Skip to main content
Trio

Francesco e Giulia

By 15 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

Ho lasciato la città da poco e sono seduta sull’aereo che mi porterà in Sardegna al mare nei pressi di Palau. Nelle poltrone al mio fianco una giovane coppia. Lei apparentemente ha 27 anni lui 30. Lui è un bel giovane con una leggera barbetta, molto curato, ha un jeans ed una maglietta aderente che evidenzia un bel torace, capelli cortissimi e nessun tatuaggio visibile. Il viso liscio e le sopraciglia ben marcate e curate con depilazione dei peli superflui.

Lei ha i capelli raccolti a coda di cavallo di colore scuro. Sotto una larga maglia bianca che ha la parte superiore trasparente per un ricamo leggerissimo, si vedono le striscette del reggiseno. Ha il seno non molto grande. Ha anche una gonna corta plissettata di colore beige. Il viso è ben truccato e sembra naturale. Gli occhi sono grigio scuro. Le labbra di spessore normale decorate con rossetto rosa che la rende discretamente sensuale. Le gambe belle lisce e depilate lunghe quanto quelle di una ragazza normale che seduta mette in mostra belle cosce e polpacci tonici. Ai piedi dei sandali con allacciatura alla caviglia molto delicata e decorata con strass riflettenti. Alle orecchie orecchini pendenti grandi ed elaborati.

Io sono abituata a viaggiare ed inoltre sto andando a casa dove mi aspetta il mio compagno.

–          Posso chiederle una informazione, signora? – Mi dice la ragazza che è al mio fianco. Lui si sporge un po’ per seguire la discussione.

–          Certo!. Rispondo

–          Lei sa se sia facile trovare una casa a Palau? Noi cerchiamo una stanza dove vivere per qualche giorno per goderci il mare.

–          Possiedo una casa, che non è una reggia, ma ha delle camere riservate e se vi accontentate potreste occuparle.

–          – Bello! – mi risponde la ragazza – mi presento: io sono Giulia e lui è Francesco, il mio compagno. Conviviamo da due anni e siamo molto affiatati.

–          Io sono Anna

–          Allora penso che verremo da lei perché stiamo viaggiando all’avventura

Così è iniziata la mia storia con Giulia e Francesco.

 

All’indomani dell’arrivo sull’isola, a metà mattina, apro le finestre dopo una notte focosa passata con il mio amore e vedo che quelle della stanza di Giulia e Francesco sono aperte e lei è sulla veranda che guarda qualcosa verso il basso. Un muretto mi impedisce di osservare ciò che accade e che non vedo. Giulia indossa una maglietta bianca con dei disegni e si vede chiaramente che non ha reggiseno. I capelli sono raccolti a coda di cavallo così come quando l’ho vista sull’aereo.

Mi viene da pensare che Francesco sia tra le gambe di lei. La situazione mi arrapa anche perché dopo una notte di scopate non ho recuperato il sesso che avrei e voluto fare nei mesi precedenti.

Mi ritraggo dalla finestra non vista e vado vicino alla porta della stanza dove alloggiano i miei due amici. Accosto l’orecchio ma non sento niente.

Dal balcone dove lei si trova si gode una vista incantevole del mare e delle rocce della zona.

Il muretto come già detto impedisce ad altri osservatori di vedere ciò che accade.

Noto che Francesco non c’è.

 

La fortuna vuole che una piccola corrente d’aria apra la porta tenendola leggermente accostata quel tanto che io possa vedere all’interno Giulia, seduta su una poltroncina di vimini, con le gambe aperte.

Entro nella stanza camminando normalmente ma Giulia non si scompone dalla sua posizione, anzi mi saluta e mi invita a sedere vicino a lei.

 

Dopo i primi convenevoli, per altro molto brevi, Giulia mi dice:

 

–          mi stavo depilando di quei pochi peli che ho nell’inguine. Vedi? Vorrei anche togliere quelli che sono ricresciuti. Tu che dici?

 

–          Direi di si, aggiungendo che e’ sicuramente più comodo ed igienico non avere peli sul pube…

 

–          mi confessa che le piacerebbe moltissimo trovare una spiaggia dove poter prendere il sole integralmente … odia avere quei segni orrendi che rimangono sulla pelle quando si e’ obbligati a tenere il costume, aggiunge che e’ veramente un peccato che in Italia ci siano cosi poche spiagge per nudisti…. Per fortuna nessuno si formalizza per il topless! Insiste per farmi vedere l’ultimo ritrovato della sua estetista, mi confessa di avere una pietra di Swarovski proprio sul clitoride, e mi chiede se la voglio vedere.

 

Lei indossava un costume da bagno molto elegante e raffinato. Alla vista della sua fighetta, benché coperta dallo slip,  ero già in sollucchero. Avevo sempre sognato di poter leccare la figa di una ragazza ed ora avevo l’occasione giusta. Mi era capitato altre volte di farlo ma con donne oltre i 40 anni.

 

–          Ovviamente le dico di si, a quel punto anziché spostare lo slip per farmelo vedere se lo sfila e mi mostra il suo “gioiello” che mette ancora di più in evidenza la sua fighetta glabra…. Le chiedo se posso toccare la pietra, che alla luce del sole brilla e illumina quella meravigliosa vulva! Passo le mie dita sulla pietra e del tutto “casualmente” le accarezzo le grandi labbra beandomi degli umori che già bagnano quel meraviglioso fiore.

 

Sei molto carina, aggiungo, chissà quanti avrebbero voluta vedere ed anche toccare. la tua fighetta. Intanto con molta naturalezza ho allungato una mano sulla sua coscia accarezzandone l’interno. Giulia non ebbe esitazioni o remore era esposta completamente. Rimasi attratta dal sesso di questa ragazza. Si vedeva che era abituata a esporre il suo corpo.

 

–          tocca pure Anna, la tua mano è così delicata. Mi piace la tua carezza.

 

Con l’indice e l’anulare le allargo le grandi labbra e con il medio le massaggio l’interno della sua fighetta che e’ gia bagnata, calda e pronta per essere penetrata. Lei allarga ancora di più le cosce, e capisco che ha voglia di essere penetrata. Peccato che non ci sia nulla di comodo per farlo, quindi inizio utilizzando le mie dita.

Chiedo a Giulia se posso assaggiare il suo umore, sottolineando che e’ la prima volta che mi succede di avere a mia disposizione una figa cosi bella, morbida e calda ed ho voglia di appoggiarci le mie labbra…mi sussurra di fare ciò che voglio… anzi, non vede l’ora che qualcuno lo faccia perché Francesco in realtà non ama molto leccarle la figa ed e’ una delle poche cose che non fanno durante i loro amplessi! Non faccio in tempo ad appoggiare la bocca sulla sua figa e usare la mia lingua per assaggiare i suoi umori che sentiamo aprire la porta finestra. Ci blocchiamo tutte e due e guardiamo stupite Francesco che, appena uscito dalla doccia, si presenta in balcone a petto nudo con l’asciugamano intorno alla vita … solo che dall’asciugamano si nota un erezione da “paura”!!!! Il primo mio pensiero è: cazzo …. Ma quanto ce l’ha lungo!!!

Lui con fare noncurante sorride, si siede al fianco di Giulia, e io non sapendo cosa dire, visto che siamo ormai in confidenza mi ricompongo, e chiedo loro come si sono conosciuti e Francesco  comincia a raccontare dicendo:

–          Giulia era ormai diciottenne ed abbastanza attraente con due tette che crescevano ogni giorno di più. Io me la sognavo a letto e non ti dico le seghe fatte pensando a lei, Mi dava l’idea di una ragazza a cui piaceva il sesso in ogni aspetto. Fu così che solo dopo una settimana che eravamo insieme il suo reggiseno volava via tutte le volte che ci incontravamo. Dopo un mesetto anche la sua passera era ben conosciuta dalla mia mano. Andammo avanti a smanettarci a vicenda per un paio di mesi con lei che aveva anche introdotto qualche bocchino, tutto di sua spontanea volontà ma niente di più. Fino al giorno in cui mi chiese se volevo fare del sesso con lei. Non aspettavo altro, tanto che i miei pantaloni erano volati via in un millesimo di secondo. Eravamo a casa mia.

A questo punto interviene Giulia

– Ma quel giorno non potevamo perchè sua madre sarebbe rientrata da lì a momenti, e non è bello essere colti in flagrante dalla madre della tua ragazza.

Francesco riprese il suo racconto con Giulia silente ma attenta a non perdere una parola mentre io guardando gli occhi del ragazzo continuavo a far scorrere la mia mano all’interno della coscia di Giulia.

–          – Passarono alcune settimane tra le solite scuse, “Guarda oggi non possiamo perché sua madre aveva cambiato orario di lavoro. Così anche quella volta non riuscimmo a coronare il nostro desiderio di fare, per la prima volta, una sana scopata.

–          Arrivò la fine della scuola e finalmente in un pomeriggio afoso, sdraiati sul suo letto feci di nuovo la proposta dicendomi che avremmo avuto il tempo necessario. Lei sulle prime era un po’ restia ma la rassicurai che avrei fatto tutto con delicatezza. Così si sdraiò sul letto e guidandomi l’uccello, che così in tiro non era mai stato, pian piano riuscii ad entrare in lei, anche se un po’ goffamente. Mentre ci baciavamo appassionatamente, iniziavo il mio avanti indietro dentro la sua fighetta, al quel tempo pelosa, interrompendo i movimenti ogni tanto per non venire troppo presto e per palpargli le sue tette da favola. Ogni tanto lei faceva qualche smorfia per via del dolore e io rallentavo, anche se a malincuore, ma dopo cinque minuti non sono più riuscito a trattenermi e le venni sulla pancia macchiandole la maglietta.

–          Al termine ci salutammo con un bacio e preso il mio scooter volai dai miei amici ad annunciare la grande notizia colta con grande stupore e un po’ di diffidenza, ma sinceramente io ero felice come una Pasqua.
Alla sera, tornato a casa, mentre ero sul letto a pensare allo stupendo pomeriggio passato mi venne in mente che lei non sanguinò quando la penetrai. Avevo sentito molte storie sul fatto che alla prima volta dalla sua figa sarebbe dovuto uscire un po’ di sangue ma non successe niente. Non ci avevo neanche fatto caso sul momento perchè ero impegnato a pensare che quella era la prima volta che venivo, ma non per via di una mano. Ma dopo un po’ mi ricordai di altre storie su di lei che circolavano nella scuola che frequentavamo, ovvero che si sparava dei gran ditalini con matite e oggetti vari e raggiunsi la conclusione che l`imene se lo fosse rotta lei durante un di quei ditali.
Il giorno dopo a scuola ci rivedemmo nuovamente e lei mi chiese come fosse stato per me, visto che a lei non era piaciuto per via del dolore che aveva sofferto e che ancora la affliggeva. Con grande diplomazia riuscì a convincerla che era solo la prima volta e con il tempo, ma soprattutto con il sesso, tutto sarebbe andato meglio.
Ci volle quasi una settimana prima che riuscissimo a farlo di nuovo.

–          L’inizio questa volta fu tutto più veloce e dopo i preliminari affondai in lei per la seconda volta. Anche in questa occasione le sue smorfie non mancarono ma io non desistetti dal mio intento di venire di nuovo per l’azione nella sua figa.

–          Dopo averle spruzzato tutta la mia sborra, questa volta nella sua bocca, perchè non voleva sporcare un’altra maglietta, mi rivestì e me ne andai e la lascia a casa. Stavolta  la scopata ce la siamo fatta a casa sua.
Dopo la fine della scuola decidemmo di lasciarci e di rivederci ad inizio settembre, solo perchè entrambi pensammo che durante le vacanze sarebbe stata dura mantenere la fedeltà reciproca, ma prima lei volle farlo ‘ultima volta, visto che a fine giugno era anche il mio compleanno. Così decidemmo di uscire insieme la sera del mio compleanno dandoci appuntamento per la sera del 21 giugno per andare prima a mangiare un pizza e poi …..
Arrivai in perfetto orario, lei era vestita da dio, con una minigonna, perfetta per scopare, e un top attillato che faceva risaltare i suoi immensi meloni e niente calze visto che faceva un gran caldo. Dopo che la sua mammina ci ha fatto tutte le raccomandazioni del caso del caso siamo andati in pizzeria. Durante il viaggio in macchina lei non ha smesso di palparmi il pacco facendomi rischiare qualche incidente oltre che farmi quasi ‘sborrare’ nei pantaloni.

–          Spero che non ti sia scandalizzata del termine usato che non è certo tra i più convenzionali.

– Non ti preoccupare. Capisco certi termini ed il loro significato – rispondo mentre tengo la mia mano sulla coscia di Giulia e l’accarezzo lentamente per trasmetterle sicurezza.

Durante il racconto di Francesco dei suoi primi incontri con Giulia, lei ha messo la mano sulla fighetta e se la sta massaggiando.

Io allungo la mano e l’aiuto. Il respiro della ragazza inizia a farsi più veloce.

Francesco si alza e va a preparare gli aperitivi, visto il grande caldo del giono.

Io mi accomodo, non distogliendo mai gli occhi dalle sue cosce…. Non so perché ma mi attirano come le api vengono attirate dal miele.la posizione e’ assolutamente sensuale.

Iniziamo a parlare del tempo, e di come si trovano nella stanza che stanno occupando…. Lei e’ felicissima della sistemazione e dice che  anche Francesco lo e’. Mi parla del loro rapporto di coppia… di come sono aperti e di come amano condividere tutto cio che fanno soprattutto in vacanza.

 

Continua…………………….

 

Poggiando la mano sulla mia che scorre sulla pelle delle cosce, Francesca mi dice

–          Abbiamo impostato la nostra vita in un rapporto aperto. Tante volte con altri ragazzi abbiamo nascosto tante cose che poi si sono ritorte contro noi stessi. Amiamo condividere anche il sesso se la persona che è con noi è gradevole come lo sei tu.

–          Mi vuoi dire che vi piaccio? – risposi

–          Si proprio così.

Ritrassi la mano per un attimo ma Francesca la trattenne ed io felice continuai le carezze avvicinandomi sempre di più alla figa che avevo già sollecitato. La sentivo umida; il che significava che le piacevo ed aveva voglia di continuare. Francesco, in silenzio, si era allontanato. Giulia mi guardava con occhi languidi a dirmi di continuare.

Non volevo altro.

Abbassai il tono della voce e ..

–          ti piace come ti tocco?

–          Moltissimo. Continua. Mi sto eccitando molto ed ho voglia di venire nelle tue mani.

Mi avvicinai lentamente alle sue labbra e la bacia delicatamente. Corrispose il bacio aprendo la sua bocca ed allungando la lingua le pose tra mie labbra.

Godevo anche io. Mi stavo sciogliendo. Non avevo mai avuto un rapporto con una ragazza così giovane. Lo desideravo e l’avevo sognato tante volte, ma ora passare dal sogno alla realtà era un’altra cosa. Si stava avverando qualcosa che mi aveva eccitato sempre.

Continuavo a toccarla mentre le lingue si incrociavano sempre più profondamente.

Francesco ci guardava estasiato ed aveva iniziato a toccarsi. Si era avvicinato con l’aperitivo ma i bicchieri erano li sul tavolo, pieni ad aspettare mentre i cubetti di ghiaccio si scioglievano lentamente. Altrettanto erano i due giovani.

Francesco avvicinò il suo sesso alla bocca della sua amata ed io sostituii la mano con la lingua tra le cosce.

Per facilitare il movimento sul clito della lingua, Giulia aprì le gambe mettendo i piedi sulla mia schiena. Colava succhi profumati sulla mia lingua.

Ogni tanto bevevo qualche sorso di vermentino dal bicchiere che Francesco aveva riempito. Il mix di profumi e sapori era ineguagliabile.

Anche i due ragazzi bevevano e in quei pochi attimi in cui Giulia non aveva la bocca piena mi incitava a continuare lanciando, ogni tanto, gemiti di piacere quando le sfioro alcune parti del corpo Su quelle parti mi soffermo di maggiormente. E’ un piacere vedere quel seno che avrei voluto baciare continuamente tanto era bello e perfetto. La mattina sta passando e sono eccitata. Sto colando anche io e la mia mano libera vola sul mio clito facendomi ansimare e dandomi sensazioni e vibrazioni che avevo solo immaginato.

Nel frattempo anche Francesco si agitava facendosi fare un bellissimo pompino da Giulia. Il suo cazzo era grosso e turgido e pensavo che non avrebbe tardato molto a venire.

Fu così, infatti. Scaricò lo sperma nella bocca della sua ragazza, che gradì, ingoiando tutto e ringraziandolo con baci continui mentre io mi dilettavo sulla sua sorgente di piacere. Anche la mia fonte era ricca di liquidi ed ero molto arrapata.

Gli occhi di Giulia erano chiusi ed era oramai nelle mie mani. Si faceva fare di tutto. Le stringevo i capezzoli, la baciavo in bocca mettendole la lingua tutta dentro, le infilavo un  dito nel buchino posteriore. Per lei era tutto sesso.

Francesco si era messo dietro di me e mi leccava fra le natiche.

Sentii il suo cazzo, tornato turgido, tra le mie grandi labbra e poi dentro. Era entrato in me con facilità; ero esperta e di cazzi ne avevo preso.

Giulia iniziò ad agitarsi e far vibrare le gambe. Un urlo improvviso ed ecco che solleva il bacino spingendolo verso la mia bocca scaricando la sua sbroda. Aveva un ottimo sapore.

Lei rimase distesa senza forze mentre Francesco mi riempiva e mi pompava con vigore. Anche lui, nonostante l’orgasmo precedente, non tardò. Mi riempì la figa di sborra. Mi distesi su un divanetto e chiesi loro di guardarmi. Mi sentivo una vera troia. Ero un animale in calore.

Il profumo di Giulia mi inebria, le accarezzo il viso, le bacio la guancia , lei si avvicina con le labbra alle mie. Un inteso bacio bello e dolce. Non capisco più nulla. Le nostre mani si sfiorano, si toccano, si intrecciano. Le sfioro le gambe e lei non si ritrae. Mi faccio più audace e arrivo fino alla sua figa. Lei si avvicina al mio sesso, lo sfiora lo tocca, ed è così tanta l’eccitazione che poco dopo iniziano i miei orgasmi e la realizzazione dei miei desideri.

Francesco è meravigliato e muto. Forse non aveva mai visto due donne in calore.

Mi sono lasciata andare completamente. Ho buttato la testa all’indietro sulla sedia, ho divaricato per bene le cosce e davanti a loro due ho cominciato a toccarmi come si deve. Ho fatto scorrere il mio dito medio inumidito con la saliva sul solco delle mie grandi labbra, poi mi sono fermata a giocherellare col mio clitoride eretto come un piccolo cazzo mentre con la mano sinistra mi sfregavo il capezzolo del seno destro, duro come un chiodo, fra i polpastrelli del pollice e dell’indice.
Ero cieca di piacere, mi sono infilata nella passerina tre dita e ho cominciato a scoparmi selvaggiamente. Avevo gli occhi chiusi e immaginavo che dentro, al posto delle dita, avessi un grosso cazzo, uno enorme e duro come il marmo disposto a chiavarmi tutto il giorno. Non mi importava di chi fosse questo cazzo.

Non appena mi sono immaginata Francesco tutto eccitato e pronto a scoparsi Giulia, mi sono bagnata ancor di più e sono venuta con un fremito che mi ha scosso tutta riversando tutti i miei umori sulla divano.
Ero spossata.

Sono andata rinfrescarmi mentre i due giovani riprendevano a leccarsi vicendevolmente.

Mentre mi insaponavo tra le cosce ho ripreso a toccarmi, cercando d’immaginarmi al posto della spugna la lingua di Francesco. Sta di fatto che improvvisamente si spalanca la porta e lui entra in bagno. Mi trova con la schiena poggiata alla parete con tutte e due le mani infilate fra le gambe “Oh scusi, scusa Anna, non credevo, che eri le…credevo non ci fosse nessuno”
 – Non ti preoccupare ho finito
Eccome se avevo finito. Mi sentivo tutto il mio piacere scivolare lungo le gambe come piccoli ruscelli: impossibile che Francesco non se ne sia accorto.
A quel punto io avrei voluto farlo rimanere li in bagno ad aiutarmi a risciacquare, ero eccitatissima, volevo un cazzo tutto per me, ma lui farfugliando qualcosa si allontana.
Non mi resta che sciacquarmi da sola e indossare l’accappatoio ed uscire.

Francesco è in cucina a bere con la sua donna. Loro hanno già finito l’accoppiamento.
….. E la prima e unica cosa che m’è venuta da pensare è stata “Un cazzo. Potevo avere un cazzo tutto per me”

 

Mi sono seduta su una sedia di fronte a loro. Non c’è bisogno di dire come mi sono seduta.

Mi è bastato poco denudarmi sotto i loro occhi, ma facendo in modo che tutte le mie nudità sbucassero alla loro vista per caso, con piacevole involontarietà.
Mi alzo e vado a cercare, per finta, qualcosa in un pensile sopra il lavandino. Mi metto in punta di piedi e mi tendo per quanto m’è possibile, il mio corto accappatoio risale quanto basta mostrando quasi l’inizio delle natiche. Sentivo i loro occhi fissarmi scivolarmi lungo le gambe. Non mi stavano spogliando con gli occhi, no, loro mi stavano letteralmente leccando, potevo sentire la punta ruvida delle loro lingue impertinenti risalirmi dai polpacci fino al mio caldo interno coscia.
 – Anna cosa cerchi?
 – Si, quella cosa che ho messo qui ma che
 – Vuoi una mano?
 Non proprio quella, tesoro, non necessariamente la mano
Mi giro volutamente troppo veloce, in modo da far aprire un poco l’accappatoio.
Alzo una gamba e appoggio il piede sulla sedia davanti a loro.
So benissimo che Francesco non ha intenzione di farlo, allora gli afferro la mano e me la poso sulla gamba. Comincio a muoverla e mi piace. Oh! come mi piace

Vedo nettamente il cazzo di Francesco gonfiarsi come un pallone sotto i suoi pantaloni.

– Scusate, posso andare in bagno?” sbotta Giulia

– Si, vai pure” dico io.
Sono sola con mio figlio, e lui mi sta accarezzando le gambe stupendo, mi sento di nuovo tutta eccitata.
– allora Francesco? Pensi che debba rinunciare alla ceretta?”
– Si Anna hai delle gambe perfette
– Oh grazie, ma non lo dici solo per complimento?
– No, no Anna sono sincero. Hai delle gambe stupende. Mi piacciono.
Francesco, vista l’età sembra mio figlio, e mi ha appena detto che gli piacciono le mie gambe, e l’ha detto con la faccia e il tono con cui lo direbbe ad una sua amichetta che si porta a letto.

Sto per fare un nuovo passo avanti ma suona il telefono. Francesco respira, e si fionda a rispondere.

Cazzo! un altro suo amico. lo terrà al telefono per ore.
Pazienza! Mi dirigo in bagno a vedere come sta Giulia..
Mi accovaccio davanti alla porta e guardo attraverso il buco della serrature. Cosa mai poteva fare?
Era li davanti allo specchio completamente nuda, guardava le mie mutandine rosa in pizzo e si toccava contemporaneamente la fighetta. A giudicare dal furioso ritmo con cui si si faceva il ditalino. Da come si muoveva e dalla piega delle gambe non credo possa durare ancora per molto. Decido di godermi lo spettacolo
 – Giulia tutto a posto? – grido
 -Ohhh si, Anna, si”
 -Bene- Ti lascio qui il mio accappatoio, me lo appendi tu? Io vado a vestirmi.
– Va bneneehh
Non mi allontano. La mia voce era solo per farle sapere che la stavo guardando.  Pochi secondi dopo lei sbroda. Sembra un idrante, la maggior parte dei liquidi vengono raccolti dalle mie mutandine. Ora si che mi piacerebbe indossarle. Poi finito l’orgasmo Giulia  si riveste, ma al posto di infilarsi il suo perizoma si mette le mie mutandine umide di sbroda, mettendo le sue nella tasca dei pantaloni.
Io vado a vestirmi. Con un abitino scollato e molto provocante torno in cucina dai due ragazzi.
 – Ciao – mi fa Francesco
 – Come …”ciao”! Francesco dove vai?
– Non ti ricordi? Ti avevo detto che stasera uscivo a cena
– Anche tu Giulia?
 – Si – mi risponde lei
Oh fantastico! Giulia non stava a casa, usciva a cena. Stava fuori tutta la sera con addosso mie mutandine umide e profumate della sua sbroda. Chissà se Francesco sentendo i profumi avrà un’erezione permanente per tutta la notte.
I due escono e io rimango ancora con la mia voglia di cazzo.

Leave a Reply