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Racconti Trans

La mia iniziazione

By 18 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Cominciai a capire ben presto che i miei desideri si orientavano verso il mio stesso sesso, mi piaceva frequentare le ragazze per chiacchierare, ridere, scherzare, ma per il sesso mi sentivo attratto più dai ragazzi. Per molto anni tenni dentro di me questo desiderio finché non arrivai ad iscrivermi all’università, per far questo dovetti lasciare la provincia ed approdai nella grande città. A Firenze dividevo la stanza in affitto con un mio cugino più grande che frequentava un altro corso, dividevamo le spese e studiavamo insieme. Tutto rientrava nella normalità ma io mi sentivo attratto da lui fisicamente, anche in questo caso tenni tutto dentro di me, spiandolo mentre si faceva la doccia, mentre si vestiva, quando andava in bagno, desiderando il suo sesso e sperando che lui se ne accorgesse, non volevo essere io a farmi avanti perché avevo timore che si arrabbiasse. Una sera rientrammo in stanza insieme, mangiammo svogliatamente un panino, lui si mise sul letto a leggere una rivista, io cercai di studiare ma ogni tanto lo guardavo, vidi che sotto i leggeri pantaloni del pigiama il suo sesso si inturgidiva, alzai gli occhi e vidi che stava leggendo una rivista porno, la sua mano scivolò dentro i pantaloni e vidi che si masturbava, mi alzai e mi avvicinai, lui mi sorrise, smise di toccarsi, prese la mia mano e se l’avvicinò al ventre, come in sogno, l’infilai dentro e presi in mano il suo pene gonfio, lo sentii caldo e duro, per un lungo momento rimasi con la mano ferma stretta intorno al corpo del pene, poi lentamente cominciai a masturbarlo, godendo del suo contatto sotto le mie dita, lo sentii fremere, aumentai il ritmo della sua mano finché non venne inondandomi la mano di sperma, lo strinsi ancora facendogli sprizzare le ultime goccioline di sperma poi lo rincappucciai ed in silenzio tornai alla mia scrivania. La sera ripensando con gusto all’episodio ebbi un’erezione e presi a masturbarmi, lui se ne accorse e dal suo letto mi chiese se volevo essere aiutato ‘no sto pensando ad oggi mi piace farlo a te ‘.
I giorni successivi continuammo regolarmente la nostra vita senza accennare all’episodio, il mattino all’università, il pomeriggio a studiare, qualche volta la sera fuori con gli amici. Lo desideravo e finalmente un pomeriggio mentre studiavamo uno accanto all’altro mi prese la mano e se la mise sull’inguine, sentii subito il gonfiore del pene, rimasi fermo con la mano sentendolo pian piano inturgidire, lui mi chiese di aprirgli i pantaloni, cosa che feci velocemente, felice di poter mettere la mano sotto le sue mutande e sentire il calore della carne fra le dita, lo strinsi e presi a masturbarlo prima piano poi sempre più veloce fino a che sentii lo spasmo della cappella e lo sentii venire fra mie dita con un sospiro di piacere. Da quel giorno mi chiese spesso di masturbarlo ed io lo facevo con piacere sempre crescente, poi una sera mentre lo masturbavo mi disse con la voce arrochita dal piacere ‘prendimelo in bocca’, mi lasciai scivolare dalla sedia e mi inginocchiai fra le sue gambe, tenendo il pene con una mano succhiai subito fra le labbra la cappella bollente, ero inebriato dall’odore del sesso, dal calore della sua carne fra le mie labbra, la leccai continuando a succhiarla, lui mi pose una mano dietro alla testa e spinse, aprii la bocca accogliendo il tronco di carne calda, cominciai a muovere il capo su e giù finché non sentii il suo respiro farsi più affannoso, lo sputai fuori e continuai con mano fino a farlo venire, lui mi gratifico con ‘bravo, sei bravissimo’ detto fra i sospiri. Diventò una cosa consueta, quasi tutte le sere dedicavamo qualche minuto per noi, ero affascinato dal suo cazzo, ormai lo prendevo e lo leccavo con abilità, lui voleva venirmi in bocca me lo disse chiaramente e quando io mi rifiutai non volle più avere rapporti, studiavamo in due stanze diverse, per me era un incubo averlo così vicino e non poterlo accarezzare baciare. Dopo alcuni giorni di questa tortura, andai da lui con la scusa di prendere un libro, lui si alzò per aiutarmi a cercarlo, lo accarezzai, sentii subito la sua erezione, non mi allontanò come aveva fatto altre volte, mi inginocchiai davanti a lui, gli slacciai i pantaloni che scivolarono a terra, gli abbassai le mutande fino alle ginocchia, gli leccai lo scroto, lo morsi lievemente, poi leccai il cazzo, dalla base alla cappella, lo leccai tutto in tondo bagnandolo con la mia saliva, poi lo succhiai in bocca, mi aggrappai alle sue cosce e lui cominciò a scoparmi in bocca, assecondavo i suoi movimenti, lo sentivo sino in gola, era stupendo, sentii in bocca la cappella pulsare, succhiai con più forza e quando ebbi la certezza che stava venendo, mi abbracciai ancora più stretto alle sue gambe e mi godetti i fiotti di sperma nella bocca, non mi permise di lasciarlo, inghiotti, leccai, succhiai il suo liquido caldo con frenesia mentre lui mi stringeva il capo verso il suo ventre, avevamo rotto anche quella barriera. Ormai era un’abitudine dolcissima o io scivolavo nel suo letto e lo baciavo, raccogliendo le prime goccioline i liquido pre-spermatico per poi leccarlo e succhiarlo attendendo l’esplosione del suo sperma fra le labbra oppure era lui che scivolava nel mio letto, mi strofinava il cazzo sul viso, io aprivo la bocca e lui me lo lasciava scendere fra le labbra dall’alto, io lo succhiavo, lo lasciavo e gli leccavo lo scroto, mordicchiavo i testicoli, poi lasciavo che di nuovo me lo lasciasse scendere di nuovo fra le labbra, erano penetrazioni profonde sentivo la cappella sino in gola e in quelle occasioni era stupendo sentire i caldi getti di sperma quando veniva dentro la mia bocca. Ogni volta che facevamo sesso orale lui mi diceva parole dolci che mi eccitavano, era sempre felice dei miei virtuosismi ed io per farlo godere di più inventavo sempre nuovi giochino. Andammo avanti così fino alla fine del semestre estivo, in quel periodo facevamo sesso orale quasi tutte le sere con sua e mia grande soddisfazione, alla fine dei corsi tornammo ognuno alla propria città, mi mancava da morire e più volte mi soffermai a guardare la patta dei ragazzi con i quali passai le vacanze, ma volevo lui, lo volevo intensamente, volevo che mi chiedesse di più ero pronto a dargli tutto e glielo lasciai capire ogni volta che ci sentivamo per telefono.
Finalmente venne l’inizio dell’anno accademico, tornammo a Firenze e subito fu un incontro infuocato, ancora non avevamo disfatto le valigie che già eravamo sul letto, io inginocchiato accanto a lui che gli succhiavo il cazzo con soddisfazione, per la prima volta sentii le sue mani carezzarmi la schiena, le sentii sulle natiche, calde e suadenti attraverso la stoffa dei pantaloni, mi scostai e me li tolsi, sotto avevo indossato per l’occasione delle delizione mutandine di pizzo nero rubate a mia sorella, ripresi a lavorarmi il pene con le mani e con le labbra, ora le sue mani erano sotto le mutandine, sentii le dita percorrere lo spacco fra le natiche e soffermarsi sul culo, carezzarlo in tondo lievemente, mi vennero in brividi, mentre il suo dito cercava di forzare il buchino vergine, sentii il cazzo fremere fra le mie labbra e schizzarmi una quantità inimmaginabile di sperma in bocca, inghiottii e succhiai sino a stancarmi, poi mi ritrassi. Sistemammo le nostre cose, poi lui mi disse che doveva uscire ci accordammo per la cena, io dovevo pensare alle pizze lui al vino. Ne approfittai per indossare i miei abiti preferiti, un perizoma bianco, reggiseno imbottito, una corta gonna nera elasticizzata ed una camicetta bianca abbottonata davanti, un paio di sabot nere con il tacco, mi truccai con descrizione, lui arrivo verso le otto, avevo paura della sua reazione nel vedermi vestito da donna ma non disse nulla, lui aprì una bottiglia di vino che prima iniziare la pizza già era finita, ne aprimmo un’altra alla fine eravamo leggermente ubriachi mi misi davanti a lui ed iniziai una sorta di spogliarello, alla fine rimasi solo le mutandine, lo presi per mano e lo portai a letto, e mi sdraiai a pancia in sotto, anche lui si spogliò, spense la luce, rimasi in attesa e non andò delusa, si sedette vicino a me, mi accarezzo la schiena, poi si sdraiò su di me, mi piacque il contatto con il suo corpo caldo, sentivo il pene duro contro le mie natiche. Si spostò e fece scivolare giù le mie mutandine, lo aiutai, me le tolse completamente, poi mi mormorò
‘Inginocchiati’
obbedii e sentii il suo cazzo contro lo sfintere, spinse facendomi un male tremendo
‘Fermo, fermo mi fai male, ma lo hai mai fatto ?’
‘No ma lo voglio, aiutami rilassati’
mi rilassai ma malgrado vari tentativi riuscì solo a farmi male, lo feci desistere e lo accontentai con un lungo rapporto orale. La mattina successiva quando mi svegliai lui era già uscito, andai all’università ma non riuscii a concentrarmi pensando alla notte precedente, finite le lezioni tornai a casa, lui era già rientrato e stava studiando, lo salutai e lui mi fece cenno di avvicinarmi e mi disse
‘Ti voglio’
‘Anch’io credimi ma mi hai fatto un male d’inferno’
‘Riproviamo’
Intanto mi aveva slacciato i pantaloni, per un attimo pensai che la sera precedente sarebbe stata tutto più bello, con i miei abiti femminili, ora invece indossavo sole le mutandine di pizzo sotto i pantaloni
‘Aiutami spogliati’
Ci spogliammo e lui mi venne subito dietro, mi fece inginocchiare in terra davanti al divano, mi appoggiai con le mani, sentii il suo corpo incombere contro il mio, mi abbassò con delicatezza le mutandine, fremetti al tocco delle sue mani sentii le sue dita fra le natiche, mi sentii ungere con qualcosa di freddo, mi voltai, aveva un tubetto in mano e si stava lubrificando il pene
‘Olio chirurgico, vedrai che oggi non ti farò male’
Mi infilò un dito nel culo, gemetti, ma di piacere
‘Ti fa male?’
‘Un pochino ma mi piace’
‘E ora ?’
Aveva infilato nel culo il pollice sino in fondo, lo tolse e sentii la cappella nello sacco fra le natiche contro la mia carne, spinse ma non riusciva a fare nulla
‘Aiutami, rilassati dimmi quando ci sono’
Spinse ancora la cappella contro il mio corpo, scivolò sullo sfintere
‘Adesso, ci sei lì spingi’..’
Sentii la cappella sul muscolo, malgrado il dolore cercai di rimanere rilassato, continuò a spingere e mi sentii aprire, mi fece ancora male, spinse ancora e la cappella superò lo sfintere, era sensazione stupenda, la sua carne pian piano entrava in me e mi riempiva, spinse con forza sentii lo scroto sbattere contro il mio, il suo ventre era incollato alle mie natiche, era tutto dentro di me, rimase così fermo quasi volesse evitarmi altro dolore
‘Ti ho fatto male ?’
‘Si fa male, ma &egrave bello, adesso muovilo fammelo sentire Ummmm si mi piace’
Cominciò a pompare dentro di me tenendo le sue mani sui miei fianchi, sentivo il cazzo scivolare nel mio intestino, frugare contro le pareti dello sfintere dandomi sensazioni stupende, i suoi colpi divennero più intensi, lo sentivo ansimare, anch’io gemevo di piacere, aumentò il ritmo dei colpi, sentii il pene contrarsi entro di me, inarcò le reni in un ultimo colpo violento e mi venne dentro, sentii il calore dello sperma, rimase così un attimo poi lo sfilò lasciandomi un gran senso di vuoto, lo sperma colava contro la mia coscia, toccai lo sfintere con le dita mentre gli dicevo
‘E’ stato bellissimo sai’
Rimasi così per lungo tempo gustandomi le sensazioni che avevo provato, il culo mi pulsava, sentivo lo sperma defluire dallo sfintere e colarmi lungo l’interno della coscia, mentre lui si alzò subito e dopo essersi lavato usci di casa. Indossai una vestaglietta da casa leggera di stoffa nera, studiai svogliatamente sino al suo rientro, lui venne vicino per salutarmi ed io lo attirai a me, le cinsi fianchi con un braccio e con l’altra mano gli carezzai il pene, lui mi assecondò per un pò poi mi disse
‘Andiamo a letto, voglio rifarlo’
In un attimo la vestaglietta volo via ed andammo a letto, io lo leccai, glielo succhiai, ma lui mi voleva subito, mi fece inginocchiare, sentii la cappella strisciare nel solco fra le natiche, la sentii spingere ma non trovava il buco
‘Aiutami, dimmi quando ci sono, dimmelo tu’
spinse ancora, trovò lo sfintere
‘Adesso ci sei, adesso, lì spingi forte’.
La cappella era sullo sfintere e cominciò farsi strada stavolta senza nessun lubrificante, mugolai di piacere e lui lentamente cominciò a pomparmi dentro. Non so nemmeno quanto tempo passò, mi godetti ogni istante di quella penetrazione, il piacere mi saliva dai lombi lungo la schiena fino al cervello, il lo sfintere aveva degli spasmi incontrollati, sentii l’orgasmo arrivare, lampi colorati mi scoppiarono nel cervello, morsi il cuscino per non gridare. Mi scossi solo quando sentii il cazzo fremere dentro di me e schizzare il suo seme caldo a fiotti prepotenti. Da quella sera accostammo i letti e dormimmo sempre insieme, ero la sua donna e in casa mi vestivo da donna, lo coccolavo e ero pronta a riceverlo in ogni momento e lui sembrava sempre desideroso ed appassionato, di contro io facevo di tutto per renderlo felice, mi ero depilato fra le natiche, cosa che lui aveva apprezzato, lo assecondavo in tutti i suoi desideri, mi prestavo a sperimentare tutte le posizioni ed a fare l’amore in tutti i modi, perché per me era fare l’amore non semplicemente fare sesso.

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