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Racconti Trans

Violentata – 1 Parte

By 6 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Violentata ‘ I parte di Lukexxx
lukexxxypsylon@yahoo.it
Asciugavo nervosamente la cucina in attesa che l’idraulico a cui avevo telefonato suonasse alla porta. Il lavandino si era improvvisamente rotto schizzando acqua dappertutto.
Avevo chiuso il rubinetto centrale e con gli abiti ancora umidi passavo lo straccio per terra e lo strizzavo in un secchio.
Ero appena tornata da un colloquio di lavoro ed ero vestita con una gonna nera aderente, una camicetta bianca aperta sul davanti. collant neri e tacchi alti.
Per i miei vicini di casa io ero Sabrina una ragazzina diciottenne che si era trasferita in quello stabile da pochi mesi. Il mio corpicino delicato e i tratti del viso ancora fanciulleschi mi facevano apparire più giovane e spesso dovevo esibire la carta d’identità per dimostrare che ero maggiorenne.
Forse qualcuno aveva dei dubbi ma nessuno sapeva per certo che ero un uomo.
Le forme del mio corpo efebico non potevano certo far intuire una cosa del genere. Belle gambe affusolate e perfettamente depilate, piedi piccoli, bel culetto tondo e prominente, visino dai tratti delicati, mani curate e abiti sempre molto sexy e femminili non potevano lasciare spazio a dubbi.
Il campanello suonò ed andai ad aprire la porta.
Mi ritrovai di fronte un uomo alto, corpulento e massiccio dall’aria decisa, rozza e un po’ strafottente.
“Permesso” bofonchiò entrando
“Prego ” risposi guardandolo
“Qual’è il problema ?” chiese come se mi stesse accusando di qualcosa.
“Il rubinetto del lavandino si è rotto” risposi
Andò a controllare e io ne approfittai per osservarlo bene. Era davvero un bell’uomo con una muscolatura da palestrato.
Da quando avevo dovuto interrompere la relazione con mio zio non avevo più fatto l’amore e ne avevo una grandissima voglia…. chissà cosa avrebbe pensato quell’uomo se avesse saputo che in mezzo alle gambe avevo un piccolo uccellino al posto di un fighetta ?
Si era inginocchiato e stava guardando la tubatura sotto il lavello. Lo osservai attentamente per qualche minuto poi mi avvicinai appoggiandogli una mano sulla spalla destra. “Vuole qualcosa da bere ?” chiesi con voce carezzevole
Alzò la testa e mi guardò con un espressione dura che mi mise a disagio. Forse ha capito che non sono una donna pensai.
“Si” rispose alzandosi e facendolo mi accarezzo rudemente il sedere e la schiena.
A quel contatto un brivido mi attraversò il corpo.
Presi una birra dal frigo, la aprii e ne riempii un bicchiere.
Glielo porsi ma inaspettatamente ebbi una contrazione del polso e gliene versai un po’ addosso.
Lui si scostò di scatto
“ma che cazzo fai ?” sbottò con aria arrabbiata
Scusi …scusi..non l’ho fatto apposta dissi afferrando uno straccetto e cercando di asciugare le macchie sulla sua camicia.
Mi fissava duramente, aveva un espressione che mi impauriva.
Feci un passo indietro ma a causa della tensione appoggiai male la scarpa e scivolai sul pavimento bagnato finendo a gambe all’aria. La gonna si alzò mettendo allo scoperto le mie gambe e il leggerissimo tanga nero coperto dai collant che nascondeva un piccolo ma evidente uccellino.
L’uomo mi fissò esterrefatto puntando esplicitamente lo sguardo sulle mie gambe e sul mio pube.
Allungò una mano e mi palpeggiò rudemente.
Vidi i suoi occhi appannarsi come riempiti da una improvvisa scarica di eccitazione.
Mi afferrò per i capelli. Gli presi la mano per cercare di liberarmi dalla sua presa ma era troppo forte,
In preda al terrore mi misi a urlare ma appena iniziai mi colpì con una sberla che mi fece ammutolire. Sentivo la guancia arrossata che mi bruciava.
Senza dire niente e tenendomi saldamente per i capelli si slacciò la patta ed estrasse un uccello di dimensioni colossali.
‘Zitto e succhia frocio del cazzo’
Me lo infilò in bocca con forza e mi sentii soffocare. Mi spingeva la testa avanti e indietro, facevo fatica a respirare e iniziai a lacrimare. Me lo spingeva in gola e mi veniva da rigettare.
‘Ciuccia pompinara altrimenti ti riempio di schiaffi!, Succhia, puttana, succhia’.
Avevo paura, il suo grosso cazzo aveva un fortissimo odore di maschio e un sapore intenso; iniziai ad impegnarmi succhiando e leccando come mi piace fare dedicandomi anche alle sue palle; speravo che se mi fossi impegnata non mi avrebbe fatto del male.
Lo tirò fuori e prese a sbattermelo in faccia e a darmi piccoli schiaffetti sul viso.
Me lo infilò di nuovo in bocca e ricomincio a tirarmi la testa avanti e indietro.
Dopo circa 15 minuti lo sentii urlare, mi tenne la testa premuta contro il pube e mi schizzò in bocca riempiendomela di sperma bollente. ‘Ed ora ingoialo tutto, se ne esce solo una goccia ti riempio di schiaffi, capito troia!?!’.
Inghiottii più velocemente che potei, il suo seme era denso con un sapore salato e amaro che mi piacque moltissimo. Nonostante non feci uscire neanche una goccia del suo sperma mi dette comunque uno schiaffo che mi fece accasciare per terra.
Abbassai lo sguardo in segno di sottomissione. Avevo paura di quel ragazzo violento ma una parte di me ne godeva, a una parte sconosciuta di me piaceva sentirsi in sua balia ..essere la sua troia e soggiacere alle sue voglie animalesche. Aveva un gran bel cazzone. Il pensiero di essere inculata da quel bestione mi terrorizzava ma sapevo che non avrei potuto farci niente, mi avrebbe stuprato e io non avrei potuto farci niente. Nonostante la paura quel pensiero mi eccitava tremendamente perché mi faceva sentire desiderata, un oggetto sessuale sottomesso.
Prese dalla sua borsa un rotolo di nastro isolante e mi legò i polsi dietro alla schiena, poi tirandomi per i capelli mi fece mettere in ginocchio davanti a lui. “succhiami le palle, leccale bene puttana !”
Lo feci, lui mi colpiva il viso con il suo randello di carne impregnandomi dell’odore del suo cazzo.
Mi afferrò la testa all’altezza delle orecchie e prese a scoparmi la bocca con forza. In meno di 5 minuti il suo uccello era di nuovo duro e svettante.
I suoi colpi mi facevano soffocare ma mi piaceva a tal punto che iniziai ad emettere gemiti lussuriosi…. sentivo la faccia e la bocca pregna del sapore del suo cazzo; un sapore afrodisiaco.
“Alzati pompinara del cazzo” ordinò tirandomi in piedi. Mi fece appoggiare al tavolo di cucina e piegare a 90. Avevo le mani legate dietro la schiena e la testa premuta contro il piano del tavolo.
“Ti sfondo il culo puttana” urlò iniziando a sculacciarmi il sedere con forza. Le fitte causate dalle sculacciate erano per me fonte di piacere e iniziai a gemere ancora più sonoramente.
“Ti piace è ? sei una vacca, una vacca rotta in culo” mi calò in malo modo i collant fino a mezza coscia e mi strappò il tanga, sputò due volte sul mio buchino.
Infilo dentro due dita facendomi gemere di dolore, le spinse avanti e indietro per un po’ poi ne introdusse di forza una terza e le usò per stantuffarmi selvaggiamente il buchino. Estrasse le dita, appoggio la sua gigantesca cappella al mio sfintere e con un colpo secco e potente me lo infilo dentro fino ai coglioni.
Sentii il mio buchino dilatarsi oscenamente e dolorosamente per far spazio a quel palo di carne caldo.
Urlai a bocca spalancata per il dolore, delle lacrime presero a scorrermi sul viso. Mi sentivo piena e sfondata.
Mi tirò indietro la testa per i capelli facendomi inarcare la schiena e prese a scoparmi cavalcandomi con ritmo crescente. Mi misi a piangere.
“Ti rompo il culo puttana!!!”
Senza badare ai miei gemiti di dolore affondava il suo scettro con violenza inaudita., chiusi gli occhi e strinsi i denti mugugnando. A un affondo più forte degli altri aprii la bocca e urlai ma il suono che ne usci non era più di sofferenza come quelli precedenti. Girai la testa e vidi la scena riflessa nello specchio del corridoio davanti alla porta della cucina.
Legata, piegata sul tavolo e inculata selvaggiamente senza alcun riguardo. Mi sentivo sottomessa, mi sentivo una troia e nonostante il dolore dovetti ammettere a me stessa che ero eccitatissima e che avere quel grosso cazzo infilato nel culo mi piaceva moltissimo.
La sensazione di essere legata e riempita da un grosso bastone di carne era fantastica e inaspettatamente, senza nemmeno sfiorare il mio uccellino godetti eiaculando sul pavimento in un orgasmo completamente anale. .
“Ti piace, vero zoccola, te lo sfondo…dopo il mio trattamento vedrai che potrai prenderne dentro anche due insieme in questo culo da troia ” disse ricominciando a sculacciarmi.
‘Sei la mia cagna, dillo Troia, dillo !’
‘Siiììì, sono la tua cagna’ dissi sbavando di lussuria per l’incredibile orgasmo che quel bastardo mi aveva procurato.
Tirandomi per il collo della camicetta mi scaraventò per terra e mi trascinò davanti al grande specchio appeso nel corridoio, mi fece mettere in ginocchio con la testa appoggiata a una sedia e subito riprese a incularmi. Mi sentivo sovrastata, Si piegò sopra di me, avvicinando la bocca al mio orecchio sinistro.
Il suo alito caldo sul collo, i suoi insulti, le sue sculacciate e il palo che entrava e usciva dal mio culetto dilatato mi fecero entrare in uno stato che non avevo mai provato prima godendo del pensiero di essere la sua schiava, la sua puttana. Tirandomi per i capelli mi fece alzare la testa e guardandomi nello specchio il piacere di essere dominata aumentò ulteriormente. Vedevo riflessa la mia faccia femminea che non poteva trattenersi dall’esprimere godimento per quella dolorosa penetrazione e subito dietro quella massiccia di un uomo prepotente che con le mani intorno al mio collo mi inculava a ritmo selvaggio.
Improvvisamente si fermò ed estrasse l’uccello.
‘Non ti muovere puttana’
Girai la testa e lo vidi tornare in cucina e frugare nella sua borsa degli attrezzi.
Tornò verso di me con in mano una forbice e un cellulare di fattura molto moderna. Accese la luce del corridoio e un attimo dopo sentii il freddo delle forbici contro i miei polsi. Tagliò il nastro e mi liberò le mani.
Puntò il cellulare verso di me e capii che mi stava fotografando il culo dal buchino oscenamente dilatato.
‘In ginocchio’ ordinò
Ubbidii subito
‘Sorridi e fammi vedere quanto ti piace ciucciarmi il cazzo’
Ebbi un attimo di esitazione che mi costò una piccola sberla
Afferrai il suo enorme arnese e iniziai a leccarlo massaggiandogli i testicoli.
‘Guarda in alto, ammicca, e succhia’
Lo feci, sorrisi, mi leccai le labbra e succhiai con passione
‘Ok ora girati, mettiti a quattro zampe, allargati le chiappe, volta la testa verso di me e supplicami di incularti’
Appena mi misi in posizione l’uomo mi colpì con una sculacciata potente che mi fece gemere.
‘Avanti’ incalzò
Misi le mani sulle natiche e le allargai poi girai la testa verso di lui.
‘Tu sarai la nostra segretaria bel frocetto’ dichiarò come se il mio parere non contasse nulla.
‘Hai capito pompinara ?’
‘Sìììì!, risposi ‘tutto quello che vuoi padrone, ti prego padrone, inculamiii! Ti supplico, rimettimelo dentro!’

Dopo qualche minuto l’uomo appoggiò il cellulare; posizionò la cappella sul mio sfintere martoriato e mi penetrò fino in fondo. Accolsi il suo cazzo ansimando di puro godimento invasa da una sensazione di pienezza che mi estasiava e che prendeva linfa dal fatto che continuava a metterlo dentro tutto e a sfilarlo per intero. Gemetti senza più pudori.
Il cellulare suonò.
‘Si’ disse senza neanche sfilarsi.
‘Si, ho quasi finito’
‘No no ma ho buone notizie per te, ho trovato la segretaria che stavi cercando’ Girò il videofonino per inquadrare il suo cazzo infilato nel mio culo e riprese a fottermi con affondi potenti.

Si fermò di nuovo
‘Hai visto ? che ne dici ?, …. no è un frocetto burroso tutto da sfondare , una vera zoccola’
‘…si… aspetta’ disse al suo interlocutore.
‘Mettiti il cellulare per terra davanti alla faccia e guardalo mentre ti inculo’ ordinò
Ubbidii, lo posi sul pavimento davanti a me e cercai di rimanere nel campo visivo della telecamera anche quando l’uomo riprese a scoparmi con forza e profondità. Dopo 5 minuti a quel ritmo mi sentivo sconvolta ed ebbi il mio secondo orgasmo anale.
‘passami il cellulare’
Lo feci con le mani ancora tremanti a causa del piacere che mi avvolgeva.
‘Hai visto ?’ chiese al suo amico
‘D’accordo, Te la mando per le 15:00 ok ?…. ok ‘
Mise giù il telefono
‘Girati e succhiami il cazzo’ ordinò
Lo feci
Mi prese la testa ai lati e dopo avermi scopato la bocca per un paio di minuti lo estrasse e urlando come un animale mi riempì letteralmente il viso di sperma.

Riprese in mano il cellulare e mi fotografò più volte il viso imbrattato.

‘Ora piccola zoccola fatti una doccia, vestiti e truccati da sgualdrina e presentati alle 15:00 in punto nell’ufficio della cooperativa dall’altra parte della strada. Sai dov’è vero ? ‘
‘Si’
‘Il mio capo ti aspetta per un colloquio di lavoro come segretaria. Se fai parola con qualcuno riguardo a quello che è successo entro domani tutto il quartiere saprà che sei una prostituta, un frocio rotto in culo ….ti piacerebbe vedere le foto che ti ho fatto appese per tutta la zona con sotto il tuo numero di telefono ?’
Con i cuore in gola e il viso che grondava sperma feci segno di no.
Lukexxx
lukexxxypsylon@yahoo.it

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