Skip to main content

In questo periodo molto triste per il nostro paese siamo stati costretti a lasciare a casa quasi tutti i nostri dipendenti; quasi perché visto che dobbiamo terminare alcuni ordini urgenti ne abbiamo tenuto alcuni ancora per qualche giorno, chiedendo loro di attenersi alle disposizioni per evitare ogni contatto e contagio.

Il consulente del lavoro che ci segue per questo settore delicato della sicurezza era stato chiaro: Date loro le mascherine previste, gel disinfettante e alcune confezioni di guanti in lattice…

Ho cercato in giro ma invano: riesco a trovare solo delle mascherine semplici, quelle da muratore per intenderci e dei guanti in lattice. Spero finiscano in fretta così possono rimanere a casa…

Lavorando sodo riescono a finire tutti i lavori mercoledì 11 marzo e quindi da giovedì mio marito e i dipendenti stanno a casa, mentre io, dovendo gestire alcune note di contabilità e mandare tutto al commercialista: devo resistere e venire in ufficio ancora qualche giorno.

Il lunedì successivo mentre ero al pc a lavorare sento suonare e dal videocitofono riconosco il dott. Giuseppe L., il nostro consulente del lavoro: gli apro e lo faccio entrare….

Con il consulente del lavoro ci conosciamo da tantissimo tempo: è un uomo sui 60 anni, alto circa 1.80, un po’ di pancetta, e molto altero.

Appena entrato mi rimprovera subito, alzando la voce, perché non ho ascoltato le sue disposizioni sui dispositivi di sicurezza e che deve assolutamente prendere dei provvedimenti, sempre sperando che nessuno dei miei dipendenti sia positivo al virus.

“Chissà come ha saputo della mancanza dei dispositivi” mi chiedo, ma poi mi viene in mente che uno dei ragazzi ha sposato sua nipote….

Provo a giustificarmi dicendogli che non ho trovato niente e ripetevo ai ragazzi di stare distanti, ma lui si mette a urlare “Abbi almeno il buon gusto di tacere… lo sai che posso farti chiudere la baracca se voglio, vero?”

Non so più cosa dire:

“Per favore non farci questo, lo sai che per noi è l’unica fonte di reddito… così anche per i ragazzi…” ma lui sembra essere irremovibile e prende il suo smartphone per chiamare non so chi per riferire la cosa.

Mi avvicino a lui pregandolo di non fare nulla….

“Cosa sei disposta a fare per non farmi procedere con la denuncia?”

Intravvedendo uno spiraglio mi esce dalla bocca “qualunque cosa” e solo dopo aver parlato mi accorgo e mi pento di quello che ho detto perché io l’ho considerato sempre un vecchio porco.

Subito mi dice: “Avvisa a casa che sono passato e che visto che avete usato pochi strumenti per tutelarvi dal contagio, ti porto in una clinica per una quindicina di giorni onde evitare il contagio ai bambini e ai familiari. Di non preoccuparsi che è solo routine.”

Provo a ribattere ma lui per tutta risposta riprende il suo cellulare.

Depongo il mio orgoglio e chiamo casa e riferendo le sue parole omettendo la minaccia della denuncia.

Appena chiudo Giuseppe mi ordina di spogliarmi per vedere se ha fatto un buon affare o se è meglio riferire tutto alle autorità: Io non sono proprio una modella ma non sono neanche da buttare, sono alta 1.55 circa, una 4 di seno e un culetto non proprio a mandolino perché le gravidanze hanno lasciato il segno, ma so che gli sono sempre piaciuta perché quando mi visitava per il lavoro si è sempre soffermato sul seno. Comincio a togliermi la camicetta che ho indosso e la canottiera, mi sfilo la gonna, tolgo le scarpe e i collant e rimando in slip e reggiseno, pensando si accontenti ma lui ribadisce: “Ho detto TUTTO!!!” e così rimango nuda davanti a lui… lo vedo che raccoglie le mutandine, il reggiseno e i collant e li butta nel cestino.

Mi fa chinare in avanti e appoggiata con i gomiti alla scrivania e le gambe divaricate mi soppesa le tette e mi strizza i capezzoli torcendoli tanto da farmi male. Poi mi tocca la mia figa che comincia a bagnarsi e mi tasta il buchino posteriore facendomi i complimenti perché è bello stretto.

Lo sento allontanarsi e cercare qualcosa nella sua borsa:” hai il culo troppo stretto…. Bisogna allenarlo da subito per accogliere il piacere”. Non capisco ma ho troppa paura di voltarmi per guardare….

Lo sento avvinarsi e mi porge da leccare un plug anale con una gemma rossa non proprio piccolino: “ti conviene leccarlo per bene… così entrerà più facilmente” e poi scoppia in una risata.

Non sono vergine dal mio buchino posteriore, ma sicuramente il cazzo di mio marito è molto più piccolo….

Lo insalivo per bene per qualche minuto, poi Giuseppe me lo toglie dalla bocca e lo poggia sul mio buchino, prima piano poi con un colpo lo infila completamente….

“Bene, ora lo lasciamo lavorare per conto suo…. Mentre pensiamo a tenere sempre ben lubrificata quella splendida figa che ti ritrovi!” mi dice avvicinandosi e infilandomi un vibratore….

“Ora puoi sederti e continuare a lavorare, visto che io devo fare alcune telefonate, verificare alcune pratiche e inviare mail ad alcune ditte!”

Senza guardarlo in viso mi siedo al mio posto e cerco di continuare a lavorare, ma il plug anale mi dà un po’ di fastidio mentre sono seduta.

Dopo una decina di minuti sento una vibrazione tra le gambe e alzando gli occhi verso Giuseppe vedo che ha il cellulare in mano puntato verso di me:” ti avevo detto che avrei tenuto ben lubrificata la tua fighetta!”. E ride….

Ora lavorare diventa sempre più complicato, ma dopo qualche minuto spegne il vibratore e quindi posso concentrarmi.

Tra una vibrazione e l’altra si sono fatte le18 e Giuseppe mi chiede se ho finito.

“Quasi. Ancora una chiusura e poi stampo tutto così quando passa il fattorino mandato dal commercialista gli consegno tutto! Posso vestirmi intanto?”

“Certo: indossa la camicetta, la gonna e le scarpe!”

Solo quando ho indossato e chiuso la camicetta capisco perché di tanta gentilezza…. Anche se ha qualche disegno sul davanti si possono notare bene i capezzoli dritti e si intravvedono le aureole scure…

Dopo una mezzoretta suonano al citofono e dal video vedo il fattorino: tiro un sospiro di sollievo notando che non è il solito ragazzo ma uno sconosciuto.

Mi alzo e prendendo il fascicolo da consegnare mi avvicino alla porta e la apro: in quel momento sento ricominciare a vibrare velocemente l’infernale oggetto che ho nella figa. Mi tremano le gambe e cerco di non farmi scoprire anche se il brusio dovuto alle vibrazioni si sente. Mentre consegno il tutto al ragazzo non posso non notare il suo sguardo sul mio seno.

Chiudo la porta e mentre ritorno in ufficio incontro Giuseppe in corridoio che mi sorride:” Chissà se al ragazzo è piaciuto lo scenario che gli si è prospettato davanti!”

Appena in ufficio mente spengo il pc lui mi rimprovera:” Cosa ci fai ancora vestita? Non lo sai che devi essere sempre nuda davanti a me?” e mi tira un ceffone sulla guancia…

“Pensavo che saremmo andati via subito!” piagnucolo io, mentre me ne arriva un altro “quando ti rivolgi a me devi chiamarmi sempre Padrone e aspettare di avere la parola!”

Mi ha in pugno. Ha capito che mi sento inferiore a lui e che mi incute un eccitante terrore.

Mi spoglio in fretta tenendo solo le scarpe e rimango in attesa di disposizioni.

“Ora è meglio che comincia chiudere tutte le tende nei vari uffici e controllare sia il magazzino e che l’officina”.

Siccome comincia a fare buio accende tutte le luci degli uffici… così dai palazzi difronte posso essere vista mentre chiudo le tende di tutti gli uffici,

Cerco di fare più veloce che posso ma lui lo capisce e aziona il vibratore molto velocemente… così tutti i miei movimenti vengono rallentati. Dopo aver chiuso tutte le tende mi reco in magazzino e lui sempre dietro:” Sali sulla scala e controlla se le finestre in alto sono ben chiuse. Non vorrai che un temporale ti allaghi il magazzino!”

Prendo la scala con le ruote e salgo: ho paura che gli oggetti che nei buchi cadano in terra e questo sia un pretesto per punirmi, ma il suo scopo è un altro: da sotto mi scatta moltissime foto, visto che i buchi occupati sono oscenamente esposti.

Anche questo supplizio a fine e spente tutte le luci ritorno nel mio ufficio, dove Giuseppe prende il suo cappotto e le mie cose e le sistema in una borsa: “Mettiti il tuo bel cappottino di D…L (celebre marchio) e andiamo. Ci attendono!”

Indosso il cappotto sulla nuda pelle e usciamo. Mentre salgo sul suo suv non posso far altro che tirare su il cappotto mostrando così le gambe nude quasi fino al culo.

Mentre partiamo Giuseppe mi sbottona completamente il cappotto lasciandomi quasi nuda: meno male che ha i finestrini oscurati e il parabrezza è alto….

Al primo semaforo ci sono i soliti tipi, penso zingari, che solitamente io ignoro e che vogliono lavare il vetro…. Giuseppe gli apre il finestrino dal mio lato e gli chiede di lavargli il vetro mentre mi mette una mano sul ginocchio impedendomi di chiudere le gambe.

Ora sono in due ad avvicinarsi e mentre uno lava il parabrezza l’altro chiacchera con Giuseppe squadrandomi da capo a piedi: sicuramente mi hanno riconosciuta.

Giuseppe allora mi carezza un seno: “Vi piace? Bella la vacca vero?”

Uno mette la mano dentro e mi carezza il seno strizzandolo in modo maldestro, ma il clacson di quelli dietro costringono Giuseppe a ripartire…. Ridendo!

Dopo circa un’oretta in cui il vibratore non ha mai smesso di fare il suo lavoro, tenermi sempre eccitata, arriviamo in un quartiere residenziale della città, ed entriamo in un cortile con ciottolato come pavimento: non vi dico il plug anale come mi devastava ad ogni salto…

Scesi dall’auto entriamo in un portoncino stile liberty e mentre attendiamo l’ascensore di questa palazzina a 4 o 5 piani, Giuseppe mi toglie il cappotto e se lo mette sul braccio: “da qui smetti di essere Cate e diventi la nostra cagnetta e quindi non ti servono vestiti! Per ora tieni le scarpe anche se hanno un misero tacco che poi provvediamo!” mentre mi allaccia al collo un collare nero con delle borchie argentate e un anello.

L’ascensore è di quelli vetrinati e che sale molto lentamente: ho il terrore di essere vista… ma evidentemente, e per mia fortuna, a quest’ora tutti sono a casa.

Scendiamo all’ultimo piano e lo seguo verso il suo alloggio. Apre la porta ed entriamo. Subito arrivano i figli: Un ragazzo che avrà 25 anni e una ragazza sui 20, seguiti dalla moglie, una bella donna sui 50 anni.

La figlia dopo aver salutato il padre fa: “è questa la cagnetta che ci allieterà la quarantena?”

Ora le gambe mi tremano…

Il ragazzo mi fa girare su me stessa e mi tasta come per saggiarmi… mentre la ragazza prende un guinzaglio appeso dietro la porta e lo aggancia al collare e mi porta in una stanzetta arredata con un tavolino e un lettino.

“Questa sarà la tua cuccia quando sarai a riposo, altrimenti starai sempre con qualcuno di noi”. E mi lascia li.

Ora le mie paure diventano realtà: sono il cane di quella casa…

Dopo qualche minuto una cameriera di colore mi porta un piatto con della pasta, del purè e un frutto: “per il bere ci penseranno i padroni dopo”.

Visto che ho saltato pranzo mangio velocemente e aspetto che venga il Giuseppe anche perché ho bisogno di andare in bagno.

Questa attesa sembra eterna, ma in realtà dura pochi minuti perché arriva Giuseppe appena uscito dalla doccia in accappatoio che mi accompagna in bagno: “Non preoccuparti, non ti sarà fatto alcun male: ho capito che subivi la mia posizione. Vogliamo divertirci tutti e soprattutto godere… certo sarai la nostra schiava per 15 giorni, ma vedrai che ti divertirai e vorrai ritornare. Ora ti lascio il bagno… lavati e raggiungici in soggiorno.”

Nel mentre mi sfila gli oggetti dai miei buchi senza molto garbo… Ne approfitto per espletare i bisogni fisiologici e poi mi faccio una doccia senza però togliere il collare. Mi hanno rassicurato le parole di Giuseppe, ma di una cosa ha ragione: mi ha sempre fatto soggezione e paura.

Mi asciugo con un telo lasciato lì per me e nuda metto le mie scarpe e vado in soggiorno. Sono tutti a tavola nudi… anche la cameriera, a parte un grembiulino striminzito, è nuda.

Giuseppe mi indica di avvicinarmi:” metti quelle scarpe lì e vieni qui vicino a me.

Mi sfilo le mie e mi allaccio quei sandali rossi vicino alla porta con tacco 12… fatico a camminare, non sono abituata, ma mi avvicino a lui che, questa volta senza farmelo preparare, mi infila il plug nel culo… questo però è azzurro e mi sembra più grosso…

Il figlio, Massimiliano, mi dice di andare sotto il tavolo che ha un problema con il cazzo mentre mangia e di prenderglielo in bocca e lavorarlo un po’…

Mi piego e dal lato opposto di Giuseppe mi infilo sotto il tavolo: oltrepasso la moglie Clara e la figlia Alessia e mi reco tra le gambe di Max: ha un cazzo enorme di circonferenza… Faccio fatica a prenderlo tutto in bocca ma mi sforzo e lo lavoro per bene… tanto che dopo un po’ mi viene in bocca. Ecco cosa intendeva la cameriera che per i bere ci avrebbero pensato i padroni.

Appena finito sento Alessia:” Dai cagnetta, vieni a salutare la micina della tua padroncina…  Vediamo se sei brava!”

Mentre mi avvicino e comincio a leccare sento un piede che mi forza nella mia figa: Clara mi sta masturbando con il piede… La sento forzare come se volesse infilarlo tutto dentro… ma lei gioca…

Io cerco di concentrarmi sul clitoride di Alessia per evitare punizioni perché ho la sensazione che lei sia la più feroce.

Clara ha una bella padronanza nel gestire la mia masturbazione… mi eccita fino ad un certo punto e poi mi lascia sul più bello per poi riprendere…

Alessia sta per venire e a differenza del fratello lo fa sentire…. Mi prende la testa con le mani e la preme contro la figa fino a quando non mi inonda dei suoi umori…

Clara mi invita ad uscire dal tavolo e di andarle vicino, con un cucchiaio prende i miei umori dalla figa grondante e li assaggia:” complimenti… hai un buon sapore. Bravo Pino, questa volta hai superato te stesso, hai scelto una brava cagnetta!”

“Grazie, ma ora vieni qui… non hai ancora soddisfatto il tuo padrone…

Sempre a 4 zampe mi avvicino a lui e aspetto ordini. Finisce il suo caffè e poi mi fa alzare e poggiare ad un tavolino li vicino…

Clara si avvicina al marito e prendendogli in bocca il suo cazzo lo fa drizzare e una volta ben eretto me lo infila nella figa: Sento il suo cazzo che avanza strisciando contro il plug anale, separati solo da una membrana. Dopo qualche colpo esce e la moglie lo riceve in bocca, lo spompina un altro po’0e me lo rinfila…

Intanto Clara si mette davanti a me e mi ripresenta la sua micetta da leccare, mentre Max sta scopando la cameriera sul divano accanto a noi.

Pino mi pompa ancora e dopo molti colpi esplode nella mia figa riempiendomi mentre Clara mi viene in bocca come ha fatto sua figlia prima.

Max si gira verso di me e mi ordina” Vieni qui stupida cagnetta che devi pulire bene Sharon!!! Vuoi mica che resti incinta!”

Allora mi alzo dal tavolo mentre Alessia mi mette il guinzaglio e mi tira verso suo fratello. Senza troppi complimenti mi fa inginocchiare vicino a loro e appena Max si è alzato dopo essersi scaricato mi spinge la testa contro la nera figa di Sharon: con la lingua cerco di raccogliere quanto più sperma posso, ma un po’ rimane tra i peli. “Sei proprio una cagnetta inutile…” urla Alessia e brandendo un frustino mi colpisce il culo facendomi sobbalzare e urlare…

Pino allora mi fa piegare a 90 sul bracciolo del divano con la faccia schiacciata sulla figa di Sharon e Alessia mi colpisce 4-5 volte facendomi sobbalzare ad ogni colpo; poi si sposta e sempre con il frustino mi colpisce sulle labbra della figa 2-3 volte facendomi scendere le lacrime per il dolore.

Mi fanno poi accucciare su un tappeto vicino al divano mentre loro si guardano un film su Netflix.

Verso Mezzanotte spengono la tv e Pino si reca in bagno tirandomi per il guinzaglio, mi fa accucciare nella doccia e dopo avermi tolto il guinzaglio, comincia a ricoprirmi di pioggia dorata: “Vedi di non sprecarla tutta perché fino a domani non bevi nulla!!!”

Quando ha finito mi mette il cazzo in bocca per pulirlo bene…

“Bene… Buonanotte… Per ora aspetta qui fino a che Clara non ti porta a cuccia”

Pino esce lasciandomi li e dopo qualche minuto arriva Max, che fa esattamente come suo padre solo che deve ‘essere da molto che non si scarica: mi versa in bocca e addosso litri di piscio.

Prima di andarsene apre la doccia: “Sciacquati un pochino perché alle signore non piace il cane che puzza”.

La prossima pensavo fosse Alessia ma compare Sharon che dopo aver chiuso l’acqua mi scarica addosso litri di piscio: “in questa casa la domestica viene prima della cagnetta”. Dice ridendo.

Riapre l’acqua e mi versa addosso del doccia schiuma. Mi strofina i capelli senza alcun tatto e mi sciacqua lasciandomi li accucciata.

La prossima è Alessia: si posiziona davanti a me e mi inonda con il suo getto. Deve essere esperta perché aiutandosi con le dita indirizza il suo getto come se avesse un idrante.

Quando ha finito mi mette ai capezzoli due pinzette: “così stanotte mi pensi!!!”

No si è ancora allontanata che si avvicina Clara. A differenza degli altri che si erano soffermati sul bordo del piatto doccia, lei entra e si mette in piedi quasi sopra di me, cosicché pisciando mi inonda bene dalla testa ai piedi….  “Ora alza la testa e apri bene la bocca perché voglio vedere come si riempie bene”. Quando ha finito apre la doccia, si insapona e mi dice di farle un bel bidè con la lingua mentre si accovaccia leggermente in modo che le labbra della sua figa siano ben dilatate…

Continuo a lavorare di lingua fino a che non scoppia in un orgasmo potente…

“Ora lavati e asciugati che ti porto a cuccia”. Eseguo cercando di fare in fretta per evitare altre punizioni…

Appena asciutta e lasciato il solito telo nella cesta che mi hanno dedicato, e Clara mi riattacca un nuovo guinzaglio che veniva collegato all’anello del collare da un lucchetto: e dopo avermi condotto nello stanzino riservatomi e attacca l’altro capo del guinzaglio ad un anello mediante un altro lucchetto: “Sei una brava cagnetta, ma essendo una bastardina potresti disturbarci il sonno”. Mi immobilizza i polsi con una specie di manette di cuoio prima di chiudere la porta mi infila il solito vibratore nella figa.

Chissà domani cosa mi aspetterà?

Leave a Reply