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Racconti 69Trio

CON DUE E’ MOLTO MEGLIO

By 2 Novembre 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

Quello che segue &egrave il resoconto di una mia esperienza erotica di quando avevo . . . no, l’età non voglio dirla! Comunque ero molto giovane anche se avevo già avuto diverse relazioni di breve durata. All’inizio queste relazioni erano prevalentemente saffiche, ma divennero in seguito etero anche se di tanto in tanto mi lasciavo tentare da qualche amica che intuivo incline a questo tipo di piaceri.
I miei appetiti etero, a parte qualche ragazzo della mia età, erano sopratutto rivolti verso uomini maturi la cui esperienza mi assicurava un appagamento del quale sentivo il bisogno, ma sopratutto quella discrezione per me indispensabile, abitando in una cittadina di provincia.
Di preferenza mi lasciavo tentare dalle lusinghe di uomini sposati, meglio se con prole, perché questo mi garantiva la sicurezza che le mie piccole avventure non venissero divulgate.

Il fatto che mi accingo a raccontare accadde poco dopo la mia esperienza come ‘Baby Sitter’ che ho narrato mesi addietro. Da qualche tempo la mia fantasia mi faceva desiderare di confrontarmi con più di un uomo e per essere più chiara, con due, ma il fatto di risiedere in una piccola città nella quale quasi tutti si conoscono costituiva per me un ostacolo che pensavo insormontabile.
Non vorrei che i lettori pensassero a me come ad una ragazza ‘zoccola’; a questo proposito é singolare come un uomo che passa di donna in donna sia guardato con una certa ammirazione mentre una ragazza . . . beh, lasciamo perdere!

Mi frenava anche quello che avevo visto nelle cassette porno che guardavo di nascosto, dove non era raro che degli uomini usassero espressioni come: ‘Guarda come gode questa troia!’ e altre simili.
Avrei voluto incontrare uomini che mi trattassero con un certo rispetto pur essendo io disposta a concedermi senza freni alle loro voglie. Scagli la prima pietra quella donna che almeno una volta nella sua vita non ha avuto fantasie come le mie. Sono inorridite al pensiero? Non credo proprio!

Le cose erano a questo punto::conducevo una vita in apparenza morigerata, guardata praticamente a vista da genitori che avendo una figlia discretamente carina temevano come si suol dire ‘il lupo cattivo’ pronto a fare di me un sol boccone. Quindi uscite controllate, rientro a casa non dopo le 23 e cose di questo genere.
Questo tutti i giorni . . . salvo la domenica mattina! Loro andavano a messa e dopo si trattenevano con i loro amici della parrocchia fin quasi mezzogiorno e a volte anche oltre. Solo allora godevo di una certa libertà, i miei non perdevano mai la funzione delle 8 e io ne approfittavo per uscire subito dopo con il mio motorino, che parcheggiavo poi invariabilmente davanti al miglior Bar della città per fare colazione con cappuccino e brioche appollaiata su uno degli sgabelli davanti al bancone.

Divenni presto una abituée, gli avventori, in prevalenza uomini, dopo non molto cominciarono a salutarmi, poi a farmi complimenti discreti ai quali rispondevo sorridendo e arrossendo.
Un giorno uno di questi uomini, a bassa voce, attaccò discorso con parole fortemente allusive:

‘ Permette signorina? Le darebbe fastidio se le chiedessi di lasciarmi inzuppare la punta del mio biscotto nella sua tazzina? Vero che non le dispiacerebbe?’ capendo l’allusione neanche troppo nascosta, arrossii violentemente, ma risposi:
‘ Certamente, prego . . . ‘ facendomi leggermente da parte.
L’uomo, un bel tipo sui 40 anni intinse il suo biscotto, ma non lo portò alla bocca, invece lo avvicinò alla mia dicendo:
‘ Lo assaggi, dicono che sia buonissimo!’ socchiusi le labbra, lui lo spinse un poco aggiungendo:
‘ Per sentirne bene il sapore, lo deve succhiare almeno un pò. . .’ eseguii guardandolo negli occhi.

‘ Ha ragione, é molto buono! ‘
‘ Lo ha mai provato prima?’ continuai a fissarlo mentre rispondevo:
‘ Certo che l’ho provato e devo dire che mi é sempre piaciuto! ‘
Il significato delle sue domande e delle mie risposte era per entrambi evidente. La nostra conversazione benché fatta a voce bassissima, non sfuggì ad un signore che avevo definito dentro di me come ‘il Vecchio Gentiluomo’ che sedeva sullo sgabello accanto, il quale si sporse discretamente per dire:
‘ Forse nella tazzina della signorina ci sarebbe posto anche per un altro biscotto, il mio magari. Cosa ne pensa? ‘

Nella mia mente cominciai ad intravvedere l’avventura che cercavo, per cui replicai:
‘ Nella stessa tazzina non riuscirebbe ad entrare, ma in un’altra perché no?’
Ridemmo tutti e tre di gusto, il Vecchio Gentiluomo mi strizzò l’occhio in maniera complice. Ho detto ‘ vecchio’ e per me lo era, ma sicuramente non doveva ancora raggiunto la sessantina: capelli brizzolati, modi gentili benché alquanto allusivi, mi piacque subito!
La cosa quel giorno finì li, dovetti scappare perché volevo farmi trovare a casa intenta a fare i miei compiti quando sarebbero rientrati i miei genitori.
Durante tutta la settimana pensai a quello che era accaduto, speravo ma temevo anche il possibile evolversi della mia provocazione. Ora non ero più tanto sicura di voler darle seguito; certamente quei due sembravano avere i requisiti adatti ai miei scopi. Ma . . . avrei osato?

Qui devo aprire una doverosa parentesi; in realtà il loro approccio avvenne gradualmente e durò diverse Domeniche con provocazioni sempre più esplicite alle quali rispondevo facendo capire che ero ben disposta, spero mi scuserete se ho semplificato. Chiudo questa parentesi e proseguo.

La domenica successiva non feci neanche in tempo a parcheggiare il motorino che mi trovai accanto il quarantenne (avevo notato con soddisfazione che era sposato), mi comunicò con discrezione che ero stata invitata insieme a lui a fare colazione presso il Signor Lattanzio che appresi essere il nome del Vecchio Gentiluomo, quindi se portavo il mio mezzo nel parcheggio della piazza antistante avremmo potuto andare con la sua macchina. Accettai con la tipica incoscienza della mia giovane età, dando così inizio alla mia avventura.
Salii in macchina accanto a lui. La vettura si avviò, l’uomo al posto di guida ogni tanto mi gettava un’occhiata. Appena usciti dalla cittadina fermò l’auto all’ombra di un ippocastano e si volse verso di me.

‘Senti carina’, disse senza preamboli passando al ‘tu’, ‘vorrei che non ci fossero equivoci, il Sig. Lattanzio mi ha raccomandato di accertarmi che sai quello che vogliamo fare insieme a te; mi sembri abbastanza sveglia, capisci quello che desideriamo vero? ‘ nel dirlo pose eloquentemente una mano sulla mia gamba facendola risalire fra le mie cosce.
Quel gesto provocò in me un brivido che si trasmise alla mia micina facendone gonfiare le labbra. Mi pentii di aver indossato i jeans invece della gonna, arrossii assentendo con la testa, lui aggiunse:
‘Se ci siamo sbagliati ti riporto indietro e amici come prima . . .’
‘No . . . non vi siete sbagliati.’ risposi d’un fiato, rossa come un gambero.
‘Bene.’ fece lui togliendo la mano e riavviando la macchina.

Il signor Lattanzio abitava ad un paio di chilometri dal centro abitato, in aperta campagna, in quella che a prima vista sembrava una grande cascina ma che in realtà era una sorta di villa con un bel giardino, circondata da alberi che la nascondevano in parte alla vista di chi transitava sulla provinciale.
Seduto ad un tavolo imbandito sotto un pergolato vi era il Vecchio Gentiluomo; al nostro varcare il cancello si alzò venendoci incontro. Indossava un completo chiaro leggero con la giacca aperta su una camicia bianca il cui colletto era rivoltato sopra il collo della giacca come si usava anni addietro,

Prese la mia mano portandola cerimoniosamente alle labbra.
‘La ringrazio per aver accettato il mio invito, la prego, si accomodi . . . a proposito, non conosciamo ancora il suo nome. . .’
‘Lisa ‘ dissi sedendomi su una delle due poltroncine di vimini. Il Vecchio Gentiluomo si sedette sul divanetto pure di vimini mentre il quarantenne prese posto sull’altra poltroncina.
‘Piacere, io mi chiamo Alessandro e l’amico qui presente é Paul, gli amici mi chiamano Alex, mi piacerebbe che mi chiamasse così e che mi desse del tu se non mi considera troppo vecchio.’
‘Piacere Alex, piacere Paul’ risposi stringendo la mano ad entrambi.

Sul tavolo vi erano delle caraffe contenenti succhi di frutta, un vassoio con frutta assortita, un altro con biscotti e una caffettiera fumante al centro della tavola, scelsi un succo di arancia che Alex mi versò. Mentre facevamo colazione conversammo amabilmente, dissi della scuola, Paul era ingegnere, mentre Alex il Vecchio Gentiluomo si occupava della tenuta che appresi essere alquanto estesa. Apprezzai che nessuno accennasse allo scopo della mia presenza. Solo dopo aver bevuto il caff&egrave, Alex propose di entrare in casa.
‘Fra poco il sole sarà caldissimo e dentro potremo metterci a nostro agio.’ spiegò.

Entrammo in un ambiente grandissimo che immaginai occupasse tutta l’area della villa, ma mi sbagliavo perché, spiegò il Vecchio, erano stati ricavati su un lato i servizi compreso il bagno, la lavanderia e un locale doccia; le varie colonne poste a sostegno del piano superiore dove si trovava l’abitazione non deturpavano affatto quell’ambiente. All’ingresso, il vestibolo, Alex si tolse la giacca gettandola con noncuranza su una cassapanca intarsiata, Attraversammo una sorta di biblioteca fornitissima di libri rinchiusi in mobili di noce scuro a vetrina, oltre questa, vi era un tavolo, due sedie dello stesso legno e un lungo divano..

Il terzo ambiente era luminosissimo, la parete di fronte essendo formata da una grande vetrata che dava sull’aperta campagna dal lato opposto della provinciale.. Alle pareti laterali dell’intero salone, quadri che se fossero stati di autori famosi avrebbero valso una fortuna
Era un salotto composto da un piccolo Bar, un tavolino centrale, un divano discosto dal muro e due poltrone anch’esse in cuoio scuro.
Girai gli occhi attorno un poco intimorita da quel lusso ma sopratutto dalla consapevolezza che nessuno sapeva che mi trovassi lì, con due uomini pressoché sconosciuti che fin dall’inizio avevano palesato le loro intenzioni.

Stranamente, come a volte accade, la cosa anziché provocare dentro di me quel panico che sarebbe logico pensare, mi eccitò al punto che sentii la mia fichetta inumidirsi, talmente che temetti che il colare degli umori bagnasse le mie mutandine e i jeans rendendo visibile l’umidore che sentivo. Oltre a questo, i seni che si erano induriti già cominciavano a farmi male . . . Insomma, ero eccitata e impaziente!
Il Vecchio si avvicinò guardandomi con aria benevola, portò le mani ad accarezzami i capelli che allora portavo lunghi dicendomi:
‘ Non vogliamo fare nulla che non desideri accettare, quindi in ogni momento puoi rifiutarti, basta che tu lo dica e l’amico Paul ti riporterà indietro . . .’

Si interruppe aspettando una risposta che non venne. Ero rossa come un gambero, con la coda dell’occhio vidi il quarantenne andare a sedersi sul divano. Interpretando il mio silenzio come assenso, le mani dai miei capelli si portarono sul davanti della camicetta che ricadeva sui miei jeans e sbottonò il primo bottone.
‘ Permetti vero?’ continuando a guardarmi negli occhi proseguì disfacendo ad uno ad uno tutti i bottoni, aprendo del tutto l’indumento. Non avevo certamente bisogno di reggiseno e infatti non lo indossavo come sovente non lo indosso neanche adesso.
Senza staccare gli occhi dai miei, fece scivolare la camicetta dalle mie spalle. Solo allora spostò lo sguardo al mio petto.

‘ Sei bella Lisa, sei tutta bella!’ disse.
Chiusi gli occhi al tocco delle mani sulle mie tettine, Non le accarezzò, non le strinse ma il suo modo di passare le palme a sfiorare i capezzoli li fece tendere talmente che mio malgrado mi sfuggì un sospiro. Aprendo gli occhi vidi sul divano Paul che si stava togliendo la maglietta rivelando un torso muscoloso e glabro, quindi disfece la cinta e fece scendere la zip aprendo la patta dei pantaloni. Il fatto che uno degli uomini si stesse già spogliando, lungi dall’infastidirmi, mi fece capire che ero nel posto giusto con gli uomini giusti, tanto più che il tempo a nostra disposizione era alquanto ridotto e prima cominciavamo meglio sarebbe stato.

Sospirai nuovamente, sentivo i capezzoli tesi al parossismo, i seni si erano nuovamente induriti e avevano ripreso a dolermi, volevo che Alex li carezzasse, li baciasse, tutto meno dello sfioramento di quelle palme, invece lui continuava a sottopormi a quella tortura raffinatissima che portò all’apice la mia eccitazione.
‘ Sapevo che ti piaceva, sei molto sensibile piccola . . .’ sussurrò Alex al mio orecchio.
Poi prendendomi per mano mi condusse al divano facendomi sedere accanto a Paul che ormai del tutto nudo brandiva un membro teso la cui grossezza mi mise i brividi.

Solo il Vecchio sembrava non avere fretta, andò dietro il bar, mise tre coppe sopra il banco e armeggiò stappando una bottiglia di Champagne francese.
Paul che aveva passato un braccio sulla mia spalla aveva iniziato ad accarezzare uno dei miei seni, con l’altra mano spinse il mio braccio affinché la mia mano incontrasse il suo pene. Dovette interrompere le sue manovre per prendere una delle coppe che Alex gli porgeva. Mi offrì l’altra coppa poi seduto su una delle poltrone sollevò il bicchiere.
‘ Alla tua bellezza piccola e grazie per aver accettato di allietare la mia solitudine.’
Non avendo accennato a Paul, capii che la sua presenza serviva solo a rendere più piccante quel nostro incontro.

Era la prima volta che bevevo Champagne, era freddo al punto giusto, ma appena bevuto, un po troppo rapidamente per la verità, produsse su di me un certo effetto.
Alex prese i bicchieri vuoti, li posò insieme al suo sopra il tavolino e si avvicinò.
‘ Togliamo anche questi vuoi?’ e cominciò a disfare la mia cinta.
Non volevo che i due uomini vedessero le mie mutandine bagnate sul davanti per cui io stessa tirai la cerniera dei miei Jeans, quindi sollevando il bacino li feci scendere insieme alle mutandine alle caviglie e superate le scarpe da ginnastica che avevo ai piedi scostai il tutto con un calcio riestando nuda accanto a Paul.

A quel tempo solo le attrici hard si depilavano il pube, il mio mostrava una peluria ancora rada che non poteva celare la fichetta che si rivelò al Vecchio Gentiluomo quando con fare gentile mi indusse ad aprire le ginocchia.
Paul che aveva ripreso ad accarezzarmi i seni si chinò su di essi, la sua bocca ne incappucciò una punta lambendola e succhiandola delicatamente, lasciandola solo quando sentì il capezzolo ben teso, passò all’altro seno facendogli subire lo stesso trattamento.

Finalmente il gioco era cominciato! Fu guardando Alex negli occhi che emisi il mio primo sospiro di piacere, il Vecchio distolse lo sguardo per chinarsi. Mi aspettavo, e desideravo, che dedicasse almeno un bacetto alla mia fichina, invece portò le dita fra le mie cosce e separando i peletti la sfiorò con tocco leggero ma sufficiente a farmi tendere in un esplicito invito.
Si sollevò e riportando i suoi occhi nei miei si tolse la camicia rivelando un petto muscoloso ornato di una peluria grigia, quindi con gesti rapidi sbottonò i calzoni calandoli insieme agli slip fino alle caviglie e sbarazzatosi delle scarpe li tolse completamente.

Poco mancò che mi sfuggisse una esclamazione. No, non di spavento ma di gradevole sorpresa. Inalberava un membro sorprendentemente teso, percorso da vene sporgenti che mi fecero pensare ad un bastone nodoso, ed era lievemente ricurvo ad arco. Questo sì, provocò in me un brivido che percorse la mia schiena e il mio corpo tutto al pensiero di quello che mi avrebbe provocato.
La mano di Paul lasciò il mio seno per portarsi dietro la mia nuca invitandomi con delicatezza a chinarmi, la mia guancia strisciò sul suo ventre, le mie labbra entrarono in contatto con il calore del suo glande, si dischiusero . . .

Mi é sempre piaciuto prendere in bocca il membro di un uomo sopratutto un membro delle dimensioni di quello di Paul, la mia mano palpò le sue palle, la mia bocca si aprì, scese serrando le labbra poco sotto il colletto, la mia lingua esplorò adagio la cappella, scese facendone il giro soffermandosi ad accarezzare l’inizio che sapevo sensibile del gonfiore che proseguiva fino ai testicoli.
Il sollevare il bacino dell’uomo e il suo tendersi mi incoraggiò a scendere maggiormente risalendo con un leggero risucchio, scendere ancora, risalire . . .
Sospirai fortemente sentendo l’alito caldo del Vecchi sulla mia micina poi la sua lingua che iniziava a percorrerla accarezzando con essa le mie labbrette intime.

Acconsentii di buon grado a spalancare le gambe appena con entrambe le mani allontanò maggiormente le mie ginocchia, osai persino porre una gamba sulla sua spalla e piegandola lo attirai a premere il suo viso fra le mie cosce.
Il mio gradimento per l’operato di Alex che ora lambiva apertamente la mia fichina con rapide passate della sua lingua, lo espressi scorrendo sospirando sul cazzo che avevo in bocca, salivando abbondantemente così da rendere scivolose e morbide le mie labbra, sentii le mani di Alex sollevare il mio culetto mentre la sua bocca si aprì larga sulla fichina senza smettere i movimenti della sua lingua.
Ma fu quando imprigionò fra le labbra il mio clito succhiandolo e trastullandolo con rapidi colpetti che sentii arrivare il primo orgasmo, che si scatenò non appena le mani che imprigionavano le mie chiappette vi immersero un dito, credo il medio, bagnato dei miei succhi muovendolo dentro e fuori il mio buchetto

Venni nella bocca del Vecchio in lunghi spasimi che mi fecero tendere e gemere sommessamente sul membro che riempiva la mia bocca che ora scorreva in modo talmente ingordo da far tendere Paul che sollevando e abbassando il bacino grugniva di piacere.
Ero felice, ho sempre desiderato godere con la bocca piena e il cazzo di Paul era per me l’ideale, assaporai le gocce lisce e lievemente salate della sua eccitazione, ma con mia grande sorpresa non venne, accarezzò i miei capelli sussurrando parole dolcissime mentre il Vecchio Gentiluomo continuava a leccarmi non perdendosi neanche una goccia del mio piacere finché questo ebbe termine.

Solo allora si alzò costringendomi a fare altrettanto, fu a malincuore che sentii il membro di Paul scivolare fuori dalla mia bocca e mi volsi verso il Vecchio (anche se lo chiamo così vi assicuro che Alex fisicamente non le era affatto).
Il suo cazzo mi attirava enormemente e stavo per mettermi in ginocchio per tributargli l’omaggio che quell’arnese meritava, ma lui non me lo permise e facendomi voltare mi strinse facendomelo sentire contro il culetto che mossi nuovamente desiderosa, e con le mani che imprigionavano e accarezzavano le mie tettine si chinò baciandomi sul collo poi sussurrò al mio orecchio:

‘ Sei molto calda, lo sai piccola? ‘ per tutta risposta mossi il sedere contro la sua verga. I’alito di Alex odorava del mio godimento e questo rinnovò la mia voglia.
‘ Hai preso le tue precauzioni o dobbiamo provvedere noi? ‘ chiese allusivamente.
Scossi il capo, ho sempre odiato i preservativi, il solo vedere un membro calzato da uno di quei cosi bloccherebbe ancora oggi il mio piacere.
‘ Prendo la pillola. ‘ risposi mentendo. Sono una ragazza giudiziosa, mi ero accertata, come faccio sempre prima di un appuntamento galante di essere nel mio periodo non fecondo e quindi . . .
Il cazzo di Alex era duro contro il sedere che continuavo a muovere cercando di farlo entrare nel solco delle natiche,

‘ Brava! ‘ disse. Fremetti, dopo aver mordicchiato il mio orecchio la sua bocca si era spostata sul mio collo baciandolo e leccandolo in modo divino poi mi spinse gentilmente facendomi fermare ad un passo dal quarantenne quindi con dolcezza premette le mie spalle facendomi chinare.
Paul brandiva il membro che accarezzava lentamente, appena ebbi posato le mani ai due lati delle sue cosce. lo porse alla mia bocca. Non mi feci pregare e lo incappucciai facendo scivolare le labbra sull’asta ancora bagnata della mia saliva sforzandomi di prenderlo tutto. Non mi riuscì completamente ma cominciai a scorrere lentamente su e giù felice del tendersi dell’uomo e di udire i suoi sospiri.
Le mie gambe erano tese, Alex me le fece divaricare, sentii le sue mani accarezzarmi la biforcazione delle cosce, premere col taglio la mia fichetta, risalire separando le mie chiappette poi accarezzò il mio culetto e finalmente mi fece sentire il suo cazzo.

Gli fece percorrere il solco delle mie natiche che il glande separava, fremetti sentendola strusciare rudemente sopra il mio buchino, lo fece più volte facendomi mugolare sul membro che riempiva la mia bocca poi la sentii scendere, separando le labbra della mia fichetta, lo mosse . . .
Se la mia bocca non fosse stata piena avrei voluto urlargli: ‘Scopami, dai cosa aspetti?’ invece spinsi contro di lui il culetto in modo eloquente riuscendo a farmi entrare nella vagina l’inizio del suo cazzo, oh come lo volevo!
Alex mi afferrò ai fianchi e lentamente entrò in me, me lo diede tutto il suo cazzo, fino in fondo. Mi sfuggì un lamento quando il glande urtò il mio utero ma poi furono mugolii di gradimento quelli che uscirono dalla bocca che facevo scorrere
con voluttà su e giù come se il mio piacere dipendesse da come sollazzavo Paul.

Esultavo, il membro di Alex era di quelli che frugano, la mia vagina era talmente dilatata che potevo udire il rumore bagnato che faceva andando avanti e indietro nei miei succhi.
Il Vecchio anche se aveva cominciato a scoparmi lentamente ora cominciava ad accelerare e ad ogni suo colpo di reni il suo ventre urtava il mio sedere e le sue cosce urtavano le mie facendomi oscillare avanti e indietro sopra Paul costringendolo a seguire col membro i movimenti della mia bocca che pur con una certa difficoltà non cessava di scorrere su di esso.
Da tempo avevo ricominciato a godere, godevo dello scorrere del cazzo stupendo che percorreva la mia vagina accarezzandola così soavemente che ogni suo andare e venire mi strappava un lamento che il mio sbocchinare smorzava trasformandolo in un mugolio soffocato.

Ero veramente felice, i miei sensi acuiti dal piacere mi facevano assaporare ogni sfumatura dell’azione indecente che avevo accettato e anche provocato, l’ansimare del Vecchio che chino sopra di me leccava il mio collo, le sue mani che scese ai miei seni plasmavano e torturavano dolcemente i miei capezzoli, il suo cazzo che andava sempre più velocemente nella mia vagina schiaffeggiando ad ogni colpo la mia fica con il battere su di essa dei suoi testicoli, il sapore che il cazzo di Paul grosso e duro stillava in gocce dalla consistenza liscia che impregnavano il mio palato e la mia lingua del piacere che saliva nell’uomo.
Non dicemmo nulla durante quell’azione straordinaria, solo i grugniti degli uomini infoiati che muovendo le reni spingevano i loro membri nel mio corpo di fanciulla che i più credevano ingenua e innocente e che godeva senza ritegno insieme a loro muovendo la testa e il bacino incontro ai loro cazzi emettendo lamenti di piacere sempre più acuti finché . . .

Stavo nuovamente per venire ed era stupendo sapere che potevo lasciarmi andare al godimento senza il timore di essere giudicata una troia in calore. Gridai per quanto mi consentiva il membro di Paul, attenta a non farmelo sfuggire ma scorrendo su di esso con la bocca diventata famelica, succhiandolo con una ingordigia di cui non mi credevo capace.
L’uomo si tese muovendo le reni, sobbalzando alla ricerca del piacere che voleva prendere nella bocca che ora scopava selvaggiamente tenendo ferma la mia testa con entrambe le sue mani, facendo salire e scendere un cazzo dal cui meato usciva un rivolo ininterrotto che preannunciava l’imminenza del suo orgasmo.

Di tutto questo godevo mentre mi agitavo ondulando il culo, spingendolo e ritraendolo per infilzarmi più rapidamente sul cazzo di Alex che conscio del salire irrefrenabile del mio piacere prese a sbattermi come un forsennato, ma ormai bastavano solo pochi colpi per farmi varcare la soglia del mio paradiso.
L’orgasmo che mi travolse fu lunghissimo e tanto forte da costringermi a spalancare la bocca per gridarlo ai miei amanti, ma subito il membro di Paul la riempì nuovamente, e mentre continuava il mio godimento, fu con gioia che sentii la sua cappella ingrossarsi, indurirsi all’inverosimile e . . . l’uomo emise una serie di grida rauche, anch’io gridai sentendo i getti spessi e caldi che colpivano la mia gola, il mio palato, riempivano la mia bocca filtrando dalle labbra che avevo ripreso a far scorrere lungo il cazzo sobbalzante mentre il Vecchio Gentiluomo completava il mio godimento scorrendo dolcemente negli spasimi della vagina che stava appagando.

‘ Godi piccola godi . . . godi . . .godi . . .’ continuava ad iripetermi per tutto il tempo che rimase dentro di me.
Le mani di Paul fermarono il movimento del mio capo costringendo la mia bocca a lasciare il suo membro.
‘Basta Lisa . . . ho goduto come un porco . . . sei stata bravissima!’ disse.
Anche Alex uscì dal mio corpo, solo allora mi accorsi che era l’unico a non aver goduto, mi dispiacque e dentro di me mi rimproverai temendo di averlo deluso.

Mi aiutò a sollevarmi poi vedendo lo sperma uscito dalla mia bocca scendere lungo il mio mento, andò dietro al bar ritornando con una confezione di fazzolettini di carta, quindi con delicatezza deterse le mie labbra, il mio mento e anche fra i seni dove erano colate alcune gocce, quindi gettò il pacchetto all’altro che si era alzato, ordinando:
‘Pulisciti poi va a farti una doccia e . . . rimani finché non ti chiamo!’
L’uomo ubbidiente si ripulì sommariamente e senza dire una parola scomparve dalla nostra vista.
Alex versò in una coppa dello Champagne e me la porse. ‘Sciacquati piccola!’ disse con dolcezza. Eseguii prontamente e il gusto leggermente acre che impregnava la mia bocca scomparve facendo posto al sapore del vino francese.
——————————————–Continua———————————————- Il Vecchio Gentiluomo prese dalle mie mani la coppa che andò a posare sul ripiano del Bar. Mentre si avvicinava nuovamente vidi con meraviglia come il suo membro non avesse perso nulla della sua rigidità, al contrario, sembrava più teso di prima ed era oscenamente bello. Il vederlo ancora luccicante del mio godimento fece scorrere lungo la mia spina dorsale un brivido al ricordo del piacere che mi aveva procurato. Appena fu vicino prese il mio viso fra le le sue mani fissandomi intensamente.
‘ Sei deliziosa Lisa, é un piacere farti godere lo sai?’ disse ponendo un bacio sulla mia fronte.
‘ Però tu . . . non hai goduto! ‘ il suo cazzo nelle mie mani era teso e scivoloso, lo percorsi tutto, fino ai testicoli anch’essi bagnati.
‘ Non ho più la tua giovinezza piccola cara e non ho molti colpi da sparare se voglio accontentare una ragazza giovane come te.’

Vedendo che guardavo la sua bocca, prendendo il mio viso fra le mani avvicinò la sua bocca alla mie e mi baciò . . . o piuttosto percorse le mie labbra con rapidi guizzi della sua lingua facendone il giro prima di separarle con essa e inclinando il capo lambirne l’interno con una voluttà che mi ricordò il modo in cui aveva leccato la mia fichina.
Schiacciai il mio petto contro il suo, allora lui mi baciò apertamente entrando con la lingua nella mia bocca; muovendo il viso l’aspirai avidamente avvitandovi le labbra per farla entrare in profondità e succhiarla.
Ero nuovamente eccitata, le tettine che strusciavo contro il suo petto villoso facevano sentire i capezzoli duri e sensibilissimi, il premere del suo membro contro il pancino che ondulavo per goderne la rigidità mi mise il desiderio di prenderlo nuovamente in corpo, ovunque lui avesse desiderato introdurlo.

Le sue mani avevano lasciato il mio viso e lentamente le sentii scendere carezzevoli lungo la mia schiena, risalire, scendere nuovamente e quando furono sul mio culetto aprii le gambe per permettergli di esplorarlo tutto e lui lo fece entrando con le dita di entrambe le mani nelle mie chiappette aprendole in modo da esporre il mio buchino all’insolita carezza.
‘ Oh si Alex . . . si . . .si . . .’ volevo che vi affondasse almeno un dito, che mi facesse sentire che ero sua, invece una sua mano scese ancora, ne sentii le dita sulla fichina, nella fichina che esplorò lungamente facendomi sospirare di desiderio e quando si staccò mi sentii stranamente vuota, la mia fica vuota delle sue dita e la bocca vuota della sua lingua. Mi condusse con gentilezza al divano e si sedette.
‘Vieni piccola.’ disse.

Non so cosa avesse in mente quell’uomo gentile ma sapevo quello che IO volevo e me lo presi. Il suo membro si ergeva come un palo arcuato, orribile nella sua travolgente bellezza, fu sopra di esso che mi chinai e senza preamboli vi calai la bocca aperta.
Il vecchio sorpreso fece per sottrarsi ma poi davanti all’ardore che misi nel scendere e risalire quell’asta rigida, desistette e accarezzandomi i capelli si limitò a sospirare:
‘ Piano piccola, lo sai vero? Lo sai!’
Capendo quello che intendeva, rallentai fermandomi infine trattenendo la sua cappella nella bocca che mossi adagio come quando da bambina assaporavo un cono di gelato, succhiandolo lentamente per sentirne appieno il sapore, ma il sapore invece di essere dolce era asprigno del mio sapore, ma mi piaceva, mi piaceva!
‘ Brava piccola . . . sei dolcissima!’

Alla lieve pressione delle sue mani sulle mie anche salii con le ginocchia accanto a lui senza staccare la bocca dal suo cazzo, allora lui mi prese ai fianchi e mi sollevò. Oh era forte Alex, fu senza difficoltà che mi mise con le ginocchia divaricate sulla spalliera del divano, aperta a lui, aperta alla sua bocca che fu sulla mia fichina, alla sua lingua che prese subito a percorrerla con soavi leccate.
Non dicemmo nulla, si potevano udire solamente i nostri sospiri, il rumore bagnato della lingua del Vecchio che andava nei miei succhi e il lieve risucchio della mia bocca che devotamente, con amore muovevo lungo il suo membro osando persino farla scendere per ingoiarlo fino a sentirne il glande in fondo alla mia gola.
In quei momenti sentivo di amare quel vecchio che mi stava portando nuovamente al godimento ma sopratutto amavo il suo cazzo come ho amato e amo ancora tutti i cazzi che accetto di prendere in bocca.

Con le mani poggiate sulle sue ginocchia, muovevo il capo facendo scorrere la bocca lentamente per gustare appieno il membro che la riempiva e che ora stillava le gocce della sua eccitazione. Sentendo le sue mani aprire le mie natiche feci forza con le ginocchia sulla spalliera muovendo il bacino; schiacciando il culo aperto sul suo viso, lasciando che mi lambisse il buchino, cosa che fece con maestria tentando anche, senza riuscire, di introdurvi la punta della lingua, allora ondulai le reni offrendogli nuovamente la fichina poi ancora l’ano.
L’uomo soffiando mi leccava, mi leccava andando con la lingua dall’una all’altro bagnando entrambi con la sua saliva; io gemevo per il piacere che aumentava, non smettendo di scorrere sul suo cazzo in quell’inconsueto sessantanove, poi non resistendo oltre mi mossi e gli misi fra le labbra il mio clitoride, lui se ne impossessò leccandolo e succhiandolo con ingordigia e io venni nuovamente gridando per quanto mi era possibile, agitando il bacino, ondulandolo schiacciando la fica sulla sua bocca, poi . . .

Sentii il suo glande gonfiarsi maggiormente . . . ricordandomi delle sue parole mi fermai e con uno sforzo mi districai rialzandomi. Alex ansimava come se avesse fatto una corsa, il suo membro pulsante ondeggiava leggermente, lui mi guardava con desiderio infinito, i suoi occhi supplicanti mi riempirono di gioia.
‘Lo sai piccola che mi stai facendo impazzire?’ sospirò.
Gli spasimi del mio orgasmo anche se attenuati non erano del tutto terminati, fu fremendo che salii con le ginocchia divaricate schiacciandomi contro di lui, baciando la bocca che aveva il mio sapore, le sue mani percorsero avidamente la mia schiena, il mio culetto poi mi sollevò e mi girò con estrema facilità.
Rovesciai la testa sulla sua spalla, lui tenendomi sollevata baciava e leccava il mio collo, poi sentii il suo cazzo sotto il sedere . . . Ora ero sicura che era proprio lì che voleva metterlo, allora portando le mani ad afferrare la sua verga, la guidai fra le natiche, la mossi strofinando la cappelle sotto l’ano.

‘ Oh dammelo Alex, lo voglio . . . lo voglio . . .’
Lui mi abbassò lentamente, sentii il suo glande premere, era quello che volevo da quando avevo capito che era per questo che lo aveva bagnato così lungamente.
‘ Si Alex . . . si . . . siiiii ! ! ! ‘
Sapevo che mi avrebbe fatto male e di male me ne fece, malgrado questo ancheggiai cercando di pesare maggiormente per facilitare l’entrare del suo membro, poi portando le mani sotto le natiche le aprii. Alex soffiava la sua eccitazione contro il mio collo mentre mi abbassava maggiormente.
Gemetti sentendomi allargare, lui si fermò ma ormai il suo cazzo aveva varcato la soglia del mio culetto, mi sollevò appena e mi abbassò maggiormente, mi sollevò ancora . . .

Ripet&egrave diverse volte l’operazione e ad ogni suo calare del mio sedere, la verga dura entrava maggiormente e il mio dolore diminuiva finché cessò del tutto facendo posto allo stupore che provo ogni volta che acconsento ad un uomo di violare il mio sedere.
Sospirai di sollievo, anche Alex sembrava sollevato, il suo respiro si fece a poco a poco regolare e per qualche istante rimanemmo immobili poi sentii che si spostava col bacino in avanti fin sul bordo del divano e si lasciava andare quasi coricato con la testa contro lo schienale e il collo innaturalmente piegato. Tolsi le mani che allargavano le mie chiappette e le poggiai ai due lati del corpo del mio Vecchio Gentiluomo.
La posizione per lui alquanto scomoda mi permetteva di scivolare agevolmente lungo il suo membro. Provai a farlo lentamente e mi accorsi che ero abbastanza rilassata da non provare alcun dolore malgrado le dimensioni del cazzo che allargava al massimo il mio buchetto (che ora non era più tanto piccolo).

La mia eccitazione salì rapidamente nel percepire il rilievo delle vene di quel membro poderoso che mi accarezzava le pareti dell’ano, il mio piacere prese a salire man mano che scivolavo avanti e indietro, avanti e indietro, le spalle puntate contro il viso dell’uomo che malgrado i miei capelli cadenti che lo nascondevano in parte, baciava e leccava il nascere della mia spina dorsale soffiando la sua eccitazione.
‘ Brava piccola . . . così . . . cosi . . .’ alitava contro la mia schiena.
Presi a lamentarmi debolmente, avevo ripreso a godere ed ero grata a quel vecchio libidinoso capace di farmi provare simili sensazioni e quando prendendomi alla vita mi sollevò fu ancora più stupendo perché fu lui a darmi il cazzo con bruschi scatti delle sue reni che lo spingeva in profondità nelle mie interiora.

Adesso un poco mi faceva male ma era un male sopportabile in confronto al piacere che mi procurava; i lamenti che uscirono dalla mia bocca fecero fermare l’uomo tenendomi sospesa a mezz’asta, ma io non volevo che si fermasse, volevo godere, godere . . .
Fu per questo che portai una mano fra le mie cosce, sulla fica che trovai grondante, e con le dita intinte nei miei succhi presi a malmenarmi il clitoride, ma per poco perché il vecchio se ne accorse e mi rimproverò:
‘ No Lisa no . . . non così . . . aspetta!’ e chiamò:
‘ Paul! ‘.
Subito apparve il quarantenne. Da come si era materializzato sospettai che fosse rimasto nascosto a spiarci, il suo membro teso e il modo che aveva di accarezzarselo me lo confermò.

————————————————————————————Continua————————————————————————

Paul si avvicinò guardando apertamente il mio corpo impudicamente riverso con il cazzo di Alex conficcato nei miei glutei, il Vecchio ora lo faceva scorrere lentamente e quando Paul fu davanti a noi si chinò e mentre leccava le mie labbra sentii la sua mano scostare la mia e percorrere la mia fichina; lo fece più volte poi le sue dita bagnate premettero il mio clito, lo mossero di qua e di là strappandomi dei lamenti che la sua bocca soffocava spingendo in essa la lingua che succhiai avidamente.
Il vecchio aveva ripreso a muovere le reni, lo faceva con rapidi scatti che scuotevano il mio corpo tutto, il suo cazzo andava e veniva velocemente nell’ano rilassato e lubrificato dalle gocce del mio piacere che colando su di esso ne agevolavano la penetrazione, lo sentivo fino in fondo come sentivo lo sbattere dei suoi testicoli nelle mie natiche spalancate.

Tutto questo era stupendo e io godevo, godevo . . . La mia ingordigia di piacere mi spinse a spostare di lato il busto e ad allungare la mano al membro di Paul per attirarlo ma fu lui a porgerlo alla mia bocca. Presi a leccarlo lungamente. lui muovendolo lentamente me lo dava tutto da leccare, leccai anche i suoi testicoli poi risalendo l’asta lo presi nella bocca che cominciai a far scorrere, continuando finché lui non si sottrasse.
‘ Basta Lisa . . . voglio scoparti anch’io! ‘ disse, ma io ero insaziabile.
‘ Leccami Paul . . . oh si . . . leccami . . . leccami tutta! ‘ e spinsi il suo capo sulle mie tettine. Non si fece pregare ma non gli fu facile perché i colpi che cacciavano il membro del vecchio nel mio culo mi scuotevano tutta, ma lui inseguiva i miei senini con la lingua riuscendo a leccarmeli, persino ad aprire la bocca su un capezzolo dopo l’altro succhiandoli con una delicatezza che non pensavo, stimolato dalla mia mano che accarezzava il suo cazzo, lo tirava, lo strattonava . . .

Poi la sua bocca scese lungo il mio addome coprendolo di saliva, poi il mo ventre fino all’inizio del mio pube, la sua lingua aveva ormai raggiunto i miei peli scendendo ancora, quando il vecchio spossato si fermò soffiando come un mantice. Allora fui io a muovermi, a far scivolare l’ano lungo la verga che lo allargava, lo feci sospirando e gemendo il mio piacere che stava giungendo nuovamente all’apice, e quando la bocca serrò fra le labbra il mio clitoride mi inarcai facendo quasi uscire il cazzo di Alex e venni in spasimi che mi fecero gemere finché durò il mio godimento.
Paul si era fermato masturbandosi mentre mi guardava contorcermi nel mio orgasmo, non aspettò che terminasse del tutto, la sua bocca fu nuovamente sulla mia fica sfiorando col mento il membro che avevo nel culo, con le dita riuscì a scappucciare in parte il mio clitoride e riprese a leccarlo e a succhiarlo.

Allora successe una cosa che pensavo impossibile, un fremito mi percorse tutta come una scarica elettrica facendomi sussultare in modo incontrollabile, mi agitai strisciando il sedere sul ventre di Alex sottoponendo il membro che conteneva a sollecitazioni talmente forti che il vecchio cercò inutilmente di placarmi.
‘ Piano piccola . . . piano . . . piano! ‘ supplicava.
Ma io non potevo fermarmi perché venni squassata da un altro orgasmo che si sovrappose a quello non ancora finito, mi agitai urlando a Paul di smettere ma lui continuò e . . .
Avevo sempre pensato che gli orgasmi multipli fossero una leggenda metropolitana, per me non fu così perché appena l’ultimo stava per terminare, ne arrivò un altro, poi un altro ancora.

Fu una cosa oscenamente terribile, penso che fu il godimento a farmi perdere i sensi per alcuni istanti, quando mi ripresi fu per sentire lo sperma di Alex espandersi nei miei intestini, il vecchio non era riuscito a resistere oltre a tanta lussuria ed era venuto soffiando e sbavando contro la mia schiena.
‘ Cosa hai fatto Paul . . . cosa hai fatto! ‘ rantolò.
Paul mi lasciò alzandosi il piedi. Da come la sua mano brandiva il membro capii quello che voleva fare, era a quello che mi ero preparata accettando di incontrarmi con due uomini, ma avevo immaginato sarebbe successo in modo diverso e per la prima volta ebbi paura.
‘ No Paul no . . . noooo ! ! ! ‘ supplicai.

Ma già sapevo che non mi avrebbe ascoltata, infatti poggiando una mano alla spalliera del divano si protese su me, su di noi, l’altra sua mano guidò il membro a strusciare il glande nella mia fica, poi lentamente entrò in me.
Mi fece male anche se ero tutta un lago, il dolore durò per tutta la penetrazione, quando il cazzo fu in fondo alla mia vagina si fermò per dire:
‘ Era questo che volevi non é verò? ‘
Non dissi nulla, dentro di me il membro di Alex con mio grande dispiacere cominciava a perdere la sua rigidità, Paul si ritirò fin quasi ad uscire e affondò nuovamente ma questa volta non mi fece più male per cui risposi;
‘ Si . . . oh scopami . . . scopami! ‘ e lui continuò, dapprima lentamente, poi sentendo le mie mani scese alle sue cosce che lo attiravano, lo allontanavano per attirarlo ancora, aumentò l’andatura.

Dopo non molto, forse a causa dello sfregamento fra loro dei due membri che avevo in corpo e che solo una membrana sottile separava, quello di Alex ricominciò a prendere vita. Il vecchio con una sforzo si sollevò sui gomiti e prese a muovere le reni scorrendo con un cazzo nuovamente duro nel mio culo, nell’ano che il suo sperma colando lubrificava.
Fra amiche parlavamo di molte cose riguardante il sesso ma quando l’argomento cadeva sulla doppia penetrazione tutte dicevano che mai e poi mai avrebbero acconsentito ad un’azione tanto perversa.
Io questa azione l’avevo voluta e provocata e posso dire che il piacere che ne stavo traendo benché difficile da descrivere era grandissimo e per usare l’espressione di una signora molto chiacchierata: ‘una leccornia, una vera sciccheria’.

Una sciccheria che mi godevo con esaltazione, conscia del mio potere di essere io l’artefice del piacere di due maschi stupendi benché così diversi; non ero io ad essere usata ma ero io a usare loro per il mio piacere.
Dopo alcuni istanti in cui i loro movimenti risultarono alquanto disordinati, riuscii a sollevare il bacino sostenendolo con le mani sotto i miei lombi, i due uomini riuscirono a sincronizzarsi penetrando la mia fica e il mio culo in contemporanea e allora per me fu godimento puro.
Gemevo ondeggiando il bacino per meglio farmi frugare dai loro cazzi, felice di sentirli oscillare dentro di me, felice di provocare le loro esclamazioni rauche, dolcissime quelle del vecchio che scorrendo nel mio ano, con le mani accarezzava le mie tettine, il suo torturare delicatamente i capezzoli contribuiva grandemente a far salire il mio piacere, anche le sue parole erano piene di gentilezza:
‘ Lisa cara. . . sei meravigliosa, lo sai che mi farai ancora godere? Sei talmente calda che faresti risuscitare un morto! ‘

Paul mi scopava leccandomi le labbra, interrompendosi per alitare frasi che il membro che empiva la mia vagina rendevano accettabili:
‘ Sei una troietta . . . una porcellina vogliosa di cazzi . . . una grande goditrice. . . ‘ e altre simili, frasi che corrispondevano al mio stato d’animo perché mi rendevo conto che in quel momento ero tutto questo . . . malgrado i loro cazzi andassero senza posa, quel nostro trio durò molto più a lungo di quanto io riesca a descrivere.
Non gemevo più, gridavo loro di riempirmi, di sfondarmi, di sbattermi come una troia e loro lo facevano penetrandomi sempre più velocemente, all’avvicinarsi dell’ennesimo mio orgasmo urlai loro di fare più forte, di farmi sentire i loro schizzi e altre cose che non oso dire.

Venni muovendomi come un’ossessa con una serie di gemiti, anche Paul venne innondandomi la vagina con ripetuti getti mentre rantolava sbavando sul mio petto . Dopo non molto Alex si fermò, allora fui io a far scorrere l’ano su di lui anche se ero in pieno orgasmo e con mia grande gioia anche il Vecchio Gentiluomo venne pronunciando parole insensate che non voglio riportare
Stranamente percepii i getti caldi del suo godimento in modo maggiore di quanto avevo percepito lo sperma che aveva invaso la mia vagina.
Mi fermai adagiandomi sul corpo del vecchio che ora delicatamente poneva piccoli baci fra le mie scapole, Paul malgrado avesse scaricato il suo piacere continuò a scoparmi finché rimase rigido completando così il mio godimento poi uscì da me, si alzò e mi porse la mano aiutando anch’io a rialzarmi.

Fu allora che mi accorsi di essere quasi completamente bagnata; il mio mento, le mie tette, il mio corpo tutto. Davanti ero bagnata della saliva del quarantenne e dietro, parte della mia schiena e il mio collo, da quella di Alex; inoltre con mio grande imbarazzo sentivo colare all’interno delle mie cosce lo sperma dei due uomini che il mio culetto e la mia fichina non riuscivano a trattenere.
Il Vecchio Gentiluomo mi guidò verso il locale doccia lasciandomi sola. Mi insaponai completamente, mi lavai e mi sciacquai uscendo poi avvolta in un asciugamano di spugna e completai di asciugarmi.

I miei amanti già completamente vestiti mi porsero ad uno ad uno gli indumenti che mi ero tolto, non mostrando di fare caso alla macchia umida sul davanti delle mie mutandine; mi rivestii rapidamente, Alex mi diede un bacio in fronte poi raccomandò all’altro di guidare piano.
Durante il viaggio di ritorno nessuno dei due parlò, solo al momento di scendere dalla macchina, Paul mi porse un biglietto da visita strizzandomi l’occhio:
‘ Prendilo, caso mai avessi ancora bisogno . . . ‘ disse.
Lo presi ma nello scendere lo lasciai cadere discretamente sul fianco del sedile. Trovai il mio motorino dove l’avevo lasciato e scappai via.

Arrivai a casa prima dei miei genitori, mi cambiai indossando una tuta di felpa e dopo aver nascosto le mutandine umide nel cesto delle cose da lavare preparai tavola.
Arrivarono i miei con un pacchetto contenente la solita pasta al forno della Domenica che misero subito a scaldare. Mia madre mi scrutò con preoccupazione.
‘ Santo cielo Lisa, come sei pallida e gli occhi . . . ti sei guardata? Te lo dico sempre, non basta il casco, anche gli occhiali devi mettere . . . ma tu niente vero? ‘
Pranzai con appetito ma subito dopo mi prese una grande spossatezza, andai nella mia cameretta e mi buttai sul letto dove dormii fino a sera, soddisfatta e felice.
La mia avventuretta termina qui, ma per dovere di cronaca devo aggiungere quanto segue:

L’indomani vestendomi per recarmi a scuola, nell’indossare i jeans notai che vi era qualcosa in una delle tasche posteriori, era una busta piegata in due; quando l’aprii vi trovai alcune banconote.
Imprecai per la rabbia e la vergogna, avrei voluto ritornare da Alex per gettargliela in faccia e gridargli che non ero una p , , , , ma non mi fu possibile.
La domenica successiva entrando nel mio solito Bar vidi il Vecchio Gentiluomo seduto ad un tavolino discosto, intento a fare colazione. Sforzandomi di mantenere la calma mi sedetti come al solito davanti al bancone e feci la mia ordinazione poi con il piattino, il cappuccino e la brioche andai al tavolo del vecchio sedendomi di fronte a lui.

Vidi che stava per dire qualcosa, poi davanti ai miei occhi umidi tacque. Trassi dalla tasca la busta piegata e la spinsi davanti a lui.
‘ Vi siete sbagliati sul mio conto . . . ‘ dissi trattenendo la collera.
Lui pose la mano sopra la mia e sorrise.
‘ E’ stata un’idea mia Lisetta, Paul non ne sa nulla anzi non lo vedrai più per parecchio tempo; la sua ditta doveva mandare un ingegnere all’estero e ha inviato lui’ poi accarezzando la mia mano aggiunse:
‘ E’ il mio modo per dimostrarti la mia riconoscenza. Accettala ti prego, é poca cosa la somma che hai trovato, non é tanto piccola che tu ti senta umiliata, ne troppo grande da offenderti. Accettandola farai felice un vecchio che non sperava più di incontrarsi con una fanciulla come te, é il mio modo per dirti grazie. Comprati qualcosa che ti ricordi di me’ e con gentile fermezza spinse verso di me la mano con ancora sotto, la busta.

Credo che fu il suo sorriso mite e speranzoso che fece sì che dopo un attimo di esitazione intascai la busta con il denaro. Lui mi sorrise e io sorrisi a lui, dopo di che ritornai al bancone e terminai la mia colazione.
Rividi ancora il Vecchio Gentiluomo ma non non ci incontrammo più intimamente ne lui me lo chiese mai, ma rimane ancora vivo in me il ricordo di quella domenica straordinaria
————————————-Fine——————————————————-

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