Skip to main content
Trio

Gita scolastica

By 19 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero al mio primo anno di insegnamento, la scuola assegnatami ad inizio anno anno era un liceo classico della mia città. Immaginate un giovane e piacente docente di educazione fisica in una scuola con alta affluenza di ragazze.
Eravamo finalmente giunti al fatidico momento della gita scolastica, nella 5E, fui nominato all’unanimità da i ragazzi accompagnatore ufficiale in quel di Barcellona. Io non volevo anche perché non volevo mancare di rispetto ai miei colleghi più anziani che, per la lunga causa di servizio, meritavano più di me quei cinque giorni di gita in Spagna, ma non ci fu nulla da fare, avevano scelto me e quindi, ben contento, accettai con entusiasmo la loro scelta, era l’occasione giusta per ritornare a Barcellona, c’ero stato qualche anno prima per la mia pria vacanza all’estero.
In quella classe c’erano loro due, l’oggetto del desiderio dei maschietto dell’intero istituto e non, Sonia e Miriam, due diciannovenni che erano delle autentiche bombe sexy. Durante l’ora di ginnastica avevo sempre dei grossi problemi di erezione, non la riuscivo a controllare perché loro, in pantaloncini e canotta risaltavano tutte le loro forme in tutto il loro splendore. Sonia, una biondina tutto bene, non molto alta, occhi verdi e sguardo da vera assatanata di sesso, due tette da far paura, una quarta probabilmente e un fisico ben curato, mi aveva detto che in passato aveva fatto nuoto. Miriam, la mora che ispirava sesso solo a vederla, l’estate prima aveva partecipato alle selezioni regionali di miss Italia, sicuramente la giuria che le aveva impedito di andare avanti era formata da incompetenti. Capelli e occhi neri come l’ebano, due tette marmoree e un culo da favole cascavano a pennello su un corpo ben scolpito. Le avevo soprannominate ‘le veline’, erano praticamente inseparabili. Loro mi dicevano che ero il loro prof preferito.
Quel periodo ero single da poco, molte volte le ragazze mi avevano invitato ad uscire con loro, ma il mio ruolo mi impediva di farlo, sarebbe stato troppo rischioso se altri regazzi dell’istituto ci avrebbero visti insieme.
Qualche giorno prima della partenza eravamo in palestra per la lezione settimanale di attività motoria, stavamo facendo alcuni esercizi alla cavallina. Sonia, non riusciva a saltare così pensai bene di darle una mano.
– Vedi, l’impostazione è questa-, cominciai a spiegare appoggiando le mie mani sul suo bel culo.
Inutile dire che l’erezione del mio cazzo fu immediata, indietreggiai appena per evitare brutte figure, ma la maialina aveva fiutato ciò che era successo e molto maliziosamente appoggiò il suo bel culetto sul mio pacco. Si voltò e mi sorrise. Fortunatamente il resto della scolaresca non si accorse di nulla, finii con calma la mia lezione e una volta solo andai in bagno a darmi una sciacquata con l’acqua fredda dato che i bollori mi provocavano una forte sudorazione.
Arrivò il giorno della partenza, i ragazzi erano tutti eccitati per l’occasione. Aspettammo gli ultimi ritardatari, feci l’appello e diedi ordine all’autista del pullmand di mettersi in marcia. Ad affiancarmi c’era la collega di lettere, ormai prossima alla pensione, una che te lo faceva diventare moscio non appena le rivolgevi lo sguardo. Avrei preferito che ad accompagnarmi fosse la prof di scienze, una figa paurosa, di qualche anno più grande di me, chissà, magari avrei combinato qualcosa.
Il viaggio in direzione di Barcellona fu molto tranquillo, i ragazzi erano molto allegri e dalle parti dei sedili occupati da Sonia e Miriam i ragzzi ronzavano come api sul miele, pensando di trascorrere una gita all’insegna del sesso. Da parte mia solo qualche giro d’ispezione per controllare che tra i ragazz tutto era a posto.
La sera ci fermammo a Ventimiglia dove dovevamo trascorrere il primo pernottamento di quel viaggio. Consumata la cena i ragazzi non erano ancora stanchi del tutto tanto che mi proposero di andare a fare un giro per le vie della cittadina ligure. Il mattino dovevamo ripartire molto presto così concessi ai meie alunni di uscire giusto un paio di ore, ma a mezzanotte tutti dovevano essere in branda. E su questo non ebbi niente da rimproverargli, furoni tutti puntualissimi.
Stavo per raggiunngere la mia stanza quando un sibilo raggiunse il mio udito:
– Pss’ Ehi prof, perché non viene a bere qualcosa con noi, passiamo un po’ di tempo assieme prima di metterci a letto-, disse la voce sensuale di Sonia. Dietro di lei l’amica aveva fatto gli occhi dolci come per implorarmi di entrare nella loro stanza.
– Andate a dormire, ragazze, domattina vi getterò dal letto molto presto-, dissi senza convinzione.
Mi accertai che in giro non ci fosse nessuno e mi infilai nella loro camera.
– E ve bene, ma dieci minuti e poi tutti a nanna-, dissi cercando di essere serio.
Le due ragazze si erano già messe comode, tutte e due indossavano una magliettina e uno striminzito pantaloncino, erano davvero uno spettacolo.
Miriam aprì una bottiglia di prosecco.
– E questa da dove spunta fuori-, dissi io.
– Eh dai prof, un po’ di fiesta non guasta, siamo in gita mica in convento-, mi disse la mora strizzandomi l’occhio.
– Abbiamo anche della cioccolata-, intervenne la biondina.
Mi affacciai sulla terrazza nel frattempo che le ragazze preparavano il tutto, fuori l’aria era molto gradevole, si stava davvero bene, dall’interno mi arrivò il rumore del tappo che saltava dalla bottiglia di prosecco.
– Prof, è tutto pronto-, mi chiamarono le ragazze all’unisono.
Rientrai dentro e rimasi letteralmente di stucco, Sonia in bocca aveva un pezzetto di cioccolata, Miriam aveva praticamente la sua lingua nella bocca dell’amica fino a quando il pezzetto di cioccolata sparì e le lingue delle due ragazze si rincorrevano tra loro.
Il mio cazzo, molto sensibile, cominciò a reclamare spazio nei slip. Le due troiette avevano avvertito la mia presenza e si voltarono verso di me.
– Viste le tue alunne maialine, prof?- Mi disse Sonia leccandosi il labbro superiore.
– Piaciuta la sorpresa? Adesso si sieda, prof, vedrà, siamo solo all’inizio-, le fece eco Miriam.
Obbedii. Mi sedetti alla poltroncina dinanzi al loro letto e cominciai a godere di quello spettacolo mentre la bestia che avevo nelle mutande non voleva saperne di starsene buona. In pochi secondi le due maialine rimasero senza reggiseno, quei seni che mi avevano fatto sognare dall’inizio dell’anno scolastico erano lì, davanti a me in tutta la loro pienezza: capezzoli neri e grandi per Miriam, piccoli e rosa chiari quelli di Sonia. Le loro avide lingue scorrevano delicate su quei capezzoli, io non ne potevo più, desideravo masturbarmi, ma volevo vedere quanto avrei resistiti a resistere dinanzi ad uno spettacolo del genere.
Ad un certo punto Sonia sfilò il perizoma dell’amica e con la sua lingua cominciò a lavorarle il clito. Miriam godeva, con le mani teneva spingeva la testa di Sonia tra le sue gambe e la incitava a leccarla ancora di più. Venne in pochi minuti, i suoi umori colavano dalla sua fica e bagnarono il bianco lenzuolo del letto. Sonia si sfilò il suo peri e con l’amica dettero vita ad un 69 infuocato. Non resistivo più, mi avvicinai e cominciai ad accarezzarle. Mi guardarono vicino a loro.
– Ci stavamo chiedendo quando ti saresti alzato da quella cazzo di poltrona, prof-, mi disse Sonia visibilmente arrapata.
Le ragazze mi privarono dei jeans, io mi tolsi subito gli slip e il mio cazzo svettò fuori maestoso. Le loro lingue cominciarono a lavorare sulla cappella, stavo godendo, mai in 29 anni ero stato a letto con due ragazze. A turno se lo passavano da una bocca all’altra, come erano calde, erano entrambe delle gran pompinare, se dovevo dare un voto per l’impegno, le avrei messo un bel 10.
– Basta giocare ora, facciamo sul serio- disse Miriam con lo sguardo di una che sapeva il fatto suo.
Mi fecero sdraiare sul letto, Miriam si impalò tutti i miei centimetri nella sua passera baganata, Sonia mise la sua passera sul mio volto, voleva un’altra razione di lingua prima. Non capivo più nulla, i iei sensi erano a dir poco estasiati, Miriam andava su e giù sulla mia asta come la mia lingua lavorava sul clitoride della bella biondina.
Dopo un po’ a Sonia la lingua non bastava più, voleva qualcosa che la pentrasse a fondo. Si alzò dalla posizione in cui era lasciando parte dei suoi umori sulla mia faccia e si avvicinò a Miriam che era una cavalcatrice instancabile, le dette un bacio con la lingua e prese subito il suo posto.
Sonia cominciò a cavalcare ad un ritmo irrefrenabile, ero eccitatissimo, con le mani mi aggrappavo al lenzuolo mentre vedevo Miriam leccare i capezzoli dell’amica che continuava a gemere e a cavalcare la mia asta.
La bionda venne subito dopo.
– Ora le operazioni le comando io, sono o no il prof?- Dissi.
Le feci mettere due e due a pecorina, uno spettacolo quei culi all’aria e quelle passere madise di umori che erano dinanzi al mio sguardo. Ed erano tutte per me.
A turno le penetravo mentre loro giocavano con le loro lingue. Era una situazione che avevo sempre sognato, ancora non ci credevo, uno dei miei sogni di una vita si stava avverando. Stavo pompando come un ossesso il culo della mora quando avvertii che stavo per sborrare. Tolsi il cazzo fuori dalla fica di Miriam e lo misi dinanzi alle bocche delle ragazze. Schizzi copiosi di sperma cominciarono a fuoriuscire per depositarsi nelle bocche avide delle mie alunne, mi pulirono per bene la capella, poi si baciarono tra loro e quella visione mi incantava.
Mi gettai sul letto stremato, loro si staccarono da quel bacio carico di erotismo e mi si avvicinarono.
– A quanto pare abbiamo uno stallone di prof-, disse Sonia.
– Già, mi sa che questa gita sarà molto divertente-, le rispose l’amica.
Mi aspettavano giorni davvero bollenti.
Prossimamente continuerò il racconto di quei giorni.
Per commenti: lukanoinkazzato@gmail.com

Leave a Reply