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Trio

Alice – 4°

By 23 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia strana relazione con Romeo andava avanti ormai da più di una settimana.
Sembrava quasi che il compito di Tamara fosse quello di prepararmi per lui quando, dopo cena, mi trascina a letto spogliandomi di ogni pudore e dandomi il piacere nella sua forma più pura.
Se, prima d’entrare in quella casa ero una ragazza piena di tabù, ora mi sentivo una donna vera in grado di dare al suo uomo cio&egrave che vuole di ricevere le stesse sensazioni che provava lui.
Anche Tamara da parte sua mi stava aiutando a scoprire il mio corpo, per una donna &egrave certamente più facile che per un uomo e le sue ‘lezioni’ erano sempre molto piacevoli.
Quel giorno però lei aveva una luce diversa negli occhi, più perversa ed erotica del solito.
‘Senti Alice vogliamo fare una sorpresa a Romeo ?’
‘Perché no, ma almeno dimmi di che si tratta.’
La mia innata curiosità crebbe a dismisura mentre lei si avvicinò a me sorridente come al solito.
‘Avrei pensato di preparargli qualcosa di diverso, lui sa cosa facciamo, solo non ci vede mai.’
‘E’ vero, ma ancora non ti capisco.’
‘Potremmo fargli vedere come stiamo bene insieme.’
La sua proposta mi shockò, certo Romeo sapeva del nostra rapporto che non si limitava ad una semplice amicizia, ma da qui a farlo con Tamara davanti a lui ce ne passava.
‘Non pensi che sia un po’ troppo eccessivo ?’
‘Perché, credi che non abbia mai visto due donne fare l’amore ?’
In effetti aveva ragione, di certo l’avrà anche fatto con due donne oltre che vederle.
Cercai di ragionare in fretta, Tamara lo conosce certo meglio di me e quindi sapeva bene cosa gli piace.
‘E come credi di mettere in pratica questa tua idea ?’
‘Tu fidati di me, lo sai che non ti tradirò.’
‘Va bene, però scusa tu non ami gli uomini.’
‘Certo che no,ma quando sarà il momento saprò farmi da parte.’
‘Tamara mi hai convinto, solo dimmi cosa vuoi fare.’
‘Per prima cosa usciamo e ci compriamo qualcosa per la serata.’
‘Certo che tu pensi solo a spendere, però hai ragione, una serata speciale merita qualcosa di nuovo.’
Così andammo in centro nel suo negozio preferito di lingerie d’alta classe, dove la commessa sapeva bene cosa tirare fuori davanti a Tamara. Come al solito fu lei a decidere cosa comprare, anche se l’idea d’indossare quelle cose mi eccitava non poco. Per me scegliemmo il nero come colore dominante, un corpetto che mi lasciava scoperta la maggior parte del seno esaltandone però la forma, uno slip sgambatissimo e molto sottile sul davanti, un reggicalze con dei fiori in pizzo e le immancabili calze velate con riga dietro.
Tamara invece scelse il bianco e non solo per fare da contrasto alla sua pelle.
Prese una guepiere , un perizoma di dimensioni microscopiche e le calze in tinta, anch’esse velatissime.
Poi entrammo in un negozio di scarpe dove io presi un paio di decolté in vernice nera con un tacco esagerato, mentre lei scelse dei sandali più bassi, anche se di poco, in pelle bianca.
Tornate a casa ci preparammo, una cena veloce lasciando un bel vassoio per Romeo di cibi freddi e andammo a preparaci per la serata. Lei mi aiutò a mettere il corpetto ed io feci lo stesso con la sua guepiere legandogliela non troppo stretta. Appena finita la ‘vestizione’ ci guardammo a vicenda, Tamara era una bomba sexy in grado di resuscitare anche un morto, ma io non mi sentivo inferiore a lei,e, dopo un lungo bacio ci recammo nella stanza al piano di sotto.

Quando lui scese in sala da pranzo non trovando nessuna delle due prese il cellulare per chiamare Tamara la quale gli disse di mangiare con calma e solo dopo scendere sotto.
Lui se la prese con calma e arrivò da noi solo dopo una mezz’ora buona rimanendo di sasso appena ci vide. Noi ce ne stavamo sdraiate sul letto parlottando a bassa voce e lo salutammo con un semplice ciao, senza nessun entusiasmo.
‘Posso sapere che succede se non vi disturbo troppo ?’ ci chiese fingendosi offeso.
Io allora mi alzai per andare da lui, gli diedi un piccolo bacio sulla guancia e gli spiegai il programma della serata.
‘Io e Tamara abbiamo deciso che tu posso guardarci, sai bene come passiamo i pomeriggi, quindi ci sembra giusto farti assistere, ma solo se prima ti fai legare alla poltrona.’
‘E perché legato ?’
‘Come amore mio, non sei tu quello che dice sempre che il piacere dev’essere un po’ sofferto !’
Romeo si mise a sorridere sapendo che non poteva contraddirmi, così andò a sedersi su una poltrona sistemata davanti a quel letto enorme.
‘Avanti mie diavole legatemi,ma almeno apritemi i pantaloni.’
Con l’aiuto di Tamara lo legai ben stretto, ma senza fargli male, poi abbassandomi gli aprì la patta lasciandogli però il pene dentro gli slip.
Lo guardai un attimo, ma più che altro cercavo in me stessa le risposte a mille domande.
Com’era possibile che quella ragazza che stava per lesbicare davanti ad un uomo fossi io, cosa mi era successo in quei pochi giorni trascorsi in quella villa.
Ma non avevo risposte, solo una gran voglia di godere sia di Tamara che di Romeo,di sentirli miei e allo stesso tempo donare tutta me stessa.
‘Così ti si può gonfiare quanto vuoi.’
Lo dissi come a cancellare la mia mente di quei pensieri al momento inutili e dare inizio alle danze.
Come mi rialzai sentì il corpo di Tamara dietro di me, le sue mani s’impadronirono subito dei seni, mentre le dita finirono sui capezzoli.
Il suo tocco era delicato e deciso come sempre, la bocca sul mio collo mi trasmetteva tutta la sua voglia di avermi li, davanti al mio uomo.
Mi lasciai toccare, alzando il braccio per poterle accarezzare i capelli, ma non potei resistere all’impulso di baciarla, così mi girai trovando subito le sue labbra.
Fu un lungo bacio appassionato, le mani sulla schiena come ad aver paura che ‘altra scappasse via.
Sentivo il corpo di Tamara fremere, la sua lingua sembra impazzita nella mia bocca, il suo gusto mi ubriacava.
La spinsi sul letto dove si accomodò sul bordo invitandomi con un dito a raggiungerla, come se ce ne fosse bisogno.
M’inginocchia davanti a lei e le sfilai il perizoma, il suo sesso era già umido, così non persi tempo e mi ci tuffai con tutta la faccia.
Inizia a percorrere con la lingua il bordo delle sue labbra intime, Tamara iniziò a gemere dicendomi di prenderla, ma io volevo fare con calma, farle agognare l’orgasmo come Romeo faceva sempre con me. Continuai a passare la lingua su quei lembi di carne viva che pulsava voglia di sesso e, solo quando sentì che non ce la faceva più, la penetrai con due dita.
Bagnata com’era entrarono senza fatica ma, dopo un paio di penetrazioni, le sostituì con la lingua, assaporando i suoi dolci umori.
‘Alice mi fai impazzire.’
‘E’ quello che voglio, vederti godere senza ritegno.’
‘Sii, hai imparato in fretta.’
Mi girai un attimo per vedere Romeo, il suo pacco era gonfio ed a stento gli slip riuscivano a trattenerlo.
Per eccitarlo ancora di più mi portai una mano fra le gambee presi ad accarezzarmi la fica attraverso le mutandine di pizzo. Le trovai bagnate e mi dovetti trattenere dalla brama di masturbami, tanta era la voglia che avevo addosso. Mi concentrai così su Tamara, la sua passera sembrava pulsare sotto la mia lingua e le mie dita che rallentavo ogni volta che stava per venire.
‘Ti prego Alice fammi venire.’
‘Lo vuoi davvero ?’
‘Si, non ce la faccio più.’
Così la feci sdraiare sul letto poi mi misi su di lei lasciando la mano in mezzo alle sue gambe e la masturbai fino a farle raggiungere l’orgasmo.
Non le diedi neanche il tempo di riprendersi che presi a baciarla in bocca per poi tornare fra le sue gambe e bere il suo nettare divino.
Tamara si lasciò ripulire, ma ora era lei a volermi vedere soffrire sapendo come ero vogliosa di avere un orgasmo.
Così si alzò sul letto e con passo felino si mise dietro di me.
‘Ora ti faccio godere io, mia cara amica.’
‘Fammi tutto quello che vuoi, sono tua.’
Sentì il pizzo delle mutandine entrarmi fra le natiche, poi la sua lingua correre al loro interno, ma senza toccare le parti più sensibili. Solo la piccola striscia di stoffa che doveva coprirmi il sesso, invece di nasconderlo, ci entrò dentro sotto la pressione di un paio di dita di Tamara.
Non sapevo il perché ma avevo un gran desiderio di sentire la sua lingua dentro il mio buchetto, la scoperta del sesso anale mi aveva trasformata e ora lo cercavo ad ogni occasione.
Lei di certo immaginò le mie voglie e, con molta lentezza, avvicinò sempre di più la sua lingua al mio orifizio posteriore fino a girarci intorno con insistenza.
Quando si staccò ne rimasi quasi delusa, ma fu un attimo, poi un rigolo di saliva cadde sul mio buchetto e un dito vi penetrò dentro.
Istintivamente mi spinsi in avanti, ma solo per un riflesso condizionato, poi andai indietro con tutto il corpo per sentire meglio il piacere di quel singolo dito.
Tamara prese a masturbami in quella maniera, aggiungendo man mano altre dita, fino a trovarmene tre dentro che mi aprirono per bene. Dopo si allungò fino ai cuscini e, da sotto uno di questi, tirò fuori un oggetto mai visto prima. Erano delle palline in vetro tenute insieme da una corda che serviva anche per distanziarle un paio di dita l’una dall’altra. Vedendomi interdetta mi spiegò che erano un giochino anale e che non mi sarei di certo lamentata.
‘Tamara fammi tutto quello vuoi, solo fammi godere, non resisto più.’
‘Certo che godrai e non sarai la sola.’ mi disse lanciando un’occhiata a Romeo.
Si rimise dietro di me e iniziò a far scivolare quelle palline nel mio sfintere, l’entrata non fu niente di che, ma l’uscita fu ben altra storia.
Sentivo i miei muscoli dilatarsi per poi rilassarsi come una sfera usciva, finché non ne rimase dentro solo una, allora fece rientrare le altre e riprese a tirarle fuori, solo più velocemente.
‘Godo Tamara, sii godo, dai sollievo anche alla mia fica, non ce la faccio più.’
La vidi riallungarsi verso i cuscini e tirare fuori un fallo realistico di notevoli dimensioni, più o meno quelle del pene di Romeo.
‘Con questo però farai da sola, mi piace troppo usare il tuo culo.’
Lo afferrai come un affamato prende un pezzo di pane e lo portai subito sul mio sesso grondante.
Mi entrò dentro senza nessuna fatica e presi a masturbarmi in modo osceno, svangandomi senza alcun ritegno, vogliosa solo d’avere un orgasmo che non tardò, com’era ovvio, ad arrivare.
Per un attimo tutto diventò buio, diventai dura come il marmo sconvolta da tutto quel piacere, col fallo ben dentro che vibrava all’impazzata. Urlai a lungo non riuscendo a trattenermi, il fiato quasi mi mancò, ma poi un senso di appagamento mi avvolse come una coperta calda e finì sdraiata sul letto, distrutta fisicamente da quell’orgasmo così sconvolgente.

Tamara mi lasciò riprendere rimanendo in silenzio, poi mi sfilò tutte le palline rimaste nel mio culetto.
‘Ora tolgo il disturbo, di certo per te non finisce qui.’
Mi diede un bacio prima di risalire e lasciarmi sola con lui.
Romeo era ancora legato e di certo molto eccitato, ma non mi disse nulla finché non fui io ad avvicinarmi a lui.
‘Non &egrave che ora mi consideri una troia ?’
Avevo bisogno di una certezza, in fondo un suo giudizio negativo era più che comprensibile.
‘Perché ? Mi hai eccitato, solo ora non puoi lasciarmi così, non sei così crudele, vero ?’
Gli sorrisi prima di baciarlo, avevo voglia di lui, solo volevo giocarci ancora un po’.
‘No, ma per ora non ti slego.’
‘Almeno liberalo.’
In effetti stava uscendo da solo, così con un dito gli liberai il pene che non vedeva l’ora di essere usato.
‘Così va meglio ?’
‘Si ma ha tanto bisogno di coccole.’
Iniziai a toglierli le scarpe e le calze, poi sfilai insieme pantaloni e boxer ora, finalmente, era tutto mio.
Mi sentivo porca e volevo fargli capire che era lui a avermi ridotto in quello stato, così mi abbassai e poggiai una mano su quel cazzo così duro e vivo, ma invece di baciarlo o leccarlo, feci quelle cose sui suoi testicoli. Li prendevo in bocca una alla volta, facevo passare la lingua su di loro, li succhiavo con forza, mordendoli piano alla base.
Romeo gemeva come impazzito, di certo erano le corde a tenerlo legato, altrimenti non avrebbe mai subito quel trattamento così passivamente. Sapevo che facendo così non sarebbe mai venuto, poteva anche implorarmi, ma non avrei certo smesso di dedicarmi alle sue palle tralasciando completamente l’asta.
Lui però non mi diceva nulla, anche se era chiaro che stava dolcemente soffrendo per quel trattamento così insolito da parte mia, ma poi presi ad accarezzargli il pene e lui non ci mise molto a partire in quarta.
‘Alice sto venendo.’
Capì che era arrivato al capolinea, così mollai la presa, gli sputai un paio di volte sul cazzo e spalmai la saliva su di esso prima di prenderlo in bocca.
Anche se non ero certo una grande esperta, mi ritrovai quasi subito il suo seme dentro la bocca che bevvi con vero piacere, ormai un pompino non poteva che finire con l’ingoio del suo seme, il cui calore mi faceva perdere la ragione.
Lo lasciai riprendere fiato ,ma entrambi sapevamo bene che non era finita così.
‘Scommetto che vuoi scopare, vero mandrillo ?’
‘E chi non lo vorrebbe fare con te.’
‘Solo prima scaldami.’
Mi sfilai le mutandine ormai ridotte ad un cencio bagnato e, senza tanta esitazione, gliela misi vicino al viso.
‘Leccala.’
Lo dissi come se fosse un ordine e lui non si fece pregare.
La sua lingua cominciò a passare su quelle labbra così gonfie d’eccitazione, mandandomi presto su di giri.
‘Si continua così che poi ti slego, ma solo se sei bravo.’
‘Allora vedrò d’essere all’altezza.’
La sentivo ovunque sul mio sesso, passare dall’esterno all’interno senza sosta, girare intorno al mio clito fino come se volesse farlo scoppiare.
Non seppi resistere un attimo in più, in tutta fretta gli slegai le braccia e, mentre lui toglieva le corde, mi sdraia al centro del letto.
‘Vieni e scopami, ti voglio.’
‘Adesso ti tocchi, voglio vederti ancora più desiderosa del mio cazzo.’
Aprii le cosce spalancandole al massimo come una qualunque puttana, poi poggiai una mano sulla mia passera e presi a toccarmi, ma senza penetrarmi volevo solo il suo cazzo, ma questo bastò per esaudire la sua richiesta.
Romeo mi prese per le caviglie, sentivo il suo cazzo fra i buchi, così lo afferrai e con decisione lo puntai all’entrata della fica. Lui spinse con forza e l’orgasmo mi colse immediatamente, come sempre quando ero eccitata in quella maniera, ma volevo di più, molto di più.
‘Scopami,fammi godere come voglio.’
Romeo non mi rispose ma iniziò a sbattermi in maniera selvaggia e violenta, all’inizio mi sembrò quasi posseduto da qualche forza demoniaca, ma poi fui travolta da tutta quella passione ed il piacere fu indescrivibile. Fu come avere un lungo ed interminabile orgasmo, lui spingeva come se volesse entrarmi dentro anche con tutto il corpo mentre io non smettevo di stimolarmi il clito.
Non ricordo neanche cosa dissi, ma di certo non furono frasi da educanda.
Romeo non cambiò mai posizione, ma mi distrusse fisicamente come non aveva mai fatto prima, alla fine mi venne dentro, riempiendo ogni anfratto del mio sesso ormai aperto e gonfio e, solo dopo, si sdraiò al mio fianco visibilmente provato.
‘Romeo &egrave stato magnifico, non so neanche cosa dirti.’
‘Sei tu che sei splendida, ora riposa, domani &egrave un altro giorno.’
Mi rannicchiai su di lui addormentandomi ben presto, in effetti ogni giorno in quella casa era diverso dal precedente, ormai stavo diventando sempre più vogliosa di sesso in ogni sua forma e solo il risveglio mi avrebbe fatto scoprire cosa mi riservava il nuovo giorno.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
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