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Trio

2+1

By 23 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Siamo a letto, io e te, sdraiati su un fianco, come sempre, quando iniziamo a farci le coccole.
Io indosso una sottoveste, LA sottoveste, quella di seta nera che mi hai regalato e che mi fa sentire sexy e audace. Non porto il reggiseno, ma solo un vecchio perizoma rosso, che si intona perfettamente con il nastrino che attraversa la sottoveste: un residuo di qualche Capodanno passato, un vecchio portafortuna. Tu sei in mutande: fa troppo caldo per poter anche solo pensare di portare qualcos’altro.
Ci baciamo: piccoli, teneri baci, intervallati da occhiate languide e sorrisi appena accennati.
Ormai conosciamo tutto l’uno dell’altra, percepiamo i segnali del corpo, i messaggi muti che ci scambiamo: un bacio un po’ più lungo, la lingua che guizza alla ricerca di quella dell’altro, un gemito a fior di labbra, e capiamo entrambi che il desiderio sta montando, che siamo pronti per il passo successivo.
Mi avvicino di più a te, faccio aderire il mio corpo al tuo, e trovo la conferma alle mie parole: sei duro, posso sentire la tua erezione che mi preme sul ventre.
Sentire sul mio corpo l’effetto che ti faccio, anche solo con i baci, &egrave il più potente afrodisiaco che conosco: ansimo, infilandoti la lingua in bocca, e intanto mi stringo di più a te, sollevo una gamba e la aggancio alla tua, in modo da stare il più possibile vicini, da facilitare i movimenti e poter strofinare il mio pube contro il tuo.
La tua mano mi tocca: prima il polpaccio, incastrato tra le tue gambe, poi la coscia, dopo la natica, lì si sofferma un po’ di più, stringe, palpa, poi sale ancora, sfiora la seta della sottoveste, sui fianchi, sale ancora, accarezza leggermente un capezzolo, arriva alla spallina e la abbassa fino a scoprire un seno.
La tua bocca lascia la mia e si sposta sul collo, sulla gola, sulla spalla, sulla parte alta del seno; mi baci con dolcezza, lentamente, poi mi catturi un capezzolo tra le labbra, lo torturi con la lingua mentre mi stringi il seno con una mano.
Io ansimo: sei consapevole dell’effetto che mi fai quando ti dedichi al mio seno, perciò te la prendi comoda, leccando, e palpando, mentre io continuo a strofinarmi contro di te, in estasi.
La passione pian piano prende il posto della dolcezza; e tuttavia c’&egrave qualcosa di diverso, di strano: normalmente avresti già lasciato che la foga si impossessasse di te e io sarei già nuda, stavolta invece sei più lento, come se qualcosa ti bloccasse, o se stessi aspettando’
Dalla penombra della stanza emerge una figura maschile e lui, l’altro, entra in scena: stufo di guardare e basta, stuzzicato dalle nostre effusioni e dai centimetri di pelle che per la prima volta gli sto mostrando, tempista nel cogliere il tuo atteggiamento di attesa, decide che &egrave arrivato il suo turno di giocare. Non &egrave nessuno. Meglio. Di sicuro &egrave qualcuno, ma a noi i suoi dati anagrafici non importano: &egrave la nostra fantasia, la mia e la tua, quella di cui abbiamo tanto discusso. L’abbiamo sognata, ce la siamo rivelata, l’abbiamo sussurrata mentre eravamo eccitati, l’abbiamo analizzata a mente fredda, l’abbiamo accettata guardandoci negli occhi, ne abbiamo avuto paura fin quasi a rinunciarvi; ora la stiamo realizzando, tremanti ma convinti.
Lui si stende sul letto accanto a me, dietro di me, mi prende i fianchi con le mani e mi mordicchia l’orecchio, avvolgendomi con il suo fiato caldo.
Allora io mi giro verso di lui e lo bacio. Ora sono stretta tra voi due, non si torna indietro: tu mi stringi un seno in una mano, giochi con il capezzolo, facendolo scivolare tra le dita, e intanto mi baci la nuca, dove sai che mi piace essere baciata, e ti stringi a me, appoggiando la tua erezione nel solco tra le natiche, lì dove sai che mi fa impazzire sentirla; lui invece mi bacia appassionatamente, la sua lingua che si intreccia alla mia, la sua mano che prima mi blocca la testa, poi, lentamente, scivola tra le mie gambe e si ferma sull’inguine, al di sopra del perizoma’

Indugia lì qualche secondo, accarezzandomi attraverso quel piccolo pezzo di stoffa che copre le parti più segrete del mio corpo.
Io gli blocco il polso con una mano, intenzionata a guidare i suoi movimenti su di me, ma tu non me lo lasci fare: mi afferri il braccio, lo pieghi dietro la mia schiena, copri la mia mano con la tua e la dirigi verso la tua erezione, un po’ per farmi sentire quanto sei eccitato e un po’ per non darmi modo di agire e di condurre il gioco.
Inizi a muovere il bacino, premendo la tua mano contro la mia, sul tuo pene, duro e fremente, la bocca tra i miei capelli, gli occhi chiusi a goderti il mio tocco.
Intanto lui approfitta della libertà concessagli, mi scosta il perizoma e affonda in me: prima un dito, poi un altro. Sono già bagnata e le dita scivolano facilmente, dentro e fuori, facendomi bagnare ancora di più, portandomi a desiderare un altro tipo di penetrazione. Ma non &egrave ancora il momento’
All’improvviso lasci andare la mia mano e mi fai stendere sulla schiena, sottraendomi al suo tocco. Mi guardi negli occhi: uno sguardo accusatorio, quasi triste, perché ho permesso a lui di toccarmi così nel profondo, e nello stesso tempo terribilmente eccitato, perché hai potuto guardare mentre lo faceva.
Ti infili tra le mie gambe, che divarichi al massimo e con un sorriso malizioso scendi a prendere possesso di ciò che consideri tuo più di ogni altra cosa al mondo. Ma non ti limiti a scostarmi il perizoma, come ha fatto l’altro poco fa: me lo strappi a morsi, con furia. Lei &egrave solo mia, sembri affermare.
La sorpresa mi fa sobbalzare, ma &egrave solo un attimo: inizi a leccarmi, la punta della lingua che sfiora il clitoride, cercando il punto più sensibile, quello che mi fa trattenere il respiro, poi mi penetra, gustando il sapore della mia eccitazione. Chiudo gli occhi, ti afferro la testa con entrambe le mani e muovo il bacino, guidando i movimenti della tua lingua alla ricerca del piacere estremo.
Quando senti che sono sul punto di godere, mi penetri con il pollice, strappandomi un grido, un misto di piacere e dolore, ma la tua lingua non si ferma, continua implacabile e a giocare con il clitoride, lo tocca, lo lascia, lo accarezza ancora, instancabile, fino al punto di non ritorno.
Lui &egrave ancora sdraiato accanto a me, mi bacia, soffocando i miei gemiti, poi stringe i miei seni tra le mani e li bacia, passando la lingua da un capezzolo all’altro, portandomi all’apice del piacere: l’orgasmo mi attraversa il corpo, lungo, intenso, lasciandomi senza fiato, ma ancora piena di voglia.

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