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Memorie di un single: ancora Marta e Luisa

By 2 Marzo 2024No Comments

Mi alzai sentendo il citofono e presi dei soldi dal portafoglio porgendoli alla padrona di casa, ma marta fu irremovibile, non volle accettarli per nessun motivo, in realtà era luisa, ma questa era appena entrata in casa che il citofono suonò di nuovo, questa volta erano arrivate le pizze. Marta andò all’ingresso aprì la porta aspettando che il ragazzo delle pizze salisse, lo pagò e andò con i cartoni direttamente in cucina dove, aveva già preparato la tavola.
• (m) forza…… venite a mangiare …….. prima che si raffreddano ……….
Ma vedendo che nessuno di noi due le rispondevamo ci raggiunse nel salotto, dove ci trovò avvinghiati che selvaggiamente ci baciavamo.
• (m) ancora ?? ma non vi è bastato ?? non vi posso lasciare un attimo che ……. Ma venite …….. mangiamo prima e poi ………luisa…….. spogliati …….. mettiti comoda ………. Come me …….. anche tu…
Con la vestaglia slacciata, era completamente nuda, l’aveva indossata per ritirare le pizze, ma poi non si era curata di richiuderla e camminava per casa così, coi seni che ballonzolavano da una parte all’altra e la fica in bellavista. Anche io, tranne per gli slip, stavo nudo. Mancava solo luisa, la quale non si perse d’animo e in breve tempo si spogliò restando solo in perizoma e reggiseno. Ma marta non desistette, si sfilò la vestaglia.
• Ho detto come me………. Toglietevi tutto…….. tanto siamo fra di noi …….. e da fuori non possono vederci…….
Senza imbarazzarci minimamente, ma del resto come potevamo esserlo, sia io che luisa in breve seguimmo completamente nudi marta nella cucina, prendemmo posto e cominciammo a mangiare le pizze. Chiesi a marta forchetta e coltello.
• Ma quali posate…… la pizza si mangia con le mani ……. Vedi così ………
Tranciava dei pezzi con le mani e poi se le portava alla bocca, finito il pezzo si leccava le dita e ne prendeva un altro, luisa dopo poco fece altrettanto ma, evidentemente non abituata, addentando la pizza del sugo uscì fuori andando a scorrerle sul petto e su un seno. Con una risata marta la guardò.
• (m) aspetta …….. ci penso io ………..
Si avvicinò al seno della amica e con la lingua le pulii dove si era sporcata, non contenta indugiò sul seno che si era sporcato e lambì e succhiò il capezzolo. Luisa accettò questo senza fiatare, nell’aria si respirava ancora una forte carica erotica, quello che era successo tra noi tre nel pomeriggio e il fatto che stavamo mangiando nudi manteneva alti i nostri sensi, sono sicuro che ci limitammo a piccole schermaglie sessuali solo per la fame che avevamo. Anche a marta, ma stavolta volontariamente, cadde del sugo di pomodoro sul petto, fui io stavolta che mi precipitai a pulirla. Luisa accorse anche lei, succhiandole l’altro seno. Con le nostre facce sui seni marta si beava delle sensazioni che riceveva. Ci staccammo da lei e continuammo a mangiare. All’improvviso luisa fece uno scatto in avanti e si guardò tra le gambe, lasciando andare un lamento. Abbassai la testa sotto il tavolo, marta le aveva messo un piede tra le gambe e lo muoveva. Aveva poggiato la pianta del piede sul bordo della sedia, con l’alluce le penetrava appena la vagina per poi solleticarle il clitoride.
• (l) mmmmmm……… com’è buona questa pizza ……….. ancora più buona da questo dito che mi sta massaggiando ………. Ma aspetta che finisco e poi ………..
• (m) poi cosa ??
• (l) aspetta e vedrai ………. Anzi sentirai …………
Fedele alla promessa, appena ebbe finito la pizza, luisa se ne andò sotto il tavolo, marta si spostò col bacino in avanti e capii che la stava cominciando a lappare, presi una delle bottigliette di birra ormai vuota e, toccando luisa sulla spalla gliela feci vedere. Inizialmente non capì, impugnando la bottiglietta la puntai in direzione della vagina e le feci l’occhiolino. Capì quasi subito che voleva che facesse, mi fece anche lei l’occhiolino. Mi alzai da terra e mi misi dietro a marta cominciando a massaggiarle i seni, si lasciò andare sotto le nostre carezze reclinando la testa all’indietro su di me e chiudendo gli occhi. Luisa le poggiò la punta della bottiglietta sull’apertura del sesso muovendola appena, marta sentì qualcosa di diverso e duro su di sé, cercò di spostare la testa in avanti per capire cosa fosse, ma la bloccai. Spostandomi di poco in avanti assistetti allo spettacolo che mi stavano proponendo le due donne.
Luisa, con fare sapiente e calma, masturbava col collo della bottiglietta marta, iniziò a passarlo di lungo sul pube, lambiva il clitoride e poi scendeva giù fino all’ano, indugiando sulle labbra e sul pertugio della vagina, che iniziò a lubrificarsi sempre più. Vide la stretta apertura della bottiglietta bagnata di umori e osò di più, si fermò sull’apertura e iniziò a spingerla dentro, non era irruente, spingeva e poi la ritraeva, man mano acquistò sempre più profondità fino a che tutto il collo della bottiglietta non entrò fermandosi dove la stessa si allargava nella forma che la accompagnava fino alla fine. Cominciò a scoparla.
• (m) hhaaaaa……….
• (l) ti sto facendo male ?? dimmelo che smetto ……..
• (m) noooo…….. mi piace………. Ma cos’è………..
• (l) ti sto scopando con la bottiglietta di birra che ho appena finito di bere ………. Vuoi che smetta ??
• (m) non ti permettere ……….. continua…….. spingi ancora……. cosìììììì………. Spingiiiiii……. Fai presto ….. succhiami dove sai ……….. siiiii cosììììì ……… aahhaaaha…….. vengoooooo…….
Luisa aveva finito l’amica fiondandosi sul clitoride, aspirandolo fortemente. Poi uscì da sotto il tavolo, stiracchiò il corpo indolenzito dalla posizione che aveva tenuto e venne accanto a me. Con la bottiglietta ancora in mano guardava l’amica ancora scossa dal piacere, la posò sul tavolo. Quest’ultima era lorda di umori, le due asperità del collo avevano trattenuto filamenti lattiginosi, altro succo era entrato nella bottiglia, colandone fino alla metà. Marta si alzò di scatto, mi guardò e, con l’aiuto mio, rovesciò luisa sul tavolo con le gambe a penzoloni.
• (m) Non ti credevo così porca……….
• L’ho aiutata io……. Anzi l’idea è stata mia………..
• (l) all’inizio non avevo capito………. Ma lui mi indicava col collo della bottiglietta la tua fessa …… mi è piaciuta l’idea e ……….. ti ho scopato così………. Ho visto che ti è piaciuto ………
• (m) quando mi entra qualcosa dentro ………. Mi piace sempre ………. Ho una discreta collezione di dildo e vibratori ……. Anche se non disdegno di usare qualsiasi cosa che assomigli a un cazzo ……… ma aspetta adesso è il turno mio ………. Di infilarti qualcosa nella tua fica ………. Mantienila ferma ………
Mi apprestai a farlo. Prese anche lei una bottiglietta, ma stavolta di aranciata, quelle di plastica con il tappo a vite, era ancora mezza piena di succo, glielo feci notare.
• (m) è la mia……… non avevo finito di berla…….. pazienza la berrò da un’altra parte ……….
La faccia vicino al sesso di luisa, la succhiò a lungo, la succhiava e lappava, in breve la vagina di luisa cominciò a spugnarsi di umori e saliva, ebbe la stessa accortezza dell’amica, con calma, senza togliere il tappo la penetrò fino a che poteva. Luisa si lamentava per l’intrusione, il tappo piatto le dava fastidio, ma marta sapientemente riuscì a penetrarla portandola alla soglia dell’orgasmo. Poi si rivolse a me dicendomi di alzarle le gambe e il bacino quanto più in alto possibile. Appena vide che luisa stava nella posizione richiesta, le sfilò la bottiglietta, l’agitò a lungo e, svitato il tappo gliela infilò di nuovo in vagina facendo defluire il succo che conteneva fino in fondo alla vagina, senza farla muovere dalla posizione assunta, usò la bottiglietta a guisa di dildo.
• (l) ahaahhaaaaa……. È fredda ………. La sento in profondità……….. e poi mi sta solleticando…… sento le bollicine che mi stanno prudendo dappertutto…in posti che non avevo mai sentito…. Ma…. cazzo……… che piacere…….. vengo…. Vengo…… .ahahahahaaaaaa………….. non smette più………. Hahhaahhaaaaa……….
Poi si rivolse a me.
• (m) mantienila ancora così ………. Voglio bere l’aranciata ……..
Inginocchiatasi tra le gambe di luisa, avvicinò la bocca al sesso e mi fece cenno di abbassarla. Il bacino in alto costringeva la vagina a stare in una posizione come di un vasetto, trattenendo così il succo dentro, ma man mano che abbassai il bacino questo succo, un misto di aranciata e secrezioni vaginali, cominciò a tracimare fuori. Era quello che voleva marta, incollata la bocca alla vulva si dissetò a quella fonte improvvisata. Non contenta di quello che aveva avuto finora, ancora con la bocca incollata al sesso dell’amica si sedette a terra portando con se luisa, stando in piedi dalla vagina di quest’ultima continuò a uscire quel liquido misto, marta se ne dissetò ancora e, si alzò solo quando finì del tutto. Sconvolta, ma comunque eccitata, da questa esperienza luisa abbracciò subito marta cominciando a baciarla. Mi intrufolai in mezzo a loro, il cazzo, ormai del tutto fuori gioco, ciondolava tra i loro bacini, mi feci spazio tra le loro bocche dando vita ad un bacio a tre. Sazi del mangiare e, soddisfatti da quest’ultima performance, non ci restò altro da fare a me e a luisa di vestirci e salutare marta, con la tacita promessa che ci saremmo rivisti tutti e tre ancora. Accompagnai luisa a casa e mi congedai.
Nella settimana seguente ebbi modo di incontrare singolarmente le due donne. Luisa in particolare la raggiunsi a casa, mi aveva inviato un messaggio, mi chiedeva se potessi raggiungerla a casa per aiutarla. Mi presi un’ora di tempo e ci andai. La trovai sul divano sconvolta e piangente, il vedovo era andata a trovarla, si era limitato a scoparla velocemente, per poi andarsene di fretta, lasciandola insoddisfatta.
– scusami se ti ho chiamato……. Ma quello stronzo…….. è venuto qui ……. Ha fatto i suoi comodi ….. e poi con, sicuramente una scusa, se ne è andato……….. se non mi toccavo ……… non avrei neanche goduto…….
– non fa niente……… non ho nessun impegno ……… ti faccio compagnia……… appena ti sei calmata vado via…….
– ma non mi sento calma……… sono furiosa…….. non va bene così…….. non posso essere trattata …. Come una puttana……..

L’abbracciai per cercare di consolarla, al mio abbraccio cominciò a calmarsi, a poco a poco si rilassò, la baciai, il suo corpo cominciò a rispondere alle mie effusioni, in breve cominciammo a toccarci. Il divano diventò scomodo e così mi portò a letto. La toccai fra le gambe, era un lago, mi domandai se fosse bagnata di se o era rimasto qualcosa dall’incontro precedente, non volevo chiederglielo per non imbarazzarla, così tergiversai.
– ti sento ancora eccitata……… avevi voglia vero??
– si ……. Quando è venuto da me mi è cresciuta la voglia………. Ma lui non l’ha soddisfatta e adesso mi sento di scoppiare………. Dopo che lui………. Insomma hai capito…….. per cercare di spegnerla mi sono fatta primo un ditalino per sfogarmi e poi un bidè con l’acqua fredda per lavarmi e raffreddarla………pensavo che bastasse …….. invece eccola qua……. La vedi come sta?? Ha ancora voglia……… la colpa è tua………. Mi hai abituata troppo bene………

Rassicurato dalle sue parole, non mi andava certo di sguazzare nella sborra di qualcun altro, continuammo ad amoreggiare, anche perché le sue ultime parole mi fecero inorgoglire, nelle quasi due ore che, passai con lei sul letto, riuscii a soddisfarla per bene, visitando i buchi che ben conoscevo. Golosa ed eccitata volle avermi prima nella vagina, ancora gonfia e palpitante, lo spruzzo di seme caldo assieme al suo orgasmo, le diede quella calma che cercava, si riprese quasi subito, approfittando ancora della durezza, mi cavalcò godendo ancora fino a che il mio sesso glielo permise. Si girò all’incontrario su di me, iniziammo un sessantanove, il mio seme usciva da lei, anche se era mio non mi andava di assaggiarlo, lo lasciai colare sul mio petto quasi del tutto; infatti, mentre le lappavo la vagina ne uscì dell’altro che, non potetti fare a meno di saggiare. Si dedicò al cazzo, lo portò alle dimensioni che voleva e, salì ancora su di me, impalandosi velocemente, raggiunse quasi subito un altro orgasmo. Si tolse da me e si girò dandomi la schiena, armeggiò con la mano tra le cosce e se lo puntò sull’ano, ci giocò con la cappella e, appena questa superò il tarallo, si lasciò andare in basso accogliendo dentro al budello tutto il cazzo. Mi scopò in questo modo a lungo, lentamente, senza cavalcarmi furiosamente, voleva sentire il cazzo dentro di sé bene, lentamente si alzava, portando il cazzo fuori di sé fino a farlo quasi uscire dall’ano e poi iniziava di nuovo a scendere col corpo, durante la sodomia non godette per niente, capii che sentiva l’esigenza di sentire qualcosa dentro di sé a lungo. Mi stancai di questo giochetto e la rivoltai a pancia in giù sul letto, le accostai le gambe, puntai di nuovo il cazzo al culo e glielo spinsi dentro in un sol colpo.
– ahhaaaaaa cazzo che botta
– ti ho fatto male ?? scusa……
– un poco….. ma continua……… scopami……. Ecco quello che cercavo……. Questo significa scopare….
– grazie per le tue parole……… ma stai esagerando………
– forse……. Ma adesso per me questo è il massimo…….. ma continua……… pensa a te………. Te lo meriti
– sicura……… non mi va di prendermi un piacere solitario……. Lo sai come la penso……..
– si lo so che non sei il tipo………. Ma vai tranquillo…….. il mio già l’ho avuto …….per una volta non fa niente………… trattami come una puttana……… tu te lo puoi permettere………..

Rincuorato dalle sue parole, mi accanii sul suo ano come non avevo fatto mai, glielo tolsi un paio di volte, il buco restava largo e slabbrato stentava a chiudersi ma, anche se lo faceva, non gli davo il tempo, dopo una serie infinite di botte, con un’ultima, mi piantai fino a che potevo e spruzzai nel suo budello. Mi lasciai andare su di lei a gambe larghe sulle sue accostate, ansimavamo tutti e due, presi da due diversi sforzi, il mio attivo e il suo passivo nella sodomia appena conclusa. Continuai piano a muovermi lentamente dentro di lei, ormai il mio cazzo aveva perso in parte la sua durezza, scivolava nel buco con facilità, dovuta sia al seme che faceva da lubrificante, sia al suo ano che si era slabbrato e adattato al cazzo. Cominciai a baciarle il collo, l’orecchio, cominciò a sospirare, le misi una mano tra le gambe tenendola ferma sul materasso, continuavo a scoparla, ma non normalmente, piantato ancora parzialmente in lei mi muovevo in orizzontale, il suo bacino muovendosi in orizzontale strusciava sulla mano, questo e l’eccitazione procuratele dai baci sul collo la eccitarono di nuovo. Con sua sorpresa il piacere fece di nuovo capolino, ansimando e aumentando gli sfregoli sulla mano raggiunse di nuovo un ultimo, per quella sera, orgasmo.

– non ne ero certa……… ma in cuor mio speravo che non lo avresti fatto ………
– fatto cosa??
– trattarmi come una puttana…. anche se sono stata io a chiedertelo………
– non è il mio stile…. nessuna donna va trattata come una puttana……….
– è per questo che tu sei diverso……… non ho molta esperienza ……… e lo sai ………. Ma per quello che vale sei un buon amante…….. riesci sempre a sorprendere……… e non lasci a bocca asciutta le tue amanti….. me ne sono resa conto anche quando stavamo con marta…….. ti sei diviso egualmente…… per non far torto a nessuna delle due…….. anche quando hai detto dove volevi svuotarti per l’ultima volta……. l’hai chiesto con rispetto ………. E lo sai che mi ha fatto piacere che avevi scelto me??
– te lo dovevo…… prima perché ti ho conosciuto prima di marta…….. poi perché ti sei affidata totalmente a me ……… ti ho vista crescere sia sessualmente che personalmente ………per me sei qualcosa in più di un’amante ……….
– che vuoi dire??
– niente di quello che pensi……….. ma ecco se dovessi scegliere di provare affetto per qualcuna delle amanti che ho avuto fino a ora …….. quella certamente saresti tu……….

Non aspettai una sua risposta, non volevo coinvolgerla di più nel nostro rapporto, l’abbracciai e la baciai fortemente. Restammo accoccolati ancora per un po’ nel letto, luisa approfittò dell’ora tarda per farmi cenare da lei. Finita la cena ci accomiatammo. Dopo neanche due giorni mi ritrovai a casa di marta.
Mi aveva messaggiato e, poi chiamato, in tarda mattinata, mi chiedeva, anzi mi implorava di andare al più presto da lei, era in uno di quei giorni caldi. Non riusciva a stare a lavoro e, con la scusa di un malessere, mi stava aspettando. Le risposi che l’avrei raggiunta appena possibile, telefonai a luisa, le spiegai la situazione e le chiesi se potesse venire anche lei per dare una mano a soddisfare marta. Mi rispose scherzando.
– certo che vengo…….. ma perché da solo non ce la fai?? ahahhhhahaaa
– lo sai che quando sta così……… ha bisogno di sfogarsi molto…….. io penso di riuscirci………. Ma comunque un aiuto da parte tua non guasterebbe………. Poi se non ti va………….
– mi conosci……… quando c’è bisogno di dare una mano……… o in questo caso una lingua……. non mi tiro indietro………. ahahahahahaa

Concludemmo la telefonata, dandoci appuntamento per il primo pomeriggio, ci accordammo sugli orari, io avrei raggiunto marta per le quindici, mentre lei sarebbe arrivata un’ora più tardi. Organizzai così perché mi aspettavo che la donna, nei suoi giorni di fregola, avesse bisogno prima di una bella mazza tutta per sé da svuotare completamente e, poi dopo di una lingua che la frugasse tra le cosce, per concludere.
Bussai al citofono, subito si aprì il portone. Anche la porta di casa era già aperta, la trovai carponi sul divano, con le gambe ai lati del bracciolo e col culo all’aria che mi stava aspettando, mi spogliai velocemente, la sua vagina risucchiò il cazzo appena glielo appoggiai sopra. Ebbe subito un orgasmo, continuai a pomparla e, dopo pochi minuti un altro ancora. Mi tolsi da lei, le presentai il cazzo davanti alla bocca, con voracità lo accolse per intero. Ci giocò per qualche minuto poi, impugnandolo con la mano lo spostò assieme al mio corpo, mi fece capire che lo voleva di nuovo dentro di sé. Ma non glielo misi subito dentro, andai nella sua stanza da letto, sapevo che nel cassetto del comodino aveva la sua collezione di dildo e vibratori, presi un vibratore, mi accertai che funzionasse e, cominciai a giocarci con la sua pucchiacca. Gradì questo mio giocare, poco alla volta cominciò di nuovo a godere, anche perché se, inizialmente, glielo passavo tra le labbra ed il clitoride finii con metterlo completamente dentro di lei accendendolo anche alla velocità più alta. Le pieghe e le piccole e grandi labbra della vagina accompagnavano le mie intrusioni del vibratore in lei, fuoriuscivano e rientravano ai miei movimenti. Anche l’ano palpitava insieme a loro, decisi di usarlo facendole provare una doppia penetrazione. Tirai fuori il vibratore, mantenendolo con la mano, lo misi parallelamente al mio cazzo e mi avvicinai col bacino al culo, il vibratore puntava alla vagina che penetrai per prima, mentre il cazzo si avvicinava all’ano, lo premeva con la cappella e, alla fine, lo allargava entrando insieme a quell’altro cazzo di gomma più in basso.
Solo a questa doppia intrusione nelle sue carni, marta diede segni di vita, fino ad allora era stata immobile, carponi sul bracciolo del divano il suo corpo era rilassato e concentrato nelle sensazioni che le stavo dando. Un grugnito e un forte sospiro accompagnarono il mio bacino quando aderì perfettamente ai suoi glutei. Mi fermai, non sapendo se le andava bene o le desse fastidio, ma lei dopo pochi secondi cominciò a muoversi, quel poco spazio di manovra che aveva le permise comunque di muoversi, arretrò col culo verso di me per poi andare avanti e poggiarsi di nuovo sul divano, questa manovra fece uscire per poco i due membri dai suoi buchi, ma subito dopo rientrarono di nuovo dentro di lei, mi tolse così ogni dubbio e cominciai a scoparla seriamente. I miei affondi non erano violenti, ero impegnato con la mano a mantenere il vibratore. Mi venne in aiuto, sentii una mano che si intrufolava da sotto e che lo impugnava, presolo bene in mano cominciò a penetrarsi da sola, mentre col bacino veniva incontro al cazzo che le rovistava l’intestino. Suonò il citofono, era sicuramente luisa, non ci badai, sentivo che marta stava venendo, allora aumentai i colpi nel suo culo, e così all’ennesimo suono di citofono, io mi svuotai nel suo culo e lei gridò per la terza volta il suo piacere. Luisa la trovò così, ancora col vibratore funzionante piantato in lei e con lo sperma che usciva dal buco del culo, si avvicinò a lei e delicatamente glielo sfilò dalla vagina portandoselo alla bocca per assaporare i suoi succhi, poi passò all’ano, la lingua colse e assaporò la goccia di sperma che, uscendo dal budello si era fermata sul tarallo. Poi iniziò lentamente a spogliarsi, con calma si tolse la gonna e la camicetta, si sfilò il perizoma e il reggiseno, tenne addosso solo le autoreggenti. Questa sua calma diede il tempo a marta di riprendersi, cosicché appena le si avvicinò dandole la mano quest’ultima la seguì docile nella stanza da letto.
Intontita dagli orgasmi provati, marta le lasciò fare quello che voleva, si fece adagiare sul letto, accanto a lei luisa cominciò ad abbracciarla e baciarla con voluttà. Ma mentre marta si era sfogata, l’amica era eccitata, gli ansiti e i sospiri che uscivano dalla sua bocca fecero capire a marta che doveva fare. La rovesciò di schiena e si accanì fra le sue gambe, portandola ad avere piacere per ben due volte in breve tempo. Non contenta di questo risultato, prese il vibratore e gli ficcò la punta all’ingresso della vagina. Il bacino di luisa andò incontro alla mano che lo impugnava, un grugnito di soddisfazione fece capire a marta che non solo era quello che voleva ma, che doveva spingere per farlo arrivare fino all’utero. Così fece, il giocattolo, vibrando alla sua velocità più alta, passò prima per l’apertura, poi le strofinò le pareti della vagina, per fermarsi, sicuramente sulla cervice uterina. Ma marta non sapendo se poteva ancora continuare, continuò a spingere piano, sotto la sua mano sentiva che il vibratore premeva su qualcosa che resisteva, luisa faceva delle smorfie, più di fastidio che di dolore, che si calmarono solo quando marta fermò il vibratore sul fondo della vagina, non spinse oltre, capì che si doveva fermare, di più non poteva andare, allora si limitò a penetrarla lentamente, arretrava quel simulacro di membro per pochi centimetri e poi le dava una leggera ma decisa spinta per farlo urtare sulla cervice uterina. Luisa con gli occhi sbarrati guardava la sua amica, al cozzare del vibratore sulla cervice emetteva dei grugniti guardandola stupita, con la bocca aperta respirava profondamente, gli occhi sbarrati come per chiederle cosa le stesse facendo, si voleva quasi opporre a questa profonda intrusione ma, il piacere che improvvisamente sopraggiunse la fermarono, uno strillo, di dolore ma, maggiormente di piacere rimbombò nella stanza.
Marta assistette incredula al suo piacere, si alternava in lei soddisfazione, per l’orgasmo che le aveva procurato, ma anche preoccupazione per la palese manifestazione di luisa di dolore. Ma la preoccupazione svanì quasi subito, la smorfia dipinta sul volto di luisa, da sofferenza si era trasformata in un sorriso radioso, con gli occhi pieni di beatitudine guardava la sua amante che le aveva fatto avere un grande e forte piacere. Marta vedendo il sorriso che le faceva luisa si tranquillizzò, con l’urlo di godimento aveva lasciato il vibratore che era ancora inserito nelle profondità dell’amica, per evitare ulteriori fastidi, fu luisa stessa che premendo il piccolo interruttore sulla base lo spense, ma comunque lo lasciò dentro di sé.

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