrebbe dire che comandi tu, noi siamo una coppia’ e altre amenità varie. Quando gli feci notare che aveva perso ogni diritto di farmi la predica nell’istante stesso in cui aveva detto a Charlie che poteva scoparmi si ammutolì.
Per farlo tornare alla ragione ci volle un pompino e la concessione di incularmi. Solo dopo averlo soddisfatto sessualmente gli resi note le nuove regole: io decidevo chi scopava e chi no; Lisa era solo ed esclusivamente mia e loro avevano bisogno del mio permesso per chiavarla; io ero la padrona e loro i miei tre schiavi, ma sarei stata molto magnanima e avrebbero gradito il nuovo stato delle cose. Gli avevo intimato di non chiamarmi il venerdì e di non provare a venire a casa mia: se il giorno dopo voleva scopare, doveva attenersi alle mie istruzioni.
Il mio sguardo spaziò sul salotto, dove eravamo sedute vicine sul divano. Le tende erano chiuse e la scarsa luce che proveniva dallo schermo bastava appena per individuare le sagome dei mobili che ci circondavano. Decisi di aver pazientato anche troppo quella sera e feci la mia mossa. Mi appoggiai più comodamente allo schienale e la mia mano cadde, come per caso, sulla coscia di Lisa. Lei non disse niente, mentre io non perdevo di vista il suo viso neanche per un secondo: le pupille le si erano dilatate leggermente, segno che anche lei era eccitata e pronta per passare al piatto forte.
Le feci girare il viso con una mano e catturai quelle labbra così morbide e arrendevoli. Mentre limonavamo la mia mano risalì le sue cosce trovando, con mia grande contrarietà, il tessuto delle mutandine. Decisi di andarci piano, perché quello che avevo in serbo per lei poteva anche spaventarla. Le sorrisi, mentre pensavo a tutti i soldi che avevo speso in un sexy shop della città vicino: per non tradirmi avevo deciso di allontanarmi dal posto dove mi conoscevano tutti e avevo pagato rigorosamente in contanti. Non vedevo loro di provare i miei ultimi acquisti.
Le presi la mano e la portai in camera mia, dove il letto a due piazze sormontato da un grazioso baldacchino di pizzo bianco scatenava in me visioni di quello che avrei fatto quella notte. La feci sedere sul letto senza dire una parola: mi piaceva quel senso di irrealtà che il silenzio creava. Mi avvicinai all’armadio a muro e tirai fuori una busta molto grande ma anonima, senza loghi o altro.
– Cos’è? ‘ chiese il mio animaletto rompendo il silenzio.
– Un regalo per te. ‘ risposi sorridendo maliziosamente ‘ Vedrai che passeremo una bellissima notte.
Lisa non risposte e attese che le mostrassi il mio regalo per lei. Estrassi una scatola nera, delle dimensioni di quelle che contenevano le camicie, chiusa da un nastro rosso. Mi avvicinai a lei e gliela poggiai in grembo, prima di stamparle un bacio sulle labbra.
– Indossalo, per me. ‘ con un gesto deciso la feci alzare per accompagnarla alla mia toletta ‘ Ma prima, permettimi di prendermi cura di te.
– Come vuoi, padrona. ‘ disse lei tutta sorridente.
Le spazzolai i capelli fino a renderli setosi e lucidi, i suoi boccoli dorati erano bellissimi. Glieli legai in due codine basse che feci scendere sul davanti, mentre glieli poggiavo sul seno ne approfittai per darle una strizzata ai capezzoli. Lei, prontamente, portò indietro la testa e mi guardò con le labbra socchiuse.
– Abbi pazienza, amore. ‘ le dissi prendendo il puff e sedendomi accanto a lei.
Per gli occhi scelsi un trucco leggero: un po’ di matita e del mascara, per mettere in risalto le ciglia da cerbiatta. Ma la bocca’ quelle labbra così invitanti’ scelsi un rossetto rosso accesso e glielo passai e ripassai. Ammirai il risultato del mio lavoro e poi mi alzai, seguita da lei. Mi misi alle sue spalle, con una mano tastavo il culetto sodo e con l’altra tormentavo il capezzolo turgido.
– Ora vai in bagno e cambiati. ‘ le ordinai staccandomi da lei ‘ Mettiti tutto quello che c’è nella scatola, ma nient’altro. Non devi indossare niente che non ti abbia regalato io, chiaro?
Prima di lasciarla andare le diedi anche un paio di scarpe con il laccetto e il tacco a spillo, perché fossero il tocco finale.
– Sì, padrona. ‘ fu la sua risposta prima di sparire alla mia vista.
Prontamente misi altri pacchettini sul letto e il regalo più grande sotto i cuscini. Poi mi cambiai e truccai a mia volta. Lasciai i capelli sciolti in modo che quelle onde scure mi incorniciassero il viso, mentre adottai un trucco pesante e misi lo stesso rossetto rosso acceso sulle labbra. Per me avevo scelto una guepiere senza coppe, in modo che l’accesso al mio seno sodo non avesse impedimenti; calze nere con il pizzo elasticizzato e la riga dietro; sopra una vestaglia, sempre nera, completamente trasparente; niente mutandine. Misi un paio di scarpe con nere con un tacco vertiginoso e mi specchiai.
La vista del mio corpo così esposto mi procurò un fremito al basso ventre e mi morsi un labbro. Mi pizzicai i capezzoli mentre mi sporgevo in avanti, per poi passarmi lascivamente la lingua sulle labbra.
– Sei da scopare, Jessie. Sei così dannatamente bella che saresti da sfondare dalla mattina alla sera. ‘ mi dissi, innamorata del mio riflesso.
Mi ricomposi e mi misi a sedere sulla sedia della mia toletta, accavallando le gambe e chiudendo la vestaglia, che per via della sua trasparenza non nascondeva nulla allo sguardo.
Quando Lisa uscì dal bagno, rimasi incantata. Le avevo comprato un paio di calze autoreggenti nere che sul pizzo elasticizzato avevano un nastrino bianco che finiva in un fiocco; indossava la crestina da cameriera che le avevo preso e in mano teneva lo spolverino dalla punta arrotondata che avevo scelto con cura. Per lei avevo scelto vestino nero con la gonna ampia e le maniche a sbuffo, le estremità erano rifinite con del raso bianco. La gonna, appositamente così corta, lasciava intravedere il boschetto dorato mentre la scollatura profondissima incorniciava il suo piccolo seno acerbo.
Sembrava la cameriera francese di qualche film porno ed era proprio così che me l’ero immaginata programmando quella notte di fuoco. Le feci segno di avvicinarsi e lei sembrò capire il gioco e immedesimarsi nella parte: camminava a sguardo basso.
– In questa casa siamo molto esigenti con le cameriere. ‘ recitai sperando che stesse al gioco.
– Sì, padrona. ‘ rispose subito lei senza alzare gli occhi.
– Ci teniamo che siano servitrici fedeli e che ubbidiscano a tutti gli ordini che vengono impartiti. ‘ mi alzai per avvicinarmi a lei incrociando le braccia e assumendo un’espressione scettica ‘ Sei sicura di aver capito?
– Sì, padrona. Le sarò fedele ed eseguirò qualsiasi suo ordine.
– Bene. ‘ le tirai leggermente un codino biondo mentre le sussurravo all’orecchio ‘ Mi trovi bella?
Lei annuì senza rispondere. Prontamente le diedi uno schiaffo sul sedere e la feci sobbalzare.
– Come fai a dirlo se non mi hai guardato? ‘ le chiesi severa ‘ Guardami!
I suoi occhi azzurri si soffermarono su ogni parte del mio corpo, mentre io allargavo le braccia per farmi ammirare meglio.
– Servirmi fedelmente significa anche dirmi sempre la verità. Allora, mi trovi bella?
– Sì, padrona. ‘ rispose lasciando le labbra socchiuse.
– Credi che i miei seni siano sodi e invitanti?
Poggiò lo spolverino sul letto e si avvicino. Mi palpò il seno come se stesse soppesando qualcosa da comprare.
– E’ splendido, padrona, invitante e sodo. ‘ mi pizzicò i capezzoli ed io sorrisi soddisfatta.
Mi allontanai per avvicinarmi al letto e rimasi di spalle.
– Vieni, avvicinati. ‘ le dissi da sopra la spalla ‘ Secondo te il mio culo è bello?
Poggiai le mani sul materasso e aspettai che lei rispondesse alla mia domanda. Lisa si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia, e scostò la vestaglia trasparente, mi toccò il sedere e leccò una chiappa.
– Padrona, non ho mai visto un culo più bello. ‘ rispose mentre continuava a tastarlo come se fosse un frutto maturo.
– E che mi dici della mia passera? ‘ mi girai per sedermi, allargando completamente le gambe e poggiando le mani sulle ginocchia ‘ E’ bella?
Si buttò in avanti, rimanendo in ginocchio a pochi centimetri dalla mia passera, le pupille dilatate e la lingua che si intravedeva dalle labbra schiuse. Allungò le mani e allargò le grandi labbra, facendosi ancora più vicina.
– E’ così bella. ‘ riuscì a dire prima di ficcarmi la lingua nella vagina.
Guardai la nostra immagine allo specchio. In quella posizione riuscivo a vedere la passera di Lisa, che stava amabilmente ‘brucando’ con il culo all’aria. Mi soffermai sulla mia immagine e sorrisi: ero veramente una gran gnocca.
– Basta così. ‘ le ordinai prima di perdere il controllo sotto i colpi della sua lingua ‘ siediti sul letto.
Lei ubbidì tenendo le ginocchia unite e posandovi sopra le mani. Era incantevole ai miei occhi: mai visto un insieme così inebriante di innocenza e sensualità. Le presi il mento fra le mani, ma fermai le mie labbra a pochi millimetri dalle sue: sentivo il suo respiro infrangersi sulla mia guancia.
– Vedi i pacchetti sul letto? ‘ lei annuì continuando a fissare la mia bocca come ipnotizzata ‘ Sono tutti regali per te, per farti piacere. Da dove vuoi cominciare?
Lisa voltò la testa e prese quello più piccolo. Io annuii soddisfatta, avrei fatto la stessa scelta. La afferrai per le braccia e la costrinsi ad alzarsi insieme a me, le nostre labbra ancora non si toccavano lasciando alle lingue il compito di incontrarsi all’aperto. Le tirai i capezzoli e poi la spinsi a forza sul letto facendola cadere supina.
– Bene, amore mio, ora comincia lo spettacolo vero e proprio. ‘ la informai rimanendo in piedi e togliendomi la vestaglia ‘ D’ora in poi non parlerai e mi lascerai fare tutto ciò che voglio, chiaro.
Lei mi guardò, chiuse le labbra in una linea dura e annuì: se c’era qualcosa che Lisa sapeva fare era capire gli ordini ed eseguirli. Aprii lentamente la scatolina e ne estrassi delle manette con il peluche poi la feci mettere a sedere e le legai le mani dietro la schiena. Mi alzai per ammirare il mio lavoro: era l’emblema delle fantasie sessuali. Bella, pura e a mia completa disposizione per farne ciò che volevo.
Presi un’altra scatola e ne estrassi un apparecchio che lei guardò dubbiosa: era un ovetto vibrante con tanto di telecomando. Sicuramente Lisa non ne aveva mai visto uno in vita sua, d’altro canto anch’io l’avevo visto per la prima volta durante il mio shopping al sexy shop: avevo subito pensato a lei e come avrei potuto usarlo.
– Allarga le gambe più che puoi.
Mi ubbidì, lanciandomi sguardi pieni di adorazione. La piccola era proprio partita per me: d’altro canto dubitavo che Tom fosse mai riuscito a farla godere come ci ero riuscita io. Dopo quella notte mi avrebbe ricordato come la migliore amante che avesse mai avuto. Mi sdraiai fra le sue gambe e comincia a sollecitarla con piccoli colpi di lingua fra i suoi sospiri. Le infilai la pallina nella passera e accesi, mentre mi alzavo per guardarla vidi i suoi occhi chiudersi mentre si mordeva le labbra: la puttanella già godeva ed eravamo solo all’antipasto. Mi piegai nuovamente e cominciai a succhiarle il clitoride per fermarmi non appena la sentii gemere.
Estrassi l’ovetto e lo passai sul suo culetto ancora vergine. La sentii sobbalzare e tornai a guardarla con sguardo severo.
– Buona. Hai detto che avresti obbedito! ‘ le ricordai.
Lisa mi guardò un momento con occhi imploranti e poi li chiuse in segno di assenso. Riguadagnai la mia posizione e passai nuovamente l’ovetto sul suo buchino chiuso: dovetti premere un po’, ma alla fine lo sfintere cedette. Accesi alla velocità media e mi misi in ginocchio fra le sue gambe.
– Sei così bella, adesso. ‘ le dissi tornando a tormentarle i capezzoli ‘ Vedrai che ti piacerà, amore.
Afferrai lo spolverino e passai la lingua sulla punta tonda, senza mai staccare gli occhi da quelli di Lisa. Cominciai a saggiarlo come se fosse un cazzo per poi passarlo alla mia compagnia: lei capì subito cosa volevo e si mise a spompinarlo come aveva fatto con Charlie e Tom.
Glielo tolsi dalla bocca e glielo passai più volte sul clitoride. Avevo deciso che quella notte lei sarebbe stata completamente mia e avrei realizzato le mie fantasie sullo scoparmela. Cominciai a passarglielo sulla passerina, mentre lei mugolava e inarcava la schiena spingendo le sue tettine verso il soffitto. La penetrai con delicatezza e cominciai a stantuffarla.
– Ti piace? ‘ le chiesi, mentre sentivo i miei umori grondare abbondanti fino a bagnarmi le cosce.
– Sìììììì. ‘ ammise lei fra i sospiri.
– Il mio ultimo regalo ti farà impazzire, promesso.
La lascia così, con l’ovetto vibrante nel culo e il manico dello spolverino nella passera. Mi sdraiai sopra di lei e cominciai a baciarla. Ero con il busto leggermente sollevato così che i miei capezzoli strusciassero sui suoi: la cosa mi piaceva da impazzire. Tutta la situazione sembrava un’immensa fantasia erotica e, mentre Lisa ne era la protagonista, io ero il regista indiscusso.
Allungai una mano sotto i cuscini per estrarre il mio più ‘grande’ regalo. Era un dildo morbido che terminava con due cazzi. La guardai e le ficcai di nuovo la lingua in bocca.
– Ora io ti scoperò. ‘ la informai infilandole un’estremità del dildo nella bocca ‘ E tu scoperai me, tesoro. Finalmente potremmo godere insieme.
Lo estrassi dalla sua bocca, mi misi fra le sue cosce spalancate in modo osceno e mi infilai la punta umida nella passera. Feci scorrere il dildo dentro di me, già pregustando il seguito. Estrassi lo spolverino e cominciai a passare ripetutamente l’altra punta sulla sua apertura giù dilatata dalla precedente penetrazione.
– Finalmente ho un cazzo anch’io. ‘ dissi trionfante prima di penetrarla con un colpo secco.
Impiegammo qualche momento per capire come stare comode e poterci chiavare a vicenda. Alla fine cominciai a stantuffarla con gusto, era fantastica la sensazione di pienezza dei quel posticcio dentro di me e la consapevolezza che finalmente stavo sfondando quella passera da santarellina. Sentivo che l’eccitazione stava raggiungendo il picco, dovetti fermarmi per rallentare il ritmo e godermi di più quella scopata.
– Ti piace? ‘ chiesi cercando l’interruttore dell’ovetto vibrante.
– Sì, dio! Jessie, sì. ‘ ansimava lei agitandosi.
– Sfondami: dillo. ‘ mi fermai e le stuzzicai un capezzolo con la mano libera, davanti alla sua esitazione e in preda alla mia eccitazione gridai: – Dillo!
– Sfondami! Ti prego, padrona, sfondami. ‘ disse finalmente lei.
Misi il vibratore al massimo e poi accelerai il ritmo mentre sentivo l’orgasmo prossimo.
– Sei una troia!
– Sono la tua troia, padrona, sì! Sono la tua troia. ‘ ormai Lisa era completamente partita mentre raggiungeva l’orgasmo.
Estrassi il dildo prima dalla mia passera e poi dalla sua, poi tirai fuori anche l’ovetto vibrante e lo buttai in un angolo.
– Leccalo. ‘ le ordinai passandole il posticcio sotto il naso.
Lei, impedita nei movimenti dalle mani ancora legate dietro la schiena, si mise a sedere ed eseguii diligentemente il compito che le avevo assegnato. Le tolsi le manette e lei, per essere sicura che la sua padrona fosse soddisfatta dei suoi servigi, girò il dildo e lo pulì per bene anche dall’altra parte.
La guardai rapita: avevo trovato una santarellina che era anche più troia di me.
La mattina dopo ci svegliamo di buon’ora, me la presi con calma poiché i ragazzi erano impegnati negli allenamenti e sarebbero stati disponibili solo nel primo pomeriggio. Ci stavamo facendo la doccia insieme, Lisa ed io, usando la scusa di lavarci per bene per toccarci in ogni anfratto più nascosto. La piccola sembrava non averne mai abbastanza del mio corpo e delle mie attenzioni, mentre io riuscivo solo a pensare ad altro che nuovi modi per provare piacere…
Avevo speso quasi tutti i miei risparmi per i giocattoli e i travestimenti che avevamo usato insieme, più qualche altra piccola sorpresa che avevo in serbo per lei e i miei altri due schiavi. Le mie giornate ormai erano occupate solo dal pensiero continuo dei nostri incontri sessuali. Due uccelli e un corpo femminile per soddisfare tutte le mie fantasie: ma ancora non mi bastava.
Sapevo di meritare più di quel buco di provincia dove tutti si facevano i cazzi miei. I miei mi dicevano sempre che ero speciale e anch’io lo credevo: solo che le nostre idee di ‘grandi cose’ divergevano alquanto. Loro volevano che mi laureassi, in medicina o in legge, e tornassi lì per aprire uno studio mio; io volevo trasferirmi in una grande città, fare nuove esperienze, conoscere gente e guadagnare un mucchio di soldi.
Avevo sempre pensato di fare l’attrice: ero bella, giovane e, a detta di tutti, somigliavo a Megan Fox. Quel pomeriggio era arrivata la risposta dell’Università della California, ero stata presa. Questo voleva dire Los Angeles e Hollywood, la mecca del cinema. Per me poteva significare la realizzazione di quel sogno.
Uscimmo dalla doccia ed io asciugai scrupolosamente il corpo filiforme della mia amante. Avevo una voglia pazza di rituffarmi sulla sua passera e farle urlare il mio nome, ma mi imposi di trattenermi e aspettare. La riportai in camera e tirai fuori qualcos’altro dalla mia sacca delle sorprese: un collare di cuoio borchiato con un guinzaglio. Lei mi guardò perplessa ma si mise a sedere sul letto senza dire nulla.
Mi avvicinai a lei e le tolsi l’accappatoio, per cominciare a baciarla e accarezzarla. I suoi sospiri mi confermavano quanto le piacessero le mie attenzioni e sorrisi mentre le leccavo il collo: la piccola non aveva ancora idea di cosa significasse essere la mia schiava.
Le misi il guinzaglio e mi spogliai a mia volta prima di prendere un altro giocattolo dalla mia sacca magica: uno strap-on. Era ‘multifunzione’: all’interno aveva un uovo vibrante posizionato all’altezza del clitoride. Lo indossai: volevo fottermi il mio piccolo animaletto in tutta comodità e traendo piacere fisico dalla sua prossima sottomissione. Lisa rimase ferma ad aspettare i miei ordini.
– Mettiti a quattro zampe sul letto, guardando verso di me. ‘ le dissi mentre le avvicinavo lo strap-on alla bocca ‘ Brava cagnolina. Ora leccalo.
Si mise di impegno a fare un bocchino al posticcio, mentre io mi accarezzavo il seno pregustando la prossima esperienza a cui l’avrei iniziata. Mi ritrassi e girai intorno al letto, ammirando il mio animaletto che se ne stavo buono buono a quattro zampe con il culo all’aria.
Nonostante non fosse molto formosa, il corpo acerbo di Lisa racchiudeva una sensualità che mi faceva letteralmente impazzire. I fianchi stretti e le piccole tettine erano un richiamo continuo alla sua fragilità e alla mia situazione di predominio su di lei, la cosa mi eccitava e mi dava un senso di potenza assoluto.
Da sotto i cuscini tirai fuori il lubrificante che mi aveva consigliato la commessa: un gel che avrebbe facilitato la penetrazione se usato nella giusta quantità.
Lisa era di fronte allo specchio a parete e poteva osservare ogni mia mossa. I suoi occhi si sgranarono rivelando la paura che l’aveva attanagliata quando aveva capito cosa avevo in servo per lei. Tastai per bene le sue chiappe sode, allargandole leggermente e sorridendole attraverso il riflesso dello specchio.
– Sai che è mio, vero? ‘ le chiesi con un sorriso diabolico.
– Ho paura, padrona.
– Silenzio! E’ ora che mi prenda l’unica verginità che hai da offrire dopo che hai fatto la puttana con Tom e Charlie. ‘ le diedi uno schiaffo sul culo, afferrai il guinzaglio e tirai leggermente ‘ Sai a chi appartieni?
– Appartengo a te, padrona. ‘ rispose con una nota di paura nella voce.
– Mi prenderò cura di te. ‘ lasciai andare il guinzaglio e cominciai a leccarle la rosellina del suo culo, vergine ancora per poco.
Appena la sentii rilassarsi, infilai un dito e cominciai a farlo entrare e uscire. Guadavo ora il mio dito, ora la sua faccia riflessa nello specchio. Non provava dolore ma fastidio: la piccola non sapeva come trarre piacere da quella pratica, ma non era un mio problema. Con il tempo avrebbe imparato anche questo se adeguatamente addestrata.
Tornò a rilassarsi di nuovo visto che il corpo si era abituato a quella piccola intrusione e solo allora inserii un secondo dito. Vidi una smorfia di fastidio arricciarle le labbra, ma continuai senza prestarvi particolarmente attenzione. Ero eccitatissima all’idea di sfondarla per bene e, abbandonando ogni delicatezza, comincia a velocizzare l’andare e venire delle mie dita.
Quando mi sentii abbastanza sicura, afferrai il flacone del lubrificante e ne versai poco sul posticcio per poi cominciare a spargerlo come se mi stessi facendo una sega. Non volevo abbondare, temevo che il suo buchino si dilatasse troppo e non mi procurasse le sensazioni che cercavo. Quando la punta fu bella lucida, le spinsi il busto verso il basso in modo da mettere in mostra la parte di lei che volevo possedere.
Poggiai la punta dello strap-on sul suo culo e afferrai il guinzaglio, in previsione che potesse cercare di fuggire alla penetrazione. Con la mano libera indirizzai la punta verso la sua rosellina e comincia a premere piano. Quando finalmente lo sfintere cedette un poco, la sentii gemere e cercare di sfuggirmi: tirai il guinzaglio senza pietà, facendole scattare la testa all’indietro.
– Stai ferma! Non osare disubbidirmi, altrimenti’ – afferrai il telecomando e la televisione si accese.
Sullo schermo apparve il filmato di noi due la sera prima, mentre Lisa mi gridava di sfondarla. La vidi sgranare gli occhi e il labbro inferiore cominciò a tremare.
– Ora ti è chiaro? Sei mia e di nessun altro. ‘ la spinsi di nuovo verso il basso, mentre i suoi occhi erano fissi sul filmino che avevo girato.
Un’arma di ricatto molto più compromettente dei video girati fino a quel momento: era chiaro che Lisa, non solo era consenziente, ma traeva piacere da quell’amplesso. Spensi mentre si sentiva la sua voce che ammetteva di essere una troia, e ricominciai a spingere con lo strap-on.
Appena la cappella fu entrata, cominciai a muovere il bacino con movimenti rotatori facendo penetrare il posticcio sempre un po’ di più. Solo a quel punto accesi il vibratore per gustarmi la cavalcata che stavo per compiere. Lisa si rassegnò e poggiò la guancia sul letto, dalla mia posizione vedevo le smorfie di dolore e le lacrime che le solcavano il viso: la vista della sua umiliazione non faceva che accrescere il mio piacere.
Quando riuscii a penetrarla completamente, cambiai movimento e ritmo cominciando a penetrarla senza dolcezza. Con una mano tenevo il guinzaglio mentre l’altra era poggiata sul suo fianco e mi aiutavo tirandola a me.
– Come sei stretta. ‘ le disse notando come faticavo nel movimento di andare e venire ‘ Ora sei completamente mia, troia.
Lisa non stava provando piacere, si vedeva dalle sue smorfie e dalle lacrime che le sgorgavano dagli occhi. Avvertii un gemito sommesso, non riuscendo a capire cosa dicesse.
– Cosa? ‘ chiese aggrottando la fronte.
– Fa male’ padrona. ‘ ammise in un sussurro.
– Ti do il permesso di toccarti. Datti piacere da sola, se vuoi. ‘ le concessi dandole un altro schiaffo sul sedere.
Vidi la sua mano sparire fra le cosce e abbassai lo sguardo. In primo piano vedevo lo strap-on che le penetrava il culo, poco più sotto la mano di lei sgrillettava il clitoride e un timido dito, di quando in quando, penetrava nella passera. Sorrisi pensando che una brava padrona deve dare un contentino all’animaletto ogni tanto.
Sentendo vicino l’orgasmo lasciai andare il guinzaglio e afferrai Lisa per i fianchi, aumentando il ritmo e la brutalità della penetrazione. Quando sentii che stavo per esplodere estrassi totalmente il posticcio e poi la penetrai un’ultima volta con un colpo di reni, rimasi ferma dentro il suo culo per qualche istante prima di ritrarmi.
La vista del suo culo ormai sfondato mi diede un altro brivido orgasmico e mi accasciai sul letto accanto a lei, mentre spegnevo il vibratore. Le carezzai la schiena mentre Lisa gemeva arrivando anche lei alla vetta del piacere. Mi tirai su e la girai con forza, leccandole via le lacrime dalle guance.
– Ora sarai mia per sempre. ‘ le dissi afferrandole la mascella ‘ Non si dimentica mai la prima persona che ci sfonda il culo, vero troia?
– Sì, padrona. ‘ annuì lei guardando il soffitto.
– Puoi andare a ripulirti, ne hai bisogno. ‘ concessi mentre mi sfilavo lo strap-on.
La vidi incamminarsi verso il bagno, notando il culetto ancora un po’ dilatato. Sorrisi: avevo in mente per lei altre umiliazioni per quel giorno. La mia natura di dominatrice stava venendo a galla e la cosa mi piaceva.

Mi preparai con cura per il nostro incontro pomeridiano, mentre Lisa si era vestita e si era seduta sul letto, chiusa in un ostinato mutismo. Sorrisi mentre prendevo una borsa molto capiente per mettervi il collare della mia schiava e alcune cose che avevo comprato per i ragazzi.
Mi fermai poggiandomi una mano sul fianco e battendomi l’indice dell’altra mano sul mento. Sospirai e scossi la testa, destando finalmente l’attenzione del mio animaletto che mi guardava incuriosita.
– Dobbiamo decidere cosa portare. ‘ dissi con sguardo dubbioso ‘ Cosa ti piacerebbe? Suggerimenti?
Lisa si alzò e mi venne vicina, esaminando tutto quello che avevo poggiato sul letto e mostrando finalmente un po’ di vitalità. Prese lo strap-on e me lo passo.
– Forse gradisci questo, padrona? ‘ chiese titubante.
– Perché no? ‘ le feci una carezza e le bacia l’angolo della bocca ‘ Se ho chiesto il tuo parere è perché voglio che anche tu ti diverta oggi. Cos’altro vorresti portare?
Guardò ancora i vari giocattoli sparsi sulle coltri del letto e cominciò a prenderli uno per volta per esaminarli. Afferrato il lubrificante, annuì convinta.
– Se desideri vedermi con Charlie forse sarebbe meglio’
– La tua vagina è abbastanza elastica da accoglierlo senza problemi. ‘ mi portai alle sue spalle e le posai le mani sui fianchi snelli ‘ Charlie ha un bel cazzo grosso, sono sicura che ti piacerebbe molto.
Poggiai il mio bacino contro il suo culo e cominciai a strusciarmi contro di lei mimando una penetrazione, le pizzicai i capezzoli sensibili e lei, prontamente, si chinò in avanti con un singulto.
– Di’ la verità alla tua padrona: ti piacerebbe quel bel cazzo grosso? ‘ la sentii sussultare e portai una mano sotto la sua gonna. ‘ Rispondi.
– Ho paura. ‘ ammise lei mentre la mia mano si intrufolava sotto le mutandine.
– Di cosa? Il peggio è passato. ‘ le mormorai riferendomi a quella gloriosa inculata della mattina – Da qui in poi è tutta discesa.
La spinsi in avanti per costringerla piegarsi a novanta gradi, poi le abbassai le mutandine e comincia a leccarle la passera già grondante di umori. Lei sospirava di piacere e si ritrovò fra le mani un plug anale di circa dieci centimetri di lunghezza e tre di diametro: un’extra che avevo preso, in realtà per me stessa. Decisi su due piedi che potevo cederlo alla mia cagna senza troppi problemi, ne avrei comprato un altro per me la prossima volta che fossi andata al sexy shop.
– Cos’è questo? ‘ chiese alzando il giocatollino rosa.
– Qualcosa per addestrarti, anzi’ – le risposi mettendomi in piedi dietro di lei e sfilandole il plug dalle mani ‘ Direi di cominciare subito. Vedrai che questo ti piacerà.
Presi un po’ di lubrificante e preparai il suo culetto. Non protestava, neanche ci provava, doveva aver capito ormai che si faceva come dicevo io e basta. Lentamente le infilai il piccolo attrezzo nel culo, usando la massima cautela: volevo che si abituasse a tale pratica e cominciasse a trarne piacere. Niente mi avrebbe estasiato di più che sentirla chiedermi di fotterle il culo.
– E’ morbido e piccolo. ‘ la tranquillizzai una volta inserito tutto, tirandole su le mutandine ‘ Puoi tenerlo senza problemi, anche tutto il giorno.
– Ma come farò a camminare? ‘ chiese Lisa preoccupata.
– Senza nessun problema, vedrai. Mi sono informata, non ti darà fastidio se sarai lubrificata a dovere. ‘ chiusi l’argomento, tornando a concentrarmi sui giocattoli da portare.
Una volta ultimati i preparativi, le feci cenno di precedermi. Provavo un piacere subdolo e strisciante nel vederla sculettare, evidentemente infastidita dall’intrusione del suo ano.
Guardai l’orologio e la spinsi fuori dalla porta. Non volevo fare tardi: i miei schiavi maschi ci stavano aspettando ed io volevo offrirgli un posto in prima fila nello spettacolo del pomeriggio, che avrebbe avuto come interprete principale la dolce e innocente Lisa. Mi sarei fatta aiutare da loro nell’addestramento: volevo sentirla urlare di piacere, mentre veniva umiliata e posseduta da noi tre.

Durante il viaggio in macchina, notai Lisa agitarsi come se non trovasse una posizione comoda. Mi stavo chiedendo se il plug non la infastidisse quando mi resi conto che i suoi capezzoli erano turgidi. Sorrisi beffarda.
– Comincia a piacerti, puttanella? ‘ le chiesi accarezzandole una coscia da sopra la gonna.
– Sì. ‘ ammise lei mordendosi le labbra ‘ E”
– Piacevole ed eccitante? ‘ le suggerii.
– Sì, padrona. ‘ mi sorrise per poi tornare a mordersi il labbro.
Constatato l’effetto che il plug anale aveva sulla mia bestiola, meditai che dovevo comprarne uno per me quanto prima. C’erano tante cose che volevo sperimentare dopo la mia incursione nel mondo dei sex toy.
Entrammo in casa di Charlie, che mi aveva fornito le chiavi in caso facessero tardi per via degli allenamenti. Lisa mi fece strada, agitando il sederino. La piccola ci provava proprio gusto: se per le sensazioni che il plug le procurava o per la consapevolezza di stare girando con quella cosa nel culo, non avrei saputo dirlo.
Nella stanza era presente solo Tom intento a montare il piedistallo della telecamera davanti al letto. Avevo detto che intendevo fare un filmino con me come regista: i ragazzi avevano subito acconsentito ad eseguire qualsiasi mio ordine. Sicuramente credevano che fosse una trasgressione, senza sapere che avevo in mente ben altro.
– Dov’è cazzo grosso? ‘ chiesi riferendomi a Charlie.
– Il coach lo ha trattenuto. Dice che deve rimettersi in paro e che l’ha trovato fuori forma. ‘ Tom si avvicinò per baciarmi e palparmi il culo ‘ Secondo me è semplicemente spompato per tutte le volte che ti fotte.
– Se è la resistenza il problema del coach, so io come fare per allenarvi. ‘ gli tastai il pacco e poi lo scansai, posando la sacca sul letto ‘ Cominceremo senza di lui. Sono certa che non se la prenderà’ in caso saprò come farmi perdonare.
Presi un sacchetto e lo gettai a Tom, che lo prese al volo. Mi guardò con aria interrogativa: era proprio un fesso e dovevo sempre spiegargli tutto.
– Vai in bagno e indossa il mio regalo per te. ‘ lo liquidai con un gesto secco della mano ‘ Noi ci prepareremo di qua.
Appena rimaste sole mi spogliai, rimanendo solo con un corsetto sottoseno in vernice nera lucida. Mi misi le calze autoreggenti con il filo nero dietro e un paio di scarpe nere con il tacco vertiginoso. Mi dedicai quindi alla preparazione di Lisa.
La spogliai lasciandola solo con le mutandine per non toglierle il plug, le misi il collare con il guinzaglio e un paio di polsiere con la catena lasciata lunga. Per terminare il suo look, le nascosi il viso dietro una mascherina in velluto nero decorata con piume. Feci un passo indietro per ammirare la mia opera su di lei. Sembrava uscita da un film sadomaso: mi stavo bagnando tutta sola a vederla abbigliata in quel modo.
Afferrai il guinzaglio e mi misi a sedere sul letto, nell’attesa che il nostro ospite si decidesse ad uscire dal bagno.
– Cuccia, cagna. ‘ intimai a Lisa.
Lei si mise seduta per terra accanto alle mie gambe e poggiò la testa sulle mie ginocchia, mentre io le carezzavo la testa come si farebbe con un cagnolino. Il suo addestramento stava riuscendo bene: eseguiva i miei ordini senza protestare. Avrei voluto sapere se quella sua arrendevolezza era dettata dalla minaccia di rende pubblici i filmati dei nostri incontri, dal piacere che provava o dal suo amore per me. Decisi che la cosa non mi interessava per il momento.
Finalmente Tom si decise a raggiungerci: gli avevo comprato un completino niente male. Anche se la commessa l’aveva chiamato perizoma, in realtà erano solo delle strisce di cuoio borchiato che incorniciavano il suo uccello. Anche lui portava un collare e delle polsiere, ma a differenza di Lisa non aveva né guinzaglio né catene. Avevo preso una maschera anche per lui, ma non elegante e raffinata come quella di Lisa: era una striscia di cuoio con i buchi per gli occhi e basta.
– Ecco qui i miei schiavi preferiti. ‘ li apostrofai sorridendo ‘ Cosa dici, cagna, vogliamo lasciare che Tom esprima un desiderio?
Lisa annuì, guardandomi adorante.
– Tutto quello che vuoi, padrona.
– Vediamo se possiamo accontentarlo. Allora, schiavo, cosa vorresti?
– Mi piacerebbe vedervi insieme. ‘ ammise lui, già con il cazzo duro al solo pensiero.
– Bene. Prendi la telecamera e soffermati su quello che ti eccita di più. ‘ attesi che facesse partire il video e poi tirai il guinzagli di Lisa, fino a che la ragazza arrivò alla mia bocca.
Da brava cagna tirò fuori la lingua e io feci altrettanto, con un occhio puntato alla telecamera e a Tom che già si agitava alla vista del nostro slinguazzamento. Sicuramente non avrebbe resistito fino alla fine della nostra performance, ma non gli avrei concesso di unirsi a noi: voleva vederci insieme? Quello era quanto gli sarebbe spettato, a meno che io non decidessi diversamente.
Portai un piede sul letto e spinsi giù la testa di Lisa, che si soffermò sui miei capezzoli turgidi per leccarli e succhiarli. Un rantolo di piacere mi sfuggì dalle labbra, mentre ricominciai a premere sulla testolina bionda perché scendesse ancora.
Ormai era diventata abbastanza esperta nel darmi piacere e cominciò prima a passare la lingua sulle mie cosce, fermandosi sull’elastico delle calze. Con le mani mi allargò le grandi labbra e Tom si fece più vicino per riprendere la sua lingua che mi penetrava per poi uscire a stuzzicarmi la clitoride e quindi succhiarla come fosse stato un piccolo pene.
Sotto il sapiente gioco di lingua dalla mia compagna comincia a godere, afferrandomi le tette grosse e sode e strizzandomi i capezzoli da sola. La telecamera inquadrò il mio viso e io mi passai lascivamente la lingua sulle labbra, stravolta dal piacere che la mia schiava mi stava procurando.
– Siete fantastiche. ‘ disse Tom, con il cazzo che svettava fiero attraverso le strisce di cuoio ‘ Dio, siete due gran troie.
Lisa interruppe il suo lavoro e guardò verso la telecamera, passando la lingua sulle labbra a sua volta. Mi chinai verso di lei e l’afferrai per i capelli, mentre strattonavo il guinzaglio. Un gridolino di stupore misto a dolore le sfuggì, mentre la portavo di peso sul letto e la mettevo a quattro zampe.
– Nessuno ti ha dato il permesso di fermarti, troia. ‘ gridai sculacciandola violentemente.
– Perdonami, padrona. ‘ implorò sculettando ‘ Perdonami.
– Ora avrai la tua giusta punizione. ‘ la minacciai, tirando fuori dalla sacca un elegante valigetta cromata ‘ Non ti devi più permettere, tu fai solo quello che dico io. Chiaro?
– Sì, padrona. ‘ guaì lei dopo un ulteriore sculacciata.
Aprii la valigetta con uno scatto e la telecamera inquadrò il suo contenuto: un vibratore cromato, quattro guaine dalla forma e diametro vari, un plug anale vibrante con telecomando, palline della geisha e un cordino anale con palline. Carezzai ogni singolo componente del kit e sorrisi alla telecamera, il limite era solo la mia fantasia.
Dimenticai un momento i miei ‘attrezzi’ e cominciai a massaggiare il culetto di Lisa, che se ne stava con il busto appoggiato al materasso e le ginocchia piegate. Le allargai le gambe e tirai su, in modo che esponesse la sua passera ancora coperta dalle mutandine.
– Vogliamo svelare il tuo segreto? ‘ le chiesi massaggiandole la passera ‘ Vogliamo far vedere che cagna che sei e perché io ti debba sempre punire?
Lei non rispose e io lo presi come un assenso. Feci cenno a Tom di inquadrare il culo all’aria della piccola puttanella e sorrisi poggiando una guancia sul gluteo della mia schiava. Mi portai un dito alle labbra, come invitando gli spettatori a mantenere un segreto. Lentamente abbassai le mutandine bianche, fino a svelare la base rosa trasparente del butt plug.
Sentii Tom trattenere il respiro, mentre notavo che la trasparenza del materiale rendeva possibile ammirare il culo dilatato di Lisa. Sorrisi di nuovo alla telecamera e cominciai a passare la lingua sul culetto esposto, allargando le chiappe con le mani per facilitare quella visione erotica.
In preda alla frenesia, tirai con forza le mutandine di Lisa e queste si strapparono lasciandola completamente esposta all’obiettivo della telecamera. Passai un dito sul passera bagnata, inebriata da quel profumo di donna che mi arrivava alle narici e dalla vista del suo boschetto dove gocce di umori si erano abbarbicate alla peluria bionda.
Comincia a leccare per asciugarla e avvertii i movimenti di Tom che si era portato al lato per inquadrare la mia lingua che si prendeva cura di Lisa. Allungai una mano e afferrai il vibratore cromato, lo accesi e comincia a stuzzicarle la clitoride mentre l’animaletto gemeva di piacere.
– Supplicami! ‘ ordinai perentoria.
– Ti prego, padrona. ‘ disse lei agitando il culetto all’aria.
– Ti prego, cosa? ‘ la presi in giro togliendo il vibratore e armeggiando con la valigetta.
– Ti prego, padrona, sfondami! ‘ mugolò lei spingendo il sedere verso l’alto.
Afferrai la guaina più grande e lunga per inserirla sul vibratore. Le passai la punta rosa del posticcio lungo tutta la passera e poi con una mano cercai di dilatarla. Con un gesto secco e brutale le infilai il vibratore nella vagina. Lisa fece scattare la testa verso l’alto e gemette forte.
– Ti piace, troia? ‘ chiesi, continuando a scoparla senza delicatezza.
– Oh, sì’ sììììììì, ti prego, sììììììì. ‘ continuava a chiedere lei agitandosi sotto le spinte del vibratore.
– Sei proprio una gran troia. ‘ la sculacciai forte e mi allontanai per permettere a Tom di riprendere lo spettacolo dei buchi colmi di Lisa e il volto di lei coperto dalla maschera, con la bocca aperta e la lingua che saettava fuori in preda al piacere.
Afferrai lo strap-on, precedentemente pulito, e lo indossai. Mi portai davanti a lei e le afferrai i capelli per costringerla a prendere in bocca il dildo.
– Fai vedere come sei brava a fare i bocchini, puttana. ‘ glielo ficcai a forza in bocca e lei cominciò subito a lavorarselo con impegno.
Accesi l’ovetto interno e l’afferrai i capelli con una mano, mentre con l’altra mi palpeggiavo il seno. Gettai la testa indietro, anch’io vittima del piacere. Sentivo di essere capace di fare qualsiasi cosa ed ero smaniosa di provare nuovi picchi di piacere.
Mi voltai a guardare la telecamera e lasciai andare il mio seno. Afferrai il dildo come se fosse veramente il mio cazzo e comincia a muovere il bacino avanti ed indietro mentre Lisa era tutta presa da quel pompino.
– Sfondami il culo.
Battei le palpebre e guardai stupita Lisa, che mi aveva fatto quella richiesta per poi tornare al suo lavoro di bocca sul posticcio. Sorrisi e tornai a prendere posto fra le sue gambe aperte. Afferrai il lubrificante e, come avevo fatto quella mattina, lo spalmai sullo strap-on come se mi stessi facendo una sega. Afferrai la base del plug e la estrassi lentamente, per poi divaricarle le chiappe e sputare sul buco giù bello largo.
– Ti sfondo sì il culo, troiona. ‘ le dissi prima di infilarle il dildo con un colpo secco di reni.
Si inarcò, continuando a gemere e agitandosi. Decisamente era più puttana di quanto mi aspettassi: sorrisi pensando che la corruzione della sua innocenza era ormai conclusa. Tutto ciò che rimaneva di quella brava ragazza era un corpo voglioso e disponibile a qualsiasi gioco erotico.
Cercai con lo sguardo la telecamera e vidi Tom, sulla nostra destra, che la fissava al piedistallo. Il cazzo ormai era congestionato dall’eccitazione e lui aveva uno sguardo febbrile. Decisi che era giunto il momento di portare la mia schiava su un altro livello e sorrisi al mio ‘ragazzo’.
– Vieni, unisciti a noi. ‘ lo invitai afferrando ancora più saldamente i fianchi di Lisa ‘ Sono sicura che le piace molto di più il sapore di un cazzo vero.
Tom annuì trasognato, prendendo posizione davanti alla faccia di Lisa che continuava a guaire come una cagna in calore. Afferrai il guinzaglio e le feci scattare la testa indietro.
– Mostra al nostro amico come sei brava. Forza, cagna, soddisfalo. ‘ le ordinai tornando a sodomizzarla brutalmente.
Vidi Tom chiudere gli occhi mentre Lisa accoglieva il suo cazzo durissimo in bocca. Era stato sfiancante per lui trovarsi in quello stato di eccitazione senza poter trovare sollievo: sicuramente si era trattenuto dal toccarsi, per paura che io per punizione lo lasciassi a bocca asciutta.
Avevo trovato degli animaletti molto servizievoli ed ubbidienti, mi congratulai con me stessa. Mi resi conto che Tom rimaneva fermo e con le mani lungo i fianchi, mentre si mordeva le labbra.
– Non avere remore, è solo uno strumento di piacere. ‘ gli dissi riferendomi a Lisa.
Lui annuì, sorridendomi in modo torvo. Finalmente l’afferrò per i capelli e cominciò a penetrarle la bocca senza indugio. Lisa, dal canto suo, gemeva e si agitava vittima piacente di quel nuovo gioco. Se era vero che la mia natura di dominatrice stava venendo a galla, quella di sottomessa di Lisa si era palesata fin da subito per arrivare poi a renderla completamente inerme davanti ai nostri assalti.
Mi girai, rendendomi conto che non eravamo più soli. Charlie era in piedi, una mano ancora sulla porta e ci guardava con gli occhi sgranati: il rigonfiamento dei jeans rendeva chiaro quanto trovasse quella scena eccitante.
– Sbrighiamoci. ‘ sussurrai a Tom, dopo aver fatto cenno all’ultimo arrivato di non muoversi.
I nostri movimenti si fecero più veloci e brutali. Vidi Tom buttare la testa all’indietro e afferrare saldamente i capelli di Lisa per non permetterle di spostarsi.
– Ingoia fino all’ultima goccia di sborra, troia. ‘ le ordinai mentre raggiungevo anch’io l’orgasmo tenendola ferma per i fianchi.
La sentii sussultare e, dopo che ci fummo ritratti da lei, rimase inerme sul letto con la bocca aperta e la lingua fuori. Respirava affannata e le contrazioni della vagina spinsero fuori il vibratore. Sorrisi, alzandomi dal letto e spegnando la videocamera. Il pomeriggio era ancora lungo e lei doveva soddisfarci ancora per ore.

– Portala in bagno a lavarsi. ‘ ordinai a Tom, indicando Lisa ‘ Non mi piace che i miei giocattoli siano sporchi.
Afferrai lo strap-on e lo tirai a Lisa che si stava alzando dal letto. Charlie, con ancora la patta gonfia, guardava ora me che impartivo ordini, ora i miei schiavi che giravano praticamente nudi per la stanza.
– Vedete di pulire bene anche quello. ‘ dissi, liquidando i due con un gesto ‘ Tom!
Il ragazzo si girò a guardarmi, con un’espressione assente sul volto. Era già stremato dopo una cavalcata di poco conto, il coach avrebbe dovuto dire a lui di lavorare di più sulla resistenza.
– Non scopartela. Non ti è permesso. ‘ gli feci segno di seguire lisa al bagno ‘ Puoi guardarla e toccare, ma nient’altro. Chiaro?
– Sì, padrona. ‘ rispose lui.
Forse era stata una precauzione inutile: doveva ancora riprendersi prima di poter scopare di nuovo. Per un semplice pompino era già esausto. Scossi la testa e mi girai verso Charlie.
– Ho un regalo anche per te. ‘ gli dissi porgendogli un’altra busta ‘ Mettiti queste cose e poi ti farò divertire.
Gli carezzai il torace ampio. Non era bello, ma il suo corpo era possente ed era molto ‘dotato’ per certe cose. Sorrisi, mentre una mano gli carezzava la patta.
– Allora? ‘ chiesi invitante.
– Le padrone non concedono mai ai propri schiavi di scoparle, la sai, vero? ‘ mi informò togliendosi la maglietta.
– Di cosa stai parlando? ‘ comincia a girargli intorno mentre si denudava.
– Ho letto molte cose interessanti sulla natura della dominazione. Una regola su tutte: le padrone non scopano con gli schiavi. ‘ mi informò armeggiando con la cintura.
– Regole, regole, sempre regole! ‘ sbottai, spintonandolo ‘ Vediamo se riesco a chiarirti le cose una volta per tutte. Qui le uniche regole le detto io: ho finito di sottostare a quelle degli altri! Se non ti sta bene, se cerchi qualcos’altro, basta che lo dici. Faccio rivestire i miei giocattoli e me li porto via.
– E se, invece, volessi partecipare? ‘ si tolse le scarpe e i jeans, rimanendo in slip, l’erezione ormai andata.
– Comando io, decido io chi può o non può scopare; come dovete farlo; chi fa cosa a chi. ‘ comincia a giocare con l’elastico degli slip di lui, con aria annoiata ‘ Sarai di mia proprietà e dovrai ubbidire come gli altri due. Non mi sembra che, finora, tu ti sia lamentato. L’offerta vale solo per pochi attimi, dopo di che porto via tutto l’armamentario e tu non potrai giocare con gli altri animaletti’ Mai più.
– Dovrei pensarci. ‘ tergiversò togliendosi la biancheria intima e rimanendo completamente nudo.
– Tic tac. Il tempo sta per scadere. O dentro o fuori. ‘ mi allontanai da lui di qualche passo e feci il gesto di richiudere il borsone.
– Ok, ci sto. ‘ si arrese in fine con un sorriso ‘ Credo che non mi potesse capitare padrona migliore di te. Scommetto che ci sarà da divertirsi.
– Indossa la tua nuova uniforme. ‘ lo vidi posare il contenuto della busta sul letto, le stesse cose che avevo scelto per Tom ‘ Quando ci vediamo, dovrai indossarle sempre. Finora abbiamo giocato, ma da adesso in poi si fa sul serio. Preservativi, sempre! Se mettete nei guai Lisa’ – lo avvertii con fare minaccioso.
– Ti piace quella ragazzina, eh? ‘ rise lui.
Dal borsone estrassi un frustino e glielo diedi sul sedere. Lanciò un’esclamazione di stupore e dolore insieme, poi si girò a guardarmi massaggiandosi la parte colpita.
– Sei pazza? ‘ mi guardò torvo.
– Zitto, schiavo. ‘ gli ringhiai contro ‘ Vedo che le regole non ti sono chiare, come ogni animaletto devi essere addestrato!
Charlie annuì, come se solo allora avesse capito l’essenza del nuovo stato di cose fra noi. Chinò il capo e cominciò ad indossare il collare e le polsiere di cuoio.
– Non sono tenuta a darti spiegazioni, ma per questa volta passi. ‘ tornai ad avvicinarmi a lui e gli poggia il frustino sulla schiena, per poi farlo scorrere sul corpo scolpito dagli allenamenti di football ‘ Lisa è un giocattolo e non voglio che si rovini. Mi piace così com’è e tale deve rimanere. Solo io posso dirvi quando, dove e come scoparla.
– Sì, padrona. ‘ rispose mettendosi la maschera.
– Vi dirò io quando, come e in che modo darmi piacere. Voi dovrete solo ubbidire senza fare domande. ‘ cominciò a infilarsi il ‘perizoma’ fatto di strisce di cuoio borchiate.
– Come tu desideri, padrona. ‘ la resa alla mia dominazione era totale.
Lo aiutai a sistemare le cinghie che incorniciavano quello stupendo cazzo e lasciai la mano sul suo addome. Lasciai andare il frustino e con l’altra mano gli massaggia i glutei sodi. Mentre mi scopavo Lisa, non riuscivo a non pensare a tutto quello che Charlie aveva da offrire e a come mi sarebbe piaciuto essere riempita da lui.
Il suo uccello ebbe un guizzo, ormai si andava risvegliando di nuovo per merito delle mie carezze. Era barzotto e io mi leccai le labbra, mentre Charlie fissava il mio viso.
– Fammelo assaggiare. ‘ gli dissi, mettendomi in ginocchio.
Gli diedi un paio di colpi di lingua e cominciai a segarlo lentamente. Lui aveva piegato la testa ed osservava la mia ‘opera’.
– Stai per dirmi che una padrona non spompina i suoi schiavi? ‘ lo presi in giro, lasciando andare il suo arnese.
– Sei tu la padrona, fai tu le regole. ‘ rispose lui con gli occhi vacui.
– Bravo il mio schiavo, comincia a capire. ‘ conclusi mentre glielo prendevo in bocca e cominciavo ad assaporare quel cazzo così grosso.
Lisa e Tom riapparvero sulla porta del bagno e rimasero fermi a fissarci. Anche l’uccello di Tom parve tornare in vita con un paio di guizzi, mentre Lisa non proferiva parola e non lasciava intuire cosa quella visione le suggerisse.
Comincia a leccarlo lentamente, dalla radice fino alla punta e, intanto, guardavo i miei schiavi. Feci segno a Lisa di avvicinarsi e la ragazza ubbidì, anche se con riluttanza. Appena arrivata al nostro fianco le passai una mano sulla passera e sorrisi.
– Coraggio, piccolina, divertiti con noi. ‘ la incoraggiai ‘ Charlie è molto bravo.
Feci un cenno al ragazzo, come a consentirgli di darsi da fare con il mio animaletto. Mi infilai il cazzo in bocca, ma non riuscivo a farcelo stare tutto. Diedi un altro paio di spompinate e gli infilai il preservativo che avevo aperto in precedenza. Terminato di prepararlo, mi alzai, circondando la vita della ragazza e avvicinandola a noi.
– Vedrai che ti piacerà. ‘ le dissi prima di baciarla.
Charlie cominciò a toccare i nostri corpi, con carezze sempre più spinte. La sua mano si fermarono su uno dei miei seni, mentre l’altra cominciava a stuzzicare il capezzolo della mia compagna. La sentii sospirare contro la mia bocca e mi allontanai da loro.
Accesi la telecamera a comincia a riprendere il loro incontro. Charlie, con ormai tutte e due le mani a disposizione per stuzzicarla, le afferrò il sedere e se la tirò contro. Poi la fece girare e cominciò a leccarle la schiena, mentre le mani si fermavano ora sui piccoli seni, ora sui fianchi stretti, ora fra le sue cosce.
– Non serve che tu sia gentile. ‘ gli feci sapere, decidendo di cominciare a dirigere i miei attori. ‘ Buttala sul letto!
Con una spinta Lisa si ritrovò a pancia in giù sul materasso, mentre Charlie le allargava le chiappe e lappava la rosellina ormai non più stretta.
– Vedo che ci siamo dati da fare, qui. ‘ rise inserendo un dito nel culo della ragazza, che sobbalzo ‘ Che animaletto birbante.
– Girala. ‘ sussurrai.
La afferrò per le caviglie e la rigirò come se fosse pesata meno di niente. Lei stavi lì a fissarmi, in cerca della mia approvazione. Charlie si getto sulle tettine insolenti di lei e cominciò a stringerle brutalmente, per poi leccare alternativamente i capezzoli. Lisa gemeva, non gradiva molto il trattamento riservato al suo seno. Io sorrisi, avvertendo la presenza di Tom alle mie spalle che mi strusciava il cazzo, ormai ben sveglio, contro le natiche.
– Mettiti un preservativo ed unisciti a loro. ‘ gli ordinai, scansandolo.
Nell’inquadratura apparve Tom di spalle, che si avvicinava a Lisa. Charlie sorrise al suo amico e si spostò verso il basso, mi concentrai su di lui e usai lo zoom per fare il primo piano della sua lingua che penetrava nella vagina di Lisa. Osservai ammirata il suo lavoro: passò alla rosellina del culo e cominciò a stuzzicarla piano, per poi inserire un dito e guardarlo entrare ed uscire da lei.
Lappò il clitoride di Lisa, di cui avvertii i lamenti voluttuosi, per poi inserire due dita nella passera del mio giocattolo e cominciare a scoparla con le mani. Mi stavo bagnando tutta, vogliosa di essere al posto di quella piccola troietta.
Spostai l’inquadratura e finalmente vidi anche Tom. Lisa si era sollevata sui gomiti e gli stava facendo un bocchino, mentre lui le afferrava la testa e se la tirava contro.
– Piano, bello, non vorrai venire subito. ‘ gli assestai una sculacciata e i due, all’unisono, si separarono da Lisa.
La ragazza si tirò su a sedere, come non capendo cosa stava per succedere. Charlie le afferrò le gambe da dietro le ginocchia e la costrinse a rispendersi, mentre lui le apriva le cosce e la penetrava con un colpo secco. Lisa gemette più forte, mentre il cazzo più grosso che avesse mai visto entrava ed usciva senza delicatezza dal suo intimo. Tom le salì sopra a cavalcioni e cominciò a passare il cazzo sulle tette della ragazzina.
– Spalanca quella bocca, troia. ‘ le intimò prima di stendersi sulla sua faccia e fare entrare totalmente il suo cazzo.
Cominciò a fotterle la bocca, con movimenti decisi di bacino, come se la stesse scopando. Lisa si agitava e respirava male, ma poi prese il ritmo e si arrese alle voglie dei due.
Di nuovo si staccarono da lei e Charlie l’afferrò per un braccio.
– Ora arriva il bello, zoccola. ‘ si sdraiò e la trascinò accanto a se ‘ Impalati.
Lisa rimase ferma, come non sapendo cosa volessero da lei.
– Hai sentito? ‘ le rivolsi la parola in modo brusco. ‘ Impalati. Sali sopra di lui!
Annuì e fece come le era stato ordinato. Prese quel grosso uccello con una mano e se lo diresse nella passera. Io inquadrai il momento in cui la cappella di Charlie spariva dentro di lei, poi lentamente il corpo di Lisa cominciò ad abbassarsi.
Tom era vicino a me, intento a menarsi il cazzo coperto dal preservativo, come attendendo un mio ordine.
– Il culo? ‘ mi chiese titubante.
– Ti dico io cosa fare. ‘ gli bisbigliai il mio ordine e tornai a concentrarmi sulla scena.
Finalmente anche l’altro salì sul letto e si avvicinò a Lisa. La ragazza mi guardò e annuì, convinta che permettessi a Tom di farle il culo. Sorrisi, era ancora così ingenua, non conosceva ancora tutte le cose che si potevano fare con un corpo femminile a disposizione.
Il cazzo di Tom non si soffermò sulla rosellina del culo, ma puntò dritto alla passera già occupata da Charlie.
– Cosa fai? ‘ chiese allarmata.
– Zitta, troia! ‘ la rimproverai io ‘ Vedrai che ti piacerà. Smettila di fare sempre tante storie.
Lentamente Tom cominciò a spingere, fino a riuscire ad inserire anche il suo cazzo nella passera di Lisa che urlò. Charlie le tappo la bocca con una mano.
– Vuoi far correre tutto il vicinato, cagna maledetta? ‘ la ragazza fece segno di no e lui le lasciò andare il viso.
Continuarono a stantuffarla in due, mentre io inquadravo quella doppia penetrazione in primo piano. Era fantastico vederla così aperta, la mia eccitazione aumentava mano a mano che si proseguiva, mi ritrovai in ginocchio con il gomito poggiato sul materasso. Con la mano libera cominciai a darmi piacere a mia volta, gemendo.
Mi resi conto, ad un certo punto, che non tutti quei rumori di godimento venivano da me. Anche Lisa aveva cominciato a provare piacere da quella nuova esperienza e si dimenava tutta soddisfatta da quei due cazzi che la riempivano.
L’aria era satura dei nostri sospiri e gemiti, tutti eravamo vicini a limiti. Charlie, come intuendo quali fossero i miei desideri, fece allontanare Tom e spinse Lisa, che si ritrovò supina sul letto con la passare spalancata. Si tolsero simultaneamente i preservativi e le sborrarono addosso, sulle tette e sulla bocca, mentre io sentivo l’orgasmo scoppiare finalmente.

Erano passate due ore ormai. Tom, dopo essere venuto per la terza volta, si era messo su una sedia, il cazzo ormai sgonfio, a fissare Charlie che ancora si sbatteva Lisa. In quanto a resistenza il mio ‘cazzo grosso’ era imbattibile. Doveva venire ancora per la seconda volta, mentre il rumore delle sue palle che sbattevano contro l’esili corpo di Lisa, messa alla pecorina, riempiva la stanza.
Avevo abbandonato la telecamera e guardavo la scena con distacco. Avevo un sacco di materiale: doppia penetrazione, tre pompini, Lisa che si agitava come un’indemoniata sul grosso uccello di Charlie e che si faceva venire in bocca da Tom’ Un menù quasi completo, se si aggiungeva il filmato di me che la sodomizzavo.
Lisa ormai era letteralmente abbandonata sul letto, Charlie le doveva tenere su i fianchi. Era distrutta, povera bestiolina, e decisi di intervenire.
– Basta così. ‘ annunciai ‘ Lisa e Tom a lavarsi. Poi vestitevi ed andate a prendere qualcosa da mangiare.
– Sì, padrona. ‘ scattò in piedi il mio ‘ragazzo’ ‘ Muoviti, troia.
Come mi passò vicino lo schiaffeggiai con forza.
– Portale rispetto, schiavo. Per me siete tutti allo stesso livello. ‘ lo ammonii mentre lui mi guardava esterrefatto per essere stato colpito ‘ Quando si scopa è un discorso, fuori dal letto non ti permettere mai più.
– Come desideri. ‘ acconsentì con uno sguardo rancoroso ‘ Andiamo, Lisa, hai sentito la padrona?
Si incamminò da solo verso il bagno, mentre Lisa si fermava vicino a me.
– Grazie, padrona. ‘ mi disse con lo sguardo basso.
– Non permetto a nessuno di trattarti male, ti avevo promesso che mi sarei presa cura di te, no? ‘ le ricordai sollevandole il viso con un dito e baciandola con trasporto ‘ Sei stata veramente brava oggi.
Lei mi sorrise tutta contenta e raggiunse il bagno a sua volta. Si fermò sulla porta e mi guardò, dubbiosa.
– Se Tom volesse’ – si fermò, guardando di nuovo verso il basso.
– Se ti vuole scopare di nuovo? ‘ chiesi sorridendo ‘ Tu lo vorresti?
– Sono così stanca. ‘ disse lei guardandomi impaurita.
– Allora digli che non ha il permesso. Ora vai a lavarti.
Mi girai verso Charlie, che si stava togliendo il preservativo, seduto sul letto. Mi avvicinai a lui e mi chinai per carezzargli i pettorali.
– Ti è piaciuto? ‘ chiesi seguendo la linea dei suoi muscoli con un dito.
– Avrei preferito godere ancora. ‘ mi confessò strizzandomi una tetta ‘ Tom è venuto tre volte e io solo una.
– La tua resistenza è maggiore della sua. ‘ gli feci notare afferrandolo per i capelli e mettendogli davanti le mie tette sode ‘ Non ti eccitava scoparti Lisa?
– La prima volta sì, da morire. ‘ mi posò le mani sui fianchi e mi succhiò un capezzolo ‘ Ma tu sei mille volte meglio. Sei arrapante da morire.
Risi e mi allontanai da lui per rimettere le mie cose nel borsone.
– Appena hanno finito, vai anche tu a lavarti. Ne hai bisogno. ‘ gli dissi con un vibratore in mano ‘ Vedrai che una bella doccia ti farà bene.
Lui sorrise e si carezzò il cazzo, ancora arzillo. Ora inquietante con quei denti storti, il naso schiacciato e gli occhi troppo piccolo in confronto alla testa. Ma aveva altre doti molto più appetibili per me.
Appena Lisa e Tom uscirono per andare a prendere una pizza, mi intrufolai nel bagno dove Charlie si stava facendo una doccia. Non mi ero ancora rivestita e mi misi a sedere sul mobile del lavandino, per ammirare il corpo nudo di lui attraverso il vetro smerigliato.
– Ti piace lo spettacolo? ‘ chiese Charlie ridendo.
– Esci fuori e scopami! ‘ gli ordinai, dando voce al desiderio che si era impossessato di me, vedendo come stantuffava Lisa.
– Come desidera la mia padrona.
Uscì gocciolando dalla doccia, completamente nudo. Allargai le gambe e mi passai la lingua sulle labbra, mentre i miei occhi non si staccavano da quel magnifico uccello. Charlie mi baciò, mentre le sue mani giocavano con le mie tette.
– Ora ti soddisfo come si deve, padrona. ‘ mi informò, prima di lasciare le mie labbra e scendere fino alla mia passera, grondante di umori ‘ Ne hai proprio tanta voglia, vero, padrona?
– Muoviti! ‘ ordinai spingendo il bacino in avanti.
Quando sentii le sue labbra avvolgere il mio clitoride, abbandonai la testa all’indietro e mi lascia andare sotto i suoi sapienti colpi di lingua. Posai una mano sulla sua testa e gli afferrai i capelli. Nella mia mente si sovrappose il ricordo di quando, in quello stesso bagno e nella stessa posizione, avevo costretto Tom a confessare tutto.*
Gemevo forte, pronta ad esplodere. Invece Charlie si alzò, mi costrinse a scendere dal mobile e mi girò, in modo che avessi lo specchio del lavandino davanti a me. Vidi le sue mani afferrarmi le tette e stringerle, mentre il suo cazzo, ormai completamente in tiro, si strusciava sulla riga delle mie natiche.
– Ora che il gioco è finito, ti scopo come voglio. ‘ mi mormorò all’orecchio, prima di mordermi una spalla ‘ Quando ci sono quei due imbecilli, il gioco lo conduci tu. Ma quando siamo soli’ ti voglio mia fino in fondo.
– Dimmi la verità. ‘ gli dissi cominciando a muovere il mio culo contro il suo cazzo ‘ Tu non sei mai stato veramente amico di Tom. Ti sei avvicinato a lui solo per arrivare a scopare me.
– Brava, l’ho sempre detto che hai una bella testolina, oltre ad un corpo da troia. ‘ rise facendomi piegare leggermente in avanti e avvicinando la sua cappella alla mia passera ‘ Dalla prima volta che ti ho visto, ho deciso che saresti stata mia. Se non in pubblico, almeno nel sesso.
– Io non sono tua. ‘ gli ricordai, prima che un singulto mi uscisse dalle labbra mentre lui mi penetrava con brutalità ‘ Scopiamo insieme, è diverso.
– Jessie, noi non siamo tipi che amano. Noi viviamo per il piacere. ‘ mi afferrò per i fianchi per dare maggiore vigore alle stantuffate che mi dava ‘ Voglio vedere fino a dove ti spingerai e farei di tutto per rimanere accanto a te mentre scendi sempre più in basso.
– Vorrai dire: mentre salgo ancora più in alto. ‘ precisai, cominciando ad andare in contro a quel cazzo che mi scopava così divinamente ‘ Verso le più alte vette del piacere.
Charlie rise, mentre finalmente raggiungevamo l’appagamento.

* ‘Ripetizioni’ capitolo 3

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