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Tradimento

Passaggio ad una nuova vita

By 1 Ottobre 2022No Comments

Passaggio ad una nuova vita

Adesso che ho molto tempo a disposizione posso raccontare cosa mi successe poco prima di andare in pensione.
Mi chiamo Elena e d’accordo con mio marito decidemmo di andare in pensione insieme ,lui 62 anni io 61; sfruttando il riscatto laurea avevamo maturato il diritto per la pensione anticipata e dopo aver cresciuto e sistemato tre figli ed esserci assicurata una degna pensione potevamo pensare a noi e a goderci gli ultimi anni( speriamo) di benessere mentale fisico.
Ci siamo laureati nello stesso anno accademico e abbiamo fatto delle buone carriere professionali che ci hanno dato soddisfazione psicologiche e materiali. Lavoravo in una media grande azienda ed ero una figura apicale di un settore importante. Quando dissi delle mie dimissioni si creò il problema di chi sostituirmi visto che in azienda non vi era nessuno in grado di ricoprire il mio ruolo. Si decise di rivolgersi al mercato e durante gli ultimi mesi il nuovo assunto sarebbe stato affiancato a me e questa opera di affiancamento sarebbe continuata anche dopo il mio pensionamento per alcuni mesi per uno o due giorni la settimana.
All’epoca avevo sessantuno anni, ma mio marito e anche gli amici dicevano e dicono che ne dimostro almeno dieci di meno. Sono alta poco più di un metro e sessantacinque ed il mio corpo , per fortuna e per la palestra, è ancora abbastanza tonico, anche se la mia terza abbondante di seno non sta più su come mi piacerebbe, ho allattato tre figli; il sedere , mio vanto , è sempre abbastanza tonico, anche se non è più sodo come una volta e purtroppo una fastidiosa pancetta da alcuni anni è presente; ma vestita o con il costume intero faccio la mia figura.
Mio marito? Oltre un metro e ottanta, bel fisico per la sua età, sportivo e piacevole. Ci amiamo, se il termine amare non comprende il sesso; è più di un anno che non facciamo sesso. Dico la verità: non mi manca . Si a volte mi viene il pensiero ,ma nulla di particolare e non mi masturbo neanche.
Lui? Un giorno, tempo fa, l’ argomento è venuto a galla, ma è stato velocemente accantonato.
In sintesi il sesso è passato in secondo/terzo/quarto piano ( è sparito).
Ci vogliamo un gran bene, non potrei vivere senza lui. Facciamo viaggi interessantissimi in giro per il mondo, parliamo,” curiamo” a distanza quando non è possibile altrimenti i nostri figli.
Siamo felici.
Non è stato il mio primo uomo; ci siamo conosciuti durante gli ultimi anni universitari, poi ci siamo sposati e siamo diventati genitori. Siamo riusciti a far convivere con successo il nostro rapporto, la famiglia e le nostre carriere professionali e adesso ci godiamo la pensione ; e allora?
Per sostituirmi scegliemmo un laureato quasi cinquantenne, Ettore, con una solida preparazione di base nel mio settore, anche lui sposato con figli.
E’ una persona determinata , volitiva e anche un bell’uomo ; apprende velocemente e quei giorni che passavamo insieme per ‘l affiancamento non furono mai fastidiosi.
Si sviluppò tra noi un rapporto professionale che pian piano si è allargato alle altre conoscenze che con il professionale non c’ entrano: moglie, marito , figli e altro.
Era un periodo non facile per me, dopo tanti anni di lavoro vedevo approssimarsi una nuova vita e mi chiedevo se fossi pronta ad affrontarla e ciò mi portava ansia .
Mio marito mi diceva: tranquilla vedrai che ci abitueremo in fretta , ma io sentivo un’ansia che spesso disturbava anche il mio sonno notturno .
Confesso che la “vicinanza” di Ettore alleviava la mia ansia e quando ero con lui mi sentivo tranquilla e aggiungo che oltre ad essere intelligente era simpatico e riusciva a farmi ridere. Debbo anche dire che un po’ quell’ uomo mi attirava, mi ricordava molto mio marito giovane, ma non avevo mai pensato a nulla di più; non avevo mai tradito mio marito. Oltre che intelligente, era simpatico e riusciva a farmi ridere.
Nell’ultimo mio mese di lavoro pranzavamo sempre insieme e non riuscivamo mai a staccare dal lavoro prima delle otto di sera e la nostra “amicizia lavorativa” era sempre più forte; c’erano tante cose da fare e vedere e spesso eravamo gli ultimi a lasciare gli uffici.
Mi rallegravo però pensando che fossero gli ultimi sforzi lavorativi; anche per mio marito ero lo stesso e così prima delle ventuno e a volte più tardi non si riusciva a cenare. Io abitavo ad una oretta di mezzi pubblici dall’ ufficio, visto che dovevo prendere due mezzi per raggiungere la nostra casa che era in una bella zona periferica della citta
Arrivò quel venerdì sera, l’ ultima sera della mia attività di dipendente ed eravamo alla scrivania del mio ufficio fianco a fianco per vedere meglio il video del computer.
La consapevolezza di quell’ultimo giorno mi dava strane sensazioni e per tutto il giorno la vicinanza a Ettore mi dava un turbamento non razionalizzabile.
I nostri corpi si sfioravano e sentivo che c’era una strana
atmosfera e tensione tra noi. Era come se fossimo avvolti in una nuvola che ci racchiudeva.
Vi fu un momento che ci trovammo contemporaneamente a parlare e i nostri visi furono uno di fronte l’altro ; fu un attimo, le nostre labbra erano si vicine che Ettore portò il viso in avanti e le nostre labbra si sovrapposero. Fu un bacio soffice ,leggero e veloce, poi si tirò indietro dicendo: scusa, non dovevo, ma ti devo confessare che mi piaci molto. Ero scioccata e non sapevo cosa dire ma quando lui avvicinò nuovamente le labbra alle mie non mi scostai.
Questa volta fu un bacio vero. Le sue labbra schiacciarono le mie, la sua bocca si sovrappose alla mia e la sua lingua cercò uno spazio che le concessi.
Risposi al suo bacio e la mia lingua cercò la sua. Solo a quel punto lui allungò un braccio per avvicinarmi e a quel punto ci alzammo entrambi.
Eravamo in piedi davanti la scrivania e ci scambiavamo baci profondi. Sentivo sensazioni scomparse da tempo e sentivo anche le sue mani muoversi dietro sul mio corpo e poi infilarsi sotto la gonna facendola sollevare da dietro.
Mi impastò i glutei mentre spingeva il bacino contro me facendomi sentire la sua eccitazione che stava diventando anche la mia. Le sue mani si infilarono nei miei slip arrivando velocemente a sollecitare le mie intimità. Le sue dita giocavano con la mia principale entrata e mi piaceva da morire.
Mi trovai poggiata contro la scrivania e lui che faceva scivolare i miei slip a terra. Non ebbi nemmeno il tempo di pensare a cosa quell’atto potesse precludere perché era già inginocchiato tra le gambe e me la stava leccando. La sua lingua giocava intorno e tra le mie grandi labbra ed io scientemente gli tenevo le mani sulla testa riempiendomi del piacere che mi dava. Era tanto che una lingua non era tra le mie gambe.
Ero avvolta in una nube di piacere quando si alzò ponendosi tra le gambe; in alto la sua bocca copriva la mia, in basso sentivo il suo membro spingere contro l’ ingresso della passera . Non mi ero neppure accorta che lo aveva portato fuori dai pantaloni.
Lo aveva appoggiato tra le mie labbra della figa ancora socchiuse, ma con tanta voglia di accoglierlo . Non appena spinse leggermente sentii una fitta . Da troppo tempo questo ingresso non era considerato e non ero ancora pronta per essere penetrata.
Dissi: mi fa male.
Spense il mio dolore con un bacio e portò un dito sulla mia clitoride ed iniziò a massaggiarla. Sentii in breve la passera rilassarsi ed un calore invaderla. Stava inumidendosi e ammorbidendosi
Dopo un po’ sentii ancora il suo cazzo spingere lentamente e questa volta seppur con fatica iniziò a penetrare. Non appena fu dentro a sufficienza iniziò a muoverlo avanti e indietro conquistando sempre più spazio e profondità sino a sentirmi riempita
Stavo sognando; un sogno splendido e veritiero
Così, dopo un po’ di movimenti profondi, iniziai a sentire il piacere che saliva e non potei fare a meno di aiutarlo andandogli incontro con il corpo sperando che aumentasse il ritmo.
Mi trovai ad avvolgergli la schiena con le gambe. Fu un movimento naturale che gli permise di penetrarmi meglio. Eravamo ipereccitati da quell’improvviso atto d’amore che non poté durare a lungo.
Ettore mugugnò sto venendo proprio mentre io stavo raggiungendo il climax. Gli dissi: fallo, ti voglio sentire.
A quel punto lo sentii spingere e fermarsi in fondo la vagina .Stava venendo e mi parve persino di sentire i suoi schizzi colpire le pareti della vagina; penso fosse solo una sensazione perché anch’io stavo godendo.
Poi trascorso qualche attimo lentamente si staccò da me estraendo il pene mentre accogliendomi tra le braccia mi baciava.
Guardò verso il basso e guardai anch’io; da una parte sulla scrivania i segni del nostro orgasmo dall’altra il suo pene mollo ricoperto di umori e sperma.
Lui disse: abbiamo fatto un danno, intendeva la scrivania sporca, ma io ero intenta a pensare e fare altro.
Come di consueto facevo con mio marito dopo un amplesso , gli piaceva molto ed era stato lui ad iniziarmi, mi chinai e presi l’ormai piccolo pene in bocca per ripulirlo del nostri piaceri
Era morbido e cadente ; lo presi con una mano per tirarlo su e poi con lingua e labbra lo nettai.
Accadde che, diversamente da quello che succedeva con mio marito, che lui, il suo pene si sentì sollecitato.
Con mio marito tra un amplesso e l’altro passava almeno mezzora tanto che dopo le prime entusiastiche volte il nostro amplesso era composta da un’unica scopata.
Lo sentii e vidi indurirsi e crescere tra le labbra e presa da questa piacevole novità continuai ad occuparmi di lui sino alla sua forte erezione.
La mia mente analitica non poteva non giudicare cosa avevo in bocca. Come lunghezza somigliava a quello di mio marito ,però questo era pieno di venature ed aveva una cappella più fine.
Le sue palle erano gonfie e occupavano una intera mia mano.
Presa in un atto che mi è sempre piaciuto mi misi in ginocchio per essere più a mio agio e cominciai a leccare e ciucciare l’asta fino ad arrivare alla cappella che inghiotti con fervore. Lui aveva allargato le gambe e teneva le mani dietro la mia nuca accompagnando i movimenti del mio capo.
Non lasciai la sua cappella, la trattai come il gelato più buono sino a che la introdussi in bocca per poterla succhiare e succhiare il tronco sin dove potevo arrivare.
Lo sentii che pulsava nella mia bocca e udivo la sua voce estasiata . Sentii il suo piacere crescere e il suo godere nella mia bocca. Inghiottii tutto o sperma e rilascia il pene solo quando fui certa che non ve ne fosse altro.
Mi sollevò e a differenza di mio marito volle baciarmi e sentire lui stesso il sapore dello sperma nella mia bocca.
Dopo, dopo il silenzio. Era avvenuto quanto non previsto ed eravamo forse entrambi imbarazzati.
In silenzio ci ricomponemmo . Poi individualmente uscimmo dall’ufficio ognuno per andare alla propria casa.
Quella sera alla presenza di mio marito mi sentivo in gran colpa per quello che definii una sciocchezza dell’età e del momento e mi ripromisi di dimenticarla.
Il lunedì successivo iniziò la mia prima giornata di consulenza/ affiancamento. Ci incontrammo in quello che prima era il mio e che adesso era diventato il suo ufficio. Non aveva fatto grandi cambiamenti, aveva solo fatto spostare il divanetto di cortesia sull’ altra parete e sulla scrivania aveva messo la foto della moglie e dei figli.
Ci comportammo come se tra noi non fosse mai avvenuto nulla. Lavorammo fianco a fianco tutto il giorno e solo un silenzio prolungato ci fece intendere che era arrivata la tarda ora e gli uffici si era svuotati.
Quel silenzio diffuso fu l’artefice della svolta. Mi guardò negli occhi , si alzò e mi prese per mano e in silenzio mi guido al divanetto. Non parlammo.
Mi fece poggiare le mani sul divano , mi sollevò la gonna sula schiena e mi calò gli slip alle caviglie facendomi sollevare un piede ; rimasero avvolti ad una sola caviglia.
Come la volta precedente, ma questa volta da dietro, mi leccò profondamente e poi sentii la sua cappella muoversi tra le labbra della figa con un movimento finalizzato ad aprirla ed infine mi penetrò. Sentii il suo cazzo entrare a fondo in un unico movimento in quel passaggio che ormai conosceva bene. Assestava colpi profondi che ad ogni strisciata mi davano piacere. Da dietro riuscì ad infilare le mani davanti nella camicetta ed a spostare il reggiseno. Mi strinse le tette nelle mani e continuò a scoparmi. Mi scopava alla pecorina e mi stringeva le tette.
Solo allora parlò : è da venerdì che aspettavo questo momento.
Che dire? Avrei voluto negarlo; mi ero detta che sarebbe stata l’unica e l’ultima volta ed invece ero piegata sul divanetto e godevo del suo cazzo. Pochi minuti del suo cazzo in figa e delle sue mani che continuavano a stimolarmi le tette che cedetti. Gli manifestai con voce il mio piacere e il mio orgasmo . Cinque minuti di tale chiavata mi portarono all’orgasmo ; non mi lasciò tregua. Pensavo finisse anche lui invece decise di cambiare posizione. Non estrasse il cazzo della mia figa mi fece alzare e ruotare e si sedette lui sul divanetto . Ero girata di schiena a lui e mi invitò a scoparmi da sola. Ero impalata e presi a scoparlo come volevo io. Coi piedi a terra mi alzavo e scendevo nella velocità e profondità che volevo io. Ero ad occhi chiusi per vivere ancora meglio quelle sensazioni Tenendo le mani a coppa sulle tette lasciava a me l’iniziativa della scopata . Mi alzavo e sedevo su lui e sentivo il suo cazzo impalarmi ad ogni discesa.
Ebbi le avvisaglie di un nuovo orgasmo. Sentivo ogni tanto il suo cazzo toccare la cervice, ma pur sentendo dei doloretti non volevo rinunciare a sentirlo tutto dentro. Godevo e quando colsi il suo pene ingrossarsi e sentii lui dire vengo raggiunsi la vetta e venni in modo sublime anch’io.
Piena del suo seme crollai esausta in avanti; mi risollevò gentilmente per le tette e facendomi ruotare il busto mi baciò e le nostre lingue si unirono.
Fu una delle scopate più belle della mia vita.
Anche stavolta mi posi tra le sue gambe per ripulirgli il pene. Mentre lo pompavo la sua mano era appoggiata sul mio capo , poi ha sollevato il mio viso dal cazzo e : lo sai che la prossima volta prenderò il tuo culo?
Non dissi nulla; non sarebbe stata per me la prima volta. Era usuale farlo con mio marito. Lo facevamo spesso prima del matrimonio per evitare gravidanze non volute, poi meno.
Sapevo che il mio culo era oggetto di attenzioni da molti e non mi stupii del suo desiderio.
Ripresi a ciucciargli il pene ma lui interruppe il pompino facendomi sollevare il capo : è bello, sei bravissima, ma si è fatto tardi, meglio se andiamo.
Stupita mi alzai e mi sistemai.
Lui attese che fossi a posto e mi disse: se vuoi ti accompagno a casa in auto così fai prima.
Per me sarebbe stato un bel aiuto ed accettai il “passaggio”.
Effettivamente nemmeno dieci minuti dopo eravamo vicino a casa .
Parcheggiò di fianco al marciapiede in una via laterale perpendicolare a quella dove abitavo. Vista l’ora di pedoni ve ne erano pochissimi e quei pochi erano persi nei loro pensieri ed affaccendati alla loro meta e difficilmente potevano notare quella coppia nell’ombra di un auto.
Approfittando di ciò mi attirò a sé e ci scambiammo un profondo bacio anche se avevo il timore che qualcuno potesse vederci e riconoscermi.
Quel bacio ci riscaldò ed eccitò come capita ai novelli amanti.
Sorrideva mentre mi diceva: visto che abbiamo fatto in fretta e il posto è tranquillo puoi concludere quanto hai iniziato prima. Mentre lo diceva aveva già slacciato ed abbassato la cerniera dei pantaloni ed il glande del cazzo già gonfio aspettava
Presa da un desiderio non spiegabile razionalmente mi piegai su lui e misi la mano nei suoi slip portando fuori tutto il suo cazzo e presi a succhiarlo come piaceva a me e con ritmo sostenuto anche perché sapevo che non potevamo stare li molto.
Bastarono un paio di minuti di ciucciaggio e masturbazione al pene che mugolando mi schiacciò il capo sull’uccello e mi venne in bocca copiosamente. Contai almeno quattro schizzi del suo seme riempirmi la bocca,. Inghiottii il tutto e poi con un bacio scambiai i sapori con lui.
Dissi :devo andare; ci vediamo lunedì.
A casa, per fortuna, arrivai prima di mio marito mi feci una doccia e mi cambiai come solitamente facciamo sia lui che io indossando indumenti più comodi.
Più tardi mentre mio marito guardava la tv in soggiorno ed io in camera leggevo un libro giunse un messaggio sul telefonino, era lui : è stato bello non vedo l’ora di rivederti.
Continuai a leggere ma mi accorsi che ero sempre alla stessa riga. Pensavo al suo messaggio, a quella serata, a quella passata e mi chiedevo cosa sarebbe avvenuto giovedì .
Passarono altri minuti , poi presi il telefonino e gli scrissi: anch’io; dopo cancellai i messaggi.
Il giovedì si tolse il desiderio che mi aveva anticipato: mi fece il culo. Mi inculò e mi sborrò dentro e io ne godetti sia prima mentre mi chiavava che dopo mentre mi inculava tenendomi a pecorina sul divanetto.
Confesso che mi ero preparata al momento e nei giorni precedenti avevo con le dita giocata con il mio ano aiutandomi con un lubrificante che usavo prima dei rapporti anali con mio marito e che misi anche poco prima che mi inculasse.
Anche quella sera mi riaccompagnò a casa e volle lo stesso servizietto della volta precedente.
In quelle ore, in quei momenti che facevamo sesso non ero più la moglie, la mamma, ma la ragazza di tanti anni prima con tanta voglia di godere.
Ogni volta che mi riaccompagnava a casa finiva nel noto modo.
La nostra relazione continuò durante tutto il periodo della mia consulenza, sei mesi.
Riuscimmo a ritagliarci del tempo per recarci in un non lontano motel dove potemmo fare sesso con comodità. Era solo sesso non amore.
Finito il periodo di consulenza mio marito ed io facemmo un lunghissimo viaggio e ciò mi fece rientrare completamente nel mio ruolo di moglie e mamma.
Ettore, non avendo mie notizie pur sapendo che ero rientrata mi chiamò al telefono mascherando la chiamata con un’ esigenza professionale e provò ad offrirmi un caffè o un aperitivo . Gli dissi che ero molto impegnata. Capi e non ci sentimmo e vedemmo più.
Posso dire che era stata una piacevolissima parentesi che non ha sottratto nulla a mio marito ai mie figli ma che a me ha dato tanta soddisfazione in un momento importante della mia vita.

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