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Racconti Trans

Andrea – Prima parte

By 26 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

ANDREA ‘ vogliedafemmina@yahoo.it

Prima parte

Prefazione:

Una doverosa prefazione per dire ai lettori che questo racconto l’ho scritto in maniera sperimentale.
Ho diviso la storia in piccole sezioni precedute dal nome di chi parla . Desideravo esprimere con maggior intensità la psicologia e le sensazioni dei due principali protagonisti ed &egrave quindi per questo che ho deciso di mostrare gli avvenimenti da entrambi i punti di vista. Spero che l’esperimento sia apprezzato.

Lisa

– Antonio

Lo conoscevo da sempre, aveva 9 anni meno di me, abitava nel mio stesso palazzo e lo avevo visto crescere. Andrea era sempre stato un ragazzino molto grazioso, pelle chiara e liscia visino delicato dai tratti molto femminili e accattivanti, labbra carnose, occhi grandi dallo sguardo languido. Andando al lavoro mi capitava spesso di incrociarlo e ricordo bene la prima volta in cui notai che in lui c’era qualcosa di strano. A quel tempo andava a scuola e spesso accadeva che facessimo la strada insieme.
Quella mattina mentre chiacchieravamo la mia attenzione fu attratta dal suo modo di camminare Andrea sculettava in modo molto vistoso, una cosa che non avevo mai notato prima, il suo delizioso culetto, sodo e prominente come quello di una ragazzina si muoveva ritmicamente con un eleganza tutta femminile. A quell’età capita spesso di apparire un po’ androgeni ma nel suo caso la postura sembrava voluta.
‘Come và a scuola Andrea ? chiesi alla fine in tono scherzoso ‘scommetto che le ragazzine sono tutte ai tuoi piedi’ affermai dandogli uno schiaffetto sul sedere.
Lui sorrise imbarazzato, si fece addirittura rosso e balbetto qualcosa che non capii, lo salutai e mi infilai nel bar a fare colazione.

Qualche giorno più tardi ebbi la conferma dei miei pensieri; mi capitò di incrociarlo sull’autobus. Dei ragazzini probabilmente della sua stessa classe lo molestavano e spintonandolo lo chiamavano femminuccia o andreuccia. Lui rimaneva li imbarazzato ed impacciato con il viso contrito al limite del pianto senza riuscire a proferir parola. Era vestito con degli short molto corti e aderenti che mettevano in mostra il suo delizioso culetto, scarpe da tennis e una canottiera alla moda che lasciava scoperto l’ombelico. In mano teneva uno zainetto rosa e mi sembrava che avesse le labbra lucide e gli occhi leggermente truccati con la matita nera.

‘scommetto che ti piace questo’ disse il più strafottente dei tre ragazzini toccandosi i genitali. Andrea abbasso lo sguardo e venne colpito al volto da un ceffone. Sei un frocio di merda gli dissero i tre. A quel punto mi feci largo fra la folla ponendomi di fronte ai tre ragazzini.
‘Che cazzo state facendo stronzetti ?!!’ dissi guardandoli con cattiveria ‘Tre contro uno, ma che bravi, se vi ribecco un altra volta a molestare Andrea vi do tanti di qui calci in culo che non potrete sedervi per una settimana’ Ne spintonai uno e afferrai gli altri due trascinandoli verso la porta.
‘Avete capito merdacce ?!!’ gli urlai in faccia
‘Si..Si..’ risposero spaventati.
Quando le porte dell’autobus si aprirono gli intimai di scendere se non volevano che ci pensassi io e tutti e tre corsero giù.

Guardai Andrea, era impietrito e tremava. Gli chiesi come stava. Mi guardò di sfuggita per un attimo fugace e mi fece segno di si che stava bene.

Quando scendemmo dall’autobus lo invitai a sedersi su una panchina. Guardandolo notai che le fettuccine degli slip che indossava sbucavano dai lati degli short. Molto probabilmente indossava un tanga.

‘Capita spesso che ti prendano in giro ?’ chiesi
‘Si’ rispose con gli occhi umidi e si mise a piangere sottovoce.
Lo abbracciai e quando lo sentii avvinghiarsi a me ebbi un sussulto, fù come una scossa elettrica che si scaricava nei genitali facendomi irrigidire il pene.
Cercai di calmare Andrea e di non dar peso all’effetto del suo abbraccio.
‘Devi farti rispettare cazzo, non puoi rimanere li impietrito’ dissi ‘ sei troppo sensibile te la prendi a male ma sono solo cazzate. Se ti prendono in giro fai altrettanto, quei ragazzini sono uno più sfigato dell’altro’

A queste parole lo vidi leggermente sorridere.

‘Sono solo invidiosi, ma su una cosa quei poveri idioti hanno ragione’ dissi sorridendo ‘sei così carino che sembri davvero una ragazzina, sono gelosi di te e quindi cercano di screditarti. Devi cercare di essere più estroverso e di non prenderti troppo sul serio altrimenti ti renderanno la vita impossibile’

‘non &egrave facile’ disse Andrea con una strana espressione sul volto ‘io sono debole e non voglio fare a pugni, ho bisogno di qualcuno che mi protegga’ pronunciò queste parole con un tono e una cadenza molto femminili. Mi guardava con occhi lucidi e la bella bocca dalle labbra carnose semiaperta.

‘Si lo so non &egrave facile’ risposi, ‘ma sono sicuro che puoi farcela. e poi comunque puoi contare su di me. Se continuano a molestarti dimmelo e ci vado a dire due parole io ‘ dissi strizzandogli l’occhio.

Lui sorrise e mi abbracciò ‘Grazie’ mi sussurrò all’orecchio
Mi guardava fisso con i suoi grandi occhi verdi e sembrava pendere dalle mie labbra. Se fossi stato più attento avrei colto in quello sguardo la sfumatura dell’innamoramento ma in quel momento non ci feci caso.

‘Davvero pensi che sia carino ?’ chiese con un sorriso raggiante.
‘Certo, sei molto carino’ risposi ‘fin troppo, probabilmente se ti facessi crescere i capelli non si riuscirebbe a capire se sei un ragazzo o una ragazza’. Lui mi guardò come se gli avessi fatto il complimento più bello del mondo. ‘Forse &egrave per questo che mi picchiano quei ragazzi’ disse a voce bassa.

‘Ti hanno fatto del male ?’ chiesi
Lui parve arrossire di nuovo e mi fece segno di si.
‘cosa ti hanno fatto?’

‘mi vergogno’ disse

‘coraggio dimmi’
Andrea si appoggiò al mio petto con la testa.
Lo sentii respirare a fondo e poi iniziò a parlare.
‘Quei tre sull’autobus alla ricreazione mi bloccano spesso nel bagno. Oggi mi hanno dato degli schiaffi. Quello grosso mi ha girato le braccia dietro la schiena e mi ha fatto piegare in avanti e poi da dietro si muoveva contro di me e faceva finta di……’
‘si ho capito’ dissi
‘Mentre ero piegato e gli pregavo di lasciarmi stare un altro mi tirava i capelli schiacciandomi il viso contro i suoi pantaloni’ indicò l’area del pube.

‘Capita spesso che ti facciano queste cose ?
‘All’inizio dell’anno no ma ultimamente nonostante cerchi sempre di stargli lontano continuano a starmi addosso’

Guardai Andrea fisso, era visibilmente imbarazzato ma il suo tono di voce aveva tradito una certa eccitazione mentre mi raccontava quegli episodi. Forse non gli dispiaceva così tanto ricevere quel tipo di attenzioni pensai.

‘Forse essere un po’ più virile ti aiuterebbe nel rapporto con i compagni di classe’ affermai allo scopo di vedere l’effetto delle mie parole.

Andrea abbassò lo sguardo e vidi i suoi occhi inumidirsi di nuovo.
Capii di aver toccato un tasto dolente. Vidi che stava per alzarsi e lo fermai afferrandolo per un polso.

‘Io non sono qui per giudicare’ dissi ‘ognuno ha diritto ad essere ciò che vuole, il mio era solo un consiglio spassionato’.
Andrea mi guardò e io lo accarezzai sulla testa ‘Hai tutto il diritto di vestirti da femminuccia se lo desideri ma devi renderti conto che così facendo sarai sempre oggetto di attenzioni più o meno desiderate’
‘Io non voglio cambiare e poi mi hai detto che sono carino ..giusto?’
‘Si, &egrave vero sei molto carino’ dissi sorridendo ‘Però se non vuoi cambiare non puoi neanche prendertela se ti danno della femminuccia, ti pare ?
Mi guardò.

‘Ok piccola’ dissi ‘vorrà dire cha farò la tua guardia del corpo ok ?’
Andrea sorrise apertamente ‘Me lo prometti Antonio?, mi proteggerai ?’ chiese ‘saranno anche degli sfigati ma quegli stronzi sanno essere molto crudeli’ disse abbracciandomi.

‘Si sarò la tua guardia del corpo’
Mi strinse e mi diede un bacino sulla guancia poi si girò velocemente e corse verso casa.

– Andrea

Giunsi a casa eccitato con il cuore che mi rombava nelle orecchie. Mangiai velocemente qualcosa e poi approfittando del fatto che mia madre non sarebbe rientrata prima delle cinque mi spogliai completamente e con la sicurezza di chi ha fatto molte volte quelle azioni aprìi il cassetto della biancheria di mia madre e scelsi con cura i capi che desideravo. Indossai dei tanga bianchi con reggiseno dello stesso colore, una camicia da notte molto sexy color perla, dei collant autoreggenti bianchi e le scarpe con il tacco più alto che riuscii a trovare nella scarpiera.
Mi rimirai nello specchio montato sulle ante del grande armadio accarezzandomi le gambe snelle e camminai avanti e indietro sculettando.
Non mi sentiva nessuno e quindi esprimevo a voce alta la mia eccitazione sospirando e gemendo dei miei stessi tocchi
‘Antonio, amore mio, voglio essere la tua ragazza, ti prego baciami, stringimi amore, sono tua fammi quello che vuoi’
Mi coricai sul letto e abbracciai il cuscino, ‘Sono la tua piccola. Ti amo…ti amo..ti amo…ti amo ..ti amo……’ ripetei baciando convulsamente il cuscino.
‘Ti prego Antonio fai l’amore con me, ti prego, voglio essere tua…la tua ragazza…’

gemevo e ansimavo eccitatissimo, poi mi alzai aprii un cassetto all’interno dell’armadio e frugai sul fondo finché non trovai un piccolo vibratore. Era di mia madre ma lo avevo scoperto e lo utilizzavo certamente più spesso di lei.
‘Si amore te lo succhio..mmmmmm sslllappp…’ dissi leccando con passione il dildo.
‘mmmppphh mmmppph …come e bello sentirlo in bocca, ti piace amore ?… ti piace come ciuccia la tua femminuccia ?’

Continuai a succhiare a lungo poi mi alzai e vidi riflesso nello specchio il mio viso rosso di lussuria. Andai in bagno presi un tubetto di crema e un bicchiere e tornai sul lettone.

Mi misi un po di crema sul buchino e iniziai a spingerci dentro il vibratore. ‘Oh Siiiiii amore, sono tua, inculami ti prego, .siii siiiiiiii’
Infilai il dildo più profondamente che potei e poi lo accesi. OH Siiii, sei il mio uomo SCOPAMI…INCULAMI AMORE INCULAMIIII !!
C’era per me qualcosa di incredibilmente eccitante nel ripetere a voce alta la parola inculami, era come se nel farlo mi aprissi totalmente al desiderio di essere posseduta e questo aumentava moltissimo lamia eccitazione.

Nello specchio vedevo la mia bocca aperta, gli occhi sbarrati, la lingua fuori. Con una mano spingevo avanti e indietro il vibratore mentre con l’altra masturbavo il mio piccolo uccellino duro.
Quando sentii che stava per giungere l’orgasmo mi sedetti in modo che il vibratore rimanesse profondamente dentro di me e gemendo eiaculai dentro al bicchiere, quindi, in ginocchio sulla moquette davanti allo specchio, mi colai sul viso lo sperma e guardandomi estasiato, con il vibratore che ancora ronzava dentro, lo raccolsi con le dita e lo inghiottì fino all’ultima goccia.
‘Che buono amore, &egrave buonissimooo, ti amo…. ‘

Che bella giornata, ero al settimo cielo, continuavo a pensare ad Antonio e a come conquistarlo.
Desideravo ardentemente diventare la sua femmina, volevo sentirmi sua, farmi coccolare ma più di tutto voleva servirlo, essere ai suoi ordini pronto a soddisfare ogni sua voglia.
Eccitato dal pensiero che mi aveva promesso di essere la mia guardia del corpo e dai complimenti che mi aveva fatto quel giorno mi masturbai tre volte.
Mi immaginavo inginocchiato fra le muscolose gambe intento a succhiargli il cazzo. Chissà quanto era grosso e che buon sapore doveva avere.

Continua

Lisa-trav
vogliedafemmina@yahoo.it

ANDREA ‘ vogliedafemmina@yahoo.it

Seconda parte

Prefazione:

Una doverosa prefazione per dire ai lettori che questo racconto l’ho scritto in maniera sperimentale.
Ho diviso la storia in piccole sezioni precedute dal nome di chi parla . Desideravo esprimere con maggior intensità la psicologia e le sensazioni dei due principali protagonisti ed &egrave quindi per questo che ho deciso di mostrare gli avvenimenti da entrambi i punti di vista. Spero che l’esperimento sia apprezzato.

Lisa

Andrea –

La mattina del giorno successivo indossai degli attillatissimi pantaloni da ciclista neri e feci attenzione che le fettuccine del tanga che indossavo uscissero dai pantaloni e fossero ben visibili. Mi truccai più del solito e completai il quadro con una canottiera nera corta e delle scarpe da tennis.
Scesi in strada con largo anticipo e mi sedetti su un muretto ad aspettare Antonio.
Quando lo vidi scendere gli corsi incontro sorridendo e lo abbracciai.
‘Buongiorno, aspettavo la mia guardia del corpo…’
Durante l’abbraccio sentii le mani di Antonio scorrere e soffermarsi qualche attimo sul mio sederino, un gesto che gradii molto.

‘Che bello che sei Antonio’ pensai, ‘fammi quello che vuoi’

Presi Antonio a braccetto puntando verso la fermata dell’autobus.
‘No Andrea, oggi vado in officina con la moto’ disse con la sua voce profonda

‘Ma mi avevi promesso ….’ cominciai a dire con tono femminile e petulante.

Antonio mi guardò con aria seria e ascoltò per qualche secondo le mie estemporanee lamentele.
‘Silenzio !, non hai capito’ mi interruppe ‘sei proprio una femminuccia’ disse assestandomi una sculacciata sul sedere. ‘oggi ti accompagno in moto a scuola principessa, capito ?’
Smisi di lamentarmi e sorrisi entusiasta di quella prospettiva.

Antonio si fermò a fissarmi per alcuni attimi.
‘Ma che bella signorina che abbiamo qui oggi’ disse ‘se continui a vestirti cosi uno di questi giorni ti violento’ disse ridendo mentre saliva sulla moto parcheggiata in cortile.

Salii dietro aggrappandosi ai suoi fianchi. ‘Tu puoi farmi quello che vuoi’ gli sussurrai all’orecchio. Avevo il cuore che mi batteva all’impazzata, quelle parole mi erano scappate di bocca senza quasi rendermene conto.

Lui non fece commenti e quindi pensai che forse non aveva sentito le mie parole per via del rombo della moto.
Quando partì mi allacciai alla vita di Antonio cingendola con le braccia. Adoravo sentire quel corpo virile e muscoloso contro di me e sperai di salirci molte altre volte su quella moto.
Con le mani allacciate sopra l’ombelico di Antonio non riuscii a trattenermi e cercai di abbassare le mani per sfiorare l’oggetto dei miei desideri, il protagonista delle mie tante sedute di masturbazione..
Con grande stupore ed eccitazione dovetti muovere le mani solo poco più in basso. Antonio aveva il pene posizionato verso l’alto e schiacciato nei Jeans gli arrivava quasi all’ombelico. Considerando che certamente non era in tiro doveva avere un cazzo enorme, un pensiero che mi faceva letteralmente sbavare..
Nel breve tragitto fino alla scuola continuai a gingillarmi nell’avvicinarsi ‘fortuitamente’ a quel delizioso arnese e a sfiorarlo sperando, ‘forse’, che Antonio non se ne accorgesse.

Giunti davanti all’entrata dell’istituto Antonio si guardò intorno per vedere se in mezzo alla ressa degli studenti che aspettavano di entrare erano presenti anche i tre ragazzi del giorno prima. Dopo alcuni minuti gli vide in lontananza ma quando il suo sguardo incrociò il loro i tre si allontanarono velocemente entrando a scuola.

‘Grazie Antonio, se non ci fossi tu non so come farei’ dissi ‘io esco alle 13:00, mi passi a prendere vero?’ chiesi con tono supplichevole.

‘Si per qualche giorno ti faccio da scorta ma non ti montare la testa femminuccia. Fai la brava bambina e sta lontana dai guai, capito ?, altrimenti ti sculaccio’
‘Magari’ pensai salutandolo calorosamente.

Antonio ‘

Quel ragazzino mi stava facendo ribollire il sangue.
Avevo avuto qualche esperienza gay con ragazzi passivi ma mi consideravo essenzialmente etero. Andrea era una tentazione davvero forte. Avevo sentito come cercava di avvicinare la mano al mio uccello mentre eravamo sulla moto, era così femminile, così passivo.

Fantasticai qualche minuto sull’idea di invitarlo a casa e scoparmelo per bene.
L’immagine di Andrea con la bocca piena del mio grosso uccello era davvero invitante almeno quanto quella del suo culetto burroso ma scartai l’ipotesi. Quel ragazzino ha meno di 17 anni pensai, non devo fare stronzate.

Alle 13:00 passai davanti all’istituto di Andrea e lo trovai ad aspettarmi in compagnia di due belle ragazzine. Mi fermai accanto a loro e le due si fecero avanti.
Con voce abbastanza alta da essere udita una delle due sussurrò ad Andrea che ero un bel fusto.

Ciao Antonio’ esordì Andrea in tono quanto mai femminile ‘loro sono Simona e Monica’

‘Ciao’ cinguettarono all’unisono.

‘Ciao’ risposi guardandole incuriosito.
‘Non sapevo che avevi delle amiche così carine’ dissi sorridendo alle due ragazze che mostrarono di apprezzare il complimento.

‘Gli ho raccontato quello che &egrave successo ieri e volevano conoscerti’ disse Andrea come a giustificarsi.

‘Che ruffiano che sei, coraggio sali che ho una gran fame’
Andrea salì sulla moto e le due ragazze lo salutarono baciandolo sulla guancia e vollero fare lo stesso con me.
Andrea le guardò con irritazione per quel gesto e loro, mentre la moto partiva, gli fecero segno che Antonio era davvero carino, per tutta risposta Andrea gli fece una linguaccia e loro si misero a ridere.

Andrea si strinse a a me palpeggiandomi petto.

‘Come &egrave andata oggi’ chiesi
‘Benissimo, non mi hanno nemmeno guardato, penso che si siano presi un bello spavento ieri, grazie caro’ disse Andrea tirandosi su e baciandomi la guanci.
‘Ti và di venire a mangiare qualcosa da me ?’ chiese ‘a casa non c’&egrave nessuno, penso a tutto io sei mio ospite’

Non risposi. Quando ci fermammo Andrea chiese nuovamente in tono supplichevole di salire.
‘Non ci sono i tuoi genitori ?’ domandai
‘No tornano sempre dopo le 17:00’
‘Allora ok, vediamo se ci sai fare come cuoca’ .

– Andrea

Ero eccitatissima finalmente Antonio era a casa mia, quante volte me lo ero immaginato.
Lo feci accomodare su una poltrona in salotto ed accesi la tv. Gli feci posare i piedi su uno sgabello imbottito e gli tolsi le scarpe. ‘Rilassati, penso a tutto io’ dissi ‘Ti và bene uova e prosciutto ?’
Rispose di si
’10 minuti ed &egrave pronto caro’
Usci dalla sala sculettando e sentii i suoi occhi su di me, ero eccitatissima e stentavo a contenere le mie voglie. Andai in bagno, mi tolsi le scarpe e calze, mi infilai delle pantofole da donna e con pochi rapidi gesti mi misi del rossetto ed accentuai il trucco di matita nera sugli occhi.
Tornata in cucina indossai un grembiulino bianco e iniziai a cucinare.

– Antonio

Aspettai 5 minuti guardando distrattamente la TV e pensando a quanto mi sarebbe piaciuto scoparmi quel ragazzino. Mi rimisi le scarpe e andai in cucina. Andrea armeggiava con i fornelli.
‘Che deliziosa troietta affamata di cazzo’ pensai guardandolo mentre sentivo il mio uccello indurirsi dentro ai pantaloni. Vestito da donna deve essere un vero schianto.

‘5 minuti e ci siamo, accomodati pure’ mi disse indicando il tavolo sul quale aveva apparecchiato per due. ‘In frigo c’&egrave vino e birra, scegli quello che ti và’
Presi una bottiglia di birra e me ne versai un bicchiere.

‘Che brava bambina di casa’ dissi in tono scherzoso avvicinandomi ad Andrea.

‘Ormai sono una donna tesoro’ rispose il ragazzino sullo stesso tono ‘ho compiuto 18 anni la settimana scorsa’

‘Cosa ? pensavo ne avessi 16, sembri una bambina’
‘Hihihi mi piace sembrare più piccola’
Quel modo di cadenzare le parole e la femminilità che mostrava nelle sue movenze mi eccitavano ben oltre quanto avessi ritenuto possibile e ora che sapevo che era maggiorenne non avevo più motivi reali per trattenermi..

Le uova erano pronte, Andrea le versò sul piatto insieme al prosciutto e si sedette al tavolo accanto a me ma senza mangiare. Lo guardai
‘Mangerò più tardi’ disse sorridendo
Andrea mi fissava in adorazione e mi riempiva il bicchiere.

– Andrea

Decisi che quello era il momento giusto, non dovevo farmi scappare l’occasione.

‘Torno subito, vado a mettermi in libertà’ dissi in tono sensuale alzandomi.

Mi chiusi in bagno. Cambiai i pantaloni da ciclista con una mini gonna di mia madre e le pantofole con dei sandali con il tacco. Sentivo il mio cuore in gola per l’eccitazione.
Uscii dal bagno sculettando e mi diressi in cucina dove Antonio, avendo finito di mangiare, stava bevendo un bicchiere di birra.
Mi guardò fisso senza fiatare.

‘Vieni amore’ dissi afferrandolo per un polso.
Lo accompagnai in salotto e lo feci accomodare in poltrona. ‘Ti piace l’amaro ?’ chiesi
Mi fece cenno di si.
Aprì la credenza, riempii un bicchierino e con movenze sinuose lo porsi ad Antonio.

Lui lo bevve tutto d’un fiato e appoggiò il bicchiere sul ripiano di vetro al centro della stanza.

Mi lasciai andare. Mi sedetti in grembo ad Antonio lasciando le mie belle e depilatissime gambe a cavallo del bracciolo della grande poltrona in pelle. Lo abbracciai.
‘Io ti amo’ gli sussurrai ‘voglio essere la tua donna, voglio essere tua, tutta tua’
Iniziai a baciarlo sul viso, tanti piccoli baci.
Lui inizialmente non reagì ma poi iniziai a sentire le sue grosse mani scorrere sulle mie gambe.
‘Ti piaccio amore ?’ chiesi ‘Sarò come tu mi vuoi’

La sua mano destra si insinuò sotto la gonna e un brivido di lussuria mi scosse.
‘Ti prego fai l’amore con me’ ansimai

Sentivo il suo corpo duro e caldo e pregai perché esaudisse i miei desideri.
Alzò il braccio e guardò l’orologio
‘No piccolina, ho solo 15 minuti poi devo tornare in officina’

‘…no…no ti prego….’ frignai

‘Domani &egrave Sabato finisco di lavorare alle dodici, voglio che vieni a casa mia e mi prepari un bel pranzetto,ti metterò alla prova piccolina’

‘Si amore, voglio essere la tua donna’ dissi inginocchiandomi per terra in mezzo alle sue gambe.

Avevo una voglia incontenibile. Pregando che non mi fermasse gli slacciai i pantaloni e abbassai la zip dei suoi jeans. I boxer che indossava erano aperti sul davanti e mi ritrovai di fronte il cazzo più bello e grosso che avessi mai visto. Ero lungo almeno 22 cm , un tronco larghissimo con la cappella enorme ancora coperta. Lo toccai, era durissimo e le venuzze gonfie di cui era coperto rendevano l’aspetto nodoso. Feci scorrere la pelle e scoprii la gigantesca cappella color amaranto. Il suo odore mi arrivò alle narici e automaticamente cominciai a leccarlo e a passarmelo sul viso. Volevo impregnarmi di quell’afrodisiaco profumo. Succhiai e leccai i grossi testicoli risalendo poi lungo l’asta fino alla punta.
Data la grandezza lo presi in bocca con fatica ma e iniziai a succhiarlo con tutta la passione di un sogno che finalmente si realizza.

– Antonio

Che delizia. Quel ragazzino mi ciucciava il cazzo come una pompinara esperta. Vedere il suo visino giovane, innocente ed effeminato con la bocca piena del mio uccello era la cosa più eccitante che mi fosse mai capitata. Le tracce di rossetto che mi lasciava sull’asta erano ai miei occhi un particolare molto eccitante. Gli appoggiai le mani sulla testa e dettai il ritmo obbligandolo a ingoiare sempre di più, un trattamento che sembrava piacere molto a quel frocetto così passivo.

Gemevo come un porco e lo accarezzavo. Mi sentivo in paradiso.
‘trasformerò questo ragazzino nella mia donna, nella mia puttanella personale’ pensai ‘una ragazzina sempre pronta a soddisfarmi’

‘Brava…. siii… brava la mia piccola pompinara…ciuccia frocetto ciuccia’ dissi accarezzandolo

– Andrea

Sentirlo gemere e appellarmi in quel modo mi mandava in delirio.
‘Che buono, che buon sapore che hai amore.’ sussurrai con lascivia ‘Com’&egrave grosso..mmpphhhh’

Succhiai come un ossessa per circa 15 minuti poi sentii che stava per venire. Volevo bere tutto il suo seme non desideravo altro. Le sue mani sulla testa mi facevano sentire in sua balia, la sua puttana e questo mi piaceva immensamente.
HAAAAA SIIIIIIII ..gemette
La mia bocca fu inondata di sperma, una quantità talmente elevata confrontata alla mia che non riuscii ad inghiottire abbastanza velocemente. Mandai giù il primo schizzo, il secondo mi riempi la bocca e i seguenti sbrodolarono fuori dalle mie labbra.
Leccai e inghiottii tutto avidamente assaporando quel delizioso nettare. Raccolsi e ripulii ogni traccia di sperma dal suo bellissimo arnese.

– Antonio

‘Che pompino,in quella bocca glielo lascerei per ore il cazzo’ pensai
Andrea era li inginocchiato in mezzo alle mie gambe. Mi fissava sorridente guardandomi dal basso verso l’alto con i suoi splendidi occhi verdi spalancati. come se fosse in attesa di un mio commento, un rivolo di sperma all’angolo destro della bocca,.
Decisi di non rivelargli quanto mi era piaciuto e che pochissime donne erano state in grado di succhiarmi il cazzo bene quanto lui.
‘Brava piccolina, ti &egrave piaciuto ?’
‘OH SII Tantissimooo’ rispose leccandosi le labbra

‘Sei brava, ma se vuoi essere la mia donna avrai molto da imparare’
‘Insegnami amore, insegnami a essere la tua donna lo voglio con tutta me stessa’

Mi piegai in avanti e lo baciai tenendogli una mano sulla nuca. Un lungo bacio passionale.
Mi staccai e lo fissai negli occhi languidi. Non c’erano dubbi quel ragazzino era innamorato di me
‘La prima cosa che devi imparare cara &egrave ubbidire’
‘Si amore’

Continua
Lisa-trav
vogliedafemmina@yahoo.it
ANDREA ‘ vogliedafemmina@yahoo.it

Terza parte

Prefazione:

Una doverosa prefazione per dire ai lettori che questo racconto l’ho scritto in maniera sperimentale.
Ho diviso la storia in piccole sezioni precedute dal nome di chi parla . Desideravo esprimere con maggior intensità la psicologia e le sensazioni dei due principali protagonisti ed &egrave quindi per questo che ho deciso di mostrare gli avvenimenti da entrambi i punti di vista. Spero che l’esperimento sia apprezzato.

Lisa

– Andrea

Il rapporto con Antonio aveva rafforzato le mie certezze e tanta era la mia felicità ed eccitazione che mi sentivo libera di mostrare a tutti il mio lato femminile senza più scrupoli.
‘Guardate che ben di dio maschioni’ pensavo rimirandomi allo specchio prima di uscire di casa per andare a scuola, ‘lo farò diventare duro a tutti quanti’.
Indossavo solamente dei cortissimi pantaloncini da ginnastica elastici bianchi che quasi non mi coprivano nemmeno i glutei, un ridottissimo tanga bianco, una canottiera corta rosa che lasciava fuori l’ombelico, calzette rosa corte e scarpe da tennis bianche. Immaginavo l’effetto che avrei prodotto su Antonio e sui miei compagni di scuola abbigliata in quel modo e questo mi eccitava.

Antonio mi accompagnò in moto, e non potei resistere alla tentazione di palpeggiarmelo per bene. Durante il tragitto gli abbassai la zip dei jeans e infilai un manina dentro. Lui mi lasciò fare, gli accarezzai l’uccello per tutto il tempo. Com’era duro e mio dio quanto lo desideravo. Smontai dalla moto eccitatissima, e salutandolo sperai che le ore di lezione passassero in fretta perché non vedevo l’ora di essere di nuovo fra le sue braccia.

– Antonio

Arrivai in officina con l’uccello che mi scoppiava nei pantaloni. Quel frocetto assatanato mi stava mandando fuori di testa.

Al lavoro non riuscivo a concentrarmi ma fortunatamente non c’era molto da fare e il mio socio non aveva bisogno d’aiuto.
Continuavo a rimuginare su cosa avrei fatto ad Andrea quando lo avrei avuto a casa. Non avevo ancora deciso con precisione come comportarmi.
Più ci pensavo e più mi convincevo che il piccolo era innamorato di me. Dovevo sfruttare la situazione senza rompere l’incantesimo.
Desideravo accentuare e portare in piena luce la sua natura passiva e femminile, sottometterlo psicologicamente e soggiogarlo alle mie voglie ma sapevo che dovevo farlo con tatto, senza che lui se ne accorgesse, tutto doveva essere apparentemente generato da lui senza forzature da parte mia..
Coltivavo da sempre la fantasia di avere un frocetto carino e femminile come Andrea a mia totale disposizione,una piccola disposta a tutto pur di farmi piacere e lui sembrava fatto apposta per esaudire il mio sogno.

Decisi che la cosa migliore era farlo parlare, ottenere che si aprisse e mi confessasse senza scrupoli i suoi pensieri, le sue voglie e i suoi problemi. Dovevo diventare ai suoi occhi colui che con grande generosità gli permetteva di mettere in pratica le sue fantasie e le sue tendenze femminili, il suo protettore e benefattore oltre che amante.

Mi accorsi che la signora Roncato, una bella donna bionda e prosperosa stava parlando con Mauro il mio socio.
Antonella, cosi si chiamava, era sposata con un dirigente di una importante società e aveva una figlia di tredici anni.
Era una pessima guidatrice e negli ultimi mesi si recava spesso in officina per far sistemare i graffi alla sua mercedes grigia.
Vestiva sempre in modo elegante e sexy con abiti firmati, gonne corte e tacchi. Era una di quelle donne insoddisfatte a cui il marito non dedica più grande attenzione e che quindi &egrave disposta a concedersi qualche scappatella per soddisfare le sue voglie represse. Ci avevo flirtato per un mese a suon di doppi sensi e sguardi infuocati e la settimana prima me l’ero finalmente scopata proprio dentro alla sua bella mercedes.
Mauro ne andava matto e avrebbe voluto godersela anche lui ma lei non sembrava interessata.

Portava una quinta, aveva un culone bel grosso anche se un po’ cadente e due belle gambe.. La sua bocca da pompini era la fissa di Mauro ma nella mia esperienza avevo visto che ciò che Antonella prediligeva non era la fellatio ma il sesso anale. Non se ne trovano spesso di donne che ti concedono il culo subito la prima volta che te le scopi e io ne avevo approfittato alla grande. Nonostante le dimensioni del mio attrezzo non avevo avuto grande difficoltà a metterglielo tutto dentro, evidentemente la signora lo faceva lavorare parecchio il suo culone.

Mi salutò da lontano con un grande sorriso e un cenno della manina curata. Risposi al saluto, mi avvicinai e la baciai sulla guancia.

‘Ancora problemi con l’auto Antonella ?’ chiesi

‘si, sono proprio una frana a parcheggiare’

Dissi a Mauro che andavo un attimo al bar e uscii dall’officina. Colsi lo sguardo irritato della donna ma non mi importava in quel momento i miei pensieri era solo quello di Andrea.

Rimasi al bar per mezzora sorseggiando una birra e rimuginando poi tornai in officina.
Mi guardai intorno, la donna se ne era andata.

‘Mio dio, hai per le mani quel gran pezzo di gnocca e te ne vai al bar, che ti prende ?’ disse Mauro

‘Non lamentarti, ti ho dato la possibilità di parlarci un po’ da solo’ risposi sorridendo ‘probabilmente se gli fai vedere il tuo arnese quella và in brodo di giuggiole.

‘Magari, perché te ne sei andato ?, non mi dire che non te lo faresti di nuovo quel culone che si ritrova ?’

Lo guardai con malizia per osservare la sua reazione a ciò che stavo per dirgli
‘Ho per le mani un ragazzino burroso che mi ossessiona, una vera femminuccia, in questomomentol’unico culo chemi interessa &egrave il suo’

‘Non sapevo che ti piacessero i ragazzini’

‘Quando te lo farò conoscere sono certo che verrà duro anche a te’ dissi ‘&egrave uno di quelli che desiderano diventare donna, ha un visino da bambina, un corpicino sinuoso con un culetto da urlo e si veste da donna’

‘Va in giro vestito da donna ?’

‘No quello lo fa solo quando siamo da soli ma generalmente si veste comunque da frocetto, basta un occhiata per capire che &egrave una femminuccia’

‘Quanti anni ha ?, Te lo sei fatto ?’ Chiese Mauro con grande interesse

‘Ne ha 18 ma non ne dimostra neanche sedici, per ora mi sono concesso solo un pompino’

‘E’ bravo a succhiare ?’

‘Mio dio se &egrave bravo, lo ciuccia da dio, se lo sfrega in faccia in adorazione come se fosse la cosa più bella del mondo, ho goduto come un maiale’

‘Ma tu sei un maiale ‘ disse Mauro sorridendo e spintonandomi ‘voglio conoscerla anche io la tua piccola pompinara’

‘Vedremo’

‘Dai non fare lo stronzo’

‘Alla una la vado a prendere a scuola e me la porto a casa, vuole cucinare per me ma mi santo che sarà lei ad essere cucinata’ dissi con un sogghigno

‘Dai passa di qui prima di andare a casa cosi me la presenti’ disse Mauro

‘ Ok, ma non fare cazzate, comportati come se niente fosse, capito?’

‘Non ti preoccupare’

‘Io mi preoccupo invece’ dissi dandogli una spinta ‘lo so che sei più maiale di me’

‘Non preoccuparti sono solo curioso di vedere se &egrave davvero così carina come dici’

Era quasi mezzogiorno e mezza ,misi in ordine l’ufficio, saltai sulla moto e mi avvia verso la scuola.

– Andrea

Per tutto il giorno raccolsi gli sguardi attenti, eccitati e apparentemente disturbati di tutti i ragazzi che mi passarono accanto nonché quelli maliziosi e velenosi delle ragazze.
Gli sentivo parlottare alle mie spalle dandomi del frocio e qualcuno mi assestò anche delle manate sul culo che nonostante le mie apparenti lamentele non mi dispiacquero affatto.

Al termine dell’ultima ora raccolsi lo zaino nel quale avevo messo anche diversi indumenti femminili e volai fuori dalla classe.

Antonio mi aspettava sulla moto, era attorniato da tre ragazze della mia classe e un brivido di gelosia mi fece fremere. Correndo raggiunsi il gruppetto e lo abbracciai interrompendo le civetterie delle mie compagne.

Una volta partiti mi disse che prima di andare a casa doveva passare un attimo in officina e che mi avrebbe fatto conoscere il suo socio.

La moto si fermò davanti a una serranda leggermente abbassata e smontammo.
‘Ascoltami bene piccola, quando sei con me voglio che tu esprima tutta la tua femminilità, voglio che ti consideri e ti atteggi solo come una ragazzina, la mia ragazzina e con Mauro, il mio socio, desidero che tu dia il meglio di te, capito ?’

‘Certo tesoro’ risposi ‘ sarà un piacere’ risposi baciandolo sulla guancia.

Presi per mano Antonio e sculettando in modo molto marcato ci avviammo verso l’officina.
Una volta entrati, nella penombra, vidi la figura di un uomo in tuta da meccanico che si avvicinava.

‘Lui &egrave Mauro il mio socio’ disse Antonio ‘sembra cattivo ma &egrave un bravo ragazzo’

‘Ciao, mi chiamo Andrea’ cinguettai

Mauro era un uomo alto con la testa rasata e lo sguardo duro. Era un po’ più alto di Antonio e anche più in carne.
Ai miei occhi non era bello come lui ma era decisamente molto virile e attraente..

‘Ciao’ rispose tendendo la mano.

La afferrai e lui si avvicino per darmi un bacino sulla guancia come si fa in genere con le ragazze che si conoscono.
Quel contatto mi piacque.

Antonio si defilò dicendo che sarebbe tornato subito ed entrò in un piccolo ufficio laterale.
Io rimasi solo con Mauro. All’inizio mi sentivo imbarazzato, quell’uomo m guardava in un modo strano che mi metteva a disagio, quasi mi stesse spogliando, era il tipo di sguardo lascivo che in genere gli uomini regalano alle donne che gli eccitano.

‘Sei uscito ora da scuola ?’ chiese

‘Si, Antonio mi &egrave venuto a prendere’ risposi sorridendo

Mauro rivolse l’attenzione al motore dell’ auto con il quale stava trafficando poi si guardò intorno e mi chiese di passargli il cacciavite grosso che c’era posato per terra dietro di me.

Mi girai lo raccolsi e glielo porsi. Dal suo sguardo eccitato pensai che forse la richiesta era stata solo una scusa per farmi piegare e guardarmi il sedere. Mi resi conto che con quel movimento dovevo avergli offerto una visione che lasciava ben poco all’immaginazione. I mini short erano risaliti risucchiati nel solco delle natiche scoprendo il sedere e mostrando palesemente il tanga.

Mauro prese il cacciavite che gli porgevo lo posò sopra al motore. ‘Ti và un caff&egrave ?’chiese

Mi accompagnò in un angolino vicino all’ufficio dove era posizionata una macchina per il caff&egrave espresso.
Nel farlo mi posò una mano sulla parte finale della schiena e nel ritrarlami accarezzò leggermente le natiche.
Preparò il caffé, melo porse e scusandosi si allontanò verso il locale dove avevo visto entrare Antonio.

Antonio ‘

‘Mio dio, avevi ragione, quel ragazzino &egrave delizioso’ esclamò Mauro con tono di voce un po’ troppo alta.
Mentre entrava nell’ufficio.

‘Te l’avevo detto’ risposi sorridendogli.

‘Ti invidio brutto bastardo, sembra davvero una bambina’

‘Parla a bassa voce, vedi di non rovinarmi tutto’

‘Si ma solo se poi mi racconti tutto’

‘Vedremo, tu però non fare lo stronzo’

Tornammo da Andrea. Salutai Mauro e anche il piccolo lo salutò baciandolo due volte sulle guance.

Mauro sembrava pronto a dire qualcosa ma alla fine ci ripensò e replicò il saluto.

Montammo sulla moto e ci dirigemmo verso casa.

Continua
Lisa-trav
vogliedafemmina@yahoo.it
ANDREA ‘ vogliedafemmina@yahoo.it

Quarta parte

Prefazione:

Una doverosa prefazione per dire ai lettori che questo racconto l’ho scritto in maniera sperimentale.
Ho diviso la storia in piccole sezioni precedute dal nome di chi parla . Desideravo esprimere con maggior intensità la psicologia e le sensazioni dei due principali protagonisti ed &egrave quindi per questo che ho deciso di mostrare gli avvenimenti da entrambi i punti di vista. Spero che l’esperimento sia apprezzato.

Lisa

– Andrea

Antonio mi portò a casa sua, un appartamento al terzo piano di una bella palazzina recentemente ristrutturata..
Avevo avvertito mia madre che non sarei tornato per pranzo.

Salendo le scale incrociammo alcuni condomini che Antonio salutò senza il minimo imbarazzo.

Una volta entrati mi fece fare il giro della casa. Una cucina ben attrezzata, una bella camera con letto matrimoniale, una sala e un bagno. Rimasi stupita, considerando che viveva da solo mi aspettavo un alloggio meno curato e più spartano. Era solo un po’ in disordine ma nel complesso era davvero una bella casa.

‘In questa casa manca il tocco femminile’ disse.

‘Me ne prenderò cura io amore’ dissi abbracciandolo ‘Posso andarmi a cambiare ?’ chiesi

‘Certo, il bagno &egrave da quella parte’ disse indicandomelo e accarezzandomi il sedere.

Mi spogliai e lavai accuratamente tenendo solo il tanga poi estrassi dallo zaino gli indumenti che mi ero portata.

Ne avevo una certa scelta ma decisi per qualcosa di semplice, solo una camicia da notte aderente con i bordi in pizzo color perla .che mi arrivava a metà coscia e della ciabattine da donna bianche con il tacco, nient’altro. Mi truccai leggermente occhi e labbra, mi profumai e tornai da lui.

‘Cosa preferisce mangiare il mio uomo ?’ chiesi sorridendo

Mi guardò per un lungo attimo senza rispondere poi si sedette in poltrona e mi fece cenno di avvicinarmi e di accomodarmi sulle sue ginocchia.

Lo feci tenendo le gambe ripiegate sul bracciolo e lo strinsi.

Limonammo a lungo. Sentivo le sue mani calde che mi stringevano e mi persi nel suo abbraccio.
Antonio si mise ad accarezzarmi le gambe e io lasciai cadere i sandali per terra.

Lo guardai negli occhi ‘non sono mai stata così felice’ dissi ‘Io ti amo’

Lui non rispose ma riprese a baciarmi e accarezzarmi con ancora maggior passione. I peli della sua barba non rasata mi pungevano il volto aumentando il contrasto fra la mia liscia femminilità e la sua ruvida virilità, mi sentivo in paradiso.

Vedevo nei suoi occhi la passione e nonostante non lo dicesse a parole io vi scorgevo anche amore.
Non c’&egrave nulla di più bello per una donna che sentirsi amata, lo strinsi forte e baciandogli il viso con tanti piccoli baci veloci ripetevo, ti amo, ti amo, ti amo”.

Antonio rimaneva fermo ad occhi chiusi e mi lasciava fare.

Antonio ‘

Tutti i pensieri e i progetti che avevo fatto su Andrea stavano venendo spazzati via. La tenera ed innocente ingenuità di quel ragazzino mi eccitava ma stranamente mi faceva anche sentire a disagio, quasi in colpa per i progetti che avevo fatto su di lui. Lo osservai attentamente. Le labbra carnose e ben disegnate, i grandi occhi verdi, la pelle liscia e morbida, il profumo dolce e sensuale che lo avvolgeva. Lo bacia sul collo inspirando la sua fragranza e tornai a osservarlo. Accarezzai le gambe e scesi fino ai piccoli piedi dalle unghie smaltate di bianco. Glieli massaggiai, erano cosi femminili.

‘Passeggia per me piccola, fatti guardare’

Andrea si alzò, si rimise i sandali e guardandomi adorante sculettò per la sala. Era euforico, si appoggiò con i gomiti al tavolo piegandosi a novanta gradi. Mi mandava baci e la sua risata argentina ed eccitata riempiva la stanza, ero ammaliato, non mi ero mai reso conto di quanto fosse davvero bella e femminile.

Mi alzai, mi posi dietro di lei, la strinsi baciandola sul collo e la feci girare.
‘Sei bellissima’ gli dissi guardandola in viso

Vidi i suoi occhi inumidirsi e mi strinse forte.

La presi in braccio e la portai in camera adagiandola sul letto. Mi spogliai rimanendo solo in boxer, afferrai un barattolo di crema dal comodino e ponendomi in ginocchio fra le sue gambe gliele alzai poggiandomele sulle spalle. Abbassai la testa e cominciai a leccargliele partendo dalle cosce e scendendo lentamente fino ai piedini che trovavo estremamente eccitanti.
Lei si accorse di quanto mi piacessero e gli usò per accarezzarmi il viso e il corpo soffermandosi poi sui miei genitali.

Mi sfilai i boxer e godetti di quei tocchi.

Osservai il suo minuscolo uccellino. Nonostante le ridottissime dimensioni era duro e da quanto avevo visto anche molto sensibile. Allungai una mano e glielo accarezzai, lui gemette, mi guardò con gli occhi appannati dall’eccitazione.
‘Quanto vorrei avere una vagina’ ansimò allargando le gambe con un movimento tutto femminile quasi ad invocare di essere penetrata in quella posizione come una vera donna.

Mi coricai sopra di lei. Andrea mi abbracciò forte e chiuse le gambe dietro alla mia schiena.

‘Ti prego amore prendimi, OHHH mio dio prendimi, prendimi’

Andrea ‘

Sentii che mi alzava le gambe piegandole verso il mio petto. Leccò lungamente il mio buchino e alla fine vi spalmò una crema molto unta che permise alle sue dita di penetrarmi senza sforzo.. Era una delizia sentire la sua lingua e le sue mani, mi faceva impazzire e non vedevo l’ora di averlo finalmente dentro di me.
Il cuore mi batteva a ritmo frenetico, non mi ero mai sentita così bene, così bella, così desiderata, così femmina.
Vedevo il suo petto e suoi addominali tesi mentre le braccia rigide e muscolose lo sorreggevano nel tentativo di trovare la posizione che cercava.
La cappella si appoggiò al mio sfintere e in quel momento mi sentii aprire, avevo la sensazione che il mio corpo non desiderasse altro che accogliere la suo splendida virilità.
Spinse e la mia rosellina si aprì senza traumi desiderosa di fargli spazio.

Non dimenticherò mai l’estasi di sentirlo affondare lentamente dentro di me, così grosso, cosi duro, così lungo da non sapere se avrebbe potuto inserirlo tutto. ‘OOHHH SIII, SIII’ Gemetti con tutto il fiato che avevo in corpo.
Mi sentivo piena, posseduta, completamente sua.

Aprii gli occhi e mi nutrii della passione e dell’eccitazione che vedevo riflessa nei suoi. Lo afferrai ai fianchi inarcai la schiena e allarga ulteriormente le gambe ‘OOHHH MIO DIOO, SIIII’, gemetti di nuovo mentre cominciava ad aumentare il ritmo della penetrazione.

Antonio ‘

Affondavo il cazzo in quel delizioso culetto caldo e burroso grugnendo di passione e lussuria. Non avevo mai visto un ragazzino godere così tanto nel prenderlo nel culo. Mentre lo scopavo mi guardava fisso. I suoi occhioni verdi erano appannati e persi nell’estasi mentre la sua bocca rimaneva languidamente aperta.
I suoi gemiti avevano l’effetto di dar forza al mio lato più bestiale e virile. Più aumentavo il ritmo e più Andrea gemeva.
Più lo guardavo e più mi convincevo che fosse la ragazzina più bella e sensuale che mi fossi mai scopato. Il suo culetto morbido e accogliente era meglio di una vagina e a giudicare da come godeva sembrava che Andrea non si rammaricasse affatto della sua mancanza. Continuai a cambiare il ritmo della penetrazione per evitare che l’incredibile eccitazione mi facesse venire. Possederla era più bello di quanto mi fossi mai immaginato.

Mi sfilai stendendomi al suo fianco.
‘Vieni piccola, salta su’ dissi indicandogli di mettersi a cavalcioni sopra di me.

Con una mano tenni fermo l’uccello per permettergli di affondarselo dentro.. Con il viso arrossato dall’eccitazione la guardai impalarsi lentamente sul mio uccello, teneva la bocca aperta, e scendeva piano piano. La presi per i fianchi e spinsi verso l’alto affondandoglielo dentro tutto fino in fondo. La vidi spalancare gli occhi, si tese tutta e gemendo di pura estasi godette. Gli schizzetti del suo uccellino mi bagnarono il petto e una volta terminate le contrazioni si accascio sopra di me con ancora tutto il mio uccello duro affondato nel sedere.
‘OHHH Amore mio, amore mio !’ sussurrava

Io eccitatissimo la presi per i glutei e tirandola su e giù la scopai con forza per altri cinque minuti poi urlando gli esplosi dentro riempiendola letteralmente di sperma.
Quando Andrea senti il mio nettare caldo schizzargli dentro fece un espressione che non dimenticherò mai, emise un lungo sospiro e mosse il bacino come se non avesse mai desiderato altro in vita sua.

Il suo angelico corpo sopra di me mi dava una sensazione di pace, seguivo il suo respiro e la tenevo stretta
Rimanemmo abbracciati. a lungo.

Andrea ‘

Non mi ero mai sentita così bene,così completa e soddisfatta. Avevo finalmente un uomo, un uomo vero, un uomo bellissimo che anche le mie compagne di classe mi invidiavano. Mi sentivo femmina, una femmina desiderata e devota che avrebbe fatto qualsiasi cosa per il proprio uomo. Era il mio sogno che si realizzava.

Antonio mi fece spostare e si alzò in piedi. Lo osservai, contemplai in adorazione il suo bellissimo corpo nudo, le gambe muscolose,la vita piatta,l’ampio petto coperto da una leggera peluria, le braccia possenti,il viso squadrato così maschio e il suo stupendo e potente uccello che tanta gioia mi aveva regalato, mi sentii la ragazza più fortunata del mondo.

Si rimise i boxer e prendendomi per una mano mi invitò a seguirlo.

Tornammo in sala . ‘Che ne dici se ordiniamo una pizza ?’ chiese.

‘Certo amore’ risposi
Gli dissi cosa desideravo e lui fece l’ordine comunicando l’indirizzo al quale dovevano consegnare le pizze.
Antonio andò in bagno e usci dopo qualche minuto.

In bilico sui sandali sculettai verso di lui a piccoli passi veloci e guardandolo dal basso verso l’alto gli chiesi se potevo andare in bagno anche io. ‘Certo piccola’

Entrando in bagno mi ritrovai di fronte allo specchio sopra il lavandino. Mi guardai, le immagini di ciò che era appena successo riempivano la mia mente. Mi toccai il buchino, le dita si bagnarono dello sperma che ancora vi colava fuori. La sensazione e l’emozione di sentirlo eiaculare dentro di me era stata sconvolgente, mai avevo provato una cosa cosi stupenda, mi aveva riempito e mi immaginai di essere stata ingravidata, mille volte avrei voluto riprovare quell’incredibile sensazione.
Mi lavai, sistemai il trucco tutto sbavato e mi guardai intorno in cerca del mio zaino.
L’avevo lasciato in sala. Uscii dal bagno per andarlo a prendere. Antonio era seduto sul divano.

Afferrando lo zaino gli dissi che volevo cambiarmi perché mi ero portata altre belle cose e volevo farmi bella per lui.

‘Vieni’ disse ‘cambiati qui di fronte a me, usa quello specchio’

In sala c’era uno specchio stretto e lungo.

Sorridendogli maliziosamente sfilai i sandali, mi tolsi le mutandine .e ne indossai un paio nere con i bordini ricamati.
Estrassi poi dei collant neri. Seduta in poltrona gli arrotolai con molta attenzione e gli infilai accarezzandomi le gambe per eliminare tutte le pieghe.. Guardavo Antonio di sottecchi, mi piaceva avere il suo sguardo addosso, era molto eccitante vestirmi davanti a lui
Infilai un tubino nero in maglia, molto aderente e corto con le maniche lunghe e un ampio decollet&egrave che mi lasciava le spalle e una parte della schiena scoperte.

A quel punto Antonio si avvicinò inginocchiandosi di fronte a me. Con un movimento lento e sensuale accarezzò la mia gamba destra scendendo fino al piede, lo massaggiò e quindi mi infilò il sandalo. Ripeté la stessa cosa con la gamba sinistra poi si alzò e mi tese una mano con gesto galante.
La afferrai e una volta in piedi mi guardai nello specchio. Nel riflesso vedevo Antonio dietro di me che mi cingeva la vita e mi baciava sul collo dandomi brividi di piacere intenso. Desideravo sentirmi femmina ma allo stesso tempo mi piaceva l’ambiguità del mio corpo riflesso nello specchio. Probabilmente chiunque mi guardasse sarebbe rimasto in dubbio sulla mia identità sessuale e questo in fondo non mi dispiaceva. Comunque, in quel momento, l’unica cosa che contasse davvero per me era che piacevo ad Antonio, che ero la sua ragazza il resto con contava niente.

Mi baciava e mordicchiava il collo e le spalle, io pian piano scivolai con la mano tra le sue cosce sentendo il caldo bozzo che riempiva i suoi boxer.
Lui mi sussurrava all’orecchio di continuare e io inarcai la schiena iniziando a strusciare il sedere sul suo membro, lo spinsi indietro sino a sentire la sua protuberanza strofinarsi su di me.
Inserii la manina nei boxer e sentii il suo respiro cambiare di intensità.
Stringevo il suo scettro tra le dita. Non era ancora del tutto duro ed eretto, ma mi piaceva lo stesso.
Volevo dedicarmi completamente a lui ed al suo membro, farlo crescere di desiderio tra le mie mani e poi prenderlo tra le labbra e sentirne il sapore. Mi girai con delicatezza inginocchiandomi davanti a lui, tenni gli occhi chiusi per gustare gli odori ed i sapori del suo cazzo, ormai fuori dai boxer.
Stuzzicandolo con la lingua, lo mordicchiai con i denti, mentre con una mano sfioravo i suoi testicoli.
Guardandolo fisso negli occhi dal basso verso l’alto lo presi dolcemente in bocca assaporandolo e ciucciandolo.

Continuai il pompino senza smettere di guardarlo e di godermi tutti i suoi gemiti e le espressioni di godimento del volto. Con una mano pressata sui miei capelli, tirava a se con forza la mia testa e la mia bocca verso il suo ventre. Mugolavo dolcemente, quel trattamento mi piaceva moltissimo.

Che bello vederlo godere , desideravo venir usata in quel modo perch&egrave dargli piacere era per me il raggiungimento del mio stesso piacere.

Improvvisamente il campanello della porta suonò.

Provai paura e risentimento per l’inaspettata interruzione, pensai che probabilmente era il fattorino della pizza.
Antonio fece uno scatto ma continuò imperterrito a premere dolcemente sulla mia testa.

‘Permesso’

La voce di Mauro risuono nella casa.
Immediatamente Antonio si fermò, con un movimento rapido e un po’ allarmato mi sfilò l’uccello dalla bocca, tirò su i boxer e di diresse rapido verso la porta di ingresso nel corridoio.

Antonio ‘

‘Che ci fai qui ?’ chiese in tono burbero al nuovo entrato

‘Che bella accoglienza’ rispose Mauro sorridendo ‘ti ho solo portato le tue chiavi dell’officina,le avevi dimenticate in ufficio’

‘ Uhmm grazie, a cosa devo tutta questa gentilezza ?’ chiesi in modo teso.

Mauro mi squadrò per qualche istante e certamente notò i miei boxer rigonfi

‘Ho interrotto qualcosa ?, dai non te la prendere me ne vado via subito’

‘Che stronzo che sei’

Se Mauro non fosse stato l’amico che era probabilmente lo avrei sbattuto fuori a calci ma vedendo il suo sorriso mi rilassai un po’.

‘Grazie per le chiavi ma la prossima volta se c’&egrave la porta chiusa aspetta che ti venga ad aprire, capito ?’

‘ok, ok non ti arrabbiare’ disse spingendosi di alcuni passi verso la sala e guardandoci dentro.

‘Ciao Andrea’ disse Mauro scorgendolo sul divano. Lo squadrò da capo a piedi con espressione vorace.
‘Mio dio che bella signorina che abbiamo qui’ commento rivolto ad Andrea scimmiottando il modo di parlare di una checca poi si avvicinò a lui tendendo la mano.

Seguii Mauro con tutta l’intenzione di mandarlo via.

Lo vidi avvicinarsi ad Andrea e baciarlo sulla guancia. Lui visibilmente teso, rispose al saluto ma si fece rosso i viso per l’imbarazzo.

Osservando la scena mi sentii pervaso da una vampata di rancore verso il mio socio. Gli andai vicino e prendendolo per un braccio lo tirai con forza verso la porta d’ingresso.

‘Ho capito, ho capito, non ti arrabbiare ora me ne vado’
Mauro mi fissava cercando uno sguardo di intesa ma non trovò in me nessuna comprensione, lo guardai furioso..

Aprii la porta.

‘Io e te dobbiamo fare una bella chiacchierata’ dissi in tono aspro ‘ci vediamo lunedì in officina’

Mauro, probabilmente colpito dal fatto di vedermi seriamente arrabbiato uscii di casa senza fare ulteriori commenti.

Chiusi la porta sbattendola, girai la chiave nella toppa e tornai in sala.

Andrea era seduto sul divano, la postura contrita e dimessa rivelavano palesemente il suo imbarazzo.

Mi sedetti vicino a lui mettendogli un braccio intorno alle spalle.
‘Tesoro mi dispiace moltissimo, Mauro &egrave davvero uno stronzo’

‘Mi’ dispiace’ disse lei con un nodo in gola

‘Di che cosa ?, tu non hai fatto nulla’

‘L’ho capito subito che tu e Mauro eravate molto amici, non volevo creare problemi’ disse quasi singhiozzando

Non capivo perché Andrea fosse così turbato.

‘Chissà con quante belle ragazze deve averti visto” lo fissai cercando di capire ” ti ho fatto fare brutta figura vero ?’ chiese del tutto inaspettatamente ‘un bell’uomo come te insieme a un frocetto come me’

Ripensando alla scena capii che forse Andrea aveva interpretato il modo di parlare di Mauro come una presa in giro nei suoi confronti.

‘Brutta figura ?, ma che dici ?, Andrea io non mi vergogno affatto, tu sei più femmina di molte delle donne con cui sono stato’

‘Davvero ?, non sono brutta in confronto a loro ? Non ti vergogni di farti vedere insieme ad una mezza donna come me ?, sentendo Mauro chemiprendeva in giro parlando in quel modo, ho pensato che fosse tutta una presa in giro, che tu mi avessi fatto credere di piacerti solo per prenderti gioco di me,usarmi ed umiliarmi davanti ai tuoi amici’

‘Mio dio quanto sei dolce’ no tesoro non sto scherzando, non ti sto prendendo in giro, io ti trovo davvero bellissima’
La strinsi e la bacia con impeto.

Lei rimase tesa qualche istante poi si rilasso stendendosi sul divano. Limonammo e ci baciammo a lungo.

‘Dimmi che sono bella, ti prego dimmelo’

‘Sei bellissima, sei il mio angelo’

‘Dimmi che sono tua, che sono la tua ragazza’

La guardai negli occhi, ‘sei la mia ragazza, la mia dolcissima ragazza’

‘Promettimi che non lascerai che i tuoi amici mi prendano in giro’

‘Nessuno ti prenderà in giro, anzi dovrò stare attento che non ci provino con te’

Mi guardò fissa per alcuni secondi valutando le mie parole poi ricominciò a baciarmi.

Suonarono di nuovo alla porta. Mi alzai di scatto e disturbato per l’ennesima interruzione andai ad aprire la porta, mi liberai in un attimo del fattorino delle pizze. Gettai le confezioni sul tavolo e tornai in sala.

‘Vieni qui piccola’

Lei si alzò e con il suo ammaliante passo sculettante mi venne di fronte.

‘Toglimi i boxer’

Andrea si inginocchiò davanti e me li sfilò.

Il mio uccello mezzo duro penzolava di fronte al suo delizioso viso.

Lo strinse con la sua manina e iniziò a leccarlo e a passarselo sulla faccia. Lo imboccò e guardandomi ricominciò a succhiarlo..

Quando fu al massimo dell’erezione la feci alzare.

‘ Ora ti mostro quanto sei bella’

Presi la poltrona e la posi, rivolta verso di noi davanti allo specchio.
Dissi ad Andrea di mettersi in ginocchio sulla poltrona e piegarsi in avanti con le braccia sulla spalliera e il sedere rivolto verso di me. Guardando in avanti potevamo vederci nello specchio.

Eccitatissimo gli alzai la gonna, strappai i collant per liberare il suo culetto e gli abbassai le mutandine.

Leccai il suo buchino e vi infilai un dito, era caldo,morbido e accogliente. senza traccia di peli. Accarezzai le natiche piene e sode e quindi la penetrai con due dita. Andrea gemeva e mugolava inarcando la schiena.

La afferrai per i capelli e tirai lievemente per fargli tirare su la testa. ‘Guardati, guarda che bella che sei’ dissi

Attraverso lo specchio potevo guardarla in viso mentre la sodomizzavo e godere delle sue espressioni.
Posizionai l’uccello ormai durissimo sul suo sfintere e prendendola per i fianchi iniziai a spingere.
Fissai lo specchio e vidi che mi guardava. Spinsi con decisione il bacino e iniziai a penetrarla.

Vedevo la sua bocca aprirsi, più spingevo e più la sua espressione appariva estatica. Quando fui tutto dentro e i testicoli gli premettero sulle natiche Andrea tirò fuori la lingua. Dalle sue labbra umide colò un piccolo rivolo di saliva e i suoi occhi si girarono all’indietro in un espressione di pura lussuria. Godevo moltissimo e mi resi conto che il grande piacere che provavo non era dovuto solo all’atto fisico di penetrarla ma anche al fatto di vederla godere, di contemplare quanto gli piacesse essere posseduta in quel modo.

Per alcune volte estrassi del tutto l’uccello e lo inserii di nuovo fino in fondo poi accelerai il ritmo e mi lasciai andare al desiderio animale di possederla.

Andrea ‘

Guardando nello specchio lo vedevo dietro di me che ansimava e grugniva , sentivo la pressione delle sue mani forti sui fianchi e mi sentivo piena. La sua virilità affondava dentro di me con forza, mi piaceva da impazzire, gemevo ad alta voce senza pudore e mi muovevo avanti e indietro per assecondare il suo movimento. Vidi nel riflesso il suo viso teso e dopo un attimo lo sentii uscire del tutto dal mio culetto.

Girai la testa all’indietro per guardarlo. Stava passando il suo uccello sulle mie natiche.
Dimenai il sedere con un movimento sensuale e lui in tutta risposta mi colpii una natica con una leggera sculacciata, gemetti, lo rifece sull’altra e io risposi con un sospiro languido.

Lo infilò di nuovo con maggior forza e aumentò il ritmo delle spinte. Ogni tanto mi dava una sculacciata. Non mi faceva male e quel gesto dominante mi piaceva perché sottolineava la mia passività e il suo potere virile.. Continuò a lungo poi improvvisamente si sfilò.

Antonio –

‘vieni qui tesoro,mettiti in ginocchio’ dissi con urgenza

Andrea scese rapidamente dalla poltrona e si pose davanti a me. Con la manina si stava accarezzando velocemente il piccolo pene, anche lei era alle soglie dell’orgasmo.

Esplosi il primo getto di sperma e la sentii gemere,stavamo godendo insieme. Andrea apri la bocca e accolse sul viso tutto il carico di seme che eruttai. Al termine delle contrazioni con movimenti lasciavi raccolse con le dita lo sperma e se lo portò alla bocca assaporandolo con voluttà. Ansimante gli passai il pene sulla faccia e lui lo baciò sulla cappella.

Mi inginocchiai lo afferrai per la testa e lo baciai con passione.
Si stese per terra stremato. Teneva gli occhi chiusi e le sue labbra erano aperte in un sorriso di totale appagamento.

Mi stesi accanto a lui.

Ad occhi chiusi in quel bellissimo momento di pace le immagini di quell’incredibile pomeriggio mi fluirono leggere nella mente. Rividi Andrea mentre entrava in sala ancheggiante vestito con solo la camicia da notte e i sandali, rividi la sua espressione di estasi quando gli avevo goduto dentro. dovevo ammettere che mi piaceva davvero moltissimo.
Potevo tranquillamente affermare che non avevo mai goduto tanto nemmeno con una donna.

Le immagini di Andrea piangente seduto sul divano fecero capolino nella mia testa seguite da quelle in cui Mauro lo avvicinava baciandolo. Sentii di nuovo il rancore verso il mio socio e mi promisi di fargli un gran culo quando lo avrei rivisto in officina.
Rivivendo quel momento capii che non ero arrabbiato con Mauro perch&egrave ci aveva interrotto, in fondo non aveva fatto nulla di veramente grave. Vidi che la mia ira era esplosa solo quando lo avevo visto baciare Andrea. Riconobbi allora la mia reazione per ciò che era, gelosia.

Qualcosa era cambiato, non capivo, non ero mai stato geloso ma ora l’idea che qualcun altro ci provasse con lei mi mandava il sangue alla testa. Non avrei spartito con nessuno la mia ragazza, Andrea era mia solo mia.

Era tantissimo tempo che non provavo simili sensazioni. ‘che diavolo ti sta succedendo Antonio ?’ chiesi a me stesso ‘Dove &egrave finito il macho sciupafemmine che ti sei sempre vantato di essere ?’
La risposta mi arrivò rapida e inaspettata. Mi ero innamorato di Andrea.

Fine
Lisa
vogliedafemmina@yahoo.it

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