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Racconti Erotici Lesbo

Olfactophilia

By 3 Aprile 2023No Comments

La sveglia stava suonando per l’ennesima volta. Marta era assonnata, troppo assonnata per uscire a fare colazione con le ragazze della palestra come aveva promesso…avrebbe dovuto lasciare quel comodo tepore per poi lavarsi, vestirsi, truccarsi, prendere la metro, essere rimproverata per il ritardo dalle altre del gruppo, c’era pure il borsone della palestra da disfare dato che lo aveva lasciato lì dal giorno precedente, pieno di vestiti sudaticci…ma a questo punto non era meglio stare a letto? Mandò un messaggio su Telegram al gruppo di amiche: ragazze, purtroppo ho un po’ di febbre, voi andate pure e prometto che la prossima volta ci sarò anch’io!
Ma figuriamoci, sarebbe stata un’altra promessa non rispettata.
Lei era fatta così. Faceva ciò che voleva, niente vincoli, niente legami.
Vide qualche video scemo su YouTube prima di crollare nuovamente dal sonno, la notte precedente aveva fatto le ore piccole guardando una serie tv in straming.
Non aveva idea del tempo trascorso, sarebbero potute essere ore oppure minuti, fu svegliata da sospiri ansimanti provenire dalla camera della sua coinquilina di una vita (3 anni insieme, mai una lite), Alessandra. Gemeva veramente forte!
Del resto pensava di avere campo libero: l’altro coinquilino, Andrea, era fuori per lavoro quella settimana, mentre Marta le aveva detto che sarebbe stata fuori tutto il giorno.
Ah be’ beata lei si starà masturbando, pensò subito.
Non era nuova a queste pratiche, spesso si erano raccontate le proprie fantasie e nessuna delle due era così pudica da negare l’autoerotismo. Escludeva a priori potesse esserci un uomo (o una donna) con lei, negli ultimi anni non aveva avuto nessuna relazione nè le aveva rivelato di avere preferenze sessuali, le piaceva semplicemente masturbarsi più volte di fila fino allo stremo.
Ad ognuno il suo, riflettè ridacchiando mentre a quei rumori le sue dita inconsciamente si mossero verso l’elastico dei pantaloni del pigiama.
Ah no aspetta non posso, chissà che ore sono. A questo pensiero prese precipitosamente il cellulare, ovviamente inondato di notifiche, per scoprire che erano le due di pomeriggio passate.
IL CORSO POMERIDIANO ALL’UNIVERSITA’!!! Cazzo!!! Sarebbe dovuta essere lì praticamente tra mezz’ora!
Non c’era tempo per mettere i panni sporchi in lavatrice o sistemare la stanza, anzi praticamente non c’era tempo nemmeno per fare una doccia…corse in bagno per lavarsi alla buona, prese i primi indumenti sotto mano e prima di chiudere il portone gridò: “Ale sto andando all’uni! Tu continua pure a divertirti, ci vediamo stasera!” Non attese risposta, l’università era vicina ma in questo caso non poteva permettersi ritardi.

Via in strada, camminata veloce per accelerare i tempi, metro presa al volo, sospiro di sollievo.
Ne approfittò per controllare le notifiche: ovviamente c’erano le sue amiche scontente perchè lei avesse dato buca per l’ennesima volta, qualche ragazzo su Ig che lei però ignorava, suo padre che le chiedeva cosa avesse mangiato, ma soprattutto sgranò gli occhi quando lesse il messaggio di una sua compagna di corso: “Ehi oggi pome niente lezione , il prof ha rimandato a settimana prossima! Che palle!”
Ma cavolo! Aveva fatto tutta quella strada di corsa per nulla…prof di merda! Come erano cambiati i tempi, al liceo avrebbe eslutato sapendo della mancanza di un professore, mentre ora si struggeva per aver fatto una metà della strada a vuoto.
Rassegnata, aspettò la successiva stazione della metro per prendere il vagone in direzione opposta, e nel frattempo ripensò alla pratica solitaria di Alessandra.
“Chissà come si masturba…userà le dita? Un vibratore? Qualcosa nel culetto? Magari qualche ortaggio che poi mangiamo? Mmmmh…”
Era una bella ragazza Alessandra, capelli corti ricci e neri, occhi verdi, fisico un po’ fuori forma (odiava lo sport) ma passabile, seno appuntito e a completare il quadro un paio di occhiali che le davano l’aria di una intellettuale sexy. Ah, e intimamente si lasciava una peluria bella folta.
Marta invece era quasi tutto l’opposto: capelli biondissimi, liscissimi e lunghissimi, occhi azzurri, terza di seno e un fisico modellato da anni di palestra e squat che avrebbe fatto indurire il cazzo anche un prete. Lei sì che si depilava, in tutto e dappertutto.

A questi pensieri varcò nuovamente la soglia di casa, si era imposta come prima faccenda quella di disfare il borsone, mettere tutti i vestiti compresi quelli che aveva addosso in lavatrice e poi buttarsi sotto la doccia.
Rientrò in camera ignorando i mugulii di Alessandra (Wow, certo che ci dava dentro! Erano passati almeno 20 minuti dalla sua uscita e ancora era in sessione solitaria) ma che strano, il borsone era in una posizione diversa rispetto a dove ricordasse ed era pure aperto! “Boh, forse lo avrò lasciato così ieri notte” pensò senza badarci troppo.
Prese dal borsone i vestiti sudati per portarli in lavatrice quando notò che due indumeti mancavano: mutandine e leggins. Dai, era stata così distratta da averli lasciati in palestra? O forse li aveva lasciati da qualche altra parte? Certo che oggi non ne andava bene una.
Pazienza, iniziò a spogliarsi dirigendosi verso il bagno e passando durante il tragitto davanti la camera della coinquilina che giustamente pensando di essere sola in casa aveva lasciato la porta aperta.
Ripensò subito alle domande sulla masturbazione che le erano sorte in precedenza, sarebbe stata un’occasione per togliersi lo sfizio! Senza fare rumore si avvicinò alla camera per spiare un po’ e quello che vide la lasciò davvero senza fiato…
Alessandra era completamente nuda, a gambe aperte, larghe in maniera oscena, il volto del tutto coperto da qualcosa di nero, una mano che si stritolava un capezzolo e l’altra che si sfregava la fica con qualcosa di morbido impregnato di umori, tipo un foulard.
La scena era tremendamente eccitante ma c’era qualcosa di sbagliato, più la osservava più si rendeva conto che…in faccia aveva i suoi leggins! Proprio i leggins che erroneamente credeva di aver buttato chissà dove! E allora si stava masturbando con…le mutandine??? Ma che schifo!
Non riuscì a stare zitta: “ALE! Ma che cazzo fai??? Quelli sono i miei vestiti!”
Alessandra trasalì di colpo, gli arti le si bloccarono per un istante e il secondo dopo, tremante, tolse dal viso i leggins di Marta.
“Marta! Oddio scusa scusa scusa pensavo non ci fossi…mi dispiace, mi dispiace! Ti giuro li avrei messi io in lavatrice ti prego scusami scusami…” e scoppiò in lacrime.
L’imbarazzo lasciò posto alla disperazione, sembrava un registratore rotto dato che tra un singhiozzo e l’altro non faceva altro che ripetere scusa; tutta la rabbia di Marta dunque non solo svanì nel nulla, anzi si ritrovò di fianco all’amica a consolarla.
“Dai su, ok, non è successo niente. Non ti preoccupare.”
“Scusami scusami pensavo fossi all’università, poi avrei fatto io il bucato, lo giuro!”
“Tranquilla Ale. Anzi scusami tu se ho reagito così…però devi ammetterlo, è una situazione un po’ strana, davvero non capisco…ma sei lesbica quindi?”
“No…”
“Bisessuale??? Non l’avrei mai pensato! Eppure quando volevo farti stuzzicare Andrea ti sei tirata indietro!”
“Nemmeno…Marta, ma se te lo dico, prometti di non arrabbiarti nè di prenderemi per pazza?”
“Be’ a questo punto sono troppo curiosa. Vuota il sacco, prevertita!” Disse questa frase in maniera molto ironica, ridendoci su, cosa che fece ancora di più scogliere la coinquilina.
“Ecco…però davvero, Martu non dirlo a nessuno altrimenti mi rovini…”
Passò i successivi dieci minuti a rasserenare l’amica, che di tanto in tanto si bloccava o tornava a piangere.
Finalmente, ecco la frase che la sconvolse.
“A me piace l’odore dei piedi! Non di tutti però, devono essere particolari, cioè non mi piace la puzza…diciamo che preferisco i piedi femminili a quelli maschili, ma senza odore non mi eccitano, non so se mi spiego…”
Il discorso era un po’ confuso, Marta conosceva dei feticisti ma era la prima volta che le capitava sottomano una ragazza attratta dagli odori.
“Ma scusa, ok i piedi…però le mie mutandine? Un altro poco e le avresti infilate tutte nella tua fica!”
Alessandra ritornò subito rossa in volto ed abbassò lo sguardo, super imbarazzata.
“Allora??? Sto aspettando delle risposte.”
“Marta davvero, non so cosa mi è preso…prima mi stavo masturbando solo con i leggins, poi ho pensato, dato che stavo sentendo il tuo odore era come se tu mi stessi calpestando in quel momento…poi la fantasia è andata avanti…e ho pensato a te…”
“In che senso?”
“Prima mi schiacciavi con i piedi…poi mi ordinavi di leccarti lì…”
“Lì dove??? Parla chiaro Ale.”
“Lì…in mezzo alle gambe…volevo annusarti…”
Questa sì che era una sorpresa. Marta era curiosa, divertita, iniziava pure ad essere eccitata da tutto quel discorso.
“Quindi, ricapitolando…gli odori, soprattutto dei piedi femminili, a te fanno tipo effetto afrodisiaco…perdi ogni inibizione a quanto ho visto.”
“S-s-sì…” balbettò Alessandra, sempre più abbattuta.
“Molto bene. Allora da oggi si cambia.” Marta si alzò in piedi e la guardò dall’alto in basso, volendo sembrare autoritaria più possibile. “Puoi continuare a fare tutto ciò che vuoi con la mia roba. A me non dispiace, anzi, mi eccita. MA, ci saranno delle regole da seguire.”
“Oddio Martu non ci credo, ma che stai dicendo??? Se mi prendi in giro dillo subito, giuro, se vuoi io mi cerco un’altra casa!”
“No no ma ti pare? Ascoltami bene…io ti detto le mie regole. Se accetti, il nostro rapporto cambierà. Se non accetti, dimentichiamo questa faccenda e ci lasciamo tutto alle spalle.”
“Mh, quindi non mi prendi in giro? Davvero?”
“Sì, te l’ho detto. Ma ora non perdiamo altro tempo. Regola uno: d’ora in poi, dovrai sempre tenere la porta aperta. Voglio vederti sempre, qualunque cosa tu faccia.”
“Ma…ma…anche quando dormo? E quando faccio la pipì?”
“Sì, SEMPRE. Se non ti va dillo subito e la chiudiamo qui.”
“No no no mi va, accetto!”
“Ok. Regola due: puoi fare ciò che vuoi con i miei indumenti. Ma dovrai sempre fare tu il bucato, anche quando lascio la roba in giro. Pulisci, riordini, se vuoi ti masturbi, ma poi devi lavare tutto.” Quella era un’ottima regola, Marta odiava da sempre sistemare la sua roba, metterla in lavatrice, asciugarla e rimetterla a posto.
“Sì certo, non c’è problema faccio tutto io!”
“E infine, regola tre…” disse Marta togliendosi le scarpe e abbassandosi i jeans…”adesso lecca la mia fica, mi hai fatto bagnare.”

Ale non credeva ai propri occhi, alle propie orecchie, al proprio naso, gli ormoni erano impazziti appena l’amica aveva tolto le scarpe e si era liberato nella stanza un forte odore di piedi.
“Ma…sei sicura? Sicura che posso?”
“Non puoi. Devi. Ho voglia. La regola tre è che posso disporre di te in qualunque luogo, qualunque momento. E dovrai obbedirmi come la più lurida delle puttane.”
Ancora non ci credeva, in un attimo tutte le sue fantasie si stavano trasformando in realtà…Alessandra dapprima titubante, poi più decisa, si avvicinò alle mutandine viola di Marta che emanavano quel classico odore di sesso femminile bagnato, così sporco, così inebriante…
Iniziò a leccarla da sopra le mutandine, prima passando la lingua ai bordi dell’elastico, poi direttamente al centro della fessura. Era bagnatissima. Adorava il suo odore, il suo sapore, quel tessuto era pregno sia di sudore che di umori di fica e più leccava più voleva spingersi in profondità.
Era chiaro che l’intimo ormai fosse di troppo, quindi Marta spostò leggermente di lato quell’ultimo lembo di tessuto che separava la sua fessura della bocca dell’amica, sospirando, in preda al piacere.
“Mmmmh sei bravissima…ora la tua lingua è libera, affondala più che puoi…fammi godere sul serio.”

Questa è la prima parte di un racconto su commissione, scritto utilizzando idee e personaggi del richiedente.
Per commenti o altro scrivere a martalma2000@hotmail.com

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