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Racconti erotici sull'IncestoTradimento

NUORA tradita. l’anale 1&3

By 14 Settembre 2020Settembre 23rd, 2020No Comments

Mio figlio lo dividi in pomeriggio, era venuto a casa per salutare, lui già da tempo non viveva più con noi. Gli chiesi che intenzioni aveva, se ripartire per la Grecia oppure avrebbe rinunciato. E fu da lui che venni a sapere dell’invenzione sua e della sua comitiva di ripartire per la Grecia senza le loro rispettive ragazze. Gli chiesi se aveva visto Monica o se gli avesse parlato, disse che l’aveva solo chiamata per dirgli che in Grecia andavano solo loro maschi, non sapeva sede lei sarebbe partita con le sue amiche. Comunque disse d’essere rimasti d’accordo che alla fine delle vacanze si sarebbero incontrati per capire se ci avrebbero riprovato o meno.

Trascorrere dei giorni senza sapere nulla di Monica fu un tormento. Anche se devo dire che, con mia moglie si scopava alla grande. Durante il giorno ripensavo di continuo al piacere che quella magnifica ragazza era riuscita a farmi vivere, stavo quasi sempre a cazzo ritto, mia moglie ne fu piacevolmente sorpresa, anche perché tra di noi il sesso era diventato quasi monotono, dunque in un certo senso ci guadagnò anche lei.

Poi una sera, durante una telefonata di mio figlio riuscii a sapere che Monica e le sue amiche erano partite per la Croazia. Così mi misi l’anima in pace, pensai che avevo avuto la mia parte di piacere, ora toccava a qualcun altro….

Nel fine settimana, fu proprio mia moglie a comunicarmi che avremmo avuto ospite a cena la Monica, sarebbe anche rimasta a dormire e il giorno dopo si sarebbe incontrata con  nostro figlio che rientrava dalla Grecia.  

Così che la mattina dopo, mia moglie era nuovamente assente, sarebbe rientrata solo per l’ora di pranzo.

La incontrai in sala a prepararsi la colazione. Durante la sera non c’era stato modo di restare soli. l’avevo osservata diverse volte mentre con mia moglie si parlava di lei e di nostro figlio. Reggeva bene il confronto con mia moglie, come se nulla fosse diverso da alcune settimane prima.

La salutai come al solito avvicinandomi per darle un bacio sulle guance, e quando lei mi fu davanti, restai come un salame, incantato dalla sua, solita, bellezza. Le sue labbra erano sempre una forte tentazione. Mi ero chiesto con quanti avesse fatto sesso dopo di me, cosa avesse fatto durante la sua vacanza in Croazia. E mentre la tenevo stretta a me glielo chiesi, o quasi. “ come è andata la vacanza, apparte quello che hai raccontato ieri sera? Hai continuato la tua vendetta?” Monica face un sorrisino ammicchevole. Mise la sua mano sulla mia erezione che premeva contro i box, e disse.” Se non mi sono annoiata poco c’è mancato. Ma mi è mancato questo bel randello sai..” a quel punto si è piegata a farmi una delle sue pompe sublimi, ci ha messo l’anima facendomi tremare di piacere, lo ingoiava tutto fino all’attaccatura e ha pompato con forza fino a bere  mio sperma.

“ le mie amichette, sono chi più e chi meno nella mia stessa situazione, tutte fidanzate con degli stronzi egoisti, oltre che traditori, mia cugina Lina, per fare un dispetto al suo ragazzo l’ha data addirittura a uno dei suoi migliori amici, però, ora la pensano come me, per fargliela pagare a tutti come meritano, bisogna farlo con chi ha più esperienza di loro e di noi.” Un Po’ mi sono preoccupato, perché non volevo certamente rischiare di essere sputtanano co  mia moglie e mio figlio. Però Monica sapeva il fatto suo. Aveva già studiato tutto nei minimi particolari. Per ora aveva coinvolto solo due delle sue amiche. Una in particolare, la sua cugina, mi disse Lina era curiosa di fare sesso liberamente con un uomo adulto, per capire la differenza che poteva esserci dal farlo con  i soliti idioti.

“e come pensi di poter mettere in atto tutto ciò, no  possiamo certamente far venire qui i  casa le tue amiche, sarebbe parecchio rischioso.” “ tutto risolto, verrai tu da noi. I miei genitori partiranno per le vacanze venerdì, loro verranno a stare con me, qualunque cosa possa accadere da qui a venerdì, i nostri rispettivi ragazzi non li vogliamo e non  li avremo tra i piedi. L’unica cosa, devi trovare tu un modo per essere assente da casa per qualche giorno” Quello non era un problema, il modo potevo trovarlo eccome. Solo che, per tuffarmi in quel paradiso dovevo attendere una settimana e, già solo pensando a Monica ero a cazzo dritto continuamente, ora c’era la prospettiva concreta ed imminente di avere a disposizione Lina e Paola, entrambe delle gran belle fighette, la cugina di Monica gli somigliava molto, solo che aveva i capelli a caschetto, castani, un po più bassa di statura con un corpo leggermente più snello, un sederino all’insù e due tette forse un poco più grandi della Monica. Paola era differente, più bassa di statura delle altre, era la più bassa della compagnia, ma con un corpo più sinuoso, un bel sedere che amava mettere in mostra indossando sempre capi di abbigliamento che potessero mostrare quanto fosse bello, un bel paio di tette, ed un viso che andava da angelico a porca in fregola. Erano entrambe un incentivo, o meglio, il Viagra che per giorni mi ha tormentato facendomi vivere quella sensazione piacevole, anche se scomoda, d’essere sempre in tiro. Dissi a Monica che sarebbero stati lunghi giorni di attesa, mentre gli dicevo questo, l’avevo stretta al mio corpo standogli dietro, la mia erezione era per lungo tra le sue natiche coperte solo da un pantaloncino di cotone che usava per dormire. Avevo molto desiderio di fare mio anche quel tesoro che ancora non avevo preso. Ma sapevo che non era il momento adatto  per prendere anche la sua verginità anale. lei stessa mi disse che lo desiderava, che era una delle prime cose che aveva desiderato per vendicarsi, ma ora avrebbe voluto farlo per il puro piacere d’essere cavalcata. Si girò verso di me poggiandosi con il sedere sul bordo del tavolo spalancando le cosce, mi disse, con un espressione da zoccola. “ infilarmi, fammelo sentire tutto dentro”. Non me lo feci ripetere 2 volte. La penetrai chiavandola come un toro da monta per come ero infoiato. Per esser presa bene, aveva allagato per bene cosce sollevandole a formare una perfetta spaccata come riusciva a fare lei. Si lasciava scopare gemendo e incitandomi ad aprirla tutta per bene. Poi la sollevai dal tavolo tenendola impalata e in quel modo gli venni dentro tremando io stesso per il piacere, sia mentre gli venivo dentro che dopo, gli ho tenuto il cazzo ben piantato in profondità, se non era per il fatto che doveva rientrare mia moglie avremmo continuato.

Poi, prima che mia moglie rientrasse, ci si mise daccordo che il giorno dopo, ci saremmo rivisti a casa di lei. Io non  ci ero mai stato, valeva la pena conoscere il posto. Lei mi aveva assicurato che come casa era isolata e tranquilla, nessuno ci avrebbe disturbato.

Era arrivato il giorno di prendermi anche il suo magnifico sedere, lo sognavo di notte e anche di giorno.

La mattina dopo riuscii ad a dare via di casa senza tanti problemi, e raggiunsi il paesino dove viveva Monica con i suoi genitori, lasciai l’auto un Po distante dalla villa, volevo essere sicuro che nessuno la vedesse nei paraggi. Quando lei mi aprì la porta di casa, appena varcai la soglia, fummo subito uno stretto all’altro, come fossimo in astinenza di sesso. Mi aveva accolto indossando un abitino molto aderente che gli lasciava scoperto gran parte delle spalle e le cosce, ci si sistemò nella sua camera da letto spogliandoci immediatamente. Quella gran bella topina mi aveva del tutto stregato, il suo essere zoccola mi metteva sempre più voglia di farla mia e, quella sua predisposizione a saper lavorare il cazzo con la sua bocca mi faceva impazzire. Si mise subito a farmi un pompino, pareva essere davvero affamata di cazzo, del mio cazzo. Non volendo restare ad attendere, facemmo un lungo ed intenso 69, mi sentivo meno esperto di lei, era così brava di bocca da farmi tremare. Ero sotto di lei, gli leccavo la figa con foga, leccavo l’interno delle sue cosce, la sua pelle era tutta da percorrere con la lingua, la riempivo di baci, era bellissimo leccare e succhiare i suoi umori vaginali,  ci si capovolse, fu lei a fare in modo che finisse sotto di me. Mi chiese con supplica, da perfetta troia, di scoparla in bocca, disse “ scopami in bocca ti prego, voglio che tu me lo sbatti letteralmente in gola, fammi sentire la tua zoccola tutta da inchiavardare.”. lei stessa si era distesa in modo che la sua bocca, con la testa, fosse oltre la sponda del letto. Sceso dal letto, glielo piantài in bocca spingendolo fino a che non fu tutto ben incastrato, saldamente, nella sua bocca arrapante. Glielo pompai dentro per un bel pezzo fino a venire direttamente nella sua gola. Mia nuora ingoiava restando sempre in posizione così che non perse una sola goccia di sperma.

Poi ricominciai a leccare il suo corpo.

Avevo idea che mia nuora fosse diventata un’altra donna, era diventata zoccola, una magnifica zoccola tutta da possedere. l’avevo posizionata al centro del letto facendola mettere quasi a pecora, con le cosce ben dilatate e il busto in giù, con il suo splendido sedere offerto, pronto a ricevermi dentro. Quanto avevo bramato quel momento. Ero piegato dietro di lei con le mia mani sulle sue chiappe sode e ben fatte, il solco era leggermente dilatato, si vedeva l’ano, andava dal color rubino al rosa antico, le grinze a formare il fiore, il fiore più arrapante che potesse capitarmi. Fu delizioso leccare le sue natiche, il solco, la rosellina a cui dedicai  tanto tempo, lo forzai un Po con le dita, mentre lei sotto di me geneva ansimando, avevo lubrificato alla perfezione l’ano del futuro piacere. Mi misi su di lei, quasi a cavallo delle sue chiappe, avevo il pisello così duro e dritto che per puntarlo contro l’ano tra le natiche, dovetti piegarmi molto in avanti, quando la cappella fu contro l’ano, diedi subito una piccola spinta, così che lei lanciò un gridolino di dolore e io gli ero entrato dentro con la cappella, il suo ano l’avevo sentito dilatarsi e acchiappare la cappella come una ventosa. Era bellissimo cazzo, stavo per rompere il culetto della mia bellissima nuora. Era così stretto che anche io sentivo dolore intorno alla cappella.  Ero sul punto più bello quando suonò il suo telefonino.

2

Quel telefono aveva iniziato a suonare sul più bello, proprio mentre con la cappella avevo forzato l’ano, al suono del telefono, quel genere di suoneria che conoscevo come quella di mio figlio, sentii l’ano di Monica che aveva delle contrazioni, era come se stesse boccheggiando con il culo. Sempre continuando a restare piegata in giù, lanciò un lungo gemito di incitamento per essere penetrata più in profondità. Ed era proprio ciò che desideravo. Scendere con il mio cazzo in quel bel culetto. Ricordavo quella volta che, mentre litigavano lei è mio figlio, Monica l’aveva minacciato dicendogli che si sarebbe fatta rompere il culo dal primo uomo che avrebbe incontrato. Quella fu la prima volta che pensai alla mia giovane nuora come ad una magnifica ragazza tutta da scopare, il suo culo era davvero ben fatto e mi ero augurato di poter essere io il fortunato. Ora ero lì, standogli quasi a cavalcioni  sulle sue splendide natiche con la cappella incastrata nell’ano. Iniziai a scendergli dentro continuando ad entrare finché non fui tutto ben piantato in lei. Monica aveva lanciato diversi gridolini di dolore e al tempo stesso mi invitava a non fermarmi. Ho goduto come un cavallo a montarla, avevo subito iniziato ad incularla con intensità. Ero piegato io stesso in giù reggendomi con i pugni nel letto, gambe ben tese e facevo flessioni che mai avrei pensato di poter ancora fare, su e giù, fuori e dentro a quel magnifico culo che restava sempre ben proteso all’insù a farsi trapanare. Monica sotto di me si contorceva dal piacere misto al dolore, gemeva molto e come una zoccola navigata ne chiedeva ancora e ancora. Ero con il viso accanto al suo mentre stavo per sborrare, “ ora ti farcisco di sborra Monica, ti allago tutta” “ si, si, annaffiami con la tua sborra bollenteeehh”. Restai pigiato dentro lei mentre schizzavo, restando alle sue spalle, in ginocchio, con lei che mi restò seduta infilata sul mio arnese ancora duro, gli passai le mani sulla parte anteriore del corpo palpandola, accarezzando la sua pelle, gli feci piegare la testa verso me per poterla slinguare in bocca. Volevo che il suo desiderio d’essere trattata da zoccola fosse sempre esaudito al massimo, in ogni cosa.

Di andò in bagno a ripulirci. Poi ancora nel suo letto. Volle che restassi disteso, si impalò da sola cavalcandomi come un ossessa, godeva gemendo come una forsennata, io no  ero da meno, si può dire che mi stava prosciugando. 

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