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Racconti Trans

Gang Bang Transex (p.2)

By 13 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Le trans mi circondarono e mi fecero mettere a terra. ‘Il nostro schiavetto, pronto a prenderlo nel culo’!’ ridevano. Una mi salì sopra la schiena e mi ordinò di alzarmi e farle da cavallo. ‘Muoviti, troia di una cavalla, portami fin là’ . A fatica riuscii a mettermi a quattro zampe a fare qualche passo, una frustata sulle chiappe mi fece gridare e tremare. ‘Sbrigati, schiavo, ho detto fin là!’ Marina mi tirò per il collo ma io non riuscivo a sostenere il peso di quella trans nera che mi stava in groppa. Traballai e finì con la faccia a terra. La trans cadde e prese a offendermi e a picchiarmi con quelle sue mani enormi, mi colpiva sul culo con rabbia e violenza. ‘Stupido, come ti permetti!!’ gridò Marina e la nera mi tirò i capelli e mi fece alzare. Quando fui all’altezza del suo superbo seno mi mollò due schiaffi potenti che mi girarono la faccia e mi fecero impietrire dall’umiliazione. Le altre trans ridevano e urlavano: ‘Brava Talya, fagli capire chi comanda a questa troia!’ Talya aizzata dalle amiche mi afferrò un capezzolo e lo strattonò con forza facendomi gridare dal dolore. Mentre mi piegavo a terra mi mollò un altro schiaffone.
‘Adesso prendi quel telo laggiù e mettilo sopra il tappeto, spicciati, schiavo!’ ordinò Marina indicando un affare di plastica per terra. Feci come voleva e aspettai le altre indicazioni. ‘Mettiti al centro. in ginocchio. Faccia a terra. Su il culo. Bravo, così’ le sentii avvicinarsi e poi lentamente, ridendo si tolsero tette le scarpe. Vidi i loro piedi curati e abbelliti da variopinti colori, rosso, verde, giallo, nero, bianco, lillà, spuntare in cerchio. ‘Rendi omaggio ai piedi delle mie amiche, schiavo. E fai del tuo meglio!’ mi gettai a baciare ogni singolo piede con devozione. Leccavo fra gli incavi e le dita. Alternavo baci veloci a quelli lenti. Tutte apprezzava e ridevano. Baciai e leccai a lungo, soffermandomi su quelle di Marina che era quella che comandava e su quelli di Talya che era la più arrabbiata con me. Aveva dei lunghissimi piedi neri dal sapore forte, robusto, le unghie pitturate di bianco.
‘Bene, schiavo. Adesso &egrave venuto il momento di passare a faccende più serie’da brava troietta quale immagino tu sia, farai a ciascuno di noi un bel pompino. Datti da fare e guarda di essere attento e voglioso.’ Cacciò fuori il suo uccello e me lo spinse in bocca. Lo presi e lo ciucciai bene attendendo che gonfiasse. Leccavo la cappella e con la lingua le tintennavo la punta, quindi lo ingoiavo. Aveva un cazzo piccolino ma velocemente si indurì. Presi a fare il pompino con calma, ma le altre erano ansiose di assaggiare la mia bocca e ridendo puntavano i loro cazzi che nel frattempo erano spuntati fuori e con le mani stavano adoperandosi per farli rizzare. Marina mi fece segno di passare al cazzo di quella che le stava accanto. Questo era già duro e mi martellava la bocca, cercando di sfondarmi una parete. Annaspavo e mi staccai. Marina mi schiaffeggiò e la padrona di quel cazzo in tiro mi prese per i capelli e me lo ficcò di nuovo in bocca. ‘Brutta troia, come osì!? Ciucciamelo e non provare mai più a fare una cosa del genere, intesi?!’
‘Sì, mi scusi, non volev
ma non feci in tempo a terminare la frase che già avevo il suo affare di nuovo in bocca. Marina mi raggiunse alle spalle. Premeva il suo sesso contro la mia nuca e si divertiva a puntare il cazzo sul collo, negli orecchi, strusciandosi, quindi mi prese la testa ed iniziò a dare il ritmo del bocchino che praticavo all’amica. Mi forzava a prenderlo tutto. Soffocavo. Le altre ridevano, mi incoraggiavano, mi deridevano, mi insultavano: ‘ingoialo, troia. Sentilo bene fino in fondo!’ ‘succhialo, schiavo del cazzo!’. Marina mi tirò via con forza e mi ordinò di spalancare la bocca. Obbedii. Ci sputò dentro due volte e mi rificcò la bocca sul cazzo dell’amica. Presi a spompinarla sentendomi definitivamente oggetto di questa mandria di assatanate. Ciucciavo e Marina mi staccava per sputarmi in bocca e così facevano anche le altre, umiliandomi. Oppure mi facevano bere della birra e poi mi strattonavano da un cazzo all’altro. Succhiavo, baciavo, ci davo dentro con forza per accontentarle, ma ricevevo solo insulti, calci, schiaffi. La girandole di cazzi che presi in bocca non aveva tregua. Passavo da un uccello ad un altro. Talya aveva una mazza enorme, massiccia, nera, dall’odore fortissimo. Mi ritrovai a spompinarla per ultima, quando oramai avevo le labbra prive di forza. cercavo di leccarla tutta ,ma lei mi mollò due schiaffi potenti e me la ficcò in gola con rabbia. ‘Spompinami a dovere, troia di merda o di rompo la faccia a schiaffi, intesi?’
dopo una quarantina di minuti di quell’andazzo, Marina mi disse che potevo sdraiarmi a terra,ero esausto e mi sembrava un sollievo, ma prima dovetti finire di soddisfare un’amica che voleva assolutamente venirmi in bocca. Si masturbò un attimo poggiando la punta del cazzo sulla mia lingua, quindi mi disse: ‘Prendilo dentro, troietta, avanti ora!!’ e poi mi venne in bocca.
Mi distesi pancia in aria come mi era stato ordinato e mi riposai un attimo. Mi dettero un cuscino da mettere sotto la testa ed uno sotto il culo. Quindi Talya prese del gel e ficcò un dito nel mio ano. Gridai di dolore e lei godette per quel gemito. Passò a due dita e poi tre. Continuò a muovere le dita per allargare bene il buco e con l’altra mano mi teneva le gambe sollevate in modo tale che Marina potesse sculacciarmi o colpirmi col frustino. Quando ebbe finito col gel, Talya ci sputò dentro più volte, quindi si alzò e mi tenne tesa una delle gambe, l’altra fu presa da Marina e un’altra trans si accostò a me e mi infilò il suo cazzo nel culo. Fu un gesto rapido, violento, tutte applaudirono e mi ritrovai ad essere inculato con foga. La trans infatti sembrava animata solo dalla voglia di mostrare il suo potere su di me e la mia totale sudditanza. Pompava con una rabbia crudele come se volesse sfogarsi su di me di qualcosa. Ma non ebbi ilo tempo di concentrarmi troppo su quella cosa perché, le altre amiche di Marina si misero intorno alla mia testa e mi ordinarono di prenderlo in bocca. Mi ritrovai a ciucciare i loro cazzi(mi sballottavano da uno all’altro)mentre l’indemoniata più in basso mi sfondava il culo. Marina e Talya ridevano e quando quella ebbe finito credetti di aver diritto ad un po’ di riposo: ‘Vi prego, solo cinque minuti per farmi riprendere le forze. Sono distrutto’
‘No, troietta, qui non ci sono pause né limiti, ti useremo finch&egrave ne avremo voglia. Ti avevamo avvertito. Adesso succhia e zitto!’ mi rificcarono il cazzo in bocca e Marina si dedicò al mio culo. Dava colpi precisi e puntuali e dopo la furia dell’amica mi ritrovai a godere come non mai. Ritrovai l’energia per continuare a spompinare le altre e una mi venne sul viso. Sentivo il cazzo di Marina andare dentro e fuori con un ritmo sicuro e costante. Dopo che ebbe la sua soddisfazione fu la volta di Talya. Non pensavo che quell’affare potesse entrarmi dentro, ma l’azione delle altre aveva aperto pienamente la strada, così mi ritrovai a beccarmi quel tarallo nel culo. Tanya ci dava dentro con forza, mi afferrava i capezzoli e li tirava, voleva che godessi, con quell’arnese che mi sfondava, ma voleva dettare lei le regole. Dopo avermi trapanato per bene, si tolse il preservativo e mi venne in faccia.
Marina mi disse che potevo andare a lavare e poi di tornare immediatamente lì. Nel piccolo bagno trovai il mio amico e Filipo. Anche loro erano stravolti dalla fatica, felici e doloranti come me. Ci riunirono al centro della pista, sotto la pedana, dove erano state posizionate delle poltrone di pelle doppie. Ci ordinarono di metterci uno accanto all’altro col culo all’aria, appoggiando i gomiti sulla parte superiore delle poltrone. Ci passarono del gel sul culo e poi riniziarono a fotterci. Non vedevo in faccia le trans, perché queste si mettevano a turno dietro di me e mi prendevano come pareva loro e non avevo modo di girarmi in quanto avevo la testa intrappolata dalle mani di quelle che stavano davanti e che volevano essere spompinate per essere in tiro. Era una sorta di lunga ruota, davanti lo prendevamo in bocca e poi quelle passavano dietro e si scaricavano nei nostri culi. Andarono avanti così, vorticando da un cazzo all’altro, spompinavo e lo prendevo dietro, loro ridevano ci insultavano, ci denigravano ed erano animate da uno spirito di gioco e di rivalsa, ci usavano per sfogare su di noi la loro violenza, considerandoci dei soli oggetti da riempire. Il mio amico e Filipo erano accanto a me e li sentivo gemere, gridare di dolore e piangere, ma allo stesso tempo godevano come me per quel servizio che subivamo. Quell’inculata generale andò avanti a lungo, non riuscivo a rendermi conto del tempo, frastornato da quel vortice di cazzi e sesso. Alla fine ci dissero di sedere sulle poltrone e iniziarono a smanettarsi davanti a noi venendoci addosso. Poi Marina ci disse che potevamo pulirci e andarcene. Non prima però di aver reso omaggio al cazzo di ogni trans con un bacio sulla cappella.

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