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Trio

31. SULLO STESSO PIANO

By 31 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Tra noi c’è lei.

Dovrei cercare di farmela amica, dato che non riesco a sconfiggere la sua presenza. Lei è tua amica, la tua migliore amica, così simpatica, intelligente e brillante. E’ prosperosa e terribilmente sensuale. Anche io non me la cavo male, vista la lista di uomini che vorrebbero scoparmi almeno una volta. Ma a me degli altri non interessa. Io voglio te, sei il mio chiodo fisso da qualche mese. La notte ti sogno, mi sveglio eccitata e bagnata, la mia voglia è tale, che, se ti avessi sotto di me, dovresti chiedermi una tregua.

‘E’ un’amica, ci prendiamo in giro e ridiamo insieme.’ Mi hai detto un giorno in cui ti avevo chiesto se fra voi due ci fosse qualcosa. Sento di detestarla. Non mi capita spesso, ma provo una grande invidia per quello che lei può dirti sullo scherzo, mentre io devo spesso trattenermi, per non apparire ridicola. Anche perché le cose che ti direi in preda all’eccitazione fanno arrossire me, per prima.

Devo escogitare qualcosa per rendere meno ingombrante la sua presenza. Devo riuscire a metterla sul mio stesso piano, per non provare più questo fastidioso senso di inferiorità.
Le telefono.

‘Ciao. Venerdì organizzo una cena tra amici. Ho invitato anche Ale. Che ne diresti di accompagnarlo? Sembrate così intimi. Mi farebbe piacere.’

Come posso mentire tanto bene? Non è da me. Lei pare credermi e accetta con apparente entusiasmo.
‘Benissimo!’ rincaro la dose io. ‘ Vi aspetto venerdì alle ventuno a casa mia!’

Deve essere una serata perfetta. Riesco a radunare altri quattro amici, tanto per fare da paravento al mio piano. Organizzo una cena leggera. Acquisto alcune bottiglie di buon vino e vado dalla parrucchiera, per apparire al meglio e per non stonare accanto a lei.

Finalmente è venerdì. Gli ultimi preparativi. Mi vesto con cura, indossando autoreggenti e intimo nuovo. Sopra infilo un tubino aderente e un paio di scarpe col tacco.

I primi ospiti arrivano puntuali a casa mia, sorridenti ed eleganti. Voi invece vi fate attendere e quando l’orologio segna le ventuno e trenta, mi assale il timore che abbiate deciso di non venire.

Quando ormai comincio a perdere totalmente la speranza di vedervi, sento suonare alla porta. Nella mia determinazione, non credevo di poter avvertire l’emozione. Vederti mi fa saltare un battito del cuore. Vi saluto con cordialità, sorridendo anche a lei, mio malgrado. La trovo davvero affascinante. Tacchi alti, capelli raccolti, vestito al ginocchio, stretto in vita e scollato davanti e sulla schiena.

Ci accomodiamo in tavola. La cena è gradevole, cerco di non sbilanciarmi nei commenti, di rimanere imparziale quando parli tu, ma i miei occhi non mentono: nell’istante in cui incrociano i tuoi, posso quasi sentire le pupille dilatarsi, mentre avverto una fitta al bassoventre. Mi siedi di fronte e mi assale quasi irrefrenabile l’impulso di strusciare il mio piede contro la tua gamba, risalendo verso l’inguine. Il pensiero del tuo sesso che diventa duro sotto la pressione del mio piede mi fa sospirare.

‘Un po’ di vino?’

Ti domando con un sorriso e il tuo sguardo mi mette una tale agitazione addosso, che mi dico che non riuscirò mai ad andare fino in fondo. Gli altri sembrano non accorgersi del mio stato d’animo, ridono e scherzano allegramente, mentre lei ogni tanto mi lancia delle occhiate per studiare le mie mosse. Noi donne abbiamo un intuito particolare, probabilmente lei si è accorta della situazione e del fatto che nutro una certa antipatia nei suoi confronti. O forse è solo gelosa.

Decido comunque di non farmi distrarre da questi pensieri e con un sorriso verso del vino anche a lei.

Finito di cenare, ci spostiamo in salotto, dove servo il caffè. Fra allegre chiacchiere, leggere come l’intero clima della serata, l’ora avanza e gli ospiti cominciano ad andare via. Come posso trattenere Ale e Mara? Per fortuna il problema non si pone, loro sono gli ultimi rimasti.

‘Facciamo un ultimo brindisi. A questa serata e all’amicizia!’, esclamo io, porgendo loro i calici colmi di vino rosso ondeggiante. In cuor mio brindo alla parte più interessante della festa.

Devo dirottare il discorso dove voglio io, senza destare sospetti. Mi siedo di fronte a te, mentre i nostri tre calici cozzano fra di loro. Beviamo lentamente, io ti osservo con insistenza e la cosa non sembra infastidirti.

Probabilmente è l’effetto dell’alcool, ma mi sento più audace di quanto mi aspettassi. Così trovo piuttosto facile far scivolare il discorso sull’erotismo. Cominciamo a discutere di libri, di film e di tutto ciò che troviamo intrigante. Ascoltarti mentre ti racconti mi eccita tantissimo. Avrei voglia di saltarti addosso, letteralmente, di sentire il tuo sesso dappertutto. Mi mordo il labbro inferiore con desiderio.

Non resisto oltre e pongo la domanda che mi è frullata in testa per l’intera serata.

‘Che cosa pensate del sesso a tre?’

Accavallo le gambe lentamente e con maliziosa nonchalance lascio salire l’orlo del vestito oltre il bordo della calza autoreggente. So che hai un debole per questo accessorio intrigante e, con soddisfazione, noto che il tuo sguardo si posa proprio lì.

Per qualche istante ci fissiamo negli occhi, senza parlare. Mi dico che forse ho osato troppo, ponendo quella domanda. Ma lei mi toglie ogni dubbio.

‘Una volta l’ho fatto. Ero in campeggio, dividevo la tenda con una mia amica e quella sera, sulla spiaggia, avevamo rimorchiato il belloccio della compagnia. E’ stata un’esperienza piuttosto gratificante.’

Con un sorriso, le dimostro di apprezzare la sua storia, anche se in realtà non me ne importa assolutamente nulla.

Lui la guarda incuriosito ed io sento una fitta di gelosia allo stomaco. Però ho voluto arrivare fino a quel punto e mi convinco che vale la pena continuare il gioco.

‘A me non è mai successo, ma la cosa mi incuriosisce’a te è mai accaduto, Ale?’

‘No, non ancora.’ La tua risposta secca mi gela leggermente, ma penso di poter contare sull’aiuto di Mara, per riuscire a scioglierti.

‘Ma come? Un triangolo con due donne non rappresenta la più grande fantasia sessuale maschile?’. Ti domando io con stupore.

‘In genere è così, non dico che mi dispiacerebbe’ma non ritengo si tratti di qualcosa di sensazionale.’

Mi avvicino a te e, fissandoti negli occhi, ti chiedo: ‘Ti piacerebbe provare?’

Guardo Mara, la quale, dopo un attimo di smarrimento, sorride e con tono ammiccante ed entusiasta fa eco alla mia domanda. ‘Sì, potrebbe essere un’esperienza interessante!’

In un primo momento rimani senza parole, poi emerge il tuo orgoglio di maschio.

‘E che cosa potreste fare, per convincermi?’ Chiedi con un mezzo sorriso.

Avanzo verso di te. Ti sento deglutire, mentre prendo la tua mano e la porto sotto la mia gonna, ad accarezzare la coscia inguainata nella calza. Mi giro a guardare Mara, che si avvicina a noi e, afferrandoti l’altra mano, compie il mio stesso gesto.

‘Non male come approccio!’ Esclami.

‘E’ solo l’inizio”, sussurro io e mi abbasso a sfiorarti le labbra con le mie.

Mi allontano di un passo da te. La tua mano accarezza la coscia di Mara e il tuo sguardo è catalizzato dai miei movimenti sensuali, mentre comincio a spogliarmi. Mi sfilo il tubino, che cade ai miei piedi, ed esibisco con piacere il reggiseno nuovo ai tuoi occhi curiosi. Rimango così, seminuda davanti a te, in intimo, autoreggenti e tacchi.

Prendo Mara per mano e la faccio avvicinare a me. Le slaccio il vestito che cade inerte sul pavimento. Il suo seno generoso sembra voler saltare fuori dal balconcino. Ne seguo il contorno col dito, muovendolo lentamente e spostandolo poi ad inturgidirle i capezzoli sotto la stoffa.

Ti osservo. Sei ancora seduto, silenzioso, con lo sguardo fisso su noi due. Sento crescere l’eccitazione e il contatto col corpo di Mara comincia a non dispiacermi affatto. Lei mi slaccia il reggiseno ed io faccio altrettanto col suo. Cominciamo a sfiorarci i seni a vicenda e i nostri capezzoli reagiscono simultaneamente al tocco sensuale, irrigidendosi rapidamente. Poi la sua bocca si apre ad assaggiarmeli e io comincio ad ansimare eccitata.

Ti osservo con gli occhi socchiusi. Ti alzi e ti avvicini. Non sai bene come comportarti, fra noi due. Mara abbandona i miei seni e concentra l’attenzione sulla tua bocca. Con sensualità comincia a sfiorarti le labbra, a leccartele con la punta della lingua. Io la lascio fare e ti sento gemere.

Pensavo che sarei stata gelosa della vostra intimità, invece, vederti preso dai suoi baci, mi eccita moltissimo. Mi avvicino ancora di più a voi e appoggio la mano sul tuo pacco, già vistosamente duro. Te lo massaggio e tu cominci a baciare Mara con passione. La tua mano le stringe i seni e lei geme di piacere.

Eccitata, mi prendo la libertà di slacciarti i jeans e di tirartelo fuori, cominciando a masturbarti con decisione. Tu sposti la mano sulla mia e ne accompagni i movimenti. L’atmosfera comincia a surriscaldarsi.

Ci baciamo, ci accarezziamo, in un groviglio di bocche, di lingue e di mani. Finiamo di spogliarci e io vi faccio strada in camera, dove ci stendiamo sul letto. Ora siamo completamente nudi e liberi di gustarci.

Sei steso sotto di noi e ti godi la vista dei nostri corpi, proiettati al piacere. Mara ed io ci baciamo sensualmente, sfiorandoci il seno e scendendo poi ad accarezzarci i sessi a vicenda. Ondeggiamo, davanti ai tuoi occhi, spinte dal ritmo dei nostri tocchi. Sono eccitatissima, soprattutto quando mi accorgo che ti stai masturbando mentre ci osservi con desiderio.

Poi ti butti in mezzo a noi e cominci a palparci e baciarci ovunque.

Ti stendi, attiri Mara a te e, afferrandole le natiche, ti tuffi con la lingua fra le sue cosce, mentre io mi fiondo con la bocca sul tuo sesso duro. Lo infilo in gola avidamente, cercando di assaporarti quanto più posso. Sento i gemiti di Mara che sta per godere nella tua bocca ed io accelero il ritmo. Ma il pompino non mi basta, non ce la faccio più e decido di impalarmi su di te. Ti salgo sopra a cavalcioni e quando sento la tua carne penetrarmi, urlo di piacere. Mi muovo forsennatamente su di te, godendo di ogni centimetro della tua virilità. Mara lancia un grido nell’attimo in cui la tua lingua le scatena l’orgasmo.

Sentire la vostra eccitazione aumenta la mia voglia di godere e in breve vengo anche io, bagnandoti ulteriormente l’asta col succo del mio piacere.

Sappiamo che hai una gran voglia di venire e decidiamo di concentrare simultaneamente le nostre bocche e le nostre mani su di te. Ti baciamo e ti lecchiamo ovunque, scendendo poi sul tuo sesso tesissimo, alternando a turno le nostre lingue, per farti rabbrividire. Non serve molto, ormai. Ti palpeggiamo, ti succhiamo, ti massaggiamo e poco dopo liberi selvaggiamente il tuo orgasmo addosso a noi e nelle nostre bocche.

Ci concediamo qualche attimo per riprenderci. Siamo sdraiati tutti e tre sul letto, tu sei in mezzo a noi e hai un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra.

Anche io sono pienamente soddisfatta. Ora so che ai tuoi occhi siamo entrambe sullo stesso piano.

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