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Trio

*Facciamo un gioco, Cesko?**

By 28 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Apro gli occhi, la luce del sole che filtra attraverso le persiane mi ha svegliato.
Cerco di riprendermi il braccio imprigionato sotto di te, che ancora dormi, con il viso nell’incavo del mio collo, sul cuscino degli arruffati capelli.
Sbadiglio e mi ‘stiro’, come fanno i gatti: mi accorgo di essere dolorante per tutto il corpo.
In bocca ho il tuo sapore; ti accarezzo il viso, piano, per non svegliarti.
Mi piace la sua nervosa magrezza, tocco d’artista ai lineamenti.
In fondo al letto e per terra giacciono mescolati alla rinfusa i nostri vestiti.
E’ stata una notte speciale: abbiamo esplorato davvero in lungo e in largo la terra del Piacere, alla ricerca dei suoi più nascosti e misteriosi angoli …

E’ cominciato tutto nel pomeriggio di ieri, quando sono tornata a casa con l’odore della morte addosso, un odore che sento solo io-e che non scompare con una doccia- perché conosco molto bene Madame, lavoriamo gomito a gomito, noi due; ogni volta che ci incontriamo Lei mi ruba un poco di anima e il mio equilibrio psico-fisico traballa.
Per farlo sparire dalla pelle e ritrovarmi conosco un solo mezzo: il piacere, il calore di un altro corpo che possa ridarmi il frammento di vita che mi é stata sottratta e riesca a cancellare il ricordo di altri occhi che si sono portati via per sempre la mia immagine come ultimo flash di questo mondo.
In questo modo allontano da me Madame, anche se per breve tempo: nel piacere ritrovo l’equilibrio perduto e non ho più paura….

Così ho deciso di indossare, per te e gli amici invitati a cena ( tre simpaticoni nostri colleghi temporaneamente single) l’abito rosso magenta, quello aderente come una guaina, corto, scollato, con due sottili spalline che non hanno alcuna funzione se non quella di abbellire il vestito.
Volevo eccitarti da subito, e stuzzicare anche i tuoi amici, in modo da surriscaldare l’atmosfera e renderla adatta a quello che speravo sarebbe successo dopo.
Al pensiero del tuo corpo, forte ed elastico che avrebbe partecipato al gioco che avevo in mente- sarei riuscita a convertirti alla mia fantasia, ne ero sicura-mi sentivo diventar le gambe di pezza.
Ma era necessario che mi abbigliassi nel modo adatto, con molta attenzione ai particolari.

Il vestito é talmente aderente che l’intimo, anche se minimo, stonerebbe.

Così, nuda sotto tutto quel rosso, indossati i sandali dal tacco alto, mi avvicinai al grande specchio : ero veramente soddisfatta del mio aspetto, il trucco multicolore metteva in risalto gli occhi, mentre i capelli raccolti in un disordinato ciuffo da cui uscivano ciocche sparse mi conferivano un’aria volutamente trasandata .

Niente gioielli, solo la catena d’oro alla caviglia, un tuo regalo di questa calda estate e qualche goccia del solito aspro profumo.
Ecco un rumore di macchine in arrivo, tempismo perfetto; poi il vociare dei tuoi (e miei )amici e il frusciare di pacchi, il rumore di bottiglie: eravamo d’accordo che non avrei cucinato, ci avreste pensato voi.

E ora passo a raccontare al presente, per rivivere meglio quello che é successo dopo.
Vi vengo incontro in cima alla grande scala, per spiare subito …l’effetto che fa,come da una vecchia canzone di Jannacci.
Max fischia piano, poi :
-Acci, Fede, giuro che questa mattina (lavoriamo insieme) non mi parevi così….va beh, lasciamo perdere se no il ‘ragazzo’ qui si arrabbia ….-
Io ti guardo, tu sorridi e fai gli alti scalini due a due per abbracciarmi e baciarmi, premendomi forte il ventre contro il tuo grembo: hai recepito il messaggio del mio sguardo leggermente strabico, chiaro sintomo di inquietudine erotica, ora sai che dovrai solo aspettare, per scoprire la sorpresa che ti ho preparato, il gioco nuovo, che come sempre ti intrigherà.
Entriamo in casa e ci disponiamo a tavola, io unica dama di cuori in mezzo a quattro fanti, quattro maschi giovani, che hanno già intuito la mia eccitazione, anche se non ne conoscono il motivo.
Si gettano sul cibo, carne , salumi, formaggi e il Refosco dal Peduncolo Rosso comincia a scorrere in abbondanza.
Io ringrazio gli dei di avermi fatto astemia e vegetariana, così controllo meglio la situazione…
La conversazione &egrave un tantino sopra le righe, le occhiate dei maschi alla mia scollatura e al mio sedere ogni volta che mi alzo sono eloquenti.

La conversazione si sposta su aromenti piccanti, pettegolezzi, boccacceschi.
Si sente odor di sesso nell’aria, mescolato a quello del fumo.
Anche la mia eccitazione sta aumentando, anzi ha un’impennata, quando sento la tua mano infilarsi sotto la corta gonna e arrivare tra le cosce, quasi a sincerarsi che non porto mutandine.
Quando arrivi alla meta, ti tiri indietro di scatto, non prima di avermi passato velocemente le dita sulla fessura : ci guardiamo negli occhi ed é come se stessimo già scopando, sotto lo sguardo dei nostri tre amici.
Mi alzo per andare un attimo in bagno e quattro paia di occhi mi seguono, ormai si contano le bottiglie di vino vuote.

Quando ritorno tra voi, , vi siete trasferiti in salotto e dalle vostre voci capisco che avete bevuto abbastanza: ora sta circolanda grappa, di diversi tipi e tu insisti perché mi sieda sulle tue ginocchia…
E’ l’ora di rimanere soli, te lo dico in un orecchio, leccandoti il collo, e mordendoti leggermente.
Hai il viso arrossato dall’alcool e dall’eccitazione, così ti voglio, per quello che ho in mente questa sera.
Riusciamo a spedire gli amici, regalando loro la bottiglia di grappa che si stanno bevendo, ormai é mezzanotte passata.
Quando torni ,dopo aver chiuso il portone, mi trovi lì, vicina al tavolo, le mani sui fianchi, le gambe aperte; ho sciolto i capelli, lo so che la posa fa tanto mignotta, ma &egrave quello che voglio.
Infatti mi vieni addosso e mi rovesci sulla tavola, ancora apparecchiata, spazzando con una mano piatti, bicchieri e posate; da una bottiglia cola sulla tovaglia del vino rosso.
Mi tiri su il vestito, arrotolandolo fin sopra i seni, apri con le mani la fica
umida e morbida, mi pare di vederla, un nido per il tuo cazzo duro, una culla calda, un rifugio, che ti porterà diritto al mio ventre ingordo.
Poi mi penetri con violenza, io grido, mentre con le gambe ti attanaglio i fianchi e tu ti spingi sempre più a fondo, dentro di me.
E intanto mormori parole oscene, ingiuriose, quelle della passione senza limiti, quando tutto &egrave permesso.
Cadono a terra bicchieri e posate, mentre con una mano artiglio la tovaglia.

Mi contorco intorno al tuo sesso come un impalato sul suo supplizio, fino a che un orgasmo liberatorio non mi fa approdare finalmente in un mare di pace: ora la mia mente può di nuovo volare…
Con un gemito ti abbandoni su di me, liberandoti del seme troppo a lungo trattenuto.
Ma é solo l’inizio della serata, dall’apocalittica confusione del tavolo da pranzo ci trasferiamo in camera da letto.
Ci spogliamo a vicenda, febbrilmente, siamo di nuovo eccitati.
Ci buttiamo sul grande letto, abbracciati, leccandoci a vicenda e io ti chiedo:

-Facciamo un gioco, Cesko?
E’ una fantasia che ho da parecchio tempo…-

E intanto protendo verso di te il sedere, so quanto ti piace accarezzarlo, morderlo e prendermi lì, nel buchino stretto, che ti eccita da morire…
-Dimmi…- mormori, intrigato, con voce roca mentre la tua lingua mi sta già esplorando, blandendo, penetrando….

-C’é Lui, qui, con noi, sdraiato sotto di me, aspetta solo di entrarmi dentro, mentre tu mi prenderai di dietro, così vi avrò tutti e due insieme, ti prego, dimmi di sì-

Un attimo di indecisione, sai bene di chi parlo, poi:
Va bene- e il tuo fallo, prepotente, spinge già contro il buchetto – ma poi, farai tutto quello che voglio io? proprio tutto?-
la tua voce &egrave bassa, un sussurro da complice, &egrave la voce della lussuria, come lo &egrave la mia, quando ti rispondo:

-Sì, tutto quello che vuoi….-

Poi chiudo gli occhi e sotto di me ti materializzi tu, amoremiogrande, che non riesco a dimenticare , che sei lontano chilometri e chilometri, tu, con i tuoi occhi azzurri, i capelli neri, il corpo grande, forte, il fallo eretto a toccare il ventre….
-Si, dammelo… – mormoro e comincio ad accarezzarmi le labbra bagnate della vagina in fiamme, il clitoride che sta nuovamente per scoppiare come un acino d’uva troppo maturo, mentre mi chino sempre più in avanti, come per baciare un amante invisibile.
Quando infilo le dita dentro di me, ruotandole contro le rosse pareti della vagina, é il fallo di un fantasma che mi penetra; gemo più forte e grido:
-Ora, ora…-
Tu , da dietro, entri in me lentamente, per gustarti tutto il piacere che ti da percorrere questa stretta strada nel mio corpo, ma quando inizio ad agitare i fianchi scompostamente, la mente presa dall’Altro, mi riempi in un colpo solo e meni colpi all’impazzata, stringendomi le natiche fino a farmi male, mentre io sto naufragando in un piacere che sta aumentando rapidamente, come l’allargarsi di cerchi concentrici in uno specchio d’acqua.
Il cerchio più largo mi fa volare in cielo, mentre grido il nome dell’Altro, e bacio freneticamente il lenzuolo, come fossero le sue labbra.
Tu continui a percuotere il mio ventre, sempre più forte, e con una mano cerchi di toccarmi la fica, bagnata e ancora eccitata.
Mi infili dentro le dita , mentre io ti imploro:

-No, basta, lasciami….-

Ma tu continui, implacabile, fino a vuotarti dentro di me , con un gemito roco, quasi un rantolo.
Poi esci, mi rigiri e cominci a leccarmi furiosamente, fino a farmi venire di nuovo, e questa volta nel piacere si insinua un vago dolore.
-Sono stato o no più bravo di lui, dell’Inglese, dai, dimmi la verità…- pare quasi che nella tua voce ci sia un accenno di gelosia, sorrido tra me , si può essere gelosi di un fantasma?
Sì, credo proprio di sì e forse &egrave la forma più torturante di gelosia.
Non ti rispondo, sono appagata, stanca, sfinita; ci addormentiamo, ma solo per un poco.
-E ora, farai quello che voglio io?-mormora la tua voce all’orecchio.

Annuisco,
Scendi dal letto, apri qualche cassetto, a caso, trovi dei foulard, e un paio di autoreggenti.
Capisco quel che vuoi fare, non l’ho mai accettato prima d’ora, ma una promessa &egrave una promessa.
Mi vuoi schiava e io lo sarò, se questo per te pareggia i conti.
Così resto in silenzio quando mi bendi con il foulard più scuro, in modo che non possa vedere nulla, poi, con gentilezza, in qualche modo mi fissi i polsi al letto con le autoreggenti.
Una promessa &egrave una promessa.
E il sesso estremo non mi fa certo paura.
Abbiamo davvero avuto una lunga notte…

Ora devo proprio alzarmi, ho voglia di un caffé e di una doccia, non so ancora in quale ordine.
Opto per il caff&egrave, versione strong, bollente e denso.
Accompagnato da una tavoletta di cioccolato fondente.

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