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Racconti Trans

Due sono meglio di uno…

By 6 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Durante gli anni della Bocconi, ho scoperto un lato fino allora oscuro della mia personalità: mi sono accorto di provare un intenso piacere nel trasformarmi da irreprensibile eterosessuale in una ‘bambolina’ da letto per transex’
Dopo la prima esperienza con Sandra, infatti, non ho avuto più pudori o pregiudizi. Il sesso con lei &egrave diventato quasi un chiodo fisso. Sempre alla ricerca di nuove esperienze, ho progressivamente affinato le mie doti, diventando un autentico ciclone da materasso’

Del resto, la mia musa ispiratrice &egrave il vero archetipo della bonazza. Un fisico prorompente e statuario, con curve pericolose spalmate su 1.75cm di statura: due bocce esplosive, un sedere formoso e marmoreo, la pelle soda e abbronzata; ha i capelli rosso fiamma a riflettere il suo carattere vulcanico (in tutti i sensi…), dritti come spaghetti e con il taglio all’ultima moda. Ama fasciare il suo corpo curvaceo con micro-indumenti incredibilmente sexy ed &egrave una grande esibizionista.

Quando vuole qualcosa, lei sa di certo come ottenerla, e poco le importa di utilizzare zero scrupoli. Come &egrave successo quella sera che mi ha costretto a subire le attenzioni della sua amica Giulia, anche lei piuttosto dissoluta.

Giulia non era molto alta (circa 1.65m), ma aveva un fisico perfetto: molto magra, con delle gambe esili ma belle lunghe, carnagione chiara, lunghi capelli castani leggermente mossi. Il vero punto forte &egrave il suo fantastico culetto prominente a forma di mandolino, che non esita a mettere in mostra fasciandolo in microgonne inguinali e pantaloni strettissimi e a vita molto bassa. Il suo stile &egrave incredibilmente sexy, appariscente e alla moda: tacchi a spillo, maglie e camice con generosissime scollature che mostrano impudicamente il suo splendido seno.

E’ stato chiaro fin dall’inizio che sarebbero state Sandra e Giulia a condurre il gioco: io mi sarei lasciato guidare docilmente. Anche quella sera Sandra mi ha fatto vestire da donna, con un tailleur che aderisce come una seconda pelle, dandomi un aria austera e provocante nello stesso tempo: gonna con spacco vertiginoso al lato che mi arriva abbondantemente sopra il ginocchio e camicetta stretta che mette in risalto il reggiseno imbottito. Sotto il vestito indosso una biancheria intima nera di pizzo molto seducente composta da un ridottissimo tanga che lascia scoperte le chiappe nella loro interezza; una guepiere di quelle con il reggicalze e autoreggenti che sottolineano gambe lunghe e ben tornite. Non mancano le scarpe con i tacchi a spillo vertiginosi che, oltre a slanciarmi ulteriormente, quando cammino, mi fanno ancheggiare mettendo ancora più in risalto un culo che non lascia indifferenti.

L’intesa tra le due amiche &egrave notevole: mi fanno accomodare su di una poltrona mentre si siedono sul divano di fronte. Non ci metto molto a capire che da quella posizione riescono a scorgermi le mutandine nonostante abbia le cosce incrociate. Non mi dispiace, anzi. Comincio ad accavallare e scavallare nervosamente le gambe per mantenere viva la loro attenzione, muovendo contemporaneamente il bacino per sfregarmi il culo sulla poltrona.
C’era qualcosa di strano in me quella sera e le due amiche lo percepivano. Forse si capiva che stavo cercando sensazioni forti: avevo voglia di giocare a fare la sgualdrina.

Mentre parliamo mi offrono da bere in continuazione…. Comincio ad essere sempre più brillo…. Per un po’ non succede niente. Aspetto col fiato sospeso che accada qualcosa. A questo punto prendono l’iniziativa: si alzano dalla poltrona e si dispongono ai miei lati.

Non ho il tempo di realizzare, che iniziano ad accarezzarmi lungo le gambe, che si sono quasi completamente scoperte per lo spacco alto. Per un attimo rimango assolutamente immobile. Dovrei ribellarmi, ma mi piace: una corrente di eccitazione mi attraversa il corpo. Sono decisamente spaventato e sorpreso dal mio stesso comportamento. Non mi sembra ancora vero di fare una cosa del genere; ma sono proprio io quello che si sta lasciando andare a simili fantasie? Comincio a pensare che la ragione mi stia abbandonando. Ma l’istinto sessuale ha la meglio e perdo qualsiasi freno inibitore. In me &egrave viva la curiosità di sapere cosa si prova ad essere al centro delle loro attenzioni.

Sono in balia delle loro mani che continuano a toccarmi. Spingono sempre più su l’orlo della gonna fino a far comparire il bordo delle calze e mi aprono le cosce. Sono bloccato in mezzo a loro con la gonna alzata: una mi bacia con la lingua in bocca, l’altra mi sta appiccicata dietro e mi mordicchia sul collo. Le dita di Sandra salgono sino all’interno delle cosce: accarezza la mia intimità attraverso il nylon delle mutandine. Sfiora l’elastico, si insinua negli slip e con studiata lentezza mi sfila l’indumento lungo le gambe. Adesso le sue mani si muovono libere senza incontrare ostacoli. Scivolano lungo la schiena fin dove le natiche si toccano. Entrano nell’incavo lungo e stretto e scendono ad accarezzarmi il buchino. Comincia a masturbarmi. Le dita scorrono sulla superficie esterna e lentamente iniziano a spingere in modo deciso, sino a farmi dilatare dall’eccitazione, mettendo allo scoperto e allargando allo stesso momento l’ingresso al mio corpo. Entra ed esce lentamente, con un movimento rotatorio per allargarmi un poco di più. All’inizio stringo i denti per il dolore. Le dico di fare piano perché mi sta facendo male e lei rallenta un poco la pressione, fermando il ritmo del ditalino solo per farmi riprendere lucidità. Poi questa sensazione diventa piacere e ne vorrei sempre di più… alla fine, con un po’ di sforzo le dita diventano anche due – “Ti piace se ti tocco così?”.
“Si, mi piace tanto… non smettere, ti prego continua… scopami con le dita… spingile in fondo” – accarezzandole le mani gemo con la voce arrochita dal piacere mentre lei continua a farle andare su e giù: “Stai tranquillo, non mi fermo'” – mormora eccitata. Apprezzo il suo ditalino senza opporre resistenza: il piacere che mi sta dando &egrave sufficientemente intenso da convincermi del fatto che niente di male ne può derivare dal nostro incontro.
Giulia, esclusa per il momento dal gioco, si spoglia e si avvicina a noi.
Appena mi rendo conto della sua presenza, mi sollevo e le sue mani iniziano a sbottonare maliziosamente la camicetta che indosso: pochi bottoni ed &egrave completamente spalancata. Ora le stesse mani scivolano sulle gambe; molto lentamente salgono, sollevando ancora la gonna, ma poi si fermano.
Solo un attimo per farmi credere che ci abbia ripensato ed improvvisamente la sento armeggiare con la zip, la gonna viene slacciata facilmente e cade ai miei piedi. ” Fermo. Resta così” – la sua voce autoritaria mi blocca nel preciso istante in cui sto per risedermi. Cerco di rimanere immobile. Non oso prendere nessuna iniziativa mentre aspetto che le mie aguzzine mi dicano cosa fare. Sono completamente in balia della loro volontà. Il senso d’impotenza si rafforza nell’attimo in cui Sandra, afferrandomi i capelli mi dice: “Sei stato scelto per essere la nostra schiava da letto. Questa notte ci farai da puttana e abuseremo di te a nostro piacimento. Sarai tutto quello che vorremo che tu sia. E non osare discutere. Tutto chiaro piccola troia?”.

Continuavo ad annuire: “Certo’ &egrave tutto chiaro. Farò quello che vorrete. Disponete di me e del mio corpo come meglio credete, ma’ per carità’ non fatemi del male ” – rispondo io abbassando lo sguardo. Non immaginavo di poter dire quelle parole, ma sono estremamente eccitato e voglio abbandonarmi ai desideri delle mie due amiche, che mostrano di saperci fare.
“Non ci sarà alcun bisogno di maltrattarti troppo se esaudirai ogni nostro capriccio. Vedrai che sarà bellissimo’ ti faremo godere come una vera donna. Bene, adesso che ci siamo chiariti, possiamo divertirci’ avvicinati che iniziamo la festa” – e rassegnato alla nuova situazione mi inginocchio come ordinatomi da Sandra. Sono uno spettacolo decisamente interessante per le due amiche che, dall’alto guardano il mio culo tondo e ben fatto, che poggia sui talloni. Il mio corpo esprime eccitazione ed un pizzico d’ansia. “Ora ti scoperemo in bocca. Preparati mentalmente. Rilassati e lascia fare a noi…sappiamo che anche tu ne hai voglia” – continua Sandra con voce eccitata, mentre con studiata calma si solleva la gonna sino ai micro slip neri. Mi abbasso senza fiatare. Vista la mia indecisione mi posa la mano sulla nuca e spinge la testa verso l’oblio. “Adesso fammi vedere come ciucci il cazzo’ buon lavoro, stronza” – dice nell’attimo che, estratto il membro, lo appoggia alle mie labbra socchiuse. Mi tira violentemente i capelli costringendomi ad aprire la bocca per il dolore e ne approfitta per farne entrare metà. Lo ingoio ancora moscio, massaggiandole lo scroto. Ne percepisco il sapore ed il calore. Inizio a dispensare leccate e baci, dando dei colpetti con la lingua sulla punta. Le viene duro nella mia bocca. So cosa vuole da me ed inizio a succhiarlo con entusiasmo, seguendone il contorno con la lingua, aiutato anche dalle sue esortazioni: “Dai’ forza’ prendilo più in fondo… bravo… fallo entrare tutto nella tua bella boccuccia’ voglio sentire che arrivi fino alle palle’. Ingoio completamente l’asta, la estraggo e la lecco per tutta la lunghezza sino alla base. Ritorno su, sempre leccando, per lavorare il glande con la lingua e infilarlo nuovamente dentro. Muto leggermente il ritmo: più che leccare ora succhio e mi aiuto con una mano masturbandola.
La presenza di un nuovo tocco richiama la mia attenzione. Giulia vicinissima al mio viso con il pene eretto: “Non vuoi assaggiare anche il mio?” – dice. Ruotando il viso verso la nuova arrivata apro la bocca e inghiotto il cazzo che mi viene offerto. Mi trattengo sul glande; poi lo ingoio tutto lentamente, sino a sentire i testicoli sulle labbra.
Comincio a baciare i due membri alternativamente. Per la prima volta ho a disposizione due cazzi e passo dall’uno all’altro come un affamato che non tocca cibo da giorni. Provo a farli entrare contemporaneamente, ma riesco ad ingoiarli solo in parte. Sono troppo grossi, così decido di proseguire con Giulia che mi prende con la mano destra per la nuca. Con la sinistra direziona il cazzo verso la mia faccia: forza contro le labbra e lo spinge lentamente dentro, facendolo arrivare fino in gola. Gusto il suo sapore… inizio a lavorarlo con la bocca. La lingua si muove piano, sfiora – di volta in volta – la cappella liscia, la forma dell’asta più ruvida, i rilievi, le venature… Lei mi prende la testa tra le mani e comincia a muoverla avanti e indietro, con delicatezza e insieme con decisione. Bagno la lingua di saliva e la passo tutta intorno alla punta; so benissimo che quel gesto ha un certo effetto anche su di lei. Giulia &egrave eccitata pazzamente da quel trattamento e continua a martellarmi in bocca. Sento crescere il suo piacere, così accelero il ritmo. Mentre continuo a far roteare su e giù per tutto il sesso la lingua mi accorgo che &egrave pronta a godere ed intensifico il pompino; ho un sussulto quando inizia a venire copiosamente sul mio viso. Tento di prenderlo tra le labbra per succhiarlo ancora, ma lei si tiene a debita distanza in modo da schizzarmi sulla faccia. Raccolgo con la lingua quello che riesco a raggiungere e deglutisco, mentre filamenti di seme mi imperlano il volto. Quella scena eccita ulteriormente Sandra. Trattenendo il pene con una mano, lo appoggia alle mie labbra ancora macchiate dal seme dell’amica, per spingerlo poi nella mia bocca. Le mie fugaci leccate sono sufficienti a costringere anche lei all’orgasmo. Proprio nell’attimo in cui Sandra inizia ad eiaculare, spalanco la bocca ancora piena dello sperma dell’altra lasciando che il fluido biancastro mi riempia le labbra sino a colare sui lati del viso.
Per finire mi costringono ad ingoiare la filamentosa schiuma composta di saliva e sperma, tenendomi il naso chiuso’

Giulia intanto mi sussurra all’orecchio che sono una porca e che forse mi dispiace che loro sono solo in due anziché quattro o cinque; ma non devo preoccuparmi: la prossima volta provvederanno a soddisfare anche questa mia curiosità.
Siamo appagati e insieme affaticati da quest’incontro, ma con ancora qualche fantasia da realizzare. In realtà, stiamo giocando con il sesso; non siamo ancora alla ricerca del piacere estremo, sappiamo tutti e tre che la serata &egrave appena iniziata.
“Bene, vedo che ci sai fare. Sei proprio la maiala che sembri. Adesso, però, vediamo quanto sai esserlo veramente!” – Sandra mi ha fatto alzare in piedi, un po’ tremante per l’eccitazione e mi ha intimato di infilarmi nuovamente le mutandine. Poi sussurra con uno sguardo carico di sottintesi: “Adesso facciamo un bel giochino. Devi camminare davanti ai nostri occhi’ agitare quel culo da puttana fino alla camera da letto”. Io docile come una schiava obbedisco prontamente, mentre loro si divertono a schiaffeggiarmi sulle chiappe con sonore sculacciate, fino ad arrossarmi tutto. Completano l’opera insultandomi pesantemente: “Dai’ cammina stronza, sculetta ‘ spero che ti piaccia l’idea di essere diventata la nostra puttanella”. Tra frasi ingiuriose e palpeggiamenti vari percorro i pochi metri che mi separano dalla stanza dove mi assicurano che troverò il piacere che mi ha sedotto ad accettare questo gioco. Mi fanno un cenno e capisco che vogliono che mi metta alla pecorina: con il busto eretto e le gambe spalancate in una posa estremamente lasciva. In quella posizione sono molto invitante. Sandra gira intorno al letto, scrutandomi, poi si inginocchia tra le mie cosce e comincia a leccarmi il culo, spargendo dentro la saliva per prepararmi. Poi qualcosa cambia: “Fai un bel respiro e rilassati. Adesso ti faccio sentire quello che provano le troie quando hanno un bel cazzo duro che le scopa!” – sono le parole che dice prima di appoggiare la sua cappella al mio buchetto e spingere lentamente il pene dentro di me, facendomi sobbalzare. L’entrata mi fa male, ma e’ quello che voglio. Strillo per il dolore ma Giulia soffoca il mio urlo riempiendomi la bocca con il suo cazzo. Ora mi sento sazio. Tutte insieme le mie fantasie si realizzano: sono finalmente scopato, contemporaneamente, in tutti i buchi possibili. Penso di essere una porca e mi piace tantissimo. Sistemo al meglio l’angolazione del sedere e mi abbandono totalmente al volere di chi mi sta frugando nelle viscere.
Sandra sposta il corpo in vanti e subito all’indietro più volte, in modo da darmi il tempo di assaporare ogni singolo centimetro, invitandomi a prendere quel ritmo mentre, senza fermarmi, faccio godere Giulia con la bocca: ‘Allora troia’ ti piace stare in questa posizione, vero? Volevi due cazzi tutti per te e sei stato accontentato’ Cosa si prova a fare un pompino mentre ti fai sfondare questo bel culetto?’. Così riempito, non posso rispondere e accetto il piacere di quella doppia penetrazione. Nelle loro mani sono come una bambola senza volontà, completamente disarticolata. Le due mi sballottano a forza di colpi, davanti e dietro – nella bocca come nel culo – con la stessa violenta determinazione. Il movimento di Sandra mi fa sfuggire a tratti il pene di Giulia dalla bocca. Le due amiche continuano a dirmi che sono una puttana: più loro mi offendono e più mi piace. Penso che abbiano ragione. La loro attenzione &egrave completamente rivolta al mio corpo, le loro azioni sono calibrate per darmi il massimo piacere. Ormai ho perso completamente il controllo della situazione. E’ proprio cosi’ che voglio essere trattato: un giocattolo di piacere completamente offerto alle loro voglie. Con questi due affari duri che arrivano da tutte le parti. Inizio ad eccitarmi sul serio, ma non voglio darlo a vedere. Devo abbandonare il mio solito modo di pensare e agire. In questa occasione il mio ruolo prevede che sia solo un oggetto sessuale, schiavo delle mie padrone. Mi piace essere al centro della loro attenzione. Sto finalmente realizzando una fantasia che &egrave nata nella mia mente tanto tempo fa e mai soddisfatta sino ad ora. Conosco il mio compito: devo farle godere e accettare il succo del loro piacere. Va avanti in questo modo a lungo. Poi Sandra mi fa stendere sulla schiena; il letto e’ coperto da una trapunta abbastanza ruvida al tatto che aumenta decisamente il mio piacere ad essere scopato così: ho come l’impressione di essere violentato da una sconosciuta. All’improvviso appoggia il pene gonfio alla mia bocca: ricevo il primo getto di sperma sul viso; caccio la lingua aprendola a cucchiaio, invitante e vogliosa. Sono soddisfatto: un secondo getto mi investe colmandomi del suo liquido seminale.
Agito in bocca la densa schiuma composta di saliva e sperma, poi tiro fuori la lingua imbrattata per mostrarla alle mie amiche. Adesso &egrave il turno dell’altra: il tempo materialmente necessario per permettere a Sandra di scansarsi che subito Giulia prende il suo posto scambiandosi di ruolo con l’amica, carica d’eccitazione per la scena alla quale ha appena assistito. Mi giro a pancia in giù, muovendomi avanti e indietro con il culo in fuori verso l’alto affamato di cazzo: imploro di essere scopato ancora. Giulia mi viene sopra. Per fortuna sono già dilatato al massimo dal cazzo di Sandra quando lei spinge sino in fondo il pene attraverso le pareti del sedere; quindi riesco a prenderlo senza troppa fatica. Lo sento entrare e farsi spazio. Oramai mi sono adattato a quella presenza ed inizio a muoversi con molta attenzione avanti e indietro con il bacino, gustandomi quella situazione con la consapevolezza di essere, in quel momento una vera pornostar. Adesso anche Giulia sta per venire; mi dice che sono stato proprio bravo e che merito un premio. Quando capisco quello che vuole, mi volto verso di lei e apro la bocca invitante. Viene mentre la sto succhiando; un gemito di piacere e sono nuovamente investito da un forte getto di sperma, denso e abbondante. Come prima lo raccolgo per poi ingoiarlo tutto sino all’ultima goccia, come mi &egrave stato ordinato.
Soddisfatte le due si allontanano da me, lasciandomi ricoperto della prova del loro piacere. Poco dopo mi fanno ammirare allo specchio. Non ho un cm quadrato di pelle del viso che non sia pieno di lattiginoso seme: guardo colare lentamente la maschera di sperma…

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