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Racconti Trans

PRIGIONIERA DI UN CORPO

By 20 Settembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

-Fabio- [Racconto dal punto di vista di Fabio] -Maria- [Racconto dal punto di vista di Maria]

-Fabio-
Ormai era una questione di tempo, dicevo tra me e me, non trovavo mai il coraggio di fermarla un solo istante per dirle semplicemente ciao.
Avete in mente la sensazione che si prova quando si vede una dea? Il cuore che batte picchiando in testa e le sciocchezze che si vomitano dalla bocca a fiotto continuo?, b&egrave, era proprio così. La vedevo spesso al supermercato a fare la spesa sempre da sola, sinceramente questa sua solitudine mi aveva sempre stupito molto, capelli rosso mogano, occhi verdissimi, volto non proprio dolce ma elegante (alla Eleonora Brigliadori per intenderci) il fisico neanche a parlarne stupendo seno non grande, forse una seconda, le gambe poi erano sicuramente la cosa più bella, lunghe, slanciate sempre con calza e scarpa con tacco, andatura femminile all’impossibile ed un culetto a mandolino che faceva risorgere i morti dalla tomba.

Quando passava tra gli scaffali lasciava sempre un odore di pulito di candido, ed io non facevo altro che rubare attimi per sbirciare e vedere le sue movenze, poi un giorno per prendere della farina da uno scaffale, un tacco finì tra 2 mattonelle sconnesse ed il risultato fu che la farina cadde in terra esplodendo in una nube bianca e lei scivolò in terra con la scarpa rotta.

Io mi fiodai subito ad aiutarla, quasi piangeva dal dolore alla caviglia e dalla rabbia per la caduta in terra a proposito io sono Fabio

‘Mi permetta di aiutarla’ dissi io cercando il massimo di galanteria, lei mi guardò e mi rispose ‘La ringrazio ma non vorrei sporcarla haiii’ una smorfia di dolore nel poggiare la caviglia che nel frattempo si stava leggermente gonfiando. Io cercai di sostenerla ‘Si poggi anche si di me signora, non si preoccupi’ ma lei non può guidare in queste condizioni’ lei in piedi quasi non poggiando a terra il piede annuì ‘ed ora come faccio’ disse ‘accidenti a me’

A quel punto mi feci coraggio ‘non c’&egrave problema’ la accompagno io tanto non ho nulla da fare’ a proposito, io sono Fabio’ lei mi guardò negli occhi con sguardo leggermente malinconico poi mi disse ‘io sono Maria’ le sorrisi affabilmente e ci avviammo.

Abitava in periferia in un appartamentino piccolo ma ben messo arredato con gusto e femminilità, mi fece accomodare in soggiorno lei si sedette sul divano e tirò leggermente su il piede e la caviglia ‘hai del ghiaccio secco?’ le chiesi, lei mi indicò la cucina, tornai da lei e le poggiai sulla caviglia il freddo blister ghiacciato.

Presi coraggio ‘Maria? ‘ lei mi guardò e mi sorrise timidamente ma malinconicamente come prima al supermercato ‘debbo confessarti una cosa’ non so se sei sposata, fidanzata ma’ perdonami’ io’be si io ti’ io non ho mai avuto il coraggio di fermarti’ ecco tu mi piaci tantissimo’ lei sorrise illuminandosi quindi leggermente scurendosi ‘Fabio’ tu non sai nulla di me’ non potrei essere quello che pensi che sia’ io mi fermai di parlare e subito risposi ‘cosa intendi? Non burlarti di me, io &egrave tanto tempo che ti ho notata e se non fosse altro per la mia timidezza avrei già” lei mi fece cenno di fermarmi quindi aggiunse ‘come ti ho detto, tu non sai nulla di me’ potresti ricevere la più grande delusione della tua vita’ ascoltami’ &egrave meglio finire così’ io rimasi malissimo ma decisi di insistere ‘Maria’ guardami’.’ La guardai con tutto il trasporto possibile prendendole una mano, la mano era affusolata, le unghie curatissime smalto rosso, un anellino semplice all’anulare polso delicato e minuto, lei rispose timidamente al mio sguardo ‘Maria, io sono serio, possiamo conoscerci se vuoi, non ti deluderò’ lei fece per dirmi qualcosa ed io la fermai ‘non voglio sapere nulla ti prego non aggiungere nulla, ora ti preparo da mangiare ti prego non rovinare la serata’ Ridemmo da pazzi quella sera, a quella ne seguirono altre ed altre, imparai a conoscerla bene era una persona stupenda, fantastica, seria, leale sensibile disponibile ed io ero felicissimo. L’unica cosa era che ogni volta che mi avvicinavo lei si allontanava da me, la cosa iniziava a creare un qualche imbarazzo, una sera finalmente presi la palla al balzo

‘Maria’ io ti piaccio?’ lei mi guardò ‘si’ certo che mi piaci’ mi disse ed io continuai ‘ma’ ti piaccio o ti sono semplicemente simpatico’ lei sorrise affabilmente e sensualmente poi mi disse ‘mi piaci stupido’ quindi incalzai ‘allora perché non mi dai un bacio?’ lei diventò seria, quindi malinconica iniziò a voce roca ‘Fabio’. Io’io’ non so come dirtelo’ ma” interrompendosi si voltò per non guardarmi ed io stupito da quella reazione mi avvicinai dicendo ‘Maria’ io ‘ ma se non mi dici quello che hai non posso aiutarti, cos’hai? Sei sposata? Hai paura del sesso? Hai subito violenze’ ogni cosa strana mi capitasse in testa la dicevo alla fine dissi ‘sei un maschio’ a quelle parole lei annuì sempre di schiena a me’ io rimasi di sasso, poi aggiunse ‘sono stata li lì per dirtelo centinaia di volte ma non ho mai avuto il coraggio’ si voltò tristemente verso me’ io ancora muto.

‘Tu non hai idea’ mi disse ‘tu non hai idea di quel che si prova nel nascere crescere e vivere in un corpo che non vuoi’ mi guardava negli occhi, stava per piangere ‘fin da bambina a subire scherzi idioti, man mano che passava il tempo era sempre peggio, mentre i miei compagni diventavano maschi io rimanevo bambino, non mi crescevano peli e muscolature, la voce rimaneva così’ anche il mio membro &egrave rimasto così come da bambino’ una malformazione dicono i dottori, ma la verità &egrave che io dovevo esser femmina e non volevo esser maschio, e la cosa l’ho talmente tanto desiderata che’ qualcuno deve avermi ascoltata’ ora piangeva a dirotto, io abbassai lo sguardo, poi lentamente mi avvicinai timidamente e sfiorai le sue labbra, quindi le lingue si unirono, prima timidamente poi via via sempre con più passione.

-Fabio-
‘Non mi interessa Maria’ ormai io ero su di lei ‘non mi interessa io ti amo come non ho mai amato nessuno’ mi buttai sul suo collo ed iniziai a baciarlo avidamente, lei sospirava ai miei baci, le lacrime di tristezza si cambiarono in rivoli di felicità iniziò a slacciarmi la camicia e via via mi trovai con solo le mutande, io d’altronde non mi feci certo pregare ed inizia a spogliarla, era veramente bellissima il fisico era come disegnato, le tolsi il reggi seno e con sorpresa notai due tettine ben fatte 2 misura circa, l’areola era piccina, ma rosa tenue, lo succhiai e questa reagì inturgidendosi. I gemiti di Maria si fecero decisi seguendo la mia azione, poi mi sollevai leggermente e lei mi abbassò le mutande liberando il mio arnese eccitatissimo quindi le sfiorai la pancia morbida e presi le sue mutandine, le abbassai delicatamente e si mostrò a me il suo sesso, il suo pisellino era delicato circa 3-4 cm completamente depilato, aveva un piccolo triangolino semirasato sopra che faceva la sua scenetta, rimasi senza parole era bellissima, morbida e non vedevo l’ora’

-Maria-
‘Non mi interessa Maria’ mi disse, avevo il cuore che batteva forte, ero sicura che mi mollasse lì come una scema sul divano, già tante altre volte avevo subito quell’umiliazione e c’ero si abituata ma non rassegnata, così rimasi di stucco quando compresi quelle parole, forse avevo trovato il vero amore, forse potevo finalmente consegnare il mio animo a qualcuno, forse l’incubo era finito, così presi coraggio, mentre le lacrime di felicità solcavano il mio volto, di rispondere al suo bacio. Iniziai a spogliarlo con ardore volevo esser sua e lasciai che facesse altrettanto con me, quando rimase con le mutande non mi feci pregare e le abbassai, di reazione il suo arnese reagì liberandosi dalla gabbia sbattendo nervosamente sulla sua pancia, poi fu il mio turno, delicatamente mi tolse le mutandine vergognosamente mostravo il mio piccolo ed odiato arnesino, non solo era infinitesimo rispetto al suo ma l’emozione del momento lo aveva fatto rimanere così, floscio e mollo. Non pensando ad altro mi avvinghiai sul cazzo eretto di Fabio ed iniziai a baciarlo voluttuosamente. La mia lingua girava attorno alla cappella che reagiva liberando sulla mia lingua gocce di muco salato volevo sentirlo tutto il me e succhiare ogni goccia del suo essere

-Fabio-
Con stupore mi tirò a se e senza farmi pregare lasciai che iniziasse un bel pompino, la mia asta veniva succhiata con arte e maestria, era eccitatissima mentre succhiava e si vedeva, forse era anche la prima volta che lo faceva, non m’importava sinceramente la cosa importante era che ora era li con me. La sua mano nervosa ed affusolata cingeva la mia asta, vedevo le unghie smaltate lasciare segni sulle vene turgide del mio sesso mentre la saliva umettava ben bene la pelle del cazzo. Mi piegai su di lei, le tolsi il cazzo dalla bocca e la sistemai sul divano, volevo prenderla come se fosse una donna con tanto di fica, quindi la poggiai con la schiena sul divano e fronte a me, le allargai delicatamente le gambe e mi avvicinai a penetrarla. Vedevo il suo pisellino abbandonato sull’inguine, osservavo i suoi occhi sgranati, poi la vidi che si rilassava e chiudeva gli occhi abbandonandosi, quindi puntai la cappella sul buchino. Iniziai a spingere e lentamente iniziavo ad entrare in lei, l’ano stretto lentamente si abituava alle dimensioni del mio cazzo, la saliva lasciata dalla sua lingua lubrificava bene il culo. Superato il primissimo ostacolo tolsi la mano che aiutava il cazzo nel puntamento nel suo culo e la portai alla sua vita, quindi un colpetto deciso, poi un altro, Maria aprì gli occhi sgranandoli per poi richiuderli, un ultimo colpo di reni ed ero completamente in lei

-Maria-
Mi tolse il giocattolo dalla bocca, con tristezza lo lasciai uscire, avrei voluto saziarmi con il suo seme, ma sarebbe stato per un’altra volta, vedevo ora quel che voleva fare, il cuore mi batteva come un tamburo, sentivo le orecchie che risuonavano gli echi dello stesso mentre mi adagiava sulla schiena sul divano. Vedevo il suo bel volto eccitato e pronto nel penetrarmi, nessuno prima mi aveva presa, lo ripetevo nella mia mente, inculami, si, fammi il culo, sfondami fammi tua, riempimi tutta, mentre chiudevo gli occhi. Solo i giochi eran i miei passatempi sessuali, falli finti, plug e clisteri, mi piacevano i clisteri perché sognavo delle sborrate in me, oggi sarebbe stato fantastico. Mi rilassai, e gustai la sua cappella che sfiorava l’ano, quindi una pressione, il mio buchetto reagiva dilatandosi abbastanza bene ma devo ammettere che non mi aspettavo un cazzo tanto grande e duro. Nonostante i plug inseriti per anni dentro, sentivo che non entrava più, avevo paura che non ci sarebbe stato nulla da fare, ma poi Fabio decise per un colpo di reni che mi lasciò senza fiato, sgranai gli occhi, sentivo il culo bruciare per lo sforzo, poi un altro e l’ultimo, quindi le sue palle sulle chiappe, era tutto in me, portai le mie dita al culo per sentire, era oscenamente dilatato, dentro me ripetei, si’ si’ finalmente’ si’ poi iniziò a pompare.

-Fabio-
Iniziai a pompare, sentivo la sua mano destra che giocava con le mie palle, la feci fare per qualche affondo le sue dita nervose stringevano alternativamente le mie palle gonfie di sperma, poi afferrai entrambi i suoi polsi e li portai sopra la sua testa, pompavo che era una bellezza, la mia asta ora affondava benissimo nel suo culo che s’era adattato benissimo alle mie misure, sentivo la pressione del muscolo anale che stringeva sempre meno e permetteva meglio lo scorrimento dentro di lei. Sfilavo fino alla cappella e poi rimettevo dentro fino alle palle, vedevo la sua pancia morbida che si contraeva e si rilassava, il pisellino moscio si muoveva spostandosi a seconda dei colpi ricevuto e le tettine agitarsi come gelatine, Maria ansimava in preda all’estasi del momento. A quel punto mi decisi, solo l’amore mi fece fare sta cosa senza pensarci troppo afferrai il suo membro con due dita ed iniziai una segetta. Maria aprì gli occhi mormorando qualcosa io le feci cenno di far silenzio, con stupore il suo cazzetto iniziò a reagire e diventò duretto, quel minimo che basta per farlo scorrere, rimase sempre piccino ma debbo dire che ci stava veramente bene sul suo corpo.

-Maria-
Pompava, pompava, sentivo in me il suo cazzone che entrava ed usciva dal mio culo sempre meno dolorante, mi girava la testa per l’emozione credo, non finiva ma d’entrare e d’uscire ero completamente rapita dai brividi che mi stava regalando, giocavo con le sue palle dopo aver sentito con le dita il mio culo ben rotto e dilatato, poi mi portò le mani in alto sulla testa, mi rilassai quanto potei e con gioia provai delle vertigini mai sentite in vita mia. Con mio stupore sentivo le sue dita sul mio pisellino morto, con un briciolo di lucidità volevo che lo mollasse, non m’apparteneva, lo odiavo ma per qualche oscuro motivo lo lasciai fare, sentivo qualcosa di strano, il mio pisellino reagiva alla stimolazione, qualcosa cresceva in me, qualcosa che non avevo mai provato, che fosse un orgasmo? Mai in vita mia avevo provato un orgasmo così sentii il cuore aumentare le pulsazioni, la nebbia era aumentata nella mia mente, sentivo le sue dita scorrere sul mio pisellino sempre più velocemente poi delle contrazioni naturali dei muscoli del mio culo, cercavo di trattenerle ma non potei, quella sensazione in me aumentava, era come se qualcosa dovesse uscire dal mio pisello, le contrazioni aumentavano sempre più poi un urlo e più nulla’ solo lui che vomitava in me litri di sborra’.

-Fabio-
Il suo cazzetto reagiva, poco ma reagiva, sentivo in me la sborra che aumentava, osservavo il corpo di Maria, era veramente un capriccio della natura, una donna bellissima, pelle profumata, nessun pelo superfluo, voce chiara, la pancia morbida, e le gambe lunghissime ed un modo di fare femminile in ogni sua movenza, pompavo e pompavo quindi sentii delle contrazioni del suo culo, con stupore vidi che stringeva le mani sul capo e che respirava affannosamente, le contrazioni aumentarono sempre più, il culo si stringeva fortemente poi una più forte ed infine il cazzetto nelle mie dita che pulsava senza che uscisse nulla quindi il suo volto che si contraeva e la bocca che si apriva quindi un urlo prima sordo poi più teso e forte, io eccitato dalla situazione mi mossi maggiormente e sentii anch’io in me crescere l’orgasmo, pompavo e cresceva, pompavo e cresceva, pompavo e cresceva, cercavo di trattenere il più possibile per godere ancor di più di quella scena poi non potendone più esplosi vomitando nel suo corpo 7-8 (credo) fiotti rabbiosi di crema bollente.

La osservavo, ero ancora ben piantato in lei, generalmente posso cavalcare una seconda volta dopo poco, respirava affannosamente sudata fradicia, il suo cazzetto s’era spento di nuovo ero curioso di sapere cosa le fosse accaduto quindi timidamente dissi ‘Maria” lei sussurrando ”hhaa’ che’ bello’ quindi ridacchiando ‘Maria.. lasciami uscire’ ho il pisellino ancora il te, se non ti rilassi un pochino’ mentivo per giocare ‘ non esce ghghgh su ghghh’ lei ridacchiando ‘..hhh’ si ora ci provo, santo cielo mi sento piena’fhfhfh’ oddio’ lentamente sfilai il membro dal suo culo, un po’ di sperma uscì colando sulle sue gambe lunghissime, non potei resistere a quella scena, la girai alla pecorina, stavolta le ginocchia a terra e la pancia sul divano, nel metterla cosi vidi bene il culo dilatato bianco di sborra l’ano ben umettato, i miei liquidi colavano abbondante su entrambe le cosce, e sulle pallette depilate del suo cazzetto e poi sullo stesso al centro che se ne stava li moschetto moscetto, eccitato come mai da quella visione puntai il cazzo e flopch tutto in lei, quindi pompai.

Maria gemeva ‘si’ ancora’ dai, che bello sentissi che sensazione Fabio, hhhhhh’ poi ‘non credevo che mai avrei provato un orgasmo’ orgoglioso di quanto mi aveva detto continuai a pompare, pompare e pompare.

Ormai sono molti anni che viviamo insieme, non possiamo aver figli ne tanto meno possiamo sposarci, non ci importa sinceramente, Maria &egrave li, bella come non mai, ormai invecchiata ma sempre una gran bella donna. Voleva liberarsi del suo arnese, io glielo impedii, mai avrei permesso una mutilazione del suo bellissimo corpo, mai avrei permesso che per un capriccio subisse dolore, mai avrei permesso alla mia donna di subire umiliazioni, per me era donna e come tale l’ho sempre considerata e trattata. Io sono qui conduco la mia vita ormai in pensione, le son sempre stato fedele ogni giorno della mia vita’ io, ogni giorno della mia vita ho vissuto con una stupenda donna imprigionata nel corpo di un uomo ma che ha combattuto e vinto la sua natura trovando la felicità e l’amore.

FINE

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