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Racconti Trans

Terra di mezzo

By 21 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Dovevo ancora vestirmi quando suonò il campanello, erano le 18 e 30. Marco sarebbe arrivato alle 20,00.
Era da tanto che sognano questo momento, da quando, circa un anno e mezzo fa, una giovane coppia è venuta ad abitare nell’appartamento sfitto del piano inferiore, nel condominio dove abito.
Li guardavo, ogni qualvolta ne avevo l’occasione, ma in particolare guardavo lui, i suoi lineamenti mediterranei, la sua pelle scura, il suo corpo longilineo.
Si chiamavano Marco e Marzia ed anche lei era una ragazza bellissima, e spesso nel guardarla provavo una certa invidia.

Apro la porta della mia casa in campagna e mi trovo davanti Manuela, la mia migliore amica.

– Cosa fai?, la puttana anche stasera?
Scoppiò a ridere in quella maniera così sgraziata che la contraddistingue.

– Lo sai benissimo cosa faccio: stasera viene lui ed io devo sempre prepararmi. Cosa vuoi?
– Gran serata’ finalmente il tuo principe azzurro è qua tutto per te con la sua spada’
– Smettila! non farmi perdere tempo!

Ero con lei quando Marco mi vide e capì.
Eravamo all’ AFTER, l’unico locale nella nostra città dove si poteva andare ad essere un po’ se stessi senza paura dei pregiudizi.
Fui molto sorpresa nel vederlo. Lui ovviamente non mi riconobbe.
Bevve molto, era con amici, e ballava e rideva e guardava’
Ad un certo punto mi notò e cominciò a fissarmi. Mi aveva sempre visto nella versione ‘diurna’ e credevo non potesse riconoscermi. Quando si avvicinò mi disse:

– Mi sembra di conoscerti

Alla fine della serata aveva ottenuto, insistendo molto, solo il mio indirizzo e-mail (ambiguamente_74@libero.it ;-).
Da allora ha iniziato a farmi una corte spudorata, finchè ho ceduto ed ho accettato di incontrarlo.
Il luogo era la mia casa in campagna, piccola, isolata e discreta.

Manuela non voleva proprio andarsene, amava rompere i coglioni e lo sapeva fare benissimo quando voleva.
Alla fine le chiesi di aiutarmi a prepararmi.
Dopo la doccia, mi unse completamente il corpo con una crema nutriente. Me la dette persino sui coglioni, diceva che era importante nutrirli. Mentre mi massaggiava cominciò a venirmi duro tanto che provò a metterselo in bocca, quella troia.

– Smettila! oggi sono solo per Marco.
– Ma sentila’.

Dopo la crema, mi sono lavata il viso, ci ho dato la crema idratante, fondotinta, matita nera nella parte bassa dell’occhio (per renderlo più profondo), un filo di eye-liner, ombratto chiaro bianco-grigio ed infine lucidalabbra.
Completavano il quadretto, un vestitino a tubino grigio scuro, molto corto e molto scollato, delle calze color perla e delle scarpe col tacco.
Manuela a detto che ero uno schianto e se Marco non veniva mi scopava lei.
Mentre mi mettevo le calze non riuscivo a smettere di pensare a quando Marco me le avrebbe levate ed il mio cazzo premeva da sotto, sulle mutandine che lo imbrigliavano tra le gambe per nasconderlo. Dovevo distrarmi col pensiero per evitare che diventasse più duro.
Finalmente riuscì a mandare via Manuela.
Alle venti e trenta il campanello suona.
La sorpresa di vedere Marco insieme a Marzia, per poco non mi uccise.
Sorridevano tutti e due e questo un po’ mi ha tranquillizzato.

– Sorpresa! ‘ dissero in coro.

Per farla breve: li feci entrare, ci sedemmo sul divano in soggiorno e servii l’aperitivo che Manuela aveva preparato. Marco mi spiegò che gli piacevo molto ma che amava anche molto Marzia e prima di tutto avrebbe voluto esaudire una sua fantasia che tempo la tormentava, dopo sai stata sua.

Cominciò lui, per aiutarmi, disse. Mi si avvicinò e cominciò a baciarmi, da prima dietro l’orecchio e dopo sulla bocca. La sua lingua era calda, umida e mi esplorava con sapienza. Ero eccitata. Mentre mi baciava, con le mani, mi palpava il sedere e poi ‘
Mi tira su la gonna, giù le mutande, mi fa sdraiare sul divano, lui si stende sopra e continua a baciarmi, mi sussurra all’orecchio che sono bellissima, che lo eccito da morire ma che deve aspettare. Poi la sua bocca scende e sento la sua lingua sulla cappella del mio cazzo duro.
Mi succhia, lo fa bene, mi scappella mi bacia l’asta, mi succhia le palle. Poi arriva lei.

Era nuda e mostrava un corpo da dea con la sua pelle scura i suoi capelli lunghi e ricci, i suoi seni sodi e turgidi. Me lo prende in bocca, mi piace. Mi monta sopra e con due dita lo prende e se lo piazza nella vagina, dilatata e umida.
Mi cavalca con una foga indescrivibile ed era talmente bagnata che avevo la sensazione di avere il pube mezzo dei suoi umori. Si chinava su di me a baciarmi sulla bocca e poi si rialzava e muoveva il bacino con foga, fluttuava ed ansimava, gemeva.
è durato poco, il mio sperma è schizzato fuori all’improvviso, copioso e caldo. Era la prima volta in 15 anni che avevo un rapporto con una donna e con mia grande sorpresa mi piacque.
Ma c’era ancora lui.

Marco era nudo, con il cazzo duro seduto sul divano con la mano che impugnava l’asta come una manopola.
Lo guardai e mi bastò poco per eccitarmi di nuovo. Il mio cazzo era ancora moscio ma adesso la mia voglia era diversa, era una voglia al femminile.
Presi il suo cazzo con la mano facendo una cravatta con il pollice e l’indice proprio sotto il glande e strinsi. Vidi la cappella diventare paonazza e grande. Rimasi a guardarla per un po’ in ginocchio davanti a lui, poi lasciai la presa ed inizia a giocarci: sfiorai la cappella con la lingua, baciai e succhia con passione l’asta partendo dalla base e salendo su, giocai con lo scroto trattenendolo fra i denti e tirando piano, leccai la parte di pelle tra scroto ed ano con la punta della lingua e poi presi in bocca i testicoli e succhiai. Tutto questo fu fatto con calma e lentezza e con delicatezza estrema. Lui gemeva, godeva impazziva, era bello come un dio greco ed io mi sentivo più femmina che mai con il suo cazzo in bocca, ma tutto questo non mi bastava, volevo di più. Volevo farlo venire solo con la mia lingua e la mia bocca, volevo bere il suo seme per decretare il mio potere assoluto su di lui, il mio potere femminile che rende la sua brama di possedermi e spingere il suo pene con forza dentro di me talmente incontenibile da non poter essere trattenuta ed esplodere improvvisamente. Volevo decretare la mia superiorità nei confronti di Marzia che mi stava a guardando mentre divoravo il suo uomo come, forse, lei non aveva mai fatto.
Inondai di saliva la sua cappella e la presi in bocca. Succhiavo e muovevo la testa con movimenti decisi, tenendo fermo il cazzo alla base, con la mano, talvolta rompevo il ritmo veloce rallentando mentre salivo con la testa soffermandomi sulla cappella, poi ripartivo. Dopo meno di cinque minuti sento che è arrivato il momento. è bastato muovere la mano, che fino ad allora era stata ferma, insieme alla mia testa dando tre colpi decisi e la sua sborra, densa e calda mi riempi la bocca. La assoporai vittoriosa e la ingoiai sentendola passare dalla gola. In quel momento Marzia venne e mi bacio la bocca quasi a cercare, con la lingua, il seme del suo uomo per rivendicarne il possesso.

Da allora ci frequentammo molto, ed io mi divisi a lungo tra marito e moglie, esplorando, con piacere, quella terra di mezzo che esiste tra il piacere femminile e quello maschile.

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