Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti EroticiRacconti Erotici Lesbo

Memorie di un single: Marta – conoscenza

By 4 Marzo 2024No Comments

Seduta di traverso sulle mie gambe, Marta stava col culo all’aria e gemeva mentre le assestavo degli schiaffi prima su una natica e poi sull’altra, le gambe sussultavano ad ogni schiaffo. Tra uno schiaffo e l’altro le introducevo le dita nella vagina, facendola gemere, quando capii che stava al limite continuai con una mano a masturbarla e con l’altra a percuoterla, finché non scoppiò in un piacere prolungato e muto, non poteva urlare, la sua bocca era piena del perizoma che due ore prima teneva tra le gambe. Ebbe il secondo orgasmo di quella sera.
L’avevo conosciuta per strada. Ci incrociavamo spesso per le strade e la piazza che molte volte frequentavo la sera, in una di queste mi fermai davanti a lei salutandola. Per nulla infastidita ricambiò il saluto e, una parola dopo l’altra ci sedemmo al bar per consumare qualcosa. Si dimostrò molto spigliata e disinibita, era una maestra di scuola media ed abitava non lontano dal bar. Premetto che non era, come si è solito dire una grande figa, capelli biondi, sicuramente tinti, l’altezza non superiore al metro e cinquanta. Piccola ma perfettamente proporzionata. Vestiva bene, maggiormente con pantaloni attillati o leggings, che lasciavano vedere un piccolo ma delizioso culetto e delle gambe snelle e affusolate, truccata in modo non eccessivo o volgare. Nel complesso si vedeva che curava il corpo e la sua immagine. Dopo poco entrammo in confidenza cominciammo anche a parlare della nostra vita privata. Mi disse che abitava da sola, in una casa che gli avevano lasciato i genitori e, che attualmente, lo disse guardandomi negli occhi e, con un tono di voce diverso, non aveva compagnia, poi finì dirmi queste cose e domandò di me. Senza nascondere niente le parlai di me, del mio lavoro, del fatto che abitavo da solo essendo separato e che, pur non avendo una compagna fissa, avevo un paio di “amiche” particolari con cui mi vedevo di tanto in tanto.
• Solo amiche……… e nient’altro??
• Amiche particolari……. Se vuoi capire cosa dico…… non aggiungo altro ……. Non sono uno di quelli che si vantano di quello che fanno ………
• Mi fa piacere che la pensi così ……… ti ho visto tante volte qui in giro ……… sei sempre con un gruppetto della zona …. fra i tanti eri l’unico meno chiassoso e molto serio ….
Capii che mi aveva già adocchiato da tempo, ma il fatto che stavo in quel gruppo la frenava. Ho sempre pensato che quello che bloccava le donne ad avere delle relazioni, sia normali o extraconiugali, sia sempre stata la paura a stare poi sulla bocca di altri, difficilmente si trovava un uomo che non si vantasse, anche esagerando, di quello che faceva in un letto con una donna.
• Si hai visto bene…. certe volte non mi trovo proprio con loro, del resto li sto frequentando da poco, in realtà sono vecchi amici di mio fratello………
• Quindi quello con cui ti vedo più spesso è tuo fratello??
• Se è quello con i capelli brizzolati …. si è lui ………
• Ogni volta che lo vedo ……. Mi sembra che mi spogli con gli occhi …. se fosse stato al posto tuo certo non avrei accettato di sedermi qui a prendere qualcosa ……. Ma guarda due fratelli con due modi di fare diversi ……. Lui un farfallone che sembra sempre alla ricerca di …… e tu timido e riservato ………
• Forse è di me che dovresti aver paura …….
• Si del resto …. acqua cheta…… appantana e feta …. giusto??
• Hai perfettamente ragione………Non ti sbagli, sei più furba di quello che pensavo ……… allora sei hai capito con chi hai a che fare……… e se ti fa piacere ……… fai una cosa…….
• Cosa vuoi da me ?? sono una donna sola al momento …. certo sono avanti negli anni, ma ancora desiderosa di vivere ….
I suoi occhi manifestavano emozione e eccitazione al tempo stesso. Aveva capito che ero una persona di cui potersi fidare, mi aveva ribadito che al momento non aveva compagnia.
• Sicura di quello che dici ?? stai attenta perché sotto questa mia faccia timida si nasconde una ben altra persona …..
• Si sono sicura ……… e poi che cosa mi potresti fare di diverso di quello che già so ….. non mi sembri un serial killer ……..né uno di quelli che violentano le ragazze ………..
• Bene allora iniziamo ………. Vai nel bagno del bar e portami il perizoma che hai ……..
Un pugno nella pancia non le avrebbe fatto lo stesso effetto, sbiancò ed aprii la bocca alla ricerca d’aria che, con la mia richiesta, le stavo facendo mancare. Ci guardammo a lungo, facendo una guerra con gli occhi, ognuno aspettava che l’altro li abbassasse, capitolò lei. Abbassò lo sguardo sul tavolino e dopo poco mormorò:
• Ma come faccio ?? il bagno è piccolo e sempre sporco di urina a terra …..
Avevo scoperto le mie carte, mi sarei aspettato una sfuriata da parte sua o, almeno, che se ne andasse lasciandomi lì. Invece la sua sola preoccupazione era di tipo pratico. Non l’aveva turbava minimamente Il fatto che, uno conosciuto appena mezz’ora prima, le aveva chiesto di portargli il perizoma che indossava, stava pensando come farlo.
• Più semplice di quanto pensi …….. nel bagno appoggiati alla parete …….. sfila una gamba dal leggings….. poi sfila il perizoma ……. Rimetti la gamba nel leggins e poi fai la stessa cosa con l’altra gamba ……… se proprio non ci riesci …….. prova con questo ……… sarebbe un peccato tagliarlo….. ma se non c’è un’alternativa ……
Le diedi il coltellino multiuso che avevo sempre con me.
• Tieni, ha un paio di lame, e poi una piccola forbice ……… vedi è questa ……..
Stette un po’ di tempo con l’utensile in mano, poi si alzò e spedita entrò nel bar. Dopo neanche cinque minuti ritornò. Nel frattempo, avevo cambiato i rispettivi posti, destinando il suo in modo che desse le spalle all’ingresso del bar ed il mio proprio nell’angolo di lato a lei. Le feci cenno dove doveva sedersi. Con gli occhi bassi e trasalendo al contatto con la sedia le mostrai la mia mano aperta con il palmo verso l’alto. Si guardò intorno e furtivamente mise la sua mano sulla mia, che si strinse appena venne a contatto con quello che conteneva. Misi a posto il coltellino, lasciando il perizoma ancora nella mano stretta a pugno. Decisi di parlarle in modo duro.
• Come è caldo…….
Sotto il tavolo lo osservai e, poi portandolo al naso lo odorai a lungo.
• E che buon profumo ….. di pulito e di te …. Non vedo l’ora di sentire direttamente il tuo odore…. e poi ci sei riuscita a toglierlo senza romperlo …….
• Ma tu sei pazzo ….. e più pazza io che sto facendo questo …….
• Questo ?? ma mica è finito ……… adesso iniziamo ……… allarga le gambe e spostati fino al bordo della sedia ………
• Ma che vuoi che faccia ?? basta ti prego …. non in pubblico……..facciamo così ……. Seguimi andiamo a casa mia ……… ci vuole poco ………
• Basta lo dico io quando verrà il momento …. poi come sei seduta, a meno che non ti agiti troppo, nessuno noterà i tuoi movimenti ……. Certo che andremo a casa tua ……. Ma solo quando i tuoi leggins saranno zuppi del tuo umore ………. Allora comincia a muoverti lentamente ……. Fai forza con le punte delle scarpe ….. e ondeggia col bacino avanti e indietro……… lentamente ma costantemente ……. e mi raccomando ricordati di non godere…. se no verrai punita ….
Ascoltò quello che dicevo in silenzio, trasalì solo all’accenno del piacere e della punizione. Dopo alcuni tentativi riuscì a trovare una posizione che la soddisfacesse e non la cambiò. Per distrarla da quello che stava facendo iniziai di nuovo a conversare con lei che, inizialmente non rispondeva, poi si rilassò e partecipò attivamente alla conversazione. Ogni tanto mentre parlava iniziava a farfugliare emettendo dei piccoli gemiti e chiudeva gli occhi, allora le davo dei piccoli pizzicotti sulla gamba, lei si riprendeva e continuava a conversare. Appresi che anche lei era separata, non aveva avuto figli e, tranne per il lavoro, usciva solo per fare delle passeggiate. Sulla soglia dei cinquant’anni si riteneva una donna libera e, tutto sommato, fortunata dato che aveva un lavoro che le piaceva e una casa. Furtivamente le sbirciai fra le gambe. Lei non se ne accorse.
• Siamo a buon punto …….
• Quale punto??
• Il punto di non ritorno ……… i tuoi leggings stanno cambiando colore ………. E dobbiamo scappare a casa tua ……
Vide anche lei quello che avevo visto prima. I leggings, di colore verde chiaro, sul cavallo erano ora di colore verde scuro, una macchia inequivocabile sul pube. I leggings sono fatti da un tessuto elastico che fascia e avvolge perfettamente il corpo, adesso questo tessuto bagnato disegnava perfettamente quello che stava al di sotto, le grandi labbra, ormai gonfie, erano perfettamente delineate.
• Come faccio adesso ?? come torno a casa ?? è come se fossi nuda e mi fossi pisciata addosso ….
• Tranquilla…. quando ti alzi posiziona la borsa di traverso fra le gambe …. e fai come se niente fosse …. poi dobbiamo fare poco tragitto …… hai detto che abiti vicino …….
Non rispose, questo faceva capire che stava accettando tutto quello fatto finora e aveva anche già accettato di portarmi a casa sua per farsi certamente scopare. Riprese il leggero movimento e, continuò a conversare con me. Più di una volta emise dei gemiti e dovetti darle un pizzicotto per distrarla ma, lei dopo iniziava da capo fino a che, tremando appena, e mettendosi la mano sulla bocca imitando un colpo di tosse, soffocò un lamento più lungo. Arretrò col culo sedendosi bene e restò con gli occhi chiusi. La lasciai smaltire il suo piacere, mi guardai intorno a lungo fino a che capii che nessuno aveva fatto caso a quello che era successo. Seduta mollemente sulla sedia mi guardava con occhi inebetiti, la guardai prima tra le gambe e poi guardai la borsa, in un attimo capì e si mise la borsa sulle gambe.
• Ti ho detto che non dovevi godere ………
• Scusa …. non volevo …. ma è arrivato all’improvviso e non ho potuto evitarlo ……. Ma dimmi mi ha vista qualcuno …. qui al bar mi conoscono tutti …..
• Ma… non hai potuto o non lo hai voluto evitare??
• Conosco il mio corpo ……. So che stavo avendo un orgasmo …. e ……… si ho avuto un attimo di tentennamento ….mi volevo fermare ………. Ma alla fine non ho resistito e sono venuta ….
• Mi fa piacere che sei onesta …. sia con me che con te stessa ….. comunque qui nessuno si è accorto di niente ……… a proposito penso che la borsa non basta…..
Scostò appena la borsa e, coprendosi di nuovo, mormorò.
• Cazzo e adesso come faccio??
La macchia che prima stava solo sul pube delineando le grandi labbra adesso si era allargata scendendo verso il culo, anche i lati, nell’inguine, erano zuppi. Per finire il tessuto dei leggings era entrato nello spacco vaginale dividendo e facendo risaltare ancora di più le grandi labbra, che adesso si vedevano gonfie vicine all’inguine, alla sommità delle grandi labbra il clitoride gonfio di piacere faceva capolino spingendo anch’esso la stoffa.
• Più semplice di quanto pensi, quando ci alzeremo per andare via togliti il giubbino, tanto è una serata calda e mettitelo in vita ….. poi aspettati una punizione ……. Sei stata disubbidiente…
• Che mi farai …..
• Non lo so …. quello che mi verrà in mente al momento ……… non ti anticipo niente …. ti dico solo che ti farò godere ancora……… ma ti farò anche provare dolore ……. Te lo sto dicendo perché so che come stai non ti opporrai ….. non penso che adesso per soddisfarti ti bastino le dita …. penso che la tua fica abbia bisogno di qualcos’altro ……….
Dissi quest’ultime parole allargando le gambe, notò questo movimento e i suoi occhi videro la vistosa erezione che avevo. Senza aggiungere altro si alzò, con grazia e nonchalance si tolse il giubbino e lo arrotolò in vita. Uscì prima io da sotto il gazebo del bar dirigendomi alla cassa per pagare, lei mi attese fuori all’ingresso del gazebo, la guardai velocemente dove aveva posizionato il giubbino e le feci un occhiolino. Rincuorandosi mi fece un sorriso e ci avviammo verso casa. Mentre camminavamo mi disse:
• Ti chiedo solo una cortesia ……
• Dimmi ……. Vediamo se ti posso accontentare….
• I negozi sotto casa sono ancora aperti ……. lo sai come è qui…. nessuno si fa i fatti suoi e poi da una piccola cosa ne fanno un film….
• Ho capito…. facciamo così …. allontanati una decina di metri da me …… io ti seguo…. entra nel portone e lascialo aperto… tu inizia ad andare a casa…. Io mi guardo intorno ed entro… a che piano stai ??
• Al secondo……
E così facemmo, individuai dove entrava, mi feci un piccolo giro tra le bancarelle presenti e poi andai al portone. Stava chiuso, già stavo pensando di essere stato preso in giro quando un ronzio fece scattare la serratura ed entrai. Salii al piano dove abitava, sul pianerottolo quattro abitazioni, osservai le porte, solo una stava socchiusa, entrai nella sua casa. Mi aspettava al centro dell’ingresso, mi tolsi il giubbino e lo appesi, non prima però di avere preso il perizoma dalla tasca, senza dire niente la presi per i fianchi e le schiaffai la lingua in bocca. Non se lo aspettava e rimase interdetta, poi si sciolse e rispose con impeto facendo duellare la sua lingua con la mia. Con la coda dell’occhio mi guardavo intorno, dopo l’ingresso iniziava un corto corridoio con tre stanze, in fondo si vedeva chiaramente la cucina. Nell’impeto dei baci, ci spostavamo, la prima stanza sulla destra era un salottino, un paio di mobili e in un angolo un divano. Mi staccai da lei e la condussi verso il divano sedendomi sopra. La misi davanti a me, mi beai per un po’ del suo sesso perfettamente delineato sui leggings e del forte odore di fica che emanava. Gli calai i leggings fino ai polpacci e avvicinai la faccia sul pube incominciando a suggerle il clitoride. Una scossa forte la fece gemere, venne meno nelle gambe, io la sorressi prendendola per il culo e schiacciando ancora di più la faccia. Il leggings le impediva di aprire di più le gambe, cercò di liberarsene facendolo scendere fino ai piedi, si liberò delle scarpe. Stava iniziando ad avere i primi spasmi di godimento quando mi fermai e girandola di traverso repentinamente sulle mie gambe cominciai a schiaffeggiarle fortemente i glutei. Iniziò a dimenarsi, urlando che non voleva, per farla stare zitta appallottolai il perizoma e glielo ficcai in bocca. E, come anticipato all’inizio di questo racconto, le feci avere il secondo orgasmo di quella serata. Le strappai il perizoma dalla bocca.
• Te l’ho detto che ti avrei punita ………
• Mi hai fatto male……… sento il culo di fuoco ………. Non mi aspettavo questo …… però ……
• Però ….. cosa??
• Volevo solo godere ….. l’orgasmo in strada ……… è stato breve ……. Ed io avevo ancora voglia …… e ne ho ancora ……… sai anche perché sono da sola??
• Mi incuriosisci ……. Perché??
• Non mi soddisfo seriamente se non godo almeno quattro volte….. le compagnie che ho avuto si limitavano ad una scopata e basta ……… tante volte dopo mi sono dovuta calmare da sola ……
• L’ho capito quasi subito ……. Come sei ….. da quando hai iniziato a strusciarti sulla sedia…… calma e tranquilla all’apparenza ma con un fuoco dentro che non si spegne subito ………
Le sfilai i leggings facendola alzare. Prese l’iniziativa e mi tolse le scarpe, mi sfilò i pantaloni e gli slip. Inginocchiandosi prese in mano l’asta e cominciò a rigirarla tra la mano.
• Aspetta mi vado almeno a fare una sciacquata…
• No c’è appena un sentore di pipì ….. si vede che sei una persona pulita …….
Quando l’asta prese consistenza gli calò la bocca sopra cominciando a giocarci. Mentre lavorava si spogliò del tutto, dalla camicia fece capolino un reggiseno coordinato con il perizoma, lo sganciai da dietro e due tette, almeno una terza, balzarono fuori. In fondo due belle tette, certo un po’ afflosciate, ma con due grandi aureole scure, i capezzoli erano grossi, quanto una falange del dito mignolo, scuri e con poche grinze. Le presi entrambi tra due dita e li strofinavo. Mi lavorò il cazzo a lungo, con movimenti lenti e sensuali, non accelerava, non mi voleva portare all’orgasmo, si accertò che più di quello non poteva farlo crescere e si staccò alzandosi. Si girò dandomi le spalle, allargò le gambe ai lati delle mie e piegando le gambe si calò fino a che non sentì il cazzo di traverso sul pube, con una mano dietro lo impugnò mettendolo in verticale e posizionandolo all’ingresso della vagina. Iniziò a fare una specie di danza col bacino, si strofinava la cappella sulle grandi labbra, quando si sentì abbastanza bagnata iniziò a scendere lentamente. Ogni tanto si fermava e ritornava a salire, fece questo saliscendi un paio di volte, conquistando sempre più profondità, e si fermò quando il cazzo le fu entrato tutto dentro. Si abbandonò sul mio petto e allungò le gambe, mise le mani sulle mie gambe e, facendosi forza con esse, iniziò a danzare di nuovo col bacino. Non faceva affondi lunghi, si mise a fare lo stesso movimento del bar, spingeva in avanti e poi arretrava. Le misi una mano sul clitoride e una sul seno. Me le tolse.
• No …. non mi toccare ….
• Voglio aiutarti ………….
• Non mi serve ………. Magari dopo ……… adesso voglio godere solo così ……….
Continuò con questa danza per molto tempo, fino a che annunciò il suo piacere intensificando i movimenti, lasciò penzolare anche le braccia, dando solo col corpo forti spinte in avanti, all’inizio del piacere cominciò a respirare forte, la vidi fare un respiro profondo trattenendo l’aria e rilasciandola facendo un gemito molto forte e prolungato. Si adagiò ancora di più su di me per smaltire il piacere provato. La spostai in avanti, si puntellò di nuovo con le gambe, spostai il culo in avanti e subito vidi la rosellina anale, sporgeva in fuori e palpitava anch’essa, anche lei aveva partecipato al piacere ed era rimasta aperta. La studiai meglio, capii che era già stata usata e ne approfittai. Spingendola ancora in avanti uscii dalla vagina e poggiai subito il cazzo sul buco dell’ano, tirandola poco feci entrare la cappella e aspettai che mi dicesse qualcosa. Non disse niente e, allora la tirai verso di me e le entrai tutto nel budello. Lanciò un urletto, che di dolore non aveva niente; infatti, fu agevole e senza problemi entrarle fino in fondo.
• Ahhahaaaaa…. si …. lo sapevo ………
• Sapevi ?? cosa sapevi??
• Che mi avresti dato soddisfazione …….
• E così il cazzo adesso si chiama soddisfazione ?? non lo sapevo ahahahhah
• Ti prego non ridere di me…. fai quello che vuoi ma non ridere di me… ma adesso sì che mi devi toccare …… poche volte sono riuscita a godere solo col culo …….
L’accontentai sgrillettandole il clitoride e stringendo forte un capezzolo tra le dita. Sempre puntellandosi con le mani sulle mie gambe cominciò a dare colpi forti su di me. Spostava avanti il bacino e spingendosi con le gambe mi veniva contro. Stava godendo di nuovo, lasciai il clitoride e artigliai anche l’altro capezzolo. Avevo capito che erano molto sensibili, si piantò quanto più poteva su di me e si fermò, la portai all’orgasmo stringendo e tirando forte i capezzoli. Mi alzai, sempre col cazzo piantato in lei, e la feci mettere a pecorina a gambe larghe sul bracciolo della poltrona di lungo, iniziandola a martellarla fino a che non spruzzai nel suo retto. Sconvolta da questo altro piacere e, dall’inculata, restò così, ancora scossa da brividi e spasmi. Presi il perizoma, lo appallottolai e glielo infilai nel culo per una buona metà. Andai a cercare il bagno e, trovatolo mi feci una bella lavata al cazzo ritornando da lei.
Distesa di lungo sul bracciolo teneva gli occhi chiusi, la testa poggiata su una guancia e la bocca semiaperta, respirava lentamente, poggiai la cappella tra le labbra. Sentendo il contatto fece uscire la punta della lingua cominciando a leccarla, poi si spostò con la testa quanto bastava a prenderla in bocca, le labbra si chiusero sotto la corona. Sentivo sulla cappella la lingua che le girava intorno e, si fermava ogni tanto, quasi a capire come era fatta. Riuscì con la punta a penetrare il meato, lo fece schiacciando con le labbra la cappella per farlo aprire. Da poco ero venuto, il cazzo manteneva ancora una erezione, era disteso ma morbido, il sangue stava defluendo dai corni cavernosi. Le misi la mano dietro la testa e mi spinsi di più nella bocca. Spostò la testa in avanti e, aiutato dalla sua morbidezza lo prese per intero nella sua bocca. Capii che volevo e iniziò a farmi un pompino. Senza fretta, senza accelerare i movimenti, si gustava l’asta, ci giocava con la lingua, me la mordicchiava, aspirava la punta. Man mano che lo lavorava, cresceva e si induriva di nuovo perdendo terreno nella bocca, il sangue affluiva ancora una volta. Riuscì in breve tempo a portarlo al massimo del turgore.
Mentre si dedicava a me, muoveva il bacino sul bracciolo, le gambe aperte al massimo schiacciavano la sua fica, con il clitoride pronunciato per l’eccitazione non poteva fare a meno di strusciarsi sulla stoffa. Mi spompinava e gemeva, sicuramente dal clitoride le partivano scariche di piacere che mi trasmetteva con la sua bocca. Accelerò i movimenti del bacino e, iniziò a pomparmi sempre più forte il cazzo, stava iniziando a godere. Lentamente mi sfilai dalla bocca arretrando il bacino. Con la mano cercava nell’aria quel pezzo di carne che le aveva svuotata la bocca
• Noooo lascialo ….. sto godendo di nuovo e voglio qualcosa in bocca ……….
• E se invece della bocca …………
Detto fatto, mi spostai quel poco che bastava e poggiata appena la cappella all’ingresso della vagina le diedi un colpo tremendo entrandole fino all’utero, la stantuffai senza pietà.
• Ahhahaaaa cazzo………. Che botta …….. si continua …..dai …. dai …… ancora ……… meglio qui ………. Ahaaaaaa ……..ahaaaaaaaa…….. non ti fermare….. sto venendoooooo…..
Furono le sue ultime parole con un senso, poi solo grugniti, sbuffi d’aria, spasmi e tremolio del corpo. Ma non mi fermai, io continuavo a martellarla e lei continuava a godere, strillò altre due volte il suo piacere e si calmò solo quando, con un’ultima tremenda botta, fermai il cazzo quanto più a fondo potevo e, le riempii la vagina dei miei spruzzi caldi. Uscii da lei con ancora il cazzo gocciolante e glielo misi in bocca per farmelo pulire. Lo nettò a lungo, aspettò che perdesse consistenza e se lo tenne ancora un po’, coccolandolo nella bocca. Mentre mi puliva, dalla vagina fece capolino una goccia di sperma, per non sporcare il divano le tappai la fica con il resto del perizoma che le usciva dal culo. Completamente sfatta non riusciva a muoversi da quella posizione, tentò un paio di volte a far volteggiare la gamba oltre il bracciolo per stendersi almeno sul divano ma, la gamba si alzava appena e, poi mollemente ricadeva. L’aiutai a distendersi. Mormorò qualcosa che non capii e si addormentò. La lasciai a dormire e vagai curioso per la casa. La mia prima tappa fu la sua stanza da letto, con un arredo moderno, un letto matrimoniale, un cassettone con specchio, armadio e comodini. Sul letto c’era un plaid, lo presi e glielo misi addosso. Continuai a girare per la casa, che trovai pulita e ordinata, con un arredamento semplice ma funzionale. Mi piacque molto la cucina, attrezzata su un lato e con un’isola al centro, su cui si poteva far colazione o anche mangiare. Non volevo sembrare troppo invadente, poteva alzarsi da un momento all’altro, e così ritornai nel salotto. La trovai sveglia, rannicchiata sul divano col plaid addosso.
• Dov’eri ………
• Sono andato in bagno ……… tu come stai ?? ti sei riposata un po’??
• Non ho voglia di dormire ……… solo che non riesco ad alzarmi…. mi sento sfatta ……
• Fai una cosa…. vai almeno nel bagno ……. Ti rinfreschi un po’ e poi ti metti a letto ……
• Si faccio così….. se no rischio di restare qui fino a sera tardi …….
L’aiutai ad alzare e cingendola per la vita l’accompagnai nel bagno, stavo per uscire ma lei mi disse:
• Fammi compagnia ………. Aiutami a togliere questo coso che ho dentro…..
Il perizoma stava ancora inserito nei suoi buchi a guisa di tappo, la feci sedere sul gabinetto, da dietro la schiena sfilai la parte che aveva nell’ano, che le penzolò davanti, fece un sospiro di liberazione. Davanti fu più difficile la cosa, i suoi umori assieme al mio seme stavano cominciando a rapprendersi, facendo tutt’uno con il piccolo cespuglio di peli che aveva. Alla fine, tirando, spingendo, e allargando le grandi labbra riuscii nell’impresa. Accolse questa liberazione con un altro sospiro, chiuse gli occhi, si concentrò abbandonandosi ad una abbondante pisciata liberatoria. Per nulla turbata dalla mia presenza disse:
• Stavo scoppiando ………
Oltre all’urina dalla sua vagina colavano fuori anche i succhi che conteneva. Un sonoro peto riecheggiò nel bagno, certamente dovuto agli sforzi per pisciare.
• Salute……..
• Scusami……… ma non ne ho potuto fare a meno………
• È una cosa naturale…. perché dovresti scusarti….
Si asciugò appena con la carta igienica e poi si sedette sul bidè, diresse il getto direttamente nella vagina, sciacquandosi a lungo, prese il sapone liquido e si insaponò a lungo sia davanti che dietro. Non mi restò altro che uscire, recuperare i vestiti ed aspettarla seduto sul divano. Solo col plaid che la vestiva si diresse verso la stanza da letto. Dopo pochi minuti, mi raggiunse, indossando una vestaglia, con eleganza si mise a cavalcioni sulle mie gambe. Ci fissammo per poco e poi cominciammo a baciarci. Fu naturale per me esplorare il suo corpo con le mani, le carezzai la schiena scendendo fino alle natiche. Sotto la vestaglia era nuda, né reggiseno né perizoma. Slacciai la vestaglia e gliela tolsi.
• Ma per casa stai sempre così vestita??
• Mi piace stare comoda…. Senza niente che mi stringe….. quando ritorno a casa …… mi faccio una doccia e mi metto o una vestaglia o una tuta di cotone……….. con uno slip sempre di cotone ……… certe volte d’inverno dormo completamente nuda sotto il piumone ……… anche in estate mi piace rimanere nuda col solo lenzuolino addosso …….
• Fai bene ……… del resto ho visto che le finestre delle camere hanno tutte le tende …… quindi puoi stare in libertà………..
Parlando continuavo a scorrere le mani sul suo corpo nudo, libero da indumenti ebbi modo di apprezzarne la morbidezza, le natiche in particolare erano vellutate come una pesca. I fianchi, lisci e morbidi, presentavano appena delle pieghe nei punti giusti.
• Sai che mi è venuto in mente??
• Cosa??
• Che fino adesso non ti ho ancora assaggiata ……….
Fu facile e, senza sforzo dato la sua esile corporatura, far arrivare la sua vagina a livello della mia faccia. Era ancora nella sua splendente bellezza che ha solo una vulva che da poco sia stata usata sessualmente. Ancora umidiccia di umori e di acqua della lunga lavanda che si era concessa. Le grandi labbra avevano conservato ancora il loro gonfiore dovuto all’eccitazione precedente. Facendo sì che la stessa vulva appariva come una fenditura longitudinale, come una bocca messa di sbieco. Il clitoride si ergeva ancora eccitato verso l’alto, dove, al vertice, iniziava il piccolo triangolino di pelo. Così ancora aperta lasciava vedere l’uretra e le pieghe delle piccole labbra. Accostai la bocca, l’afrore particolare che, solo le fighe hanno, mi arrivò al naso. Lavandosi prima non aveva usato detergenti intimi o sapone, il suo odore era quello naturale, fortissimo. Sapeva di muschio e di terra bagnata e, così l’assaggiai.
Premendo forte la mia bocca sulla vulva assaporai i suoi odori e umori residui, succhiandoli e gustando il loro sapore, raccogliendo con la punta della lingua tutto quello che si nascondeva nelle pieghe di quell’anfratto umido e caldo. Con il naso le penetrai, per quel poco che potevo, l’ingresso della vulva, aspirai con le narici direttamente dalla fonte il suo odore. La sua vagina iniziò ad inumidirsi di più e, mi ritrovai con la faccia che sguazzava nei suoi umori. All’inizio di questo mio “assaporamento” la mantenevo solo io con le mani dietro ai glutei ma, in seguito, poggiò le mani sulle mie spalle per mantenersi meglio e per dettare anche lei il ritmo. Sono sicuro che inizialmente non voleva provare ancora piacere, accettò passivamente il mio volerla gustare ma, il suo corpo in autonomia decise per lei e, con piacere iniziò a gemere e a muovere il bacino sulla mia faccia.
• Di nuovo …..pensavo di non volerne più …….. e invece ne voglio ancora ….. ma che mi stai facendo?? Mi stai lavando tutta ……… e poi la tua lingua mi sta esplorando tutta ……. Com’è rugosa e morbida ……….. dai continua……… non fermarti ……. Aspetta ……. Ritorna dove eri prima …… sì proprio lì………
Con le labbra a ventosa sulla vulva spingevo al massimo la lingua, girandola in ogni dove, cercando di arrivare in punti di solito non battuti dal cunnilingtus normale. Con la lingua riuscii a indovinare l’uretra, la punta andò a lambire il buchino, spostandola di poco in alto sentii un ispessimento della pelle, una specie di piccolo rigonfiamento longitudinale, non so se fosse da dove partiva il clitoride, non me ne crucciai, capii dalle parole dette da poco che le piaceva. Continuando a solleticarla in quel punto la feci morire di nuovo. “La piccola morte”, così si chiamava il momento del piacere femminile o anche climax. Non tutti gli orgasmi, anche nella stessa donna, sono uguali, variano a seconda del posto e dell’intensità della stimolazione, ma io le stavo stimolando un punto molto ricco di terminazione nervose, e questo la portò ad un piacere molto forte, portandola ad un momento molto particolare. Quel momento in cui la donna prova un piacere così intenso che, anche se solo per una manciata di secondi, quasi perde i sensi, da qui la definizione di “Piccola morte” o, in francese “la petite mort”.
La sua piccola morte, si manifestò esteriormente in maniera semplice, non urlò né tremò convulsamente, gemette piano, una specie di miagolio represso. Durante il piacere si lasciò andare su di me come una bambola di pezza, senza forze, rilassando i muscoli e i nervi usati fino ad allora per sostenersi a me. Restò così mollemente su di me, la testa nell’incavo della mia spalla destra, con la bocca semiaperta respirava appena. Tanto era rilassata che a un certo punto scivolò col corpo sul divano. Con gli occhi semi chiusi e un sorriso appena accennato. Dei rivoli di saliva quasi secchi le rigavano un lato della bocca.
• Adesso capisco quello che mi hai detto …..
Ancora inebetita mi guardò con aria interrogativa senza rispondere.
• Riferendoti alle tue esperienze ….. e al fatto che per sentirsi soddisfatta devi godere almeno quattro volte ……..
• Non mi giudicare come una ninfomane o puttana ……….
• Mica sto dicendo questo……. Non mi permetterei mai ………
• E poi non pensare che farei tutti i giorni così ……… la “voglia”, se la vogliamo chiamare così mi viene ogni tanto ……… non lo so che mi succede ……… sto tre quattro giorni tranquilla senza pensare al sesso e poi succede che ….
• Cosa succede??
• Mi alzo la mattina che il mio corpo è già eccitato, si gonfia il seno e mi danno fastidio i capezzoli e la mia micina è costantemente bagnata……. Tanto che non posso mettere perizoma ma slip e salvaslip……… sono costretta a toccarmi e sfogarmi diverse volte prima che riesca a trovare un po’ di pace …….. non ti dico quando lavoro ……… non posso lasciare gli alunni in classe da soli e allora aspetto il cambio di professori per correre in bagno a masturbarmi……….
• È la prima volta che sento di queste cosa ……..
• È iniziato tutto con la menopausa ……… da ormai tre anni ………
• Si lo so che dopo la menopausa le donne hanno vampate di calore, cambi di umore e altri sintomi…. ma questo non lo avevo ancora sentito ……….
• Anche la ginecologa ha detto la stessa cosa ………. La menopausa porta diminuzione dell’appetito sessuale, secchezza vaginale e altro……. Ma il mio corpo ha reagito diversamente, ha detto che i miei ormoni non regolati più dal ciclo sono come impazziti………. Comunque poi si è documentata e ha trovato altri casi, certo pochi, ma comunque abbiamo dato una risposta a tutto ……..
• Ma prima??
• Prima quasi normale……. Nel senso che i rapporti che avevo erano diciamo tranquilli…… un solo orgasmo o, se capitava due, e stavo bene ………..
• E poi dopo …….. diciamo queste scorpacciate di piacere ………. Quando ti viene di nuovo la voglia??
• Non c’è una regola fissa ……… possono passare tre giorni o anche una settimana prima che mi venga la …….. come la chiamate voi maschi?? Fregola…. ecco ahahaha
• Ahahahah si la chiamiamo “fregola” …….
Si era rilassata, la sua preoccupazione, dopo quello che era successo, era che cosa pensassi di lei, come la giudicassi. La tranquillizzai subito.
• Capisco che stai pensando…….. ma stai tranquilla che non ti giudicherò in nessun modo, vedi la società in generale ha sempre mostrato un atteggiamento differente tra la sessualità maschile e quella femminile……. All’uomo è stato sempre concesso di essere “arrapato” e quindi di darlo a destra e a manca senza giudicare……… le donne invece non dovevano manifestare atteggiamenti di quel genere ……. Se no come hai detto prima erano chiamate poco di buono o zoccole ……..
• E tu cosa pensi ?? di questo e anche di me??
• Penso che alla fine anche la donna come l’uomo ha le sue pulsioni ……… che deve sfogare …….. su di te penso che ……. Sono stato fortunato ad incontrarti ……
Cominciammo a frequentarci regolarmente o, meglio, sessualmente. Correvo da lei quando mi chiamava. Un semplice messaggio che recitava solo “sono in fregola”. Mi fece capire che oltre al sesso non voleva compagnia di altro genere, era abituata a uscire da sola per evitare chiacchiere della gente e non le piaceva andare per locali o ristoranti. Il messaggio mi arrivava di prima mattina e, se era in settimana, andavo da lei intorno alle quattro del pomeriggio, se capitava nel week end, iniziavamo a scopare alle nove per finire il tardo pomeriggio, in questi casi pranzavo da lei e, dopo una sosta per un riposino iniziavamo di nuovo. Durante la settimana se fosse capitato di fare più tardi la sera avremmo chiamato due pizze. Una domenica che mi aveva letteralmente distrutto le domandai:
• Hai mai provato con una donna??
• Ci ho pensato tante volte sai …….. trovare una donna con cui godere fino allo sfinimento ….. ma come si fa?? non è come cercare qualcosa in un negozio …….. e nelle persone che frequento tra scuola e amicizie varie non c’era nessuna ……….che mi sembrasse ……. Ecco ……..
• E anche se ce ne fossero state…….. oggi si nascondono ancora ……. Anche se i tempi sono cambiati … e c’è più libertà e tolleranza……. Ma sicuramente nel tuo lavoro stai pur certa che, anche se ce ne fossero, non si mostrerebbero apertamente …….
• E le tue amiche particolari …….. che ne pensi ……. O sei geloso …….
• Geloso e perché ?? mica ho l’esclusiva…….. e poi da subito abbiamo chiarito il nostro rapporto….. siamo liberi …….. senza altri coinvolgimenti ……. Come con te …….. se ci va ci vediamo se no baci e amici più di prima ………. Ma poi non ci vediamo più tanto spesso come prima ……. Ho cominciato a diradare gli incontri e anche loro non hanno insistito più di tanto …..
• Parlami di loro se vuoi ………
• Senza problemi……. Però non faccio nomi e non ti dico più di tanto su di loro …… sappi che una è sposata ……. Diciamo che l’ho aiutata, anche con mia soddisfazione a farla crescere sessualmente e ora è ampliamente soddisfatta dal marito ………. Che crede che sia stato lui ………
• Ma veramente?? che volpone……. Ma come hai fatto??
• Semplice gli ho insegnato tante cose….. e poi lei con furbizia le ha fatte scoprire al marito ……
• E l’altra??
• Mentre la prima che ti ho detto qualcosa la faceva…….. quest’altra invece niente ….. pensa a cinquant’anni passati non aveva fatto né un pompino né usato posizioni diverse che non la solita…… con questa mi sono proprio divertito…. nel senso buono però ……. Sembravo un insegnante di scuola …… ma si è mostrata curiosa e desiderosa di imparare …….. adesso sta frequentando un suo vecchio collega e, a quanto mi dice, sta andando bene……pensa che me l’ha detto quando mi cavalcava col cazzo piantato nel culo……. Voleva avere la mia approvazione a frequentarlo…… gli ho detto che non avevo problemi e così ha continuato a vederlo …….. penso che ha già scopato diverse volte con lui con piacere….. e che alla fine si farà una vita con lui….a proposito a tutte e due gli ho fatto il culo per la prima volta ……. Secondo me quest’ultima potrebbe essere quella che dici….
• Perché pensi questo??
• Perché ha quasi la tua età …….. è una persona colta e discreta come te …….. e poi provenite dallo stesso lavoro………
• Anche lei insegnante??
• Non farmi dire altro ……… se sarà la conoscerai e vi direte quello che vorrete………
E qui successe il patatrac, luisa e marta si conoscevano già, luisa era stata la preside della scuola dove attualmente lavorava marta. Si conoscevano poco, luisa era stata appena due anni in quella scuola prima di andare in pensione, tranne i soliti rapporti di lavoro avevano avuto poche occasioni di conoscersi meglio, ma tutto sommato tra loro c’erano stati, per quel poco lasso di tempo, buoni rapporti.

Leave a Reply