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Racconti Trans

In cantina

By 20 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

In cantina ‘ vogliedafemmina@yahoo.it

La scuola era finita ma quella mattina Andrea si svegliò comunque presto. Non aveva dormito bene perch&egrave il suo sonno era stato disturbato dall’eccitante pensiero che il pomeriggio successivo alle 14:00 suo padre lo avrebbe portato all’officina di Nicola dove voleva che lavorasse durante l’estate. Il fisico gracile ed effeminato di Andrea non si prestava certo al lavoro pesante ma ciò che lo eccitava e che aveva disturbato il suo sonno era il pensiero che avrebbe passato molto tempo a stretto contatto con gli uomini che più di tutti gli facevano desiderare di essere femmina. Nicola e suo padre erano infatti al centro delle sue fantasie sessuali.
Adorava quei corpi muscolosi e pelosi dall’intenso odore di maschio e innumerevoli volte si era immaginato di essere preso da entrambi, sodomizzato e usato rozzamente come se fosse la loro serva.
Andrea non aveva amici. Carattere schivo e timido, corpo efebico, modi effeminati.
Si muoveva in modo sinuoso e sculettante e attirava su di se lo scherno dei compagni di scuola che lo appellavano sempre più frequentemente come checca e che talvolta lo molestavano.
Andrea sperava che prima o poi, vedendolo così remissivo e femminile qualcuno provasse ad abusare di lui. Era una fantasia che lo impauriva ma che contemporaneamente lo eccitava moltissimo.

A lui non disturbava troppo farsi chiamare checca, femminuccia o frocio, in verità sapeva benissimo che era vero e nelle sue fantasie il ruolo fisso che si assegnava era sempre quello di femmina molto passiva.
Il desiderio di essere e vedersi femmina era cresciuto con il passare del tempo e negli ultimi anni Andrea si era creato un piccolo campionario di indumenti femminili che teneva nascosto in cantina. Appena poteva vi si recava con le scuse più disparate per indossare quegli abiti e masturbarsi rimirandosi lungamente nello specchio mentre si sodomizzava su un manico di scopa. Adorava vedersi vestito da donna, sentire il nylon dei collant sulle gambe e il fruscio della sottana. Gli piaceva accarezzarsi le gambe e titillarsi i capezzoli mentre era riempito dalla sensazione del paletto duro dentro di lui. Aveva scoperto da circa due anni i piaceri dell’autosodomia. una passione che con il tempo si era trasformata in ossessione. Le sue sedute di masturbazione erano lunghissime e terminavano invariabilmente con una eiaculazione abbondante del suo piccolo uccellino che si scaricava sulle mani e che poi si leccava e annusava con lussuria.

Eccitatissimo per le fantasie che lo avevano tormentato per tutta la notte.alle 10:00 dopo colazione disse al padre che andava a fare una passeggiata ma scese invece in cantina.
Romeo non scendeva mai in cantina e sua madre era ospite della sorella in montagna quindi non c’era pericolo.
Una volta in cantina estrasse dal nascondiglio il sacchetto contenente il suo piccolo tesoro e scelse con cura le cose che più lo eccitavano. Dopo essersi denudato indossò mutandine di pizzo, calze autoreggenti e una camicia da notte di raso nera. completò il quadro con dei sandali da donna con il tacco da 10 cm e si rimirò nello specchio. Avrebbe voluto truccarsi, mettersi la parrucca e andare da Nicola sculettando ma naturalmente non avrebbe mai avuto il coraggio di fare una cosa del genere.
Con un movimento esperto colò un po della propria saliva sulla mano e la usò per lubrificare il buchino. Per alcuni minuti ci giocò con le dita, le succhiava e poi le infilava nel suo elastico orifizio una, poi due e infine tre dita, poi si impalò voglioso sul manico di scopa gemendo al pensiero che quello fosse il cazzo di Nicola o di suo padre.
Sapeva bene che i loro membri erano ben più grossi di quel paletto di legno e questo moltiplicava il suo desiderio.
Nella sua mente la visione che più di tutte lo faceva impazzire di voglia era quella che lo vedeva a quattro zampe montato da Nicola e con il cazzo di suo padre in bocca. In quelle immagini suo padre gli teneva le mani sulla testa spingendogli l’uccello fino in gola mentre Nicola con il suo gigantesco membro infilato nel suo culetto deliziosamente aperto si piegava su di lui facendogli sentire il petto villoso sulla schiena e tenendolo per i fianchi lo inculava senza ritegno come se fosse una puttana di strada.

Andrea immaginava se stesso come una serva, gli sarebbe piaciuto essere la puttana di suo padre.
Il cazzo di suo padre era diventato un pensiero fisso, bramava il desiderio di poterselo sfregare sul viso, sentirne l’odore, il sapore, succhiarlo, leccarlo e baciarlo. Per circa un ora Andrea si dilettò guardando nella specchio il lato femminile che tanto avrebbe voluto portare completamente allo scoperto. Si immaginava a scuola, vestito con un abitino leggero dalla cortissima gonna a catalizzare le attenzioni di tutti i compagni e dei professori che poi uno dopo l’altro abusavano di lui.
Improvvisamente sentii in lontananza il rumore di qualcuno che scendeva le scale. Nessuno scendeva mai in cantina. Preso dal panico e con il cuore in gola gettò le scarpe sotto ad una scaffalatura e in un attimo si infilò i pantaloni e la felpa della tuta da ginnastica con cui era sceso. Mentre era piegato ad allacciarsi convulsamente le scarpe senti la porta aprirsi.
‘che ci fai qui Andrea?’ chiese suo padre
Rosso in viso per l’eccitazione il ragazzino rispose balbettando ‘sto c..c.cercando del l..l..libri che non trovo p..pp..più’
Il padre lo fissò senza dir nulla, da tempo si era accorto delle tendenze sessuali di Andrea. Romeo era consapevole che spesso il figlio lo spiava mentre faceva la doccia. Più di una volta aveva dovuto resistere per non concedere al ragazzino ciò che tanto bramava.
Il suo delizioso culetto era uno stimolo a cui era davvero difficile resistere ma fino a quel momento l’uomo era riuscito ad allontanare quei pensieri incestuosi.
Andrea lo guardava senza fiatare. L’uomo vide delle scarpe da donna gettate sotto uno scaffale, osservò con attenzione il ragazzino dal viso arrossato e l’ambiente che lo circondava. Alla caviglia del figlio, non completamente nascoste dalla tuta da ginnastica, gli sembrò di scorgere calze da donna.
‘vieni qui’ gli ordinò con durezza.
Andrea non si mosse. Romeo si avvicinò e in malo modo gli tirò verso l’alto la tuta rivelando le calze di Nylon che indossava sotto. Andrea si mise a singhiozzare per la tensione.
Ai suoi piedi c’era un sacchetto aperto che lui non aveva avuto tempo di nascondere. Suo padre lo noto e prima che il ragazzo potesse intervenire lo raccolse e lo aprì.
Esaminò il contenuto estraendo uno a uno i vari oggetti che vi trovò. Mutande da uomo, quelle che Andrea non aveva avuto il tempo di rimettersi, un paio di collant neri, due paia di autoreggenti a rete, tre paia di mutandine da donna. Una camicia da notte nera, una parrucca a caschetto nera, oggetti per il trucco Giornali, fumetti porno e dei fogli da disegno arrotolati. Srotolando il primo foglio l’uomo riconobbe subito il tratto del figlio e ciò che vi era rappresentato non aveva bisogno di spiegazioni. Un ragazzino in abiti femminili con le mani legate dietro la schiena veniva sodomizzato da un uomo in tuta da meccanico mentre un altro che somigliava a lui gli scopava la bocca.
Andrea era imbarazzatissimo aveva paura per la reazione di suo padre e stava per scappare quando
il suono di passi che scendevano le scale catturò l’attenzione di entrambi.
‘chi &egrave papà’ chiese terrorizzato
‘E’ Nicola, mi ha telefonato, e’ venuto a prenderci perch&egrave si e’ liberato prima del previsto.
Andrea si sentiva la febbre. Era spaventatissimo ma anche molto eccitato, non aveva finito di masturbarsi perch&egrave era stato interrotto, ora suo padre sapeva delle sue fantasie e come se non bastasse stava arrivando Nicola.
Andrea guardava suo padre con espressione terrorizzata e confusa. La voglia di inginocchiarsi davanti a lui e succhiargli il cazzo si mischiava a quella di scappare. La parte maschile e quella femminile lottavano in lui.
La porta si aprì
‘Che state facendo ?’ chiese Nicola in tono allegro affacciandosi.
‘Ho scoperto che mio figlio &egrave davvero una femminuccia ciucciacazzi, un frocetto travestito e rotto in culo’ disse duramente Romeo colpendo con uno schiaffo Andrea. L’uomo aveva il viso rosso di quella che poteva apparire collera ma che era invece grande eccitazione.

‘Ma che dici..’ interloquì Nicola

‘Fagli vedere frocetto, facci vedere come eri vestito’ ordinò Romeo
Andrea rimase impalato inebetito dall’imbarazzo e dall’eccitazione.
‘Avanti puttanella facci vedere’ gli urlò colpendolo leggermente sul viso con le sue gigantesche mani.
‘Ma che fai Romeo’ si intromise Nicola
‘Zitto e guarda’ gli disse porgendogli il sacchetto e i disegni di Andrea.

Il ragazzino incalzato a quel modo cominciò a perdere gli scrupoli e a sperare che ubbidendo alla fine gli avrebbero dato ciò che tanto bramava. Si tolse la maglietta, le scarpe e i pantaloni della tuta rivelando le autoreggenti nere e il tanga che portava sotto. I due uomini lo guardavano fissi.
Raccolse la camicia da notte e la infilò quindi si rimise i saldali con il tacco. Prese la parrucca e guardandosi allo specchio se la sistemò passandosi poi un ombra di rossetto sulle belle labbra.

Nicola e Romeo guardavano ammutoliti il ragazzino alternando quella vista con i disegni che c’erano nel sacchetto, uno spettacolo che fece rapidamente indurire i loro poderosi membri.
I due uomini si guardarono in faccia ed essendo amici non servirono parole perché si capissero. Romeo chiuse la porta.
Il cuore di Andrea pompava velocissimo. Camminò sculettando sui suoi tacchi e guardò con lussuria le patte gonfie dei due muscolosi uomini. In equilibrio sui tacchi si piegò in avanti mostrando ai due il suo perfetto culetto da femminuccia, bianco, morbido e sodo come molte donne avrebbero desiderato avere. Il filo del tanga passava in mezzo alle deliziose natiche stimolando i due uomini oltre il punto di rottura. Nicola preso da una specie di raptus erotico si slacciò i pantaloni e si avvicinò velocemente a Andrea. ‘Succhia pompinaro!’ ordinò afferrandolo per i capelli.
Il ragazzino, con il cuore impazzito e quasi sbavante dalla voglia non se lo fece ripetere, si inginocchiò e iniziò a premere il viso contro il grande uccello di Nicola ancora coperto dai boxer. Annusava, sentiva l’odore eccitante di quel grosso membro nerboruto, lo tastò con mano tremante e quando Nicola lo estrasse e Andrea se lo vide di fronte al viso, grosso e duro, in tutta la sua prestanza si sentì sciogliere e perse ogni residuo scrupolo. Lo leccò con passione.
Tenendolo per i capelli l’uomo lo spinse a leccargli le palle e a insalivare bene tutta l’asta poi glielo affondò in bocca.
Andrea si sentiva in trans e ancora non riusciva a credere di avere davvero la bocca piena del cazzo di Nicola. Dio quanto gli piaceva, sentiva che avrebbe potuto continuare a succhiarglielo per tutto il giorno. Romeo guardò inebetito la scena per un paio di minuti poi si avvicinò colpì con una forte sculacciata il sedere del ragazzino facendolo gemere e quindi estrasse anche lui il grosso uccello e lo accostò a quello di Nicola. Andrea ne afferrò uno per mano e si alternò fra i due succhiandoli uno dopo l’altro o insieme. Le sue piccole mani facevano fatica ad impugnare i grossi membri e i due uomini tenendolo per la testa dettavano il ritmo del pompino.

‘…ti piace il cazzo ..mio dio come ti piace’ gemette Nicola guardando estasiato con quanta passione Andrea si dedicasse ai loro membri.
Nicola e Romeo si guardarono trovando l’uno negli occhi dell’altro quella lussuria e quell’accordo che permise ad entrambi di dimenticare che quello inginocchiato ai loro piedi non solo era un ragazzino ma era anche il figlio di Romeo.

‘Sei proprio un bravo pompinaro’ disse Romeo a bassa voce. La sua mente lavorava veloce cercando una via di scampo, una giustificazione all’incesto che stava perpetrando. ‘Io non lo sto certo costringendo’ si giustificava con se stesso. Guarda come succhia, sembra che proprio non desideri altro, non pensavo che fosse cosi assatanato, cazzo come ciuccia bene, nemmeno sua madre me lo succhia così pensò mentre Andrea lo guardava dal basso verso l’alto con il suo uccellone infilato in gola.

Qualcosa nella passività del ragazzino aveva stimolato il lato più rozzo della sessualità dei due uomini che all’unisono si misero a picchiettare i lunghi membri sul viso del frocetto.

Romeo aprì una sedia pieghevole prendendola da uno scaffale e vi si sedette. Prese gentilmente per un braccio Andrea e lo fece accomodare sulle sue gambe badando che il solco delle sue natiche fosse direttamente sopra il suo durissimo membro.
‘ora Andrea voglio che ci racconti per bene quali sono le tue fantasie e da quanto tempo ti travesti’ disse suo padre tenendolo per la vita. Nicola si era piegato davanti e guardava fisso il ragazzino come se fosse in attesa della sua risposta.
‘io….io….’ balbettò Andrea, ‘mi travesto da due anni ma &egrave da molto prima che penso a voi’
‘e cosa pensi?’
L’uccello duro di Nicola era lì davanti e Andrea non riusciva proprio a smettere di guardarlo. Sentiva il grosso cazzo di suo padre fra le natiche e non pot&egrave trattenersi dal muoversi per farlo strusciare.
‘Io penso’ esordi con voce arrochita ‘…che voglio….essere una donna…una serva…una puttana…la vostra puttana’
‘Continua’ lo incitò Nicola
‘Voglio essere trattata come una femmina, vorrei tanto che mi trattaste come la vostra femmina’ disse gemendo.
Romeo eccitatissimo muoveva il ragazzino avanti e indietro, e dopo aver sentito quelle parole non pensava ad altro che a sfondare il sederino burroso del figlio.
Nicola si guardò intorno e afferrò una vecchia corda da tapparella che vide su uno scaffale.
‘Ora vediamo cosa sei davvero disposto a fare’ affermò Nicola in tono burbero costringendo Andrea ad alzarsi in piedi e a dargli le spalle. ‘Se sarai soddisfacente e troia come dici ti assumerò all’officina e ti assegnerò un lavoro molto speciale’dichiarò Nicola guardando Romeo per avere un suo silenzioso benestare ‘ma solo se riuscirai a soddisfarci….’ e cosi dicendo piegò le braccia di Andrea dietro la sua schiena e gliele legò con la corda. Lui non oppose nessuna resistenza anzi sembrò addirittura felice per il trattamento.

Lo fecero inginocchiare per terra e piegare in avanti. Avendo le mani legate non poteva reggersi quindi appoggiò la testa su un ginocchio di suo padre seduto sulla sedia di fronte a lui. Il suo bellissimo cazzo era a pochi centimetri, poteva vederlo bene, era enorme, un tronco dalla cappella rossa e congestionata solcato da grosse vene pulsanti. Sentiva il suo buonissimo odore entrare nelle narici e non desiderava altro che averlo nuovamente in bocca.
Nicola dietro di lui iniziò a leccargli il buchino e ad allargarlo con le dita. Ogni tanto lo colpiva con potenti sculacciate sulle natiche che lo facevano gemere di piacere.
aaahhhh……aaaahhhhh……aaaahhhhhhh … mio dio che bello pensava Andrea che delizia essere trattata in questo modo.
Suo padre lo afferrò per la testa, ‘Dimmi che me lo vuoi succhiare’ ordinò.
Andrea non ebbe esitazioni.
‘Posso succhiartelo papa ?.. ti prego mi piace moltissimo, posso ?… voglio essere io la tua donna….’ pronunciò le parole con lussuria e Romeo reagì infilandogli il cazzo in bocca e premendolo sulla nuca per farglielo inghiottire tutto.
Andrea spalancò gli occhi che si fecero lucidi per lo sforzo. Respirò con il naso e mosse vorticosamente la lingua per leccare quel ben di dio.

Nicola puntò la grossa cappella sullo sfintere di Andrea e iniziò a spingere. Il suo bel culetto non era abituato ad essere penetrato da oggetti così grossi ma l’abbondante lubrificazione e la durezza di quel cazzo permise ad Nicola di infilare la cappella senza troppo sforzo. Andrea gemette mugugnando di dolore nonostante avesse in bocca il cazzo di Romeo. Nicola gli apri le natiche con le mani e sputò ripetutamente sul proprio uccello poi iniziò a spingere. Con una mano faceva presa su un fianco di Andrea mentre con l’altra gli massaggiava il piccolo pene duro.

Romeo osservava estasiato il figlio succhiare e quando Nicola iniziò a spingere vide gli occhi del ragazzino girarsi all’indietro e un espressione di lussuriosa estasi dipingersi sul suo volto.
Il rumore osceno che faceva spompinando il cazzo di suo padre e i suoi deliziosi gemiti fecero perdere del tutto la testa ad Nicola che senza altri preamboli affondò il suo scettro di carne fino ai coglioni. Andrea non pot&egrave trattenere le urla. Un dolore profondo lo squasso facendolo sentire sfondato. Nicola si fermo lasciando il suo cazzo tutto dentro e Andrea cercò in ogni modo di rilassare i muscoli che pensava essere stati lacerati.
‘Sfonda questa puttanella ! Rompigli il culo’ disse Romeo
Andrea sentendo quelle parole emise un rantolo soffocato di puro godimento che lo portò sulla soglio dell’orgasmo e Nicola si rimise in movimento iniziando a stantuffare lentamente.
‘Che bel culetto cNicola che hai, ti piace troietta….dimmi ti piace farti rompere il culo ?’
‘Siiiiiiiiiiiiiiii’ gemette Andrea togliendosi per un attimo il cazzo di bocca.

Nicola afferrò con entrambe le mani i polsi legati del ragazzino e vi si aggrappo per fare leva. Tirava le braccia verso di se e muoveva a ritmo crescente il bacino affondando e ritraendo il cazzo come se stesse cavalcando.

Andrea era in estasi, lo stavano trattando come una puttana, lo stavano inculando come aveva sempre sperato e improvvisamente senza nemmeno toccarsi ebbe il suo primo vero orgasmo anale. ‘haaaaaaaaaaa ssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii’ Schizzo sul pavimento mentre continuava a muoversi avanti e indietro per assecondare la devastante penetrazione.
Per alcuni minuti continuarono così poi decisero di scambiarsi le posizioni.
Nicola prese un fazzolettino di carta e diede un asciugata al suo uccellone ancora durissimo e dopo essersi seduto fece abbassare Andrea in modo che avesse la testa appoggiata per terra ed il culo per aria. Romeo accarezzò le gambe del figlio coperte dalle calze e pensò che sembrava proprio una ragazzina Osservo il suo ano dilatato dalla precedente penetrazione e con più irruenza di quanto si fosse immaginato vi infilò per intero il suo gigantesco membro. Lo fotteva con forza intervallando gli affondi con potenti sculacciate e ogni gemito del ragazzino aumentava la furia delle voglie che a lungo aveva tenuto represse.
‘ooohhhh Siiiii Siiiii Siiiiii. sfondami papà ! … inculami….che belloooooo’
‘SII puttanella ti aproooo’

Fu un delirio, Andrea venne slegato e perse ogni remora, atteggiandosi come una prostituta si concesse a tutte le voglie dei due uomini. Si sentiva cambiato, sentiva che ora non avrebbe più nascosto la sua parte femminile, ora che era stato accettato da suo padre e da Nicola non si vergognava più.
Mentre i due si alternavano nel suo sederino ormai sfondato pensò che da quel momento si sarebbe vestito come gli pareva e che sarebbe stata per sempre la loro puttana. Adorava sentire il cazzo affondare in lui e i grossi testicoli sbattere contro le sue natiche.

Dopo quasi un ora di sesso sfrenato afferrò i due membri e si mise a succhiarli mostrando di gradire che gli venissero in faccia e in bocca. Il pensiero del loro seme che gli impastava la faccia e gli riempiva la bocca lo faceva impazzire.
Nicola e Romeo lo avrebbero fatto comunque, per nulla al mondo avrebbero rinunciato allo spettacolo di sborrare sul viso di quella deliziosa puttanella.
Eiacularono quasi contemporaneamente. Andrea sentii i loro schizzi spiaccicarsi sul viso. Aprii la bocca e ne accolse quanto più poteva gustandone l’afrodisiaco sapore. L’odore dello sperma aveva riempito l’aria della cantina. Sentire i loro gemiti mentre gli godevano addosso era bellissimo, era il frutto del suo appassionato lavoro, un desiderio che lo aveva tormentato per anni e che ora finalmente si realizzava.
I due uomini lo guardavano estasiati mentre Andrea gli ripuliva con la bocca i cazzi e con le mani raccoglieva lo sperma dal proprio viso e lo assaporava come fosse miele.

Nicola e Romeo lo guardavano dall’alto.
‘sei assunto puttanella’

Lisa-Trav
vogliedafemmina@yahoo.it

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