Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

Monica le scopa tutte

By 19 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

“Perchè io ti piaccio?” chiese Monica sorseggiando il suo tè dalla tazza, tenendola con entrambe le mani.
Claudia le fece un sorrisetto malizioso e allungò le mani a sfiorarle il seno con un dito.
“Ma che domande… per le tette!”
Per un attimo gli occhi di Monica si accesero di una rabbia furiosa; ma fu un attimo breve, troppo perchè Claudia potesse coglierlo.
Ogni volta era così. Claudia era la sesta ragazza con cui Monica allacciava una relazione sentimentale. Di solito agganciava le sue compagne di scuola per cui provava interesse mettendole dei bigliettini nello zaino, e se vedeva che la cosa poteva interessare, si faceva avanti. Non amava bruciare le tappe, era una tipa paziente. Una camminata mano nella mano nel parco, un tramonto spalla contro spalla su una panchina, una tazza di tè insieme al bar… poi magari un bacio, breve e sfuggente, molto romantico.
Non puntava al sesso. Non senza amore.
Eppure ogni volta era la stessa cosa.
Monica non era una bella ragazza, ma nemmeno brutta. Il viso era quello anonimo di tante ragazze qualunque, gli occhi senza colore, i capelli neri scompigliati, nessun lineamento che l’avrebbe fatta finire in televisione.
Ma aveva le tette. Era dalla prima superiore che era la più dotata della classe, in quanto a seno. Anno dopo anno le era cresciuto in maniera esponenziale e adesso, a diciotto anni, aveva una quinta da far impallidire anche le modelle più formose e desiderate.
E senza chirurgia. Seno naturale, e armonioso con il suo fisico, alto e robusto.
Claudia sembrava l’esatto opposto; bassina, esile, piatta… aveva un visetto da gatta, innocente e maliziosa al tempo stesso, che faceva la felicità di tutti i professori più depravati.
Eppure, nonostante Monica la sormontasse fisicamente, non riusciva a guardarla negli occhi.
Claudia era piena di desiderio, pura e semplice voglia di sesso senza nessuna complicazione sentimentale.
Ancora una volta, Monica si era illusa di aver trovato l’amore e riusciva a stento a trattenere le lacrime.

Finito il tè, uscirono dal bar insieme e Monica fece per avviarsi verso casa quando Claudia la raggiunse e le prese la mano.
“Che succede? Ti sei offesa?”
Monica le dedicò un sorriso poco convinto: “No… scusa, ero sovrappensiero!”
La mano di Claudia scattò verso il suo seno e lo afferrò, stringendolo in modo doloroso.
“Allora posso godermele un pò, queste?” le disse Claudia, maliziosa.
Monica si bloccò, ansimando. Non c’era nessuno in strada. Così non c’era niente di cui vergognarsi. Ma non c’era nemmeno nessuna che potesse salvarla. Non voleva lasciarsi toccare da una che non ricambiava i suoi sentimenti. Voleva rimanere il più pura possibile per il giorno in cui avrebbe trovato la sua donna ideale…
“No, Claudia… non è il caso…”
“Eddai, stiamo insieme adesso, no? Io le tette non le ho, lasciami toccare un pò le tue. Condividiamole!”
Claudia gliene strizzò una così forte da farle sfuggire un gridolino; lo zaino di Monica le cadde dalle spalle con un tonfo pesante, e Claudia lasciò la presa sul seno della sua nuova ragazza.
“Ma che hai nello zaino? Mattoni?”
Monica le sorrise mentre lo raccoglieva. Si sistemò i capelli e la camicetta, quindi prese la mano di Claudia tra le sue e con il suo tono di voce più innocente le chiese: “Ti va di venire a casa mia?”
Claudia non se lo fece ripetere due volte.

La camera di Monica era buia e calda, il letto sfatto e la roba tutta in disordine, con libri e vestiti sparsi ovunque. Era stata Claudia a gettare tutto all’aria, mentre cercava di scappare.
Ma la poveretta non ricordava di essere stata lei stessa a chiudere la porta a chiave, quando erano entrate.
Si, era stata una sua idea. Aveva fame di carne femminile, la piccola Claudia, e siccome aveva già intuito che Monica poteva anche essere grande e grossa ma era pur sempre una verginella, aveva pensato di impedirle la fuga.
Si era tolta i vestiti di dosso in un lampo, niente spogliarello, aveva la topa in fiamme e voleva che la sua amica gliela raffreddasse con un pò di saliva.
Quando aveva finito di spogliarsi, Monica aveva appena finito di svuotare lo zaino e ne aveva estratto un oggetto piuttosto strano. Una specie di cintura-giarrettiera, con sulla parte frontale un innesto per inserire un… vibratore?
“Cos’è questa storia?” chiese Claudia, impaurita. Non era questo che cercava. A lei piaceva l’idea di farsi Monica, la verginella grande e grossa tutta culo e tutta tette, la timida ragazzotta tutta casa e chiesa che si lascia mettere i piedi in testa e la lingua in bocca.
“Volevi sesso, no?” le disse Monica, con un sorriso da diavolessa sexy. “Ora avrai tutto il sesso che vuoi!”
La fuga di Claudia era durata pochi minuti. Qualche grido, due spallate alla porta nel ridicolo tentativo di abbatterla, poi le suppliche.
Monica aveva un ghigno sadico sul viso. Non si era nemmeno tolta i vestiti come aveva fatto con tutte le altre, perchè Claudia non si meritava di vederla nuda.
Non dopo come la aveva trattata.
La afferrò per entrambe le braccia e la tirò su come un fuscello. Claudia si dimenava ma la differenza di peso era troppa.
La sbattè sul letto e vinse le sue resistenze tirandole con forza i capelli. Si puntellò sulle sue ginocchia, bloccandogliele. Le afferrò i polsi, tenendoglieli bene saldi.
Le diede solo una veloce leccata al collo, per sentire il suo sapore. Buono, molto buono.Claudia era di origine asiatica, e Monica non aveva mai assaggiato carne asiatica prima. Non la baciò: non lo faceva mai con le ragazze che rifiutavano i suoi sentimenti.
Non se lo meritavano, e poi temeva che ne avrebbe sofferto.
“Rilassati, non ti farà male!” le promise, mentre scivolava lenta lenta dentro di lei. Quando il vibratore iniziò a farsi largo tra le sua piccole labbra, Claudia lanciò uno strillo acuto che nessuno poteva sentire, ma che era musica per le orecchie di Monica.
La sua eccitazione era già al massimo, uno sprone ad iniziare a pompare più forte.
La grande scopata iniziò, e per Claudia non ci fu nemmeno la speranza che di lì a qualche minuto tutto sarebbe finito. Con un cazzo di plastica, non c’erano problemi di eiaculazione precoce. Monica era la scopatrice perfetta e sarebbe andata avanti fino a che non fosse stata soddisfatta.
Claudia svenne prima.

Leave a Reply