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SensazioniTradimento

Dal passato al presente

By 19 Ottobre 2022No Comments

Sono al bar vicino alla scuola in cui insegno. E’ stata una giornata terribile, i ragazzi oggi avevano gli ormoni in fermento e per quello che successe anche i miei; sarà stata l’aria della primavera.
Ho deciso di prendermi un caffè prima di tornare a casa; avevo quattro ore da impegnare prima di andare a prendere i miei figli a scuola, uno alle elementari, l’altro alle medie.
Il mio sguardo vaga nel locale quando vede una figura, che mi pare nota, seduta ad un tavolino.
Non è possibile, Giulio , proprio lui, il mio ragazzo di una quindicina di anni fa.
Stavamo molto bene insieme, ma ottenuta la laurea è andato a vivere e lavorare in Spagna e nonostante le promesse di un infinito amore dopo pochi mesi questi era evaporato.
Avevo incontrato Ruggero e un paio di anni dopo ci eravamo sposati; da amici avevo saputo che anche lui si era fatto una famiglia ed avevano due figli.
In un attimo ho rivisto i quattro anni trascorsi insieme. Eravamo nella stessa università , medesimo corso di laurea. E’ stato un amore a prima vista , travolgente. Studiavamo tutti i giorni insieme . Avevamo la cameretta in pensionato; erano una di fronte l’altra, ma quasi sempre una era vuota anche di notte.
Non è stato il mio primo ragazzo, ma fare l’amore con lui era stato unico.
Salvo brevi periodi in cui tornavamo alle famiglie eravamo sempre insieme e facevamo anche bellissime vacanze.
Non potrò mai dimenticare quella sud della Puglia.
Eravamo in un camping e per fare i bagni al mare cercavamo bellissime calette isolate tra gli scogli.
Il mare, il sole, la bellezza di quei luoghi ci liberavano la mente e ci sentivamo liberi.
Lì’ per la prima volta rimasi in topless mostrando ad un allupanato Giulio la mia seconda abbondante di tette; oggi, dopo i figli, sono una terza.
Oltre al topless facemmo , anche questo per la prima volta ,l’amore all’aperto.
Coincise tutto: topless e sesso.
Era una caletta splendida molto lontana dal camping e da strade di passaggio. Tra una distesa di scogli c’era una spiaggetta non più larga di tre metri ; una lingua di sabbia nascosta che si infilava in mare.
Eravamo solo noi ed era quasi impossibile arrivassero altre persone.
Questa circostanza, l’incitamento di Giulio a scoprirmi, un pò la mia voglia esibizionistica ( sapevo di avere un bel corpo), mi fecero decidere di togliere la parte superiore del costume , rifiutai di togliere quella sotto
Prima godetti del sole che scaldava le mie tette e poi entrai in acqua e provai il piacere del contatto delle tette nel acqua.
Giulio rimase sulla spiaggetta, non aveva voglia di fare il bagno; poi scoprii che aveva altre mire.
Uscita dall’acqua lo vidi seduto sull’asciugamano con in mano una macchina fotografica. Mi disse di fermarmi , ero in piedi avanti a lui e tenevo una pinna per mano. Scattò alcune foto di me in topless, ecco perché non avesse fatto il bagno con me.
Non mi sottrassi, anzi rimasi quasi in posa per farmi fotografare, ma se le avessero viste i miei genitori che dolori; le foto di quel giorno le conservo ancora oggi.
Dopo qualche foto mi avvicinai a lui e notai che era eccitato. La punta del cazzo spuntava leggermente dal costume, altro che i boxer di oggi che nascondono tutto. Era un po’ fuori e lo immaginai vedevo tirato, mentre la cappella era gonfia.
Ero in piedi che guardavo lui, la macchina fotografica che mi riprendeva seminuda, il suo cazzo eccitato e sentii un calore tra le cosce ed i capezzoli che si ersero.
Mi chiese a sorpresa: metti una mano nel costume. Era una richiesta particolare, ma rientrava nei nostri giochi erotici fatti nel letto, ma li eravamo all’aperto. Ebbi un dubbio; guardandomi intorno mi rassicurai che nessuno potesse vederci. Lasciai cadere le pinne a terra e portai una mano nel costume; era fradicio d’acqua ed anche la mia passerina lo era ma quando la sollecitai con un dito un diverso tipo di liquido velocemente la invase. Mi venne una immediata voglia di sesso. Giulio scattò alcune foto che ripresero anche il mio viso; era il viso di una che aveva tanta voglia di cazzo.
Pochi secondi dopo ero seduta su lui ,le gambe intorno la sua schiena. Il suo viso tra le tette, la sua bocca che ciucciava prima un capezzolo poi l’altro. Mi strofinavo sul suo cazzo che era uscito un bel po’ dal costume. Il solo strofinio della passera sul cazzo mi stava facendo godere, ma volevo di più.
Mi spostai solo un poco per calargli il costume sotto i testicoli, che il pene fosse interamente libero, e non tolsi i miei slip semplicemente spostai il cavallo del costume quel tanto che permise di rendere disponibile l’accesso alla vagina. Lo guidai con la mano dentro me;, lo sentii penetrarmi , entrare e spingersi verso l’alto, fu stupendo.
In quella posizione menavo io la danza e lo scopai come piaceva a me. Mi alzavo lasciandomi ricadere su lui o ruotavo il bacino. La sua bocca era alle prese con le mie tette o con la mia lingua. Furono minuti di piacere irrepetibile che mi portarono ad un intenso orgasmo. Lui sapeva controllarsi molto bene, allora non prendevo ancora la pillola, e attendeva sempre il mio piacere prima di lasciarsi andare al suo. Al solito , attento, prima di venire mi spinse indietro e tolse il pene dalla vagina. Sapevo cosa amavamo; glielo presi in bocca, era ipereccitato anche lui, bastarono due succhiate che il suo sperma invase la bocca, lo deglutii con passione. Mi piaceva succhiargli l’uccello e bere il suo sperma .
Non prendevo la pillola e non usavamo altre protezioni, stavamo solo molto attenti e lui era bravo a non godermi dentro, ma questa “attenzione” ci porto ad usare anche l’altra “ entrata”.
Nel bar lo guardavo; forse sentendosi “fissato” alzò lo sguardo e: Laura, sei tu?
Si alzò e venne da me. Seppure adulto sembrava il ragazzo d’allora.
Ci abbracciammo felici e ci sedemmo al suo tavolino.
Trascorse velocemente un’ora di ricordi , sembrò che non ci fossimo mai separati.
Da alcuni anni lavorava in una azienda spagnola che partecipava alla fiera di settore che si teneva in primavera ed in autunno a Milano e lui ne era il referente. Gli chiesi perché non si fosse fatto sentire prima. Disse che sapeva tanto di me dagli amici, ma non voleva portare a galla antichi ricordi.
La fiera durava tre giorni, solo la mattina, e quello era l’ultimo giornata; alle diciotto aveva l’aereo da Malpensa per casa. Ci mostrammo le foto dei nostri figli e parlammo dei nostri amici, della nostra vita e sembrò che il tempo si fosse fermato a quindici anni prima.
Guardò l’orologio e : cavolo , devo andare in hotel per fare la valigia; sono gentili posso tenere la camera sino alle quattro.
Sono già le tre, il mio hotel è qui vicino, se non hai impegni perché non mi tieni compagnia ? Ebbi una veloce titubanza, ma poco dopo eravamo in hotel .in camera sua.
Ci volle un quarto d’ora per mettere a posto valigia e documenti. Lui guardò l’orologio. Possiamo stare qui ancora una mezzoretta, che facciamo?
Rividi Giulio di quindici anni prima , lo stesso sorriso , le stesse comuni voglie. Mi sentii come quindici anni prima. Quando mi si avvicinò e mi prese tra le braccia ero la sua ragazza di allora e lui era il mio ragazzo.
Ci ritrovammo nudi sul letto. Era sopra di me e il suo “riconosciuto” cazzo mi stava stantuffando mentre le nostre bocche erano unite.
L’eccitazione mi fece godere fin da subito ed eravamo ancora a bocche unite quando ebbi il mio primo orgasmo. Lo manifestai talmente forte che se ne accorse. Si fermò in me e mi diede tanti affettuosi baci . Poi riprese a scoparmi lentamente ed infine usci da me ponendosi tra le cosce
Prese a leccarmi la figa come solo lui ha saputo fare . Sentivo la sua bocca premere contro le grandi labbra e la sua lingua insinuarsi. Non riuscivo a controllarmi. La sua lingua scivolava tra le pieghe della mia figa e Il mio corpo reagiva a ogni movimento della lingua. Non riuscii a trattenermi: continua così, non fermarti per favore, non fermarti.
Ha continuato a leccarmi e penetrarmi con la lingua fino all’apoteosi. Gemevo ad alta voce. Le mie mani erano intorno alla sua testa ed ho sentito i miei muscoli contrarsi in quel modo che accade solo durante il piacere sessuale. Sentivo il piacere crescere sempre più forte . Gli stavo stringendo la testa quasi a spingerla nella vagina. Stavo per avere il mio secondo o terzo orgasmo e quando alla lingua aggiunse un dito e lo mosse all’interno non capii più nulla e dal piacere che provai quasi persi conoscenza.
Lui rimase fermo in quella posizione sino a che non mi rilassai distendendo i muscoli. Lo feci sollevare attraendolo a mee lo baciai sentendo il sapore dei miei umori. Dissi : è stato bellissimo , non ricordavo quanto fosse bello farlo così.
Mi fece un sorriso e: sei protetta? Gli dissi di no. Dopo due figli i ritmi del sesso in famiglia erano calati ed era sufficiente fare attenzione in “quelle” occasioni.
Disse: allora…
Sapevo dove sarebbe andato a parare: il mio culo. Dopo la prima volta in cui tanti anni prima lo prese era diventato la sua passione e almeno due volte su tre completava il suo orgasmo li. La terza volta era nella mia bocca.
Confesso che mi piaceva che mi inculasse e a volte, aiutandomi con la masturbazione, riuscivo a raggiungere l’orgasmo anche in quel modo.
Era tanto tempo che estranei non entravano nel mio culo, in verità l’unico ad usarlo era stato solo lui ;con mio marito non avevo mai fatto sesso anale, mi sottrassi quando con timidezza ci provò. Forse pensavo che facesse parte di una vita passata che volevo dimenticare.
Mi fece girare alla pecorina , le ginocchia basse e il culo alto. Inserì il pene nella mia figa ancora calda e bagnata che lo accolse volentieri e mentre mi scopava sentii un dito premere ed infilarsi lentamente nell’ ano e dopo un po’ fu accompagnato da un altro dito, mi stava preparando.
Il mio corpo non lo aveva dimenticato e nonostante il non utilizzo l’anello anale si era aperto con poco fastidio.
Infatti quando il glande spinse sulla rosetta il dolore che provai fu trascurabile e comunque non avrei potuto negargli quello che era stato solo suo
Una nuova eccitazione mi riempì mentre, stringendo il mio culo con le mani, spingeva il cazzo ad arrivare a fondo

Ero invasata. Lo volevo. Dissi: fallo, voglio sentirti fino in fondo. Sembrò aspettasse questo per avanzare senza fermarsi e sentii con quale forza mi penetrava. Le mie mani sotto il suo impeto stringevano le lenzuola mentre il mio capo sprofondava nel materasso . Ho emesso un urlo, mi ha chiesto: stai bene?

Sto bene, continua così e non fermarti, dissi a bassa voce.
Le sue penetrazioni profonde mi facevano un po’ male, ma volevo continuasse Ogni spinta mi provocava un gemito.
Lui: hai un culo bellissimo, forse anche più bello di allora. Ha continuato ad andare dentro e fuori per tanto tempo Più volte ho avuto la sensazione del suo cazzo urtare il fondo e un piacere perverso si stava impossessando di me
Adesso al dolore corrispondeva uno strano piacere. Doveva sentirmi gemere mentre si spingeva il più fondo possibile all’interno e poi l’ho sentito mugugnare .
Stava rilasciando lo sperma nel mio quasi vergine canale . Poi si è spostato lasciandosi andare di schiena al mio fianco.
Mi ha girato a lui: è stato stupendo, sei stupenda.
Un ultimo bacio e poi vidi il suo sorriso allegro e i suoi occhi amorevoli di tanti anni prima.
Disse: ti amavo e penso di amarti ancora. Peccato che la vita…
Non parlammo. Avevo gli occhi lucidi perché provavo le stesse sensazioni.

Ci rivestimmo dopo essere “passati” dal bagno.
Non accampammo scuse su quanto era successo. L’avevamo voluto e ci era piaciuto. Condividemmo che quello era stata una parentesi della nostra attuale vita perchè tutti e due amavamo le nostre famiglie.
Attesi con lui il taxi che l’avrebbe accompagnato all’aeroporto e rimanemmo d’accordo che non ci saremmo più sentiti sino alla prossima fiera, avevamo le vostre famiglie e nessuna voglia di distruggerle.
Lui mi avrebbe mandato un messaggio una settimana prima della fiera autunnale, io avrei potuto rispondere o meno.
Tornai alla mia abituale vita, a mio marito ed ai miei figli, con qualche rimorso che dimenticai velocemente. Il sesso con mio marito era altrettanto soddisfacente e molto facilmente la differenza del sesso con Giulio era che il primo vero amore non si scorda mai.
Arrivò l’autunno ed il messaggio che mi confermava il suo arrivo , quanto sarebbe rimasto e dove alloggiava. Risposi soltanto con un ci vediamo alle 14.00 a….
Furono tre pomeriggi che passammo a letto nella sua camera d’hotel dove demmo sfogo a tutti i nostri sopiti istinti
La primavera successiva ci vide ancora insieme ; quello che posso raccontare di diverso dal solito è che presi dall’entusiasmo o forse nella consapevolezza che quella sera sarebbe tornato in Spagna ci lasciammo andare e quel pomeriggio non fummo attenti.
Una copiosa quantità del suo sperma si depositò nella mia vagina. Se da una parte fu una bellissima sensazione dall’altra comprendevamo d’aver fatto una grossa cazzata
I giorni successivi furono per me pieni d’ansia, ma dopo la paura la fortuna che una settimana dopo mi giunse il ciclo. Era andata bene.
Passarono i mesi.
Ormai avvezza sapevo dove cercare la data della fiera d’autunno e sapevo quando più o meno sarebbe arrivato il suo messaggio, indi non avevo particolari ansie, infatti una settimana prima della fiera arrivò finalmente il suo messaggio.
Lo aspettavo per organizzarmi, ma fu un’amara sorpresa, diceva : purtroppo proprio in questi giorni ho cambiato azienda e non vengo più a Milano per la fiera, spero in un futuro.
Speranza vana. Terminarono i nostri semestrali incontri.
Forse meglio così.

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