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Racconti EroticiTradimentoVoyeur

Da vergine a troietta in pochi giorni- terza e ultima parte

By 25 Gennaio 2022No Comments

Quell’interruzione gli aveva permesso di rinviare l’orgasmo e per non rischiare una improvvisa sborrata lo tolse subito dalla bocca. Le chiese e si fece leccare lungo il tronco del pene e poi invitandola con la mano e con le parole la fece dedicare ai suoi testicoli. Cristina li leccava uno alla volta e li succhiava. Ogni tanto sollevava il viso per vedere la reazione di lui sino a quando lui le disse: continua così che mi sento gonfiare tanto, è tutto da mettere nella tua topina. Voglio farti fare tanta cremina da metterti dentro.
Non pensavo potesse essere così delicato ad esprimersi , ma cosa volesse fare era chiaro.
A Cristina avevo detto di fare tutto quello che faceva con me , ma non l’avevo autorizzata a farsi venire dentro.
Pensai che Alfredo stesse andando fuori di senno. Mai avrebbe potuto nemmeno sognare quel che stava avvenendo. Quell’ angelo di ragazza inappuntabile, dolce e fresca si stava dimostrando una vestale ed una geisha del sesso; era un reale sogno erotico.
Si fece leccare le palle per alcuni minuti poi se le toccò con le dita. Disse: adesso sono dure e piene come voglio io e posso scoparti come piace a me.
La fece spostare al suo fianco, viso al soffitto, e allargandole le gambe si stese su lei. Le disse: ti voglio così. Lei aprì ancor più le gambe per meglio accoglierlo.
Il cazzo di Alfredo scivolò nella sua intimità che si accinse a scoparla alla missionaria. Il suo viso su quello di lei. Le bocche e lingue unite quando Cristina alzò le gambe cingendolo ai fianchi le sussurrò: brava.
Il grosso cazzo di Alfredo la fece felice. Certamente la riempiva e le toccava punti della passera come io non avrei mai potuto fare. Queste diverse sollecitazioni la fecero gemere di piacere e la indussero a dire cose che mi resi conto non avrei voluto sentire : si ,si cosi , mi riempie tutta ahh mi piace.
Poi Alfredo la fece spostare facendole tenere sempre le spalle su letto , ma con le gambe orientate a me . Lui mise i piedi a terra mettendo le gambe di lei intorno ai fianchi. Mi faceva vedere come il suo cazzo entrasse aprendole la vagina e come ci venisse risucchiato per poi uscirne circondato dalle sue grandi labbra.
Aveva messo le mani aperte sotto il suo culetto e glielo stringeva per tirarla meglio contro il suo pene .
A volte entrava ed usciva velocemente e a volte si muoveva lentamente fermandosi in fondo riempendola tutta .Ogni tanto si chinava su lei che pareva impazzita dal piacere e muoveva il capo come un’invasata. In quelle occasioni la bocca di Cristina era invasa dalla lingua di Alfredo e solo in quei momenti Cristina , impedita, non esprimeva il piacere che stava provando.
Ad un certo punto Alfredo la spinse più in la sul letto distendendosi anche lui sul letto. Il suo cazzo fece un po’ di rapide entrate ed uscite poi sempre tenendo la bocca sulla sua si puntellò sulle ginocchia sollevando il cazzo dalla vagina. Lo estrasse completamente rimanendo con il cazzo teso a pochi centimetri dall’entrata. Lo fece certamente per me perché mi permise di vedere come le avesse aperta la passera. Gliela aveva aperta davvero per bene.
Rientrò in lei. Aveva una grande resistenza era quasi mezzora che la limava.
Prese a scoparla ad un ritmo costante e con sorpresa Alfredo senti il tocco della mano di lei accarezzargli i testicoli dandogli ancor più piacere. Le disse: così mi fai venire subito.
Lei staccò la mano dai testicoli portandola con l’altra sulle spalle di lui e tirandolo a se disse: vieni , vieni adesso, Vieni pure non ne posso più; io sto continuando a venire mi sento che mi fa male la passera.
Alfredo disse : vengo .
Catturò ancora la sua bocca spingendogli la lingua più a in fondo che poteva.
Non potevo ancora credere che lo facesse venire in lei A quel punto mi aspettavo che Cristina si spostasse per farlo eiaculare con la mano , o con la bocca o non so , per evitare che venisse dentro lei, ma non andò cosi
La teneva per i glutei tenendola schiacciata contro il pube facendole sentire tutta la forza delle sue spinte . L’uccello ormai andava dentro a ruota libera come un treno rapido in galleria.
Cristina era sopraffatta da quel cazzo che le riempiva la vagina dandole continue scosse di piacere che si trasmettevano al cervello
Alfredo capiva di averla in suo possesso. Disse: sborro, ti riempio la passerina. Non le chiede ancora se fosse protetta
Io ero teso ad aspettare cosa sarebbe successo e vidi Alfredo portare la mano sotto il culo di Cristina, il suo dito indice si poggiò sulla rosellina un istante e si infilo velocemente su per il culo. Fu un ultimo colpo di grazia; Cristina emise un lungo ooooh e venne. Le contrazioni della passera dovettero carezzare profondamente il cazzo di Alfredo intanto emetteva storpiati suoni che non decifrai , ma gli spasmi incontrollati del suo corpo dicevano che stava avendo un grandissimo orgasmo.
Alfredo, che era di già al limite, sottoposto all’ulteriore sollecitazione si stava lasciando andare, ma voleva di più
Disse : troia, sei la mia troia
Sentii bene lei che diceva : no ,no. Ma i movimenti del cazzo di Alfredo divennero più veloci e quel no cessò diventando un si, si, continua, vengo ancora
E lui : sto venendo ti riempio e lei persa nel suo godimento: si, si, riempila, vengoooo. Alfredo aspettava solo questo; lo vidi inarcarsi e fermarsi con il cazzo in fondo alla vagina . Vedevo le contrazioni del suo culo che mostravano come stesse eiaculando in lei e le mani di Cristina che gli stringevano i .glutei come per fargli spingere il cazzo e il suo seme ancor più in profondità . Dalle numerose contrazioni che vidi doveva averne messo davvero molto di sperma .
Dopo la giusta pausa Alfredo lo fece uscire dalla fighetta che tanto piacere gli aveva dato e poi lo fece rientrare lentamente due o tre volte come a favorire l’ espulsione di residui di sperma ancora nel suo uccello
Poi rimasero immobili incastrati . Uniti cazzo e vagina, bocca e bocca Solo dopo quando il pene mollo scivolo fuori dalla vagina Alfredo si spostò al suo fianco e le alzò allargando le gambe verso me per farmi vedere come l’aveva riempita. La tenne cosi per un pò tanto che potei vedere parte dello sperma di Alfredo che usciva dalla vagina.
Attendevo . Mi chiedevo se fosse finita.
Non era finita
Dopo un po’ Alfredo si spostò portandole il mollo uccello alla bocca: puliscilo troia, succhialo. Una sottomessa Cristina glielo succhiò pensavo per pulirlo, ma poi lui la fece girare ed inginocchiare tra le cosce e da pulizia divenne un vero pompino. Poi Alfredo la sposta e si mette davanti a lei alla pecorina. Lo guardiamo stupiti
Lui : leccami il culo e segami.
Inginocchiata sul letto Cristina ha davanti le sue natiche. Alfredo prendendosi le chiappe tra le mani se le allarga facendo bella mostra del suo ano. Cristina guardava stranita ,non si aspettava di dover leccare un buco del culo non l’aveva mai fatto a me.
La sua voce la esortò: allora cosa aspetti? Lecca bene.
Io non esistevo più per lei che si chinò sul culo di Alfredo e aperta la bocca cominciò a leccare l’ano. La lingua si muoveva veloce e Alfredo la incitava a continuare dicendole brava e mettendo la mano indietro prese quella di Cristina portandola avanti sul suo cazzo che si era rinvigorito. Cristina era impegnata a leccargli il buco del culo mentre con la mano lo segava da dietro e Alfredo si godette quel trattamento per alcuni minuti.
Io seduto guardavo, la sorpresa mi aveva fatto mettere di fumare e mi dicevo che la perversione umana nel sesso è infinita.
In quel momento mi chiedevo delle sensazioni che stava vivendo Cristina
Poi Alfredo le disse di smettere e la fece spostare perchè potesse succhiargli il cazzo
Le disse : adesso un bel pompino che poi ti inculo, queste furono le sue parole
Cristina gli stava facendo un pompino a regola d’arte come le avevo insegnato . Lo succhiava e gli accarezzava le palle stringendole delicatamente poi scese con la lingua succhiando anche quelle. Poi con sorpresa di Alfredo, non mia che l’avevo addestrata , gli infilò la falange di un dito nell’ano che aveva precedentemente leccato. Alfredo sobbalzò ma fu un sobbalzo di piacere.
Lui godeva forse più per quello che l’aveva indotta a fare che per il piacere fisico provato. Disse: basta adesso voglio il tuo bel culetto,
Cristina disse: no per favore ,no, l’hai grosso ,mi farai male
Lui: l’hai già preso nel culo?
Silenzio. Cristina guardò verso me che tenni un atteggiamento imperturbabile
Allora chinando il capo disse: si , ma…
E lui indicando me: si, lo so il mio cazzo è più grosso del suo , ma ti piacerà vedrai, dolore e piacere
E guardando me: te lo allargo un po’ cosi sarà ancor più facile entrarci
Pensai : bastardo ma non dissi e non feci nulla. Me l’ero cercata e l’amaro calice, perché ormai avevo capito che era un calice amaro, andava bevuto sino in fondo
Il viso di Cristina denotava paura. Si aveva preso molte volte in culo il mio cazzo ma quello di Alfredo obiettivamente era più lungo e più largo.
Gli disse: Alfredo, era la prima volta che lo chiamava per nome, non credo che sia possibile mi faresti molto male e …
Lui: tranquilla, non sei la prima che prende il mio cazzo nel culetto; fai quello che ti dico e sarà indolore.
Girati a pancia in giù e mentre lei lo faceva le mise un cuscino sotto la pancia; ora il culetto era ben sollevato e la pastiglia dell’ano era perfettamente visibile ed utilizzabile.
Poi le leccò il buchino e si aiutò con le dita per favorire un suo leggero allargamento.
Cristina rimase immobile; era tesa, ma quel trattamento sembrava le piacesse perché la vidi rilassarsi .
Con pazienza Alfredo continuò leccarle il buchino e utilizzando un dito iniziò ad aprirlo. Solo dopo che fu sicuro che Cristina accettasse tranquillamente l’intrusione depositando altra saliva per lubrificare aggiunse un altro dito; qui Cristina ebbe un sobbalzo ma lui la stoppò mettendole una mano sulla schiena e: tranquilla faccio piano.
Mosse le due dita in modo circolare e in profondità; adesso il buchino era diventato un buchetto e vidi come Alfredo si sputasse su una mano ed usasse la sua saliva per lubrificare la punta del cazzo.
Le chiese di aiutarlo divaricando i glutei con le mani. Le mani di lei spinsero i glutei in fuori e si vedeva il forellino leggermente aperto, Alfredo si poggiò e puntò il glande sulla rosellina e spinse; anche se l’ano di Cristina era già avvezzo al mio cazzo la cappella di Alfredo era più grossa della mia e anche se ben lubrificato faceva fatica a penetrare. L’ano resisteva alla penetrazione e allora Alfredo fregandosene delle conseguenze premette spingendo con tutto il peso del corpo
A un forte grido di dolore di Cristina corrispose lo sfondamento dell’ano e l’entrata del cazzo.
Era ormai tardi perché potessi intervenire.
Cristina era schiacciata sul letto, la bocca nel materasso, sbatteva le mani sul letto per il dolore, ma era inchiodata da lui che premeva. Lui si sollevò un attimo come per prendere una rincorsa e spingere ancor più per entrare tutto poi: brava troietta lo hai preso tutto. Sei così stretta che me lo stringi da farmi male; poi cominciò ad andare su e giù lentamente come si dice “a farle il culo”
Non passò molto prima che il suo cazzo si muovesse facilmente nel condotto anale e che Cristina si abituasse all’ingombrante presenza.
Mi accorsi che Cristina non boccheggiava più, le sue mani artigliavano sempre il materasso ma il suo viso non era più stravolto dal dolore e quando Alfredo cominciò a sditalinarla, come facevo io, il dolore fu da lei dimenticato ed il piacere prese il suo posto. Più Alfredo aumentavo il ritmo dell’inculata più il piacere di Cristina aumentava ,
Iniziò a gemere come solitamente faceva durante le nostre scopate si, ahhh siii ,e i suoi urletti si facevano sempre più alti
Per cambiare Alfredo la fece sollevare e disporre alla pecorina nel movimento il suo uccello ha abbandona momentaneamente il suo culo e posso vedere il foro anale; è già ben spannato.
Sembrava una accoppiata animalesca; Cristina aveva la testa poggiata sul materasso con il culo alto che era penetrato dal cazzo di lui che aveva messo le mani sotto di lei e le manipolava le tette. Lei aveva una mano alla clitoride e si masturbava. Presa dalla smania ogni tanto girava al viso a lui che in quei momenti ne approfittava per limonarci.
Cristina non si lamentava più e lui : ti allargo il culo troietta le disse mentre ormai il cazzo entrava tutto e la sua verga più larga alla base le apriva al massimo l’ano; era arrivato dove io non sarei mai arrivato.
Le sussurrò, ma sentii distintamente : ti voglio aprire il culo in due piccola troia.
Lei emetteva urletti, ma non erano di dolore tanto che portò una mano indietro per carezzargli i testicoli.Il dolore si stava tramutando in piacere.
Lui comprese d’averla conquistata e : adesso voglio che mi dici che ti piace.
Si. Si. Mi piace
Perché ti piace?
Cristina era irriconoscibile: perché hai un cazzo grande .
Più di Roberto(io) ?
Si , si, più grosso
Non sentiva più dolore, ma solo piacere, lo sfintere era dilatatissimo e lei godeva.
Lo sfregamento nel culo e il ditalino che si faceva le fecero avere un orgasmo che poterono sentire anche i vicini per come gridò.
Alfredo le disse: mi piaci come godi troietta e senza più a trattenersi si svuotò nel suo culo.
Passarono lunghi secondi prima che Alfredo estraesse il cazzo dal profanato culo. Uscì dall’ano molle trascinandosi dietro parte dello sperma dentro riversato e si affiancò a lei. Il culo di Cristina era esposto e potei vedere lo sfascio che il cazzo aveva provocato prima che l’ano si richiudesse. Era un grande , circolare , foro che dopo il cazzo di Alfredo avrebbe potuto prendere tanti cazzi facilmente.
Pensai inoltre che era stato il secondo uomo a venirle in figa e nel culo.
Non pago Alfredo replicò quanto aveva fatto dopo averla scopata. Le portò il cazzo sporco e mollo alla bocca e se lo fece ciucciare e leccare per ripulirlo dello sperma e dagli umori depositati. Cristina come in trance gli fece il servizio e si fermò solo quando sembrò lindo.
Notai, penso lo notò anche lei, che l’opera di “pulizia” l ‘aveva fatto tornare barzotto quasi pronto per un nuovo “gioco”. Cristina guardò Alfredo come aspettasse nuovi ordini che arrivarono purtroppo.
Visto che sei stata così brava a pulirlo e me lo hai fatto rizzare di nuovo fammi un bel pompino.
Cristina guardò fugacemente verso me ma sembrava che attendesse quello che Alfredo gli aveva chiesto; riprese a succhiarlo con maggior impeto, non era più pulizia, era un pompino.
Alfredo se lo fece lavorare per un po’ poi le disse: mettiti alla pecorina mentre mi spompini, devi essere come una cagnetta.
Cristina obbedì prontamente e il suo culetto era alto a disposizione di chiunque avesse voluto usarlo. Le sue tettine erano visibili e pendenti e Alfredo si occupò subito di loro. Le mungeva come fossero quelle di una vacca provocandole dolore e lacrime, ma il pompino non si interruppe.
Poi, rivolto a me: potresti darmi un elastico? I capelli della troietta mi toccano il cazzo e mi danno fastidio.
Lo trovai e gli porsi l’elastico che usò per raccogliere i capelli a coda girandoli accanto al collo.
Non erano i capelli a dargli fastidio e che voleva vedere bene il viso di Cristina mentre lo spompinava e improvvisamente mi chiese: perché non la chiavi o la inculi mentre mi spompina? Guarda è già pronta.
Effettivamente per come fosse messa Cristina, il culo offerto con i suoi visibili buchi, sembrava attendesse un cazzo.
Ci pensai un attimo, un attimo solo: no risposi, no grazie, non ne ho voglia; finisci quel che stai facendo e poi vai che si sta facendo tardi.
Mi resi subito conto che, sbagliando, avevo usato un tono duro e Alfredo lo comprese e..
Riprese a mungerle ancor più forte le tette e le andava incontro con il cazzo in bocca facendola soffocare
Dai prendilo di più ,succhia, le diceva. Adesso sborro prendilo tutto. Sembrava avesse raggiunto il momento dell’orgasmo quando le disse: guarda il tuo ragazzo mentre ti sborro in bocca . Cristina ebbe un attimo di pensamento ed io pure, ma lui le strinse forte le tette che lei subito girò il viso a me mentre lo succhiava.
Mi fissava negli occhi; durò almeno un minuto questa strana situazione poi Alfredo sborrò tenendole il capo schiacciato sul cazzo per impedirle di sottrarsi e obbligarla ad ingoiare tutto il suo sperma.
Spingeva a soffocarla fino a che ebbe terminato di sborrare poi la lasciò andare; lei rialzò il capo libero respirando come a quando a uno era mancata l’aria.
Alfredo soddisfatto la spostò; rivolto a me: posso fare altro?
Sorrideva.
Dissi incazzato: grazie , è tardi, andiamo.
Ebbi l’impressione che Alfredo ci rimanesse male, ma si alzò e andò velocemente in bagno. In seguito mentre si rivestiva parlando di nulla con me continuava a guardare Cristina nuda sul letto che era sempre nella posizione in cui l’aveva lasciata. Il suo sguardo indugiava sul suo corpo e poi mi disse: è stato davvero bello, grazie, e con un sorriso, la testa rivolta a lei e a me, se hai ancora bisogno di me per la tua fidanzata chiamami pure.
Stavo per obiettare dicendogli che non fosse la mia fidanzata e nemmeno fossi il suo ragazzo, ma non risposi alla sua provocazione e Cristina per fortuna non diede segno di aver sentito. Lo accompagnai ,facendo finta di nulla, all’ uscita e lo salutai
Cristina era ancora distesa sul letto; era sfatta, distrutta. Aveva subito, ma aveva anche goduto.
In silenzio mi guardava; forse si aspettava le dicessi che era stata brava? Si aspettava comprensione e aiuto?
La guardavo : le cosce aperte, la vagina che ancora portava i segni del passaggio del cazzo di Alfredo, le tette rosse dai suoi ruvidi palpeggi, persino le labbra mi sembrava risentissero della bocca di Alfredo.
Mi accorsi che aveva dei segni blu ai lati del collo ; nella foga doveva averle succhiato sul collo provocandole dei segni che sarebbero diventati dei bei succhiotti difficili da nascondere.
Era scapigliata, rossa in viso; mi sembrava di sentire l’odore mischiato di sesso di lui e lei
Alfredo aveva goduto del suo bellissimo corpo marchiandola del suo seme e della sua ruvidità
Mi sentivo incazzato e pensieroso perché non riuscivo a capire quale sensazione stessi provando. In fondo era successo perfettamente quello che mi aspettavo , ma mi rompeva come avesse goduto, che troia.
Cristina in silenzio mi guardava; percepiva il mio stato? Vedevo alcune lacrime scorrerle dagli occhi lungo il viso.
Le dissi incazzato : pensi di stare tutta la notte sul letto così? Disse: ma, ma… ma non continuò. Mi passò davanti andando in bagno; la seguii con lo sguardo. Tornò pulita e si rivestì. Provò a dirmi qualcosa pur di rompere quell’imbarazzato silenzio tra noi, ma finsi di non ascoltarla. Dentro rodevo e fui sgarbato senza dire nulla di particolare .Una elevata tensione mi opprimeva e quando con timidezza ed ansia mi chiese se le dessi la pillola del giorno dopo, con un moto di stizza e di stupida vendetta le dissi che avevo dimenticata di portarla. Notai il suo sguardo spaesato e spaventato ed il suo successivo silenzio.
Sempre in silenzio poi la accompagnai a casa. Il breve percorso mi fece un po’ sbollire; quello che era avvenuto era stato per mia scelta; lei non voleva, l’aveva fatto per amore, per me.
Mentre stava per uscire dall’auto la trattenni per un braccio facendola girare a me . Mi allungai per stringerla; tremava come un passerotto infreddolito. Ebbi vergogna di me. Il mio viso poggiato al suo sentiva la sensazione del bagnato dovuto alle lacrime che ancora sgorgavano dai suoi lucidi , bellissimi, occhi. Gliele asciugai con i miei baci; le dissi : non è successo nulla e le feci una carezza sul viso. La coccolai, per quel che potevo, stringendola a me sino che il suo tremore cessò e riempiendola di affettuosi baci le dissi: ti chiamo domattina.
Un attimo dopo le stavo dicendo: se vuoi domattina non vado a lavoro, prendo ferie, e passo la mattina con te e risolviamo tutto.
Era quel mi uscì senza nemmeno pensarci; un dolce sorriso illuminò il suo bel viso. Mi disse: ciao, ci vediamo domattina e mi diede un affettuoso bacio a cui non mi sottrassi.
Non so perché, ma una strana parola: coglione, mi rimbombava in testa.
In cinque sere da inesperta vergine l’avevo portata ad essere una troia ed a provare quello che molte donne non fanno e non provano in una vita.
La notte non mi servi per dormire, ma per riflettere e capirmi.
Sono passati otto anni da allora; Cristina ha finito da tempo e gli studi, ha un suo lavoro ed è una bellissima donna. Gli anni trascorsi l’hanno resa donna e se possibile ancora più femminile e gli sguardi che uomini e donne le rivolgono per strada lo affermano.
Abbiamo due bellissime bambine che spero da adulte siano belle come la mamma; una di un anno ed una di tre e non disperiamo possano avere una nuova sorellina o fratellino.
Non l’ho fatta più scopare da alcuno; è solo mia, spero.

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