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Racconti Trans

iolei

By 11 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ strano per uno come me che ha sempre creduto di capire il mondo dall’alto dei suoi cinquant’anni rendersi conto che, al contrario, non solo non si &egrave capito niente ma che c’&egrave ancora tanto da imparare. Da bambino invidiavo le mie compagne perch&egrave potevano agghindarsi e diventare sempre belline, ricevere tanti complimenti. Potevano giocare senza dimostrare per forza qualcosa a qualcuno. Io, al contrario, dovevo sforzarmi per giocare con i miei amici e impersonare un ruolo che non sentivo mio. Sono riuscito ad evitare di fare a botte, scazzottare come facevano i miei amichetti e nello stesso tempo a mantenere una certa aurea di contegno maschile. Insomma, passavo per quello che &egrave intelligente e che non si sporca nel fare a botte. In realtà avevo solo una fifa matta. Capivo che non ero fatto per essere un maschio dominante. Nel crescere le ragazzine diventavano sempre più carine e desiderabili. I loro seni crescevano e il loro corpo assumeva le fattezze di donna. Le invidiavo per quel modo giocoso di trattare i maschi che da tanto forti e litigiosi si trasformavano in agnellini davanti ai loro volti innocenti e sensuali. Essere come loro era il mio traguardo, poter trattare i maschi con quella protervia e quell’arroganza tipica delle donne. Ma non era facile riuscirci e questo contrasto interiore diventava ogni giorno più lacerante. Con il tempo aumentava la mia voglia di sesso. La parte femminile di me ormai cercava di uscire fuori con una veemenza che mi faceva paura. Per giorni restava assopita per poi venire fuori come tsunami ed era davvero difficile contenerla. Compravo film hard e li vedevo con avidità. Mi immedesimavo nelle attrici impegnate a lavorarsi enormi falli duri come acciaio e gonfi di piacere. Nei loro occhi la dominazione del sesso femminile su quello opposto. L’uomo godeva solo quando lo decideva la ragazza. Quel mantenerli sempre in bilico faceva diventare la donna non oggetto di desiderio, ma solo esempio da emulare. Già ma come trovare un uomo capace di accontentare i miei desideri più reconditi? Il secondo passo &egrave stato acquistare biancheria intima femminile ed indossarla. Sentire sulla pelle il delicato tocco del nylon. I capezzoli diventare turgidi e il pene irrigidirsi di piacere. Mi sentivo una donna ma non era ancora completo il mio appagamento. Avevo bisogno di ‘lui’, di un lui. Cominciai a frequentare in cinema porno. Era terribilmente eccitante vedere su uno schermo gigantesco quei peni entrare ed uscire dalle avide bocche di donne affamate. Ma sempre protagoniste. Mi accorgevo che la regia indugiava solo sul pene mai sul viso dell’uomo inutile orpello all’atto sessuale. Mentre la ragazza veniva ripresa in tutti i modi possibili ed immaginabili. La donna era protagonista, l’uomo solo un oggetto. Era la fine del mito della supremazia maschile. Ricordo che durante una pompa lei guardò in alto e disse al partner:
ora ti faccio godere
accelerò il ritmo e in due minuti lui vene copiosamente. Quella pompa poteva durare ancora dieci minuti i mezz’ora. Lei e solo lei decise per la sua fine. Volevo ardentemente essere come lei. Imporre i tempi e di modi dell’atto sessuale. Non resistendo ormai più alla voglia dirompente di dimostrare a me stesso la mia femminilità, decisi di entrare nel bagno del cinema subito dopo un uomo di mezza età. Lui si diresse verso l’orinatoio ed io lo seguii con il cuore che andava all’impazzata. Aprì la patta e tirò fuori un membro in semi erezione che tenne in mano per qualche secondo. Si udivano distintamente i gemiti di piacere degli attori impegnati nel film. Il protagonista sbuffava mentre lei godeva. Forse stavano nella fase cruciale di un amplesso. Mi avvicinai all’orinatoio e presi posto accanto a lui che non faceva niente per nascondere il suo pene ormai in tiro. Guardavo avidamente quei venti centimetri di carne dura e soda. La cappella rossa e il prepuzio bene in vista. Lui cominciò a muovere la mano sull’asta iniziando a masturbarsi mentre lo guardavo voglioso. Alla fine si scostò dall’orinatoio e si avvicinò, mi prese la mano e la portò sul suo pene. Era duro e bollente ed il contato della mia mano sul suo membro gli produsse una scossa elettrica che fu evidente nella smorfia che si formò sul suo viso. Comincia a muovere la mano sull’asta turgida e lui rispondeva con gemiti di piacere. Ero io a gestire il suo godimento come facevano le ragazze mie coetanee con i loro partner e come le attrici nel film che scorreva ancora sullo schermo del cinema. Finì che mano corse veloce sull’asta e in breve tempo non pot&egrave più resistere e venne copiosamente nella mia mano. Era la prima volta che provavo la sensazione dello sperma sulla pelle e fu qualcosa di meraviglioso. Mi sembrava di stare a godere copiosamente tra le gambe in quella che era la mia immaginaria vagina. (fine prima parte)

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