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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Lesbo

Storie su commissione

By 29 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo aver pubblicato un primo racconto che mi era stato chiesto da un mio lettore, ricordo che mi aveva scritto un uomo sulla 50ina, forse qualcosa di più.

Mi aveva colpito e avevo scritto subito un racconto che lui aveva approvato freneticamente, forse perch&egrave nella parte finale chiedevo a qualsiasi Mistress o Padrona di scrivermi per poi mettere in contatto quest’uomo con la donna dei suoi desideri.

Mario, lo chiameremo così (Non ricordo il suo nome), ha vissuto sempre una vita borghese, semplice e senza complicazioni di alcun genere. Però la sua vita &egrave sempre stata ordinariamente piatta, ha sempre avuto un vuoto che non riusciva a colmare. Pur avendo una moglie che lo ama, pur avendo uno stipendio fisso, certezze solide nella sua vita, una bella famiglia…Mario non si accontenta; o meglio, sente che manca una componente nella sua vita. Sente delle pulsioni, forti, qualcosa che non ha nemmeno il coraggio di chiedere alla moglie ma che, strisciando, va’ cercando di elemosinare in giro per il web.

La notte sogna una donna decisa, che lo leghi nel letto, picchiandolo e portandolo ad un passo dall’orgasmo senza però mai farlo venire. Spera di venir picchiato, di portare i segni della sua donna sul corpo, come uno schiavo ammaestrato, come un animaletto da compagnia usato per sfogo. Mario sogna, ma in pratica non ha nulla. Scrive a Padroni sperando di trovare quello che non ha mai trovato. Supplica una sessione in cui farà di tutto, anche su skype, basta solo organizzarsi senza sua moglie.

Mario, un povero schiavo senza padrona. Un sognatore con una terribile realtà. Vorresti essere legato sia fisicamente che legato ad una padrona, allegoricamente.

Ma non solo legato, immagini la tua Dominatrice bella, formosa, inarrivabile. Una Donna, molto più bella di tua moglie, che ti faccia impazzire e che sia la tua Dea, una sorta di rapporto malato, lo sai. Ti faresti fare di tutto, ti immagini legato al letto, bendato ed abbavagliato. L’eccitazione cresce e sai che a breve la tua Dea alzerà il frustino per colpirti, ne sei sicuro, e mentre senti il movimento dell’aria, avverti quel suono acuto dello sferzare del cuoio….

…Ti svegli, di soprassalto. Tua moglie ha appena spento la tua sveglia con un movimento repentino del braccio:
“Ehi buongiorno! Devi andare a lavoro”. Risvegliandoti frastornato ti accorgi di avere un erezione incredibile e, ancora confuso dal tuo sogno, cerchi di ricordare la tua Dea, che il tuo crudele destino non ti fa’ ricordare, forse perch&egrave proprio non c’&egrave. Cosa distingue una donna di successo da una donna mediocre? Probabilmente nulla, anzi le possibilità che ha avuto nella sua vita. Molto spesso troviamo nel mondo il Clich&egrave delle persone che non meritano un posto eppure lo detengono. E cosa distingue quindi questi uomini o donne da altre persone?

Antonella &egrave sempre stata una donna che si reputava forte, indipendente e dinamica. Una di quelle donne da conquistare, che molti uomini vedono come una dea o un oggetto inarrivabile. Dalle curve mozzafiato, una quinta di seno e un sedere dolce ma a mandolino, Antonella non passa mai inosservata, sopratutto per le abbondanti scollature che propone spesso il suo outfit. Inoltre cerca sempre di vestire elegante e ben truccata, non dimenticando maipiccoli particolari nel suo abbigliamento. Antonella si &egrave sempre reputata forte, fin troppo, ma oggi si trova a quattro zampe, con il collare del suo vecchio cane metre la sua domestica la fa’ zampettare per casa con le tette che le ballanzolano.

Antonella &egrave eccitatissima, ha scoperto questo lato della sua sessualità che non credeva. Torata a casa dal lavoro, nella sua villa, per caso &egrave entrata a casa con le scarpe sporcando tutto il pavimento del primo piano. La sua domestica, Denna, una straniera che Antonella ha sempre disprezzato, non ha più resistito. Sbraitando male ha iniziato ad attaccare un attonita padrona di casa che ben presto ha invetito i ruoli.

“Ma cazzo, io pulisco per terra tutto giorno. Tu cazzo torni a casa, non pensi che c’&egrave zerbino e smerdi tutto in giro? Io adesso incazzata nera, faccio vedere a te cosa faccio”

La forza di Antonella si sgretola, si sgretola in un attimo. Pur avendo conquistato e lottato per quello che voleva nella vita si rende conto che ha trovato una persona ben più forte di Lei. Si rende conto di non essere davvero forte nella vita di tutti i giorni, ma di essere soltanto prepotente, di riuscire a mettere con le spalle al muro persone e datori di lavoro. Ma adesso, appena Denna ha iniziato ad urlare si trova in uno stato di paura mista ad euforia. Nessuno si &egrave mai permesso di dire efare certe cose a Lei, la donna perfetta.

“Mi dispiace, sono molto stanca e non ci ho pensato, scusami Denna!” Replica abbasando lo sguardo e guardando tutta la terra che ha lasciato sul pavimento del pian terreno.

“Adesso io incazzata. Adesso io farò anche licenziare me, ma adesso io punire te per quello che hai fatto. Io lavorato tutto il giorno, sistemato tua gigante e stupida casa, e questo &egrave tuo ringraziamento troia?!”

Antonella inizia ad avere paura, si rende conto di non riuscire a gestire Denna, appena sente licenziamente prova un brivido lungo la schiena pensando di poter replicare al fuoco. Ma appena sente che a Denna non frega niente capisce di aver perso forse l’unica leva che aveva a sua disposizione. Sbiascica ancora delle scuse che sono piuttosto incapibili. Vuoi la stanchezza, vuoi il calo dei nervi del lavoro, si &egrave fatta prendere in contropiede, e adesso &egrave Denna a gestire le danze.

“Allarga gambe, metti braccia dietro a testa, tu adesso sei mia”

“Dai Denna, scusami, non fare così”

Denna si avvicina minacciosa, prende una tetta di Antonella e la strizza, forte, per il capezzolo e senza aspettare n&egrave vedere una reazione gira Antonella e inizia a sculacciarla. Antonella soffre, ma ansima, e concentrandosi sul suo corpo si rende conto di bagnarsi, di eccitarsi per questa situazione di sottomissione.

Denna inizia a strapparle il tailleur che con tanta cura sta mattina aveva scelto per apparire elegante a quel pranzo di lavoro con i soci giapponesi. SI rende conto che Denna la sta facendo cascare nuda, per terra, a gattoni. E dopo pochi secondi Antonella sente un guinzaglio attorno al suo collo, Denna sembra abbia trovato il vecchio guinzaglio che lei teneva come ricordodel suo cane d’infanzia. Si sente umiliata, sporca, usata, ma si sente terribilemnte bagnata. Sperando che Denna non la veda si passa una mano sulla sua fessurina trovandola bagnatissima. Non crede a ciò che sta succedendo, le sembra assurdo essere tanto bagnata per una situazione surreale.

“Adesso cagna tu vieni a pulire con me” Lilia, Serena, Veronica e Tania non sono mai state molto unite pur frequentando lo stesso Liceo. Non sono mai state le classiche amicone inseparabili e anzi, spesso, non si sopportavano guardandosi con disprezzo fuori e dentro la scuola nei loro pochi incontri dettati dalla routine. Lilia delle quattro &egrave quella con il fisico più sexy, alta, bionda, la classica Barbie sexy pronta a soddisfarsi e a soddisfare il sesso opposto, regalandosi, letteralmente, a chiunque voleva avere un’ora di divertimento e a darle lo stesso tempo. Serena invece &egrave una ragazza dai capelli rossi, con un viso che ti rapisce fin da subito, un fisico asciutto ma meno sexy di Lilia. Serena &egrave la classica ragazza acqua e sapone su cui tutti gli studenti fantasticano ma che &egrave sempre fidanzata e mai disponibile. A differenza di Lilia Serena non si concede a tutti, ma se solo le lenzuola e le macchine dei suoi ragazzi ed Ex potessero parlare si potrebbe scrivere sicuramente più di qualche film a luci rosse. Serena ha il vantaggio di essere una ragazza modello, di conseguenza nessuno sa, anche se molti parlano, della sua fama, di come lei poi sia sotto le lenzuola, caratterialmente…Una ragazza da scoprire!
Veronica e Tania sono le due classiche amiche cuscinetto delle due “reginette” della scuola. Più in carne anche se comunque due ragazze molto carine. Della compagnia di ragazze forse quelle che vengono notate meno, anche se probabilmente, conosciute a fondo, potrebbero essere più interessanti, simpatiche ed intelligenti delle altre due star.

Tutta la storia nasce Dalla professoressa Baxa, una professoressa vecchia, brutta e parecchio iraconda. La professoressa in questione ha sempre desiderato avere delle schiave, ha sempre cercato di incastrare delle ragazze in situazioni equivoche, cercando di trovarle a fumare nei bagni, piuttosto che fleurtare nei corridoi in angoli più nascosti. La Baxa non &egrave mai riuscita nel suo intento e, come un avvoltoio spennacchiato, ormai da anni gira per la scuola, appena non ha lezione in classe, nella speranza di beccare una studentessa per incastrarla in un vortice di perversione e sottomissione.

La storia inizia un lunedì mattina, uno di quei giorni uggiosi nei quali non si ha voglia di vivere, ma nei quali animali come gli avvoltoi sono appolaiati sui rami di grossi alberi pronti a sfruttare l’occasione migliore per intervenire e spolpare fino all’osso carcasse inermi o animali morenti. La professoressa Baxa aveva il suo ramo vicino al bagno del terzo piano dell’istituto, bagno che, sapeva, essere usato spesso dalle ragazze come sfiatatoio per delle sigarette che facevano rischiare la sospensione e l’essere rimandati di tutte le materie a Settembre. La Baxa &egrave sempre stata fin troppo orgogliosa di questa regola che per anni Lei stessa aveva insistito per inserire perfino nel POF come una delle attività della scuola. La Baxa quindi era forse una delle professoresse che più cercavano degli studenti o meglio, delle studentesse, che trasgredissero una regola che era ormai diventata così ferrea.

Quel Lunedì mattina Lilia e l’amica Tania avevano saltato di proposito la prima ora nascondendosi e sgattaiolando alle 8 nel bagno del terzo piano. Lilia, fregandosene di tutto e tutti, un po’ come faceva sempre, decise di accendersi una sigaretta, dimenticandosi però, di aprire la finestra che serviva, appunto, da famoso sfiatatoio e che aveva donato questo soprannome al bagno guasto da molto tempo e quindi usato per tutt’altri scopi. Il bagno in poco tempo si riempi dell’odore intenso del fumo e, soltanto dopo la seconda sigaretta Lilia, imprecando, si accorse che la finsetra fosse chiusa. Presa dal panico la aprì di scatto, facendola scattare verso il basso e facendo un frastuono piuttoso forte, sicuramente udibile da chiunque fosse passato nel corridoio fuori dal bagno. E, come tutti sanno, dato che la legge di murphy ci vede più che bene la Baxa in quel momento aveva appena faticosamente salito l’ultimo gradino delle scale e stava girando, con il fiatone, verso il bagno, nella speranza di trovare il suo sacro graal. Quel giorno la professoressa Baxa, dopo anni di ricerche, trovò ciò che voleva.
Il rumore le diede nuove energie, affrettò il passo per arrivare il più velocemente possibile al bagno e aprì di scatto la porta trovando una Lilia rivolta verso la porta e Tania nascosta dentro un bagno. Tania, quasi scherzosamente si era nascosta per prendere in giro Lilia, che aveva combinato un macello con la finestra. Entrando la Baxa nota solo Lilia, la squadra da sotto i suoi fondi di bottiglia e inizia a dire:

“Cosa abbiamo qui? Una studentessa fuori dalla classe in orario scolastico? Bene bene, dimmi Lilia, sei pronta ad essere sospesa?” Disse la Baxa indicando la sigaretta accesa che Lilia aveva appoggiato sul davanzale della finestra e che, tutt’ora stava bruciando come dell’incenso esotico.

“…Prof…Io…No la prego, non lo faccia…”

“E spiegami, cosa dovrei fare?”

“Prof, io non posso essere sospesa…I miei genitori mi distruggerebbero…La prego, mi dica cosa posso fare, io…Ho fatto una stupidaggine…La prego, la imploro!”

La Baxa, per quanto l’immagine sia raccapricciante, stava iniziando ad eccitarsi. Un ghigno malvagio si formò sulla sua bocca, e nella sua testa le fantasie di una vita, relegate in un angolino buio del suo cervello, iniziavano a venir spolverate e a diventare sempre più chiare nella sua testa.

“Beh mia chiara-gracchio la docente- d’ora in poi tu sarai la mia schiava personale, se non dovesse essere così verrai sospesa. E per sicurezza, adesso, ti scatto una bella foto”. E prendo velocemente lo schermo del suo smartphone prese Lilia in un tentavio fin troppo goffo di prendere la sigaretta e buttarla a terra. Scattò poi una foto del piede di Lilia mentre spegneva la sigaretta ed un ulteriore foto della sua scarpa bianca sporca di cenere.

Era fatta, la Baxa aveva incastrato Lilia e oramai lei era bloccata. Era in completo potere su Lilia e resasi conto della situazione iniziò a dire:”Adesso ti inginocchi e mi lecchi le scarpe, piccola impudente!”

Tania sentendo queste parole si fece scappare un urletto, impaurendosi a tal punto che temeva anche Lei di finire nella stessa situazione di Lilia. La baxa interrompendo subito la situazione aprì si colpo la porta trovando Tania con il pacchetto di sigarette in mano e un accendino nell’altra. Tania bloccata dal panico si rese conto troppo tardi che il flash della fotocamera l’aveva immortalata mentre metteva davanti agli occhi il pacchetto di sigarette e l’accendino.

“E adesso siamo a due schiave, dimmi Tania, tu come la vedi una sospensione?”

“…Io…No…La prego…I miei mi distruggerebbero, non potrei più uscire!”

“E allora pulitemi le scarpe, entrambe, voi due, piccole sfigate, adesso siete le mie schiave, voi due adesso verrete a cercarmi ogni giorno e, nel caso non veniste, farò pervenire le foto che fumate in presidenza. E da quel momento in poi, la vostra vita diventerà un incubo. Adesso inginocchiatevi, SUBITO!”

Le due ragazze, guardandosi negli occhi e abbassando lo sguardo si inginocchiarono. Avvicinarono le loro bocche alle scarpe della professoressa e iniziarono a leccare quelle vecchie scarpe che puzzavano di pavimento, di sporco e di stantio. Le due ragazze, ora, erano incastrate, ora le due ragazze erano appena diventate delle schiave della più becera professoressa della scuola che, fino a quel momento, aveva messo una maschera per nascondere il suo vero carattere.

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