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THE CHANTELLE/DIANNA R. DREAM-RICORDI TRANSEX

By 27 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il resto della vacanza ad Atlanta fu fantastico!
Ancora shopping, pranzi ad insalate di gamberetti e birra gelata, riposanti pennichelle in albergo, docce, cene in ristoranti alla moda e poi giro di pub e locali. L’ultima notte andammo al KJH89 e nel priv&egrave Chantelle scoprì che la padrona del posto era Lusabelle una sua amica trans. Si fece annunciare e Lusabelle venne al nostro tavolo. Era una trans nera, capelli eleganti, biondi, faccia larga, bella bocca non rifatta ma naturale, occhi scuri, ben truccata vestiva roba di classe e si muoveva come una signora dell’alta società. Mia moglie invece era allegra, spensierata, imprecava, fischiava ai ragazzi che passavano davanti a lei, toccava il culo. Parlo a Lusabelle di noi, del matrimonio, mi fece mostrare il tatuaggio sul culo e poi, mentre io umiliato di fronte a quella donna di classe mi ritiravo su i boxer dopo aver mostrato bene il tatuaggio che annunciava al mondo che il mio culo apparteneva a Dianna, mia moglie disse:
‘Senti cara, me la rimedieresti un’amica per stanotte? &egrave l’ultima sera in città e volevo regalare al mio maritino qui una serata si sesso a tre con un’altra…che ne dici?’
‘..wuww capisco…che troia che sei Dianna, una vera troia…ma mi piaci…ti adoro…’
urlai di gioia pure io, mia moglie che voleva farmi un regalo del genere? La bacia sulla bocca con passione, lei ricambiò.
‘Potrei sentire Ifam…&egrave una bella ragazza…ti piacerà..vedrai…deve essere qui in giro…’ chiamò un cameriere e lo mandò a cercare Ifam.
Si presentò una transex piccoletta, vestita di pelle nera, tratti asiatici, capelli raccolti dietro, volto bianchissimo e solo le labbra pitturare di rosso fuoco. La pelle era bianca e il nero del vestito risaltava. Indossava degli stivali neri. ‘Salve…io sono Ifam…piacere…’
ci salutammo e Dianna fece segno all’amica che andava.
A me Ifam non piaceva molto,avevo altri gusti, ma se mia moglie aveva deciso che lei andava bene, andava bene anche per me, era Chantelle ad avere potere sulla mia vita,non io,ma a me andava benissimo così.
Uscimmo e tornammo in albeggio. Mia moglie ordinò champagne in camera e iniziarono le danze.
Ifam si rivelò invece una vera troia. Lei e mia moglie bevvero sul letto, risero, si spogliarono, si baciarono a lungo fra loro coi calici in mano. Le luci erano basse, la musica leggera, hip-hop, io stavo seduto in terra, nudo ad osservarle. Ifam aveva un bel cazzo, grosso sebbene non lungo, mia moglie ci giocherellò un po’, quindi mi ordinò: ‘..maritino…vieni qua e succhialo…!’
mi unii alle due transex e iniziai a spompinare Ifam. Grazie al gioco delle mie labbra sulla punta, quindi lungo l’asta per poi ritornare a succhiare, il cazzo di quella gonfiò ancora, divenne di marmo, mi prese i capelli, incurvò le reni, si alzò sulle ginocchia e prese a fottermi con rabbia la bocca. Mi teneva per i capelli e mi scopava la gola con forza. Mia moglie prese a toccarmi il culo e a infilarci dita a ripetizione, Ifam mi fott&egrave la gola e mi sputava in bocca ogni tanto per dare lustro al gioco.
Chantelle mi ficcò la sua mazza in culo e mi penetrò.
Il gran cazzo regale della mia mogliettina-padrona mi prendeva alla grande come sempre.lo sentivo spingere a ritmo di hip-hop, mi sfondava le viscere e mi cullava con quello sbattermi il pezzo di carne nera sempre più a fondo.
Intanto Ifam non scherzava, continuava a scoparmi la bocca e a tirarmi capelli e schiaffi. Ci dava sotto violenta ed eccitata. Mia moglie mi prese e la sentii venirmi dentro con forza, il seme caldo del suo cazzo nero padronale che si svuotava nelle mie viscere. Il culo del suo marito che accoglieva quella sborra calda e copiosa.
Anche Ifam venne nella mia bocca.
Ci accucciamo sul letto, sfiniti dalla prova. Dianna si addormentò presto. Ifam si rivestì e mi salutò. Prese la mia faccia, la strinse e ficcò i suoi occhi scuri e asiatici su di me.
‘Sei una gran troia, italiano…! mi sono fatto una bella scopata stasera….salutami Chantelle. Spero di rivedervi…’
Sull’aereo che ci riportava a casa, esprimetti a mia moglie tutta la mia gioia per lo splendido viaggio: ‘Grazie, Dianna…&egrave stato bello…grazie..’ lei mi baciò sulla bocca e pomiciammo a lungo accanto a una vecchietta che ci guardava inorridita, venne persino la hostess a dirci di smetterla. Ovviamente non lo facemmo con buona pace della vecchia che ci sbirciava disgustata.
A casa tutto riprese come prima. Dianna stava in camera sua tutto il giorno, io mi occupavo di tutto e i soldi del sito porno piovevano sul nostro conto alla grande. Paul dette una festa in villa. Chantelle vi andò vestita da vampira spaziale. Avevamo passato ore a scegliere trucchi, vestito, denti finti. Era splendida, vampiresca in un costume di lattice stretto che teneva a malapena la carne nera e sexy di mia moglie. Aperto sul davanti dove il balconcino delle sue fantastiche pere nere risaltava. Portava un mantello viola e nero di lattice, una frusta legata in vita, stivaloni neri e viola, denti aguzzi in bocca. Truccata da Ester un amico di Paul con occhi viola truccatissimi, bocca viola nero prepotente e sensuale. Spopolò alla festa, foto, commenti, baci, complimenti, mia moglie godeva come la regina che era al centro della scena, tutti ai suoi piedi. ‘Sei magnifica, cara..’ le dissi. Lei si tolse i denti finti e mi baciò in bocca con trasporto, ficcando la sua lingua padronale nella mia gola. Un ora dopo la vidi appartarsi con un boys della cricca di Paul. Un biondazzo palestrato piuttosto bello. Rimasi a ballare e a bere. Quindi dopo qualche ora l’andai a cercare. Era in un priv&egrave a spupazzarsi il biondazzo. Gli toccava il pacco mentre quello gli leccava le tette sotto il mantello.
Mi vide. Le feci segno se potevo andare. Lei mi chiamò a sé. Mi baciò allontano per un attimo il ragazzo e disse: ‘Vai a casa, maritino…ho da fare stasera…’ e mi congedò. Il biondo rise e lei lo riportò sotto il mantello e quello prese a ciucciare le tette di mia moglie.

I giorni seguenti Krist, così si chiamava il biondino, venne a stare a casa con noi. Mia moglie si era presa una sbandata per lui. Stavano in camera o in giardino a contatto. Mano nella mano, si baciavano, scherzavano come due vecchi amanti. Era troppo per me. Chiesi a Dianna il permesso di andare a stare da Kyla, suo sorella. Me lo concesse e io fui felice di andarmene data la situazione. Kyla mi accolse al solito con ospitalità, ma stava con un uomo adesso, un uomo vero. Un certo Bill, un armadio con la faccia truce. Era geloso della sua Kyla e la teneva d’occhio. Io filai dritto, nessun contatto con Kyla, anche se lei, troia come la sorella, mi stuzzicava, mi sculacciava quando eravamo soli, mi toccava il pacco e mi canzonava. Passavo un sacco di tempo a zonzo per la città, nei centri commerciali, alle partite di baseball. Chantelle mi faceva avere dei soldi dalla banca e non avevo problemi. Cio&egrave ero incazzato perché mia moglie se la spassava con Krist ed io ero lontano da lei. Le mandavo messaggini e provavo a scriverle delle mail. Lei rispondeva a volte, molto spesso no, oppure per farmi ingelosire e ribadire la sua preminenza su di me mi mandava foto di lei e il biondino, video dove scopavano. Io ne vedevo pochi frammenti stavo male. Ne parlai con Kyla e lei telefonò a sua sorella. Parlarono a lungo e quindi lei mi passò mia moglie: ‘Honey…ti manco?’ ‘…sì, signora…mi manca moltissimo…sono solo…e…’ mi veniva da piangere,ma Kyla tagliò corto, ordinò a sua sorella di andare in chat adesso col suo marito-schiavo e farsi vedere.
Così facemmo, presi il pc portatile di Kyla mi collegai con la chat di mia moglie ed aspettai. Passarono lunghi minuti. Forse non voleva parlare con me. Forse era innamorata di Krist, forse voleva lasciarmi. Mi mangiavo le unghie in attesa davanti al monitor. Poi, alla fine, quando non ci credevo più, la chat si aprì e Dianna stava seduta nella nostra cucina a salutarmi con la mano. Parlammo e le dichiarai quanto mi mancasse, che pensavo a lei ogni momento che mi mancava il suo cazzo padronale. Lei rise forte. ‘Questo?’ fece prendendosi il cazzo fra le mani da sotto la gonna. Lo agitò alla telecamera e rividi il cazzo di mia moglie, lungo, forte, nero, dolce e potente. Dianna lo agitò a favore di camera ridendo. ‘Ehi baby, prenditi il cazzo in mano ed inizia a masturbarti..’ lo feci e mentre vedevo mia moglie nel monitor che si toccava il cazzo nero, io mi segavo incitato da lei. ‘..mettiti un dito in culo ed immagina che sia il mio cazzo…baby…’ ‘…il suo cazzo &egrave molto più grosso di un mio dito, mia padrona…’ ‘..&egrave vero,allora metticene 3!! fallo!! ficcati quelle dita in culo e toccati baby, guarda la tua mogliettina che si tocca per te…avanti così…in culo…ficcatele in culo! Così, dai…bravo maritino…avanti…così..dentro, bravo…bravo..così…ok…spingi e toccati…’ mi ficcavo i diti nel culo pensando al suo cazzo e mi masturbavo con forza. ‘…su su baby..così da bravo….vieni.,.sììì…dai…vieni, dolcezza, fallo per la tua mogliettina…’ coi diti infilati nel culo pensando a lei che mi agitava il cazzo nel monitor venni di getto e lei rise. Mi mandò dei baci, mi disse di tornare a casa…
(per critiche,commenti o richieste: dorfett@alice.it Rimasi da Kyla. Non volevo vedere mia moglie che se la spassava con Krist. Non mi andava proprio. Kyla parlò con la sorella e le spiegò che non andava bene quello che stava facendo. Che io stavo male, ma Dianna era una transex libera che se fotteva dei doveri, per lei la vita era leggera e diverte. Per me no. Passavo giorni infelici a casa di Kyla. Poltrivo, andavo in centro. Al cinema.
Cenavo da solo ed ero triste.
Per togliermi quel torpore da marito tradito e cacciato di casa, andai da Paul e gli chiesi di lavorare nel suo ristorante, così finii a pulire piatti fino a dopo le due di notte. Era meglio così, la mattina dormivo, il pomeriggio passeggiavo al parco e poi andavo a lavorare da Paul. Andò avanti un mese, poi una sera Paul venne in cucina,stavo pulendo per terra con lo straccio. ‘Ehi..lascia perdere..noi andiamo a una festa a casa di Rillas. Vieni con noi?’
perch&egrave no? Ma ero vestito da sguattero. ‘Ti presterò una camicia e un paio di pantaloni io…hai delle scarpe pulite?’ ‘Ho le infradito di là…’ ‘Andranno benissimo, da Rillas c’&egrave un bel prato e il parquet ovunque. Starai scarso. Muoviti!’
Così indossai una camicia a righe elegante di Paul che mi stava enorme e uscimmo. Mi sentivo ridico a quel modo vestito, ma per fortuna un amico di Paul mi rimediò dei pantaloni della mia taglia e una cintura firmata.
La villa di questo Rillas, un uometto tarchiato, elegante, dai tratti asiatici ma molto abbronzato, era in effetti splendida. Moderna, bianca, una lunga piscina fra erba verdissima, invitati allegri e ben vestiti. Riconobbi alcuni collaboratori della nostra produzione, il gestore del sito, un paio di attori. Mi misi a mangiare ottimo salmone con riso basmati caldo. Bevvi birra irlandese e parlai con un attore con cui avevo lavorato con mia moglie nel progetto Cops. Bei tempi. Paul mi chiamò e mi disse che era arrivata pure Dianna alla festa, con Krist ovviamente. Voleva che andassi a salutarla. Dissi che non volevo era umiliante. Paul se ne andò e rimasi a bere pensando di andarmene. Ricevetti un messaggio da mia moglie PORTA IL TUO CULO BIANCO QUI!IMMEDIATAMENTE!
Mi alzai di scatto. Era pur sempre un suo ordine.
La raggiunsi in giardino. Era seduta sul una sedia a dondolo allacciata con Krist. Indossava un vestito a fiori sgargianti che la comprimeva tutta nella sua debordante carne nera di transex che trasudava sesso da ogni poro. Mi fece male vederla così bella. Mi dette un bacio sulle labbra veloce. ‘Come stai..maritino?’ mi chiese abbracciando il nuovo fidanzato. ‘Oh..meglio..Signora…lavoro da Paul adesso…tengo la mente impegnata…’ dissi sottovoce. In molti ci guardavano. Paul, i suoi amici, delle donne, delle transex nere. ‘..bene..fila dritto….mi raccomando ‘ e baciò l’amichetto ‘ ti avevo detto però di tornare a casa…?’ ‘..scusi Signora ma non… – Paul e gli altri tesero le orecchie, le trans ridevano coi cocktail in mano – ..on non..non..ce la faccio…mi spiace….’ a filo di voce pronunciai quelle parole. ‘Come vuoi, bellezza ‘ fece Dianna baciando Krist e trafiggendomi il cuore già sanguinante ‘ ma sappi che tu sei solo mio e quando vorrai tornare ti accoglieremo a braccia aperte, vero amoruccio?’ disse baciando il biondino, ma quello si alzò e andò via. ‘..ehi, maritino..vammi a prendere dello champagne…muoviti…’ e mi dette uno sculaccione come a casa nostra. ‘..la prego Signora..non mi ulimi così…’ feci. Le trans ridevano,Paul eccitato sovrastava la musica, una donna mi fissava, ero imbarazzato, lei rideva guardandomi, aspettandosi chissà cosa. Mia moglie fece un gesto con la mano, che significava che non voleva sentire storie, che andassi a prenderle quel cazzo di calice. Abbassai lo sguardo, la donna rise portandosi una mano alla bocca, era divertita. Paul urlava sopra la musica. Andai al bar e presi il calice. Detti il calice a mia moglie. Feci un inchino: ‘Posso andare, Signora?’
lei mi squadrò.
VAI PURE e mi dette uno sculaccione. Krist tornò e si gettò fra le braccia di mia moglie.
Presi due bottiglie di birra e andai in strada.
Camminai per isolati nella notte bevendo. Attraversai strade, lunghi viali, piazze e finii in periferia. Ero stanco, umiliato, ubriaco. Scelsi un bar e ordinai ancora birra. Bevvi vedendo del baseball in tv e parlando con un messicano. Uscii che era tardi. Pensai di chimare un taxi e mi misi per strada. Solo puttane in giro. Camminai cercando un taxi. Una voce mi chiamò: ‘Ehi bellezza, ti va un servizietto?’ mi voltai. Era un transex nero, magro, alto, lunghe gambe nere, ai piedi scarpe alte celesti, mi sovrastava di una spanna. Le tette erano piccole ma erano sue. La faccia era lunga, la bocca carnosa pitturata di blu come i capelli, aveva un attaccatura molto alta, che erano corti. Non era bella, ma era eccitante. ‘Ciao…come va?’
‘Oh, bene bellezza…sono qui…ti va di salire da me? 70 dollari e facciamo quello che vuoi..te lo succhi? Vuoi scopare? Vuoi che ti scopi io? Ho un cazzo di 22 centimetri!’ e sorrise maliziosa.
Avevo dei soldi in tasca, 200 dollari credo. Anche soldi di mia moglie. Perch&egrave non farmi una scopata coi soldi di quella crudele di mia moglie?’ ovviamente non potevo farmi scopare per via del tatuaggio e tutto quanto, ma un bel cazzo, triste come ero, mi andava di succhiarlo. ‘Ti do 100 dollari…e voglio succhiartelo fino a farti venire, ti va?’ ‘Certo…bianco succhiacazzi…&egrave tardi e la serata &egrave fiacca…chiuderò con te….te lo sbatto in golo e ti scopo fino a che non ti vengo dentro…vuoi che ti scopi, dolcezza?’
‘…oh..no..non posso…mi creda…solo bocca…’
‘Come vuoi, honey..seguimimi..hai soldi vero? Fai vedere..’
le mostrai le banconote e lei mi condusse al suo appartamento.
Basso, al secondo piano. Sporco e ingombro di cianfrusaglie. Mi fece accomodare sul letto per fortuna pulito e fresco di lavatrice. Mi spogliò. Io feci lo stesso a lei. Le tette piccole rimbalzarono sul suo petto magro. Mi mostrò il fratellino. Un tarallo nero, lungo veramente più di venti centimetri.
‘Lo vuoi in bocca?’
‘..sì..’
e me lo ficcò dentro, prese a scoparmi la gola con forza, spingendo la mia testa contro il suo sesso, contro le sue palle, ficcandomi quella serpe in gola.
‘…non vuoi che te lo ficchi dentro?’
presi fiato. ‘..no..non posso…vedi..?’ e le mostrai il sedere. Lei rise e non ci credeva.
‘…puoi aspettare un poco? Ti faccio un pompino e poi ti racconto tutto..’ ‘..ok..ciucciacazzi bianco…fammi questo servizio di bocca come una brava troietta bianca…prendilo in gola,cosììììì…..bravo….succhia…bravo…sai succhiare,dolcezza…voglio sentire tutta la storia…voglio sapere…sono curiosa…così…vai…lecca…bravo…succhia…bravo…lecca..cosììì..sìììììììììì daiiiiiiiiiiiiii cosìììììììììììì ancora………….ancoraaaaaaaaaaaaaaa sììììììììììììììììììììì.daooooooooooo ahhhhhhhhhhhhh.sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì………….ecco…………..sìììììììììì
e mi venne in bocca, un fiotto caldo,denso, mi teneva la mano sulla nuca, spingedomi sotto di lei,mi fece bere tutto, prendere tutto.
Si gettò sul letto.
RACCONTA mi fece ed io la bocca ancora piena della sua sborra calda, iniziai a raccontare di mia moglie e me.
Rimango a casa di Peka, la troia transex a cui avevo fatto un pompino la sera prima, dopo essere scappato dalla festa in cui c’era Chantelle.
____

Si chiamava Peka, la transex ed io le raccontai la mia storia quella notte.
Come ero venuto dall’Italia come semplice cliente di una pornostar conosciuta sul web e come ne ero diventato negli anni, prima la sua cameriera di camera, poi addirittura sua moglie. Le raccontai del matrimonio, del viaggio di nozze eccetera. E poi di quegli ultimi mesi, di mia moglie con Krist.
Piansi.
Piansi e Peka mi dette dei kleenex.
‘Su..su..honey..non fare così…vedrai che ti richiamerà…su…
‘..ecco..io…stavo pensando di tornare in Italia…
‘…ascoltami…sono sicura che ti richiamerà, sei un bravo ragazzo, pulito…onesto..si vede dalla tua faccia…certo ti piace il cazzo nero ma ti capisco….credimi..lei…
‘…come vorrei crederti…certo…io..
‘..sono convinta…rimani..Lei ti chiamerà a sé..vedrai..
‘………………..ecco……
‘…senti, per stanotte io ho finito..non torno per strada..perch&egrave non dormi qui con me? E domani, bello riposato te ne vai…che dici? Dolcezza?’
‘…sarebbe magnifico…grazie…ecco…grazie…
Al mattino mi svegliai nel letto di Pek. Lei dormiva di brutto. Alla luce del giorno guardai il suo corpo nudo: le gambe nere lunghe, il volto con l’attaccatura dei capelli alta e il seno.
Mi alzai e preparai colazione per lei. Non c’era molto nella dispensa ma rimediai qualcosa.
La svegliai dolcemente.
‘Cazzo…stronzo….volevo dormire ancora…cosa vuoi?’
‘Per te! – dissi dandole il vassoio con la colazione ‘ grazie per ieri notte..’ e le detti un piccolo bacio sulla bocca.
Peka guardò il vassoio e si illuminò: ‘Cazzo, nessuno mi aveva mai servito una colazione a letto nella mia vita…e per di più un bianco! Fighissimo! Pensa quando lo racconterò a Pegy, Iggliuaa e le altre, moriranno di invidia! Sei un tesoro!’ e mi baciò.
‘Posso massaggiarle i piedi se vuoi mentre mangi. A mia moglie piace…piaceva..e..’
‘Certo, dolcezza! Trattamento completo!’ così mi misi a massaggiarle i piedi mentre lei addentava pane marmellata. Mi misi di buona lena, massaggiando ogni dito e premendo sui calli e il sotto. Non aveva dei piedi Peka ma quel servizietto le piaceva. ‘Avanti..uhhh che delizia!! uhhhhhh…..il massimo…un bianco che mi serve la colazione a letto come una sissy e poi mi massaggia i piedi…devo chiamare Pegy…schianterà d’invidia la troia….’ ripenso ai giorni a casa di Dianna, a quante volte le avevo massaggiato i piedi padronali, quei piedi neri bellissimi, odorosi di donna e di sudore. Ripensavo a come le piaceva farsi fare i massaggi a mia moglie. Il cazzo mi si indurisce ma sono triste. ‘…ehi…Pegy…vecchia baldracca! Non puoi credere a quello che sto per dirti ‘ fa Peka eccitata nel cellulare ‘ sono in camera mia, sul letto, un figlio di puttana bianco mi ha appena servito la colazione e adesso mi sta massaggiando i piedi come uno schiavo!’
sorrisi.
‘..come chi &egrave? Che ne so? Un cliente che ho rimorchiato ieri sera…..come?…..sì, &egrave rimasto a dormire qui…sì….cerrrrr………..dovresti sentire la sua storia….&egrave italiano…&egrave sposato con una transex, una certa Dianna….insomma…che storia…..senti qua……cerrr…sei una troia,Pegy!….ti giuro…che….te lo giuro…mi sta massaggiando i piedi come uno schiavo…..&egrave qui….dì qualcosa….saluta..’
‘…ehm….salve Pegy! Sì sono qui….e sì….sì….sto prendendomi cura dei piedi della tua amica….sì…le ho portato la colazione a letto..sì…te la passo….vuole te…’
‘Pegy! Che stroia….come?…sì ma certo….corri….’
dopo una mezzora arrivò anche Pegy. Era una transex bianca, molto alta, gambe giunoniche, petto enorme, bocca piena di botox e occhi bistrati. Facemmo una festicciola. Preparai da mangiare e andai a comprare da bere al bistrò sotto casa. Vino e gin. Servii cocktail e calici di vino alle due, mentre preparavo loro da mangiare.
Dopo pranzo,ubriache, le condussi sul letto di Peka e prima feci loro un massaggio prolumgato ai piedi, baciando e leccando, quindi le invitai a voltarsi di spalle e mettere liberi i loro culi. Quello di Peka era sodo, nero, guizzante, quello di Pegy mastodontico, bianco, pieno di bollicini rossi, rasato accuratamente e liscio, debordante. Presi a leccare i loro culi e succhiare i loro ani.
‘…uhhhhhhhh &egrave fantastico…fantastico….continua dolcezza!! ha la lingua veloce la troietta vero Pegy?….come fa sua moglie a rinunciarci?’
‘sììììì…&egrave una delizia sentirla…continua baby….succhia…lecca…..avanti….facci godere….troietta….’ fece Pegy.
Dopo che ebbi succhiato i loro culi, affondai la lingua nel solco. Leccavo slappavo. Quelle due godevano come pazze.
‘…oh…che lingua troia!!! sìììììì fammi sentire…..succhia….cosìììì sììì’ faceva Pagy.
‘…oh che meraviglia….un bianco che mi lecca il culo da Dio…bellooo….ohhhh’ faceva Peka. Iniziai a baciare il culo di Peka e a tirare l’uccello di Pagy, era grosso e divenne più grosso. Da sotto presi a succhiarlo sulla cappella rossa alternando con il culo della nera. ‘Cosììì…cosììì torietta….prendimelo in bocca….’ urlava Pegy. Succhiavo il solco di Peka che godeva come una pazza e ciucciavo la cappella dell’amica. Alternavo sapientemente e quelle godevano.
‘Daiii…….così….vai..troia bianca……leccamelo bene il culo…..’
‘..continua bocchinara….prendimelo in bocca…cosììììì……..avanti……’ faceva Pegy infoiata.
Le feci distendere sul letto. Il cazzo di Peka che avevo assaggiato la sera prima mi attendeva bello dritto, saettante e nero, quello di Pegy, più grosso alla base e più largo era meno eccitato. Mi dedicai prima a quello prendendolo in bocca e succhiando fino a farlo drizzare. Quindo mi buttai su Peka. Il suo cazzo nero trovò subito la mia bocca accogliente.
‘Che boccuccia da troietta bianca…senti qua…calda e umida….succhia troia!!!’ fece Peka.
L’amica notò il tatuaggio sul mio culo spogliandomi.
‘Ehiiiiii!!!! ma che cazzoooo……..noooooooo non ci posso credereeee……no…cazzo..ahh ahhh ahhhhaaahhhh’ fece Pegy.
Intanto Peka mi fotteva la bocca. Pegy si prese cura del mio culo attratta dalla scritta di appartenza a mia moglie. Lo leccò e sodomizzò con due dita. ‘Bello largo qui….oh….il cazzo di tua moglie deve essere bello grosso….più del mio? Vediamo…te lo sbatto dentro dolcezza….voglio sentirti….voglio prenderti…voglio ficcarti la mia mazza nel culo e scoparti fino a farti urlare…..voglio sventrarti….!!’ e provò a infilarmelo.
NON PUOI!!! HAI LETTO LA SCRITTA??? QUELLA &egrave PROPRIETà PRIVATA!!!HO FATTO UNA PROMESSA…SOLO MIA MOGLIE Può USARE IL MIO CULO!!!FERMA!!!! Pensai che non c’era niente di più bello del cazzo di Chantelle e mi domandai se lo avrei mai rivisto e succhiato e preso nel culo.
Pegy si fermò e mi mollò due sculaccioni pensantissimi. Ci eravamo fermati tutti e tre. Ci fissammo a lungo,il cazzo di Peka era dritto, lo tenevo alla base con la mano. Le fissavo. Il cazzo di Pegy era grosso, ma non come quello di Dianna.
‘ok,… abbiamo capito dolcezza….non roviniamo la festa qui….- fece Peka ‘ riprendi il blow-job e finiamo…carino….che poi devi prenderti cura anche del fratellino della mia amica. Pegy ci rimase male, ma capì.
Il feeling si era rotto.
Continuai a spompinare Peka e la feci venire.
Provai con il cazzo di Pegy poi, ma lei aveva perso eccitazione e finii per leccarle solo un po’ le palle.
Le salutai e tornai dalla sorella di mia moglie a dormire di nuovo. Si chiamava Peka, la transex ed io le raccontai la mia storia quella notte.
Come ero venuto dall’Italia come semplice cliente di una pornostar conosciuta sul web e come ne ero diventato negli anni, prima la sua cameriera di camera, poi addirittura sua moglie. Le raccontai del matrimonio, del viaggio di nozze eccetera. E poi di quegli ultimi mesi, di mia moglie con Krist.
Piansi.
Piansi e Peka mi dette dei kleenex.
‘Su..su..honey..non fare così…vedrai che ti richiamerà…su…
‘..ecco..io…stavo pensando di tornare in Italia…
‘…ascoltami…sono sicura che ti richiamerà, sei un bravo ragazzo, pulito…onesto..si vede dalla tua faccia…certo ti piace il cazzo nero ma ti capisco….credimi..lei…
‘…come vorrei crederti…certo…io..
‘..sono convinta…rimani..Lei ti chiamerà a sé..vedrai..
‘………………..ecco……
‘…senti, per stanotte io ho finito..non torno per strada..perch&egrave non dormi qui con me? E domani, bello riposato te ne vai…che dici? Dolcezza?’
‘…sarebbe magnifico…grazie…ecco…grazie…
Al mattino mi svegliai nel letto di Pek. Lei dormiva di brutto. Alla luce del giorno guardai il suo corpo nudo: le gambe nere lunghe, il volto con l’attaccatura dei capelli alta e il seno.
Mi alzai e preparai colazione per lei. Non c’era molto nella dispensa ma rimediai qualcosa.
La svegliai dolcemente.
‘Cazzo…stronzo….volevo dormire ancora…cosa vuoi?’
‘Per te! – dissi dandole il vassoio con la colazione ‘ grazie per ieri notte..’ e le detti un piccolo bacio sulla bocca.
Peka guardò il vassoio e si illuminò: ‘Cazzo, nessuno mi aveva mai servito una colazione a letto nella mia vita…e per di più un bianco! Fighissimo! Pensa quando lo racconterò a Pegy, Iggliuaa e le altre, moriranno di invidia! Sei un tesoro!’ e mi baciò.
‘Posso massaggiarle i piedi se vuoi mentre mangi. A mia moglie piace…piaceva..e..’
‘Certo, dolcezza! Trattamento completo!’ così mi misi a massaggiarle i piedi mentre lei addentava pane marmellata. Mi misi di buona lena, massaggiando ogni dito e premendo sui calli e il sotto. Non aveva dei piedi Peka ma quel servizietto le piaceva. ‘Avanti..uhhh che delizia!! uhhhhhh…..il massimo…un bianco che mi serve la colazione a letto come una sissy e poi mi massaggia i piedi…devo chiamare Pegy…schianterà d’invidia la troia….’ ripenso ai giorni a casa di Dianna, a quante volte le avevo massaggiato i piedi padronali, quei piedi neri bellissimi, odorosi di donna e di sudore. Ripensavo a come le piaceva farsi fare i massaggi a mia moglie. Il cazzo mi si indurisce ma sono triste. ‘…ehi…Pegy…vecchia baldracca! Non puoi credere a quello che sto per dirti ‘ fa Peka eccitata nel cellulare ‘ sono in camera mia, sul letto, un figlio di puttana bianco mi ha appena servito la colazione e adesso mi sta massaggiando i piedi come uno schiavo!’
sorrisi.
‘..come chi &egrave? Che ne so? Un cliente che ho rimorchiato ieri sera…..come?…..sì, &egrave rimasto a dormire qui…sì….cerrrrr………..dovresti sentire la sua storia….&egrave italiano…&egrave sposato con una transex, una certa Dianna….insomma…che storia…..senti qua……cerrr…sei una troia,Pegy!….ti giuro…che….te lo giuro…mi sta massaggiando i piedi come uno schiavo…..&egrave qui….dì qualcosa….saluta..’
‘…ehm….salve Pegy! Sì sono qui….e sì….sì….sto prendendomi cura dei piedi della tua amica….sì…le ho portato la colazione a letto..sì…te la passo….vuole te…’
‘Pegy! Che stroia….come?…sì ma certo….corri….’
dopo una mezzora arrivò anche Pegy. Era una transex bianca, molto alta, gambe giunoniche, petto enorme, bocca piena di botox e occhi bistrati. Facemmo una festicciola. Preparai da mangiare e andai a comprare da bere al bistrò sotto casa. Vino e gin. Servii cocktail e calici di vino alle due, mentre preparavo loro da mangiare.
Dopo pranzo,ubriache, le condussi sul letto di Peka e prima feci loro un massaggio prolumgato ai piedi, baciando e leccando, quindi le invitai a voltarsi di spalle e mettere liberi i loro culi. Quello di Peka era sodo, nero, guizzante, quello di Pegy mastodontico, bianco, pieno di bollicini rossi, rasato accuratamente e liscio, debordante. Presi a leccare i loro culi e succhiare i loro ani.
‘…uhhhhhhhh &egrave fantastico…fantastico….continua dolcezza!! ha la lingua veloce la troietta vero Pegy?….come fa sua moglie a rinunciarci?’
‘sììììì…&egrave una delizia sentirla…continua baby….succhia…lecca…..avanti….facci godere….troietta….’ fece Pegy.
Dopo che ebbi succhiato i loro culi, affondai la lingua nel solco. Leccavo slappavo. Quelle due godevano come pazze.
‘…oh…che lingua troia!!! sìììììì fammi sentire…..succhia….cosìììì sììì’ faceva Pagy.
‘…oh che meraviglia….un bianco che mi lecca il culo da Dio…bellooo….ohhhh’ faceva Peka. Iniziai a baciare il culo di Peka e a tirare l’uccello di Pagy, era grosso e divenne più grosso. Da sotto presi a succhiarlo sulla cappella rossa alternando con il culo della nera. ‘Cosììì…cosììì torietta….prendimelo in bocca….’ urlava Pegy. Succhiavo il solco di Peka che godeva come una pazza e ciucciavo la cappella dell’amica. Alternavo sapientemente e quelle godevano.
‘Daiii…….così….vai..troia bianca……leccamelo bene il culo…..’
‘..continua bocchinara….prendimelo in bocca…cosììììì……..avanti……’ faceva Pegy infoiata.
Le feci distendere sul letto. Il cazzo di Peka che avevo assaggiato la sera prima mi attendeva bello dritto, saettante e nero, quello di Pegy, più grosso alla base e più largo era meno eccitato. Mi dedicai prima a quello prendendolo in bocca e succhiando fino a farlo drizzare. Quindo mi buttai su Peka. Il suo cazzo nero trovò subito la mia bocca accogliente.
‘Che boccuccia da troietta bianca…senti qua…calda e umida….succhia troia!!!’ fece Peka.
L’amica notò il tatuaggio sul mio culo spogliandomi.
‘Ehiiiiii!!!! ma che cazzoooo……..noooooooo non ci posso credereeee……no…cazzo..ahh ahhh ahhhhaaahhhh’ fece Pegy.
Intanto Peka mi fotteva la bocca. Pegy si prese cura del mio culo attratta dalla scritta di appartenza a mia moglie. Lo leccò e sodomizzò con due dita. ‘Bello largo qui….oh….il cazzo di tua moglie deve essere bello grosso….più del mio? Vediamo…te lo sbatto dentro dolcezza….voglio sentirti….voglio prenderti…voglio ficcarti la mia mazza nel culo e scoparti fino a farti urlare…..voglio sventrarti….!!’ e provò a infilarmelo.
NON PUOI!!! HAI LETTO LA SCRITTA??? QUELLA &egrave PROPRIETà PRIVATA!!!HO FATTO UNA PROMESSA…SOLO MIA MOGLIE Può USARE IL MIO CULO!!!FERMA!!!! Pensai che non c’era niente di più bello del cazzo di Chantelle e mi domandai se lo avrei mai rivisto e succhiato e preso nel culo.
Pegy si fermò e mi mollò due sculaccioni pensantissimi. Ci eravamo fermati tutti e tre. Ci fissammo a lungo,il cazzo di Peka era dritto, lo tenevo alla base con la mano. Le fissavo. Il cazzo di Pegy era grosso, ma non come quello di Dianna.
‘ok,… abbiamo capito dolcezza….non roviniamo la festa qui….- fece Peka ‘ riprendi il blow-job e finiamo…carino….che poi devi prenderti cura anche del fratellino della mia amica. Pegy ci rimase male, ma capì.
Il feeling si era rotto.
Continuai a spompinare Peka e la feci venire.
Provai con il cazzo di Pegy poi, ma lei aveva perso eccitazione e finii per leccarle solo un po’ le palle.
Le salutai e tornai dalla sorella di mia moglie a dormire di nuovo.
*
Nei giorni successivi pensai veramente di tornamene in Italia. Cosa facevo ancora lì? Mia moglie non mi voleva a casa, io non avevo un posto dove stare. Non potevo restare ancora da Kyla. Lei telefonò di nuovo a sua sorella per un ultimo tentativo,ma senza risultato. Andai in agenzia a informarmi sul costo dei voli per l’Italia.
Un pomeriggio mi squillò il cellulare. Era un numero sconosciuto.
‘Ciao ‘ fece una voce che non riconobbi ‘ sono Pegy, come vanno le cose?’
‘…ah, ciao…ecco non bene..sto pensando di andarmene via da qui..e..’
‘Non farlo! Ho delle novità interessanti per te!’
‘…cosa? Riguardo?’
‘…riguardo un biondino di nome Krist…che conosciamo bene,vero?’
‘..sì..cio&egrave…cosa?’
‘…Atlanta e i sobborghi non sono così grandi,amico…e la comunità transex &egrave piccola in fondo…la gente mormora….
‘Cosa sai?’
‘…facciamo così…vieni a casa mia alle 8, ci sarà anche Peka e una mia amica che muore dalla voglia di raccontarti una cosa…’
‘Ok. Dammi l’indirizzo. Ci sarò!’
*
La casa era una piccola familiare alla fine di un quartiere modesto in periferia. Suonai e mi accolse Pegy, un bicchiere con ombrellino in mano, in sottoveste e vestaglietta vedo non vedo. ‘Vieni, culobianco…accomodati…Peka la conosci già! Lei &egrave la mia amica S. e ti deve dire due o tre cose…ma prima..spogliati….mostra alla nostra amica il tuo culo e il tatuaggio…versaci da bere e poi…poi….mettiti in ginocchio e facci un bel massaggio ai piedi…come la volta scorsa…’
‘Sì, dolcezza, voglio sentire le tue manine di bianco sui miei pioedini…’ fece Peka. Indossava una vestaglietta pure lei, ma rossa, scarpe con lunghi tacchi rosso vernice e la fronte alta era segnata da brillantini. S. era invece una transex nera con tratti asiati. Bella, bel corpo sensuale, tette piccole ma sode, gambe lisce e vellutate, si vedeva che era una tipa di una certa classe. Cosa potevo fare? Se non accettare? Volevo sapere cosa S. aveva da dirmi su Krist. Ne andava del mio futuro e del mio matrimonio.
Fece quello che aveva chiesto Pegy. Mi spogliai e rimasi in mutande. Pegy mi ficcò una mano fra le chiappe e strinse: ‘Adesso vedrai cosa ha impresso sul culo bianco questo stronzetto!’ e le tirò giù. Intempestivamente mi portai una mano al pene, per nasconderlo. Ma Pegy mi fece voltare di scatto, mi mollò due sculaccioni sulle natiche con le sue mani pesanti e gridò: GUARDA QUA! QUESTA Sì CHE &egrave DEVOZIONE ALLA MOGLIE! IL CULO DI QUESTO BIANCO &egrave DI DIANNA E LEI VUOLE CHE LO SAPPIA TUTTO IL MONDO!!
era vero.
Tramai.
S. batt&egrave le mani e rise: ‘Quella Troia!’
Peka rise e mi colpì sulle cosce. ‘Questo sì, che &egrave un maritino…fedele..pensa che non se lo fa sbattere nel culo…solo pompini…per rispetto alla moglie….’ disse ridendo.
Pegy esibiva il mio culo a S. questa rideva. ‘Quella troia…quella puttanella di Chantelle….’
‘…le ricordo che &egrave mia moglie….moderi i termini per favore…’ feci alla fine.
‘Vedi?’
‘…uhmmm che maritino!!’
‘Allora, cosa aveva da dirmi?’ chiesi.
‘…no,no puttanella…al tempo…prima in ginocchio….e massaggio….intanto S. ti racconterà qualcosa…inizia da lei…su…avanti…non farti pregare più di tanto…stronzo…lo sappiamo che vuoi sapere chi &egrave veramente questo Krist che si scopa tua moglie….in ginocchio,così..- e mi sbatt&egrave a terra. s. rise. Allungò i piedi neri e li presi in mano. Piedi curati, sexy. La guardai, fermo. ‘Avanti,troietta….datti una mossa…’ fece Peka e Pegy mi spnse avanti. Presi a massaggiare i piedi di S. con attenzione. Lei si rilassò lungo lo schienale. ‘oh…bene….bravo….così…sei pratico…Dianna ti ha reso un bel servetto….ho sentito anche parlare bene di te…sei bravo coi film.,..Paul &egrave mio amico…di sicuro ci siamo visti anche al Wild53…bravo…lì..sììì…cosìì…dicevo che Paul mi conosce bene. Mi son esibita spesso lì….bene…più in basso….troietta….che dolce….dicevo…Krist…ecco…devi sapere che quella testa di cazzo di tua moglie si &egrave fregata il mio Ktist…’
Mi fermai, fissandola. La cosa si faceva interessante. Ripresi a massagiarle i piedi con più attenzione e devozione.
Venne fuori che Krist era un ex di S. e che S. aveva lavorato in passato con mia moglie, ma c’erano stati furiosi scazzi sul set di un film. Da quel giorno non si parlavano più. Krist aveva frequentato S. per due anni, in pratica era stata lei a sverginarlo e introdurlo nel mondo della comunità transex di Atlanta. Era giunto da Miami bello e ricco,ma innocente e senza conoscenze. Lei lo aveva reso figo e appetibile. Gli aveva perdonato qualche scappatella, ma quando aveva saputo della relazione con mia moglie lo aveva mollato. Così adesso odiava mia moglie e lui.
‘E per questo ‘ disse prendedomi il volto fra le dita e puntandomi gli occhi in faccia ‘ posso aiutarti!’ ‘Come?’ chiesi con la speranza dipinta negli occhi. s. si allungò sulla sedia, guardando in alto, intanto io avevo preso in mano uno dei piedi nudi di Peka e avevo iniziato a massaggiarlo con cura.
‘…ecco…devi sapere che quello stronzetto di Krist &egrave ancora innamorato di me. Mi manda messaggi, mail, video, suppliche. Per me sarebbe un gioco da ragazzi portarmelo a casa, scoparmelo a sangue e tu potresti filmare la scena e poi mandarla a Dianna. Così io mi vendicherei di lui e di quella troia di tua moglie…’
massaggiavo il piede lungo di Peka mentre Pigy strusciava il suo cazzo sulla mia faccia, sulla bocca. Pensavo alla proposta di S. cosa avevo da perdere?nulla! E potevo far imbestialire Dianna e sperare che mi richiamasse a casa da lei.
Il cazzo di Pigy mi colpiva la bocca e i denti, me lo sbatteva in faccia con indifferenza mentre massaggiavo i piedi di Peka. S. mi fissò. ‘..che ne pensi?’ Il cazzo di Pegy stava forzando la mia bocca, lo presi fra le labbra leggero, lo baciai e passai la mia lingua sulla cappella mentre mi prendevo cura dei piedi dell’altra transex. Sorrisi e dissi: Sì!!FACCIAMOLO.
Poi Pigy mi prese la faccia e me la spinse sul suo sesso. Aprii bene la bocca e accolsi le sue palle bianche fra le mie labbra, poi le inghiottii. Pigy apprezzò subito e mi spinse a ripetere il gesto. Prendere tutto in bocca, le sue palle depilate, grosse. Leccai e baciai le sue palle, il cazzo sopra si fece duro. Leccai ancora sotto il sesso, slappando le palle della transex. Il cazzo sopra venne preso in mano da Peka. La transex nera prese a sbocchinare il cazzo dell’amica mentre io da sotto continuavo a leccare le palle di Pegy. S. guardava divertita, incitandoci. Peka succhava il cazzo di Pegy come una vera professionista. I brillantini sulla fronte alta, i capelli raccolti dietro, la pelle nera, la bocca che ingoiava quel cazzo mentre io leccavo le palle di Pigy. Lei godette di colpo, inarcando la schiena. Sborrò sul mio viso e quello di Peka. Ci tenne forti le teste con el sue grosse mani mentre veniva copiosa su di noi.
*
In effetti per S. combinare con Krist non fu un problema. Il giorno dopo lo aveva già invitato a casa sua a tarda sera per darmi il tempo di preparare tutto. Per non sbagliare preprai 2 telecamere nascoste sopra l’armadio e sul comò dalla parte opposta. Due visuali perfette.
Krist si presentò puntuale. Accesi le telecamere mentre S. lo faceva accomodare in cucina per del th&egrave. Sgattaiolai in bagno e quando S. lo condusse in camera uscii dall’appartamento e andai a mangiare cinese su Main street a F.
il materiale che ricavai era perfetto. Si vedeva bene tutto, Krist che si faceva sbattere da S. per due ore, lo prendeva ovunque: in culo, in bocca, nei denti, negli occhi, sulle labbra, S. lo legava al letto e lo massacrava di colpi col suo cazzo. Lo scopava a ruota e lo obbligava ad urlare che lui era suo. URLA TROIA BIANCA!!!TU SEI MIOOOO TI HO FORGIATO IOOO TI HO SVERGINATO IO E TI HO INSEGNATO TUTTO TROIA!!!
lo scopava sul letto, quello prigioniero si faceva sbattere e godeva come una troia in calore e giurava che era innamorato di S. che era vero che lui era una sua creatura, che c’era un legame speciale fra loro.
SONO LA TUA TROIA s!!!! SONO TUOOO SCOPAMIIII FICCAMELO DENTRO AMOREEEE FICCAMELO DENTROOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!
Ne avevo a sufficienza, feci un video e lo spedii a mia moglie.
Due giorni dopo mi telefonò incazzata nera.
‘Porta il tuo culo qui a casa immediatamente!’ ruggì nel telefono. Mi alzai e andai da lei. A casa di mia moglie c’era Krist seduto in angolo del divano, la testa affossata nelle spalle, piangeva. Il volto nascosto dalle mani e dai capelli biondi da surfista, era arrossato dagli schiaffi di Dianna. ‘Quello stronzo l’ho già sistemato…si pentirà di aver tradito una gran donna come me!’ urlò Chantelle. ‘TU..invece….’ mi feci avanti con capo chino, speranzoso che mi riprendesse con lei. ‘…tu al solito mi hai dimostrato il tuo amore…lottando per me..complimenti..’ ‘Grazie, Signora, sa quanto sono innamorato di lei…stavo per tornare in Italia…non posso vivere lontano da lei…mi riprenda con sé..in nome della nostra unione..’ dissi con lentezza quasi singhiozzando, il cuore pieno di speranza.. ‘E’ vero. Non riesco ad essere arrabbiata con te, anche se nel tuo piano c’&egrave un errore che mi ha fatto arrabbiare eccome!’ ‘Quale? Signora..mi perdoni..ma il mio era solo un tentativo disperato…non voglio perderla…io..Signora…’ Lei mi fissò accigliata. ‘IN GINOCCHIO! – mi misi a terra subito! -Hai reso ridicola tua moglie con una troietta come S. che odio….’ ‘..ma..’ ‘SILENZIO! Non sopporto quell’arrogante troieta..!’ e andò da Krist lo afferrò per il volto e gli assestò due schiaffi violentissimi che gli fecero volare la testa da destra a sinistra, poi ancora incazzata, lo colpì di nuovo con forza- Dianna quando voleva era una dura, un pezzo di transex grossa, un culone da provincia del Sud, due braccia da ebony sì ingioiellati e con mani curate e laccate, ma due schiaffoni da lei equivalevano ad un cazzotto in faccia di un boxer(ed io ne sapevo qualcosa avendoli presi più volte ‘ e lui scoppiò a pinagere con più forza. Dianna lo afferrò per il collo e urlò: ‘TOGLIETI DALLE PALLE BRUTTO FROCIO BIANCO!!! SE TI VEDO ANCORA IN GIRO TI ROMPO IL CULO CON UNA MAZZA DA BASEBALL!!!!!!!!!!!!!!’
e con un paio di calci lo accompagnò alla porta e lo sbatt&egrave fuori.
Solo con lei in casa mi sentii meglio. A 4 zampe trotterellai da lei per baciarle una mano. ‘Grazie Dea. Beautiful and amazing Woman! – dissi veloce baciandole un anello e un dito della mano sinistra ‘ ti ringrazio mogliettina cara’ azzardai. Lei mi squadrò: ‘Ti riprenderò con me per la tua devozione ed amore…’
‘Grazie signora Mia, grazie Padrona…’
‘Ma prima voglio sbollire la mai rabbia e tu mi servi..’
‘Come Padrona? Mi ordini..’
‘Hai detto che stavi per tornare in Italia..’
‘..sì,ma solo se l’avessi perduta..’
‘Bene. Io voglio passare del tempo da sola. Ho in programma una settimana di spa a Salt Lake City. Mentre tu..’
‘Mi porti con sé Signora…’
‘No. Tu mi sei più utile. Ho preso in scuderia una nuova ragazza..e il mio promoter Josh ha organizzato per lei un piccolo tour in Italia. L’accompagnerai tu, conosci sia l’inglese che l’italiano e la porterai in giro. 3 tappe mi pare. 2 settimane. La conoscerai nel pomeriggio. Partirete mercoledì. Prepara la tua roba e il passaporto.’
‘..ma io..pensav..’ Dianna mi dette uno schiaffo. ‘Tu fai quello che dico io. Intesi? – e altro schiaffo ‘ vai di sopra. Ora esco per compere. Fammi trovare vasca e sali per le sei del pomeriggio!’
‘Sì, Padrona…hai suoi ordini…’
Mi dette un altro piccolo shiaffo, sorridendo, le baciai la mano devoto e corsi di sopra. Di nuovo a casa! Da mia moglie!
Chantelle uscì e tornò verso le cinque e mezza. Era assieme ad una sua amica, presumibilmente quella che avrei dovuto accompagnare in Italia. Era una figa pazaesca, alta, nera, gambe lunghissimi, volto lungo, grossa bocca(splendida)lucida, naso fine e rifatto, occhi grandi e color nocciola. Portava capelli a treccine, la fronte alta con poco trucco e brillantini. Indossava una camicia bianca fuori dai pantaloni a pinocchietto, Doc Martens ai piedi. Era molto bella. ‘Lei &egrave Brux, ma tutti la chiamano VEIN, anche tu sei autorizzato a farlo..’ disse mia moglie presentandomela. Strinsi la sua mano e feci un inchino. ‘Oh, vedo che &egrave servizievole il tuo maritino….’ ‘Sì! Hai preparato la vasca?’
‘Sì, Padrona..’ dissi cercando di mostrare sia la mia sudditanza alla moglie ritrovata che all’ospite. ‘Ok, vado a farmi un bagno.’ ‘Posso accompagnarla? Le serve un massaggio?’ ‘No, caro…so che muori dalla voglia di toccare il mio corpicino di figa del Sud…ma ancora non mi &egrave sbollita la rabbia per S. Tu rimani qui con Vein. Servile da bere e parlate del viaggio…a dopo…’ e se ne andò.
Feci accomodare Vein sul divano e le servii rum e coca.
‘Sei mai stata in Italia?’ chiesi.
Parlammo di lavoro e della cucina italiana.
*
quando mia moglie scende &egrave vestita per una serata in disco. Parrucca afro, bocca truccata e occhi viola. Jeans stretti che evidenziano sia il culone padronale sexy e nero, sia il pacco nel cavallo. Quel cazzo signorile che ancora non mi &egrave dato di ritoccare. Ma accadrà lo so. Maglietta bianca con strass ovunque. ‘Ehi dolcezza sei una figa immensa. Stasera faremo sfracelli!’ fece Vein con un fischio. ‘E’ bellissima signora..’ feci io. ‘Ok…andiamo..Vein…siamo ospiti al VX stanotte!…’ e Vein si alza. Mi saluta e raggiunge mia moglie sulla porta. Transex sensuali e porche mi fissano. ‘Non aspettarmi alzato..maritino…’ disse Dianna e le due scoppiarono in grosse risate umilianti per me.
Ma ero di nuovo a casa, alla comune di Dianna.
Guardai un po’ di tv e poi andai a letto.
*
verso le 4 del mattino Dianna rientrò facendo un sacco di casino. C’erano almeno altri due ospiti. Due boys intuii dal rumore e dalle voci. Non uscii per vedere. Non mi interessava. Dianna poteva certo scoparsi tutti i boys che voleva, era lei la padrona e a me stava bene. Ero tornato con lei e questo mi bastava. Ero il suo servo, per prima cosa.
Li sentii scopare in camera, urla, schiaffi, sborrate, sbattimenti prolungati, mia moglie godeva come una troia e si ripassava a sua volta i boys. Dopo un’oretta, affranto andai a dormire sul divano di sotto.
Mi sveglio uno dei boys. Un fustacchione nero con tuta adidas e petto da atleta nudo. ‘Ehi coglione! Dico a te! – fece sbattendo i mie piedi per svegliarmi ‘ sai dov’&egrave il succo di arancia? Ehi, amico…’
‘..non sono tuo amico…’
‘Ehi, stronzetto!? Perch&egrave non mi fai due uova?’disse l’altro boys. Un torzoletto nero tutto muscoli con ancora sul petto tatuato i segni delle cinghiate che mia moglie o il compagno gli avevano rifilato la notte prima.
‘..perch&egrave non te le fai da solo?’
‘Ehi…guarda che ti spacco la faccia…’
ALLORA!! STRONZI!!! CHE CAZZO SUCCEDE LAGGIù MI AVETE SVEGLIATO STRONZI!!!!! ADESSO FUORI DALLA BALLE!!! SUBITOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!! O SCENDO E VI PRENDO A FRUSTATE SUL CULOOOOOOO!!!!!!!!!!! urlò mia moglie da sopra.
‘…magari….adoro le tue cinghiate Dianna…’ fece il piccoletto.
ANDATE!!ORAAAAAAAAAAAA FUORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII TU PREPARAMI LA COLAZIONE E VOI DUE FUORI IN 5 MINUTI O PRENDO LA PISTOLA!!!! gridò Chantelle da sopra. I due se ne andarono, il lungo afferrò delle pastine e un cartoccio di latte e gridando:
‘BRUTTA TROIA….SEI UNA PAZZA….’ se ne andò seguito dal piccoletto.
Mi alzai e preparai una colazione e delle aspirine per mia moglie.
*
il giorno della partenza per Milano Vein si presentò a casa per pranzo. Avevo preparato tutto per me, fogli, biglietti e prenotazioni e avevo anche un trolley di Vein che mi era stato recapitato per UPS la mattina.
Dianna mi convocò in camera: ‘Dolcezza, oggi parto pure io. Spa, non vedo l’ora! Tu fila liscio, non farmi fare brutte figure e obbedisci a Vein come se fossi io. Lei ha carta bianca, può fare di te tutto quello che vuole, tu devi proteggerla fare da interprete e da segretario..’ ‘Certo, Padrona…come vuole lei signora..’ ‘Bene. Quando tornerai mi sarà passata quella storia di S. e potrai riavere questo da baciare, leccare, massaggiare e succhiare…’ e si scoprì il corpo nudo sotto la coperta. Era lei: bellissima, tanta, sexy, nera, amazing e potente, la mangiai con gli occhi, in mezzo alle gambe il coso nero, grosso e lungo era una terza gamba nera pronta a colpire ed a essere adorata.
Me ne andai all’aeroporto con Vein e prendemmo l’aereo per Milano. 10 ore e mezza di volo. Parlammo del lavoro. Vein era molto professionale e seria. Era anche sexy, con quelle labbra lucide e perfette, non avevo mai visto delle labbra così disegnate bene e non erano per nulla ritoccate dal bistori, ci scommettevo cazzo, delle labbra d’oro tutte lucide di rossetto color carne, appena più forte della sua pelle nocciola. Gli uomini la guardavano stupiti e arrapati, le hostess erano nervose a darle da bare o mangiare. Per distrarla le raccontai di come in aereo in viaggio di nozze io e Chantelle avevamo conosciuto una bionda veramente pazza che era diventata nostra amica per via delle palle infilate nel mio culo e fatte agitare da mia moglie per divertirsi. Vein rispondeva con una voce roca, dura, indossava una magia a righe molto castigata ma anche un minigonna sexy che metteva in rilievo le sue gambe infinite.
Prima che si addormentasse le chiesi:
‘Perch&egrave ti chiamano Vein?’
‘Ah..ecco..lo vedrai presto…, ho sonno dormo un po’, non svegliarmi.’
Dormì fino a Milano, io qualche ora.
Milano era sotto una timida neve, sporca e noiosa. Alloggiavamo in un buon hotel del centro. La camera da letto aveva tv e bagno, ma un solo letto. ‘Portate un materasso!’ disse Vein al cameriere che ci aveva accompagnato su. ‘Come un materasso? Vuole un’altra stanza, Signora? Dividiamo i letti?’ ‘Ho detto un altro materasso, qui subito ORA stronzetto o chiamami il direttore…non posso avere un cazzo di materasso?’ ‘Si calmi signora…’ ‘Tutto a posto..’ feci io. Gli allungai qualche pezzo da 10 euro e quello tornò poco dopo con un materasso. ‘Buttalo accanto al letto ‘ ordinò Vein al tipo dell’hotel. Lui obbedì. Se ne andò. ‘tu dormirai ai piedi del mio letto stanotte e ogni volta che saremo in camera assieme…adesso spicciati…contatta l’agenzia, facci venire a prendere…muoviti stronzetto cosa credi che ti abbia portato a fare con me? Per guardarmi?’ in effetti la fissavo. In mezzo alla stanza, alta, nera, ebony e sexy pantera era molto bella. ‘Subito Signora, telefono..’ e presi i fogli composi i numeri, nella concitazione parlai prima italiano poi inglese, poi di nuovo itlaiano ‘Sei uno stupido…’ fece lei. Quindi riuscii a riprendere in mano la situazione e fissai per le 3 del pomeriggio. ‘Mi faccio una doccia. Prendi gli oli nella mia borsa e vieni in bagno, dopo voglio essere oliata e profumata tutta quanta!’
l’avrei vista nuda, pensai e la mia eccitazione scoppiò forte nelle mutande. Vein si fece la doccia, ed io presi flaconi e olii profumati e aspettai. Uscì dalla doccia, venere nera favolosa e conturbante, le gambe infinite, il seno piccolo, il corpo snello e in mezzo. In mezzo un cazzone che anche da moscio era bello grossotto. E poi guardai meglio e capii. Capii subito. Capii Vein. In mezzo al cazzo sulla parte superiore dalla base partiva una grossa vena nera che terminava sulla pelle della cappella. Una vena gigante che chissà quante bocche aveva scopato e quanti culi si era fatta. Una vena gigante. Mi vide sorrise. Agitò il suo cazzo nero con la vena in fuori. Bella e prepotente era nuda davanti a me. Percorsi pochi passi mi inginocchiai a lei mentre faceva cadere l’accappatoio come in un film di Hollywood, io con gli olii in mano la gurdai in tutta la sua troneggiante meraviglia, pantera nera sexy ebony. Le cosparsi le gambe di olio ed iniziai a massaggiare e frizionare.
Allenato da Dianna andavo bene e a lei paiaceva si era seduta sul cesso mentr el curavo le gambe rampe di missili Cruis, nere e depilate. Le toccai il pene, ma lei mi scansò la mano:
‘Noo..noo..non ancora…piccolletto….so che ti paice il cazzo delle ragazze nere ma ancora io non voglio fartelo assaggiare, prima devi dimostrarti un bravo segretario tuttofare, niente cazzate o niente cazzo!’
degluitti eccitato, se quello era il premio. Il cazzo nero con la vena sopra, era un bel premio! Lo avrei vinto, non dovevo fare cazzate, ecco tutto.
Il lavoro in Italia si rivelò alla fine non troppo difficile. Facemmo tappa prima a Milano, poi Venezia e infine Roma. Dovevo tenere i contatti, occuparmi degli alberghi, dei biglietti dei treni, delle valigie di Vein, dei fotografi, ecc. era un vero casino. Feci alcuni errori, ma nulla di irrimediabile. Alla fine me la cavai. Vein risultò una vera puttana da palcoscenico, si muoveva sicura, altezzosa e quando sfoderava il suo cazzo tutti rimanevano a bocca aperta per la grandezza e quella vena incredibile sopra. Girò un solo promo per una serie dvd: si scopava un ragazzetto italiano, basso e palestrato. Se lo fotteva in qualche posizione su una poltrona a corde nere. La sera mangiavamo assieme in qualche ristorante italiano di lusso. Sceglievo sempre io per lei. Lei mangiava tranquilla, godendo di tutto, vino da 50 euro a bottiglia e grosse mance ai camerieri. Le sue labbra pitturate e perfette erano oggetto di sguardi lascivi e adoranti. Il suo corpo da pantera nera, slanciato e sexy faceva voltare ogni sguardo. Dormivo su un materassino ai suoi piedi. La tenevo pulita e oliata, ma non volle mai darmi il suo cazzo in quei giorni. Promo a parte aveva scopato con un paio di inglesi a Venezia, mentre io aspettavo fuori dalla camera. Mi aveva fatto chiamare e umiliandomi davanti agli sconosciuti inglesi: ‘Questo &egrave la mia segretaria personale, &egrave il marito-schiavo di una mia amica americana e me lo ha prestato perch&egrave &egrave italiano…’ ‘Un vero Stallone Italiano!!’ disse uno dei due. ‘Vacci a prendere dell’acqua, della frutta e dello champagne stronzetto…corri…e poi vattene pure a letto…!’ e mi congedò. Feci quanto ordinato, gli inglesi erano nudi a letto e ridevano di me, uno mi dette pure uno spintone e mi fece cadere ai piedi di Vein. Lei mi guardò. Mi prese per i capelli e mi sbatt&egrave il suo cazzo sulla faccia. Era duro e liscio, nodoso e nero, forte e quella vine sopra lo rendeva unico. ‘..lo senti l’odore della bocca di quei due coglioni….me lo hanno ciucciato a vicenda con le loro boccucce calde e piene di saliva..vero stronzetti?’ ‘…sì, Vein…sì..vero…puoi giurarci…’ rispose uno.
‘lo senti, verme?’
‘…sì, Signora…’
‘Ti piacerebbe anche a te leccarmelo vero?’
‘…sì…signora…’
‘..lo so, ma stronzetto non voglio ancora dartelo…annussa…senti…annusa troia…’
mi sbatt&egrave il suo cazzo nero sul volto, sulla bocca, sul collo. Era pesante e forte, duro e enorme. Fissavo ipnotizzato la sua vena.
‘..lo sento..signora…’
‘Bene!! vattene ora, stronzetto non &egrave ancora la tua ora…’
mi colpì ancora col suo cazzo, sulla bocca, sul naso.
Mi alzai e ringraziando mi allontanai dalla stanza. I due froci inglesi ridevano alle mie spalle.
*
A Venezia Vein aveva fatto la turista, anche in gondola, nonostante fosse molto freddo sul canale. A Roma, dopo delle foto in piazza di Spagna e al colosseo con i turisti e i romani che impazzivano per lei, Vein volle andare a mangiare in una trattoria romana. Scelsi un posto tranquillo in fondo a una strada stretta di Trastevere. La trattoria era piccola, pochi coperti, scendemmo delle strette scale fra muri antichissimi, freddi e misteriosi. Ci sedemmo a un piccolo tavolo con le tovaglie rosse e bianche e un fisco di vino per candela. Vein ordinò subito del vino bianco e ne finì mezza bottiglia prima degli antipasti. Non c’era nessuno in quella piccola stanza sotto terra. A Roma. Mangiammo spaghetti al pomodoro che lei trovò fantastici ed io piuttosto scarsi, poi carne con grana e rucola. Non era ottima carne, ma Vein la spazzolò con una bottiglia di vino da sola. Era allegra mi chiedeva delle cose, poi rideva stava tutto il tempo sul cellulare ultimo modello, beveva e rideva. Il conto era esoso. Protestai e il padrone, Mario, ci regalò della grappa e non ci fece pagare il dolce. Mario chiese chi era quella donna bellissima e io gli dissi che era una famosa attrice americana. Mario volle fare delle foto con lei e vennero i camerieri. Alcuni di loro capirono che Vein era una trans, ma non lo dissero a Mario. Uscimmo, Vein era eccitata e le spiegai di cosa avevo detto a Mario e dei camerieri. Lei rise: ‘Bravo…sei stato fantastico…!! bene…e poi io sono una Star!! non &egrave vero?’ ‘Sì, signora..’ Vein era ubriaca ma volle fermarsi in un bar per della grappa. Mentre ci servivano lei esplose: ‘EHI un video di Dianna!!! cazzo!! fai vedere??!!’ e si mise a vedere il video spedito da mia moglie. Rise di gusto e tutti i presenti nel bar si voltarono a guardarci. ‘Non ci posso credere…la troia…guardala!!!’ urlò e io arrossii. Mia moglie. Vein rideva. ‘…cazzo…grande…quella troia di Dianna..quella puttanella…’ la gente ci guardava inorridita. Un cameire venne a dirci di abbassare la voce. Vein lo ignorò, continuò a urlare e guardare il video. Alcuni uomini fissavano Vein, l’ammiravano e avrebbero voluto farsela lì nel bar! ‘…cazzo…che tipa…tua moglie…’ e mi passò l’i-phone. GUARDA!! ordinò baffarda. Le labbra meravigliose e luminose mi sfidarono. Presi il cell. E premetti play video. Dianna era sul suo letto di casa, sopra un uomo con una parrucca che dava le spalle alla telecamera. Mi moglie vestita di azzurro, elegante, pizzi e merletti, ben truccata, eccitata e bellissima era sopra un tizio nero e se lo stava scopando. Lo cavalcava da dietro dritto nel culo di quello che si prendeva una ramazza nera di prima qualità, quella di mia moglie che godeva nel fottersi il tipo. Premetti stop e detti il cell. A Vein. ‘..mi basta..’ aggiunsi. Lei rise. ANDIAMOCENE
bevve la grappa, la mia e la sua e altezzosa uscì dal locale sculettando con le donne che mormoravano e gli uomini impazziti di tanta regalità felina. Io, come scusandomi la seguivo come un cagnolino, con gli occhi fissi al suo gran culo di figa.
Prendemmo un taxi per tornare in albergo.
L’albergo era fuori centro ma la nostra camera dava su una splendida vista della capitale illuminata. Splendida e magnifica come solo Roma può essere. Vein si mise bere J&B guardando la città. Mi aspettava il solito materassino ai suoi piedi. Il giorno dopo aveva un’intervista per un sito transex italiano e poi treno per Milano e partenza per USA a mezzanotte e mezza.
‘Vieni qua..dolcezza..’ mi ordinò ed io sgattaiolai ai suoi piedi in attesa di ordini. ‘Parlami di tua moglie..Dianna…dimmi di quando fate sesso…dimmi di quando lei viene…come viene? Come sborra? Come ti riempie il culo o la bocca??’ rideva, ubriaca, ma determinata, sapeva che ero in suo possesso ancora una notte e un giorno. Ma l’umiliazione era tanta. Scossi la testa. Lei mi afferrò i capelli: PARLA ITALIANO DEL CAZZO!!!! RACCONTAMI DI COME VIENE LA MIA CARA AMICA DIANNA SU DI TE STRONZO BIANCO…
abbassai lo sguardo e lei mi colpì sulla testa. Una volta. Due.
‘..basta…la prego…’
PARLA STRONZO! ORA!!
‘..ok…come viene mia moglie?..oh..ecco…direi…ecco..&egrave un vulcano di sperma bianco e denso…&egrave una colata calda di nettare padronale…’
VAI AVANTI STRONZO…MI PIACE fece Vein.
‘…mia moglie quando viene, inarca il corpo…il suo culone stupendo va indietro, il cazzo freme..si punta..carica e svuota un carico da 90 di sborra.,,
DOVE?
..di solito ama riempirmi la bocca…
Vein si ingrifò, dalle mutandine cacciò fuori il serpente nero e prese a toccarsi.
‘…mi riempie la bocca di quel fiume caldo di sborra. Il getto mi va in gola, io oramai sono preparato ma rischio ugualmente di soffocare, &egrave tanto, forte, denso, grumoso…
Vein si tocca sentendomi, chiude gli occhi e la bocca meravigliosa luccica nella stanza.
‘…dentro la bocca &egrave tanto, forte, caldo. Lo sperma di Dianna &egrave ottimo. Sa di lei, di donna del sud, di padrona nera. Lo raccolgo e lo assaporo…’
vein si gode il racconto e si masturba. Il suo cazzo nero &egrave già grosso nella sua mano pitturata di rosa e azzurro.
‘…lo mando giù o lascio che sia lei a farmelo ingoiare chiedendomi la bocca e spingendo giù il suo seme padronale…’
Veini &egrave eccitata, la biscia &egrave grossa nella sua mani, un cazzo nero con una vena in cima, enorme.
‘…altre volte mi viene in faccia…schizzi come frecce mi colpiscono la bocca, il naso, gli occhi, i capelli, le gote…lei &egrave forte, impugna quel cazzo e mira a me, a suo marito…per fare sentire la sua forza, il fatto che lei &egrave la Padrona, mia moglie!!’
CONTINUA CONTINUA!!! Parla,stronzo!! diceva Vein toccandosi.
‘…infine mi viene nel culo. Le piace sborrarmi dentro. Riempirmi il culo di sborra. Lascia poi che coli via divertendosi col mio culo depilato. Mi sculaccia, spinge l’ano per far colare la sborra..la fotografa..mi umilia…vuole che mi masturbi per aggiungere alla sua sborra la mia e farmela bere…’
a quelle parole Vein si alza, mi prende la testa, mi tira su, punta la sua grossa verga con una vena enorme e mi ficca il suo uccello in gola.
Finalmente.

””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””per domande, suggerimenti, critiche: dorfett@alice.it Il giorno dopo mentre stavo servendo colazione a mia moglie, suona il suo cellulare e lei si mette a blaterale con un tipo di L.A.
Siamo seduti in cucina, il sole della mattina entra dalla portafinestra. Fuori gli uccellini cantano sui rami, le auto sul viale passano lente. Mi sento a casa e mi sento bene. Guardo la mia bellissima moglie. Sbocconcella un croissant alla mela con la sua bocca stupenda appena segnata dal lucidalabbra che suo marito, cio&egrave io, le ha passato priam di scendere. Gli zigomi alti e sexy, una ciocca di capelli mossi che scenda su un lato, il suo volto &egrave quello di una dea nera carnosa e sensuale. La fisso pieno di desiderio di lei. I suoi occhi scuri brillano nella stanza. La adoro. &egrave sexy, &egrave bella, &egrave mia moglie ed io sono la sua cameriera personale, il suo servo e anche suo marito.
Riappende.
‘Honey…ho del lavoro per te: Sammy vuole due righe di sceneggiatura per stasera..ci pensi tu, dolcezza?’
sorrisi. Tornavo utile, come un tempo.
‘..certo Signora, ne sarei felice…’
‘Bene, dolcezza…allora vai di sopra e butta giù qualcosa…muoviti..’
Mi alzai di scatto.
‘Fermo!Vieni qua..’ e mi indicò una gota da baciare. Pieno di amore mi avviciani a lei e aspirai il suo odore. ‘Sei magnifica, Chantelle, sei la donna più sexy e più bella del mondo!’ dissi piano baciandola sulla gota. Lei sorrise e mi dette una strizzata al sedere.
Mi fiondai in camera a scrivere qualcosa. All’inizio ebbi delle difficoltà, non mi veniva in mente niente di buono. Cercai di calmarmi e feci una doccia. Mentre mi asciugavo presi il cellulare e aprii i messaggi di mia moglie. C’era quello del I WILL RAPE YOU! E mi eccitai ripensando a ieri sera quando Dianna aveva messo in azione il suo piano di violentarmi. Pensai a come mi aveva preso, aprendomi in due da dientro, con il suo cazzone che andava e veniva dal mio culo.
E mentre mi toccavo mi venne l’idea. Certo! Avrei scritto di uno che aveva incubi su una transex che lo violentava. E lo minacciava nei sogni con un cartello con su I WILL RAPE U! Perfetto. Buttai giù qualche riga dopo essermi rivestito e ascoltato un po’ di musica. Quindi andai di sotto a cercare mia moglie, ma Chantelle era uscita. Quando rientrò mi fece chiamare e mi chiese se avevo partorito qualcosa. Le spiegai e lei fu entusiasta, era tornato come prima pensai ero di nuovo il suo soggettista, il suo marito-schiavo, il suo mentore. Telefonò a Sammy e le raccontò l’idea. Era vestita con una gonna a fiori e un top luccicante, le tette calde e nere uscivano fuori da sole mentre sobbalzava al cellulare, il volto bellissimo e sexy, la sua bocca da mangiare, da adorare. La fissavo. Lei chiuse la conversazione e annunciò: ‘Facciamoci portare del cibo koreano a casa e poi guardiamo la tv, dolcezza..ho voglia di coccole stasera…sono stanca…voglio che mi lecchi il culo stasera….voglio sentire la tua linguetta bianca sul mio culone nero…’ Risi di gioia. ‘Sarà un onore e un piacere, Signora, leccarle il sacro culo, sa quanto adoro quella parte del suo corpo, Padrona…’
‘Bene…ecco…telefona al ristorante…fatti mettere la salsa agrodolce e i biscottini alle mandorle…’
‘…sì…padrona…’
Dopo la cena, Dianna volle essere servita in veranda. ‘Un bicchiere di vino bianco, culobianco…e poi andiamo di sopra, tu e io..’ Le portai il vino e mi accoccolai ai suoi piedi, strusciandomi alla sua gamba come un cagnolino. Lei mi toccava il collo e mi solleticava la nuca, presi a massaggiarle i piedi mentre lei beveva a occhi chiusi, austera e radiosa. Bella e mia.
Salimmo di sopra. Mia moglie si mise a letto con i suoi foseuax preferiti e la maglia di un vecchio pigiama. Sintonizzò la tv su un talk show e si mise a bere succo di mirtillo e gin con la cannuccia, mentre io, ai piedi del letto mi prendevo cura delle sue estremità questa volta con gli olii e le creme del nostro magazzino personale. Massaggiai i suoi piedi neri e dolci e li baciai a lungo. Baciai e massaggiai. Baciai e lodai i piedi della mia padrona. Mia moglie. Lei beveva e guardava la tv mentre la sua serva personale, come era giusto, le faceva un servizietto ai piedi.
Alla fine, Dianna si appisolò e prima che dormisse le chiesi se voleva che le leccassi il culo. Lei disse di sì. E mi offrì il suo regale sedere da adorare. E lo feci. Toccare di nuovo quel culo padronale, sexy, nero, grosso, grasso, depilato, enorme, dolce, buono, sessualmente arrapante che sapeva di donna, di sesso, di cazzo. Lo baciai devoto e lo baciai a lungo, mai sazio di quella goduria, di quella pelle nera, salata e profumata. Baciai, sì, baciai.
Lo feci.
Poi infilai la mia lingua nel solco, dritto nel solco dolce di mia moglie. Sentivo che lei dormiva, ma io continua a bermi quel pasto, quel culo padronale, sexy e femminile. Leccai a lungo, leccai mai sazio.
Leccai e baciai di nuovo.
Ma soprattutto leccai.
Come se leccai.
Il giorno dopo il produttore di L.A. Ci confermò che il film così come lo avevo pensato io si sarebbe fatto. Nel pomeriggio avrebbero versato un migliaio di dollari nel conto di Dianna Ross ad Atlanta. Mia moglie era contenta ed io mi godevo il mio momento di gloria servendole due uova sode, brioches salate con burro e miele di acacia e frutta fresca.
‘Ehi, dolcezza…
‘..sì, Signora? Altro caff&egrave?’
‘Versamene una tazza, maritino e ascoltami: cosa ti andrebbe di fare con me, oggi? Dimmi se riuscirai a stuzzicarmi esaudirò il tuo desiderio..’
‘Grazie, Signora…lei &egrave così gentile con me…ecco…io… – ci pensai bene. Cosa volevo? Cosa avrebbe gradito? Il cervello mi scoppiò di idee e pensieri. Respirai letamente cercando di calmarmi. Lei sorrideva sbocconcellando una pesca. La sua immagine di donna e il suo cazzo mi eccitarono. Mi feci forza. Calma pensai ‘ …veramente…io…
‘Dimmi maritino…cosa vuoi? Che ti scopi ancora? Che andiamo fuori io e te come una coppia?…che ti va di fare….dimmi….avanti, dolcezza…’
‘…veramente…ecco…io pensavo…
‘Avanti…ti ascolto, culobianco…chiedi…’
‘Insomma, Signora…io…
‘Non farti pregare. Sputa il rospo! Vuoi che ti faccia baciare il mio culo?’
‘…pensavo…cio&egrave…mi piacerebbe che si vestisse da dominatrice e mi umiliasse come meglio vuole….’
‘Oh, Porconcello!!…che troietta bianca… che sei…che puttanella pronta alla frusta che sei…ok! Mi va!! prepara il costume e poi vieni a truccarmi. Sarò la tua moglie- padrona!’
‘…signora..?’
‘Sì?’
‘GRAZIE..’ dianna mi dette la sua mano da baciare e mi spedì di sotto a cercare un costume da dominatrice.
Feci con calma. Aprii l’armadio di mia moglie e presi a guardarci dentro. Un tripudio di vestiti da donna di ogni colore, pantaloni di ogni genere, camicie, pellicce e poi i costumi. Tantissimi. In tutto quel glamour trans alla fine scelsi un vestito di lattex scuro, residuo di Cop Transex. Camicetta coi bottoni che avrebbero evidenziato il suo seno procace, gonna minimini, zoccoli con tacco vertiginoso. Corsi di sotto e la raggiunsi in bagno. ‘Eccomi..vestito..e adesso..trucco…!’
Mia moglie si accomodò sul palcoscenico davanti allo specchio ed iniziai. Fard pesante, mascara, ciglia porche, ombretto pesante blu scuro e poi mi dedicai alla sua bocca. Scelsi un rossetto deciso, brillante, rosso cobalto. Lei si sistemò il rossetto con uno straccetto bianco e poi me lo donò. ‘Grazie, padrona..’ presi il cimelio con tracce della bocca di lei e lo nascosi nei pantaloni. ‘Cosa fai ancora vestito?! Nudo ti voglio! Spicciati!’
Lei prese a vestirsi ed io a spogliarmi. Nudo, in ginocchio attesi ordini. VAI A PRENDERE IL COLLARE! MUOVITI!
Andai a prenderlo e lei me lo sistemò al collo. Mi fece camminare nella stanza in tondo, mentre lei si sitemava al meglio. Mia moglie era una bomba di sesso. Il costume da Cop transex le donava, era orgogliosa, sexy e bellissima. Il trucco era perfetto. Il pacco nella gonna già si vedeva. Era eccitata. Mi fece girare ancora in tondo, quindi mi dette i suoi zoccoli da adorare. Presi a baciare quelle calzature che contenevano i piedi di Dianna. Lei mi fece segno di continuare. Distesa come una matrona, mi teneva il guinzaglio e mi indicava dove baciare. Dove adorere.
Contimuai a leccare quelle scarpe e poi lei mi fece segno di baciarle le gambe nude. Devotamente baciai quella pelle meravigliosa. Baciai con gusto e piacere. Mia moglie era la mia padrona e io la veneravo come era giusto che fosse.
BENE PUTTANELLA!! ADESSO ALZATI E SEGUIMI IN BAGNO….VIENIII…Sù su…ANDIAMO TROIETTA…
a guinzaglio mi condusse in bagno e mi ordinò di entrare nella vasca. STENDITI.
Ubbidii. Scesi nella vasca fredda e attesi. Lei allora salì sopra la vasca e scudisciò il suo cazzo nero. Enorme al solito. Non in tiro ma gonfio. ADESSO TI BECCHI UN PO’ DELLA PIOGGIA DORATA DELLA TUA MOGLIETTINA!!!!
si prese il cazzo in mano e mi puntò la cappella addosso. Prese la mira. E pisciò. Un getto forte, a spruzzo, caldo, forte. Mi colpì in faccia e sul petto. Era calda e decisa. Non ero abituato al piscio della padrona. Certo l’aiutavo a pisciare a volte e le leccavo la cappella per pulirla. Il sapore della piscia si avvertiva appena. Ma lì nella vasca mi beccai tutto il flusso addosso e fui stordito dall’odore.
BENE!! ECCO HO FINITO!!! PULISCITI E TORNA DI Là!!! ABBIAMO APPENA INIZIATO. ADESSO CHE MI SONO SVUOTATA VOGLIO FICCARTELO IN BOCCA MARITINO!!!!

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