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Racconti EroticiTradimento

Tradimento scoperto sul cellulare – Parte 8

By 17 Marzo 2023Marzo 20th, 2023One Comment

8. La prima notte del nuovo corso

Mi stesi sul letto matrimoniale e cominciai a pensare agli eventi appena trascorsi.

Era lo stesso letto che usavamo da tanti anni ma quella sera tutto era diverso. Era cambiato lo scenario ed erano diversi i personaggi, almeno speravo.

Adesso non era il luogo del riposo e dell’incontro coniugale di consuetudine. Era il campo di battaglia di una guerra sessuale che era stata scatenata dalla scoperta dal tradimento di mia moglie Maura con Andrea, suo amante da almeno un anno.
Lei aveva provato a sostenere che era un tradimento motivato solo dal sesso (e non amore per un altro) e io – non credendoci – l’avevo però presa in parola, costringendola a raccontare all’amante di essere una prostituta, di stare facendo godere altri uomini e chiedendogli di pagare le sue future prestazioni. Le avevo fatto disgustare l’amante al punto che, al telefono, l’aveva liquidata insultandola pesantemente.

Avevo ottenuto di farle perdere la dignità con l’amante, ma non mi bastava. Maura si illudeva forse di chiudere la partita con quel sacrificio limitato di concessioni. Stava a me di condurre il gioco sino in fondo, anche se avevo la sensazione di non sapere chiaramente quale fosse l’esito al quale volevo giungere.

Lei lo aveva fatto per calcolo, pensai.
Era fuori questione che vi fosse più del vero sentimento, visto quello che diceva ad Andrea nell’intimità, quando non sapeva di essere spiata.
Tutto mi induceva a pensare che fosse la certezza della perdita della sua immagine sociale (e familiare) che l’aveva indotta ad accettare quella che appariva una indecente proposta da parte mia.

Maura, da donna intelligente quale era, aveva compreso che si era trovata in una imprevedibile condizione di svantaggio e doveva cercare di recuperare in ogni modo, sfruttando il fascino che ancora era in grado di esercitare e l’attrazione che, evidentemente, ancora provavo per lei.

Poiché le piaceva il sesso vissuto come novità, anche quella nuova situazione con me (in un apparente nuovo ruolo) le sembrava eccitante, molto probabilmente, ma comunque utile per attenuare o persino annullare le conseguenza dannose che il suo tradimento aveva provocato.

In altri termini, era cosciente che avevo le prove fotografiche e video delle sue imprese amorose con l’amante che la esponevano ad una disastrosa separazione ed un successivo divorzio da me. Sapeva che sarebbe stata la fine della vita familiare, agiata e tranquilla, come si era andata costruendo e che, seppure divenuta noiosa (almeno dal versante sessuale), costituiva una solida certezza e garanzia di tranquillità, da non perdere, forse a qualsiasi costo.

Ma non volevo che si cullasse in quella illusione.
Perché il rapporto di coppia si era spezzato in modo irreparabile e dovevo trarre la dovute conseguenze. Niente poteva tornare come prima.

Le avevo detto che avremmo venduto sia la casa in città che quella al mare, per fare tabula rasa e diviso il ricavato per vivere ciascuno autonomamente: una soluzione che non gradiva e che voleva evitare. Ma anche sul piano delle relazioni rischiava il disastro.
Le nostre figlie, ormai ventenni che studiavano e lavoravano in altre città, avrebbero presto capito, pure se nessuno di noi le avesse informate, che chi aveva provocato quel terremoto era stata la mamma e, come minimo, avrebbero provato dispiacere e disapprovazione per il suo comportamento in mancanza di una motivazione sentimentale. E la notizia rischiava di spargersi nel giro delle conoscenze, fino a raggiungere la scuola dove lei insegnava.

Quella prospettiva di cambiamento esistenziale dopo i 50 anni di età, non l’aveva attratta al punto di dare corso alla separazione con tutte le sue conseguenze.

Non aveva creduto ad un nuovo progetto di vita con Andrea, il suo amante giocattolo. Puntava alla continuità, Maura, e lo faceva a mente fredda.
Aveva cercato ad ogni costo di non rompere il matrimonio, anche se nemmeno avevo accettato di mantenerlo come rassicurante facciata, viste le mie pretese sessuali e la mia manifestata volontà di ottenere il divorzio.

Sperava che, avendo liquidato l’amante e manifestando la sua totale sottomissione sessuale al marito tradito, mi calmassi dopo essermi accontentato per un po’ di tempo di quella condizione. In fondo, aveva puntato tutto sul fatto che non dessi corso a quanto avevo prospettato, nonostante che non avessi manifestato alcuna disponibilità a proposito di evitare separazione e divorzio.

Le avevo detto che, oltre alle azioni legali, non avrei accettato di starle più accanto, per il disgusto che mi aveva provocato, e pur di avere una pur remota possibilità di riaggiustare quanto si era frantumato aveva accettato su due piedi di lasciare l’amante, confessandogli, come le avevo imposto, di essere una prostituta.

Aveva visto, però, solo la relazione degli investigatori privati e non sapeva che, prima, mi ero introdotto in casa e l’avevo osservata fare l’amore con Andrea e donare tutta se stessa con un coinvolgimento che avevo capito essere non solo fisico ma anche mentale.

Non era solo sesso. Forse non aveva amato Andrea, ma aveva bisogno di molto più di quello che le avevo offerto sessualmente. Si era voluta divertire, sentirsi sessualmente libera, senza che io ne avessi conoscenza. Aveva seguito il suo egoismo, privilegiando l’istinto anche a costo di commettere una colossale scorrettezza.

Per me era stata la delusione maggiore, la scorrettezza, perché la sua non era stata una scappatella occasionale, di quelle che non lasciano tracce, ma era una relazione costruita nel tempo, un investimento nel quale le donne devono provare un coinvolgimento emotivo. Una specie di seconda relazione matrimoniale che era in corso da almeno un anno, parallela a quella legittima con me, marito da oltre vent’anni e padre delle sue figlie.

Ma avevo scoperto la sua duplicità, ed avevo deciso di smantellarla, mettendo fine alla nostra relazione nel peggior modo possibile per lei.
Fin qui, tutto era lineare. Un’altra donna avrebbe accettato di chiudere un’esperienza ormai consumatasi ed esaurita (quella con me) e provare a ricominciare una nuova relazione con l’amante. Ma, evidentemente, non si era sentita garantita dal nuovo amore, al punto di chiudere con il passato.

La sua reazione di voler conservare il nostro rapporto – probabilmente causata dalla sorpresa e dalla disperazione – aveva modificato anche le mie determinazioni.
Senza attenermi a quella che avevo deciso essere la mia linea di condotta dopo aver scoperto il tradimento di Maura, le avevo fatto intravedere una via d’uscita nel rinunciare alla nuova relazione costruita con Andrea, persino in maniera drammatica, visto che lui l’aveva mandata ignominiosamente a quel paese, pure insultandola.
Aveva finora accettato di venire da me degradata da moglie rispettata ad una troia da usare sessualmente, senza apparente garanzia di alcun perdono o ripensamento da parte mia, pur di non essere lasciata al suo destino. Perché contava di recuperare e farmi passare l’incazzatura. Lo intuivo nei momenti in cui mi sentivo lucido.

Maura uscì dal bagno avvolta nell’asciugamano: evidentemente, dopo essersi scaricata l’intestino, si era fatta una doccia ed applicato qualche unguento sull’ano dopo il poco delicato rapporto anale al quale l’avevo sottoposta (ed era la prima volta che lo facevamo). Camminava con un po’ di sofferenza, le faceva male l’ano, che evidentemente non si era chiuso del tutto, visti i rumori intestinali che non riusciva a contenere, ma non si lamentava.

Mi alzai dal letto e la bloccai.
Mi chiese, fissandomi con una faccia spaurita: “Cos’altro vuoi che faccia ? Mi hai letteralmente rotto il culo. Va bene, me lo sono meritata. Ma fammi stendere sul letto, almeno per qualche minuto. Poi farò tutto quello che vuoi”.
Sentii che aveva ragione, ma che doveva continuare a soddisfare la mia rabbia.
Le permisi di stendersi sul letto, ma in orizzontale, con la testa a malapena appoggiata sul bordo. Lo fece, senza capire dapprima il motivo della mia richiesta. Poi mi vide collocarmi con il cazzo, che ricominciava ad essere in tiro (ad opera del Cialis) all’altezza della sua testa e capì che la volevo scopare in bocca, un’altra pratica sessuale che non avevamo mai fatto insieme.

Con lo sguardo sottomesso, fece un mezzo sorriso, e disse: ”Tutto quello che vuoi, ti faccio scopare anche la bocca, vedrai”.
Si stese supina sul letto, di traverso, con la testa appena appoggiata al bordo del letto. Mi posi dietro di lei, nudo, con il membro che aveva riacquistato durezza, che era appena sopra la sua faccia. Maura socchiuse le labbra per far entrare la cappella e le se serrò attorno all’asta facendomi entrare lentamente nella sua bocca come se fosse la vagina mentre era sotto di me.

Provavo una sensazione magnifica, in quel fodero di carne morbido ed umido, nel quale il mio cazzo era dolcemente imprigionato. Faceva tutto lei, roteando la lingua sull’asta, mentre la cappella arrivava a ridosso delle tonsille e cominciavo a muoverlo lentamente avanti e indietro, mimando una specie di scopata dolcissima.

Vedevo la pelle del collo muoversi al passaggio del mio membro. Sembrava però che stesse godendo nel succhiarmelo, visto che emetteva dei gemiti soffocati, quando lo faceva uscire, lo leccava in tutta le sua lunghezza e poi riprendeva a pomparlo con foga.

Era proprio brava a succhiarmelo, e non sembrava la donna che era stata a letto con me per 25 anni che raramente faceva dei pompini, sputando poi il mio seme in un fazzolettino di carta. Questa era una donna che prendeva il suo piacere nel fare sesso orale al maschio e lo sapeva fare con una insolita capacità.

Continuammo questa insolita scopata con il mio membro che entrava ed usciva dalla sua bocca. Quando era fuori, le sue labbra e la lingua scorrevano lungo l’asta fino a raggiungere i coglioni, che venivamo baciati, leccati e succhiati con dolcezza. Tornava indietro il mio membro fino a che la bocca di lei non imboccava di nuovo il glande e lo faceva scorrere dentro con totale disponibilità.

Accettava con apparente naturalezza di essere usata e non si sottraeva al suo nuovo ruolo apparentemente passivo lasciandosi penetrare fino alla gola.

Sentivo lo sperma salire su dai testicoli ed ero sull’orlo dell’eiaculazione. Glielo dissi e lei, si sfilò il mio pene mi chiese con voce roca se volevo venirle in bocca o sulla faccia.
“Se ti vengo in bocca non devi perderne una goccia ma le vere puttane si fanno venire sulla faccia e poi ingoiano tutto” le risposi.
Mi sussurrò: “Vada per la bocca, te lo ingoio tutto il tuo succo e poi ti bacio per fartelo sentire”.

Si spostò da sotto per mettersi di lato, appoggiata su un fianco prese con la mano libera il mio cazzo e se lo rimise in bocca, mettendosi a pompare quasi con voracità.
Ancora qualche passaggio di lingua e sentii il primo fiotto di sperma uscire dalla cappella gonfia ed invaderle la bocca. Accennò un colpo di tosse e fece uscire di poco il mio membro, tenendo la cappella saldamente in bocca ancora avvinghiata al mio cazzo.

Mi scappavano gemiti di piacere mentre continuavo, con piccoli spasmi, a svuotarmi con altri fiotti di sborra che lei si sforzava di deglutire, muovendo la lingua.
Si staccò alla fine dal mio membro e dopo aver deglutito le ultime gocce di sperma, non senza baciare delicatamente la cappella del cazzo, ancora rossa e molto sensibile.
Si spostò sul letto per lasciarmi stendere anche io accanto a lei.

Come appoggiai la tesa sul cuscino, si avvicinò delicatamente a me col corpo e, alzando la faccia, senza pronunziare una parola, mi baciò ed insinuò la sua lingua nella mia bocca, muovendola con moto rotatorio.
Sentii, attraverso la saliva, sulla lingua, il sapore del mio sperma ed il suo bacio si fece ancora più appassionato con le labbra attaccate. Era una cosa intrigante, del tutto inaspettata. Ci sapeva fare, non so se frutto della sua vera natura od opera della paura per il tradimento scoperto (ammesso che fosse stato solo uno, mi venne di pensare).

L’emozione dell’orgasmo provato mi lasciò in uno stato di semi-coscienza accanto a lei sul letto. Probabilmente mi assopii abbracciato al suo delicato e profumato corpo, e lei me lo lasciò fare intenzionalmente, da moglie consumata che conosce le reazioni del marito.

Mi resi conto, più tardi, nel corso della notte quando mi ripresi, che mi aveva manipolato con quel bacio, che non era un gesto da puttana ma di amante.
Dormiva tranquilla accanto a me, con un’espressione soddisfatta.

(continua)

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