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Racconti Erotici Lesbo

Quando una chat ti cambia

By 15 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Un sabato, alcuni giorni dopo quel nostro incontro amoroso, ero a casa di Manuela, a pranzo con i suoi. Nulla era trapelato del nostro rapporto, ormai facevamo coppia, ma lo sapevamo solo noi due!
Dopo pranzo siamo andate in camera sua e a parte qualche bacio, qualche carezza sul seno, nulla potevamo fare di piu perché c’erano i suoi genitori. Così abbiamo deciso di aprire internet e di divertirci a chattare un po.
Abbiamo scelto la chat che ci ispirava di piu e siamo entrate nella stanza ‘Lesbica 2’ col nick ‘Stelledelcielo’.
C’era una lunga sfilza di nick, quasi tutti al femminile, che di femminile non avevano in realtà nulla come ben presto ce ne siamo accorte! Erano quasi tutti maschietti che si fingevano ragazze per attizzarsi un po e magari masturbarsi sulla poltrona davanti al pc.
Scoraggiate, stiamo per andarcene, quando ci clicca in privato una certa Chiaretta. Sarà l’ennesimo segaiolo, pensiamo, ma proviamo a rispondere e vediamo cosa succede, diciamo.
Il nostro interlocutore si presenta come Chiara che abita a Milano, vicino a noi, che ha 20 anni, quasi nostra coetanea, che &egrave lesbica e che cerca amicizie prima virtuali e poi magari anche reali.
Il discorso si sviluppa molto divertente, tenero, per due ore circa, dopo di che ci salutiamo con la promessa di risentirci in chat il giorno dopo.
Quella sera torno a casa, dopo aver passato il pomeriggio in centro con Manuela, ma avevo la mente distratta, pensavo alla misteriosa chatter, pensavo che sarei rimasta molto delusa se si fosse trattato di un ragazzo, era simpatica, vivace, intelligente’ ma sentivo dentro di me una sensazione particolare, ero sicura che poteva essere davvero una ragazza. Arrivata a casa accendo il computer, apro la chat per vedere se c’era Chiaretta’ no non c’era, con un poco di mia disillusione. Lascio comunque ‘appeso’, come si dice in gergo chatter, il nostro nick, e me ne sono andata a cena.
Dopo un’ora torno e vedo un messaggio di Chiaretta che mi aveva chiamata in privato..- Ciao..con un cuoricino ‘
Affannata e felice le rispondo subito..- Ciao!
Pochi secondi dopo mi risponde con ‘ Sono felice di incontrarvi cosi presto!
– Veramente sono solo io, Ale, ti dispiace?
– No..affatto !
La nostra conversazione si protae fino quasi all’una di notte. Questa volta gli argomenti sono piu profondi, piu intimi, piu eccitanti.
Quasi alla fine del nostro lunghissimo discorso mi scrive:
– Ci scambiamo il cell?
Oddio, penso, cosa faccio ora? Ma il mio istinto prende il sopravvento e rispondo:
– Si certo, il mio &egrave 338*******
– Il mio &egrave questo 333*********
Quando chiudiamo il mio cuore batte forte, ma anche l’angoscia per questa sorta di tradimento verso Manuela mi fa star male. Sono assorta in questi pensieri quando il trillo lontano del cellulare mi fa voltare di scatto; lo cerco affannosamente, lo prendo dalla borsa senza nemmeno guardare il numero..
– Pronto’
– Ciao’ –
Una voce chiara, cristallina ma nello stesso tempo sensuale, mi manda in piena confusione.
– Ciao’riprende’sono Chiara!
– Oh.. ciao! ‘ le rispondo. Sono le sole parole che sono riuscita ad emettere, presa dalla meraviglia di quella telefonata cosi improvvisa, ma che forse nel mio subconscio speravo mi arrivasse!
– Spero di non averti disturbata, ma ero sicura che tu non dormissi ancora, abbiamo appena finito di chattare’
– No no nessun disturbo, figurati.
La mia emozione nel parlarle era fin troppo evidente, ma cercavo di mascherarla con qualche forzato sorriso.
Ma la sua schiettezza, la sua naturalezza nel parlare, la sua simpatia che già erano trasparenti nel mondo virtuale, mi hanno talmente coinvolta che la mia timidezza, il mio stupore sono ben presto scomparsi per far luogo alla mia consueta vivacità, come se ci conoscessimo da chissà quanto tempo.
Dopo un’ora abbondante di telefonata, ci auguriamo la buona notte, con la promessa da parte mia di non dire nulla a Manuela e di rivederci quella sera in chat tutte e tre.
Il mio sonno &egrave stato agitato quella notte, non solo perché ero andata a letto alle due passate, orario del tutto inconsueto per me, non essendo una discotecara, ma soprattutto perché la mia mente era ormai affollata da dubbi di ogni sorta, dalla paura di commettere un enorme sbaglio, dalla consapevolezza di aver intrapreso una strada che poteva essere senza ritorno. Ma la voglia di provare un qualcosa di nuovo, di diverso, mi stava portando là, verso quel salto nel buio che poteva nascondere mille insidie o un eden.
Passarono alcuni giorni, fra chattate a tre e telefonate a due; il rapporto fra me e Manuela continuava come se niente fosse, ma anche il rapporto fra me e Chiara stava crescendo giorno dopo giorno, sempre piu in confidenza, sempre con maggiore schiettezza, con telefonate sempre piu lunghe e col dispiacere di doversi salutare sempre maggiore.
Tutto questo accadde finch&egrave un venerdi pomeriggio, mentre avevo terminato il pranzo e dovevo vedermi con Manuela per lo shopping, suona il cellulare. Vedo il numero..&egrave Chiara, orario inconsueto per una nostra telefonata, ma sono ugualmente felice.
– Pronto..ciao! – la mia voce tradiva la sorpresa, ma anche la felicità.
– Ciao! Scusa l’orario’
– Ma figurati dai!
– Senti ti rubo solo un attimo, volevo dirti una cosa’
– Dimmi tutto’- Il mio cuore, a quelle parole aveva iniziato ad agitarsi’
– Volevo dirti, sempre se ti va, se domani tu volessi venire a Milano, i miei non ci sono domani e quindi potremmo conoscerci un po meglio.
– Ah’ – Non mi era riuscito a dire altro per la sorpresa; un misto di agitazione ed emozione mi aveva scossa e una morsa allo stomaco tradiva i miei pensieri di quel momento che si erano concentrati in un secondo sia su cosa mi poteva aspettare a Milano sia su Manuela con la quale passavo sempre il sabato.
– Ma se non ti va, scusami ‘ continuava a ripetere Chiara ‘ forse sono stata troppo precipitosa..
– No no, le rispondo subito, a me va bene!
– Davvero?
– Si sono contenta di conoscerti’e poi Milano &egrave una città che mi piace molto!
In questa frase, un po scontata, stavo cercando inconsciamente di mettermi un po sulla difensiva; dicendole che Milano &egrave una bella città era sottinteso che volevo passeggiare con lei per il centro e che ci saremmo limitate a quello.
– Bene, dai, senti mi sono permessa di consultare l’orario dei treni da Pavia; ti sconsiglio di venire in auto perché Milano &egrave troppo trafficata; hai un treno comodo alle 8.38 e arrivi a Milano alle 9.20
– Va bene, oggi vado a prendere il biglietto.
– Io ti aspetto sul binario.
– Ma..senti come ti riconosco??
– Ci siamo già descritte, io avrò dei jeans viola, scarpe ginnastica argentate una camicetta rosa. Sarò inconfondibile! Tu scendi dall’ultimo vagone, cosi ti saprò riconoscere, ma tu come ti vestirai?
– Io mi metterò dei pantaloncini bianchi, scarpe da ginnastica e maglietta rossa.
– Bene! A domani allora!
Una strana euforia mi prese e uscii subito per andare a comprare il biglietto. Poi il pensiero improvviso di Manuela, che scusa potevo adottare per non dirle niente? Sentivo la mia coscienza che mi stava rimproverando ma d’altra parte sentivo il mio istinto che mi stava spingendo a correre a comprare quel biglietto.
Un’ora dopo ero già a casa con il biglietto in tasca.
Quella sera uscimmo io e Manuela, prima una pizza, poi siamo state in auto a parlare, a parlare, a baciarci, a masturbarci ma il mio cuore non impazziva di gioia come le altre volte, era troppo distratto, distante, e la cosa mi stava procurando una grande tristezza perché l’ultima cosa al mondo che volevo era dare un dispiacere a Manuela.
Ma nello stesso tempo mi stavo convincendo che in fondo non stavo facendo nulla di male, sarei andata solamente a Milano a trovare un’amica di chat e che non avrei fatto nulla di più; questa convinzione mi aveva sollevata di morale e mi stava spingendo ad amoreggiare con Manuela con piu foga; le mie dita ora accarezzavano le sue labbra e il suo clitoride con maggiore amore mentre le nostre lingue si intrecciavano avidamente e la nostra saliva si mischiava; i nostri sguardi allegri si incrociavano di tanto in tanto, per poi tornare a chiudere gli occhi e continuare a baciarci e a tormentare il nostro sesso fino a che copiosi orgasmi non ci fecero abbandonare l’una nelle braccia dell’altra.
Guardandomi improvvisamente negli occhi, Manuela, con uno sguardo fra il serio e l’allegro, mi disse:
– Ale, sono innamorata di te!
Io fissandola negli occhi, vedevo nel suo sguardo la sincerità di quella affermazione e la cosa tornò a farmi stare male.
La abbracciai teneramente, appoggiammo le nostre teste una a fianco dell’altra e le sussurrai’- Anche io sono innamorata di te!
Ma la gioia che avrei provata in quel momento così magico e importante, era in gran parte svanita per quel segreto che stavo tenendo dentro di me.
Tornammo a baciarci, le nostre dita tornarono a introfularsi fra le nostre labbra e quando erano impregnate dei nostri umori ce le mettemmo l’una nella bocca dell’altra per assaporare fino in fondo i nostri sapori che ci inebriavano di piacere.
Era da poco passata la mezzanotte e non sapevo ancora che scusa inventare con Manuela e quasi mi stava venendo in mente di rinunciare al viaggio a Milano, quando fu Manuela, quasi con le lacrime, a dirmi che non potevamo vederci quel fine settimana perché doveva andare via con sua mamma a trovare i nonni in campagna.
Una gioia incontrollata dentro di me mi prese, ma facendo finta di nulla le dissi di non preoccuparsi, che mi dispiaceva ma che ci saremmo rifatte in settimana. E aggiunsi:
– Ti dispiace se domani faccio un giro fuori città? So che hanno aperto un nuovo centro commerciale vicino a Milano e volevo andarci.
– No tesoro figurati, fai bene! Ti prometto che quando torno sarò tutta per te!
Andai a dormire felice, mentre avrei dovuto essere triste; questa ambiguità di sentimenti mi rendeva nervosa, ma anche euforica, agitata ma anche consapevole di quello che stavo facendo.
La sveglia del mattino dopo alle 7 mi fece svegliare d’improvviso, forse stavo sognando; una luce diversa si ha negli occhi quando si sta per commettere qualcosa che gli altri non devono sapere, qualcosa di proibito, di scorretto ma che ti fa correre dentro di te scariche di adrenalina che ti rendono iper attiva; una doccia veloce, il perizoma, la maglietta senza reggiseno, i pantaloncini, le scarpe da ginnastica, la colazione ed esco.
Accendo il cellulare e un messaggio mi arriva subito.. * A presto, stazione binario 8 ‘ Chiara*.
Le rispondo..- Tutto ok, sto andando a prendere il treno*
Cancello i messaggi sia in arrivo che in uscita in modo che non ce ne sia traccia e corro alla stazione.
Salgo sul treno, i minuti che ormai mi separano dall’incontro con Chiara stanno scorrendo veloci, l’ansia e la preoccupazione mi fanno sudare, cerco di distrarmi guardando fuori dal finestrino, ma non vedo il paesaggio, non vedo nulla, i miei occhi sono immersi nei pensieri; il treno corre veloce, strano a dirsi &egrave puntuale, arriva addirittura con un minuto di anticipo a Milano Centrale, i pendolari non crederanno ai loro occhi.
E’ il momento’sono nell’ultimo vagone, lascio scendere tutti, faccio un respiro profondo, scendo i tre scalini del vagone, sono sul marciapiede, nella calura della stazione centrale di Milano, l’altoparlante sempre in funzione, l’odore acre dei binari caldi, lo stridio lontano dei treni in arrivo e in partenza, il mio sguardo che guarda attentamente sul binario ed ecco’ una figura femminile, sorridente, che cammina controcorrente rispetto ai viaggiatori scesi dal treno, coi suoi jeans viola, cammina spedita verso di me. Mi fermo un attimo, un mio velato sorriso &egrave rivolto verso di lei, riprendo a camminare, ci incontriamo.
Un bacio sulla guancia e un -Ciao!- suggellano il nostro incontro.

Segue’.

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