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Racconti 69Trio

AFA

By 29 Luglio 2010Febbraio 9th, 2020No Comments

L’estate quando &egrave eccezionalmente calda raramente &egrave propizia alle effusioni amorose ma quando si ha . . . no, non voglio dire l’età della ragazza del mio racconto, i lettori sappiano però che Diana é giovanissima e da alcuni anni pratica sesso. Ha iniziato con un coetaneo inesperto come lei e forse per questo &egrave rimasta delusa, poi ha accettato le lusinghe di un amico di famiglia ed &egrave stata una rivelazione! Adesso le piace talmente che non riesce a farne a meno, purché l’uomo al quale si concede sia ‘capace’.
Predilige soprattutto gli uomini, non i ragazzi, gli uomini maturi non creano problemi e se sono sposati tanto meglio, più esperienza, significa per lei maggior piacere senza l’assillo degli appuntamenti al cinema o peggio, senza i messaggini telefonici infantili e noiosi dei ragazzi della sua età.
Siamo a fine giugno e già dal mattino si preannuncia una giornata afosa. Dopo pranzo, finiti i compiti, perché Diana é una studentessa scrupolosa, si mette sotto la doccia per liberarsi del sudore e per lenire un poco la voglia che non vuole abbandonarla e che la fa stare talmente male che a volte pensa di andare da un dottore, o meglio, dalla dottoressa che le ha consigliato quel contraccettivo adatto alla sua età, ma quello che la frena é il pensiero che la guarigione sia peggio del suo male.
Si, perché questo stato di perenne eccitazione le piace e quando finalmente riesce a trovare un uomo in grado di darle sollievo, una gioia difficile da contenere sale in lei ed esplode facendole desiderare di trasmetterla al suo partner, il quale se é rimasto incantato e fiero di aver agganciato una giovane carina, e Diana lo é veramente, dopo averla convinta a seguirlo in un luogo sicuro, trovandosi poi davanti ad una ragazza non giocosamente arrendevole come credeva, ma una furia affamata di sesso, dopo un rapporto il più delle volte insufficiente a placare la voglia della giovane, si defila con un pretesto lasciandola insoddisfatta.

Ma quel giorno é determinata a essere lei a prendere l’iniziativa e per meglio raggiungere il suo scopo indossa una vertiginosa mini in tessuto nero elasticizzato sotto una camicetta molto stretta i cui bottoni tendono a tal punto la stoffa da fargli sposare come una seconda pelle la forma dei seni che, sebbene piccoli, inalberano dei capezzoli così tesi che l’attrito con il tessuto contribuisce ad eccitarla ancora di più.
L’andare senza l’intimo, se da una parte la fa sentire libera e disponibile, dall’altra ha notato che lungi dall’attirare i maschi, produce su di loro l’effetto contrario, li spaventa! Indossa quindi un perizoma bianco abbastanza trasparente da mostrare la macchia scura del pube e segnare la forma della sua patatina, la striscia posteriore particolarmente sottile sembra fatta apposta per mettere in risalto la rotondità del suo piccolo culo.
Scarpe da ginnastica bianche e calzini corti anch’essi bianchi completano l’abbigliamento e contribuiscono insieme alla testolina dai capelli neri, tagliati ‘alla maschietta’, a farla somigliare ad una scolara. Spera così di agganciare qualche uomo anche non giovane in grado di soddisfare le sue voglie.
Ma quel pomeriggio l’unica preoccupazione dei frequentatori del centro città sembra quella di sfuggire dall’afa bestiale camminando sotto i portici, soffermandosi agli angoli delle vie per cercare una brezza passeggera ed effimera.
Ormai é rassegnata ad andare in bianco e malinconicamente si accinge a tornare a casa dal suo amante fedele, il vibratore che le ha regalato la sua amica. La vista dell’ingresso dei Grandi Magazzini produce su di lei la medesima attrazione che prova il viandante nel deserto alla vista di un’oasi.
Entra decisa malgrado l’orologio segni già le 19.12 e manchi poco alla chiusura. Tira un sospiro di sollievo al contatto dell’aria tiepida che l’avvolge. Bastano pochi minuti per farla sentire a suo agio, il sudore evaporando le lascia quel senso di freschezza che le fa ricordare lo scopo per il quale é uscita.

Si guarda in giro, i commessi che vede, tutti carini, la ispirano poco perché anche quelli non sposati si dilegueranno appena finito l’orario. I clienti sono quasi tutti in compagnia e molti già spingono il carrello in direzione delle casse, i pochi liberi li giudica inadatti per i suoi scopi. Passa davanti ai vari banchi, quello della profumeria, poi della bigiotteria. . .
– Eccolo!
Esulta dentro di se vedendo un uomo ben portante e senza carrello che la induce a pensare che sia lì per sfuggire all’afa esterna oppure come lei in cerca di avventura!
Nell’avvicinarsi nota che la osserva senza darlo a vedere, indossa un giubbotto chiaro leggero e un paio di pantaloni pure chiari. E’ attorno alla cinquantina, e anche se tarchiato, Diana ha l’impressione che quello che gonfia il suo addome e il suo torace siano muscoli, inoltre é ben curato . . . insomma, le piace!
Mentre sta per passargli accanto, la ragazza arretra di un passo lasciando fra lui e il banco dalla merceria uno spazio talmente esiguo che l’uomo deve mettersi di profilo per proseguire, non si sa se lui lo fece apposta, lei sì! Nel passare si struscia contro di lui, non solo, ma protendendo all’indietro la mano palpa leggermente il suo ‘pacco’, rimanendo piacevolmente sorpresa per la sua consistenza.
Si ferma alcuni metri più in là e fingendo di interessarsi alla biancheria esposta gli getta un’occhiata. La sta guardando, poi comincia a muoversi, un attimo e se lo trova alle spalle; la mano che ciondola all’altezza delle sue cosce si sposta ancora e questa volta indugia a palpare quello che da tempo é in cima ai suoi desideri.
Sente l’alito dell’uomo sulla nuca prima che lui le sussurri all’orecchio:
– Di sopra, prendi la scala mobile! La voce bassa ma ferma tradisce un certo turbamento. Diana trema per l’emozione, il suo perizoma sta cominciando ad inzupparsi tanto é eccitata, si incammina lentamente.

L’uomo aspetta prima di muoversi che lei abbia fatto qualche passo, poi imbocca la scala mobile alcuni gradini dopo di lei. Girando il capo vede che ha lo sguardo rivolto all’insù, esulta, le sta guardando il sedere che dalla posizione dell’uomo deve essere visibile sotto la mini. Non vi é nessun altro in salita così può chinarsi leggermente per lasciar salire ulteriormente l’indumento e offrire a quello che ormai considera la sua conquista, la visione completa dell’alto delle sue cosce e del suo culetto di adolescente.
Ode appena e come in sogno, la voce dell’altoparlante che invita i clienti ad avvicinarsi alle casse perche i Magazzini stanno per chiudere. Giunta in cima viene subito raggiunta dall’uomo che le si affianca guidandola per il braccio attraverso gli stands degli Hi Fi, e poi dei telefonini. Diana lo segue docilmente ma quando lo vede aprire la porta con la scritta ‘personale ‘, si irrigidisce spaventata.
– Tranquilla, sono il gestore! La rassicura lui.
La guida lungo un corridoio semibuio con diverse porte che si aprono sulla destra facendola poi entrare nell’ultima che l’uomo apre con una chiave.
Dentro, una brandina con sopra delle coperte piegate, un tavolino, un piccolo televisore su un pensile, Diana capisce di trovarsi nella stanzetta del guardiano di notte.
– Aspettami, chiudo il magazzino e sono da te La porta vicino a questa &egrave il bagno se avessi bisogno. . . non chiudo, ma tu non uscire oltre il corridoio!
Diana entra nel bagno, si toglie il perizoma ormai fradicio e dopo aver fatto pipì si lava accuratamente, avvolge il perizoma dentro un foglio di scottex e lo mette nella borsetta a tracolla, estrae quello che porta come riserva e lo indossa sperando che sia per poco tempo, ed esce.

Le giunge il suono del calare delle serrande poi null’altro che il rumore attutito del traffico della strada. Non deve aspettare molto, sente delle voci poi dei passi, la porta che da sul corridoio si apre.
– Ecco perché non devi inserire i sensori di movimento testone! Dice l’uomo.
Compare il gestore seguito da un ragazzo di circa vent’anni che a giudicare dal berretto deve essere il guardiano notturno. Arrossisce nel vederla, accidenti come le piace con quel suo viso sbarbato, il pensiero di quello che sicuramente il suo principale vuol fare con quella ragazza deve turbarlo perché distoglie gli occhi.
– Noi adesso andiamo giù, fa il tuo giro normalmente come se non ci fossimo ma evita di passare dentro il reparto ‘mobili’ hai capito?
Il giovane arrossisce, la sua confusione é totale, la colpisce il tono beffardo usato dal gestore. Mentre ripercorrono il corridoio chiede:
– Perché lo tratti così? Lui ridendo porta la mano alla schiena della giovane e la fa scivolare dentro la mini, scende lo scalone di marmo con la mano dell’uomo che si muove sul suo sedere pressoché nudo, lei lo abbraccia alla vita per non cadere, sente le sue dita sollevare la striscia del perizoma e intrufolarsi nelle sue natiche
– Ti piace vero? Vuoi che lo chiami? Chiede lui ridendo..
– No, magari più tardi. Ribatte la ragazza stizzita.
L’ambiente &egrave fiocamente illuminato da una luce azzurrina, arrivati in fondo l’uomo indica lo stand dei mobili, avvicinandosi le dita che l’uomo non cessa di muovere nel solco del suo culetto scendono giù fino ad accarezzarle il buchino, lei barcolla dicendogli di smettere, però le piace!

La fa fermare davanti ad un letto matrimoniale con le testate in ottone. Il letto fa parte di una camera intonata, completa di armadio, tavolini e sgabelli imbottiti tipo ‘puff’. L’uomo accende l’abatjour, lo spegne, tira le tende che circondano per tre quarti la ‘camera’ quindi riaccende la lampada, apre un cassetto, ne tira fuori una specie di tela cerata che Diana aiuta a stendere sul letto mettendo la parte liscia sotto, poi le arriva la domanda:
– Quanto chiedi?
– Cosa? Le ci vuole qualche secondo per capirne il significato che la umilia e ingiustamente l’offende.
– Voglio uscire!! Scosta la tenda, decisa ad andarsene, lui la trattiene per il braccio.
– Scusa, scusa tanto . . . scusami. . . sono uno stupido, scusa!
Sembra veramente dispiaciuto con quell’aria di cane bastonato. Diana lo rassicura con un sorriso, si siede sul letto e passando le mani sotto la mini si sfila il perizoma mentre dice.
– Ho voglia non l’hai ancora capito?
A dire il vero, l’idea di essere scambiata per una puttana la stuzzica, poi un pensiero attraversa la sua testa, come si comporterebbe una puttana al suo posto?
L’uomo ha preso in mano il perizoma già umido e lo porta al viso annusandolo con aria ispirata, la sua erezione contenuta a stento dai calzoni, ne deforma il davanti in modo indecente. Diana vi porta entrambe le mani. . .
Il ‘pacco’ ora ha assunto una consistenza diversa, sente la forma allungata del pene che sotto la mano della giovane continua ad indurirsi. Con gesti decisi sbottona la patta dei calzoni dell’uomo ma ormai il membro &egrave troppo rigido perché riesca ad estrarlo, lui si slaccia la cintura, l’apre e mentre i calzoni cadono da soli, le ‘scodella’ il cazzo in faccia.

D’istinto Diana si scosta ma subito dopo si avvicina e lo prende in mano. Ormai &egrave completamente rigido, &egrave tutto il giorno che desidera un cazzo e ora &egrave nelle sue mani. Non pensava di provare tanta gioia nel tenere un membro così osceno.
La mano che lo stringe riesce appena a far toccare fra loro le dita ma a lei piace da morire, &egrave caldo e sa di uomo, avvicina il viso e socchiudendo appena la bocca ne fa poggiare il glande sul labbro inferiore e con la lingua ne esplora la punta.
Coglie subito il sapore lievemente salato della goccia che spunta, esulta per l’evidente eccitazione dell’uomo poi con la lingua, spalma il liquido scivoloso per l’intera cappella, passa sotto di essa e accarezza l’inizio del condotto, la parte più sensibile dell’intero pene, dell’intero uomo.
Altre gocce escono ancora e scendono sulla sua lingua, Diana le assapora lasciando entrare maggiormente il pene. Alzando gli occhi vede che l’uomo si sta aprendo il giubbotto, lei fa salire entrambe le mani sotto la sua camicia, lungo il suo petto nudo fino ad incontrare i capezzoli, li massaggia facendoli roteare fra le dita, anche se piccoli li sente indurirsi, un sospiro sfugge dalle labbra dell’uomo appena li pizzica.
Allora spalancando la bocca avanza lungo il membro facendolo entrare fino a toccare il fondo della sua gola. L’uomo freneticamente finisce di denudarsi, il giubbotto, la camicia, tutto. Quell’uomo a Diana piace, il suo corpo é muscoloso e compatto, porta le mani a percorrere le sue cosce, il sedere che stringe &egrave duro lo mantiene fermo al suo tentativo di muovere le reni.

Non vuole che le scopi la bocca, vuole essere lei a muoversi lungo il suo membro perché a Diana piace essere la padrona della virilità degli uomini, l’artefice del loro piacere. Avanti e indietro, avanti e indietro mentre lui comincia a sospirare. Le sue labbra scorrono lubrificate dalla saliva che non trattiene perché la loro carezza deve essere soave e perché le piace il solletichio che fanno le venuzze che percorrono quel membro poderoso, avanti indietro, avanti e indietro. . . .
Mhhhhh. . . . mi piace, mi piaceee ! ! ! Esclama dentro di se.
L’eccitazione che cola dalla sua passerina sta macchiando in modo inesorabile il sotto della mini che non ha avuto il tempo di sfilare e che adesso non toglie per non spezzare l’incanto di quel momento. Avanti e indietro, avanti e indietro. . . . L’uomo fra i sospiri pronuncia parole inintelligibili che sono di apprezzamento volgare per la prestazione della ragazza, Diana distingue fra le altre: ‘troietta’ e anche peggio! Sono le parole che gli uomini pronunciano nella loro eccitazione e che per lei suonano come complimenti, &egrave questo che vuole essere in questo momento.
– E’ questo che sono! Una porcellina! Pensa.
Lo sfregamento dei capezzoli contro la stoffa della camicetta rende la sua eccitazione irresistibile, vi porta le mani, febbrilmente la sbottona e febbrilmente l’apre, l’uomo allunga le mani ai suoi senini ma &egrave altro quello che la ragazza vuole; lascia il pene che libero scatta all’insù come una molla e sollevandosi porge il busto al membro. Prima di afferrarlo e strofinarlo sulle sue ciliegine lo vede bello e orrido allo stesso tempo, così arcuato, china il capo per guardare come i capezzoli flettono dolorosamente per poi vibrare mentre lei passa la dura verga dall’uno all’altro.

– Dimmelo ancora, cosa sono? Chiede sollevando lo sguardo, lui anuisce.
– Sei una troietta, una gran bella troietta!
Diana &egrave felice, era quello che voleva sentirsi dire! Il cazzo nella sua mano &egrave bagnato e scivoloso, ne tende la pelle e vi fa scivolare la bocca fino in fondo, lo sente liscio e lui deve sentire appieno la carezza delle sue labbra.
– Piccola. . . si, così. . . prendilo. . . succhialo!
La sua bocca arretra, avanza ancora, arretra. . . le piace fargli un bocchino quando un uomo la eccita, &egrave il suo modo di dirglielo tangibilmente, la bocca scivola, ora veloce, ora lenta ruotando il viso nell’avanzare per fargli sentire la carezza delle sue labbra, per esplorare per intero il suo cazzo.
L’uomo tenta ancora di muovere le reni ma lei nuovamente lo blocca, allora tende il ventre in una offerta che lusinga la giovane, avanti e indietro, avanti e indietro, sente l’uomo talmente eccitato che prepara la bocca ad accoglierne il frutto, ma anche lei deve sfogarsi, anche lei devo trovare sollievo!
Porta entrambe le mani alla mini e sollevandosi appena la fa scorrere all’insù fino alla vita, poi la mano tra le sue cosce trova la fichina fradicia, inizia appena ad accarezzarla che l’uomo afferra entrambi i suoi polsi e la solleva, respira forte, é agli stremi , ecco, Diana lo sente venire!
– Ohhhh. . . dai. . . dai. . . dai. . . Rantola l’uomo soffiando.
Solleva gli occhi, lui la guarda supplichevole, allora serra le labbra sotto il glande e lo sugge dolcemente mentre la sua lingua accarezza il punto più sensibile. E’ un attimo, l’uomo chiude gli occhi, la cappella nella bocca di Diana si gonfia maggiormente e. . .
Il suo piacere irrompe copioso e caldo, allora lei lo lascia libero di muovere le reni, di scoparle la bocca, lo aiuta serrando le labbra quel tanto da lasciare il membro scorrere lubrificato dallo sperma che uscendo cola in rivoli lungo il suo mento, la sua gola, finisce sul suo petto. . . .

Quando con un lungo sospiro l’uomo si ferma, &egrave lei ad afferrarlo alle cosce e ad andare avanti e indietro succhiandolo voluttuosamente, felice di percepire le ultime contrazioni del suo piacere. E’ l’uomo a sottrarsi.
– Basta, basta. . . basta. . .
Lei lo lascia, lascia che veda il suo mento, il suo collo, i suoi seni imbrattati dalle gocce del suo piacere come nei films che usa noleggiare, fa tanto pornostar, per questo le piace, e per completare il quadro, prende il pene che si sta ammosciando e lo porta alla bocca succhiandolo ancora.
&egrave brutalmente che l’uomo la respinge facendola allungare sulla schiena e prima che la ragazza se ne renda conto si china sollevandole alte le gambe per immergere il viso fra le sue cosce.
– Non così. . . no. . . no. . .
La sua fichina &egrave tutta nella bocca dell’uomo, la lingua dell’uomo &egrave tutta nella sua fichina, &egrave terribile, &egrave osceno ma a Diana piace enormemente questa inversione dei ruoli, ora &egrave lui il padrone del suo piacere, con sua meraviglia non viene subito, é grata all’uomo di saper procrastinare il suo godimento, sente le labbra serrarsi sul suo clitoride e dolcemente succhiarlo, sente le dita che lui spinge nella vagina muovendole lentamente, capisce che non vuole ancora farla venire e le é grata.
Le dita che muove nei suoi succhi producono un rumore bagnato, li sente colare quando lui le sposta per accarezzarle il buchino, freme nel sentirselo violare ora le dita sono due poi tre, l’uomo &egrave un esperto, ci sa fare e quando li muove lentamente avanti e indietro Diana capisce quello che si deve aspettare e questo pensiero ne accelera il piacere:
– Ahhh. . . dai. . . sei un porco. . . un porco . . . dai ohhh. . . dai. . .

Alla ragazza tutto questo piace, l’uomo lascia il tenero buchetto per immergere nuovamente le dita nella vagina, li muove, trova il suo punto più sensibile. . .
– Ohhh si . . . si. . . si. . .
Mordicchia il suo clitoride poi lo lecca velocemente di sotto in su, quindi golosamente lo aspira, accelera l’andare delle dita, la ragazza si tende, si solleva, si offre. . .
Il suo orgasmo &egrave talmente violento che pensa di venir meno, grida cose oscene, ha degli scatti che non controlla ma l’uomo non molla, continua a succhiarla, a berla fino alla fine finche con un lungo sospiro lei si abbandono esausta.
Solo allora lui si solleva, con sua meraviglia Diana si accorge che l’uomo sta rapidamente ricuperando, il suo pene &egrave in semi erezione, lui la guarda sorpreso.

– Lo sai che hai spruzzato? Guarda!
La sua faccia é bagnata, sapeva che certe donne ‘spruzzano’ ma Diana non pensava potesse capitare a lei.
L’uomo la guida lungo un passaggio in fondo al quale vede scritto ‘toilette’ spinge la porta con il logo femminile. Entra, si lava il viso, e con alcuni fogli di scottex si deterge il collo e il petto, poi si accovaccia sul bid&egrave, si rinfresca la passerina e il culetto, si asciuga ed esce.
Mentre ritornano al reparto mobili, lui le chiede:
– Fino a quando puoi fermarti?
– Finché non abbiamo finito, basta che rientri per le 23. L’uomo annuisce soddisfatto poi si china al suo orecchio:
– Vuoi che lo chiami? Chiede
– Chi?
– Lo sai chi, il ragazzo, chi se no?
Lei annuisce, lui si infila calzoni e giubbotto, estrae dalla tasca un cellulare e dice qualcosa in un dialetto meridionale che lei non capisce, sorride comprensivo vedendola aggiustarsi la mini e infilare la camicetta. Un leggero rumore di passi e il ragazzo appare, a tracolla ha un astuccio nero che l’uomo gli toglie.
– Il tuo primo giro lo faccio io, tu tieni compagnia alla signorina! Dice prima di allontanarsi.
Diana guarda il ragazzo, &egrave molto imbarazzato e anche lei lo é, capisce che con lui non può comportarmi con la disinvoltura usata con il gestore.
– Mi chiamo Diana. Dice porgendo la mano al ragazzo che risponde al suo salutò con un sorriso decisamente simpatico.
– Piacere Febo, cosa fai di bello Diana? Non vi &egrave ironia nelle sue parole, la sta trattando come se fosse una delle ragazze che conosce, ha posto una domanda comune fra i giovani della sua, della loro età.

– Studio, sto finendo l’ultimo anno di liceo, mi sono iscritta ad architettura, tu?
– Legge, ma devo superare ancora molti esami. . .
– Ce l’hai la fidanzata Febo? Questa domanda dovrebbe portarlo dove vuole lei.
– No. . . La fissa speranzoso, anche lui vuole arrivare lì.
– Allora, come fai? Lo sguardo del ragazzo si riempie di panico.
. Una signora sai. . .
– Capisco. . . e. . . adesso vuoi?
Non risponde, sono uno di fronte all’altra, Diana prende le sue mani ma &egrave lui ad attirarla e ad abbracciarla, chiude gli occhi, sente le labbra del ragazzo sulle sue, le schiude alla sua lingua, sospirando l’aspira, e mentre apre larga la bocca per accoglierlo protende il ventre contro il suo.
Esulta sentendo la sua erezione, le mani che accarezzano la sua schiena trasmettono al ragazzo che é senza reggiseno, quando scendono oltre l’avallamento delle reni arcuate sfiorando il piccolo sedere capisce anche che &egrave senza mutandine, Diana si scosta e apre la camicetta, la sfila poi si siedo sul letto e fa scendere la mini. Gli unici suoi indumenti rimasti sono le scarpe da ginnastica e i calzini, toglie anche quelli mentre lo guarda che inizia a spogliarsi.
E molto impacciato, ormai del tutto nuda Diana si alza. Ed &egrave allora che si accorge quanto sia alto; rispetto al suo metro e cinquantotto si sento piccina mentre valuta che lui sia vicino al metro e novanta.
Diana impaziente si avvicina, apre la sua cintura, sbottona il primo bottone dei pantaloni mentre lui rimane come paralizzato, li abbassa chinandosi per toglierli insieme ai boxers. Non ha difficoltà a sfilare entrambi gli indumenti, (non indossa scarpe ma quella specie di zoccoli che portano i dottori e gli infermieri), indugia volutamente perché si trova davanti ad un membro notevole, lungo e bello, non oscenamente mostruoso come quello del gestore.

Non vuole spaventare il ragazzo quindi non lo prende in bocca anche se muore dalla voglia di farlo. Lo fa allungare sul letto salendo accanto a lui e mentre gli caccia la lingua in bocca, schiaccia i seni sul suo petto poi si fa leggera per fargli sentire i capezzoli sopra i suoi.
Nel baciarla, le mani del ragazzo accarezzano la sua schiena, le sue gambe, le sue cosce. Chiunque altro le avrebbe palpato il culetto, lui no! Quel suo modo di fare la intenerisce ma allo stesso tempo le fa rabbia perché ha voglia, ha voglia ! ! !
Ma presto non resiste alla tentazione di prendere in mano il suo cazzo, lui trasale, la sua voglia Diana la sente nelle pulsazioni che lo fanno sussultare lievemente nella sua mano, lo vuole troppo per indugiare ancora. Si solleva e scavalca il suo corpo con una gamba troneggiando su di lui che la guarda incantato.
Le sorride con gratitudine quando porta le mani ai suoi seni, ma non ci sa fare, non li accarezza come lei vorrebbe, lo guarda intenzionalmente poi porta le dita ai suoi capezzolini, appena li sfiora le sfugge un lamento, ma lei li stringe, li tira e pizzicandoli li fa roteare fra le dita.
– Mhhhh! ! ! ! Il suo lamento &egrave ben udibile.
Li lascia e guida le sue mani sui suoi senini, mani grandi e calde ma le dita sono ancora troppo delicate.
– Amore fai più forte. . . più forte!
La ragazza geme al suo pizzicare, al suo ruotare, al suo tirare, il dolore misto a piacere fa colare la sua passerina, chiudendo gli occhi porta le mani dietro di se ad afferrare il suo cazzo, a raddrizzarlo, freme nello strofinarlo nel taglio della sua micetta, poi si sposta un po all’indietro e apre gli occhi, vuole guardarlo ‘il suo ragazzo’, vuole che veda la sua gioia nel riceverlo nella fica.

Si cala lentamente, lui chiude gli occhi, anche Diana vorrebbe chiuderli per meglio gustare il salire del suo pene nella vagina, ma quello che vede la ripaga ampiamente. Lo sguardo di Febo é estasiato come davanti ad una apparizione, la ragazza &egrave talmente bagnata che scivola su di lui come prima avrebbe voluto far scivolare la sua bocca, &egrave una sensazione talmente bella che si china per bere dalla sua bocca i suoi sospiri, i capezzoli eccitati sfregano sul suo petto mentre lentamente scorre sul suo corpo, la fica sul suo cazzo avanti e indietro, su e giù.
Si era sempre chiesta come avrebbe fatto con un uomo molto alto, ora Diana lo sa, lui solleva le ginocchia e puntando i piedi muove le reni. Lei si solleva appena e lo riceve con la bocca sulla sua mentre si baciamo golosamente cercando di non perdere il contatto dei sessi, malgrado i suoi colpi e l’oscillare della ragazza. Sospira il ragazzo e lei geme senza ritegno, cerca di posizionarsi al meglio per sfuggire al dolore provocato dal glande che urta il suo utero.
Diana sta godendo, solleva il busto, da come lui la guarda capisce che &egrave fiero di vedere la sua espressione alterata dal piacere, le piace Febo, le piace il suo corpo liscio il suo cazzo che scorre con un rumore bagnato mentre la sua vagina &egrave talmente dilatata che &egrave come se scorresse in un nulla liquido. Gli sorride, i lamenti che sfuggono dalle sue labbra sono genuini, ogni colpo che riceve &egrave un gradino che Diana sale verso la vetta del piacere.
– Resisti, amore. . . resisti, resisti. . . resistiiii! ! ! Urla dentro di se, ma questa volta &egrave lei ad arrendersi. Il viso di Febo si illumina alla sua espressione estasiata, Diana chiude gli occhi cercando di non pensare alla bellezza del momento, al membro che scorre nel suo corpo e che vorrebbe trattenere ma le strette che imprime alla vagina lungi dal fermarlo le fanno salire gli ultimi gradini.

Si abbatte su di lui tenendo sollevato il sedere per ricevere ancora i suoi colpi, per sentire ancora scivolare il suo cazzo e geme nella sua bocca cercando la sua lingua, succhiandola come se fosse un pene, e gode, gode uno dei più bei orgasmi della sua giovane vita, la sua vagina si stringe, si rilassa, si stringe ancora, ora Diana sente appieno il suo scorrere, ora può diventare anche per lui la padrona del suo piacere.
Gli impone di star fermo, di rilassarsi e si muove su di lui con movimenti sinuosi che accompagna con delle contrazioni irresistibili, striscia i seni sul suo petto, le cosce della ragazza fanno forza contro le sue cosce sollevate riuscendo così a far andare avanti e indietro la sua fica, la sua vagina lungo il suo cazzo, sente il ventre bagnato sotto il suo, che abbia ancora spruzzato? Si chiede.
Sta facendo uno sforzo notevole, lui capisce e afferrandola sotto il sedere, alla biforcazione delle cosce, la fa strisciare su di lui. E’ forte Febo, Diana si sente un fuscello nelle sue mani, é diventata uno strumento, una di quelle bambole che certi uomini usano, una fica che lui fa andare lungo il suo cazzo avanti e indietro, lei guarda il viso alterato del ragazzo i suoi occhi sbarrati, il suo alitare veloce, poi si immobilizza e rantola forte mentre lo sente sobbalzare dentro di lei.
Diana si solleva seduta e si muove su di lui, saltella ancheggiando, massaggiandolo con le contrazioni della vagina finché lo sente perdere consistenza, allora si distende su di lui che la stringe dolcemente accarezzandole la schiena, il culetto, il suo pene ormai floscio esce da solo e i loro liquidi colano copiosi. Rotolando di fianco, vede il suo ventre e i suoi testicoli bagnati, la tela sotto di lui mostra una larga macchia, gli porge la sua camicia, lui prima tenta di asciugarsi poi si allontana rosso in viso.
Diana si alza per correre nuovamente alla toilette, lo fa coprendosi con una mano la fichina gocciolante ma scostata la tenda che circonda quel simulacro di camera da letto, urta contro il gestore che dolcemente ma fermamente la fa indietreggiare.
– Ho visto tutto, ti &egrave piaciuto? Chiede ghignando.

La ragazza sa di essere diventata alquanto porcella ma il sapere che l’uomo ha spiato la sua intimità con il ragazzo fa salire in lei una irritazione per certi versi assurda.
E’ talmente arrabbiata che se solo avesse potuto l’avrebbe picchiato, ma l’uomo si &egrave nuovamente denudato, il suo viso &egrave congestionato e il membro talmente teso che le vene che lo percorrono sembrano sul punto di scoppiare.
– Volevo guardare come scopa Febo. Aggiunge ancora.
Si ferma vedendo le gocce rigare l’interno delle giovani cosce. Si guarda attorno e con il bordo della camicia raccolta a terra la deterge con cura, lei gliela toglie di mano e aprendo le gambe si asciuga il sesso e le gocce rimaste intrappolate nei peli.
– . . . quanto sei bella!
Diana accetta il complimento tanto più che lo fa attirandola dolcemente percorrendo con le mani la sua schiena fino alla curva delle sue reni. E’ lei a sollevare a lui il viso e a socchiudere le labbra quando vi posa le sue. E’ meravigliata dalla dolcezza del suo bacio, la durezza del suo membro contro il suo pancino la induce a muoversi premendolo contro quel turgore, facendo andare di qua e di là quella verga che sta risvegliando nuovamente la sua voglia.
Diventa per lei naturale cingere il suo collo per avvitare le labbra alla sua lingua e succhiarla, accarezzarla scorrendo adagio su di essa come le piace fare quando in bocca ho un cazzo, muove il busto per fargli sentire l’eccitazione dei capezzoli. Quando le mani dell’uomo scendono lungo il suo culetto e prendendo l’alto delle sue cosce gliele divarica sollevandola, Diana esulta sapendo quello che sta per fare.
Cielo com’é forte e come lo sente duro il membro che striscia lungo il suo taglio. Lascia la sua bocca e gli occhi nei suoi occhi porta una mano all’indietro, sotto il suo sedere per afferrare la verga e presentare il glande alla ferita del suo sesso poi sollevate alte le ginocchia supplica:

– Adesso . . . dammelo adesso . . . lo voglio!
Ma subito &egrave costretta ad abbracciare il suo collo perché l’uomo passate le braccia sotto le pieghe delle sue ginocchia la solleva portando le tettine all’altezza del suo viso, Diana chiude gli occhi e sospira sentendo la sua bocca, la sua lingua, poi le sue labbra percorrerle i seni.
– Mhhhhh . . . Le piace il suo modo di succhiarli, malgrado la sua stazza lo fa delicatamente come farebbe un lattante e questo la manda in visibilio.
Le mani accarezzano liberamente il suo culetto, le dita entrate nel solco scendono fino alla fichina, la stuzzicano, poi bagnate di succhi passano sul buchino, lo rendono scivoloso e facile alla penetrazione del dito che spinge fino in fondo, le piace, le piace enormemente, &egrave un uomo che sa quello che vuole e sa intuire quello che vuole una ragazza.
– E’ lì che vuoi metterlo adesso? Chiede senza preamboli con una voce che non può essere la sua tanto la sente piagnucolosa.
L’uomo toglie il dito e perfidamente passa la cappella sul suo orifizio bagnato, la sposta poi nella fichina separandone quasi brutalmente le labbra, su, fino a premere il clitoride poi indietro, nelle chiappette esposte.
Diana é eccitatissima sente la fichina colare, sente le gocce calde imbrattare l’alto delle sue cosce. L’uomo sa come trattare una donna per far emergere la sua lussuria, &egrave brutale e dolce allo stesso tempo e Diana si sente completamente in suo potere.
– Si . . . si . . . Sospira al suo orecchio.
Il turgore che passa nelle sue natiche si ferma sotto il suo buchino, lei cerca di farsi pesante, di aprirsi al pene ma lui la sostiene, la sua mano sposta il membro poi le braccia allentano la loro presa e la fa scendere lungo la verga che scivola nel suo ventre.
– Sei cattivo . . . cattivo . . . lo sai cosa volevo!
Picchia le sue spalle con pugni ridicoli, lo sente ghignare, lei continua la sua inutile protesta, poi si stringe a lui e cerca la sua bocca baciandolo con una voluttà che contrasta con la rabbia appena espressa.

Oh &egrave bellissimo sentirsi piena di lui, l’uomo le mani sotto il suo sedere la fanno andare su e giù, su e giù, le piace come l’ha trattato prima, come la tratta adesso, le piace!
Si, Diana gode nuovamente, gode del cazzo che la apre come pochi cazzi l’hanno fin’ora aperta, gode per i capezzoli che strisciano dolorosamente contro il suo petto e le trasmettono delle sensazioni fino ad allora sconosciute, gode per il dito che ha nuovamente immerso nel suo culetto e che muove facendola sentire terribilmente troia, gode per l’annullamento della sua volontà che la fa essere solamente una femmina in calore.
Ohhh si . . . si . . . si . . .siiiiii ! ! !
Non riesce a dire altro, vorrebbe arrestare il piacere che sale, vorrebbe godere ancore di quel maschio, di quel cazzo che le toglie ogni volontà ma sa che ormai &egrave inutile perché sente arrivare gli spasimi di un altro orgasmo . . . Oh eccolo, eccolo, eccolo!!!
Uno spasimo, poi un altro, un altro ancora . . . infine l’ultimo il più forte, quello che dovrebbe liberarla, farle raggiungere la pace invece stringe talmente la vagina attorno al pene da arrestarne lo scorrere, facendolo diventare per lei doloroso.
Diana grida di piacere e di dolore, l’uomo si ferma, la stringe lasciandola ansimare sul suo collo mentre gli spasimi non più dolorosi accompagnano lo scemare del godimento che &egrave stato molto più intenso e lungo di quanto io sia riuscito a descrivere.
Diana copre di baci il viso sudato dell’uomo, &egrave grata per quello che le ha fatto provare, stringe le gambe ai suoi fianchi e prova ancora a scorrere, ci riesce ma non come vorrebbe, allora le braccia sotto la piega delle sue ginocchia la alzano e la abbassano, lei non prova più nulla nel sesso ma desidera gratificare il membro che le ha regalato quell’orgasmo.

L’uomo si puntella contro l’armadio e muove le reni, soffia, vuole godere, cerca il piacere sbattendola violentemente, così facendo fa urtare il glande contro il suo utero procurandole un dolore che cerca di dissimulare, i lamenti che le sfuggono fanno fermare l’uomo, lo sente ansimare.
– Amore . . . se vuoi adesso puoi scoparmi la bocca!
L’uomo la fissa, poi il pensiero si fa strada nella sua mente, &egrave un attimo, la solleva, poi le sue braccia la cingono alla vita, Diana emette un grido di spavento quando lui la capovolge e prima che si renda pienamente conto si trova contro il naso l’odore dei succhi che bagnano il suo pene, i suoi succhi! Alla biforcazione delle cosce percepisce la ruvidezza delle guance dell’uomo e sulla fica il suo alito caldo, bruciante e subito dopo, la sua bocca, la sua lingua.
Non era quello che Diana intendeva dicendo che lo voleva in bocca ma la novità di quell’insolito sessantanove non tarda a risvegliare la sua voglia tanto più che la bocca dell’uomo si muove voluttuosamente frugandola con una lingua che spinge in profondità e nel lambirla il suo naso soffia il suo respiro bruciante e rapido sopra il suo buchino.
Puntellando le mani contro l’alto delle sue cosce Diana riesce ad arretrare il capo aiutata dall’uomo che ritrae le reni. Le &egrave facile prendere in bocca il suo cazzo, facile scivolare lungo quell’asta . . . subito sente il sapore della sua fichetta, il sapore del suo godimento. E’ per lei osceno e bellissimo scorrere su quel membro, ci riesce con fatica poi deve fermarsi, allora &egrave lui a muovere le reni mimando il coito, &egrave lui a scopare la sua bocca come prima aveva scopato la sua fica.
La bocca dell’uomo ‘mangia’ il suo sesso, la muove con una ingordigia che fa salire rapidamente il piacere della ragazza, non capisce se le gocce che scendono lungo il suo ventre escono dal suo sesso o &egrave l’uomo che sbava oscenamente mentre la ‘divora’. Il suo rantolare, il suo soffiare producono nella sua fichina delle vibrazioni simili a quelle di un vibratore azionato a bassa velocità.

Diana si lamenta poi il piacere la fa divenire ingorda, cerca con la bocca di venire incontro al cazzo che lui ora le dà velocemente urtando il glande sul fondo della sua gola . . . E’ un crescendo di sensazioni oscene ma proprio per questo bellissime che fanno capire alla giovane che un suo nuovo orgasmo priverebbe l’amante del piacere di godere insieme.
Riesce ad abbracciare le cosce dell’uomo costringendolo a fermarsi e prende a muovermi lentamente, tenendo morbide le labbra mentre la bocca scorre, stringendole mentre lo succhia muovendo la lingua sul nascere del suo condotto, scorre e succhia, scorre e succhia ma dolcemente, delicatamente. Anche la bocca dell’uomo &egrave diventata delicata, l’intera fichina &egrave ora nella sua bocca, Diana sente nettamente le carezze ruvide che la lingua fa al suo clitoride.
Ed &egrave così abbracciati che lo ascoltano arrivare, il loro piacere sembra non arrestare il suo salire facendoli delirare una sul sesso dell’altro, poi all’improvviso succede! L’uomo dice qualcosa nella sua fichina, ma per lei &egrave solo una vibrazione poi si sento suggere, la sua lingua &egrave veloce nell’accarezzare il duro suo grilletto, nella bocca di Diana la cappella si gonfia maggiormente, si indurisce e . . .
L’orgasmo li coglie nel medesimo istante e per la ragazza &egrave meraviglioso, non riesce a trangugiare i getti del piacere dell’uomo, non riesce neanche trattenerli in bocca perche vuole muoverla ancora lungo quel suo stupendo cazzo, lo fa lentamente, le labbra che muove leggere e morbide lasciano filtrare lo sperma che le lubrifica prima di colare sul suo naso, negli occhi che deve chiudere mentre urla il suo godimento, ora lui la lambisce dolcemente fino alla fine bevendo i suoi succhi come fosse un delizioso liquore.
Solo quando tutto &egrave finito la ragazza si rendo conto della sua scomoda posizione. L’uomo spossato si siede sul letto poi si allunga dandole modo di alzarsi.

Nello specchio Diana con sgomento vede infine com’é conciata, il naso, la fronte sono imbrattati di liquido chiaro e spesso, ne ha fino nei capelli, raccoglie da terra la prima cosa che trova e tenta di ripulirsi, poi scappa piena di vergogna.
Nella toilette mentre si rinfresca, guardandosi allo specchio Diana si sento felice e niente affatto pentita per quello che ha fatto e che spera di fare ancora. Dentro di lei si sente ‘pulita’! Le sue evoluzioni sessuali non possono scalfire la sua persona, peggio sarebbe se i rimorsi di coscienza rendessero la sua sessualità repressa!
Forse un giorno incontrerà l’uomo che le farà desiderare di essere solamente sua ma fino ad allora . . . E’ quindi con passo leggero che fa ritorno alla ‘camera da letto’. Scostata la tenda trova che i ‘suoi due uomini’ hanno messo dei cuscini contro la spalliera e seduti contro di essi le fanno segno di raggiungerli.
Chissà perché agli uomini, salvo in particolari momenti, non piace farsi vedere nudi mentre per le donne, per lei in particolare, la nudità &egrave del tutto naturale. Entrambi hanno indossato i loro boxers che li fanno sembrare terribilmente vulnerabili.
– Hai appetito Diana? Chiede il gestore.
La ragazza sale sul letto allegramente e si siede con le gambe incrociate davanti a loro avendo in mezzo il vassoio che hanno apparecchiato, é pieno di pasticceria e completo di alcune lattine di coca e di birra. E’ da tempo passata l’ora di cena e fare all’amore ha fatto dimenticare del tutto le esigenze degli stomaci, tutti e tre fanno onore alle cibarie divorando tutto.
Dopo alzati e fatto ordine scuotendo la tela cerata ad evitare che le briciole diano fastidio, Febo in mutande si mette a tracolla il cinturino con l’astuccio nero, appena si &egrave allontanato Diana chiede cosa sia quell’aggeggio.

– Dentro c’é la chiave che serve per aprire i box delle bollature, deve bollare ogni ora a garanzia di aver fatto il giro di controllo.
– E adesso? Chiede lei con un sorriso malizioso.
– Indovina! Risponde l’uomo avvicinandosi.
La risposta Diana la intuisce nella bozza che deforma quei suoi ridicoli calzoncini. Si siede sul bordo del letto e glieli cala fino alle caviglie e mentre lui districa i piedi dall’indumento lei si appropria del membro che completa la sua erezione nella sua bocca che ha cominciato un lento scorrere, per poco perché con gentilezza l’uomo la fa distendere.
Per Diana non vi &egrave nulla di più bello di un uomo con il cazzo duro, la prestanza fisica passa in secondo piano davanti alla fierezza di una virilità esibita davanti a lei, lo considera il più bel complimento che un uomo possa farle, il gestore poi . . .
Il suo membro oscilla appena mentre si gira a prendere dal comodino una bottiglietta che evidentemente é stata portata mentre lei era in bagno e che contiene un liquido verdognolo e denso.
Davanti alla sua curiosità, lo apre e glielo fa annusare. E’ profumato e l’etichetta che &egrave quella di un Sexy Shop indica che non può averlo preso negli scaffali del supermercato..
– Voltati!
Ubbidisce, riflesso nello specchio vede l’uomo svitare il tappo e far colare un filo di olio sul nascere delle sue natiche, la ragazza freme alla strana sensazione delle gocce dense che scendono lungo il suo solco poi l’uomo introduce il taglio della mano le cui dita seguono o meglio spingono l’olio a percorrere la stretta valle fino al suo buchino, la mano si ritira, versa dell’altro olio, questa volta oltre che nelle natiche lo versa anche sulla mano che introduce ancora ungendo l’interno delle sue chiappette.

Questa volta le dita oltre ad ungere, si soffermano a stuzzicare il buchetto facendola sospirare speranzosa poi proseguono al accarezzarle la fichina. Diana apre le ginocchia puntellandole per sollevare il sedere, per offrirlo all’uomo incavando le reni così da renderlo maggiormente sporgente.
Nello specchio dell’armadio vede l’uomo versare altro olio, la sua mano lo spalma, le dita che allargano il suo buchino si muovono adagio, ruotano per ungerne le pareti, Diana sospira di desiderio, anche lei vuole quello che vuole l’uomo che ora muove la mano ad ungersi il membro quindi si china al suo orecchio:
– Sei pronta?
– Si . . .
– Lo vuoi veramente? L’uomo si &egrave sollevato e per rendere esplicito quello che ‘dovrebbe volere’ muove perfidamente il cazzo nei piccoli glutei separandoli con il suo turgore, strisciando il glande per tutta la loro lunghezza, giù fino alla fichina poi su, fermandosi infine a premerlo sul buchino.
Diana é tutta un fremito, a differenza delle donne che temono il rapporto anale, lei lo desidero purché proposto da un uomo capace di metterlo in atto con delicatezza e decisione e il gestore lo é sicuramente, l’unico suo timore riguarda la dimensione, per il resto. . .
– Si, lo voglio . . . adesso . . . adessoooooo !!!!
Solo dopo si rende conto della sua voce divenuta stridula, trattiene il respiro e si sforza di tenersi rilassata, la forza che mette nello spingere e l’abbondante lubrificazione fa si che l’ano si allarga subito, appena l’uomo sente il glande varcare la soglia dello sfintere, poggia le mani ai lati delle spalle della giovane e . . .
Diana vede nello specchio il lento scomparire del cazzo nell’arco del suo culetto ma soprattutto lo sente! La maggioranza delle donne che accetta il coito anale lo subisce, lei lo gode tanto più che si accorge che la dimensione non &egrave più un problema!

Gode per la sensazione che le da l’essere allargata e riempita, gode dello sfilare del membro che stuzzica con il rilievo delle vene le pareti anali, gode per il calore dei testicoli che premono la sua fichina poi quell’andare e venire nelle sue interiora le procura delle sensazioni particolari che con un uomo così valido la porteranno all’orgasmo.
L’uomo che scorre dentro di lei é di quelli capaci, non pesa ma scorre lentamente, non ha provato dolore all’introduzione del suo pene, non ne prova all’andare e venire della sua forza, sussulta ad ogni spinta dei fianchi dell’uomo contro le sue natiche e dopo un breve periodo di adattamento lei lo asseconda molleggiando le ginocchia, cedendo all’affondare del membro per poi venirgli incontro, partecipando attivamente alla copula.
I gridolini che sfuggono dalle sue labbra sono di gioiosa eccitazione ad ogni affondare del cazzo nel suo culetto, Diana sente l’uomo soffiare, dire parole che lei non capisce, poi la afferra ai fianchi e rimanendo fermo la muove, la infilza come fosse un oggetto, un culo da far scorrere sul suo cazzo . . . ed &egrave bellissimo!
La lussuria le fa cercare una nuova posizione, approfitta del sostegno delle sue mani e si raddrizza sulle ginocchia, la schiena contro il suo petto e portando all’indietro le braccia sollevate abbraccia il suo collo, subito le sue mani sono sui piccoli seni.
– Si . . . oh si . . . si . . .
Geme apertamente, l’uomo con ampi movimenti adesso la penetra quasi violentemente, Diana non riesce più a rimanere rilassata ma l’abbondante lubrificazione fa si che la penetrazione del suo culetto rimane per lei piacevolmente eccitante. All’improvviso l’uomo ghigna al suo orecchio:
– Ne vuoi un altro?
– Cosa?

La ragazza spalanca gli occhi, il suo sguardo calamitato dallo specchio percepisce un movimento. Febo che non aveva visto arrivare ha appena scostato la tenda ed &egrave entrato, &egrave nudo, la mano ad accarezzarsi il membro in avanzata erezione chissà da quanto tempo li sta guardando nascosto dalla tenda.
– Allora, lo vuoi? Ghigna ancora il gestore.
– Si . . .
Appena pronunciata la sillaba, nella mente di Diana cominciano a farsi strada le implicazioni della sua risposta, non fa in tempo a rendersene pienamente conto che l’uomo si lascia andare disteso e lei sopra impalata sul suo cazzo. Riesce a puntare le mani sul letto e a sollevare il busto, Febo &egrave davanti a lei rosso in viso.
– Diana! Sembra sul punto di piangere. L’uomo prende le gambe della ragazza alla piega delle ginocchia e le solleva allargandole. Il ragazzo fa quasi pena con il suo sguardo smarrito, gli occhi fissi sulla biforcazione delle sue cosce dove sotto la fichina &egrave immerso il cazzo dell’uomo, inghiottito dai suoi glutei.
– Cosa aspetti testone? Esclama l’uomo ridendo oscenamente.
Per la prima volta in tutta la serata Diana prova vergogna per essere così oscenamente esposta davanti a quel ragazzo, poi la sua lussuria prende il sopravvento.
– Dai, cosa aspetti? Vieni! Dice anch’essa.
Sostenendosi con un braccio porta la mano alla fica che trova stranamente corta e con le dita ne allarga le labbra. Solo allora si rendo conto di quanto sia unta, l’interno delle cosce, il pube, la fica . . . ne sente le labbra scivolose.
– Si, voglio anche te Febo, vieni!
Il ragazzo sale in piedi sul letto e avanza posizionandosi con le gambe divaricate ai lati del bacino della ragazza quindi si china. E’ lei ad afferrare il suo cazzo e a guidarlo all’ingresso della sua fica, poi ad attirarlo.

Ritira la mano appena lo sente spingere e subito si mordo le labbra, non per il dolore ma per la sensazione particolare che le ricorda la prima volta che un membro &egrave entrato nella sua vagina di giovinetta che sente stretta come allora.
– Quanto sei . . . Diana, quanto sei . . . oh lo sei veramente!
Le parole di Febo non la feriscono, le piace esserlo in certi momenti, sovente si chiede perché gli uomini trattano in questo modo le donne che si donano liberamente, si é sempre chiesta cosa pensano di loro stessi mentre ne approfittano come adesso, cosa pensa Febo mentre attraverso la parete sottile del suo corpo struscia il pene sopra il cazzo duro del suo principale?
Rimane sollevata, gli occhi di Diana sfidano gli occhi del ragazzo che la guarda con espressione quasi disperata prima di distogliere lo sguardo volgendo il viso, prende a penetrarla con ampi movimenti delle reni, quasi con rabbia. Non fosse per l’unguento che imbratta la sua vulva e che il membro trascina nella vagina, probabilmente avrebbe provato dolore all’inizio e un poco l’ha provato, ma ora non più. L’eccitazione prima, il piacere poi fanno sì che ben presto Diana prende a sospirare poi a gemere
Si era anche sempre chiesta cosa avrebbe provato a prendere due cazzi nel medesimo tempo, tutte le donne si pongono la domanda, era una cosa che Diana voleva e che temeva allo stesso tempo e adesso che li sente in lei, che quasi la dividono in due, una sensazione particolare la assale, sono due gli uomini ai quali sta dando piacere! La cosa la eccita e la esalta allo stesso tempo, questa situazione Diana l’ha cercata e in qualche modo l’ha provocata e adesso la sta godendo!
L’uomo sotto di lei vorrebbe muoversi ma Diana é impalata su di lui, allora sposta le mani sul suo vitino e la solleva riuscendo nuovamente a scorrere nel suo culetto, dopo non molto trova la giusta sintonia con il ragazzo . . . e allora diventa bellissimo!

Diana non ha difficoltà a mantenermi rilassata e le mani puntate sul letto, sollevata dalle mani dell’uomo riesce anch’essa a muoversi e un poco ad ondulare sui cazzi che la aprono e la riempiono. Entrambi gli uomini soffiano la loro eccitazione, lei geme di piacere, i suoi lamenti soverchiano ben presto l’affanno dei due maschi, si fanno acuti quando il godimento diventa irresistibile.
Solo l’uomo sente il suo orgasmo dagli spasimi dell’ano che lo costringono a fermarsi mentre Febo continua a penetrarla sempre più velocemente poi soffia, rantola, infine si sfila da lei, si protende verso la sua bocca ma non riesce a raggiungerla, Diana chiude gli occhi al getto che colpisce il suo viso, infine la sua bocca riesce a chiudersi su di lui e scorro sul suo cazzo suggendo le ultime gocce del suo godimento.
All’allontanarsi del ragazzo Diana si distende con la schiena sopra il petto dell’uomo cercando di calmare il suo affanno, lui si fa tenerissimo, le sue mani accarezzano dolcemente le piccole tettine, riesce a rilassarsi ma la durezza del membro che sente nelle interiora la fa dire volgendo appena il viso.
– Godrai nel mio culetto vero? L’uomo ride, poi:
– Sei pronta?
– Si . . .
La fa rotolare lentamente sul letto, adesso pesa sulla schiena della giovane ma per poco perché passando le mani sotto di lei, la solleva mettendosi in ginocchio, aspetta che lei sposti abbastanza le ginocchia e inarchi le reni prima di muoversi.
Il timore di farle male lo fa muovere dapprima lentamente, ritraendosi fin quasi ad uscire poi lentamente affonda, Diana lo sente tutto lo scorrere del suo membro, fino a premere l’alto delle sue cosce contro i teneri glutei, sente la presenza dura e viva che si muove, la dilata, la apre.

– Mhhhhh come mi piace, come mi piace! Esclama la ragazza dentro di se.
I suoi sospiri non sfuggono all’uomo che accelera sensibilmente, Diana riesce a muovere di qua e di là il sedere facendo oscillare il cazzo nei suoi intestini contribuendo all’eccitazione e al piacere dell’uomo con la carezza dell’ano ma lei si muove sopratutto per meglio sentire la presenza che la riempie.
– Oh si . . . così . . . cosi . . . Volgendo il capo incoraggia l’uomo con lo sguardo a continuare, lui accelera ma non c’&egrave violenza nel suo agitarsi, nella sua espressione non vi &egrave la cupa soddisfazione del maschio che sottomette la femmina, Diana vi legge invece una dolcezza particolare. E’ vero, la possiede, possiede il suo corpo, possiede il suo culetto di adolescente ma anche lei lo possiede perché lo contiene, contiene il suo cazzo e questo le piace, cielo come le piace!
Legge sul suo viso e sente nel suo respiro quanto l’uomo sia avanti nel piacere, ancora una volta Diana vuole venire insieme a lui, passa sotto di se la mano e raggiunge il suo sesso, le dita che introduce a fondo toccano attraverso la parete del grembo lo scorrere del suo cazzo . . .
La sua fica &egrave viscida e unta, le dita che muove in essa producono un rumore particolare, riesce a prendere fra le dita rimaste libere il clitoride gonfio e duro, lo pizzica, lo malmena, un fiotto liquido irrora le sue dita e . . . geme il suo piacere:
– Ohhh adesso . . . oh . . . dai . . . dai . . . fai forte . . . forte . . . ahhhhh! ! !
L’ansimare dell’uomo si fa rapido, il suo penetrarla diventa frenetico le sta facendo male ma la sta facendo godere!
– Ahhhhhh! ! ! !
L’uomo si pianta in fondo alle sue interiora e viene sbavando sul suo collo; vorrebbe muoversi ancora, continuare ad incularla ma gli spasimi del nuovo orgasmo della giovane bloccano il suo scorrere mentre getti bollenti irrorano i suoi intestini.
Entrambi soffiamo come mantici, spasimi inconsci stringono e rilassano i muscoli dell’ano attorno al pene che comincia a perdere la sua rigidità, l’uomo la bacia teneramente la nuca, il collo poi dopo alcuni minuti si sfila da lei, si alza e la guarda con apprensione.

– Tutto bene? Chiede.
– Si, &egrave stato bellissimo!
Il viso dell’uomo si distende, sorride poi davanti al suo imbarazzo nel sentire le sue parti intime appiccicose e anche unte, dice:
– Ora so quello che ti ci vuole!
La prende fra le braccia e la solleva incamminandosi, risalgono lo scalone, lui apre la porticina del personale e la fa entrare nel bagno di prima, indica il box della doccia:
– L’asciugamano &egrave pulito, il sapone &egrave appena messo e l’acqua &egrave abbastanza calda. Fa con comodo, io sono di sotto.
Mezz’ora dopo fresca e pulita Diana raggiunge l’uomo e il ragazzo, la ‘camera da letto’ &egrave in ordine, ogni traccia delle loro evoluzioni &egrave scomparsa, il due uomini si sono rivestiti. Il gestore ha in mano un’ampia borsa di quelle che danno al reparto abbigliamento.
– Guarda se la misura &egrave giusta!
Ne trae due mutandine tradizionali e tre perizoma che dispone sul letto, quindi una mini elasticizzata, una in cuoio scuro e due camicette. La ragazza vede subito che sono della misura giusta ma protesta.
– Non voglio niente! L’uomo raccoglie da terra i suoi indumenti macchiati e unti.
– E’ solo un risarcimento, non possiamo lasciarti andare con questi, sono da buttare!
Deve riconoscere che ha ragione, nel rivestirsi indossa la mini elasticizzata abbastanza simile all’altra così i suoi non noteranno la differenza, quando é pronta il gestore mette gli altri indumenti nella borsa che le porge.
– Appena usciti reinserisci l’allarme e metti i sensori di movimento, accompagno la ragazza e anch’io vado a casa. Dice a Febo.
Escono da una porticina che da su un vicolo pieno di scatoloni vuoti, raggiungono il parcheggio senza dare nell’occhio, l’uomo avvia la macchina partono, durante il tragitto nessuno dei due parla, su richiesta della ragazza la fa scendere ad un isolato da casa sua. Scendendo l’uomo chiede ancora:
– Tutto bene Diana? Lei lo rassicura con un sorriso e dice:
– Non conosco neanche il tuo nome.
– Mi chiamo Venanzio, sai dove trovarmi se ti va ancora!
Mentre lo guarda allontanarsi Diana appallottola il biglietto che Febo le ha fatto scivolare in mano nel salutarla e lo butta in un cestino dei rifiuti, poi apre il portone di casa. No, non &egrave stata una giornata persa!

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